ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

mercoledì 17 dicembre 2008

Premio Paolo Costantini, teorici e storici della fotografia contemporanea a concorso

Ultime settimane disponibili per partecipare al premio Paolo Costantini, promosso dal Museo di fotografia contemporanea di Cinisello Balsamo. E’, infatti, fissato a sabato 10 gennaio 2009 il termine ultimo di consegna degli elaborati da presentare per l’iscrizione alla terza edizione del concorso lombardo, nato quattro anni fa al fine di promuovere la riflessione teorica e la ricerca storica e storiografica sulla fotografia e di favorire la circolazione di idee e di saperi necessari al dibattito contemporaneo e alla crescita della cultura fotografica e più in generale artistica in Italia.
Il premio, a cadenza biennale, è dedicato alla memoria di Paolo Costantini, storico e critico della fotografia, ed è riservato a saggi inediti, di taglio storico/critico sulla fotografia contemporanea, riguardanti cioè il periodo storico dal secondo dopoguerra ad oggi, e redatti in lingua italiana.
La lunghezza massima del testo da presentare (sono escluse dal concorso le tesi di laurea) è di quattrocento cartelle, comprese note, bibliografie e qualsiasi tipo di apparati. Il saggio, che andrà spedito in cinque copie cartacee al Museo di fotografia contemporanea, può essere corredato da un numero massimo di trenta tavole illustrate in bianco e nero o a colori.
La giuria della terza edizione del premio, che consiste nella pubblicazione integrale del lavoro del vincitore in un volume della collana Quaderni di Villa Ghirlanda, è composta da: Elio Grazioli, critico d’arte e curatore; Silvia Paoli, conservatore del Civico archivio fotografico di Milano; Tiziana Serena, docente di Storia della fotografia all’Università di Firenze; Franco Vaccari, artista e teorico della fotografia; Roberta Valtorta, Direttore scientifico del Museo di fotografia contemporanea.
Il nome del vincitore sarà reso pubblico nel giugno 2009; la pubblicazione del saggio è prevista per la fine del prossimo anno.
Il concorso ha visto, nella sua fase pilota, vincere Sergio Giusti, con il saggio La caverna chiara. Fotografia e campo immaginario ai tempi della tecnologia digitale. Nella seconda edizione, il premio Paolo Costantini non è, invece, stato assegnato, poiché la giuria ha ritenuto che nessuno dei testi pervenuti fosse sostenuto da un rigoroso lavoro di ricerca, né presentasse una adeguata elaborazione dei temi teorico-critici scelti o una soddisfacente chiarezza di formulazione.

Didascalie delle immagini
[fig. 1] Museo di fotografia contemporanea di Cinisello Balsamo (Milano). Immagine della reception e del bookshop; [fig. 2] Museo di fotografia contemporanea di Cinisello Balsamo (Milano). Immagine della sala espositiva

Informazioni utili Premio Paolo Costantini per la saggistica sulla fotografia. Ente banditore: Museo di Fotografia Contemporanea. Data di consegna: 10 gennaio 2009. Informazioni, bando e regolamento: villa Ghirlanda, via Frova 10 - 20092 Cinisello Balsamo - Milano, tel. 02.6605661, e-mail: premiocostantini@museofotografiacontemporanea.org. Sito web: www.museofotografiacontemporanea.org.

mercoledì 10 dicembre 2008

A Trento diciotto Amleto per uno scettro, quello del premio «Fantasio Piccoli»

Diciotto giovani registi, diciotto spettacoli di qualità e un unico testo da mettere in scena: l'Amleto di William Shakespeare. Si potrebbe riassume così l’undicesima edizione del Festival internazionale di regia teatrale-Premio Fantasio Piccoli, organizzato dalla Compagnia Gianni Corradini e da Estroteatro, la cui fase finale va in scena venerdì 12, sabato 13 e domenica 14 dicembre al teatro San Marco di Trento.
Il concorso, nato nel 1997 da un'idea di Gianni Corradini e Leonardo Franchini, è considerato una delle manifestazioni più importanti e più interessanti del panorama internazionale e vede ogni anno la partecipazione di numerosi artisti provenienti da tutto il mondo, quest’anno in particolare da Italia, Spagna, Francia, Germania, Regno Unito e Brasile. Il motivo è presto detto: non esiste nel nostro Paese un festival che metta in risalto la figura del regista, nella cui mente prende vita la messa in scena dell’opera, tutto ciò che intorno ad essa ruota, dalla scenografia ai costumi, e la caratterizzazione dei personaggi.
Il successo del festival, dedicato alla memoria di Fantasio Piccoli, regista milanese e direttore del teatro Stabile di Bolzano dal 1950 al 1965, sta, forse, nella sua formula. Tutto parte da un gioco: gli organizzatori prendono un testo, uguale per tutti i registi (quest’anno Amleto di William Shakespeare), e li invitano a metterlo in scena con la massima libertà, ciascuno secondo la sua filosofia e il suo «fare teatro». L'unico vincolo da rispettare è quello della durata: ogni spettacolo deve essere lungo al massimo 18 minuti. Forse pochi per esprimere tutto il proprio talento, ma sufficienti per portarsi a casa numerosi premi in denaro e la promessa di produrre il proprio lavoro, con residenza e teatro a disposizione del regista e della compagnia vincitrici per venti giorni. Un’offerta ghiotta, questa, che ha portato oltre quattrocento registi ad iscriversi all’edizione 2008 del premio Fantasio Piccoli. Tra di loro, oltre centoventi hanno partecipato ai dodici festival regionali in programma su tutto il territorio nazionale, che hanno portato alle selezione dei diciotto finalisti. Per ogni tappa, una giuria di professionisti dello spettacolo ha, infatti, designato un vincitore e segnalato alcuni artisti giudicati comunque all’altezza della finale, dei quali tre sono stati ripescati. Un'altra commissione ha, invece, selezionato tre progetti di regia tra gli oltre venti giunti da tutto il mondo.
Molto alta la qualità riscontrata dalle giurie nelle varie selezioni, dove il compito di designare un unico vincitore si è dimostrato spesso arduo. In generale i registi hanno restituito maggiormente un Amleto comico-grottesco, con un forte utilizzo della multimedialità per un teatro più sperimentale che classico. Da segnalare un fatto molto particolare: su diciotto registi in finale, dodici sono donne.
La finale sarà presieduta da tre giure: la giuria tecnica, formata da professionisti dello spettacolo (Mariano Furlani - regista, Pino Petruzzelli - regista/attore, Giovann Moleri - regista e direttore dell'Accademia di regia del Teatro dell'Aleph, Franco Oss Noser - firettore Centro Santa Chiara, Virginia Somadossi - Festival Drodesera e Drodesera Fies Factory One, Antonia Dalpiaz - scrittrice e critica teatrale, David Hein - vincitore edizione 2007 del festival, Maria Zini - presidente organizzazione), che designerà il vincitore del festival; le altre due giurie, la giuria giovani (formata da allievi delle scuole di teatro di Trento) e la giuria pubblico eleggeranno il loro vincitore, che riceverà una targa di riconoscimento.

Didascalie delle immagini
[fig. 1, 2 e 3] Immagini tratte dagli allestimenti dell’Amleto di William Shakespeare, presentati ai Festival regionali dell’XI edizione del Festival internazionale di regia teatrale-Premio Fantasio Piccoli

Informazioni utili
Festival internazionale di regia teatrale-Premio Fantasio Piccoli 2008. Teatro San Marco, via San Bernardino - Trento. Venerdì 12, sabato 13 e domenica 14 dicembre, ore 21.00. Ingresso: intero € 8.00, universitari, allievi scuole di teatro, registi partecipanti alle selezioni € 5.00, Tessera 3 serate intera € 16.00, Tessera 3 serate ridotta € 10.00, Ingresso gratuito per registi e attori in gara, registi segnalati. Per informazioni e prenotazioni : tel. 349.8673463. Sito Web: www.festivalregia.it.

