ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com
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giovedì 5 maggio 2022

#notizieinpillole, dall'open call «Spazio libero» al Premio Nittardi: AAA artisti e curatori cercansi

Premio Nittardi, alla ricerca di sei artisti per le etichette e le carte veline del Chianti classico «Vigna Doghessa»
C’è un luogo nel cuore del Chianti Classico in cui, da secoli, il vino incontra l’arte. È la tenuta Nittardi, proprietà, nel Rinascimento, di uno dei più grandi artisti di tutti i tempi, Michelangelo Buonarroti, che, leggendo le carte antiche, la acquistò nel 1549, durante i lavori alla Cappella Sistina, mentre progettava anche alcune migliorie alle mura della Repubblica fiorentina, per offrire il suo vino come «dono genuino» a papa Giulio II.
Dal 1981 questa azienda sulle colline al confine tra le province di Firenze e Siena, situata tra Castellina in Chianti e la Maremma toscana, è di proprietà della storica veneziana Stefania Canali e del marito Peter Femfert, gallerista tedesco (Die Galerie) con una passione per le proposte contemporanee più promettenti e sfaccettate.
La vocazione artistica è, dunque, nel Dna di questa fattoria, che conta quaranta ettari vitati e che dal 2013 è gestita dal figlio Léon Femfert. Lo dimostra lo straordinario parco di sculture contemporanee: un sentiero abitato da quarantacinque opere di grandi artisti internazionali come Miguel Berrocal, Horst Antes, Victor Roman, Raymond Waydelich, Friedensreich Hundertwasser. Lo provano gli artisti d’eccezione che ogni anno, fin dal 1981, creano due opere – un’etichetta e una carta seta d’autore - dedicate allo storico Chianti classico. Emilio Tadini, Valerio Adami, Igor Mitoraj, Mimmo Paladino, Yoko Ono, il pittore Pierre Alechinsky, unico esponente in vita del famoso Gruppo CoBrA, Dario Fo e Fabrizio Plessi sono solo alcuni degli artisti che hanno collaborato al progetto, vestendo con i loro colori e i loro disegni le bottiglie dell’esclusivo Chianti prodotto dalla «Vigna Doghessa».
Per festeggiare l’annata 2020, la quarantesima che racconta la lunga storia d’amore tra vino e arte nella tenuta Nittardi, la famiglia Canali-Femfert ha deciso di scegliere non un solo artista ma ben sei per realizzare l’etichetta (dimensioni 30 cm di altezza x 39 cm di larghezza o 40 cm x 52 cm o 50 cm x 65 cm) e la carta velina (dimensioni 40 cm di altezza x 57 cm di larghezza o 50 cm x 71 cm o 60 cm x 85 cm) che avvolge le bottiglie Chianti Classico «Vigna Doghessa» 2020. Per coinvolgere anche i più giovani è stato così indetto il Premio Nittardi.
Gli interessati potranno presentare le proprie proposte entro il 3 luglio. Il motivo e la tecnica artistica (olio o acrilico su tela, pastello, gouache, collage, matita colorata o acquerello su cartone, fotografia o altre tecniche) sono a libera scelta dell'artista. I vincitori verranno premiati con una settimana di soggiorno per due persone durante l’autunno 2022 e con ventiquattro bottiglie di Chianti classico. Le loro opere d'arte saranno esposte, insieme a tutte le etichette e le veline delle 39 annate precedenti, il prossimo autunno a Firenze e nel 2023 alla Die Galerie di Francoforte (Germania).
Maggiori informazioni sono reperibili sul sito www.nittardi.com

Venezia, da Ca’ Select una open call per artisti e visual designer under 35
Era il 1920 quando i giovani Fratelli Pilla, grazie alla loro esperienza liquoristica, davano vita a Venezia, nel sestiere di Castello, al Select. Cento anni dopo l’azienda e il suo inconfondibile aperitivo ritornano nella città lagunare e, dal prossimo autunno, avranno una nuova sede nel sestiere di Cannaregio.
Il progetto di Ca’ Select, firmato dallo studio Marcante-Testa, prevede il recupero di un antico fabbricato industriale che, oltre ad ospitare il cuore del processo produttivo dell’aperitivo veneziano, sarà uno spazio esperienziale aperto alla città, con un’area degustazione, un’area eventi per iniziative sociali e culturali e un’area espositiva che racconterà in maniera multimediale e interattiva la storia di Select, così profondamente intrecciata a quella di Venezia.
Per l’occasione è stato lanciato un contest rivolto ad artisti e visual designer under 35 per la realizzazione di un’opera site specific, della larghezza di circa cinque metri, che reinterpreti l’immaginario e della tradizione veneziana attraverso il linguaggio della grafica. L’ intervento artistico sarà posizionato su una parete dell’area Bar&Mixology di Ca’ Select e vi rimarrà in esposizione per dodici mesi a partire dall’inaugurazione dello spazio.
Per aderire alla open call, le cui iscrizioni rimarranno aperte fino al 29 maggio, ogni partecipante dovrà prima di tutto motivare la propria personale connessione con la città di Venezia per esperienza diretta o per affinità ideale. 
I candidati saranno, poi, liberi di interpretare gli elementi della tradizione veneziana creando un’opera con una «connotazione grafica» nelle forme. Per la sua realizzazione, l’artista potrà scegliere tecniche diverse fra loro come pittura, collage, tessuto, wallpaper o poster, lavorando sull’astrazione o sulla figurazione. 
Al vincitore verrà, infine, richiesto di consegnare a Select una linear version dell’opera come testimonianza dell’intervento artistico realizzato nello spazio.
Le proposte artistiche saranno valutate da Aurora Fonda, curatrice del progetto e fondatrice della School for Curatorial Studies Venice, e da Federica Sala, curatrice e design advisor
Il bando è scaricabile dal sito www.caselectarte.it.

