ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

venerdì 11 marzo 2022

#notizieinpillole, cronache d'arte della settimana dal 7 al 13 marzo 2022

La Pinacoteca e la Biblioteca nazionale di Brera dicono: «Mai più guerre!». Sul sito di Circi color book e libri illustrati per i bambini dell’Ucraina
I bambini sono il nostro futuro e la Biblioteca nazionale braidense guarda a loro con il progetto Circi - Centro internazionale di ricerca sulla cultura dell’infanzia, nato lo scorso novembre con l’intento di conservare, studiare e comunicare l’esperienza dell’infanzia e i valori di curiosità, creatività e apprendimento dei bambini.
Dall’inizio di marzo, Circi ha anche un’interfaccia Web: un luogo virtuale, vivo e pulsante di contenuti eterogenei e pluridisciplinari, che, in questi giorni, è anche veicolo per conoscere tutte le iniziative che la Pinacoteca di Brera e la Biblioteca Braidense stanno avviando in favore dei bambini dell’Ucraina.
Mentre è in corso di creazione un gemellaggio con la Biblioteca nazionale di Kiev, l’istituzione milanese sta lavorando anche alla condivisione on-line degli ottantacinque libri illustrati, appartenenti alla collezione Adler di libri sovietici per bambini, acquisita lo scorso anno. Dal giorno stesso dello scoppio del confitto tre di essi sono disponibili gratuitamente sul sito della Pinacoteca di Brera, con la speranza che possano essere letti dai più piccoli, già al sicuro in Italia o ancora in Ucraina, rifugiati in casa o sottoterra.
In segno di accoglienza, i color book, i libri da colorare con le immagini dei quadri di Brera, scaricabili on-line per famiglie e bambini, saranno tradotti in ucraino. Verranno caricate on-line anche alcune letture video in ucraino.
Infine, per tutti coloro che vogliono contribuire, sia in fase di acquisto on-line del biglietto di ingresso alla Pinacoteca di Brera su www.brerabooking.org, sia sul www.pinacotecabrera.org, sarà possibile donare un piccolo importo a sostegno di queste iniziative e di ulteriori e futuri programmi di accoglienza culturale.
È, dunque, vario il programma di iniziative che Brera ha pensato, con il linguaggio a loro più consono, quello della cultura, per esprimere la propria vicinanza al popolo ucraino. A fare da filo rosso tra le varie proposte è un’idea chiara che il diretto James M. Bradburne spiega con queste parole: «La guerra è uno dei più gravi flagelli dell’umanità. La guerra non risparmia nessuno e le moderne tattiche belliche sono spietate nel colpire gli innocenti: famiglie, madri e soprattutto bambini. Dobbiamo ascoltare le grida di questi bambini. Urlano: ‘Mai più guerre!’ la loro sola e unica speranza. Mai più guerre! Ecco l’invocazione dei bambini».
Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito www.circi.education

[Nelle fotografie: Libri ucraini della Collezione Adler, Biblioteca Nazionale Braidense

Nasce Utopia, una raccolta di poster d’artista per illustrare i lemmi del Vocabolario Treccani
Sono Elisabetta Benassi, Ettore Favini, Claire Fontaine, Piero Golia, Emilio Isgrò, Marcello Maloberti, Rä di Martino e Alessandro Piangiamore i primi artisti che Treccani Arte, ramo dell’Istituto dell’Enciclopedia italiana dedicato interamente all’arte contemporanea, ha coinvolto in «Utopia».
Il nuovo progetto intende celebrare la creatività di oggi e il fascino della lingua che parliamo e scriviamo e attraverso cui interpretiamo il presente e immaginiamo il futuro, con un riferimento, già nel titolo, all’impresa titanica e ai confini dell’impossibile di creare un vocabolario di immagini.
Gli artisti selezionati per la prima fase del progetto sono stati invitati a scegliere una parola che rispecchi il proprio lavoro e il proprio pensiero, e ad associare a essa un’immagine rielaborata o appropriata, realizzata ad hoc o selezionata dal proprio corpus di opere. Ogni lemma è stato interpretato con la massima libertà espressiva, assecondando, rivisitando, distruggendo o completando la definizione, con l’intento di mettere in luce le complessità, suggerendone nuovi possibili significati.
È nata così una raccolta di poster d’artista che ambisce a illustrare, utopicamente, gli oltre centocinquantamila lemmi del Vocabolario Treccani.
I poster, realizzati in cento esemplari ciascuno, presentano l’immagine sul fronte e il lemma scelto sul retro, insieme alla tiratura e la firma dell’artista.
Il progetto si propone di diventare, con il tempo, un immenso archivio in progress capace di restituire una fotografia del panorama artistico contemporaneo, celebrando al contempo la lingua italiana, la sua ricchezza e le sue trasformazioni. I poster, inoltre, consolidano il lessico e stimolano la fantasia del pubblico facendo re-immaginare i lemmi e i loro significati.
Le opere sono acquistabili sul sito: https://emporium.treccani.it/it/treccani/arte/progetti/utopia. Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito https://treccaniarte.com/

[Nella foto: Emilio Isgrò, Farfalla, Courtesy to Treccani Arte]

