L'Istituzione Bologna Musei è sempre più attenta ad ampliare i livelli di accessibilità e inclusività delle proprie collezioni. È stato da poco realizzato un progetto che riguarda il Museo internazionale e biblioteca della musica. La Girobussola Aps, con il sostegno di Lions Club Bologna San Petronio, ha realizzato un lavoro che rende accessibili - attraverso testi in braille, file audio e mappe tattili - le collezioni della realtà di Strada Maggiore a persone ipo e non vedenti.
Parte essenziale del progetto è stata la realizzazione di una serie di mappe a rilievo, che nell'ampio formato A3 permettono una rappresentazione ricca di dettagli di immagini e oggetti attualmente collocati in vetrina nelle sale espositive o comunque non adatti a un approccio tattile per questioni di conservazione.
In particolare, con l’ausilio di questi supporti è possibile esplorare alcuni dei pezzi più iconici e curiosi presenti nella collezione degli strumenti musicali, come il serpentone, strumento a fiato composto da un tubo forato dalla forma serpentina, l'inusuale tromba marina con decorazioni a rilievo, i flauti del geniale inventore e collezionista Manfredo Settala, o la buccina, pittoresco trombone a forma di drago.
Tutte le mappe tattili sono accompagnate da testi in braille che guidano l'esplorazione e informano sulla storia e le peculiarità dell'oggetto rappresentato. I testi permettono, inoltre, di affrontare argomenti storico-teorici a cui la collezione del museo si ricollega: è il caso della riproduzione della sezione del teatro comunale di Bologna, che viene affiancata da una sua mappa e da una mappa di un anfiteatro a scaloni, ponendole a confronto e offrendo informazioni importanti e preziose sui luoghi di rappresentazione della musica. Così come, in una sorta di area tematica dedicata alla notazione musicale - con mappe dedicate al pentagramma, al tabulato e ai neumi (nella notazione musicale medievale, segni grafici che indicano una o più note da eseguire sulla stessa sillaba, o un certo modo di eseguire la melodia) - i testi ripercorrono i principali momenti della storia della scrittura della musica dal Medioevo all’Ottocento.
I file in formato mp3, che dei testi in braille sono una versione in formato audio, vanno ad arricchire il patrimonio informativo già disponibile on-line, così da venire incontro a chiunque preferisca l'ascolto registrato alla lettura personale. I file sono inseriti nel percorso dedicato al Museo della musica dell’app MuseOn, disponibile in versione iOS e Android. Per scaricarla e conoscere i per-corsi a oggi disponibili è possibile consultare il sito https://museon.it/bolognamusei.
Per maggiori informazioni: www.museibologna.it/musica.
«Sliding doors»: a Firenze una mostra di Elisabetta Rogai, l’inventrice dell’«enoarte»
Il vino sulla tavolozza come un colore inusuale che dà vita a figure femminili, cavalli dalle criniere al vento, fiori e persino codici a barre: dal 2011 il mondo dell’arte si è arricchito di una nuova tecnica, la enoarte, invenzione della fiorentina Elisabetta Rogai che, grazie a una particolare procedura di di fissaggio, vede «il nettare di Bacco» invecchiare sulla tela come in cantina, passando dalle cromie tipicamente giovanili a quelle caratteristiche della maturità.
L’artista toscana - che ha alle spalle più di cinquant’anni di attività pittorica e mostre a Washington, Los Angeles, Hong Kong e Cannes, ma non solo – espone in questi giorni nella sua città natale, a La Loggia di Piazzale Michelangelo, vera a propria terrazza privilegiata su uno dei panorami più fotografati e invidiati al mondo.
L’esposizione, intitolata «Sliding doors», allinea una quarantina di dipinti che abbracciano un decennio di arte e riassumono le varie tecniche utilizzate da Elisabetta Rogai: dalla pittura su tela denim (quella dei jeans) a quella tradizionale a olio, fino ai quadri realizzati con la enoarte, ovvero la pittura col vino, compresi i più recenti lavori con il «rosso Pozzuoli».
Lungo le pareti della sala fiorentina scorrono fiori dipinti su tela denim; immagini femminili - alcune anche di piccole dimensioni - con donne eleganti, sofisticate, sportive e mai banali, ma anche gli splendidi cavalli che da anni caratterizzano il lavoro della pittrice.
