, che allinea all'interno del General Staff Building – in dieci sale, incluse le monumentali Grand Enfilade e White Hall, così come gli spazi intimi della Courtyard Gallery e della Red Hall – una cinquantina di opere realizzate da artisti contemporanei.
.
Tra le opere più spettacolari della mostra russa, aperta fino al prossimo 31 ottobre, si segnale
di Ai Weiwei, una complessa scultura in vetro composta da teschi, scheletri,
ossa di animali, organi interni e parti di granchi. Si tratta una reinterpretazione del classico lampadario in vetro veneziano, che ne ribalta funzioni e significati. L'opera è, infatti, una riflessione dell'artista sul deterioramento del rapporto delle persone con la natura, l'impatto sul mondo animale e il futuro nebuloso dell'umanità.
, una moltitudine di lunghi tentacoli lavorati a maglia, impreziositi da perline e sfere di vetro, trafitti da decine di lampade a Led, che si intersecano e si intrecciano con grandi elementi rotondi in vetro di Murano.
Altri pezzi di indubbio fascino, selezionati con la collaborazione di Berengo Studio e Fondazione Berengo, sono
, conosciuta anche come «The Eternal Emigrant» (1995/2004), di Ilya ed Emilia Kabakov e
di Jaume Plensa, riferimento alla rappresentazione orientale delle tre scimmie sagge, famosa in tutto il mondo.
A proposito della rassegna, il curatore Dimitri Ozerkov ha commentato: «Il veneziano
ha dato una svolta incredibilmente importante alla storia del vetro moderno di Murano.
È riuscito a coniugare la tradizionale industria del vetro con il fenomeno dell'arte contemporanea nella sua versione postmodernista. Ciò gli ha permesso di portare il lavoro con il vetro fuori dalla tradizionale sfera decorativa e delle arti applicate, che era il suo luogo storico, per approdare nella sfera della creatività concettuale».
Il vetro di Murano si è trasformato così da materiale ordinario adatto per realizzare vasi, recipienti per bere, lampadari e bigiotteria a prezioso mezzo creativo per gli artisti di oggi.
SPETTATORI-ESCURSIONISTI PER «MUSICA IN QUOTA»: FABRIZIO BOSSO SI ESIBISCE A PIANA DI VIGEZZO
È un concerto speciale quello che il
festival «Musica in quota» ha organizzato per la mattina di
domenica 10 ottobre, nell'incantevole scenario della valle dei pittori, nell'alto Piemonte.
Location dell’evento, in programma dalle ore 11:30, è la
Piana di Vigezzo, balcone naturale affacciato sulla valle del
foliage, a mille e settecento metri d’altezza. In questo luogo incantevole, che può essere raggiunto in
cabinovia con partenza da Prestinone di Craveggia o
a piedi da località Promez (Toceno), attraverso un sentiero in un bosco di faggio e tra i pascoli degli alpeggi della «Colma», si terrà l’esibizione del trombettista Fabrizio Bosso e del musicista Alberto Gurrisi all'organo Hammond.
In questo
live dal titolo
«Dal bepop alla canzone», i due artisti – si legge nella nota stampa - «si racconteranno attraverso i brani che più amano, senza distinzione di generi, passando dalla tradizione jazzistica al blues, fino alla canzone italiana dei grandi autori, affrontandoli in totale libertà, dandone la loro personalissima interpretazione».
Il concerto è
gratuito, con prenotazione obbligatoria attraverso il portale
www.musicainquota.it/registrazioni.
in caso di maltempo l’appuntamento sarà ospitato dal teatro Comunale di Santa Maria Maggiore («l'accesso – fanno sapere gli organizzatori - sarà garantito alle prime 240 persone prenotate attraverso la piattaforma ufficiale e solo se munite di Green pass»).
Per maggiori informazioni, anche sul pacchetto speciale proposto dagli impianti della Piana di Vigezzo, comprensivo di pranzo in quota, è possibile consultare il sito www.pianadivigezzo.it. Per maggiori notizie sull’evento la pagina di riferimento è, invece,
www.musicainquota.it.
