«Credo che ci sia molta gentilezza nel suo sguardo. Non aggredisce mai le persone puntando addosso l’obbiettivo. Non tanto per una questione poetica, ma per etica. Le sue immagini raccontano molto di chi era e di come guardava il mondo. Per lui la fotografia non era mera tecnica, ma un linguaggio visivo». C'è tutto l'affetto di una figlia che ha perso il padre a soli quattordici mesi e che, quindi, lo ha dovuto obbligatoriamente conoscere attraverso il racconto degli altri, i suoi scritti e le sue fotografie - setacciate con la puntigliosa attenzione e la spiccata sensibilità di chi compie un viaggio di scoperta e di decifrazione per ricostruire la memoria di una vita e il geroglifico di un’anima - nelle parole che
Adele Ghirri pronuncia in un video a chiusura della
mostra antologica «Luigi Ghirri. Viaggi. Fotografie 1970-1991», allestita fino al 26 gennaio 2025 a
Lugano, negli spazi del
Masi – Museo d'arte della Svizzera italiana (e più precisamente nella sede del Lac), per la curatela di
James Lingwood e con il coordinamento di
Ludovica Introini.
A Lugano Luigi Ghirri e «gli strani grovigli del vedere»
Una selezione di
circa centoquaranta fotografie a colori, per lo più
stampe vintage degli anni Settanta e Ottanta, provenienti in massima parte dalla collezione dello
Csas - Centro studi e Archivio della comunicazione dell’Università di Parma e dalla raccolta di famiglia - la
Eredi Ghirri, che ha sede a Reggio Emilia, nella frazione di Roncocesi, nell’ultima casa dell’artista - raccontano la fascinazione del fotografo di Scandiano – classe 1943, scomparso prematuramente nel 1992, a soli 49 anni - per il tema del
viaggio, quello reale e quello immaginario. Ma questi scatti gettano luce anche e soprattutto sulla «poetica» di Luigi Ghirri, sul suo sguardo «gentile», mai giudicante e sempre perspicacemente attento e umanamente rispettoso. Uno sguardo che si posava come una carezza sui paesaggi e – seppure raramente - sugli altri, su quei tanti turisti incontrati lungo il cammino, quasi sempre ritratti di spalle, mentre passeggiano in montagna, giocano in spiaggia o bevono un caffè al bar.
L’opera del fotografo emiliano, come si legge nell’introduzione al libro «Paesaggio italiano» del 1989, presenta «una cartografia imprecisa, senza punti cardinali, che riguarda più la percezione di un luogo che non la sua catalogazione o descrizione, come una
geografia sentimentale dove gli itinerari non sono segnati né precisi, ma ubbidiscono agli strani grovigli del vedere». E questa «cartografia imprecisa» è resa sempre con il colore perché «il mondo non è in bianco e nero», amava dire Luigi Ghirri, figura pionieristica e influente pensatore della fotografia e del suo ruolo nella cultura moderna.
Tra scatti inediti e immagini conosciute al grande pubblico, che insieme compongono «una riflessione giocosa, poetica e profonda sul mezzo fotografico», è lo stesso autore, immortalato in un ritratto a tutta parete, ad accogliere il visitatore in mostra e a condurlo, metaforicamente, per mano in un percorso che attraversa le strade dell’Emilia per andare verso mari, montagne, laghi e grandi città, dove quelle che lo stesso Luigi Ghirri definiva le «avventure minime», ovvero le gite dei fine settimana sulla riviera romagnola o nelle città del Modenese, si fondono e si confondono con i viaggi verso destinazioni più turistiche e convenzionali come Parigi, l’Alpe di Susi, i faraglioni di Capri, il lago Maggiore, la Corsica, Amsterdam.
Con lo scopo di offrire uno sguardo completo sulla tematica del viaggio, non manca, poi, in mostra una selezione di fotografie più concettuali, che indaga il soggetto dal punto di vista mentale attraverso oggetti trovati nell’ambiente quotidiano come mappe, atlanti, pubblicità per il turismo e cartoline.
