ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

venerdì 20 giugno 2025

«White Carrara», un laboratorio diffuso di design nella città simbolo del marmo

Si intitola «Design Here and Now» la nona edizione di «White Carrara», l’evento che, fino al prossimo 28 settembre, trasforma il cuore della città simbolo del marmo bianco più pregiato al mondo, la toscana Carrara, in un laboratorio creativo, o meglio in un palcoscenico dove tradizione artigiana e innovazione tecnologica dialogano attraverso il linguaggio della progettazione.
Mostre, installazioni, eventi, visite guidate caratterizzano il cartellone della rassegna, che vede alla direzione, per il secondo anno consecutivo, Domenico Raimondi di thesignlab, studio di designer attivo tra Lucca e Torino, da sempre al fianco di istituzioni e aziende leader nella realizzazione di soluzioni allestitive e di comunicazione attraverso dirette sinergie con gli uffici marketing, visual e brand promotion.

L'edizione 2025 segna un'evoluzione significativa nel percorso della manifestazione. Se nel 2024 l'attenzione si era concentrata sulla valorizzazione del patrimonio storico del design carrarese, quest'anno l'orizzonte si è aperto verso la creazione ex novo, con l’invito a progettisti di fama internazionale a concepire opere specificamente pensate per «White Carrara».
La rosa dei partecipanti annovera personalità di straordinario calibro come il visionario e prolifico Karim Rashid in mostra con la sua «Kaina», una testa di donna dalle forme fluide e dai volumi vuoti che vuole invitarci a riflettere su un futuro plasmato dall’intelligenza artificiale, o il londinese Ross Lovegrove, che presenta la sua visione pionieristica sulle relazioni tra estetica e tecnologia con «Ridon», uno studio di uomo-macchina con proporzioni anatomiche. A Carrara espone anche l’architetto e urbanista francese Jean-Michel Wilmotte, che da sempre predilige la progettazione di spazi culturali e museografici con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio esistente. Mentre le nuove generazioni trovano voce attraverso Kickie Ciudikova, designer industriale slovacca che da New York sperimenta l'integrazione tra artigianato tradizionale e tecnologie d'avanguardia e che per l’occasione presenta la sua seduta scultorea dalle forme sinuose «Ribbon», e Victor Gingembre, architetto e scultore parigino la cui pratica esplora i confini tra spazio architettonico e forma scultorea, che mostra la sua geometrica «Manhattan Library».
 
Il panorama italiano è rappresentato da una selezione di progettisti che incarnano diverse sfaccettature del design contemporaneo. La milanese Elena Salmistraro porta la sua ricerca poetica sui materiali e le forme esponendo «Ephelio», un elefante dalle forme astratte; mentre Giulio Iacchetti, due volte insignito del Compasso d'Oro, traduce la sua esperienza industriale in nuove interpretazioni del marmo con «Diunodue», due sedute dalle forme geometriche e piene, che sovrapposte formano un unico blocco. Completano il quadro delle eccellenze nostrane: Massimo Giacon, illustratore e designer per Alessi, con il suo «Cane mangia cane», il Gumdesign, ed Emiliana Martinelli, erede della storica Martinelli Luce, che fa brillare con le sue installazioni luminose il centro storico di Carrara.
Il progetto abbraccia, poi, personalità affermate come Gianfranco Gualtierotti, vicepresidente del MudeTo, insieme al duo creativo formato da Donia Maaoui e Michel Boucquillon.
 
Il territorio toscano trova particolare rappresentanza negli scultori Cynthia Sah e Nicolas Bertoux, che hanno eletto la regione come base operativa, e nell'architetto Valeria Eva Rossi, che ritorna alle proprie radici carraresi. L'area fiorentina contribuisce con le visioni di Marta Sansoni, Andrea Ponsi, Claudio Nardi e Marco Pisati, Guido Bondielli, Benvenuto Saba e Nicola Maggi. Mentre il tessuto creativo carrarese è rappresentato dai talenti di Natascia Bascherini, Fiammetta V, Antonio Leone, Michele Monfroni, Nadia Sabbioni, insieme agli studi Interni Now, Rima Design, GiPi Soft Arredamenti, al laboratorio Vem Carrara e alla Galleria Valeria Lattanzi.