A Venezia una settimana per conoscere il teatro spagnolo contemporaneo

Sarà la prima nazionale dello spettacolo La riga nei capelli di William Holden, diretto da Giuseppe Emiliani, a tenere a battesimo la Settimana del teatro spagnolo contemporaneo, vetrina sulla nuova drammaturgia ispanica, ideata e diretta da Adriano Iurissevich, con la collaborazione di Maria del Valle Ojeda e Marco Presotto, che fino a giovedì 18 dicembre animerà calli e campielli della città di Venezia.
L’appuntamento è fissato per le 21.00 di questa sera, mercoledì 10, al teatro Fondamenta Nuove, dove gli attori Rita Maffei, Adriano Iurissevich e Giorgio Bertan porteranno in scena l’originale testo di José Sanchis Sinisterra, canto d'amore teatrale per il cinema, quello delle sale affollate e fumose, quello dell’era antecedente al predominio della televisione, dei multisala e dell'home-video.
La trama dello spettacolo, che verrà replicato nelle serate di giovedì 11 e venerdì 12 dicembre (€ 12 intero, € 10 ridotto, € 8 soci Vortice, € 2.50 carta Giovani a teatro), sempre alle 21.00, racconta la storia di Esteban, un marinaio che, dopo trenta anni di peregrinazioni per mare, ritorna nella città della sua giovinezza, e spinto dal caso o dalla nostalgia, entra nel vecchio cinema, dove andava in compagnia di Caterina, la ragazza dei suoi diciotto anni. La sala è deserta e impolverata e vi è una sola spettatrice. Il film non inizia e tra i due prende forma, a poco a poco, un dialogo frammentato e bizzarro, a colpi di citazioni da film, di allusioni e rifiuti, giochi della memoria, schermaglie e provocazioni. Nel procedere dell’azione si fa strada nel pubblico un dubbio: che Caterina sia in realtà la fidanzata che Esteban abbandonò trent’anni prima senza preavviso?
Si apre, dunque, all’insegna dei ricordi e delle domande la Settimana del teatro spagnolo contemporaneo di Venezia, rassegna che prevede anche, per le giornate da giovedì 11 a sabato 13 dicembre, un convegno ricco di incontri con autori, studiosi e artisti italiani e spagnoli, dal titolo Drammaturgia contemporanea tra impegno politico e ricerca formale.
L’appuntamento si articolerà tra l’Auditorium Santa Margherita, Il teatro Fondamenta Nuove e il teatro Junghans e vedrà interventi, tra gli altri, del drammaturgo spagnolo José Sanchis Sinisterra e dei professori Ricard Salvat (Università di Barcellona), Roberto Tessari (Università di Torino), Fabrizio Borin, Marco Presotto, Paolo Puppa, Paola Mildonian e Silvia Monti (Università Ca’ Foscari di Venezia) e dell’attrice Antonella Caron. Chiuderà le tre giornate di studio lo spettacolo Hamelin di Juan Mayorga, per la regia di Manuela Cherubini, che andrà in scena alle 21 di sabato 13 dicembre al teatro Aurora di Marghera.
Il programma della Settimana del teatro spagnolo contemporaneo, manifestazione promossa dall’associazione VeneziaInscena e dall’Università Ca’ Foscari di Venezia-Dipartimento di americanistica, iberistica e slavistica, prevede anche, nella mattinata di giovedì 11, la proiezione del film Ay Carmela! di Carlos Saura, tratto dall’omonimo testo di Sinisterra (durata 102') e con Carmen Maura, e un laboratorio intensivo di specializzazione per attori con José Sanchis Sinisterra.

Didascalie delle immagini
[fig. 1] Una scena de La riga nei capelli. Foto: Nicola Monaco. [fig. 2] Rita Maffei e Adriano Iurissevich. Foto: Nicola Monaco
[Le immagini sono state messe a disposizione da Elena Casadoro, ufficio stampa della manifestazione per conto di VeneziaInScena]

Informazioni utili
Settimana del teatro spagnolo contemporaneo. I luoghi: teatro Junghans, Giudecca 494/b - Venezia; Teatro Fondamenta Nuove, Cannaregio 5013 - Venezia; Auditorium Santa Margherita, Dorsoduro 3688 - Venezia. I giorni: 10-18 dicembre 2008. Informazioni utili: VeneziaInscena - Centro di formazione e produzione teatrale, Cannaregio 472 - 30121 Venezia, tel/fax 041.720635, e mail: direzione@veneziainscena.com. Sito web: www.veneziainscena.com o www.casadellacommedia.it.

martedì 9 dicembre 2008

Lugano, all’Usi due incontri con Michelangelo Pistoletto

A che serve l’arte? Una domanda, questa, cui cercherà di dare risposta Michelangelo Pistoletto, Leone d’oro alla carriera nel 2003 e vincitore del premio Wolf foundation prize in arts nel 2007, attraverso due incontri promossi dalla città di Lugano, nell’ambito delle attività di costruzione del nuovo Polo culturale dedicato alla musica, alle arti sceniche e a quelle visive, in fase di costruzione nell’area adiacente all’ex albergo Palace, sulle rive del Ceresio.
Il doppio appuntamento, che inaugura la rassegna Dialoghi sull’arte, è fissato per le giornate di mercoledì 10 e giovedì 11 dicembre, sempre alle 18.00, presso l’Aula magna dell’Università della Svizzera Italiana.
In occasione del primo incontro, aperto a tutto il pubblico, l’artista biellese illustrerà il suo pensiero, secondo il quale «la pulsione creativa dell’arte –si legge nella nota stampa- contribuisce a consolidare il legame e la comunicazione tra tutte le forme delle attività umane, che la nostra società tecnologica tende ad allontanare e a separare».
L’appuntamento di giovedì 11 dicembre, su invito, è, invece, rivolto ai rappresentanti del mondo istituzionale, economico, imprenditoriale e turistico del Canton Ticino. A loro Michelangelo Pistoletto racconterà il suo impegno pluriennale di promotore delle arti quali strumento per una trasformazione responsabile della società, che coinvolga differenti settori, dall’economia alla politica, dalla scienza alla religione e all’educazione. Un’occasione, questa, anche per conoscere le attività di Cittadellarte, fondazione istituita a Biella nel 1998, grazia alla quale numerosi giovani artisti, provenienti da tutto il mondo, danno il loro contributo attivo ad operazioni imprenditoriali di diversa natura, a progetti di pianificazione e di valorizzazione del territorio e a programmi educativi e di formazione.
Oltre a Michelangelo Pistoletto, saranno presenti ai due incontri: Giovanna Masoni Brenni, capo del Dicastero delle attività culturali della Città di Lugano; Bruno Corà, direttore del Museo d’arte e coordinatore del Polo culturale; e Giuseppe Richeri, professore ordinario della Facoltà di scienze della comunicazione dell’Usi. L’appuntamento di giovedì 11 dicembre vedrà, inoltre, la presenza di Giorgio Giudici, sindaco di Lugano.
In occasione degli appuntamenti -che inaugurano la rassegna Dialoghi sull’arte, che vedrà nei prossimi mesi figure di rilievo nei diversi campi della creazione e della ricerca artistica dibattere sul contributo che la cultura può dare alla coesione di una società in continua e rapida mutazione- Michelangelo Pistoletto propone, fino a martedì 16 dicembre, una sua mini-rassegna con l’installazione di due sue opere di grandi dimensioni: Wollen – La mela reintegrata (Ø 3,60 x Ø 3,00 mt) collocata all’interno dell’Aula magna dell’Usi, e Spazio libero (6,00 x 6,00 x 4,50 mt), situata sullo spazio esterno di fronte all’entrata dell’Aula magna.

Didascalie delle immagini
[fig. 1] Michelangelo Pistoletto, Wollen – La mela reintegrata, 2007; polistirolo, lana, acciaio; Ø 3,60 x Ø 3,00 mt; collezione: Fondazione Pistoletto, Biella.; [fig. 2] Michelangelo Pistoletto, Spazio Libero, 1999; ferro, 6,00 x 6,00 x 4,50 mt; collezione: Fondazione Pistoletto, Biella.