«Sguardi di pietra», Marco Sabadin e la sua Venezia vista dall’alto
È il punto di vista, privilegiato e unico, di un volatile che guarda dall’alto Venezia, sorvolando a bassissima quota la città, accarezzando tetti e statue, campanili e capitelli, quello che offre la mostra fotografica «Sguardi di pietra. Venezia vista dalle sue statue», in cartellone fino al 30 marzo al Fondaco dei Tedeschi, edificio simbolo della città lagunare, attualmente sede di un lifestyle department store di DFS Group, restituito ai visitatori nel 2016 dopo un attento intervento conservativo a cura dell’architetto olandese Rem Koolhaas.
In questo luogo, che già del Medioevo fu sede di contrattazioni e compravendite di metalli e pietre preziose, spezie rare, seta, vetri, broccati, velluti e pizzi, sono esposte cinquantadue immagini del fotografo veneziano Marco Sabadin, classe 1959.
Pilota di Apr dal 2014 e socio dell’Agenzia Vision dal 1986, da quarant’anni l’artista vive di fotografia, operando non solamente nel Veneziano ma spostandosi spesso anche nel Triveneto, corredando con le sue foto le notizie di varie testate giornalistiche locali, nazionali e agenzie internazionali.
Durante il lockdown della primavera del 2020, Marco Sabadin ha sorvolato la città con un drone, compiendo un viaggio che inizia dalla stazione e arriva fino all'Arsenale, passando per San Marco, Rialto, San Polo e S. Nicolò dei Mendicoli, la Salute e giungendo, attraverso la Giudecca, all'isola di San Giorgio.
Ne è nata una mostra che si compone di cinquantadue pannelli fotografici stampati di diversa grandezza e posti a diverse altezze rispetto al punto di ripresa. Il visitatore si confronta così con immagini di generose dimensioni che vanno dal 100 x 140 centimetri per arrivare al formato 200 x 140 centimetri e che restituiscono viste inconsuete di una tra le città più belle del mondo, dove protagonisti sono angeli e santi, allegorie e virtù teologali e cardinali, civili e militari che si stagliano a due passi dal cielo.
Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito https://www.dfs.com/it/venice.

In scena a Milano «Fuga dall’Egitto», uno spettacolo di teatro documentario
Due anni fa Miriam Selima Fieno e Nicola Di Chio hanno deciso di mettersi in viaggio per l’Europa e gli Stati Uniti passando per la Svizzera, la Francia, la Germania, la Svezia con l’intento di incontrare quei giovani - giornalisti, sindacalisti, artisti, medici, poeti, politici e attivisti per i diritti umani - che, dopo il golpe in Egitto, hanno scelto la via precaria e dolorosa dell’evento per sfuggire al carcere, a sommari processi di massa, a tentativi di cooptazione. Per alcuni l'esilio è arrivato dopo lunghi periodi di detenzione, segnati da torture fisiche e psicologiche, una fuga improvvisa che li ha consacrati parte di quella che alcuni storici hanno già definito la più importante ondata migratoria dell’Egitto contemporaneo.
Da questa storia è nato uno spettacolo teatrale, liberamente tratto dal libro «Fuga dall’Egitto - inchiesta sulla diaspora del dopo-golpe» (Infinito edizioni) della giornalista Rai e docente universitaria Azzurra Meringolo Scarfoglio, che sarà in scena al teatro Menotti di Milano dal 15 al 20 marzo (sono, invece, sospese le date programmate per questo fine settimana a causa della positività al Covid di un membro della compagnia).
Sul palco in «Fuga dall’Egitto» l’attrice Miriam Selima Fieno guiderà una narrazione serrata che usufruisce di materiali d’archivio, documenti originali, protocolli giudiziari, reportage, interviste, rapporti di ricerca e che si avvale di dispositivi tecnologici come camere in diretta, cellulari, software di montaggio, video proiezioni per interrogare la realtà sociale e politica dell’Egitto.
Il risultato è una performance che unisce il teatro documentario alla musica dal vivo, in un intreccio tra atto performativo e cinema del reale, sonorità orientali e sperimentazioni elettroniche.
Lo spettacolo, le cui musiche sono suonate dal vivo dalla compositrice egiziana Yasmine El Baramawy e che vede la partecipazione di Bahey Eldin Hassan, Taher Mokhtar, Ahmed Said, il pubblico assume un ruolo attivo.
Gli spettatori – si legge nella presentazione - «sono invitati a prendere posizione all’interno di un panorama incredibilmente reale fatto di relazioni internazionali, fatti personali, interessi economici, traffici, politica e realpolitik, regime e rivoluzione, paranoie e sorveglianze speciali, in cui è necessario scendere lentamente in profondità per superare il concetto di buono e cattivo e comprendere intimamente il significato di umanità».
Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito www.teatromenotti.org.