Ubbidendo agli «strani grovigli del vedere», per usare un’altra espressione cara al fotografo emiliano, l’esposizione presenta – si legge nella nota stampa – un «allestimento tematico fluido, in cui il pubblico è invitato a stabilire liberamente pause, collegamenti e connessioni tra pensieri e immagini», muovendosi «anche a ritroso». Sono, dunque, l’emozione e la voglia di scoprire prospettive inedite sul mondo a guidare i passi del visitatore lungo le quattro sale in cui si articola la rassegna, che si apre idealmente con
«Paesaggi di cartone», le cui fotografie dimostrano come dei cartelloni pubblicitari possano trasportare un’esotica cascata tra le montagne svizzere o un panorama alpino a Reggio Emilia o, ancora, un mare scintillante a Modena.
Sono luoghi mentali, paesaggi interiori anche quelli proposti dalla serie
«Atlante» (1973), con dettagli ravvicinati di mappe, o da
«Identikit» (1976-1979), un autoritratto privato del fotografo composto da scatti degli scaffali della sua libreria su cui compaiono libri, dischi, mappe, cartoline, ninnoli e
souvenir.
Ci sono, poi, lungo il percorso espositivo le immagini della serie
«In Scala», realizzati a più riprese, tra il 1977 e il 1985, nel parco a tema Italia in miniatura a Viserba (in provincia di Rimini). La fascinazione di Luigi Ghirri per le duplicazioni e le moltiplicazioni della realtà trova in questo luogo fittizio, in cui storia e geografia sono fortemente compresse, e pochi passi dividono il Duomo di Milano dalle Dolomiti, il veneziano Ponte dei Sospiri dalla Basilica di San Pietro a Roma, l’ambiente ideale.
A queste immagini fanno da contraltare quelle tratte dalla realtà con paesaggi come, per esempio, le vedute di uno scivolo e di una giostra vuoti al Lido di Spina, di un ombrellone a Orbetello, di un’altalena sulla spiaggia di Marina di Ravenna o di una coppia che gioca a tennis a Île-Rousse, in Corsica, con la pallina poggiata proprio sulla linea dell’orizzonte, là dove il mare incontra il cielo e la fotografia diventa poesia.
Chiude il percorso espositivo una selezione di fotografie realizzate negli anni Ottanta per diversi enti turistici e per il
Touring Club Italiano. Destinati a un vasto pubblico, questi lavori su commissione combinano le immagini stereotipate del genere divulgativo con altre più insolite e particolari, configurandosi come strumento di narrazione e analisi della realtà, che non può fare a meno dell'espressione dell’animo di chi, quel paesaggio, lo ha fotografato.
Per realizzarle, Luigi Ghirri passa a una macchina fotografica di medio formato, che conferisce maggiore profondità e colori più vivaci alle sue raffigurazioni, anche se rimane invariato il suo stile misurato e volutamente non teatrale, che rende palpabile e parlante anche il silenzio.
«Viaggio in Italia»: venti fotografi e il loro sguardo sul mondo. Quarant’anni dopo
Da questo archivio prende vita, nel 1984,
«Viaggio in Italia», la leggendaria mostra con cui il fotografo raccoglie intorno a sé una serie di autori che, da diversi anni, portavano avanti ricerche visive sul paesaggio, sull’architettura, sui segni della presenza umana nel territorio fuori dagli schemi convenzionali di allora, con l’intento di rifondare la fotografia italiana.
Quarant’anni dopo quel progetto rivive in Francia nei giorni di
Paris Photo (7-10 novembre 2024), e nelle pagine di un libro, grazie alla
Direzione generale Creatività contemporanea del Ministero della cultura e al
Museo di fotografia contemporanea di Cinisello Balsamo (nel Milanese).