Sono, inoltre, esposte le opere del progetto «Creatività è Robotica» del 2015, una delle prime esperienze rivolte alle nuove tecniche per la realizzazione di sculture in marmo, avvalendosi di programmi di modellazione 3D, che hanno visto al lavoro Moreno Ratti, Raffaele Galliotto, Filippo Protasoni, Sylvestre Gauvrit, Michel Boucquillon, Paul Bourieau e Nicolas Bertoux.
 
Per l’occasione il mudaC │museo delle arti Carrara ospita la mostra «Vincenzo Marsiglia. Stars and Dust», che esplora le frontiere della mixed reality e dell'intelligenza artificiale nell'arte contemporanea e, nella project room, «Gianluca Sgherri. Uninverso», installazione che decostruisce le percezioni spaziali attraverso un labirinto dinamico e immersivo. 

Una significativa novità di questa edizione della manifestazione è l'istituzione del Premio internazionale White Carrara, concorso aperto a designer under 35 e professionisti affermati per la progettazione di elementi di arredo urbano in marmo. L'approccio richiesto coniuga innovazione e sostenibilità; le tre opere vincitrici entreranno a far parte del patrimonio permanente della città toscana entro il maggio 2026. Un’occasione in più, questo concorso, per celebrare il marmo non come reliquato del passato, ma come medium espressivo per le sfide creative del presente e del futuro.

Didascalie delle immagini
1. White Carrara 2025 - «Cane mangia cane», Massimo Giacon. 2. White Carrara 2025 - «Kaina», Karim Rashid - Foto Enrico Amici; 3. White Carrara 2025 -  «Di Uno Due», Giulio Iacchetti - Foto Enrico Amici; 4. White Carrara 2025 - «Ephelio», Elena Salmistraro. Foto Enrico Amici 

Per saperne di più
Per informazioni e approfondimenti: https://whitecarrara.it/


mercoledì 18 giugno 2025

«Nuvolette»: torna a Rovereto il festival dell’illustrazione, del racconto per immagini e del fumetto

Mostre personali e collettive, incontri con gli autori, live performance di disegno, animazioni, laboratori per bambini, dj set, sonorizzazioni, esplorazioni al planetario, un trekking urbano e la fiera dell’editoria di fumetti e cultura pop «Carta & inchiostro»: è ricco il programma della settima edizione di «Nuvolette», il festival dell’illustrazione e del racconto per immagini che per quattro giorni, dal 19 al 22 giugno, trasformerà Rovereto, cittadina del Trentino Alto Adige, in un laboratorio d’arte a cielo aperto.

Vie, piazze e vetrine dei negozi del centro storico saranno ridisegnate da artisti e illustratori «a colpi di penn(ar)ello», con l'intento di invitare il pubblico a riflettere sull’inaspettato, come dichiara il sottotitolo scelto da Superflùo, per il 2025: «Shit Happens - Oh, capita!». Un tema, questo, che gioca sull’ironia e che «ci ricorda che la vita va presa così com’è, anche se a volte non è quella che speriamo o ci aspettiamo» perché, in un mondo sempre più orientato all’essere vincenti, certe volte «abbracciare l’errore, l’imprevisto, una macchia di colore fuori palette», «l’inchiostro rovesciato sul foglio» può essere un vero elisir di felicità. Lo racconterà bene la mostra collettiva «Sheet happens! L’arte del cavarsela», a cura di Becoming x Art+Sound Collective, aperta fino al 6 luglio alla Biblioteca civica G. Tartarotti.