Informazioni utili
Dialoghi sull’arte. Incontri con Michelangelo Pistoletto. Mercoledì 10 e giovedì 11 dicembre 2008, ore 18.00. Aula magna dell’Università della Svizzera italiana, Via Buffi 13 – Lugano. Informazioni: Sabina Bardelle, Città di Lugano/Attività culturali - Servizio informazione, comunicazione e PR, tel. +41(0)58.8667090, e-mail: sbardelle@lugano.ch.

Vedi anche
Bruno Corà al timore del nuovo Polo culturale di Lugano

lunedì 8 dicembre 2008

Associazione Educarte, applaudita trasferta agrigentina nel segno di Pirandello

Grande successo in Sicilia per le nuove produzioni pirandelliane del teatro Sociale di Busto Arsizio. Oltre settecento persone hanno assistito lo scorso giovedì 4 dicembre alla rappresentazione del monologo L’atroce notte… di Stefano Milioto e all’atto unico Sogno, ma forse no di Luigi Pirandello, entrambi per la regia e l’adattamento scenico di Delia Cajelli, con cui l’associazione culturale Educarte ha inaugurato i lavori del 45° Convegno internazionale di studi pirandelliani, in programma fino ad oggi, lunedì 8 dicembre, presso il PalaCongressi di Agrigento. Dopo la prestigiosa trasferta in Slovacchia, nell’ambito dell’ottava edizione della Settimana della lingua italiana nel mondo, e l’anteprima nazionale al teatro Sociale di Busto Arsizio, in occasione dell’inaugurazione del ridotto Luigi Pirandello, Valentina Brivio, Ambra Greta Cajelli e Gerry Franceschini hanno portato in scena i due spettacoli pirandelliani di Educarte sul palcoscenico per il quale erano stati ideati, quello appunto del convegno agrigentino. Un appuntamento importante, questo, per chi si occupa della produzione letteraria e drammaturgia dello scrittore siciliano, premio Nobel per la letteratura nel 1934, al quale stanno partecipando circa mille studiosi tra allievi, professori e presidi delle scuole medie superiori, docenti universitari, critici, giornalisti ed esperti provenienti da trenta province italiane e da otto nazioni europee ed extraeuropee. Ad aprire la serata è stato il monologo L’atroce notte… di Stefano Milioto, che ripercorre gli undici anni di sodalizio artistico, ma soprattutto di amore tra Marta Abba e Luigi Pirandello, a cominciare dal loro primo incontro, avvenuto nella primavera del 1925 al teatro dell’Arte di Roma, per giungere alla morte del maestro siciliano. Sono anni, questi, caratterizzati da «un amore straziante, tormentoso, disperato, profondo», da un «amore sublimato per l’impossibilità di realizzare un legame che vibrava di pulsioni erotiche innegabili», dove un ruolo centrale assume la misteriosa «atroce notte passata a Como», che diede per sempre il carattere di rapporto inconcluso e senza sbocco all’amore tra l’attrice milanese e il drammaturgo dei “Sei personaggi in cerca d’autore”. La tematica amorosa fa da filo conduttore anche al secondo spettacolo rappresentato dall'associazione Educarte-teatro Sociale nella serata di giovedì 4 dicembre: l’atto unico Sogno (ma forse no), che Luigi Pirandello scrisse tra la fine del ’28 e gli inizi del ’29 e che debuttò, con il titolo di Sonho (mas talvez nao), a Lisbona nel 1931. Il testo, tra i meno rappresentati del teatro pirandelliano, tratta dell’incerto confine tra verità e finzione. Nel breve spazio di un sogno-incubo, una giovane e affascinante donna vive, infatti, l’esito possibile cui l’affievolirsi del suo amore per l’attuale amante e la riscoperta della passione per l’antico amore, tornato ricco da lontani ed esotici Paesi, potrebbero condurla. Più che l’argomento della commedia, lo scrittore sembra interessato a rendere scenograficamente l'atmosfera onirica che accompagna lo svolgersi della storia. Le annotazioni dell'autore riguardo le scene e i dialoghi sono, infatti, quantitativamente maggiori e, verrebbe da dire, qualitativamente migliori dal punto di vista della ricostruzione scenica, del testo vero e proprio della commedia. L'allestimento -che è stato affrontato con una tecnica cinematografica, mutuata dai noir tedeschi degli anni Trenta - ha tenuto conto di questo dato. Accanto ai due personaggi pirandelliani, “la giovane signora” e “l’uomo in frak”, interpretati rispettivamente da Ambra Greta Cajelli e Gerry Franceschini, la regia di Delia Cajelli mette, infatti, in scena anche un’attrice-regista che dà voce alle didascalie pirandelliane. La sua figura, impersonata da Valentina Brivio, si ispira a quella della cineasta e fotografa tedesca Leni Riefenstahl. Apprezzata l’innovativa idea registica, che accoglie applausi anche ad Agrigento, dopo gli ottimi giudizi ricevuti dagli esperti a Bratislava. 

Didascalie delle immagini [fig. 1] Gerry Franceschini nella parte de "l'uomo in frak" in Sogno, ma forse no di Luigi Pirandello. Foto: Silvia Consolmagno; [fig. 2] Ambra Greta Cajelli nella parte de "la giovane signora" in Sogno, ma forse no di Luigi Pirandello. Foto: Silvia Consolmagno; [fig. 3] Valentina Brivo nella parte di Marta Abba nel monologo L'atroce notte di Stefano Milioto. Foto: Silvia Consolmagno.

sabato 29 novembre 2008

Busto Arsizio, sul palco del teatro Sociale il fuoco e la passione de "Il trovatore"