[Fotografie di Andrea Macchia] 

Alla Galleria dell’Accademia di Firenze una nuova illuminazione per la Galleria dei Prigioni
La Galleria dell’Accademia di Firenze è in continuo movimento. Nelle prossime settimane, a partire da lunedì 14 marzo, il museo affronterà un altro importante lavoro nella cosiddetta Galleria dei Prigioni. Prosegue, infatti, il progetto di rinnovo degli impianti illuminotecnici: dopo le sale del Duecento e del primo Trecento, è stata la volta del Transetto e ora si affronta la zona che accoglie i capolavori di Michelangelo. Qui, in questo ultimo anno, tra le grandi sculture michelangiolesche, sono stati esposti, in un suggestivo allestimento, parte dei busti in gesso di Lorenzo Bartolini, solitamente conservati nella Gipsoteca, ultimo degli ambienti della Galleria ad essere oggetto dei grandi cantieri di ristrutturazione.
Per poter realizzare tali impianti, che verranno collocati sui cornicioni laterali, si dovranno spostare i busti femminili ottocenteschi ed eliminare le strutture realizzate per esporli. I gessi saranno dunque messi in sicurezza, pronti per il controllo e la manutenzione prima di ritrovare la loro originale collocazione, insieme alle altre opere di Bartolini, in una Gipsoteca completamente rinnovata. Nella Galleria dei Prigioni si procederà poi con le operazioni di protezione dei dipinti su tavola che si trovano alle pareti e delle sculture di Michelangelo con strutture provvisorie realizzate ad hoc, atte a proteggerle.
«Ci stiamo finalmente avviando verso la conclusione - dichiara con soddisfazione Cecilie Hollberg, direttore della Galleria dell’Accademia di Firenze -. Per quanto riguarda l’impianto illuminotecnico, ci avviciniamo man mano alla Tribuna e al David, cuore del nostro museo. Stiamo ultimando anche i lavori nella Gipsoteca. In questa sala, che ricrea idealmente lo studio di Lorenzo Bartolini, riallestiremo le 450 opere tra busti ritratto, bassorilievi, sculture di varie dimensioni, oltre alla collezione dei dipinti dell’Ottocento, qui conservati. Presto saremo pronti ad offrire al pubblico la nuova Galleria dell’Accademia di Firenze».
La nuova illuminazione, oltre ad esaltare le opere conservate, è mirata al risparmio e all’efficienza energetica, attraverso l’utilizzo di tecnologie di ultima generazione a Led. Il progetto è stato curato, come sponsor, da Enel X, la business line del Gruppo Enel dedicata a illuminazione pubblica e artistica, servizi digitali e innovativi e rientra in un intervento più ampio che riguarda altri ambienti del museo.
Per maggiori informazioni: www.galleriaaccademiafirenze.it.

[Foto di Massimo Sestini

A Milano in «Viaggio nel tempo» con Geronimo Stilton
Dal mondo perduto dei dinosauri all’esotismo misterioso degli antichi Egizi, in compagnia del topo giornalista più famoso del mondo: si potrebbe riassumere così la mostra «Geronimo Stilton Live Experience. Viaggio nel tempo», visitabile in anteprima mondiale, fino al prossimo 18 aprile, a Milano, nello Spazio Ex Cisterne della Fabbrica del Vapore.
Pensata per coinvolgere i bambini dai 4 ai 12 anni, l’esposizione si configura come un’avventura immersiva di intrattenimento, divertente ed educativa, dove i partecipanti vengono coinvolti in giochi interattivi, prove da superare ed enigmi da risolvere in compagnia di guide speciali: i Ranger del tempo.
Il percorso espositivo, che trasforma la Fabbrica del Vapore in un vero e proprio Geronimo Stilton Experience Village, si sviluppa lungo tre diverse ambientazioni scenografiche, allestite al primo piano: l’era dei dinosauri, l’antico Egitto e l’Isola del tesoro. Al pianterreno si trovano, invece, il bookshop, un’area interattiva per il «Quiz del tempo», una zona dedicata alle fotografie, una sala per la didattica e, infine, uno spazio dove rivivere, grazie alla realtà virtuale, l’emozione dello sbarco sulla luna di Apollo 11.
Sono tre anche le tecnologie di riferimento adottate: il mapping, per trasformare gli oggetti in display; il digital signage, per controllare i contenuti su ledwall, touchscreen e mirror display; la realtà aumentata, per sovrapporre elementi digitali al mondo reale.
Non mancano, inoltre, eventi pratici didattici, dai «mini paleolab», laboratori della durata di trenta minuti sull’attività sui fossili e sulla preistoria, a «paleolab event», un progetto sulla preistoria in agenda ogni prima domenica del mese. È, inoltre, possibile organizzare visite gioco per gli alunni della scuola primaria e feste di compleanno a tema.
Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito: www.geronimostiltonexperience.it.
 