Ritorna la Nomadic School in alpeggio, aperta la open call di Oht – Office for a Human Theatre
Negli anni Sessanta l’architetto Cedric Price e la regista teatrale Joan Littlewood davano vita al progetto «Fun Palace» con l’intento di realizzare un’Università della strada, un laboratorio del divertimento. A questa esperienza guarda Oht [Office for a Human Theatre], studio di ricerca del regista teatrale e curatore Filippo Andreatta. Nasce così «Little Fun Palace», una piccola roulotte che si trasforma in luogo effimero di aggregazione, ospitando incontri, dialoghi, balli e ogni forma di spontaneità possibile.
Qui, dal 25 giugno al 3 luglio, si terrà anche la Scuola nomadica (Nomadic School) di Oht, progetto che sperimenta diverse possibilità di apprendimento e condivisione del sapere attorno alle arti performative. Con workshop, esperimenti, incontri, camminate e micro performance, i partecipanti sono incoraggiati a riconsiderare la propria centralità e perifericità all’interno di uno spazio condiviso come quello scenico.
Questa edizione della Scuola nomadica si terrà alle Torri del Vajolet, sulle Dolomiti, a 2.300 metri sul livello del mare. Dodici partecipanti – ospitati in un rifugio di montagna – saranno completamente immersi nel paesaggio alpino dove vita e studio diverranno un tutt’uno.
Per partecipare è necessario rispondere a un’open call aperta a chiunque abbia interesse nella produzione e percezione dello spazio e dello studio del paesaggio. I partecipanti dovranno provenire da discipline quali teatro, danza, architettura, geografia, antropologia, filosofia, scienze naturali, letteratura, musica, arti visive e design e avere conoscenza della lingua inglese. Per partecipare bisogna inviare, entro il 15 maggio, la propria candidatura, con un curriculum e un testo motivazionale, a info@oht.tn.it.
La Scuola nomadica – che sabato 2 e domenica 3 luglio accoglierà anche il pubblico generico – vede la partecipazione di alcuni mentori che, nel rispetto delle loro pratiche, affrontano il ruolo dello spazio e di come produce realtà. Per questa edizione sono stati coinvolti Enrico Malatesta (percussionista e sound-researcher), Chiara Pagano (artista ed ex Nomadica), Christian Casarotto (glaciologo e collaboratore del Muse), Industria Indipendente (collettivo di arti performative e visive), Gabriella Mastrangelo (spatial designer ed ex Nomadica), Annibale Salsa (antropologo), Stefania Tansini (danzatrice e coreografa), Daniel Blanga Gubbay (curatore e ricercatore), Rugilė Barzdžiukaitė (film-maker e regista teatrale), Davide Tomat (musicista e sound designer).
Per maggiori informazioni: http://www.oht.art/it/lfp-nomadic-school-2022.html.

«Spazio libero», a Milano una doppia open call per artisti e curatori
Un luogo in cui sperimentare i linguaggi della creatività e confrontare il proprio lavoro con gli altri: è questo l’obiettivo di «Spazio libero», la doppia open call lanciata dalla Casa degli artisti di Milano, luogo storico al centro del quartiere Garibaldi-Brera, con oltre cento anni di vita alle spalle, che ha riaperto le porte nel febbraio 2020, configurandosi da subito come centro di residenza, produzione e fruizione pubblica.
Il concorso si inserisce in «Human Nature», il programma ideato per il 2022 che sottende i tanti interrogativi su cosa significhi essere umani oggi nelle relazioni dell’uomo con sé stesso, con gli altri, con l’altro, con gli spazi che abita, con gli altri esseri viventi, con la natura.
Milovan Farronato - tutor della open call, le cui iscrizioni sono aperte fino all’8 maggio per i curatori e fino al 15 maggio per gli artisti - parla di «Spazio libero» come di «una pagina bianca»; «una casa aperta a nuovi fantasmi»; «terra fresca che chiama spore per complicarsi»; «un luogo che disconosce la neutralità»; «uno spazio in cui le coincidenze si dispongono a complicare la visione d’insieme». «Spazio libero» vuole, dunque, farsi cassa di risonanza delle domande, delle inquietudini, dell’incertezza e dei pericoli che tutti stiamo sentendo e lo fa con l’idea che l’arte possa offrire nuove possibilità alla nostra vita.
Il progetto coinvolgerà, nello specifico, due curatori e sei artisti, che nell’ultima settimana di giugno entreranno nelle sale di corso Garibaldi e lavoreranno insieme per stabilire come iniziare a muoversi nell’ambiente. Successivamente i prescelti, ai quali verrà assegnato un contributo spese di mille euro, prenderanno possesso degli atelier che saranno messi loro a disposizione per la residenza e la realizzazione dei progetti, lasciando emergere la circolarità della produzione artistica.
I risultati della residenza, qualsiasi forma conquisteranno, saranno presentati al pubblico in una open house nel mese di novembre, occupando integralmente ogni spazio disponibile di Casa degli artisti.
Le candidature devono pervenire alla mail: opencall@casadegliartisti.org. Maggiori informazioni sono disponibili sul sito www.casadegliartisti.org.

Al via la terza edizione del Torino Social Impact Art Award, residenza per due giovani artisti con background multiculturale
È partita la macchina organizzativa per la terza edizione del «Torino Social Impact Art Award», open call ideata nell’ambito di «Artissima», che offre a due giovani talenti con una formazione nel mondo dell’arte contemporanea e un background multiculturale e migratorio una residenza d’artista per la creazione di un’opera fotografica o video.
Ogni edizione del concorso è caratterizzata da un bando rivolto a giovani under 35, diffuso nelle principali Accademie di belle arti e università italiane. Ai vincitori verranno offerti un contributo forfettario di 3mila euro e l’alloggio per trenta giorni all’hospitality partner Combo, un innovativo concept di ospitalità nel cuore di Porta Palazzo a Torino, quartiere storico e multiculturale.
Dopo «Quante Italie?» e «Zoom in/Zoom out», il bando del 2022 si intitola «Ribellioni e rinascite: il potenziale creativo del confronto» e invita gli artisti a riflettere sul tema del conflitto sociale nelle sue diverse manifestazioni e forme latenti. «Contestazione e dissenso – spiegano gli organizzatori - possono diventare uno strumento generativo e creativo se il confronto non sfocia in atteggiamenti e comportamenti distruttivi, ma viene mediato al fine di suscitare lo sviluppo di nuove visioni e trasformazioni sociali. Il conflitto sociale, infatti, oltre a mettere in luce questioni di giustizia sociale e spaziale, è generativo di nuove rappresentazioni, idee, esercizi di negoziazione e contaminazione, resistenza e mutuo-aiuto, che portano alla nascita di pratiche innovative e linguaggi inediti. All’interno della complessità del confronto sociale, l’arte non può che essere un alleato in questa sfida di ricomposizione e rigenerazione».
All’inizio della residenza è prevista un’intera giornata di workshop, con l’obiettivo di promuovere una relazione e uno scambio tra artisti e territorio. La città sarà attraversata da un capo all’altro con la linea 4 del tram, famoso a Torino per il suo tragitto che la ripercorre dal quartiere Mirafiori Sud al quartiere di Falchera, a Nord. Il percorso sarà inframezzato da incontri e visite a luoghi significativi, come gli Orti Generali o le Case dei quartieri, che, spesso in totale rottura con la propria storia passata, lavorano per affermare un certo immaginario di città, basato su valori quali la prossimità, le relazioni, le reti, le esperienze di collaborazione, la cura e il mutuo-aiuto, il rispetto per l’ambiente. Gli artisti potranno, inoltre, avvalersi di un servizio di tutoring a cura di Matteo Mottin e Ramona Ponzini, fondatori dell’art project Treti Galaxie.
I video o le fotografie prodotte nel periodo di residenza - lavori che diffondano messaggi capaci di trasformare positivamente la percezione di ciò che può comunemente apparire come lontano, estraneo o diverso - verranno presentati ad Artissima 2022 (3-6 novembre).
La scadenza per partecipare è il 23 maggio. Per maggiori informazioni è possibile scrivere all’indirizzo segreteria@artissima.it. Il sito di riferimento è www.torinosocialimpact.it.

