ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

venerdì 9 luglio 2021

«Insoliti», in Valle D’Aosta «a teatro con gli scarponi ai piedi»

La Valle d’Aosta si trasforma in un grande teatro a cielo aperto per la prima edizione di «Insoliti», rassegna culturale promossa dall’assocazione Altitudini, in cartellone dal 10 luglio all’8 agosto in tredici comuni ai piedi delle vette alpine: Aosta, Charvensod, La Thuile, Perloz, Quart, Fenis, Cogne, Valtournenche, Gressan, Issogne, Saint Denis e Aymavilles.
Location immerse nel verde a due passi dalla vetta, spazi architettonici poco noti e legati al passato, siti di architettura industriale, piccoli e grandi parchi naturali si trasformeranno in palcoscenico per tre spettacoli inediti dell’artista Alessandra Celesia, che declinano sotto punti di vista diversi il tema della montagna.
L’obiettivo è quello di far arrivare la cultura teatrale e il piacere di vedere spettacoli dal vivo in circuiti alternativi, offrendo così allo spettatore una doppia esperienza: quella di nutrire l’anima e di assaporare il gusto di un posto unico. «In prima fila a teatro con gli scarponi ai piedi» è, infatti, lo slogan del festival, che risponde ai principi di slow tourism e che parte da un presupposto figlio di questo nostro tempo incerto: l’esperienza della pandemia ci ha posto davanti alla necessità di reinventare il rito collettivo dell’andare a teatro. «Uscire dalle sale in estate – commenta a tal proposito commenta Alessandra Celesia - ci permetterà di respirare in tutti i sensi, incontrando spazi, cieli, elementi naturali diversi che daranno un valore aggiunto all’opera che sarà rappresentata».
Cultura local prodotta in Valle, cultura a chilometro zero è quella che propone il festival: «la raffinatezza e la poesia – racconta ancora la regista e attrice valdostana - sono di casa fra le nostre montagne, le storie autoctone, vanno raccontate da chi le vive e ha gli strumenti necessari per farlo - quello delle radici profonde che lo legano al territorio e degli anni di studio e di lavoro all’estero con cui ha saputo nutrirle».
Ad aprire il cartellone sarà lo spettacolo «Mucche ballerine», in programma all’Alpeggio Combatissière di Charvensod, appena sotto il magnifico Eremo di San Grato (10 luglio, ore 17:30), per poi essere replicato ai Giardini del Seminario di Aosta (18 luglio, ore 21:00), all’Arena delle Batailles del Piccolo San Bernardo a La Thuile (29 luglio, ore 16:00), al Santuario della Madonna della Guardia di Perloz, dove si trova anche il Museo della Resistenza (30 luglio, ore 21:00), all’Area Partigiano di Trois-Villes a Quart (31 luglio, ore 18:00), in via Jean-Antoine Carrel a Breuil-Cervinia (5 agosto, ore 11:00) e nella piazza di Issogne (6 agosto, ore 21:00).
Cosa sapremmo della guerra se a raccontarla fosse una mucca che ascolta il Trio Lescano? Parte da questa domanda la storia dello spettacolo su testo di Marco Bosonetto, che vedrà in scena Alessandra Celesia con Christian Thoma all’oboe e al clarinetto basso, Luca Moccia al contrabbasso e Alex Danna alla fisarmonica.