«Con nessun’altra delle sue opere, neppure con il Nabucco, Giuseppe Verdi toccò così rapidamente il cuore del suo pubblico»: con queste parole il compianto musicologo Julian Budden (1924-2007), autore di una monumentale monografia dedicata al maestro di Busseto, parlò de Il trovatore, dramma in quattro atti e otto quadri che i librettisti napoletani Salvatore Cammarano e Leone Emanuele Bardare trassero da El trobador, fosca tragedia di «cappa e spada» dello scrittore spagnolo Antonio García Gutiérrez. L’apprezzato melodramma, che insieme al Rigoletto e a La traviata fa parte della cosiddetta «trilogia popolare verdiana», debutta mercoledì 3 dicembre 2008, alle ore 21.00, presso la «sala grande» del teatro Sociale di Busto Arsizio, in un allestimento che si avvale della regia del tenore catanese Antonio Signorello e che vedrà salire sul palco il baritono argentino Lisandro Guinis nel ruolo del tirannico conte di Luna, la soprano bustese Donatella Giansanti nelle vesti dell’angelicata e romantica Leonora, la coreana Sonia Kang nei panni della zingara Azucena e lo stesso Antonio Signorello come il passionale Manrico. Oltre ai quattro protagonisti, l’opera si avvarrà delle abilità canore di un cast internazionale, formato da Yutaka Tabata, Elisabeth Escher, Tim Weiler e Giorgio Balestra. Sul palco si esibiranno anche la corale Santa Cecilia di Arluno e il coro Laudamus di Nerviano, guidati dalla bacchetta di Andrea Dellavedova, oltre all'Orchestra sinfonica di Lecco, che sarà diretta da Edoardo Sarcess, maestro del prestigioso teatro Carlo Felice di Genova. I costumi portano la firma dell'associazione Settima Diminuita di Bologna; mentre scenografie e luci sono a cura di Giancarlo Comolli. Lo spettacolo, promosso dall’associazione culturale Educarte e dalla società Amilcare Ponchielli di Busto Arsizio, è dedicato alla memoria del tenore Vittorio Tosto, deceduto lo scorso 22 aprile in un incidente stradale a Milano, e si inserisce nell’ambito di BA Teatro–Stagione cittadina 2008/2009, rassegna che raccoglie, sotto l’egida e il contributo economico dell’amministrazione comunale di Busto Arsizio, i cartelloni di Palkettostage–International theatre productions e dei teatri Manzoni, San Giovanni Bosco e Sociale. Il destino come motore cieco di ogni esistenza umana, l'amore e la sete di vendetta quali sentimenti che divorano la vita, e, sullo sfondo, armi, soldati, campi di battaglia e lo scoppiettio delle faville di fuochi guizzanti: questi gli elementi che plasmano la trama de Il trovatore, melodramma rappresentato per la prima volta il 19 gennaio 1853 al teatro Apollo di Roma, che la critica e i melomani hanno ribattezzato, sin dall’esordio, l’«opera rossa» di Giuseppe Verdi. Una tinta forte e tenebrosa, magica e quasi selvaggia come quella del sangue, del fuoco e della passione colora, infatti, il melodramma verdiano, la cui storia è piena di contrasti drammatici e di intrecci difficili da raccontare. In scena ci sono due fratelli, il trovatore Manrico e il conte di Luna, che non si conoscono e si combattono; una donna, Leonora, immagine della purezza angelicata, della dedizione spinta fino al sacrificio di sé; una madre, la splendida zingara Azucena, che per vendicare un torto subito si trova a bruciare il proprio figlio, trattenendo per sé ogni segreto e lasciando così che si compia un fratricidio. Indimenticabili nell'immaginario collettivo restano arie come Tacea la notte placida, D'amor sull'ali rosee, il Coro delle incudini e la cabaletta Di quella pira l'orrendo foco, motivo di eroica risolutezza con cui Manrico chiude il terzo atto e che è diventato famoso per quei do di petto finali, non presenti nella partitura originale verdiana e la cui aggiunta si deve, probabilmente, a Carlo Baucardé o ad Enrico Tamberlick. Prima dello spettacolo, in sala verranno diffuse musiche tratte dal cd Il poeta, inciso da Vittorio Tosto, e verranno letti brani scritti dal tenore catanese e sue lettere ad amici e colleghi. Il costo del biglietto per l'opera lirica Il trovatore è di euro 16.00 per l’intero ed euro 12.00 per il ridotto, riservato a: giovani fino ai 21 anni, ultra 65enni, militari, Cral, biblioteche, dopolavoro e associazioni con minimo dieci persone, iscritti alla società Amilcare Ponchielli di Busto Arsizio. Il botteghino del teatro Sociale, ubicato negli uffici di piazza Plebiscito 8, è aperto nelle giornate di lunedì, mercoledì e venerdì, dalle 16.00 alle 18.00, e sette giorni prima degli spettacoli in “sala grande”, anche il martedì e il giovedì, sempre dalle 16.00 alle 18.00. E’ possibile prenotare telefonicamente allo 0331 679000 nei seguenti orari: dal lunedì al venerdì, dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 18.00, e il sabato,dalle 9.30 alle 12.30.

 
Didascalie delle immagini
[fig. 1] Vittorio Tosto; [fig. 2] Antonio Signorello nei panni di Manrico de Il trovatore. Foto: Silvia Consolmagno; [ fig. 3] Sonia Kang nei panni della zingara Azucena de Il trovatore. Foto: Silvia Consolmagno.

Informazioni utili
Il trovatore. Melodramma in quattro atti e otto quadri. Musica di Giuseppe Verdi. Libretto di Salvatore Cammarano e Leone Emanuele Bardare. Regia di Antonio Signorello.Interpreti: Lisandro Guinis (il conte di Luna), Donatella Giansanti (Leonora), Sonia Kang (Azucena), Antonio Signorello (Manrico), Yutaka Tabata (Ferrando), Elisabeth Escher (Ines), Tim Weiler (Ruiz), Giorgio Balestra (un messo). Con l'orchestra sinfonica di Lecco (direttore d'orchestra: Edoardo Sarcess) e con la corale Santa Cecilia di Arluno e il coro Laudamus di Nerviano (maestro del coro: Andrea Dellavedova). Costumi: associazione Settima Diminuita di Bologna. Scenografie e luci: Giancarlo Comolli. Attrezzature di scena: Ruggero Saronio. Teatro Sociale, piazza Plebiscito 8 - 21052 Busto Arsizio (Varese). Mercoledì 3 dicembre 2008, ore 21.Ingresso: intero € 16,00; ridotto € 12,00. Informazioni: tel. 0331.679000.

lunedì 20 ottobre 2008

Bratislava, due spettacoli pirandelliani per la "Settimana della lingua italiana nel mondo"

Prestigiosa trasferta europea nel segno di Luigi Pirandello e della storia linguistica e culturale del nostro Paese per gli attori del teatro Sociale di Busto Arsizio. La compagnia diretta da Delia Cajelli sarà, infatti, tra i protagonisti della rassegna L’italiano in piazza, organizzata in occasione dell’ottava edizione della Settimana della lingua italiana nel mondo, iniziativa nata nel 2001, per volontà della Direzione generale per la promozione e cooperazione culturale del ministero degli Affari esteri e dell’Accademia della Crusca, che da lunedì 20 a domenica 26 ottobre vedrà tutti gli Istituti italiani di cultura all’estero proporre incontri, concerti, proiezioni cinematografiche e spettacoli teatrali dedicati alla lingua e alle tradizioni italiane, alla «storia di feste sacre e profane, di sommosse popolari e parate e giostre, di predicazioni, di mercati e fiere». Palcoscenico della trasferta sarà la città di Bratislava, in Slovacchia, dove l’associazione culturale Educarte-teatro Sociale di Busto Arsizio prenderà parte al convegno internazionale L’attualità di Pirandello, organizzato dal Centro nazionale studi pirandelliani di Agrigento, dall’Università Comenio di Bratislava e dal locale Istituto italiano di cultura, con il supporto della Presidenza della Regione siciliana-Ufficio per le relazioni diplomatiche ed istituzionali. L’appuntamento, in programma per le giornate comprese tra giovedì 23 e sabato 25 ottobre presso l’Auditorium Maximum dell’Università Comenio e il Centro convegni Družba, vedrà la partecipazione di studiosi provenienti da otto Paesi europei (tra i quali gli italiani Enzo Lauretta, Stefano Milioto, Giorgio Pullini e Maria Rusignuolo), che discuteranno sulla figura del grande drammaturgo, scrittore e poeta siciliano, insignito del premio Nobel nel 1934, e sui suoi influssi sul pensiero, sulla letteratura e sul teatro dei giorni nostri. A chiudere tutte le sessioni di lavoro saranno gli attori Gerry Franceschini, Ambra Greta Cajelli e Valentina Brivio, che metteranno in scena -sotto la regia di Delia Cajelli e in première europea- il monologo L’atroce notte…la tormentata storia d’amore tra Marta Abba e Luigi Pirandello di Stefano Milioto e l’atto unico Sogno (ma forse no) di Luigi Pirandello, spettacoli entrambi prodotti in occasione del 45° Convegno internazionale di studi pirandelliani, in programma il prossimo dicembre ad Agrigento. L’atroce notte…, in cartellone alle 17.30 di giovedì 23 ottobre presso l’Auditorium Maximum dell’Università Comenio, ripercorre gli undici anni di sodalizio artistico, ma soprattutto di amore tra Marta Abba e Luigi Pirandello, a cominciare dal loro primo incontro, avvenuto nella primavera del 1925 al teatro dell’Arte di Roma, per giungere alla morte del maestro siciliano. Sono anni, questi, caratterizzati da «un amore straziante, tormentoso, disperato, profondo», da un «amore sublimato per l’impossibilità di realizzare un legame che vibrava di pulsioni erotiche innegabili», dove un ruolo centrale assume la misteriosa «atroce notte passata a Como», che diede per sempre il carattere di rapporto inconcluso e senza sbocco all’amore tra l’attrice milanese e il drammaturgo dei Sei personaggi in cerca d’autore. La tematica amorosa fa da filo conduttore anche all’atto unico Sogno (ma forse no), in scena alle 17.30 di venerdì 24 ottobre al Centro convegni Družba. Il testo, tra i meno rappresentati del teatro pirandelliano, tratta, infatti, dell’incerto confine tra verità e finzione. E racconta, nel breve spazio di un sogno-incubo, la vicenda di una giovane e affascinante donna, che vive l’esito possibile cui l’affievolirsi del suo amore per l’attuale amante e la riscoperta della passione per l’antico amore, tornato ricco da lontani ed esotici Paesi, potrebbero condurla. «L’allestimento di Sogno (ma forse no) –spiega la regista Delia Cajelli- è stato affrontato con una tecnica cinematografica, mutuata dai noir tedeschi degli anni Trenta e, per la scena in cui la donna fedifraga sogna di essere strangolata dal suo compagno, dalla pellicola M, Il mostro di Dusseldorf dell’austriaco Fritz Lang. Accanto ai due personaggi pirandelliani, «la giovane signora» e «l’uomo in frak», è, dunque, in scena anche un’attrice che dà voce alle numerose e dettagliate annotazioni e didascalie che Luigi Pirandello ha inserito nel testo di Sogno (ma forse no), interpretando il ruolo della regista tedesca Leni Riefenstahl». 