In questa nuova mostra temporanea, aperta fino al 25 giugno, Elisabetta Rogai rivela ancor di più la sua creatività multanime, che l’ha vista, negli anni, ottenere svariati successi. Nel 2015 l’artista ha, per esempio, realizzato il Drappellone del Palio di Siena con quattro diversi vini rossi del territorio che hanno dato forma alla Madonna Assunta in cielo. Suoi sono anche l'affresco raffigurante «Il battesimo di Cristo» nella pieve romanica di San Pietro in Bossolo a Tavarnelle Barberino, in provincia di Firenze, e l’immagine di Cio Cio San, la protagonista dell’opera lirica «Madama Butterfly», donata nell’estate 2020 alla Fondazione Festival Pucciniano alla presenza dell’ambasciatore giapponese in Italia, Hiroshi Oe. Quindi, nel 2021, Elisabetta Rogai ha dipinto, sempre con il vino, il «Dante infernale», realizzato per celebrare i sette secoli dalla morte del Sommo poeta.
La prossima estate la pittrice fiorentina è stata invitata a esporre a Reggio Calabria, nell’ambito di un fitto programma di festeggiamenti organizzati per il 50° anniversario del ritrovamento dei Bronzi di Riace. Nel corso del 2022, le sue opere saranno protagoniste anche di una mostra personale a Miami, in Florida, in un appuntamento che già profuma di evento.
Il vino sulla tavolozza come un colore inusuale che dà vita a figure femminili, cavalli dalle criniere al vento, fiori e persino codici a barre: dal 2011 il mondo dell’arte si è arricchito di una nuova tecnica, la enoarte, invenzione della fiorentina Elisabetta Rogai che, grazie a una particolare procedura di di fissaggio, vede «il nettare di Bacco» invecchiare sulla tela come in cantina, passando dalle cromie tipicamente giovanili a quelle caratteristiche della maturità.
L’artista toscana - che ha alle spalle più di cinquant’anni di attività pittorica e mostre a Washington, Los Angeles, Hong Kong e Cannes, ma non solo – espone in questi giorni nella sua città natale, a La Loggia di Piazzale Michelangelo, vera a propria terrazza privilegiata su uno dei panorami più fotografati e invidiati al mondo.
L’esposizione, intitolata «Sliding doors», allinea una quarantina di dipinti che abbracciano un decennio di arte e riassumono le varie tecniche utilizzate da Elisabetta Rogai: dalla pittura su tela denim (quella dei jeans) a quella tradizionale a olio, fino ai quadri realizzati con la enoarte, ovvero la pittura col vino, compresi i più recenti lavori con il «rosso Pozzuoli».
Lungo le pareti della sala fiorentina scorrono fiori dipinti su tela denim; immagini femminili - alcune anche di piccole dimensioni - con donne eleganti, sofisticate, sportive e mai banali, ma anche gli splendidi cavalli che da anni caratterizzano il lavoro della pittrice.
In questa nuova mostra temporanea, aperta fino al 25 giugno, Elisabetta Rogai rivela ancor di più la sua creatività multanime, che l’ha vista, negli anni, ottenere svariati successi. Nel 2015 l’artista ha, per esempio, realizzato il Drappellone del Palio di Siena con quattro diversi vini rossi del territorio che hanno dato forma alla Madonna Assunta in cielo. Suoi sono anche l'affresco raffigurante «Il battesimo di Cristo» nella pieve romanica di San Pietro in Bossolo a Tavarnelle Barberino, in provincia di Firenze, e l’immagine di Cio Cio San, la protagonista dell’opera lirica «Madama Butterfly», donata nell’estate 2020 alla Fondazione Festival Pucciniano alla presenza dell’ambasciatore giapponese in Italia, Hiroshi Oe. Quindi, nel 2021, Elisabetta Rogai ha dipinto, sempre con il vino, il «Dante infernale», realizzato per celebrare i sette secoli dalla morte del Sommo poeta.
La prossima estate la pittrice fiorentina è stata invitata a esporre a Reggio Calabria, nell’ambito di un fitto programma di festeggiamenti organizzati per il 50° anniversario del ritrovamento dei Bronzi di Riace. Nel corso del 2022, le sue opere saranno protagoniste anche di una mostra personale a Miami, in Florida, in un appuntamento che già profuma di evento.
Per maggiori informazioni: www.elisabettarogai.it.