L’arte di Marco Lodola a sostegno di Fondazione Umberto Veronesi
«Ogni anno in Italia, più di 55.000 donne si ammalano di tumore al seno, 10.700 di tumori dell’utero e 5.200 di tumore all’ovaio. I risultati ottenuti fino a oggi dalla ricerca scientifica sono incoraggianti e dimostrano come la diagnosi anticipata e le nuove terapie possano salvare la vita a moltissime donne», così Paolo Veronesi, presidente di Fondazione Umberto Veronesi e direttore della Divisione di senologia chirurgica dello Ieo di Milano, spiega l’importanza delle iniziative tese a sostenere la ricerca scientifica d’eccellenza.
L’appello è stato accolto di recente da Marco Lodola, artista conosciuto per le sue colorate e ludiche sculture luminose, che ha deciso di donare alla fondazione milanese alcune sue installazioni, utilizzate per decorare le vetrine di alcuni prestigiosi store in tutto il mondo.
Con la preziosa collaborazione della Galleria Deodato Arte, il fondatore del Nuovo Futurismo ha deciso di autenticare questi lavori, che saranno messe in vendita, a partire mercoledì 16 marzo, per sostenere il progetto «Pink is good» a favore della ricerca scientifica contro i tumori femminili.
Martedì 15 marzo, alle ore 18:30, le opere saranno in mostra a Milano, in via Nerino 2, e potranno essere prenotate dagli ospiti presenti. Dal giorno successivo, le schede delle sculture rimaste potranno essere visionate sul sito www.deodato.com. All’interno di ogni scheda sarà indicata la donazione minima, da destinare direttamente a Fondazione Umberto Veronesi, e le modalità per poter ricevere le figure luminose.
Classe 1955, Marco Lodola si fa conoscere nel mondo per il suo stile pop e colorato, influenzato dalla sua passione per gli anni ‘50 e le icone classiche italiane, come la vespa, le pin-up e le automobili vintage.. I suoi lavori sono stati installati in scenografie uniche come X Factor, il Festival di Sanremo, il teatro del silenzio di Bocelli, ma anche negli store di brand di moda come Westwood, Giuliano Fujiwara, Enrico Coveri e Dior. L’artista vanta, inoltre, collaborazione con gruppi musicali e artisti quali i Timoria, Max Pezzali e gli 883, Ron e Gianluca Grignani.
Per maggiori informazioni: www.fondazioneveronesi.it.

«La scultura, tante storie», a Bologna una mostra di Marco Marchesini
L’esposizione, curata dallo stesso artista con Roberto Martorelli, si inserisce in un ciclo di focus espositi-vi tesi a valorizzare e portare a una più ampia conoscenza del pubblico la produzione di artisti con-temporanei che hanno realizzato opere funerarie all’interno del Cimitero monumentale di Bologna. Tra le diverse opere realizzate da Marco Marchesini, esponente dell’ultima generazione di artisti che si è confrontata con l’elaborazione plastica di temi trascendenti operando per il culto della memoria dei defunti, si segnalano, tra l’altro, la porta in bronzo per la Cripta Schiavina o la Cappella Vacchi Verati, il Monumento in memoria dei caduti dell’Aeronautica Cripta Schiavina, il «San Francesco» in bronzo o l’angelo della Tomba Barelli.
Attirato e coinvolto dalle molteplicità espressive insite nella scultura, Marco Marchesini ne ha percorso sia le possibilità narrative e naturalistiche che quelle più concettuali di sintesi formale, affiancando la ricerca personale a una ininterrotta attività professionale, iniziata nel 1962, quando, lavorando direttamente in cantiere, realizzò in corso d’opera le sculture della chiesa di San Severino, chiesa voluta e progettata dal parroco ingegnere don Giancarlo Cevenini.
Tra le varie collaborazioni di Marco Marchesini va, infine, ricordata quella con l’Istituto dei ciechi Francesco Cavazza onlus di Bologna - mediante le attività di ricerca condotte all'interno del Museo tattile Anteros in ambito di progettazione e realizzazione di traduzioni tridimensionali della pittura – per il superamento della disabilità visiva nella fruizione e leggibilità del patrimonio artistico. Il metodo ideato per rispettare fedelmente i valori di forma e composizione del dipinto originale, restituendo-ne concetti spaziali e relazioni interne, è stato accolto da prestigiose realtà museali nazionali e inter-nazionali come i Musei Vaticani e la Galleria degli Uffizi. In mostra è esposta per l'esplorazione tattile «Beltà allo specchio» di Kitagawa Utamaro, capolavoro di stampa xilografica del genere Ukiyo-e. Per maggiori informazioni: www.marchesiniscultore.it e www.museibologna.it/risorgimento.

«cogli l’attimo, carpe diem, seize the day»: una giornata di studi on-line dedicata alla performance
Si intitola «cogli l’attimo, carpe diem, seize the day» la giornata di studi on-line sulla performance, e sulla sua presenza nelle collezioni e negli archivi museali italiani, che Marcella Beccaria, vicepresidente di Amaci e curatore al Castello di Rivoli, ha organizzato per la giornata di mercoledì 23 marzo.
L’appuntamento, realizzato con il sostegno della Direzione generale creatività contemporanea del Ministero della Cultura, intende approfondire le principali problematiche relative ai modi in cui la performance e le pratiche ad essa relative possono essere – anche grazie alle possibilità offerte dal digitale – definite, documentate, collezionate, conservate, valorizzate, insegnate e trasmesse nell’ambito delle collezioni e degli archivi museali. Il programma riunisce, in diverse sessioni strutturate come tavoli di lavoro, direttrici e direttori, curatrici e curatori dei musei della rete Amaci insieme ad artisti, curatori, studiosi e professionisti, con particolare riferimento al contesto italiano e in dialogo con esperienze internazionali.
Malgrado il significato cruciale della performance sia riconosciuto nell’ambito della storia dell’arte contemporanea, e molteplici pratiche performative facciano ormai parte della programmazione di molti musei, la sua presenza nelle collezioni e negli archivi continua a porre delle sfide, anche acuite dall’emergenza pandemica che ha compromesso l’attuabilità delle pratiche artistiche «dal vivo».
Mercoledì 23 marzo Onofrio Cutaia, direttore generale Creatività contemporanea del Ministero della Cultura, Lorenzo Giusti, presidente di Amaci e direttore della Gamec di Bergamo, e Marcella Beccaria apriranno i lavori con i saluti istituzionali; seguiranno, poi, nove sessioni dedicate a temi specifici per riflettere su come definire, documentare, collezionare, conservare, valorizzare, insegnare e trasmettere una particolare forma artistica quale la performance in bilico «fra arte, teatro e museo».
La giornata di studi si terrà sulla piattaforma Zoom. La partecipazione è gratuita, previa iscrizione al link https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLScoRuvy2fjJFAcOyOG9h349ibsa2AGWUPXsTftFl0qVNoSlPg/viewform.
Per maggiori informazioni: https://www.amaci.org/.
 