«Mucche ballerine» – si legge nella presentazione - è «una storia alpina che sa di fontina stagionata, latte appena munto e villaggi carbonizzati. È una storia d’amore e dinamite, partigiani e Radio Londra, incendi e rappresaglie, mucche scervellate, bipedi umani complicati e cani pastori un po’ fascisti. Dalla prospettiva stralunata di Regina, una reineA valdostana, una mucca combattente ridotta in clandestinità dalle proibizioni del fascismo, il racconto degli anni dell’occupazione tedesca e della Resistenza si riempie di un’ironia, una tenerezza e una mestizia del tutto nuove, lontane da ogni retorica celebrativa».
Il secondo spettacolo a debuttare sarà «Licheni», in programma a Fenis, nel prato sottostante il magnifico castello medioevale, uno dei più antichi della Valle d’Aosta (1° agosto, ore 18:00), per poi salire in quota - proprio come i licheni raccontati nello spettacolo, che cercano di combattere il riscaldamento climatico salendo verso le alte vette in cerca di temperature più adatte a loro in quest’era. Si andrà prima verso i Giardini Paradisia di Cogne (4 agosto, ore 11:00), parco botanico dedicato alle piante di montagna ed ai licheni, e ci si sposterà, poi, verso i boschi incantati di Pila (6 agosto, ore 16:00).
Lo spettacolo, attraverso leggende della tradizione e testimonianze di scienziati di oggi, ci racconta, dunque, le trasformazioni del mondo in cui viviamo; è un’«emozionografia» – si legge nella scheda di presentazione - dello scioglimento dei ghiacci che «ci porta a esplorare le nostre inquietudini più intime e a condividerle con altre popolazioni del nostro pianeta che conoscono le stesse vicissitudini». In scena ci saranno Alessandra Celezia, con Stefano Risso al contrabbasso e musica elettronica, Christian Thoma all’oboe e al clarinetto basso; mentre il montaggio immagini sarà a cura di Francesco Rey.
A chiudere la programmazione sarà «Heidi Project», che debutterà il 5 agosto, alle ore 21:00, in una cornice davvero particolare, l’unica a carattere «industriale», che per la prima volta apre le sue porte al pubblico per trasformarsi in palcoscenico: l’area della Cogne Acciai Speciali, uno stabilimento industriale a cui la storia della città di Aosta è intimamente legata. Sono previste altre due repliche, nella suggestiva cornice del Maniero di Cly (7 agosto, ore 21_00) - struttura medioevale dedicata alla difesa e alla cui storia si intreccia quella delle streghe della Valle d’Aosta - e nel borgo di Pont d’Ael (8 agosto, ore 21:00), luogo legato ad una delle più straordinarie architetture dell’epoca romana in Valle d’Aosta, il ponte/acquedotto che è perfettamente conservato.
«Heidi Project» è - si legge nella presentazione - «un viaggio nel tempo, uno scrapbook dell’intimo, mezzo documentario, mezzo poema cantato, che racconta il tempo di una vita, quella di Alessandra Celesia, e quella degli incontri che ha fatto. In questo percorso composto da film in super 8, sequenze filmate all’ Iphone, note suonate su un vecchio pianoforte, si parla di pini vigorosi, di maglioni di lana fatti a mano, di sciamani del Nord che hanno il senso dell’umorismo, di elicotteri in città e di laghi gelati in Lapponia». L’attrice ha vissuto tutto questo lasciando le montagne dove era nata e cresciuta, quelle stesse montagne dove ora ha fatto ritorno regalando un festival che porta il teatro in luoghi insoliti, fuori dai grandi circuiti turistici, ma tutti da scoprire.