Didascalie delle immagini 
[fig. 1] Gerry Franceschini ad Agrigento, durante uno spettacolo pirandelliano; [fig. 2] La regista Delia Cajelli con Enzo Lauretta, presidente del Centro nazionale studi pirandelliani di Agrigento. 

Informazioni utili 
Istituto Italiano di Cultura di Bratislava, Kapucínska 7 - 811 03 Bratislava (Slovacchia), tel. +421 2 59 30 71 11, fax +421 2 59 30 71 19, e-mail: iicbratislava@esteri.it. Sito web: www.iicbratislava.esteri.it.

martedì 7 ottobre 2008

Dalla mostra al museo: Milano celebra i miti del rock

Da Elvis Presley a Jimi Hendrix, da Jim Morrison ai Beatles, dai Rolling Stones a David Bowie, dai Sex Pistols a Madonna, dai Nirvana a Vasco Rossi: questi e molti altri saranno i protagonisti del nuovo Museo del rock, la cui apertura è prevista a Milano, negli spazi della Fabbrica del Vapore, in occasione dell’Expo 2015.
«Il progetto –ha spiegato il sindaco Letizia Moratti, in una conferenza stampa congiunta con Giovanni Terzi, assessore allo Sport e al Tempo libero, tenutasi in mattina a Palazzo Marino- verrà realizzato grazie alla generosità di Red Ronnie, che ha messo a disposizione la sua personale collezione di memorabilia, appartenute agli artisti che hanno segnato la storia della musica di tutti i tempi».
A lanciare l’iniziativa sarà Rock’n’Music Planet, la prima mostra in assoluto in Italia dedicata al rock’n’roll, cui farà da palcoscenico uno dei luoghi simbolo della città: piazza del Duomo. Qui, all’interno di una struttura di acciaio e vetro di 730 metri quadrati, sarà possibile ammirare –da sabato 18 ottobre a domenica 15 marzo 2009- una selezione della ricca collezione di Red Ronnie, la più importante in Europa del genere: strumenti musicali, locandine, autografi, poster, oggetti, foto, riviste d’epoca, interviste video, vestiti, ma anche scritti, poesie, pensieri di personaggi che hanno trasformato la musica in mito e che la musica ha fatto diventare leggenda. Nove le sezioni dell’esposizione, organizzata da Sicom eventi e promossa dall’assessorato allo Sport e Tempo libero con Alfa Romeo Mito, attraverso le quali sarà possibile ammirare tanti pezzi unici come le chitarre di Jimi Hendrix, George Harrison e Kurt Cobain, i testi di Jim Morrison, gli scritti di John Lennon, la batteria degli Animals o l’armonica di Bob Dylan. Un percorso, quello proposto a Milano e, poi, in tour per tutto il mondo fino all’avvio di Expo 2015, che passa anche attraverso l’impegno sociale di artisti come Bob Geldof e Luciano Pavarotti.
Ad arricchire l’esposizione -che racconta oltre cinquant’anni di emozioni, volti, suoni, look e stili di vita del rock mondiale, di quel fenomeno di musica e costume che "nacque" nel 1955 con il grande Chuck Berry- le opere luminose di Marco Lodola, artista neofuturista contemporaneo.
Cinque euro il costo del biglietto intero, tre del ridotto. Una politica, quella dei prezzi contenuti, che fa parte della finalità del progetto, improntato alla diffusione della storia del rock tra tutte le fasce d’età, soprattutto tra i giovanissimi. «Per questo motivo -ha spiegato il sindaco Letizia Moratti- l’esposizione di piazza del Duomo verrà a aperta agli studenti delle scuole medie e superiori della città, che tutte le mattine avranno la possibilità di visitarla, gratuitamente, e di ascoltare interessanti lezioni sul rock». Non solo: un euro sul biglietto a tariffa piena sarà devoluto alla Veneranda Fabbrica del Duomo per i lavori di conservazione e restauro della Cattedrale.
Rock’n’Music Planet sarà aperto tutti i giorni dalle 10.00 alle 22.00. L’area comprenderà anche una zona a ingresso libero che includerà un Planet Store (in cui sarà possibile acquistare libri, cd, poster, biglietti per i concerti) e una riedizione del Roxy Bar, dove ascoltare musica dal vivo, ma anche consumare cibi e bevande ricercate.

Didascalie delle immagini
(fi. 1) Chitarra The African Axe, esemplare unico, con il corpo sagomato in mogano, autografata da: Stevie Wonder, Mark Knopfler, Gary Moore, Elton John, Eric Clapton, Def Leppard, Pete Townshend, Bryan Adams, Status Quo, David Gilmour, Phil Collins, Simply Red, Joe Satriani, Jeff beck, Jimmy Page, Sting e Bon Jovi. Il pezzo è stato venduto a favore della Sight Savers per raccogliere fondi per finanziare la lotta alla cecità del fiume in Africa occidentale; (fig. 2) Armonica Hohner Marine Band di Bob Dylan, autografata dall’artista; (fig. 3) Un’opera realizzata da Marco Lodola per la mostra Rock’n’Music Planet; (fig. 4) Contrabbasso classico Epiphone suonato da Bill Haley, nel 1951 circa, durante la registrazione originale della storica canzone.

Informazioni utili
Rock’n’Music Planet
. Piazza Duomo – Milano. Orari: tutti i giorni, 10.00-22.00. Ingresso: intero € 5.00, ridotto € 3.00. Informazioni: Sicom, tel. 02.43983255. Dal 18 ottobre al 15 marzo 2009.

Curiosando nel Web
La mostra sul sito del Comune di Milano

martedì 16 settembre 2008

«Who is Peggy?», una collezione di oggetti limited edition per la Guggenheim

Una mini-collezione di oggetti e accessori di uso quotidiano ispirata a Peggy Guggenheim, alle sue passioni, al suo amore per l’arte e alla sua originale visione di vita. Ecco Who is Peggy?, linea di oggetti disegnata dai giovani designer di Fabrica, il centro di ricerca sulla comunicazione del gruppo Benetton, che ha sede a Treviso, nel complesso restaurato ed ampliato da Tadao Ando.
In occasione del sessantesimo anniversario della collezione Peggy Guggenheim a Venezia, i due store del prestigioso museo che s’affaccia sul Canal Grande, il più importante in Italia per l'arte europea ed americana della prima metà del ventesimo secolo, si dotano di una collezione limited edition suggerita dall'eccentrica e lungimirante collezionista americana, passata alla storia come una vera e propria talent-scout ante litteram per aver scoperto, creduto e sostenuto artisti del calibro di Picasso, Mondrian, Kandinsky, Dalì, Magritte e Pollock.
La collezione, in vendita da qualche giorno, è stata studiata da Marta Teixeira da Silva, Sam Baron, Valentina Carretta e Carine Damon, giovani designer che hanno fatto rivivere, con strumenti moderni come la computer grafica e altri più artistici come la serigrafia, il mondo di Peggy e tutto ciò che di lei è entrato nell’immaginario collettivo, dall'adorata macchina da scrivere, strumento di amicizie e amori epistolari, agli inconfondibili occhiali a farfalla, dagli innumerevoli cagnolini pechinesi alle foto in bianco e nero, con la Serenissima sullo sfondo. Ecco così allegri e colorati quaderni, in edizione numerata, con ritratti in movimento della collezionista americana, a sottolineare il suo desiderio di esplorare forme d’arte sempre nuove, ma anche due divertenti ciotole in ceramica per i propri «amici a quattro zampe» e borse con serigrafie fucsia che ci restituiscono alcuni momenti della vita di Peggy. Imperdibile, infine, la spiritosa ed elegante macchina da scrivere-contenitore, che può anche trasformarsi in uno scrigno segreto.