Padova, il festival «Be Comics! 2022» guarda a Oriente
Guardare, giocare, leggere, creare, conoscere e divertirsi: sono questi cinque verbi a fare da filo rosso a «Be Comics! 2022», festival internazionale di fumetti, videogame, cosplay e intrattenimento geek, in agenda dal 18 al 20 marzo alla Fiera di Padova, nell’ampio Padiglione 7 e nella Galleria 78, con un ricco calendario di presentazioni di novità editoriali, show e incontri con autori, disegnatori, creator e gamer.
A disegnare il manifesto è stato il triestino Mario Alberti, conosciuto in Italia per la sua collaborazione con le testate «Nathan Never», «Dragonero» e «Legs Weaver» della casa editrice Sergio Bonelli Editore, che ha realizzato un’opera di grande impatto visivo: una viaggiatrice spaziotemporale che veste un battlesuit caratterizzato dall’emblema di Padova, di ritorno da un viaggio nei mondi della fantasia, svela il suo volto «serenissimo» al pubblico, levando l’elmo leonino del proprio esoscheletro.
Tra gli ospiti di questa edizione si segnalano, inoltre, il fumettista e youtuber SIO, Giuseppe «Cammo» Camuncoli, disegnatore di «Spider-Man» e «Star Wars», il veneto Marco Checchetto, disegnatore di Daredevil, Punisher e artista di primissimo piano per Marvel Comics, e Cristina Scabbia dei Lacuna Coil, band metal italiana nota in tutto il mondo, brand ambassador di Monster Energy.
«Viaggio ad Oriente» è il tema scelto per questa edizione, per la quale sono stati ideati dei «Living in Japan»: sabato l’artista Keiko Ichiguchi e Antonio «Itomizer» Moro guideranno il pubblico tra i negozi di Akihabara, il celebre quartiere nerd di Tokyo, mentre domenica, sarà Yoshie Nishioka, coordinatrice dei corsi di giapponese dell’Istituto Il Mulino, ad accompagnare gli appassionati in una breve passeggiata a scoprire la lingua per eccellenza di anime e manga. Sempre nella giornata di domenica, i fan potranno assistere a una performance di live painting con l’artista padovano Davide Zanella, grande appassionato di arte giapponese che da vent’anni si occupa di pittura e grafica su più piani.
Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito becomics.it.

FMR pubblica «Grandi giardini italiani. L’essenza del paradiso»
Si intitola «Grandi giardini italiani. L’essenza del Paradiso» il nuovo volume pubblicato da Franco Maria Ricci, «la perla nera dell’editoria italiana», la cui presentazione si terrà nella mattinata di mercoledì 6 aprile a Milano, a Palazzo Gallarati Scotti (via Alessandro Manzoni, 30).
Giardini esotici e nascosti, rinascimentali e barocchi, orti botanici e sacri boschi scorrono lungo le pagine di questo libro pregiato, pubblicato in occasione del venticinquesimo anniversario della nascita del network «Grandi giardini italiani», l’impresa culturale fondata con l’obiettivo di valorizzare e promuovere gli spazi verdi più belli del nostro Paese, che oggi raccoglie ben centoquarantasette siti in quattordici diverse regioni d’Italia.
In apertura, Judith Wade racconta la lunga, e a tratti tortuosa, strada che ha portato alla realizzazione del sogno di riunire sotto un unico circuito i proprietari e i curatori dei più bei giardini visitabili in Italia.
Ad arricchire il volume c'è, poi, un saggio della scrittrice e giornalista Delfina Rattazzi, che ripercorre la sorprendente varietà dei nostri spazi verdi, il mondo a sé stante e la personalissima storia che ciascuno di essi racconta. Ci sono, infatti, giardini che parlano di passioni botaniche, come nel caso del meraviglioso Centro botanico Moutan, a Vitorchiano, che ospita più di centocinquantamila piante di oltre seimila varietà di peonie cinesi. Ce ne sono altri che parlano il linguaggio dell'originalità come quello dell’Isola Bella, sul Lago Maggiore: un tripudio di piante fiorite, vasche ricche di ninfee, alberi centenari e prati dove passeggiano pavoni bianchi. Altri siti, ancora, sono il frutto di un lungo percorso di conoscenza come nel caso dell’Orto botanico di Palermo, un’istituzione che custodisce, con oltre dodicimila specie in mostra, un’immensa sapienza botanica.
A compendio del volume, arricchito da magnifiche immagini a piena pagina degli scorci più belli dei giardini, è stata pubblicata un’antologia, a cura della storica dell’arte Caterina Napoleone, che attraverso un’accurata selezione di testi, alcuni più noti e altri meno conosciuti e originali, conduce il lettore in una passeggiata letteraria tra i giardini creati dalle parole degli scrittori, da quelli dell’antichità, ormai perduti, fino ai giorni nostri.
Per saperne di più: https://www.grandigiardini.it/#home1.