Didascalie delle immagini
[Figg. 1, 2 e 3] «Mucche ballerine»; [figg.4 e 5]  «Heidi Project»

giovedì 8 luglio 2021

Dante, Camille Saint-Saëns e Astor Piazzolla: anniversari in musica sul Lago di Como. A Tramezzina ritorna il LacMus Festival

Si apre con un omaggio a Dante Alighieri, in occasione dei settecento anni dalla morte, la quinta edizione del LacMus Festival, la grande rassegna internazionale di musica in programma dall’8 al 18 luglio a Tremezzina, sul Lago di Como. Nel giorno di apertura del sipario, a partire dalle ore 11, Villa Carlotta farà da scenario a una maratona pianistica dal titolo «Angeli e demoni». Protagonisti dei primi due concerti, in programma alle ore 11 e alle ore 18, saranno i giovani artisti della Queen Elizabeth Music Chapel del Belgio, mentre in serata, dalle ore 21, sarà possibile ascoltare il pianista americano Andrew von Oeyen. Per l’occasione verrà rinnovata la «silent wi-fi experience» che l’anno scorso ha riscosso grande entusiasmo da parte del pubblico: i concerti saranno ascoltabili in parte dal vivo, seduti di fronte ai musicisti, e in parte in cuffia wi-fi, visitando contemporaneamente il giardino botanico o le sale del museo, all’interno del quale si trovano opere come l’«Ultimo bacio dato a Giulietta da Romeo» di Francesco Hayez del 1823 o «La speziera di un chiostro» di Giovanni Migliara, sempre del 1823, ma anche la «Maddalena penitente» (1794-1796) di Antonio Canova e il gruppo scultoreo «Amore e psiche» (1819-1824) di Adamo Tandolini
 L’omaggio al padre della «Divina Commedia» si rinnoverà con il recital pianistico «Après une lecture du Dante» di Louis Lortie, in agenda il 15 luglio a Villa Melzi d’Eril a Bellagio, sede nuova per la manifestazione che, per il primo anno nella sua storia, porta la magia delle sette note anche sull’altra riva del Lago di Como.
In questa edizione il festival ricorderà anche un altro anniversario importante: «Isola Comacina 100°», ovvero il centenario dalla restituzione dell’Isola Comacina all’Italia da parte del re del Belgio, anniversario che in realtà cadeva nel 2020 ma che non è stato possibile ricordare a causa del Covid. Il luogo migliore per questi festeggiamenti non poteva che essere la stessa Isola Comacina, dove il 9 luglio si terrà un gala lirico con i giovani artisti della Queen Elizabeth Music Chapel, il baritono russo Roman Burdenko e il tenore Jonathan Tetelman.
In apertura è previsto l’Opening Act del cantautore Davide Van De Sfroos, che ha composto un brano apposta per le celebrazioni.
L’isola farà da scenario anche al gala sinfonico con l’Orchestra sinfonica di Milano «Giuseppe Verdi», diretta da Paolo Bressan e con il pianista Louis Lortie, in programma il 10 luglio.
Villa Balbianello ospiterà, invece, l’11 luglio una doppia celebrazione: quella per i cento anni dalla morte del compositore francese Camille Saint-Saëns e quella per i cento dalla nascita del musicista argentino Astor Piazzolla, con gli archi del Trio Arnold e la partecipazione del bandoneonista argentino Marcelo Nisinman.
Ancora Piazzolla, insieme a Debussy, Prokofiev, Stravinsky e Bartók, sarà nel programma del secondo concerto a Villa Balbianello, quello del 13 luglio, nel quale si esibiranno il violinista Philippe Quint e il pianista Jose Gallardo.
Nei giorni successivi sono in programma una serie di proposte originali. Il 16 luglio si terrà un concerto di musica della liturgia russa ortodossa con il Sestetto vocale Doros di Mosca al Santuario della Madonna di Ossuccio, raggiungibile solo a piedi con una piacevole salita panoramica. Il 17 luglio è, invece, stato organizzato l’evento «Il carnevale degli animali» nella Piazzetta di Lenno, mentre il giorno successivo è in agenda un concerto all’alba per arpa e violino alla Rotonda del Parco di Mezzegra, seguito da una sessione di yoga e dalla colazione offerta a tutti i partecipanti.
Il gran finale, come ormai da tradizione, si terrà nello scenografico Grand Hotel Tremezzo con un protagonista d’eccezione: il virtuoso della fisarmonica Richard Galliano.
Ad arricchire ulteriormente il festival sarà la mostra «Artur Schnabel e la sua famiglia. Storie di musicisti in Tremezzina, Lago di Como», allestita al Museo del paesaggio del Lago di Como.
Attraverso l'esposizione di dipinti, fotografie, lettere, oggetti di proprietà della Schnabel Music Foundation e di collezioni private, si intende mettere in risalto l'importanza e il valore della testimonianza di Artur Schnabel (Lipnik 1882 – Morschach 1951) austriaco di origine ebrea, compositore e pianista che per primo nel 1935 incise le 32 Sonate di Ludwig van Beethoven, ancora oggi pietra miliare della storia dell'interpretazione, giunto nel 1933 a Tremezzina per sfuggire all’avvento al potere di Hitler. La mostra focalizza la sua attenzione anche sulla moglie del compositore, Therese Behr-Schnabel (Stoccarda 1876-Lugano 1959), contralto tedesca molto nota per le sue interpretazioni del repertorio liederistico (per lei Richard Strauss compose il lied «Traum durch die Dämmerung») e sul figlio Karl Ulrich Schnabel (Berlino 1909- Danbury, Connecticut 2001), pianista e insigne didatta, divulgatore instancabile e «padre» di molti pianisti dell'ultima generazione.
Lungo il percorso espositivo, promosso in occasione dei settanta anni dalla morte di Artur Schnabel e dei venti anni da quella del figlio Karl Ulrich, si ricordano, inoltre, le figure di Helen Fogel Schnabel (New York 1911- Gravedona, Lago di Como 1974), pianista statunitense, brillante concertista e insegnante, moglie di Karl Ulrich, e di Claude Alain Mottier (Zurigo 1972- Poughkeepsie, New York 2002), figlio di Ann e François Mottier e nipote di Karl Ulrich, pianista ed erede della tradizione familiare vissuta con lucido e intelligente slancio.
L’esposizione è arricchita da un percorso di ascolto musicale dato da una playlist in cui ciascuno dei musicisti della famiglia è protagonista nell'interpretazione di brani scelti con un criterio cronologico: un'ulteriore preziosità musicale all’interno di un festival, che unisce la musica di qualità alla bellezza del paesaggio.