«MILANO GLOBALE», 24 ORE CULTURA PUBBLICA IL NUOVO CATALOGO DEL MUDEC
24 Ore Cultura porta in libreria, giovedì 7 ottobre,
«Milano globale. Il mondo visto da qui» (brossura con alette 15 x 22,5 cm, 346 pp. con 200 illustrazioni, € 25,90, Codice ISBN 978-88-6648-537-7), catalogo delle opere e guida al percorso espositivo del
Mudec - Museo delle culture di Milano, che offre un viaggio nel mondo dal XVI secolo alla contemporaneità.
Il volume si apre con i saggi di
Anna Maria Montaldo e
Carolina Orsini, rispettivamente direttrice e conservatrice dell’istituzione milanese, che indagano le ragioni che hanno portato al nuovo allestimento della collezione permanente, dopo sette anni dall’inaugurazione. Attraverso saggi,
focus tematici e schede delle opere in mostra, corredate da un ricco apparato iconografico, il volume esplora gli scambi tra Milano, considerata la città più «internazionale» d’Italia, ed Europa, Asia, Africa e Americhe, riflettendo su temi complessi come lo sfruttamento globale delle risorse, l’avvento della società dei consumi, gli imperialismi, i colonialismi e le migrazioni.
Partendo dalle opere esposte in mostra, il libro si divide in
cinque sezioni, una per ogni sala espositiva. Il primo capitolo è dedicato a
«Milano nel mondo spagnolo» e approfondisce i traffici della città con l’America, grazie ai quali oro, argento e beni di lusso extraeuropei entrano a far parte di collezioni cittadine all’avanguardia come quelle Visconti Borromeo, Ardemanio, Landi, Monti e Settala. Nella seconda sezione, intitolata
«La nuova dimensione globale del continente asiatico», viene analizzata la prima età della globalizzazione, che va dalla seconda metà del Quattrocento alla fine del Settecento, e che vede l’Asia come protagonista della manifattura mondiale, i cui prodotti viaggiano in tutto il mondo grazie al ruolo delle Compagnie delle Indie. Il filo narrativo, nella terza sezione intitolata
«La corsa all’Africa», subisce una svolta di carattere militare finalizzata al controllo e possesso di sempre più vasti territori non industrializzati. A chiudere il catalogo sono due sezioni intitolate
«Verso la città multiculturale» e
«Afrodiscendenti nella Milano globale», che raccontano una Milano globale e multiculturale figlia del fenomeno delle migrazioni volontarie, sia dal sud Italia che dall'estero. In particolare l’ultimo capitolo esplora il senso dell’essere milanesi e italiani per le persone afrodiscendenti.
Per maggiori informazioni è possibile consultare la pagina
www.24orecultura.com.
«ARTE ALLE DONNE», SEI INCONTRI ON-LINE A CURA DELLA COLLEZIONE PEGGY GUGGENHEIM
Si intitola
«Arte alle donne!» il nuovo corso
on-line di storia dell’arte della
Collezione Peggy Guggenheim di Venezia.
Dal prossimo 11 ottobre, con un incontro gratuito e aperto a tutti, prenderanno il via
sei lezioni su Zoom, riservate ai soci, che ripercorreranno la lotta delle donne contro le convenzioni sociali e il cammino verso l’affermazione del loro valore. In cattedra salirà la professoressa
Alessandra Montalbetti della Pinacoteca di Brera, che in questi ultimi anni ha ideato e condotto le Guggenheim Art Classes in presenza e le recenti serie
on-line «Incontri» e «L’arte è vita». Le lezioni si dipaneranno nell’arco di due mesi, tutti i lunedì, fino al 22 novembre, sempre a partire dalle ore 19.