Nelle fotografie: 1. Monia Ben Hamouda, winner of the second Torino Social Impact Art Award. © Giorgio Perottino. Courtesy Torino Social Impact and Artissima; 2. Caterina Shanta (winner of the first Torino Social Impact Art Award) at Combo Torino, working on the project “Talking about visibility”. © Giorgio Perottino; 3. Artissima 2021, stand Torino Social Impact Art Award, Oval Lingotto, Torino Crediti fotografici: Perottino-Piva / Courtesy Artissima

martedì 18 maggio 2021

«Reset», la open call per fotografi e ricercatori sui cambiamenti della società

Tratta il tema della rigenerazione umana e urbana la open call «Reset. Sistema Festival Fotografia racconta la società contemporanea», rivolta a fotografi, ricercatori e curatori, italiani o residenti in Italia. 
Un lavoro fotografico, un saggio o un testo critico che illustri la complessità morfologica, economica e culturale del nostro Paese e che descriva i cambiamenti della nostra società è quanto ricerca il bando, lanciato dalla rete dei più importanti festival italiani dedicati all’immagine, ovvero il Fotografia europea di Reggio Emilia, il Cortona On The Move, il Si Fest di Savignano sul Rubicone, il Festival della Fotografia etica di Lodi e il Photolux Festival di Lucca.
«Le attuali forme di aggregazione delle comunità, i mutamenti indotti dalle nuove tecnologie, i concetti di mobilità evoluta sono solo alcune delle istanze che stanno ridefinendo il concetto stesso di territorio e di relazione tra cittadini», raccontano gli ideatori della open call, indetta nell’ambito del bando «Strategia Fotografia 2020», promosso della Direzione generale creatività contemporanea del Mic - Ministero della cultura.
I progetti, che dovranno pervenire in modalità digitale entro il 9 giugno, sulla piattaforma dedicata (http://www.sistemafestivalfotografia.it/open-call/), saranno giudicati da una commissione scientifica composta da Denis Curti, Alberto Prina, Matteo Balduzzi, Francesca Fabiani, il fotografo e scrittore Aaron Schuman e la giornalista Elisa Medde, managing editor di «Foam Magazine».
Ai vincitori – tre per la call for picture e uno per la call for paper – sarà riconosciuto un premio di tremila euro e saranno destinati una mostra, un catalogo e una serie di attività formative.
Al bando si affiancherà, inoltre, una serie di attività in programma in ciascuno dei cinque festival della rete. Il 22 e 23 maggio, a Reggio Emilia, nel corso delle giornate inaugurali di Fotografia europea, si terrà un convegno che approfondirà i diversi aspetti del tema al centro di «Reset», inserendo l'indagine fotografica all'interno di una più ampia riflessione multidisciplinare e coinvolgendo nel dialogo fotografi, curatori, urbanisti e architetti che si sono occupati di rigenerazione umana e urbana.
Cortona On The Move
accoglierà, il 15 luglio, un momento di alta formazione con professionisti internazionali della fotografia, al quale i quattro vincitori della call avranno accesso gratuito. «L'obiettivo delle giornate a Cortona - sottolinea il direttore del festival, Antonio Carloni - è quello di favorire per i premiati lo sviluppo di una rete di contatti che sia utile alla loro crescita umana e professionale».
Mentre nei suoi tre weekend di apertura (10-12, 18-19, 25-26 settembre), il Si Fest di Savignano sul Rubicone ospiterà la mostra con le opere dei progetti selezionati, negli spazi dell’ex Consorzio di Bonifica. Per l’occasione, durante le giornate inaugurali (il 10, l’11 e il 12 settembre), sarà presentato il catalogo, edito da Postcart, che raccoglierà i lavori fotografici e il saggio premiato.
In ottobre, poi, al Festival di Fotografia etica di Lodi saranno illustrati i principi dell’Educational program e in particolare il kit digitale composto da un ciclo di lezioni da sviluppare in chiave interdisciplinare, al fine di essere utilizzato dagli insegnanti del territorio nazionale con la mediazione del personale didattico dei festival.
Infine, durante il Photolux Festival di Lucca, in programma a ottobre, una tavola rotonda, alla quale parteciperanno i cinque direttori artistici del Sistema Festival Fotografia, insieme ai membri della giuria e ai referenti delle istituzioni e manifestazioni internazionali coinvolte, analizzerà il percorso fatto e i risultati raggiunti, gettando le basi per il lavoro dell’anno successivo, per continuare a raccontare il nostro mondo che cambia.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Cortona On The Movie. Foto di Alessia Manti; [fig. 2] Si Fest. Foto di Margherita Cenni; [fig. 3] Fotografia europea. Foto di Renza Grossi; [fig. 4] Festival di fotografia etica. Foto di Miki Golden
 

Informazioni utili 
Sito Internet: http://www.sistemafestivalfotografia.it/. Facebook: @SistemaFestivalFotografia. Instagram: @sistemafestivalfotografia. Youtube: Sistema Festival Fotografia. Per saperne di più sui social: #sistemafestivalfotografia | #reset | #DGCC | #CreativitaContemporanea | #StrategiaFotografia2020 | #SF_2020