Informazioni utili 
www.lacmusfestival.com

mercoledì 7 luglio 2021

Da Shakespeare a Goldoni, ecco i protagonisti dell’Estate teatrale veronese

Era il 1948 quando debuttava l’Estate teatrale veronese, voluta dall’Amministrazione comunale di allora per rendere omaggio a William Shakespeare e sottolinearne il legame con la città scaligera, presente in «Romeo e Giulietta», ne «La Bisbetica domata» e ne« I due gentiluomini di Verona». L’appuntamento, realizzato con Arteven e sostenuto dal Ministero dei beni e delle attività culturali e dalla Regione Veneto, è giunto quest’anno alla sua settantatreesima edizione. Al teatro Romano, sede storica del festival, si affiancano quest’anno altri inusuali e suggestivi palcoscenici: il Chiostro di Santa Eufemia e Forte Gisella, oltre a due prestigiose sedi museali quali il Museo lapidario maffeiano e il Museo degli affreschi - Tomba di Giulietta.
Dopo il debutto dello scorso 2 luglio con Paolo Rossi e il suo «Amleto», il festival proseguirà, nelle serate dell’8 e 9 luglio, con lo spettacolo «Sogno di una notte di mezza estate», per la regia di Giorgio Sangati e con Luciano Roman, Sandra Toffolatti e Valerio Mazzuccato: un vero e proprio teorema sull’amore, ma anche sul nonsense della vita degli uomini, che si rincorrono e che si affannano per amarsi, che si innamorano e si desiderano senza spiegazioni, che si incontrano per una serie di casualità di cui non sono padroni.
Il festival ha, poi, in programma per la serata di lunedì 12 luglio un’altra prima nazionale: «Il mistero di Amleto», diretto da Fabrizio Arcuri. Si tratta di un esperimento scenico che parte da un capolavoro del cinema muto, «Hamlet» di Svend Gade e Heinz Schall, pellicola tedesca del 1921 recentemente riscoperta e restaurata nella sua versione originale con la magnetica Asta Nielsen, che sullo schermo presta il volto a un intenso e modernissimo «Amleto», basandosi non soltanto sul testo shakespeariano, ma anche sull’omonima novella del professor Edward P. Vining, di cui negli anni ’20 del ‘900 si parlò molto. A fare da didascalia a tutto il film, come voce recitante e «rumorista d’eccezione», ci sarà l’attore Filippo Nigro, accompagnato da una colonna sonora live affidata a un ensemble d’eccezione composta da Stefano Pilia, Roberta Sammarelli, Marcello Batelli, Kole Laca e Giulio Ragno Favero, musicisti di band italiane come gli Afterhours, Teatro degli Orrori, Verdena e Bachi da pietra.
La programmazione prevede, quindi, un evento promosso in occasione dei settecento anni dalla morte di Dante Alighieri: una nuova versione di «Dantexperience», con la Budapest Mav Symphony Orchestra, diretta da Vittorio Bresciani, che eseguirà la «Dante Simphony» di Liszt, accompagnata dalla voce di Alessandro Preziosi, che reciterà brani dall’«Inferno» e dal «Purgatorio», e dalle illustrazioni di Gustave Dorè. L’appuntamento, in prima nazionale, è fissato per la sera del 16 luglio.
Al teatro Romano andranno, poi, in scena anche Serena Sinigaglia con la sua compagnia Ater ne «Le allegre comari di Windsor» (20 luglio), Alessandro Preziosi alle prese con un «Otello» (26 luglio) visto dalla parte di Cassio, e Giulio Scarpati, diretto da Eugenio Allegri, nell’allestimento, in prima nazionale, de «Il teatro comico» di Carlo Goldoni (24 agosto). In un periodo critico come quello che stiamo attraversando, la scelta di questo testo metateatrale, in cui emergono gli intenti della riforma goldoniana, è nata con l’intento – si legge nella presentazione - di proporre «una riflessione sul mestiere dell’attore e sulle sue difficoltà, sul teatro e sulle sue poetiche».