Il corso intende porre l’attenzione proprio sulle figure femminili che hanno scritto la storia dell’arte, dal XVI secolo ai giorni nostri. Si spazierà dalle pittrici del passato, come
Artemisia Gentileschi,
Lavinia Fontana e
Fede Galizia, alle protagoniste delle avanguardie storiche, quali
Sonia Terk Delaunay e
Georgia O’Keeffe, e dell’arte contemporanea, come
Louise Bourgeois e
Marina Abramović, per arrivare a parlare di celebri critiche d’arte e galleriste, come
Lea Vergine,
Palma Bucarelli e la stessa Peggy Guggenheim, toccando, infine, figure femminili sconosciute ma protagoniste di celeberrimi capolavori.
In occasione del corso «Arte alle donne!», il museo inizierà una collaborazione con il
progetto «Lei - Leadership, energia, imprenditorialità», promosso dall’
Università Ca’ Foscari Venezia per favorire l'occupabilità delle giovani donne. Quale avvicinamento al mondo dell'arte al femminile, dieci studentesse iscritte alla laurea magistrale verranno selezionate per partecipare gratuitamente alle sei lezioni. Le giovani selezionate avranno anche modo di prendere parte a tre appuntamenti curati e condotti dall’artista-regista Mattia Berto che si terranno in museo, a porte chiuse, e che ripercorreranno le biografie di alcune artiste le cui opere sono esposte a Palazzo Venier dei Leoni.
In vista della ripartenza della stagione espositiva e dell’inizio delle attività, dall’1 al 17 ottobre, si potrà acquistare la
membership card del museo con una riduzione del 20% su tutti i livelli associativi.
I proventi del corso, sotto forma di una liberalità di 75 euro deducibile fiscalmente, sosterranno le iniziative il museo. Per informazioni è possibile chiamare il numero 041.2405429 o scrivere a membership@guggenheim-venice.it.
Il sito internet di riferimento è
www.guggenheim-venice.it.
Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Peggy Guggenheim sui gradini del padiglione greco alla XXIV Biennale d’Arte di Venezia, 1948. © Fondazione Solomon R. Guggenheim, foto Archivio CameraphotoEpoche, donazione Cassa di Risparmio di Venezia, 2005; [fig. 2] Artemisia Gentileschi, «Cleopatra», 1633-35 ca. © Collezione privata / Photo Giorgio Benni
NEL SENESE UNA MOSTRA SULLA STORIA DELLA LAVORAZIONE DEL TRAVERTINO
È un viaggio nella storia della lavorazione del travertino a
Rapolano Terme quello che offre la
mostra audiovisiva «Fervet opvs» (venerdì, dalle ore 16 alle ore 19, sabato e domenica, dalle ore 10 alle ore 13 e dalle ore 15 alle ore 19; ingresso gratuito), allestita fino al 30 ottobre nel
Museo dell'Antica Grancia e dell'olio a Serre di Rapolano, in provincia di Siena.
La mostra prende spunto, come suggerisce il titolo (tradotto in italiano in «il lavoro ferve»), dalle parole di Virgilio nelle Georgiche incise all’entrata del
laboratorio di scalpellini della ditta locale «Le Querciolaie».
Attraverso tre sezioni si puntano i riflettori su un’attività produttiva dai profondi risvolti economici e sociali sul territorio attraverso foto, video, interviste e oggetti. La prima parte racconta la vita dei lavoratori nelle cave dall’inizio del ‘900 fino agli ultimi decenni del secolo scorso, i loro mezzi di trasporto, le lotte sindacali e per la sicurezza sul lavoro, i banchetti delle maestranze e la mensa. La seconda sezione è dedicata ai sistemi di lavorazione della pietra dalla cava al cantiere, trasformati nel tempo da artigianale a industriale con ripercussioni sui posti di lavoro, mentre la terza parte ricorda la scuola di avviamento professionale per gli scalpellini, nata a Serre di Rapolano nel 1941, voluta dal Comune e dagli imprenditori delle cave per formare mano d’opera qualificata e rimasta attiva fino al 1970.
L’esposizione è allestita nell’ambito del
progetto «Tradere», avviato nel 2008 dal Comune di Rapolano Terme e dall’associazione culturale Sat, con il supporto della Provincia di Siena, per tutelare la memoria e il valore socioeconomico della lavorazione manuale del travertino a Rapolano Terme. Nel corso degli anni, grazie a questa iniziativa, sono state raccolte circa 3.500 fotografie d’epoca e contemporanee, oltre a testimonianze video di operai e scalpellini dedicate al loro lavoro e alla loro vita prima che la lavorazione della pietra assumesse aspetti industriali.