Tra i protagonisti del festival ci sarà Enrico Pantani, l’artista bibliotecario toscano, classe 1975, che racconta il suo universo quotidiano con disegni evocativi, accompagnati da titoli dissacranti, in «amoreodio, mostra-manifesto di abbracci e scazzottate», aperta fino al 10 agosto (orari: martedì-domenica 16-20 e sabato-domenica 10-12; ingresso libero) alla Sala Iras Baldessari.
Attorno all’immagine ripetuta di un abbraccio tra due esseri umani che, stretti, guardano un orizzonte colorato da tinte forti, le opere della serie «Abbracci» si presentano come una collezione di manifesti – usati o ancora da usare – a sostegno di gesti di fraternità e di unione tra individui. Tra i lavori in mostra emergono anche quelli della serie «Risse» e opere con iconografie sacre calate nella contemporaneità, con santi in tenuta Givova e putti travestiti che minacciamo madri-madonne.
La scanzonata leggerezza dei soggetti raffigurati e la serietà di ciò che raccontano sono la chiave narrativa della pittura di Enrico Pantani, capace, con la sua ironia, di rappresentare le ipocrisie della nostra società occidentale attraverso scene ordinarie di dinamiche emotive molto reali, quelle che – nel bene ma, più spesso, nel male – emergono ogni volta che si agisce, semplicemente, come animali umani.

A «Nuvolette» esporrà anche Camilla Falsini, artista e illustratrice romana dallo stile riconoscibile per le linee nette, le forme minimali e i colori decisi declinati in progetti che spaziano dall’illustrazione editoriale ai murales, dal design ai libri. Per il festival, l'artista ha creato strane figure che osservano i passanti di via Roma nell’installazione originale «Forme comuni, esseri unici», un invito a resistere all’uniformità dei corpi e delle menti. Facce strette o quadrate, corpi allungati, braccia sinuose, gambe corte o piedi enormi rendono visibile – e orgogliosamente esteriore – la bellezza della varietà, che è anche interiore.

Tra le mostre di questa edizione si segnalano anche: «Essenza invisibile», una personale di Aurora Stano sulla scoperta delle proprie fragilità e incertezze; la divertita e divertente esposizione «Di che parleranno i piccioni?», con opere di Filippo Paparelli; e «Shit Happens», rassegna con i progetti degli studenti del terzo anno del corso di computer graphic di Laba Brescia, realizzati sotto la supervisione dei docenti Simone Borioni e Marco Giugliarelli.

Altro appuntamento da non perdere è la collettiva «Suoni urbani. Immagina una città come una sinfonia viva», nata da un progetto visivo e sensoriale che ha trasformato la vicina Trento e i suoi sobborghi in partiture illustrate, in «una sorta di grande orchestra metropolitana.» Dieci artisti – Andrea Bettega, Elio Carollo, Davide Comai, Sara Filippi Plotegher, Anna Formilan, Nadia Groff, Veronica Martini, Michela Nanut, Andrea Oberosler, Giorgia Pallaoro – sono stati invitati da Superflùo a riscoprire e illustrare i dettagli acustici che abbiamo smesso di notare, ma anche a riconoscere quanto i rumori generati dall’essere umano coprano spesso quelli della natura.

Molto atteso è, poi, lo spettacolo «O+< Scritture viziose sull’inarrestabilità del tempo» della Compagnia Abbondanza/Bertoni, che, venerdì 20 giugno, vedrà in scena l’artista visivo Andrea Amaducci con la danzatrice Francesca Pennini della compagnia «CollettivO CineticO» di Ferrara. Il movimento della ballerina, costruito e decostruito in tempo reale, verrà tradotto graficamente dal writer, generando un flusso continuo di feedback tra linguaggi, dove ogni gesto si consuma nell’effimero e nella trasformazione.
Altro appuntamento da non perdere è il concerto del cantautore italo-canadese James Jonathan Clancy, sulla scena underground italiana con vari progetti musicali («Settlefish», «A Classic Education», «His Clancyness»), che presenterà a «Nuvolette» il suo primo album solista: «Sprecato», uscito a febbraio 2024 per la label. Dal disco è nata anche una collaborazione con il fumettista Michelangelo Setola, che ha dato vista a un albo illustrato a fumetti, uscito per Canicola. I due artisti si incontreranno sul palco del festival di Rovereto per una performance di musica e live painting, in programma sabato 21 giugno, che restituirà attraverso la musica e il disegno dal vivo le atmosfere stranianti di un indefinito sud del mondo, tra natura arida e città industriale.