Tutte e ottantasei le immagini contenute nel catalogo originario, verranno presentate
da venerdì 8 novembre 2024 a mercoledì 8 gennaio 2025 (con inaugurazione giovedì 7 novembre 2024, alle ore 18:00) all’
Istituto italiano di Cultura di Parigi, in una ricostruzione fedele e filologica, nella struttura e nei contenuti, ideata da
Matteo Balduzzi.
Gabriele Basilico,
Olivo Barbieri,
Gianantonio Battistella,
Vincenzo Castella,
Andrea Cavazzuti,
Giovanni Chiaramonte,
Mario Cresci,
Vittore Fossati,
Carlo Garzia,
Guido Guidi,
Shelley Hill,
Mimmo Jodice,
Gianni Leone,
Claude Nori,
Umberto Sartorello,
Mario Tinelli,
Ernesto Tuliozi,
Fulvio Ventura,
Cuchi White e, ovviamente, Luigi Ghirri sono gli autori in mostra, tutti accomunati – disse Gabriele Basilico nel film sul progetto fotografico realizzato da
Maurizio Magri nel 2004 - dall’urgente «bisogno di scoprire una normalità delle cose, antieroica, antimitica, quotidiana e non retorica».
Per l’occasione, la
casa editrice Quodlibet di Milano pubblica la copia fac-simile del catalogo edito nel 1984 da Il Quadrante Edizioni di Alessandria, a cura di Luigi Ghirri,
Gianni Leone e
Enzo Velati, con la veste grafica disegnata da
Paola Borgonzoni e con un saggio di
Arturo Carlo Quintavalle e uno scritto di
Gianni Celati.
Il volume, che conteneva
una selezione di ottantasei fotografie delle oltre trecento in mostra, è oggi accompagnato da una aura mitologica, perché sempre più introvabile nelle rare librerie di settore o sulle bancarelle e perché disponibile quasi esclusivamente, a prezzi elevati, nel mercato collezionistico.
La pubblicazione, che verrà presentata nella serata di venerdì 8 novembre al
Mep - Maison Européenne de la Photographie di Parigi, per essere poi disponibile
nelle librerie italiane da mercoledì 13 novembre, conterrà i testi in traduzione francese e inglese, nonché la riproduzione delle fotografie ottenuta a partire dalla ri-digitalizzazione dei negativi originali, «con l’obiettivo - si legge nella nota stampa - di raggiungere una sorta di
sound comune per densità, contrasto e dominanti rimanendo così intatta l’anima inconfondibile del libro del 1984».
In un'epoca in cui l'immagine è diventata un linguaggio universale, «Viaggio in Italia» assume ancora più valore perché ci ricorda l'importanza della fotografia come strumento di narrazione e di analisi della realtà, come documento per scoprire le trasformazioni che ha subito il nostro paesaggio - naturale e urbano, storico e paesaggistico – negli ultimi quarant’anni. Quei venti amici che volevano «ridare dignità a luoghi e persone che nessuno si sarebbe neppure sognato di guardare», per usare le parole di Paola Borgonzoni, hanno, dunque, scritto, più o meno inconsapevolmente, una pagina di storia. E hanno anche «aperto alle generazioni future - afferma Adele Ghirri, che cura l’archivio del padre - una finestra attraverso cui guardare le cose e il mondo in cui viviamo, e gli altri suoi abitanti, con cura e affetto, mettendosi in ascolto. Un invito ad adottare un punto di vista sull’esterno gentile e salvifico».