Per informazioni è possibile scrivere all’indirizzo mail museoanticagrancia@museisenesi.org o contattare l’Ufficio turistico ai numeri 0577.705055 o 0577.724079.
A TERNI LA PRIMA EDIZIONE DELLA «KID DESIGN WEEK»
«
Sette giorni fuori dalle righe in cui sperimentare, incontrare, conoscere, attraverso laboratori,
talk,
atelier, momenti formativi» tutto ciò che definiamo con il termine creatività: ecco
«Kid Design Week», il
festival in programma a Terni fino al prossimo 10 ottobre, in vari spazi cittadini come Caos – Centro arti opificio Siri, la Bct – Biblioteca di Terni e le strutture dei Servizi educativi comunali.
Musica, bellezza, corpo, colore,
design, mondo sono le parole chiave di questa prima edizione, che vede alla direzione artistica
Francesco Maria Giuli e che è stata organizzata anche grazie all’aiuto di
Aiap – Associazione italiana design della comunicazione visiva,
Adi – Associazione per il disegno industriale e
Ied - Istituto europeo di design.
Tra le proposte più interessanti c’è il
Colormuro, una grande superficie verticale urbana dove un gruppo di studenti del Liceo artistico «O.Metelli», allestirà durante tutto il festival, un
murale permanente sui temi della solidarietà e dell'accoglienza.
Alessandro Bonaccorsi proporrà, invece, un workshop sul
metodo del «disegno brutto» come strumento di crescita personale e professionale, per far emergere potenzialità creative in grandi e bambini. Mentre
Danilo Casertano presenterà la sua
«Scuola nel bosco», basata sul metodo educativo dell’
outdoor education che considera lo spazio esterno il luogo privilegiato dell’apprendimento.
Susanna Odevaine porterà, poi, il pubblico a scoprire i disegni invisibili del movimento per abitare lo spazio e incontrare gli altri attraverso la pedagogia artistica della danza.
In cartellone ci sono anche
esperienze musicali di gruppo con l’
orchestra dell’improvvisazione e dell’errore del Liceo «Angeloni». Mentre
Daniela Riganelli racconterà l’esperienza del
progetto «Novamont@Scuola», che contribuisce allo sviluppo di percorsi di educazione ambientale nelle scuole.
Infine, saranno proposte delle
«Apple Room» dove far scoprire agli studenti delle scuole cittadine come la realtà aumentata, le App e le nuove tecnologie possano supportarci, in maniera inclusiva, nel far germogliare nuove forme di creatività e di accoglienza.
L’intero programma è visibile sul sito
www.kidesignfestival.it.
«SCRIPTA FESTIVAL», «L’ARTE A PAROLE» VA IN SCENA A FIRENZE
A Firenze torna
«Scripta Festival. L’arte a parole», che per questa sua
quinta edizione ha come sottotitolo l’espressione
«Forte movimento» a evocare la potenza tellurica dell’arte, la sua forza capace di propagarsi e di raggiungere tutti, anche pubblici lontani dagli epicentri della cultura. A segnare il debutto del
festival, che vede alla direzione artistica
Pietro Gaglianò, è stata l’inaugurazione, nella giornata di giovedì 7 ottobre, dell’
installazione «La storia», appositamente realizzata dall’artista
Vittorio Corsini (1956), per la
Libreria Brac.
Seguiranno,
da venerdì 8 a domenica 10 ottobre, nove appuntamenti alla
Palazzina Reale di Santa Maria Novella, sede della Fondazione Architetti di Firenze, sul rapporto tra l’arte e le parole degli scrittori.