giovedì 10 marzo 2022

Milano Graphic Festival, tre giorni all’insegna della cultura visiva tra Base e Certosa District

«La grafica è dappertutto, ovunque ci giriamo: nelle strade e negli spazi pubblici, nelle case, negli uffici, sugli scaffali dei negozi, negli oggetti che utilizziamo quotidianamente e nelle diverse forme di comunicazione, dalla scrittura ai social network. La grafica ha contribuito e contribuisce a costruire l’identità e la cultura di un Paese». È questa frase a fare da filo rosso tra i vari appuntamenti della prima edizione del Milano Graphic Festival, rassegna dedicata al graphic design, all’illustrazione e alle culture visive, promossa da Signs e prodotta da h+, a cura di Francesco Dondina, in cartellone dal 25 al 27 marzo nel capoluogo lombardo.
Il festival avrà il suo cuore pulsante in due hub principali: Base Milano, punto di riferimento per l’innovazione e la contaminazione culturale situato in zona Tortona, e Certosa Graphic Village, nuovo spazio dedicato alla creatività nella zona nord-ovest della città, dove è stato di recente inaugurato un grande murale lungo oltre cinquantasette metri realizzato su progetto dello studio grafico CamuffoLab, dal titolo «Quando la città cambia tu guarda i suoi colori», simbolo di rigenerazione urbana.
Il festival uscirà, inoltre, dai confini di questi due spazi, dando vita a un vero e proprio museo diffuso, che coinvolgerà importanti istituzioni del territorio come l’Adi Design Museum, il Mudec, il Castello Sforzesco, il Muba – Museo dei bambini, la Casa degli artisti, la Società umanitaria, la Fondazione Sozzani, oltre a scuole, studi privati, librerie, archivi e gallerie d’arte.
Più di ottanta appuntamenti
fra mostre, incontri, workshop, talk, open studio e performance animeranno, dunque, l’intera città metropolitana, coinvolgendo un ampio pubblico, non solo di addetti ai lavori, ma anche di cittadini, curiosi, appassionati, che verranno guidati - in un’atmosfera di scambio e discussione - alla scoperta del mondo della comunicazione visiva e del ruolo sempre più decisivo che sta assumendo ai nostri giorni quale strumento di cambiamento e rappresentazione della città in trasformazione.
A inaugurare il cartellone sarà, nella giornata del 25 marzo, a Base Milano, «Il paradigma di Wassily. Stati generali delle scuole e università di comunicazione visiva italiane», la prima assemblea di docenti e studenti di ventuno centri di formazione italiani, a cura di Franco Achilli. Sempre nella giornata di apertura, ma al Certosa Graphic Village, live painting di Luca Barcellona, calligrafo di fama mondiale, che realizzerà un’opera dedicata alla città di Milano. Gli appuntamenti proseguiranno sabato 26 marzo, al Castello Sforzesco, con l’incontro «Fissa l’idea», nel quale Leonardo Sonnoli presenterà un lavoro inedito dedicato a Marcello Dudovich, tra le più importanti figure del moderno cartellonismo pubblicitario italiano, le cui opere sono custodite nell’archivio Bertarelli. A seguire, al Certosa Graphic Village, Paola Antonelli, senior curator della sezione architettura e design del Museum of Modern Art di New York, sarà protagonista di un incontro incentrato sul ruolo e le responsabilità dei designer, soprattutto – ma non soltanto – nel campo di quella che una volta veniva chiamata grafica, e che ora è comunicazione visiva, design dell’informazione, delle interfacce e delle interazioni. 
Tra i tanti appuntamenti da non perdere - l’intero programma è disponibile sul sito www.milanographicfestival.com - si segnalano anche la lecture «La M con le corna», sull’identità visiva del Mudec di Milano, la presentazione del libro «Identità Olivetti. Spazi e linguaggi 1933-1983» e l’incontro «Instagram e creatività: 10 profili che vale la pena conoscere».
Durante il festival il pubblico potrà, inoltre, vedere una serie di mostre sulla cultura visiva. Negli spazi di Base Milano si terrà, per esempio, «Signs. Grafica italiana contemporanea (Edizione 2022)», a cura di Francesco Dondina, che offre, attraverso le opere di autori affermati e di giovani promettenti, uno spaccato sullo stato della grafica e del design della comunicazione italiana, per mostrare come questo goda di ottima salute, sulla scia della sua grande tradizione storica ma sempre capace di rinnovarsi e confrontarsi con il panorama internazionale. Salvatore Gregorietti, Andrea Rauch, Paolo Tassinari, Paola Lenarduzzi, Silvana Amato, La Tigre, Mario Cresci, Francesco Messina, sono alcuni degli artisti che esporranno, fino al 3 aprile, negli spazi di Base Milano. Qui sarà visibile anche la mostra «Volti, voci e mani», sul lavoro femminile. Al Certosa Graphic Village, nuovo spazio performativo temporaneo di 3.000 metri quadrati dedicato alla creatività contemporanea, sarà, invece, possibile visitare la mostra «Generazione YZ», nella quale dieci designer under 30 lavoreranno a un progetto speciale di grafica urbana. In questi spazi troveranno posto anche alcune mostre sui maestri della grafica come la prima retrospettiva in Italia dedicata al grafico statunitense John Alcorn, incentrata sui lavori realizzati dagli esordi agli anni Settanta, e l’esposizione che racconta il lavoro del designer italiano Albe Steiner attraverso i suoi manifesti più rappresentativi, a cura di Studio Origoni Steiner. Saranno visibili anche una mostra sulla rivista indipendente «Frankenstein Magazine» e l’esposizione «Wired Italia», con le opere che hanno partecipato al contest «Costruire il futuro» per la copertina del numero 100 del magazine.
Mentre all’Adi Design Museum sarà possibile vedere «Campo grafico 1933-1939 – Nasce il visual design», da Sozzani, «Hyperillustrations» di François Berthoud, realizzata in collaborazione con Bulgari, e alla Pasticceria Cucchi «Manifesti poetici» di Moreno Gentili. Tra gli spazi che apriranno le porte in occasione del festival si segnalano anche il Museo collezione Branca e gli archivi di Armando Milano e Origoni Steiner.
Inclusivo e collaborativo, il Milano Graphic Festival si propone, quindi, come un catalizzatore di idee e relazioni sul tema della comunicazione visiva, per generare conoscenza e contaminazione e mettere in contatto il mondo delle imprese con il meglio del settore, il pubblico con un linguaggio che sempre più anima il mondo contemporaneo.