giovedì 13 maggio 2021

Quando arte fa rima con vino: nasce il premio Domenico Clerico

«Esiste una leggenda che racconta di un bambino mai cresciuto, che ha sempre voluto volare senza regole, selvatico nell’anima e nel cuore». Quel bambino era Domenico Clerico, un grande nome del Barolo in Italia e nel mondo. La storia della sua prestigiosa cantina, a Monforte d’Alba, coincide con la storia di un uomo che ha rivoluzionato il concetto della viticoltura nelle Langhe, animato dal desiderio di sperimentare per raggiungere l’eccellenza che da sempre caratterizza i suoi vini.
Domenico Clerico è stato un precursore nello studio del Nebbiolo, ma anche della Barbera D’Alba e del Dolcetto, il vino da cui ha iniziato a costruire il suo sogno già dal 1976. Il suo legame intenso con la terra, il lavoro instancabile tra i filari e la passione per il «nettare di Bacco», quel liquido speciale che «unisce il cielo e la terra» e nel quale «vivono sangue, luce e amore», hanno costruito negli anni un patrimonio unico, che oggi viene portato avanti dalla moglie Giuliana e da un team di esperti guidato da Oscar Arrivabene, enologo e direttore generale.
Azienda Domenico Clerico
Un'azienda moderna è un'azienda che si rinnova, mantenendo fede alla propria storia, devota a una filosofia che attraversa inalterata il tempo. Domenico Clerico voleva creare un vino che sapesse racchiudere in sé «eleganza, capacità di invecchiare, ricchezza al palato e note fruttate». Un vino che fosse ambasciatore di un territorio, che sapesse raccontare le Langhe, sito patrimonio mondiale dell’Umanità di Unesco.
Quello di Domenico Chirico era un lavoro plasmato di umiltà e genio, di studio e voglia di sperimentare. Era un'arte e proprio al mondo dell'arte ha guardato l'azienda piemontese per un suo nuovo progetto.
Nel 2020 è nato «Arte Edizione Limitata», con l’intento di trasmettere attraverso opere d’arte trasformate in etichette, l’essenza del vino Arte Langhe Rosso DOC di Domenico Clerico. Bruno Murialdo, autore di «pinto-poesie, libere come le ali di un passero», e Paolo Baraldi, detto «il Baro», sono stati i primi due artisti scelti per impreziosire e personalizzare i grandi formati dell’annata 2019, con cinque illustrazioni ciascuno.
Paola Gribaudo, presidente Accademia Albertina di Torino
Quest’ anno, invece, l’azienda ha deciso di fare un accordo su base triennale con l’Accademia di Belle Arti di Torino istituendo un premio per coinvolgere e sostenere i giovani creativi, per stimolare i talenti di domani a raccontare il connubio tra arte e vino, frutto di un mix speciale di bellezza, radici, valori e legame con il territorio.
«L'iniziativa rappresenta per i nostri studenti - racconta Paola Gribaudo, presidente dell'ente educativo piemontese - un’occasione di formazione e crescita al di fuori dalle aule della scuola. La creatività delle nuove generazioni - che in Accademia non studiano solo pittura, scultura o incisione, ma anche fotografia, digital art, progettazione artistica per l’impresa, design e decorazione, nuove tecnologie - può portare una nuova visione a un prodotto di grande qualità come il vino della cantina Domenico Clerico».
Ogni partecipante sarà chiamato a realizzare, con qualsiasi tecnica espressiva, un minimo di cinque opere inedite sul tema arte-vino. Una commissione decreterà i due vincitori che riceveranno un premio in denaro.
Una rosa di dieci diverse etichette celebrerà, quindi, le caratteristiche dell’annata e la personalità dell’Arte Langhe Rosso DOC di Domenico Clerico. Successivamente il cliente che acquisterà il vino potrà scegliere l’etichetta preferita tra quelle proposte e personalizzare così la propria bottiglia di «Arte» realizzata in un numero limitatissimo di esemplari, solo su prenotazione attraverso il sito dell’azienda.
Il termine di iscrizione alla prima edizione del Premio Domenico Clerico scade domenica 30 maggio 2021 (entro le ore 18); le opere dovranno essere consegnate dai partecipanti entro giovedì 15 luglio 2021. Successivamente verranno resi noti i nomi dei vincitori.

Informazioni utili 

mercoledì 5 maggio 2021

#Dante700, a Firenze una call for artist per la scenografia dello spettacolo «In fuga dall’ingiusta pece»

«[…] Condannato per baratteria, frode, falsità, dolo, malizia, inique pratiche estortive, proventi illeciti, pederastia, […] a 5000 fiorini di multa, interdizione perpetua dai pubblici uffici, esilio perpetuo (in contumacia), e se lo si prende, al rogo, così che muoia». Con questa sentenza del 10 marzo 1302, racchiusa nel «Libro del Chiodo», attualmente conservato all'Archivio di Stato di Firenze, Dante Aligheri, allora appena trentasettenne, iniziava la sua vita da esule. Le accuse erano pretestuose, frutto di una vendetta per la sua attività tra i Guelfi bianchi. Ma lo scrittore, che allora si trovava a Roma per un tranello di papa Bonifacio VIII, vicino agli avversari politici del «Sommo poeta», la fazione dei Neri, che aveva preso il potere della città toscana sul finire del 1301, con il sostegno di Carlo di Valois, non rivide mai più la sua patria. L’autore della «Divina Commedia» preferì non difendersi da quella che considerava una «giustizia ingiusta»; trascorse la sua vita da esule, di corte in corte, sperimentando «come sa di sale lo pane altrui, e come è duro calle lo scendere e 'l salir per l'altrui scale» («Paradiso», canto XVII, vv. 55-60); e ancora oggi le sue spoglie mortali sono conservate a Ravenna.
Alla storia di Dante Alighieri esule sarà dedicato lo spettacolo «In fuga dall’ingiusta pece» dell’associazione culturale «Arte e arti» e della compagnia teatrale «Attori e convenuti», inserito tra il centinaio di progetti che compongono il cartellone ufficiale delle celebrazioni per i settecento anni dalla morte dello scrittore.
Il lavoro consiste in una rievocazione in forma drammaturgico-poetica della vicenda personale e processuale nella quale fu coinvolto Dante, di cui si trovano più volte richiami nella «Divina Commedia»: dall’incontro con Ciacco («Inferno», Canto VI) a quello con Farinata degli Uberti («Inferno», Canto X), dalla profezia di Brunetto Latini («Inferno», Canto XV) a quella di Corrado Malaspina («Purgatorio», Canto VIII), fino al colloquio con l’avo Cacciaguida («Paradiso», Canto XVII).
Nel titolo «In fuga dall’ingiusta pece» sono riassunti i temi trattati nello spettacolo, ovvero la condizione di esule del poeta e l'ingiustizia della  sua condanna; la pece a cui si fa riferimento è quella nella quale lo scrittore immerge, nei Canti XXI e XXII dell’«Inferno», i condannati per baratteria, il reato del quale egli fu accusato.
Nella solitudine dell’esilio, Dante riflette sul suo stato di migrante «forzato», sull’uso distorto della giustizia quale strumento per estromettere gli avversari e sulla sua scelta di non difendersi da false accuse infamanti. Il testo teatrale, che debutterà il prossimo 14 settembre a Ravenna, per poi fare tappa a Firenze e Verona, si sofferma su tutti questi aspetti ed è costituito dall'intreccio dei brani tratti dalle opere dantesche con commenti elaborati da studiosi e critici d'arte.
«In un’atmosfera tra l’onirico e il reale, - spiegano dalla compagnia fiorentina - sulla scena si materializzeranno i personaggi che hanno popolato questa tragica fase della vita di Dante e sono stati trasfigurati o citati nella sua «Commedia»: dai «neri diavoli» dei Canti XXI e XXII dell’«Inferno» - i quali assumono le sembianze dei suoi persecutori -, ai signori che lo hanno accolto e ospitato. Davanti a loro, lo scrittore da accusato si trasforma in accusatore, anche se rimarrà per sempre un confinato».
La call for artist, aperta fino al 20 giugno (informazioni all'indirizzo redazione@artearti.net), nasce con l’intento di creare una scenografia poliedrica ottenuta con la proiezione, anche simultanea, delle immagini realizzate per l’occasione dagli artisti. Il processo a Dante - evento ignorato dai pittori di ogni epoca - diventerà così un gioco caleidoscopico, nel quale le varie opere, che potranno essere realizzate con qualsiasi tecnica espressiva bidimensionale, si intersecheranno e si dissolveranno l’una nell’altra, disegnando il clima evocato dal testo.
La scelta dell’immagine per la promozione di questo concorso non è casuale ed è caduta su «Giotto dipinge il ritratto di Dante», opera del 1859 di Dante Gabriel Rossetti. «L’acquerello - raccontano gli organizzatori - rappresenta Giotto, con le fattezze dell'artista Rossetti, mentre ritrae il «Sommo poeta». Così come l'artista preraffaellita si è concesso la licenza di dare il suo volto al pittore di Vicchio, così gli artisti contemporanei sono invitati a creare una rappresentazione del processo a Dante, in totale libertà espressiva e adottando metafore, simbologie o licenze artistiche, tanto più che l’evento dell’udienza non vide la presenza dell’Alighieri».
Aldilà dei fatti storicamente accaduti, gli artisti del nostro tempo sono così chiamati a celebrare lo scrittore e la sua opera più famosa, la «Divina Commedia», figlia proprio dell’esilio.