Didascalie delle immagini
[fig. 1] Who is Peggy?, photo by Fabrica; [fig. 2] Fabrica Design Team, photo by Gustavo Millon/Fabrica; [fig. 3] Typewriter; photo by Gustavo Millon/Fabrica.


Informazioni utili
Who is Peggy?
Collezione Peggy Guggenheim - Palazzo Venier dei Leoni, Dorsoduro, 701 -Venezia. Informazioni: Museum Shop (Roque Luna / Roberta Chiarotto / Mattia Talli), tel. 041.2405422/432/410, fax 041.5203491, e-mail: shop@guggenheim-venice.it. Sito web: www.guggenheim-venice.it.

Curiosando nel Web
www.guggenheim-venice.it
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Una serata con I Legnanesi per il debutto di "BA Teatro 2008-09"

Dai palcoscenici teatrali del nord Italia, dove presenteranno una grande rivista amarcord per i sessant’anni dalla fondazione, al piccolo schermo di Antenna 3, sul quale da sabato 27 settembre saranno protagonisti della sit-com Casa Colombo: sono davvero tante le novità che la compagnia I Legnanesi di Felice Musazzi ha in serbo per la nuova stagione.
Chi fosse curioso di saperne di più, non può assolutamente perdersi la serata di presentazione di BA Teatro–Stagione cittadina 2008-2009, in programma alle 21 di giovedì 18 settembre presso il teatro Sociale di Busto Arsizio. Antonio Provasio, Enrico Dalceri e Luigi Campisi -più noti al grande pubblico come «la Teresa, la Mabilia e il Giovanni»– saranno, infatti, tra i protagonisti dell’appuntamento, a ingresso libero e gratuito (fino ad esaurimento posti), che PalkettoStage-International Theatre Production e i teatri Manzoni, San Giovanni Bosco e Sociale stanno organizzando per far conoscere al grande pubblico l’ampio e articolato ventaglio di proposte culturali che compone la seconda edizione di BA Teatro, rassegna nata sotto l’egida e con il contributo economico dell’amministrazione comunale di Busto Arsizio, che comprende ventinove spettacoli e dodici eventi collaterali, capaci di accontentare i gusti di un pubblico eterogeneo, dai giovanissimi agli amanti delle vecchie tradizioni e del dialetto.
Scenette umoristiche, proiezioni video con spezzoni dello spettacolo estivo Teresa e Mabilia. Rogne in famiglia e della nuova sit-com Casa Colombo e, dulcis in fundo, una chiacchierata con il pubblico presente in sala su I Legnanesi 1949-2009. Sessant’anni in un grande evento, spettacolo che da martedì 3 a giovedì 5 marzo 2009 andrà in scena al teatro Sociale di Busto Arsizio, caratterizzano la partecipazione del «trio dei record», compagnia di prosa più vista nella passata stagione teatrale (secondo i dati recentemente pubblicati da Il giornale dello spettacolo), alla serata di presentazione di BA Teatro 2008-2009.
Antonio Provasio, Enrico Dalceri e Luigi Campisi chiuderanno in allegria l’appuntamento di giovedì 18 settembre, concepito come un brioso contenitore di momenti di spettacolo teso a presentare un assaggio del ricco carnet di appuntamenti, composto da grandi classici e testi di innovazione, produzioni in lingua originale e incontri musicali, che nei prossimi otto mesi porteranno a Busto Arsizio grandi nomi del teatro, come Erica Blanc, Paolo Bonacelli, Debora Caprioglio, Leo Gullotta, Giò di Tonno, Sebastiano Somma e Paola Gassman, ma non solo.
Testimonial del teatro Sociale, oltre alla compagnia I Legnanesi di Felice Musazzi, sarà il Centro arte danza di Olgiate Olona, che presenterà un estratto delle coreografie studiate da Antonella Colombo per lo spettacolo Isadora. Omaggio alla Duncan, in cartellone giovedì 26 febbraio 2009. Sulle note di Dream di John Cage, i danzatori Gjergj Bodari, Daniela Macchi, Marilena Garufi, Laura Russo Volpe e Giulia Sebastiani, introdurranno il pubblico alla figura della leggendaria ballerina americana, che è passata alla storia come l'ideatrice della cosiddetta «danza libera», nuovo genere che si pose in aperta polemica con l’accademia e che ha indicato la via, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, verso il balletto astratto.
Gli Attori del teatro Sociale lanceranno, invece, la stagione del ridotto Luigi Pirandello, nuova sala dedicata al «teatro di parola e di ricerca», la cui inaugurazione è prevista per la serata di giovedì 13 novembre, alla presenza di esponenti del Centro nazionale studi pirandelliani di Agrigento, proponendo un piccolo assaggio dello spettacolo Nannarella. Omaggio alla Magnani (giovedì 12 marzo 2009).
Palkettostage proporrà una rassegna-video con immagini di repertorio di alcuni suoi spettacoli delle passate stagioni. Il Manzoni offrirà un momento di spettacolo a cura della compagnia amatoriale Attori per caso di Busto Arsizio; mentre il San Giovanni Bosco proporrà un breve stralcio della commedia brillante Il contravveleno di Nino Martoglio, con la compagnia non professionista La marmotta di Fagnano Olona.

Didascalie delle immagini
[fig. 1] La Teresa, la Mabilia e il Giovanni in una foto di repertorio; [fig. 2] Primo piano di
Antonio Provasio, Enrico Dalceri e Luigi Campisi; [fig. 3] Isadora Duncan
[Le immagini 1 e 2 sono state fornite da LPM Spettacoli]


Informazioni utili

Una serata con I Legnanesi. Presenzione di BA Teatro 2008/2009. Data: giovedì 18 settembre 2008, ore 21.00. Ingresso libero e gratuito, fino ad esaurimento dei posti disponibili. Informazioni: Il teatro Sociale Srl, piazza Plebiscito 1 - 21052 Busto Arsizio (Varese). Infoline: tel. 0331 679000. Sito web: www.teatrosociale.it.

venerdì 5 settembre 2008

Teatro Sociale di Busto Arsizio, una stagione all'insegna della donna e dell'impegno civile