Firenze, una mostra di Alberto Biasi alla Tornabuoni Arte
Tornabuoni Arte rende omaggio ad Alberto Biasi (Padova, 1937), uno degli artisti più interessanti del dopoguerra in Italia, cofondatore del Gruppo N a Padova, tra i più importanti rappresentati dell’arte programmata, pioniere nella ricerche ottico-cinetiche.
Dopo le monografiche che si sono tenute a Parigi (2015 e 2022) e a Londra (2017), è la sede fiorentina di Lungarno Benvenuto Cellini a ospitare, fino al 22 luglio, una cinquantina di opere, con una particolare attenzione alla produzione più recente del ciclo «Torsioni».
Tornabuoni Arte rende omaggio ad Alberto Biasi (Padova, 1937), uno degli artisti più interessanti del dopoguerra in Italia, cofondatore del Gruppo N a Padova, tra i più importanti rappresentati dell’arte programmata, pioniere nella ricerche ottico-cinetiche.
Dopo le monografiche che si sono tenute a Parigi (2015 e 2022) e a Londra (2017), è la sede fiorentina di Lungarno Benvenuto Cellini a ospitare, fino al 22 luglio, una cinquantina di opere, con una particolare attenzione alla produzione più recente del ciclo «Torsioni».
La serie è realizzata su forme geometriche classiche, con strisce di plastica bifacciali dai colori contrastanti, che convergono verso il centro, creando un dinamismo ottico, che induce l’osservatore a spostare il proprio punto di vista. Chi si muove davanti all’opera, guardandola con attenzione, dà origine a un dinamismo e percepisce immagini che si formano, si deformano, si restringono, si dilatano, mutano di dimensione oppure di colore.
La mostra è arricchita da alcune opere storiche degli anni ’60 e ’70, provenienti della collezione privata di Biasi, insieme ad oggetti scultorei ottico-cinetici.
La mostra è arricchita da alcune opere storiche degli anni ’60 e ’70, provenienti della collezione privata di Biasi, insieme ad oggetti scultorei ottico-cinetici.
Per l’occasione è stata ricreata la celebre installazione «Tu sei» del 1973, recentemente esposta a Roma all’Ara Pacis e presentata alla Tornabuoni Arte di Londra. Si tratta di un’opera che, come «Light Prism» o «Grande tuffo nell’arcobaleno», appartiene al ciclo degli «Ambienti». Queste «sono opere - racconta lo stesso Alberto Biasi in un’intervista - di cui avevo creato i prototipi negli anni Sessanta per la mostra Arte Programmata e che ho realizzato in grandi dimensioni intorno agli anni Settanta».
«Tu sei» è, nello specifico, un «ambiente immersivo», buio, illuminato da fasci di luci colorate, proiettati sulle pareti; concepito per attirare gli spettatori e coinvolgerli in un fenomeno visivo di ombre che si moltiplicano a seconda dei loro movimenti, facendoli diventare, a loro volta, attori e protagonisti dell’opera stessa.
Il lavoro di Alberto Biasi, sempre per usare le sue parole, é «un’arte visiva che trasmette conoscenza e sapere attraverso gli occhi. Questa e solo questa io definisco Arte, appunto perché trasmette Scienza».
L’esposizione corredata da un catalogo che contiene alcuni estratti del volume «Covid-19. Lockdown dell’Arte» scritto dallo stesso artista, costituisce un’occasione importante per rileggere i molteplici sorprendenti risultati raggiunti dall’artista nell’analisi delle variazioni percettivo-performative.
Per maggiori informazioni: www.tornabuoniart.com.
Il lavoro di Alberto Biasi, sempre per usare le sue parole, é «un’arte visiva che trasmette conoscenza e sapere attraverso gli occhi. Questa e solo questa io definisco Arte, appunto perché trasmette Scienza».
L’esposizione corredata da un catalogo che contiene alcuni estratti del volume «Covid-19. Lockdown dell’Arte» scritto dallo stesso artista, costituisce un’occasione importante per rileggere i molteplici sorprendenti risultati raggiunti dall’artista nell’analisi delle variazioni percettivo-performative.
Per maggiori informazioni: www.tornabuoniart.com.
Didascalie delle immagini
1. Alberto Biasi, Porta del sole, 2022, lamella in PVC e acrilico su tavola, cm 180x90; 2. Alberto Biasi, Dinamica, 2011, lamelle in PVC e acrilico su tavola, 130x90 cm