Didascalie delle immagini 
[Fig. 1] Milano Design Festival, immagine coordinata di Dondina Associati; [fig. 2] CamuffoLab e Signs, Quando la città cambia tu guarda i suoi colori, Milano - Certosa District. Immagine: Silvia Galli; [fig. 3] Salvatore Gregorietti, Manifesto per la promozione scuola alla Rinascente. Foto: Aldo Ballo; [fig. 4] Paolo Tassinari, Trilogia del Parco archeologico del Colosseo, 2009. Courtesy Tassinari/Vetta 

Informazioni utili

mercoledì 9 marzo 2022

Al Piccolo di Milano «Uno spettacolo per chi vive in tempi di estinzione»

Rincaro dei prezzi, crisi energetica, carenza di materie prime, borse in picchiata e una guerra, quella tra Ucraina e Russia, che sembra, giorno dopo giorno, sempre più vicina. È un periodo storico complesso, che chiede contemporaneamente responsabilità e rinunce, ma anche resilienza e inedite capacità progettuali, quello che stiamo vivendo. Non si può rispondere a questa emergenza con i soliti cliché; è il momento di offrire sguardi nuovi sul mondo e il teatro, arte della realtà e contemporaneamente dell’utopia possibile, ha in sé l’energia e la capacità inventiva per elaborare proposte originali ai problemi del nostro tempo e alle sfide che si prospettano all’orizzonte. Nasce da queste considerazioni «Uno spettacolo per chi vive in tempi di estinzione», tratto dalla pièce dell’americana Miranda Rose Hall, che la compagnia lacasadargilla porta in scena fino al prossimo 27 marzo nella sala Melato del Piccolo Teatro di Milano, a partire dal progetto «Sustainable theatre?» della regista britannica Katie Mitchell per il Théâtre Vidy di Losanna, che coinvolge al momento una dozzina di realtà in Europa e oltre.
Considerate le emissioni di Co2 che comporta una tournée, con viaggi in aereo o su strada per spostare scenografie e personale, per lo spettacolo di Miranda Rose Hall si è intrapresa una scelta coraggiosa e inedita: ognuno dei centri della rete ha affidato la messa in scena a una compagnia locale, alla quale è stato chiesto di rispettare il vademecum energetico, le linea drammaturgica del testo e alcune precise indicazioni, dalla scelta della «protagonista non bianca» al coinvolgimento di un coro.
Sostenibilità ambientale, non solo come argomento drammaturgico, ma anche come ripensamento dei meccanismi produttivi necessari alla messa in scena, è, dunque, la parola chiave di questo appuntamento teatrale, che sarà legato anche a due iniziative solidali. Il Piccolo parteciperà a «Forestami», programma di riforestazione dell’area metropolitana di Milano. Parte degli incassi saranno, infatti, investiti nell’acquisto, posa e manutenzione di alberi. L’istituzione milanese prenderà, inoltre, parte, con questa piéce e spegnendo le insegne esterne delle sue tre sale, a «M’illumino di meno», la Giornata del risparmio energetico e degli stili di vita sostenibili di Caterpillar e Rai Radio2 con Rai per il sociale, prevista per venerdì 11 marzo.
«Uno spettacolo per chi vive in tempi di estinzione» vede all’opera – accanto alla regista Lisa Ferlazzo Natoli e all’attrice Ester ElishaMargherita Mauro, curatrice della traduzione e della drammaturgia, Alessandro Ferroni, ideatore dell’ambiente scenico e dei paesaggi sonori, ma anche Luigi Biondi per il lavoro sottile delle luci, Maddalena Parise per l’immaginario scenico e visivo, Marco D’Agostin per la cura del movimento, Gianluca Ruggeri per la composizione della partitura musicale del coro, Livia Brambilla per la preparazione del coro, Alice Palazzi e Caterina Dazzi per il prezioso coordinamento generale come assistenti all’intero progetto.