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lunedì 3 maggio 2021

«Che faccia ti faccio?», Stabilo lancia un concorso per i più piccoli

C’è chi lo tiene sulla scrivania dell’ufficio e chi lo attacca al frigorifero, ma il ritratto di famiglia fatto dal proprio figlio o nipote è un must per ogni genitore, nonno o zio. Ora, grazie a Stabilo, azienda leader mondiale nel settore dell'evidenziazione, del colore e della scrittura, questo disegno che accompagna la crescita dei più piccoli diventa un concorso: il ritratto dei propri genitori, nonni, zii – da sempre una delle sfide più amate da bambine e bambini - è il protagonista del nuovo contest per le famiglie «Che faccia ti faccio?», un’occasione speciale per valorizzare la creatività dei bambini quando disegnano il ritratto delle persone che amano, così come speciale è l’attenzione di Stabilo alle espressioni grafiche dei piccini.Partecipare è semplice: basta invitare il proprio figlio o nipote tra i 3 i 7 anni a fare un ritratto con matite colorate, pennarelli e pastelli, in posa o replicando una foto di famiglia. Il disegno può essere decorato e arricchito con materiali a piacere (ritagli di carta, semini, pasta) o realizzato semplicemente utilizzando uno degli strumenti di scrittura sempre più innovativi ed ergonomici che Stabilo dedica ai bambini. Il genitore o il bambino stesso dovrà poi aggiungere un titolo o una frase e il gioco è fatto.
Per iscriversi basta collegarsi al sito internet scuolachannel.it e seguire tutti i passaggi. Quando il ritratto è pronto basta fotografarlo, scaricare la liberatoria e - dopo aver compilato il form on-line - caricare sulla piattaforma la foto del disegno, la liberatoria e il documento di identità.
Il concorso «Che faccia ti faccio?», valido su tutto il territorio nazionale e gratuito, è già attivo. Per inviare gli elaborati c’è tempo fino al 31 maggio.
Originalitàcreatività e pertinenza al tema saranno i tre criteri di valutazione della giuria, composta da tre esperti che terranno conto anche dell’età dei partecipanti.
Al termine della selezione, che avverrà entro il 30 giugno, saranno scelti gli elaborati migliori, tre per ciascuna categoria: la prima riservata ai bambini e bambine tra i 3 e 5 anni, la seconda tra i 6 e i 7 anni.
I vincitori si porteranno a casa la preziosa e versatile MyGiftCardSquare: una carta digitale prepagata e convertibile in Gift Card di oltre 600 brand, di un valore variabile tra i 600 euro del primo premio e i 250 del terzo. Dalla tecnologia allo shopping, dai viaggi alle visite d’arte, fino allo sport e all’e-commerce, le gift card presenti a catalogo saranno in grado di accontentare qualunque desiderio, non solo dei più piccoli, ma di tutta la famiglia. Attraverso il codice di MyGiftCardSquare basterà selezionare il brand desiderato e convertirlo in un buono spesa. Tutte le opportunità e le modalità di utilizzo sono indicate sul sito mygiftcardsquare.it.
Non resta, dunque, che prendere carta, colori e dare libero sfogo alla fantasia dei più piccoli, autori di ritratti che lasciano sempre il segno.

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martedì 20 aprile 2021

Aperte le iscrizioni alla ventesima edizione del premio «Scogliera viva»

Venti edizioni, settecento e cinquantasei partecipanti, mille e cinquantasei opere, centosei rocce scolpite: sono questi i numeri del concorso internazionale «Scogliera viva. Sculpting the Sea», che anno dopo anno ha dato vita a una delle passeggiate più belle dell’Adriatico, quella sul lungomare della città di Caorle, borgo storico, a pochi chilometri da Venezia, conosciuto per le sue spiagge di sabbia dorata che scendono dolcemente verso il mare e le sue case dai brillanti colori tipici della tradizione lagunare.
A partire dal 1993 scultori provenienti da Irlanda, Argentina, Giappone, Corea del Sud, Israele e da molti altri Stati del mondo hanno trasformato i grossi massi di trachite euganea posati per difende il centro abitato e frenare i flutti d’acqua in opere en plein air, trasformando così Caorle in un vero e proprio museo a cielo aperto.
Un delfino, un cavalluccio marino, un coccodrillo, un sole, un campanile, un marinaio, una sirena, un uomo che urla sono alcune delle creature fantastiche al centro della singolare e incantevole «passeggiata d'arte» del borgo veneto, che parte da piazza Vescovado e culmina verso nord nel Santuario della Madonna dell’Angelo, una suggestiva chiesetta che sembra galleggiare sulle acque del mare diventata nel tempo meta di pellegrinaggio non soltanto per i caorlotti, devoti alla Vergine Maria, ma anche per molti fedeli che arrivano da ogni parte del mondo.
«Scogliera viva. Sculpting the Sea» sta per scrivere una nuova pagina della sua storia. Sono, infatti, state aperte le iscrizioni alla nuova edizione del premio. La partecipazione al concorso è gratuita e aperta a scultori provenienti da tutto il mondo. Il tema sarà libero
; ogni artista potrà, dunque, scegliere liberamente il soggetto da proporre per la valorizzazione della passeggiata di Caorle. Le candidature dovranno pervenire entro il 17 maggio.Il concorso prevede tre vincitori, che si aggiudicheranno ciascuno un premio in denaro di 2000 euro e che scolpiranno il proprio progetto sugli scogli di trachite euganea della cittadina veneta.
A scegliere le tre migliori proposte sarà una giuria composta da Michelangelo Galliani, scultore e docente di tecniche del marmo e delle pietre dure all’Accademia di Belle Arti di Urbino, Danilo Premoli, architetto e designer, membro del Comitato scientifico di Adi Design Index 2020 e 2021 per il Compasso d’Oro 2022, e Pietro Valle, architetto e fondatore dello Studio Valle Architetti associati di Udine.
Per ognuno dei tre vincitori sono inoltre inclusi vitto e alloggio dal 17 al 26 giugno, giorni nei quali verrà realizzata l’opera in loco. Le nuove sculture verranno, poi, presentate al pubblico in occasione della manifestazione «ScoglieraViva. Sculpting the Sea», che si terrà la sera del 26 giugno nel centro storico di Caorle. Le nuove tre opere andranno così ad arricchire la bellezza della passeggiata sul mare di Caorle, aggiungendosi alle altre rocce scolpite nelle passate edizioni del premio. 