A chiudere il cartellone, che vedrà anche la presenza di Elena Mistrello con una live performance sulla vetrata della caffetteria del Mart e con un incontro dal titolo «Disegnare il reale» alla Biblioteca civica G. Tartarotti, sarà l’evento «La guerra, la pace, l’impegno sociale. Sessant’anni di canzoni, da Dylan agli Idles» alla Campana dei caduti: un salotto all’aria aperta, animato dal giornalista e musicista Giuliano Lott, durante il quale gli artisti del collettivo Becoming X realizzeranno un murale dal vivo. L’evento si chiuderà con i cento rintocchi di «Maria Dolens», la campana sul colle di Miravalle, fatta con il bronzo dei cannoni della Prima guerra mondiale, che fu inaugurata cento anni fa e che, ogni giorno, al tramonto, con il suo suono invita alla convivenza pacifica, un monito oggi quanto mai attuale.

Didascalie delle immagini
1. Locandina di Nuvolette; 2. e 3. Illustrazioni di Camilla Falsini; 4. Illustrazione di Enrico Pantani; 5. Live painting in una passata edizione di Nuvolette
 
Per saperne di più
https://www.facebook.com/nuvoletteart. Informazioni: tel. 3421281843; info@super-fluo.net

lunedì 16 giugno 2025

Sull’Appennino pistoiese un museo a cielo aperto: l’«OCA - Oasy Contemporary Art and Architecture»

Era il 2006 quando, sull’Appennino Pistoiese, nel Comune di San Marcello Piteglio, il recupero di una vecchia riserva di caccia di oltre 1000 ettari, estesi tra i 700 e i 1.100 metri di altitudine, dava vita a Oasi Dynamo, un grande polmone verde, affiliato al WWF, che fonda la propria attività su quattro pilastri: ricerca ed educazione (rivolta soprattutto ai più giovani con campi estivi e didattica ambientale), arte contemporanea, ospitalità e agricoltura eco-sostenibile.
Tra macchie di conifere e boschi di latifoglie caratterizzati dalla presenza di querce, carpino nero, castagno, ciliegio, acero campestre e ontano nero, dove vivono indisturbati animali come caprioli, daini e picchi neri, nell’estate del 2023 è nato, sotto la direzione artistica del curatore trentino Emanuele Montibeller (l’ideatore di «Arte Sella»), OCA, acronimo di Oasy Contemporary Art and Architecture, un laboratorio culturale in continuo dialogo tra creatività e natura, oggi inserito nel network «Grandi giardini italiani».
Estate dopo estate, il progetto cresce arricchendo questo prezioso territorio nel cuore della Toscana, che fu di proprietà della famiglia Orlando, la fondatrice agli inizi del ’900 della Smi - Società metallurgica italiana, con nuove installazioni site-specific.

Appena riaperta, e visitabile fino al prossimo 7 novembre, l’Oasi Dynamo offre, quest’anno, un percorso tra le opere di alcuni dei più importanti architetti e artisti contemporanei: Alejandro Aravena, Mariangela Gualtieri e Michele De Lucchi, Kengo Kuma, Quayola, David Svensson, Pascale Marthine Tayou e Matteo Thun. Le installazioni, perfettamente integrate nell’ambiente, trasformano la camminata in un atto di scoperta e meraviglia, che, nei prossimi anni, diventerà ancora più sorprendente grazie ai lavori, in fase di ideazione e creazione, di Stefano Boeri, fuse*, Diana Scherer, Álvaro Siza, Eduardo Souto de Moura ed Edoardo Tresoldi, a prova che il progetto è stato pensato come un organismo vivo, in continua trasformazione, capace ogni volta di sorprendere.
Va detto che l’ OCA - Oasy Contemporary Art and Architecture, luogo accessibile solo a piedi, non è un semplice spazio dedicato all’arte, ma è un’esperienza totale, che inizia ben prima di arrivare a destinazione. Lasciata l’automobile al parcheggio, in località Croce di Piteglio, il visitatore si trova, infatti, a compiere una camminata nel bosco di circa mezz’ora: una sorta di porta di ingresso che invita a rallentare il passo, a guardare con attenzione ciò che si sta attraversando. Uscito dal fitto degli alberi, arriva in un ampio pianoro soleggiato, dove viene accolto in quella che un tempo era una stalla e che oggi ospita uno spazio espositivo. Da qui prende avvio l’itinerario ad anello, un percorso di circa un’ora e mezza di cammino tra le opere e gli elementi naturali dell’oasi, da compiere in compagnia dallo staff del parco, che offre ai partecipanti approfondimenti sulle opere e sul contesto naturale che le accoglie.
 