Il programma di quest’anno vedrà, tra i protagonisti,
Laura Pugno, autrice di uno dei testi contenuti nel volume di Vittorio Corsini, «Voci», dedicato al progetto di Peccioli (edito da Gli Ori). Verrà, quindi, dato spazio alla raccolta «Editoriale», voluta e curata da
Luca Lo Pinto ed edita da Humboldt, ma anche al testo di
Claudio Giunta che ci accompagna, ripercorrendo, sul filo dei ricordi, la storia dello stabilimento Fiat in Unione Sovietica, nel viaggio fotografico di
Giovanna Silva nella città russa di «Togliatti» (Humboldt).
Ancora grande attenzione sarà dedicata al teatro e alle pratiche performative con
Teresa Macrì e il suo «Slittamenti della performance» (Postmedia Books), e con
Roberta Ferraresi, che ha curato la pubblicazione che celebra i cinquant’anni del più importante festival italiano dedicato alle arti della scena in «Santarcangelo 50 Festival» (Corraini).
Il lavoro culturale, le pratiche collettive e la complessità di un mondo sempre in «forte movimento» trovano, invece, voce nei saggi di
Lucilla Meloni («Le ragioni del gruppo. Un percorso tra gruppi, collettivi, sigle, comunità nell'arte in Italia dal 1945 al 2000», Postmedia Books),
Vincenzo Estremo («Teoria del lavoro reputazionale. Saggio sul capitalismo artistico», Milieu Edizioni) e nel progetto editoriale «COMP(H)OST – Immaginari Interspecie» (Nero) di a.titolo. Chiuderà le tre giornate alla Palazzina Reale
Fabio Ciaravella con «Atlante della vergogna. Una seduta psicoanalitica collettiva per l’architettura europea» (LetteraVentidue).
«Scripta Festival» proseguirà nei successivi due fine settimana. Il 16 ottobre, al circolo
Sms di Peretola, la regista e attrice
Chiara Lagani presenterà «La mia battaglia» (Einaudi), testo scritto a quattro mani con Elio Germano. Il 23 ottobre, alla
Cdp Il Progresso, si terrà un incontro con l’artista
Fausto Gilberti, autore di una fortunata serie di volumi illustrati per i tipi di Corraini sulle vite dei grandi nomi dell’arte contemporanea, l’ultimo dei quali è dedicato a Keith Haring. Nella stessa giornata l’autore terrà anche un laboratorio di illustrazione.
Completano il programma un laboratorio di cianotipia con
Fargo (dal 9 al 16 ottobre) e un simposio di disegno aperto a tutti, senza maestri senza allievi, con
Francesco Lauretta e
Luigi Presicce (9 ottobre).
Tutti gli eventi sono a ingresso gratuito; per partecipare è possibile scrivere a scriptafestival@gmail.com.
«VISION», AL VIA LA PRIMA EDIZIONE DELLA «MILAN GLASS WEEK»
Il vetro è andato in scena a Milano.
Da martedì 4 a venerdì 8 ottobre la città ha ospitato, in occasione della ventiduesima edizione di «Vitrum» a FieraMilano Rho (Padiglioni 22-24), la prima edizione di
«Vision Milan Glass Week», fuori salone che ha coinvolto il pubblico, anche dei non addetti ai lavori, con esposizioni, laboratori per ragazzi, incontri, musica e spettacoli.
Piazza Gae Aulenti è stato l’epicentro della manifestazione, che ha coinvolto anche sei musei, dodici
glass building e altri ventisei luoghi della città, fra i quali gli
showroom Barovier&Toso,
Memphis,
OminDecor,
Reflex e
Veterie di Empoli e i laboratori
La Vetraia,
Unique Home,
Dossena,
VetrHobby e
Vetrogioielli.
L’installazione
«Il mostro della laguna», nata dalla collaborazione tra ila
Consorzio Promovetro Murano e
Forme d’Acqua Venice Fountains, è stata l’opera più simbolica di questa prima edizione, intitolata
«Vision: focusing on a sustainable future». Si tratta di un’inusuale creatura marina disegnata da
Simona M. Favrin, con un’epidermide di vetro, realizzata dal maestro
Nicola Moretti, che ricopre uno scheletro in acciaio e un’innovativa anima tecnologica.