Informazioni utili 
Maggiori informazioni e bando di concorso disponibili sono disponibili sul sito www.scoglieraviva.com. Contatti: tel. 041.5937242, cell. 346.3369128, info@scoglieraviva.com

giovedì 15 aprile 2021

Al via la V edizione di «kunst.stück», il concorso che premia le etichette dei vini

«Un progetto serio, bello, giovane, e al tempo stesso anche ironico, democratico e innovativo»: viene raccontato con queste parole il bando di concorso «kunst.stück» (in italiano: «opera d'arte»), lanciato per il quinto anno consecutivo dalla Cantina Kaltern, una delle aziende vitivinicole più importanti dell'Alto Adige con i suoi 450 ettari e circa 1.200 vigneti. La call to action, aperta fino al 25 aprile, alle ore 23.59, è rivolta ad artisti e designer affermati o emergenti, chiamati a realizzare un'etichetta d'arte che sappia interpretare il vitigno più rappresentativo dell’anno.
In questa edizione l’incoronazione a «kunst.stück» è andata a una parcella di Pinot Grigio, vitigno che è un po’ la «cenerentola» – se così si può dire – dei vitigni autoctoni e non, presenti nelle ripide vigne dell’Alto Adige e del lago di Caldaro. Anche se non sempre l'eccezione è la regola: «in alcune parcelle molto vocate e in certe annate, si può cogliere la vera grandezza del Pinot Grigio e il suo splendore», ci insegna l'enologo Andrea Moser. Questo è successo nell’annata 2019, dal ritmo sui generis, che, tra pioggia e sole, ha permesso a Cantina Kaltern di raccogliere uve Pinot Grigio di altissima qualità. Il tema del concorso di quest'anno è così «Il grande momento di Cenerentola».
A ogni edizione, infatti, l'argomento del concorso cambia e, in questi cinque anni, è nata una collezione di vini «opere d’arte della natura», vestiti con altrettante opere d’arte e prodotte in edizione limitata.
Le edizioni passate hanno visto, per esempio, nel 2014 le varietà di Pinot Bianco interpretate da Claudio Paternoster, artista che ha convinto sia la giuria sia il pubblico con la sua elegante interpretazione creativa. Margit Pittschieler ha, invece, vinto il concorso per l'etichetta del «kunst.stück» Cabernet Sauvignon Riserva 2015; la giovane di Bressanone è stata in grado di convincere il pubblico della votazione on-line con la sua interpretazione del tema «Un vino di mondo, di casa a Caldaro». Mentre il Kalterersee classico superiore 2016 porta un’etichetta creata dal designer e docente milanese Stefano Mandato, che ha concepito un’opera d’arte tesa a raccontare la «gioia di vivere al lago di Caldaro». Infine, il Merlot dalla vendemmia 2018 porta il vestito di Anita Ladurner, che ha lavorato sul tema «Baciato dal sole».
Le opere realizzate diventano così un fermo immagine del tempo che scorre. «Gli acini, come perle, - raccontano, a tal proposito, dalle Cantina Cantina Kaltern, che premierà il vincitore con mille euro - racchiudono un tesoro che verrà svelato dalla mano dell’uomo e rinchiuso nuovamente, stavolta in una bottiglia. Resterà lì, in silenziosa attesa del momento in cui si alzerà il sipario e verrà il suo momento da protagonista, un assolo, al centro della scena. E l’esperienza diventerà memoria, impresso ricordo nel cuore e nella mente: kunst.stück». 

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martedì 23 marzo 2021

Premio 10:26, le arti visive ricordano la strage del 2 agosto 1980

Fa ripartire idealmente le lancette dell’orologio della stazione di Bologna, ferme alle 10:25 del 2 agosto 1980, il Premio 10:26.
Il contest, rivolto a giovani studenti europei ed extraeuropei fino ai 26 anni, è istituito dalla Fondazione Bottega Finzioni con il patrocinio dell’Associazione tra i familiari delle vittime della strage della Stazione di Bologna del 2 agosto 1980 e il sostegno di Gruppo Cer Gas, Orteco Srl e Eurotre Srl.
Obiettivo del premio, al quale si potrà partecipare fino al 25 aprile, è di ricordare la vita, le passioni e i sogni delle vittime della strage del 2 agosto 1980, cercando di riallacciare simbolicamente i fili e i percorsi spezzati quel giorno, e facendoli proseguire attraverso la facilitazione di percorsi di studio e ricerca. Non a caso sull’immagine guida del contest si legge la scritta: «guardare avanti, per non dimenticare».
La call è aperta a tutti coloro che abbiano un progetto originale in ambito culturale, scientifico e artistico: dalle opere d’arte a progetti di ricerca, testi e saggi.
Per la prima edizione, il Premio 10:26 assegnerà una borsa di studio dal valore di 3.000 euro e dieci premi in buoni da 250 euro. L’ambito disciplinare per i progetti di ricerca sarà indicato di anno in anno da parte di Fondazione Bottega Finzioni, onlus che si occupa di narrativa con una sua scuola di scrittura e una casa di produzione per fiction televisive e documentari, e dell’Associazione 2 agosto 1980, che individueranno congiuntamente una commissione costituita da membri esperti della materia selezionata.
L’ambito disciplinare per il 2021 riguarda la storia dell’arte e le produzioni nell'ambito delle arti visive.
La commissione di valutazione, composta da Davide Domenici (antropologo e archeologo), Elena Pirazzoli (storica) e Francesca Tancini (storica dell’arte), selezionerà il progetto ritenuto più originale e significativo tra tutti quelli inviati.
I concorrenti (singoli o gruppi, scuole o classi, maggiorenni e minorenni) dovranno inviare il loro progetto di ricerca in formato Pdf all'indirizzo info@bottegafinzioni.com entro il 25 aprile. Il bando completo è disponibile al link https://bit.ly/2Q62nVG.
La premiazione dei vincitori avverrà lunedì 2 agosto, durante la cerimonia di commemorazione delle vittime della strage. Il luogo e l’orario della stessa verranno comunicati a tempo debito a tutti i partecipanti.
Non è la prima volta che a Bologna si utilizza il linguaggio dell’arte come strumento per commemorare la strage del 2 agosto 1980, il più grave attentato terroristico avvenuto in Italia nel Secondo dopoguerra, il cui drammatico bilancio fu di ottantacinque morti, oltre duecento feriti e una quantità incalcolabile di dolore, con cui la città convive ancora oggi per la mancanza di risposte certe sui mandanti e sui motivi dell'attentato. Nel 2017 si utilizzò, per esempio, il linguaggio del teatro con «Cantiere 2 Agosto», iniziativa che vide ottantacinque narratori, sparsi in vari luoghi della città, raccontare la storia di chi era scomparso per sempre in una calda e afosa mattinata d’estate.
Mentre nel 2018 si tenne il concerto «Sinfonia di soccorsi» e l’anno successivo fu organizzato lo spettacolo teatrale «Un'altra vita», monologo di Matteo Belli. Nel 2020, invece, è stato inaugurato un progetto di arte pubblica, dal titolo «Lost and found 1980-2020», che anima le strade di Bologna e di altre città emiliane -al momento Parma, Reggio, Modena e Rimini-, con le opere del Collettivo FX, di Alessandro Canu, di PsikoPlanet, di Guerrilla Spam e di Zamoc (nelle foto i vari progetti). Adesso sono chiamati in causa i giovani che hanno sentito solo parlare della strage di quarant’anni fa; la Fondazione Bottega Finzioni li invita a ridare vita alle passioni e ai sogni delle vittime, riallacciando simbolicamente i fili e i percorsi spezzati quel giorno.
Il passato cede così il testimone al presente attraverso storie quotidiane uniche, ma identiche a tante altre, perché quel sabato – come ricorda Daniele Biacchessi nel libro «Un attimo, vent’anni» - nella sala d'aspetto di seconda classe della stagione di Bologna «vi era chi leggeva, alcuni bimbi che correvano sotto gli occhi orgogliosi dei loro genitori, boy scout accampati in un angolo, un signore che osservava il tabellone ... storie di gente comune, di vita quotidiana, in una stazione come tante altre ...». Storie che tante volte abbiamo visto e vissuto tutti noi prima della pandemia, nel caotico via vai di uno scalo ferroviario, in attesa di un treno per una trasferta di lavoro, per un viaggio verso una località di mare o per un sospirato ritorno a casa.

