ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

venerdì 21 febbraio 2014

Verona, grandi novità a Palazzo della Ragione

È partito a Verona il conto alla rovescia per la riapertura al pubblico internazionale di uno dei luoghi simbolo della città: Palazzo della Ragione. Dalla prossima primavera lo storico complesso, ubicato sopra i resti del foro romano e frutto di una stratificazione pluricentenaria, sarà, infatti, di nuovo fruibile dai veronesi e dai turisti stranieri che giungono in città attratti dalla lirica nella sua veste di edificio storico, ma anche come nuova sede della Galleria d’arte moderna «Achille Forti». Questa riapertura al pubblico, che avviene sotto la supervisione di Luca Massimo Barbero, neo-direttore dell’Istituto di Storia dell’arte della Fondazione Cini di Venezia, è frutto di un’importante sinergia tra il Comune di Verona, la Fondazione Cariverona, e la sua altra realtà legata alla cultura e alle arti, la Fondazione Domus.
Palazzo della Ragione fu uno dei primi edifici in Italia a essere adibito a funzioni pubbliche e a essere utilizzato come sede del principale organo giudiziario della città. Nella seconda metà dell’Ottocento, l’edificio divenne anche sede della prestigiosa Accademia di belle arti «Giambettino Cignaroli», come documenta l’affresco di Giovanni Bevilacqua presente nella lunetta che sovrasta il portale alla sommità della scala, e che ritrae «Verona e le arti».
Dalla primavera 2014 la celebre costruzione veneta inizia una nuova vita e diventa un luogo d’architettura completamente visitabile con un solo biglietto di ingresso.
Pur mantenendo l’accesso da via della Costa, Palazzo della Ragione si arricchisce di una nuova entrata attraverso la suggestiva e monumentale Scala della Ragione, un gioiello tardogotico in marmo rosso veronese, vero e proprio perno del cortile del Mercato vecchio. A questo nuovo accesso farà seguito un passaggio attraverso una bussola coperta che condurrà il pubblico direttamente nella prima sala al piano nobile dell'edificio, caratterizzata dal visibile innesto della base della Torre dei Lamberti, cardine di tutto il complesso architettonico e punto di riferimento visivo del centro cittadino.
Le importanti opere della galleria «Achille Forti», unitamente a quelle delle fondazioni Cariverona e Domus, verranno esposte in una selezione che rappresenta le raccolte cittadine dal 1840 al 1940.
«Sarà interessante -racconta Luca Massimo Barbero, che sta creando il percorso espositivo- scoprire il grande ed enigmatico Risorgimento veronese attraverso la «Meditazione» di Francesco Hayez o ritrovare emblemi della città come il bronzo del «Dante» di Ugo Zannoni che rimanda direttamente alla storia di Verona. Altrettanto straordinario sarà, quindi, salutare la nascita del ventesimo secolo attraverso «Le bagnanti» di Giorgio Morandi o l’arrivo di Felice Casorati a Verona con l’entusiasmo della città per le secessioni veneziane. Stupirà il grande pubblico la sorprendente qualità degli autori cittadini degli anni Venti e Trenta del Novecento che dialogano con le esperienze d’avanguardia o, in chiusura di questo percorso, uno dei capolavori di Arturo Martini come la «Donna che nuota sott’acqua», e lo straordinario «Cavaliere» di Marino Marini che rimanda idealmente alla seconda parte del Ventesimo secolo».
Gino Rossi, Arturo Martini, Umberto Boccioni e Giorgio Morandi sono altri autori in mostra nelle monumentali sale dell'edificio veronese, struttura che, con questa riapertura, diventa -si legge nella presentazione- «non solo un palazzo dell’arte e della storia di Verona, ma anche del collezionismo, dei suoi mecenati, e degli artisti che con questa città hanno avuto una storia, un racconto e un rapporto».

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Scala della Ragione in Palazzo della Ragione a Verona. Foto: Lorenzo Ceretta; [figg. 2 e 3] Torre dei Lamberti in Palazzo della Ragione a Verona. Foto: Lorenzo Ceretta

Informazioni utili 
Palazzo della Ragione – Galleria d’arte moderna Achille Forti, Corte Mercato Vecchio - Verona, tel. 045.8001903 o info@palazzodellaragioneverona.it. Sito internet: www.palazzodellaragioneverona.it.