La prima installazione che si incontra è il «Dynamo Pavilion» di Kengo Kuma, una scultura di fasci che si insinuano tra le piante come una folata di vento, danzando con il paesaggio e invitando alla contemplazione.
Proseguendo il cammino, il visitatore si imbatte nell’opera «Nella terra il cielo» di Mariangela Gualtieri e Michele De Lucchi, che fonde poesia e architettura per riflettere sul rapporto tra mito e memoria. Immersa nel verde, questa struttura nasce evocata dal racconto del luogo e, nel tempo, lascerà tracce solo nella poesia.
Addentrandosi nella macchia, il cammino conduce, quindi, a «Fratelli Tutti» di Matteo Thun, un’installazione ispirata all’omonima enciclica di Papa Francesco e ai valori universali di fraternità e pace. Composta da monoliti in pietra locale trovati sul posto, l’opera si sviluppa in forma circolare, richiamando i cicli naturali della vita.
Poco oltre, nella quiete del bosco, si incontra «Erosions» di Quayola, un’opera composta da massicci blocchi di pietra lavica scolpiti da algoritmi generativi. Questa scultura, realizzata grazie al supporto di Ranieri, azienda leader nella lavorazione della roccia vulcanica, riflette sulla tensione tra forza naturale e intervento tecnologico, trasformando la materia in una nuova forma di paesaggio.
Continuando, si scorge, infine, «Self-regulation», un’installazione di Alejandro Aravena, che si appoggia ad una struttura preesistente: una sorta trappola antropologica che invita il visitatore ad interrogarsi su come abitare l’opera.
Mentre il prato attorno allo spazio espositivo, dove si chiude il percorso ad anello, ospita due opere realizzate negli anni passati per OCA: «Home of the World» di David Svensson e la coloratissima «Plastic bags» di Pascale Marthine Tayou

 In questa struttura è allestita la mostra «L’arte è WOW!», con una selezione delle oltre 2000 opere realizzate a Dynamo Art Factory, progetto speciale che da oltre quindici anni unisce, in un contesto di gioco e di relazione autentica, arte contemporanea e terapia ricreativa Dynamo®. I lavori esposti sono il frutto di residenze che hanno coinvolto numerosi artisti di rilievo nazionale e internazionale, impegnati a lavorare fianco a fianco con i bambini e i ragazzi con patologie gravi o croniche e con le loro famiglie.

Inoltre, all’interno del ristorante Casa Luigi, per tutta la stagione estiva, saranno esposti cinque piccoli prototipi di Michele De Lucchi: «Legni di pietra», lavori nati dal recupero di tronchi sbozzati e conservati per anni, oggi reinterpretati su basamenti di pietra, che riflettono sulla temporaneità dell’architettura e sulla mutabilità delle forme. 

Didascalie delle immagini
1. Pascale Marthine Tayou, Plastic bags, 2024. OCA Oasy Contemporary Art_©Mattia Marasco; 2. Kengo Kuma, Dynamo Pavillion, 2025. OCA Oasy Contemporary Art_©Mattia Marasco; 3.Alejandro Aravena, Self regulation,2025. OCA Oasy Contemporary Art_©Mattia Marasco; 4. Michele De Lucchi e Mariangela Gualtieri, Nella terra il cielo, 2025. OCA Oasy Contemporary Art_©Mattia Marasco; 5. Quayola, Erosions, 2025.OCA Oasy Contemporary Art_©Mattia Marasco


Informazioni utili 
OCA Oasy Contemporary Art and Architecture. Parcheggio per visitatori SP 633 n° 15, località Piteglio (PT). Orario: dal mercoledì alla domenica, 11.00 – 17.00. Ingresso mostra: gratuito. Ingresso percorso guidato nella riserva, solo su prenotazione ad orari prestabiliti, consultabili sul sito web: intero 20,00 €, bambini fino ai 10 anni gratuito. Informazioni: Tel. 0573 1716197. Sito web: www.oasycontemporaryart.com