Insieme a eventi speciali ideati in tutta la città dalle realtà milanesi legate al vetro di design, ci sono state
visite guidate lungo «La via dei vetri antichi», ovvero ai
musei Archeologico, Bagatti Valsecchi, Poldi Pezzoli e delle arti decorative al Castello Sforzesco, nonché all’
antiquarium Alda Levi, riaperto per l’occasione (per tutte le visite è obbligatoria la prenotazione, fino a disponibilità posti promozione@storiadelvetro.it).
La Milan Glass Week ha, poi, dedicato a bambini e ragazzi laboratori creativi gratuiti (con prenotazione obbligatoria) che mirano a far conoscere in maniera non convenzionale il vetro. C’è stato anche un party on the road in venti bar e ristoranti cittadini, che hanno proposto trenta opere a tema, tra le quali una batteria musicale in vetro.
Per maggiori informazioni è possibile consultare la pagina
www.glassweek.it.
, la rassegna filmica dedicata alle arti visive, performative, mediali, all’architettura e alla vita degli artisti, attiva a
. Da giovedì 7 a domenica 10 ottobre il teatro di Palazzo Grassi ospita la prima edizione italiana del festival, proponendo un cartellone di sedici titoli tra corto e lungometraggi internazionali.
La rassegna è partita giovedì 7 ottobre, alle ore 18, con un’introduzione d’eccezione: il direttore artistico Philippe Del Drago ha incontrato il pubblico lagunare per presentare la rassegna e i suoi obiettivi. Si è proceduto, poi, con la proiezione di cinque titoli. «Mobilize» di Caroline Monnet ha condotto alla scoperta del Canada più selvaggio; mentre «Le pomme» di Katherine Nequado ha raccontato il desiderio di lasciare la propria comunità per provare a scrivere un nuovo futuro partendo alla conquista della città. Sono, stati poi, in agenda «Bookanima:
» di Shon Kim, «Symposium / In the Distance» di Luigi Capasso, un vero e proprio inno alla tavola mediterranea, e «J’ai retrouvé Christian B.», ricordo di
composto da Alain Fleischer.
Venerdì 8 ottobre si sono avvicendati sullo schermo del Teatrino altri tre titoli: «Over the top» di Justine Cappelle, «Wearing my culture» di Olivia Lya Thomassie, sui significati profondi dei capi di abbigliamento, e «
– One and One Is Three», omaggio alla madre del movimento Fluxus.
Sabato 9 ottobre si comincerà con «Nikamowin» di Kevin Lee Burton, dedicato alla lingua della popolazione indigena Cree legata alle tradizionali danze narrative. Dal Canada ci si sposterà in Europa Orientale con «Body Place Image» di Gigisha Abashidze, che porterà in scena
ritratti durante il processo di creazione di un’opera per il Khidi, uno dei club tecno di Tbilisi. Sono, poi, in programma «[The Black Man in the Cosmos]» di Kitoko Diva e «Playback» di Agustina Comedi, che racconta, attraverso la testimonianza di La Delpi, l’epopea delle Kalas, un gruppo di amiche
che animavano le notti argentine esibendosi in playback. Il cartellone della giornata terminerà con «We Are Not Princesses» di Bridgette Auger e Itab Azzam, ambientato in un campo profughi libanese, con protagoniste quattro donne di origini siriane con una passione per l’Antigone di Sofocle.
Domenica 10 ottobre si inizierà con «The Walking Man» di Giulio Boato e Lorenzo Danesin, una visione in soggettiva che rivela le enormi contraddizioni che caratterizzano Roma. Ci si ritroverà, poi, catapultati negli anni Trenta con
. Infine, si vedrà il film «Comme une vague» di Marie-Julie Dallaire, un omaggio alla musica che è anche un
lungo alcuni dei centri di produzioni più prestigiosi al mondo: da Montréal a Cremona, passando per la Svezia, il Messico e la West Coast americana, alla scoperta di scienziati e artisti che spiegano il legame fondamentale tra ritmo, musica, pianeta, cervello, vita quotidiana e umanità.
.