Nel giardino del Museo lapidario maffeiano saranno, invece, in scena un’originale riscrittura per attori e burattini di «Titus» (dal 22 al 25 luglio), con Bob Marchese, e «Shakespearology» (26 luglio), spettacolo di Sotterraneo che darà la parola al Bardo in persona.
Tra gli appuntamenti in agenda c’è anche «Settembre classico», sezione della programmazione dedicata al teatro greco e romano, che si compone di quattro spettacoli. In programma ci sono la riscrittura del mito di Cassandra con Sonia Bergamasco, diretta dal geniale regista belga Jan Fabre, in «Resurrexit Cassandra» (7 e 8 settembre), e «Ifigenia #generazionesacrificio», (1° settembre), momento conclusivo di un progetto formativo che coinvolge un gruppo di giovani del territorio, diretti dalle registe Silvia Masotti e Camilla Zorzi e arricchito dalle raffinate immagini della pluripremiata compagnia Anagoor. Ci sarà spazio anche per la commedia «Gli uccelli» (27 agosto) di Aristofane, nell’allestimento della Compagnia Mitmacher e con la partecipazione straordinaria di Paolo Calabresi, e per l’«Aulularia» (9 e 10 settembre) di Plauto, interpretata da Ettore Bassi. Conclude la programmazione teatrale di questo segmento della rassegna una versione di «Edipo in Virtual Reality» (dal 7 all’11 settembre), un’esperienza unica nel rapporto tra arte e tecnologia realizzata dalla compagnia Fucina culturale Machiavelli, in programma al Museo degli affreschi -Tomba di Giulietta.
Chiude la programmazione «Verona in danza», che presenta un programma dedicato all’arte coreutica nelle sue varie declinazioni, rilette e interpretate con un gusto dichiaratamente contemporaneo. Si comincia con un tributo ai Balletti russi proposto da Daniele Cipriani in «Soirée Russe» (30 luglio). Lo spettacolo spazia dal «Prélude à l’après midi d’un faune» di Amedeo Amodio, su musiche di Debussy, a «Le Spectre de la Rose» di Giorgio Mancini, da «L’Uccello di Fuoco» di Marco Goecke, su musiche di Stravinskij, a «La Sagra della Primavera» di Uwe Scholz, per concludere con la «Suite Italienne» da Pulcinella. Sul palco ci saranno Sasha Riva e Simone Repele.
Si prosegue con il repertorio classico rappresentato da «La Bayadere» (5 agosto), rilettura creata dal pluripremiato coreografo Michele Di Stefano per il Nuovo Balletto di Toscana, e da «Coppelia» (10 agosto) della compagnia Ersiliadanza. Ancora ispirazioni classiche sono quelle che hanno portato Silvia Gribaudi a confrontarsi con il mito delle tre Grazie in «Graces» (7 agosto). Mentre i temi del contemporaneo verranno indagati da due coreografi veronesi. Da un lato c’è l’energia materica di Chiara Frigo per Zebra in «Flight Or Fly» (3 agosto), dall’altro le eteree visioni di Cristiano Fagioli per RBR Dance Company in «Boomerang» (12 agosto). Il festival si connetterà, infine, con altri cartelloni inseriti nella sezione «Intrecci di programmazione»: al teatro Romano ci saranno Il Festival della bellezza, a cura di Idem, e Venerazioni, per l’organizzazione di Boxofficelive, al Chiostro di Santa Eufemia InChiostro Vivo, a cura di Alice, a Forte Gisella La città dei ragazzi, promosso dalla Fondazione Aida, al Teatro Laboratorio il Fringe Festival. Un cartellone, dunque, ricco che conferma Verona come un punto di riferimento nel panorama culturale nazionale.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Logo dell'Estate teatrale veronese 2021; [fig. 2] «Le allegre comari di Windsor», con la compagnia Ater; [fig. 3] Filippo Nigro; [fig. 4] Una scena dello spettacolo  «Il mistero di Amleto», diretto da Fabrizio Arcuri; [fig. 5] Giulio Scarpati ne  «Il teatro comico» di Carlo Goldoni. Foto Prova; [fig. 6] «Bayadere» del Nuovo Balletto di Toscana

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