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martedì 16 marzo 2021

«We Will Design», aperta la call to action di Base per partecipare alla prossima Milano Design Week

Ha appena preso il via «We will design», la call to action lanciata da Base Milano, progetto di contaminazione culturale tra arti, imprese, tecnologia e innovazione sociale, nato nel 2016 all’interno degli edifici industriali dell’ex-Ansaldo, un’area di 12mila metri quadrati usati per esposizioni, spettacoli, workshop, conferenze e residenze d’artista. Fino al 31 marzo sarà possibile inviare la propria proposta per partecipare alla Design Week 2021, in programma dal 5 al 12 settembre. Il bando è rivolto ad atenei italiani e internazionali, ma anche ad accademieluoghi di formazione non convenzionaledesigner e brand emergenti, tutti chiamati a esplorare e ripensare nuovi modi di vivere, attraverso il design, in risposta all’attuale e inevitabile fase di ripensamento globale.
A tal proposito, va ricordato che sono numerose le domande e le riflessioni che ci guideranno verso la prossima edizione della Design Week.  «Negli ultimi mesi - ricordano, a questo proposito, gli organizzatori - la nostra vita quotidiana è stata sospesa; nuovi codici di condotta hanno messo alla prova il senso della coesistenza e della coabitazione, del nostro essere connessi al di là del mezzo digitale. In questo contesto il design diventa lo strumento per rispondere a un progetto più vasto che coinvolge l’ambiente, l’habitat, i rituali domestici o sociali, le relazioni tra spazio pubblico e privato e altre nuove forme di design antropologico. Dal design di prodotto a quello dei servizi, dalla moda al design d’interazione, dal branding all’experience design, di conseguenza i campi di azione del design si sono estesi e sempre di più si infittiscono le sfere della sua influenza: il design ci aiuta a indagare dove sta andando la nostra società».
A partire da questo presente e con la volontà di costruire un nuovo futuro, Base guarda, dunque, al prossimo Fuorisalone scegliendo di indagare le tematiche più attuali scaturite da questo particolare momento storico, abbracciando un concetto di design antropologico, dalla costruzione identitaria ai comportamenti sociali. Oggi più che mai il design diventa, infatti, una lente per guardare alla nostra società, uno strumento fondamentale di cooperazione e costruzione comune, in cui le realtà della formazione hanno un ruolo cruciale nel ri-progettare relazioni e co-abitazioni del futuro. In questo senso, il design si è avvicinato all’arte, alle scienze sociali, alla sociologia e ancora di più all’antropologia.
Coinvolgimento di lungo periodoco-progettazione e transettorialità sono al centro dell’approccio di Base. Alla luce di quanto abbiamo vissuto nell’ultimo periodo, all’ex Ansaldo si è voluto ripensare la Design Week come un percorso di lungo termine, destinato a non esaurirsi durante la settimana del Fuorisalone, ma a costruire collaborazioni e progettualità prima e dopo questo momento. «We Will Design» si svilupperà, infatti, in diversi appuntamenti nel corso dell’anno - coinvolgendo ospiti ed eventuali espositori interessati - e troverà il suo apice nella settimana dal 5 al 12 settembre, nei giorni della prossima Design Week, da sempre uno dei momenti di massima espressione creativa a livello internazionale della città di Milano.
Nella scelta dei progetti selezionati, di cui verrà dato un feedback entro il 12 aprile, con la call to action, verrà dato spazio all’esposizione, ma anche alla creazione di progetti site specific sviluppati a quattro mani insieme a Base e alle realtà coinvolte attraverso residenze, workshop e un public program per approfondire le tematiche indagate. Il design e l'arte racconteranno così il mondo che ci attende. 

Informazioni utili 
Base, Via Bergognone, 34 - Milano.  Tutti i dettagli su: www.base.milano.it/designweek2021/Per maggiori informazioni scrivere a: design@base.milano.it 