Dalla prosa alla danza, dall’operetta alla lirica, dalla commedia dialettale al dramma-documento: un articolato ventaglio di generi teatrali caratterizza la stagione 2008/2009 del teatro Sociale di Busto Arsizio.
Autori impegnati del calibro di Corrado Augias ed Enzo Lauretta, interpreti di vaglia come l’attore Paolo Bonacelli e la soprano Dianora Marangoni, ma anche realtà attive sul territorio locale quali I Legnanesi di Felice Musazzi, il Centro arte danza di Olgiate Olona e la Millennium Dance di Lonate Pozzolo sono tra gli interpreti e i drammaturghi che calcheranno le assi del palcoscenico di piazza Plebiscito tra il novembre 2008 e l’aprile 2009.
Otto gli spettacoli in cartellone, tra cui un’anteprima nazionale e tre esclusive provinciali, per sei mesi di programmazione, equamente divisi tra ospitalità e produzioni interne, che porteranno il pubblico a compiere un affascinante viaggio nei meandri del teatro, della musica e della danza italiana e internazionale, sotto il segno della donna e dell’impegno civile.
Fiore all’occhiello della stagione sarà lo spettacolo -in esclusiva provinciale al teatro Sociale di Busto Arsizio- Aldo Moro. Una tragedia italiana, teatro-documento a firma di Corrado Augias e Vladimiro Polchi, che racconta la cronaca dei cinquantacinque giorni più lunghi e oscuri della storia italiana del secondo dopoguerra, quelli della prigionia dello statista pugliese nel «carcere del popolo», attraverso le sue lettere agli amici di partito, a papa Paolo VI e ai familiari, ma anche con immagini tratte dai telegiornali dell’epoca e spezzoni di film realizzati sul caso, da Piazza delle cinque lune di Renzo Martinelli a Buongiorno notte di Marco Bellocchio. A ripercorrere la storia di quello che Leonardo Sciascia ha definito l’«l’affaire Moro» saranno, nella serata di venerdì 30 gennaio 2009 (ore 21.00), Paolo Bonacelli e Lorenzo Amato, sotto la regia di Giorgio Ferrara.
Mette in scena una storia forte e attuale anche una delle altre due esclusive provinciali in cartellone nella sala di piazza Plebiscito: Maddalena di Enzo Lauretta, testo vincitore nel 2005 del PremiOpera Fantiano, che affronta una tematica eticamente sensibile come quella del sacerdozio femminile e un argomento spinoso quale la drammatica difficoltà di perseverare, sul versante maschile, il celibato sacerdotale. La data da fissare in agenda per assistere a questo lavoro teatrale, in scena per la regia di Alfredo Traversa e con la compagnia pugliese Teatro della Fede–Centro di anime e corpi di Grottaglie, è quella di giovedì 23 aprile 2009 (ore 21.00).
Chiude l’elenco delle esclusive provinciali in cartellone al teatro Sociale la briosa operetta La mia santarellina, nuova produzione della compagnia La Belle Epoque di Ravenna, ispirata alle opere Mam’zelle Nitouche di Henri Meilhac e ‘Na santarella di Edoardo Scarpetta, su musiche di Giorgio Tazzari, che venerdì 3 aprile 2008 (ore 21.00) porterà il pubblico tra le atmosfere eleganti e maliziose della Francia fin de siècle.
Atmosfere d’antan si respireranno anche in Isadora. Omaggio alla Duncan, appuntamento di teatro-danza dedicato alla leggendaria ballerina americana che inventò la cosiddetta «danza libera», nuovo genere che si pose in aperta polemica con l’accademia e che, a inizio Novecento, indicò la via verso il balletto astratto. A far rivivere sul palco questa icona del secolo scorso –donna di scrittura, intellettuale anticonvenzionale, amante appassionata e madre tenera- saranno, nella serata di giovedì 26 febbraio 2009 (ore 21.00), il Centro arte danza di Olgiate Olona e la compagnia Attori del teatro Sociale.
A una prima scorsa al programma di sala, risulta, dunque, chiaro che «Chi dice donna, dice…teatro» potrebbe essere lo slogan della nuova stagione della struttura di piazza Plebiscito. Tantissime sono, infatti, le figure femminili che il pubblico potrà incontrare,dall’affascinante Maddalena alla «santarellina» Chanel e all’elegante Isadora Duncan, ma non solo. Donna dal fascino raffinato è la protagonista di Sogno, ma forse no, atto unico di Luigi Pirandello dedicato al rapporto tra realtà e illusione, con cui gli Attori del teatro Sociale debutteranno, sotto la regia di Delia Cajelli, a Bratislava (in Slovacchia) il prossimo ottobre, per poi approdare a Busto Arsizio nella serata di giovedì 27 novembre 2008 (ore 21.00) e ad Agrigento, nell’ambito del 45° Convegno internazionale di studi pirandelliani, in programma ai primi di dicembre.
Donne sono le due protagoniste dell’opera lirica Il trovatore di Giuseppe Verdi, su libretto di Salvatore Cammarano e Leone Emanuele Bardare: l’angelicata Leonora e la passionale zingara Azucena, le cui storie sarà possibile rivivere mercoledì 3 dicembre 2008 (ore 21.00) in una serata organizzata dalla società Amilcare Ponchielli di Busto Arsizio e in memoria di Vittorio Tosto. E donna è anche la dolce e generosa Befana, la cui storia avventurosa sarà al centro dello spettacolo natalizio La freccia azzurra, ispirato all’omonima favola di Gianni Rodari, che vedrà salire sul palco, nella serata di lunedì 22 dicembre 2008 (ore 21.00), gli Attori del teatro Sociale e la Millennium Dance di Lonate Pozzolo.
Non potevano, infine, mancare nel cartellone 2008/2009 del teatro Sociale i Legnanesi di Felice Musazzi, che martedì 3, mercoledì 4 e giovedì 5 marzo 2009 (ore 21.00) porteranno in scena la loro nuova rivista, nata per festeggiare i sessant’anni di vita di Teresa, Mabilia e Giovanni, e che giovedì 18 settembre 2008 (ore 21.00) saranno ospiti della serata di presentazione di BA Teatro 2008-2009 (ingresso libero e gratuito, fino ad esaurimento dei posti), rassegna comunale che raccoglie le programmazioni della società Palkettostage–International Theatre Production e dei teatri Manzoni, San Giovanni Bosco e Sociale.
La vera “ciliegina sulla torta” della stagione 2008/2009 della sala di piazza Plebiscito sarà, però, l’apertura di un nuovo spazio dedicato al «teatro di parola e di ricerca», i cui lavori di restyling sono in fase di ultimazione: il ridotto Luigi Pirandello. Qui, da ottobre 2008 a maggio 2009, verranno ospitati dodici eventi collaterali rivolti a un «pubblico di nicchia», come i saggi degli allievi della scuola di recitazione Il metodo (mercoledì 15 e giovedì 16 ottobre 2008, ore 21), gli omaggi ad Anna Magnani (giovedì 12 marzo 2009, ore 21), Eleonora Duse (giovedì 26 marzo 2009, ore 21.00) e all’intellettuale bustocco Este Milani (giovedì 20 novembre 2008, ore 21.00), e la rassegna Cultura lombarda. Autori e opere, suddivisa in quattro appuntamenti dedicati rispettivamente a Carlo Maria Maggi (giovedì 9 aprile 2009, ore 21), Carlo Porta (mercoledì 15 aprile 2009, ore 21.00), Carlo Bertolazzi (giovedì 7 maggio 2009, ore 21.00) e Angelo Bottigelli (giovedì 21 maggio 2009, ore 21.00).
A tenere a battesimo la nuova sala saranno, nel mese di novembre, due appuntamenti organizzati in collaborazione con il Centro nazionale studi pirandelliani di Agrigento: lo prima nazionale dello spettacolo Teneri amori (giovedì 13 novembre 2008, ore 21.00), riduzione dell’omonimo romanzo di Enzo Lauretta, e la messa in scena del monologo L’atroce notte di Stefano Milioto (venerdì 14 novembre 2008, ore 21.00), che debutterà a Bratislava (in Slovacchia) nel mese di ottobre.
Chiude la programmazione del ridotto Luigi Pirandello una scoppiettante serata in ricordo dei cent’anni dalla nascita del Futurismo, in programma nella serata di venerdì 20 febbraio 2009, a un secolo esatto di distanza dalla pubblicazione del primo manifesto di Filippo Tommaso Marinetti su Le Figaro.
Le novità che il teatro Sociale ha in serbo per i suoi utenti non finiscono, però, qui. «Quest’anno – spiega Delia Cajelli, direttrice artistica della sala di piazza Plebiscito- abbiamo pensato a una riduzione del prezzo dei biglietti per incrementare la partecipazione del pubblico e, nello stesso tempo, per combattere il caro-vita, che porta molti a rinunciare alle spese per il tempo libero e la cultura. Invariati rispetto allo scorso anno rimarranno i biglietti per lo spettacolo dei Legnanesi, il cui costo varia dai 35 ai 25 euro; mentre per tutti gli altri appuntamenti abbiamo studiato prezzi alla portata di tutte le tasche, compresi tra i 16 e i 12 euro. Il nostro intento è di portare a teatro più giovani e più anziani».
I biglietti per gli spettacoli in programmazione presso il teatro Sociale di Busto Arsizio possono essere acquistati da lunedì 8 settembre 2008. Il botteghino, sito in piazza Plebiscito 1 (tel. 0331 679000/0331 632912), osserva i seguenti giorni di apertura: lunedì, mercoledì e venerdì, dalle 17.00 alle 19.00. Le prenotazioni telefoniche possono, invece, essere effettuate presso gli uffici del teatro, al numero 0331 679000, nei seguenti orari: dal lunedì al venerdì, dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 18.00, e il sabato, dalle 9.30 alle 12.30.