Didascalie delle immagini
1. Luigi Ghirri, Lago Maggiore, 1984. Cibachrome print, new print (1990-1991). CSAC, Università di Parma. Crediti fotografici: CSAC, Università di Parma. Opera esposta nella mostra «Luigi Ghirri. Viaggi. Fotografie 1970-1991» (Lugano, Masi, 8 settembre 2024- 26 gennaio 2025); 2. Luigi Ghirri, Alpe di Siusi, 1979. C-print, new print (2001). Eredi di Luigi Ghirri, Courtesy Eredi di Luigi Ghirri. © Eredi di Luigi Ghirri. Opera esposta nella mostra «Luigi Ghirri. Viaggi. Fotografie 1970-1991» (Lugano, Masi, 8 settembre 2024- 26 gennaio 2025); 3. Luigi Ghirri, Capri, 1981. C-print, new print (2008). Eredi di Luigi Ghirri. Courtesy Eredi di Luigi Ghirri. © Eredi di Luigi Ghirri; Opera esposta nella mostra «Luigi Ghirri. Viaggi. Fotografie 1970-1991» (Lugano, Masi, 8 settembre 2024- 26 gennaio 2025); 4. Luigi Ghirri, Marina di Ravenna, 1972. C-print, vintage print. CSAC, Università di Parma. Crediti fotografici: CSAC, Università di Parma. © Eredi di Luigi Ghirri; 5. Luigi Ghirri, Rifugio Grosté, 1983. Lambda print, new print (2013). Eredi di Luigi Ghirri. Courtesy Eredi di Luigi Ghirri. © Eredi di Luigi Ghirri. Opera esposta nella mostra «Luigi Ghirri. Viaggi. Fotografie 1970-1991» (Lugano, Masi, 8 settembre 2024- 26 gennaio 2025); 6. Mario Cresci, Stigliano, Potenza, 1983 © Mario Cresci - Museo di Fotografia Contemporanea, Milano-Cinisello Balsamo. Opera esposta nella mostra «Luigi Ghirri. Viaggio in Italia. Quarant'anni dopo» (Parigi, Istituto italiano di Cultura, 8 novembre 2024- 8 gennaio 2025); 7. Giovanni Chiaramonte, Mottarone, Novara, 1980 © Eredi di Giovanni Chiaramonte - Museo di Fotografia Contemporanea, Milano-Cinisello Balsamo. Opera esposta nella mostra «Luigi Ghirri. Viaggio in Italia. Quarant'anni dopo» (Parigi, Istituto italiano di Cultura, 8 novembre 2024- 8 gennaio 2025); 8. Ernesto Tuliozi, Modena, 1983 © Ernesto Tuliozi - Museo di Fotografia Contemporanea, Milano-Cinisello Balsamo. Opera esposta nella mostra «Luigi Ghirri. Viaggio in Italia. Quarant'anni dopo» (Parigi, Istituto italiano di Cultura, 8 novembre 2024- 8 gennaio 2025); 9. Shelley Hill, Fiumicino, Roma, 1983 © Shelley Hill - Museo di Fotografia Contemporanea, Milano-Cinisello Balsamo. Opera esposta nella mostra «Luigi Ghirri. Viaggio in Italia. Quarant'anni dopo» (Parigi, Istituto italiano di Cultura, 8 novembre 2024- 8 gennaio 2025)
Informazioni utili
«Luigi Ghirri. Viaggi. Fotografie 1970-1991», a cura di James Lingwood. Masi - Museo della Svizzera italiana | LAC, piazza Bernardino Luini 6, 6900 Lugano. Orari d'apertura: martedì / mercoledì / venerdì, ore 11.00 – 18.00; giovedì, ore 11.00 – 20.00; sabato / domenica / festivi, ore 10.00 – 18.00; lunedì chiuso. Ingresso: intero CHF 20.–, ridotto CHF 16.–; Ticino Ticket/IoInsegno CHF 14.-. Informazioni: https://www.masilugano.ch. Fino al 26 gennaio 2025
Viaggio in Italia, a cura di Matteo Balduzzi. Istituto italiano di Cultura di Parigi - Hôtel de Galliffet, 50, rue de Varenne, 75007 Parigi. Orari: dal lunedì al venerdì ore 10.00 - 13.00 / 15:00 - 18:00. Ingresso gratuito. Catalogo: Quodlibet Editore. Informazioni: Museo di Fotografia Contemporanea, Villa Ghirlanda, via Frova 10 - Cinisello Balsamo (Milano) | www.mufoco.org. Dall'8 novembre 2024 all'8 gennaio 2025