mercoledì 10 marzo 2021

Superblast, la chiamata alle arti di Manifattura Tabacchi

In un periodo che ha messo a dura prova il settore artistico e culturale, Nam - Not a Museum, il programma dell’arte contemporanea di Manifattura Tabacchi a Firenze, basato sul principio dell'interdisciplinarità tra le arti, sul coinvolgimento della comunità e sull’indagine del rapporto tra arte, scienza e natura, presenta Superblast: un’iniziativa che pone al centro la valorizzazione della pratica artistica al di fuori dei luoghi tradizionalmente a essa associati.
L’obiettivo di questa chiamata alle arti è quello di favorire la creazione di percorsi di crescita dei giovani artisti italiani e internazionali e rendere la città di Firenze il centro di un nuovo attivismo culturale per l’ambiente, promuovendo il confronto tra spazi pubblici, contemporanei e storici e la costruzione di una memoria collettiva.
Manifattura Tabacchi ha, dunque, lanciato un bando di concorso per l’assegnazione di sei premi per altrettante residenze a sei artisti multidisciplinari per lo sviluppo di progetti artistici in dialogo con gli spazi dell’istituzione fiorentina.
Il bando è gratuito e aperto a partecipanti, di ogni provenienza geografica e sotto i 40 anni, singoli o collettivi, con pratiche artistiche di diversa natura: scultura, pittura, sound and new media artperformance, pratiche coreografiche e relazionali, progetti workshop-based e progetti che mettano in discussione il rapporto esistente tra uomo e ambiente.
Ogni artista selezionato sarà accompagnato da un curatore per la stesura di un testo critico volto alla realizzazione di un progetto editoriale dedicato. Le sei opere confluiranno in una mostra collettiva e contribuiranno alla pubblicazione del progetto editoriale previsto per settembre, il mese che Manifattura Tabacchi vuole dedicare alla sostenibilità, nell’ambito di un programma pubblico composto da talk, tavole rotonde e attività laboratoriali.
Gli artisti selezionati avranno l’occasione di prendere parte attiva al cambiamento e alla visione interdisciplinare che l’istituzione fiorentino da sempre promuove per sperimentare linguaggi ibridi in dialogo con un luogo di matrice industriale. Il bando è, dunque, un’occasione per guardare al rapporto tra uomo e natura, chiamando in causa l’arte e la sua capacità trasversale di porsi domande prima di immaginare soluzioni, di coinvolgere professionisti dai campi scientifici e umanistici e di veicolare la sensibilità comune rispetto al cambiamento climatico verso forme inedite di espressione e azione.
Superblast si rivolge ad artisti, pensatori, creativi, attivisti che abbiano il desiderio di guidare il cambiamento, immaginare e ridisegnare i luoghi della cultura, per un futuro più sostenibile nell’era dei mutamenti climatici attraverso la costruzione di relazioni e progetti comuni.
Cosa significa fare arte oggi? Come ricostituire un equilibrio tra l’uomo, la città e il mondo naturale? Una nuova ecologia del pensiero è possibile? Sono queste le domande, sempre più rilevanti nel contesto attuale che ci ospita e che costituisce una svolta critica nella storia del pianeta, al centro del bando. Manifattura Tabacchi sceglie, dunque, di dare spazio alla sperimentazione artistica e al confronto sui temi urgenti del nostro tempo, quali la relazione tra natura e cultura, l’uomo e le altre specie viventi, l’individuo e la collettività.
Sarà possibile partecipare fino al 21 marzo seguendo le istruzioni riportate sul sito www.superblast.it o su www.manifatturatabacchi.com
I progetti saranno valutati da un comitato scientifico internazionale composto da autorità nei campi dell’intersezione tra arte e ecologia quali Mario Cristiani, cofondatore di Associazione Arte Continua e di Galleria Continua (San Gimignano, Beijing, Les Moulins, Habana), Stefano Mancuso, neurobiologo vegetale e accademico, direttore di LINV International Laboratory of Plant Neurobiology e fondatore di Pnat, Erica Petrillo, scrittrice e curatrice che collabora con lo studio interdisciplinare 2050+ (Milano), Lucia Pietroiusti, curatrice di General Ecology alla Serpentine Galleries (Londra), Caterina Taurelli Salimbeni, curatrice di Nam - Not a Museum.
I finalisti saranno annunciati il 21 aprile sul sito di Manifattura Tabacchi e sui canali social di Nam – Not a Museum. 
Gli artisti selezionati saranno invitati a partecipare a un workshop dedicato all’esplorazione del luogo e del contesto di riferimento, e avranno a disposizione € 5.000 per la produzione del proprio lavoro, uno spazio dove realizzarlo e € 500 per il rimborso delle spese di viaggio e trasporto. 
Una bella occasione, questa, per far conoscere il proprio lavoro e per contribuire al racconto di un argomento attuale come quello delle relazioni tra arte e natura. 

mercoledì 10 febbraio 2021

Creativi under 28 per le terre del Monviso. Saluzzo indice un concorso per il logo di candidatura a Capitale italiana della cultura 2024

È riservato creativi under 28 il concorso di idee per la realizzazione del logo di candidatura di Saluzzo e Terre del Monviso a Capitale italiana della cultura 2024. Il logo – simbolo/logotipo a cui dovrà essere affiancato un payoff - dovrà esprimere e rappresentare in modo semplice, diretto ed immediato gli elementi fondamentali della visione strategica della candidatura e allo stesso tempo comunicare un territorio vasto, quale è Saluzzo e l’intero sistema delle valli occitane e delle terre del Monviso. Saluzzo con le Terre del Monviso è, infatti, il primo territorio alpino candidato a Capitale italiana della cultura 2024. L’antica capitale del Marchesato, a cavallo tra Italia e Francia, vuole accendere in particolare i riflettori sulla montagna, intesa non solo come meta di svago e loisir, ma come luogo di innovazione e cultura, dalle tante vocazioni e opportunità, soprattutto per i giovani.
Proprio la scelta di assegnare ai creativi under 28, attraverso un concorso di idee, la realizzazione del logo, vuole sottolineare i valori chiave della candidatura basata sulla condivisione e inclusione, sulla partecipazione e sulla promozione dell’innovazione e dell’imprenditorialità nei settori culturali e creativi.
Il logo dovrà contribuire a creare una identità visiva rappresentativa dell’intero territorio, valorizzando l’importante patrimonio ambientale, culturale, produttivo ed evidenziando allo stesso tempo il carattere innovativo e laboratoriale apportato dal percorso di candidatura.
Si tratta, nello specifico, di progettare un elemento identitario che sarà utilizzato nel dossier di candidatura e nelle iniziative di comunicazione volte a promuovere il percorso di candidatura stesso: dovrà vivere soprattutto on line (sito della candidatura e canali social dedicati) ma anche off line sui materiali che eventualmente si andranno a produrre (locandine, brochure, manifesti, eventuali gadgetpins, magliette o altro da definire).
Il concorso di idee è indetto dal Comune di Saluzzo anche per conto dei sostenitori della candidatura di Saluzzo e Terre del Monviso a Capitale italiana della cultura 2024.
La partecipazione è gratuita e riservata esclusivamente agli under 28
 (singolo o mediante riunione in gruppi di singoli sempre under 28).
Ogni partecipante potrà inviare una sola proposta progettuale rappresentando il logotipo sia a colori e sia in bianco e nero, una versione accompagnata dal payoff e alcune applicazioni e/o visualizzazioni (massimo 6, formato .jpg o .pdf) in contesti e situazioni differenti che ne valorizzino la qualità e ne facciano comprendere la dimensione sistemica.
Ciascun progetto, accompagnato da un file (.word) di una cartella (massimo 2.500 battute, spazi inclusi) con la descrizione del lavoro e il percorso progettuale, dovrà essere inviato esclusivamente tramite pec all’indirizzo protocollo@pec.comune.saluzzo.cn.it entro e non oltre le ore 12 di lunedì 15 febbraio.
L’oggetto della pec dovrà essere «LOGO Candidatura Saluzzo e Terres del Monviso a Capitale italiana della cultura 2024». Le proposte pervenute saranno valutate da una giuria tecnica composta da cinque esperti provenienti dal mondo universitario, del design e del management culturale, il cui giudizio sarà insindacabile. Sei gli elementi di valutazione: originalitàmemorabilità e riconoscibilitàcoerenzaadeguatezzasemplicitàduttilità.
Al vincitore verrà corrisposto un premio in denaro di 2.024 euro lordi
Il bando e gli allegati sono pubblicati sul sito web www.comune.saluzzo.cn.it www.saluzzomonviso2024.it

Informazioni utili
www.saluzzomonviso2024.it | Fb e IG: @saluzzomonviso2024 | #saluzzomonviso2024 #CIDC2024