Didascalie delle immagini

[fig. 1] Interno del teatro Sociale di Busto Arsizio (Varese); [fig. 2] Immagini tratte dagli ultimi spettacoli della compagnia I Legnanesi di Felice Musazzi; [fig. 3] Una scena dello spettacolo Maddalena di Enzo Lauretta, con la compagnia Teatro della Fede–Centro di anime e corpi di Grottaglie; [fig. 4] Una scena dello spettacolo La mia santarellina con la compagnia La Belle Epoque di Ravenna; [fig. 5 e fig. 6] Una scena dello spettacolo Aldo Moro. Una tragedia italiana di Corrado Augias e Vladimiro Polchi.

Informazioni utili
Stagione 2008-2009. Il teatro Sociale Srl, piazza Plebiscito 1 - 21052 Busto Arsizio (Varese). Botteghino: lunedì, mercoledì e venerdì, ore 17.00-19.00. Informazioni: tel. 0331 679000. Sito web: www.teatrosociale.it.

martedì 17 giugno 2008

Busto Arsizio, al teatro Sociale le riflessioni sull'amore di un giovane Wojtyla

Nuovo appuntamento con la produzione drammaturgia e poetica di papa Giovanni Paolo II al teatro Sociale di Busto Arsizio. Dopo il seminario-spettacolo dello scorso giovedì 27 marzo dedicato all’avventura del Teatro rapsodico clandestino di Cracovia, esperienza che segnò profondamente la gioventù di Karol Wojtyla, la sala di piazza Plebiscito accoglie la compagnia di casa, gli Attori del teatro Sociale, con la prima nazionale del dramma La bottega dell’orefice, testo che la critica considera il capolavoro teatrale del pontefice polacco e di cui sono state realizzati un radiodramma con Raul Grassilli e Milena Vukotic, una riduzione cinematografica per la regia di Michael Anderson, un balletto prodotto da Mondivicini e numerosi allestimenti teatrali, ultimo dei quali quello di Dominic Cheung Ho Kin in lingua cinese.
Lo spettacolo, commissionato da monsignor Claudio Livetti alla regista Delia Cajelli, andrà in scena alle 21 di sabato 28 giugno, a chiusura del programma di eventi organizzato per la festa di San Giovanni Battista, patrono della città di Busto Arsizio. Sul palco saliranno gli attori Valentina Brivio, Ambra Greta Cajelli, Davide De Mercato, Gerry Franceschini, Mario Piciollo e Anita Romano; le parti corali saranno interpretate dagli allievi del secondo e del terzo anno della scuola di recitazione Il metodo.
Pubblicato nel dicembre 1960 sul settimanale cattolico Znak di Cracovia, con lo pseudonimo di Andrzej Jawień, e rappresentato per la prima volta nel 1979, il dramma La bottega dell’orefice è, nelle stesse parole del suo autore, una «meditazione sul sacramento del matrimonio» in forma di dialogo-monologo, un piccolo trattato sul fidanzamento e sulle nozze, intese come unione eterna e indissolubile capace di prevalere sulla vulnerabilità dei sentimenti umani, sulle difficoltà della vita quotidiana e persino sulla morte.
Il testo -suddiviso in tre atti intitolati rispettivamente I richiami, Lo sposo e I figli- racconta la storia di tre amori e tre matrimoni nel periodo a cavallo tra la seconda guerra mondiale e gli anni Sessanta. Il primo rapporto su cui il futuro papa Giovanni Paolo II si sofferma è quello tra Andrea e Teresa: un sentimento intenso, bruscamente interrotto dalla guerra e capace di oltrepassare la morte, permanendo nel figlio Cristoforo. Il testo passa, quindi, alla narrazione del legame, difficile e problematico, che unisce Stefano e Anna. Il loro matrimonio è minato dall’indifferenza e dall’incomprensione, pervaso da una sottile ostilità che porta la donna a stabilire contatti con altri uomini e a tentare di vendere, inutilmente, la propria fede, per lei simbolo ormai privo di significato. L’ultimo atto –che ritrova in scena tutti i personaggi tranne Andrea, morto in guerra- è, invece, dedicato all’amore, esitante e fragile, tra i figli nati dalle due precedenti coppie: i giovani Monica e Cristoforo. Il loro è un rapporto che germoglia da complessi e incertezze, che porta il peso delle diverse eredità spirituali lasciate loro dai genitori.
L’orefice -la cui bottega, sempre evocata ma mai presente, fa da filo conduttore all’intero dramma- rappresenta la voce della coscienza. La sua vetrina è il luogo in cui si specchiano gli affanni, i dubbi, i desideri e le insicurezze dei vari personaggi, dove l’amore umano si conforma all’«Amore assoluto». Notevole importanza nello svolgimento del dramma ha anche la figura di Adamo, archetipo dell’uomo, guida spirituale delle tre coppie e personaggio che si fa portavoce delle idee di papa Giovanni Paolo II sul matrimonio.
Sul piano formale questo testo, che mostra una straordinaria delicatezza nel raccontare l’innamoramento e i palpiti del cuore, risente dell’esperienza del Teatro rapsodico, fondato negli anni Quaranta, in pieno regime nazista, dal professor Mieczyslaw Kotlarczyk, insegnante di lingua polacca e teorizzatore di una forma di rappresentazione legata al culto della «parola viva», dove si cessava di far uso di sipario e palcoscenico tradizionale, nonché di scene, costumi e trucco, per dare spazio prioritario alle rime e al ritmo di un’opera teatrale. Il testo è, infatti, composto da monologhi pronunciati da persone che in apparenza sono insieme, ma che non si parlano direttamente. La struttura è, dunque, quella del «teatro interiore», dove lo spazio e il tempo vengono trasfigurati in una dimensione metafisica.
«Dal punto di vista della regia –spiega Delia Cajelli- ho scelto di privilegiare la parola, secondo i dettami del Teatro rapsodico. I costumi, la scenografia e le luci saranno semplici, piuttosto scarni, e giocati sulle toni del bianco e del nero, i colori degli abiti nuziali, ma anche le tinte simbolo del bene e del male, del cuore e della mente. Le musiche che accompagneranno lo spettacolo –prosegue la regista bustese- saranno quelle classiche dei matrimoni, dall’Ave Maria di Franz Schubert alla Marcia nuziale, tutte rigorosamente interpretate dal vivo».
L’ingresso è libero e gratuito, offerto alla cittadinanza dall’amministrazione comunale di Busto Arsizio.

Didascalie delle immagini
[fig. 1, fig. 2 e fig. 3] La compagnia Attori del teatro Sociale impegnata nell'allestimento dello spettacolo Karol Wojtyla e il teatro rapsodico. Foto: Il teatro Sociale Srl.

Informazioni utili
La bottega dell'orefice. Teatro Sociale, piazza Plebiscito, 1 - 21052 Busto Arsizio. Data: sabato 28 giugno 2008, ore 21.00. Ingresso libero e gratuito. Informazioni al pubblico: Il teatro Sociale srl, piazza Plebiscito 1, 21052 Busto Arsizio (Varese), tel. 0331 679000, fax. 0331 637289, info@teatrosociale.it, www.teatrosociale.it.