Sul palco, accanto a Ester Elisha, ci sono, come da richiesta progettuale, un coro formato da quarantuno persone anziane provenienti da diverse realtà milanesi di musica amatoriale, che si alterneranno a rotazione in scena in gruppi di sedici, e quattro ciclisti con le loro biciclette. Quest’ultimi pedaleranno per una distanza di circa 25 chilometri l’uno e l’energia da loro prodotta (circa 240 watt), costantemente misurata da display posizionati sul palcoscenico, è sufficiente a dare vita a luci, immagini e suoni dell’intero spettacolo.
Ester Elisha veste i panni di Noemi, una drammaturga sui quarant’anni, una «donna che ha paura della morte» e che ragiona con il pubblico, interrogandolo sul senso della vita, che è insieme dono e responsabilità, su lasciti e sopravvivenze, sull’equilibrio precario della Terra, che, di epoca in epoca, ha conosciuto più di una grande estinzione. Sei in tutto.
Su teli trasparenti, posizionati in fondo al palco, scorrono le immagini di specie estinte o sull’orlo di un’estinzione di massa delle quali basterebbe anche solo ricordare i nomi per cominciare a prendersene cura. Si dice addio al corvo delle Hawaii, al rospo dorato, alla gazzella saudita. Noemi parla anche dei pipistrelli bruni, dei gechi marmorizzati, dei cipressi delle Guadalupe, dell’alga zostera, della madre morente di una collega, della propria madre e del suo primo incontro con la morte. Parla di tutti noi che «spariremo in silenzio mentre la Terra starà ad osservare». Perché il tempo dell’uomo è un battito d’ali paragonato alla vita del pianeta.

Le foto sono di Masiar Pasquali

Informazioni utili
«Uno spettacolo per chi vive in tempi di estinzione» 
testo Miranda Rose Hall
concept di produzione e regia originale Katie Mitchell
drammaturgia originale Ntando Cele
concept per l’Italia lacasadargilla
traduzione e drammaturgia italiana Margherita Mauro
regia Lisa Ferlazzo Natoli, con Esther Elisha
scene/allestimento e suono Alessandro Ferroni, luci Luigi Biondi, immagini Maddalena Parise
composizioni per il coro Gian Luca Ruggeri, cura del movimento Marco D’Agostin
preparazione coro Livia Brambilla con la collaborazione di Giovanna Ferrara, Filippo Maria Tuccimei    
e con i coristi Silvia Baldini, Luca Bardi, Pieranna Borio, Livia Vittoria  Brambilla, Elsa Angela Brambilla, Annamaria Caporusso, Francesco Cigada, Alessia Coari, Nicola Coccia, Laura Angela Corona, Bianca Maria  Dacomo Annoni , Ruggero Dimiccoli, Giovanna Maria  Ferrara, Anna Fiorini, Giovanni  Granata , Angelo Maffezzoli, Matteo Maraone, Giuseppe Martini, Gabriella  Martino, Angela Leonarda Masala, Franco  Mazzarella, Natale Minchillo, Tzvetana Momtcheva, Claudia Morelli, Bruno Morelli, Daniela Nannavecchia, Diyana Ivanova Pashova, Nicoletta Camilla Pedraglio , Cornelia Pelletta, Letizia Pepori, Roberta Piloni, Federico Russo, Gianbattista Sassera, Carlantonia Sassi, Gabriella Taraborrelli, Filippo Tuccimei, Gianmario Tumiati, Ornella Vinci, Valentina Volonté, Roberta Zanuso, Alessandro Zemella
aiuto regia Alice Palazzi, assistente alla regia Caterina Dazzi
impianti ciclo-elettrici Pedal Power Milano – Chiara Mazzatorta
ciclisti Tazio Airaghi, Luigi Aliverti, Milo Cuniberto, Daniele D’Aquila, Francesco Lionetti, Angelo Lisco
foto di scena Masiar Pasquali

Piccolo Teatro Studio Melato, Via Rivoli, 6 – Milano.  Orari: martedì, giovedì e sabato, ore 19.30; mercoledì e venerdì, ore 20.30; domenica, ore 16. Lunedì, riposo. Durata: 75 minuti senza intervallo. Prezzi: platea 40 euro, balconata 32 euro. Informazioni e prenotazioni 02.21126116 – piccoloteatro.org. Dal 3 al 27 marzo 2022