giovedì 20 febbraio 2014

Primal Energy e Corto biellese: due concorsi per under 35


Ha come obiettivo la scoperta di talentuosi curatori, operatori culturali, artisti, architetti, designer e performer under 35, di nazionalità italiana e straniera, la terza edizione del Primal Energy, il premio internazionale d’arte contemporanea ideato e realizzato dall’associazione Gad Art Factory, con il sostegno e il patrocinio della Provincia di Grosseto, del Comune di Orbetello, dell’Ente parco regionale della Maremma e dell’intero sistema museale del territorio maremmano.
«Tracce - Viaggio fra le connessioni della storia, alla ricerca di materiali, tecniche e simboli del passato nei nuovi linguaggi delle arti contemporanee» è il tema scelto come filo conduttore del concorso, le cui iscrizioni rimarranno aperte fino al 28 febbraio.
È possibile partecipare al premio come artisti e curatori singoli, ma anche (ed è la prima volta in Italia) in coppia, proponendo un progetto culturale già completo.
A selezionare le idee espositive pervenute alla segreteria della Gad Art Factory di Grosseto sarà una giuria di alto livello, composta da Anna Maria Petrioli Tofani, Carlo Sisi, Enrico Colle, Daniele Cariani, Ilaria Magi, Flavio Renzetti, Franco Repetto e Alessandra Barberini.
La mostra dedicata ai finalisti -venti artisti, accompagnati da altrettanti curatori- sarà ospitata alla Polveriera Guzman di Orbetello nella primavera 2014. Al termine della rassegna, saranno decretati i vincitori del primo premio assoluto (artista e curatore in coppia), ai quali andrà, tra l’altro, un premio pecuniario di mille euro (quale contributo per la realizzazione di un progetto inedito da presentare nel luglio 2014) e una residenza artistica di cinque giorni in Maremma.In questa occasione, verranno, inoltre, scelti altri quattro progetti ai quali sarà dedicata una mostra-evento, in programma sempre alla Guzman nell’estate 2014.
Agli artisti under 35 è dedicato anche il concorso «Bi global vision», inserito nell’edizione 2013 del «Corto biellese» e nell’ambito del progetto «St.of.fa. Stories of fashion». A promuovere il premio, le cui iscrizioni sono aperte fino al 7 marzo, sono varie realtà della città di Biella: il Centro di documentazione della Camera del lavoro, l'Unione industriale, la Camera di Commercio, la Camera del lavoro e la Fondazione Cassa di risparmio, con il patrocinio della Regione Piemonte e con il sostegno, tra gli altri, della Fondazione Pistoletto.
Il concorso, che prevede vari premi in denaro dai 5000 ai 500 euro, ricerca opere audiovisive (di massimo 3 minuti) e reportage fotografici (di non più di trenta immagini) tesi a raccontare, promuovere e valorizzare i caratteri peculiari socio-economici e storico-culturali del distretto biellese tessile e moda.
L'archeologia industriale, la cultura del manufattiero e la storia di brand che hanno fatto successo in Italia e all'estero sono alcune delle tematiche al centro di «Corto biellese». Il concorso si propone, infatti, di raccontare le profonde trasformazioni che, in questi anni di crisi strutturale e globale, stanno interessando e investendo tutti i gangli della società e del paesaggio fisico e culturale. Accanto a segni di declino di un modello produttivo che ha permeato per decenni l'intero territorio, si affacciano fenomeni ed esperienze che esprimono in forme innovative e creative visioni, progetti, strategie, nuovi lavori, imprese che non solo reggono all'avversa congiuntura ma stanno gettando le basi di un nuova armatura territoriale produttiva e culturale sostenibile. Da sempre il Biellese è conosciuto nel mondo come sinonimo di eccellenza, testimoniata sia dai grandi marchi sia dai piccoli produttori che hanno esportato le loro conoscenze e la loro creatività. Ed è questa sfaccettata realtà quella che devono raccontare gli iscritti al premio, puntando sulla sensibilità dello loro sguardo e sulla freschezza di linguaggi espressivi come la fotografia e il video.

Informazioni utili 
Premio Primal Energy. Ente banditore: Gad Art Factory. Data ultima di consegna: 28 febbraio 2014. Quota di iscrizione: € 60,00 per gli artisti, € 50,00 per i curatori ((Associazione culturale GAD - IBAN IT 02 V 02008 14302 000101306006 - Causale: Iscrizione premio 2013 + nome e cognome partecipante). Bando scaricabile al link www.gadartfactory.it/PREMIO_2014.pdf. Informazioni e consegna materiali: Gad Art Factory, via Giordania, 227 - 58100 Grosseto, tel. +39.348.6550527 o +39.349.7583539, info@primalenergy.it. Sito Web: www.gadartfactory.it

 Corto biellese. Ente banditore: Centro di documentazione della Camera del lavoro di Biella, Unione industriale di Biella, Camera di Commercio di Biella, Camera del lavoro di Biella e Fondazione Cassa di risparmio di Biella. Data ultima consegna: 7 marzo 2014. Quota di iscrizione: nessuna. Informazioni e consegna materiali: www.cortobiellese.it.

mercoledì 19 febbraio 2014

«Un merletto per Venezia», un concorso per raccontare la pace

Inseparabilmente legata al costume e alla storia della laguna veneta e in particolare dell’isola di Burano, l’antica arte del merletto -espressione di una tradizione plurisecolare dall’alta valenza artigianale– è oggi più che mai un’attività che rischia di scomparire.
Risultano, perciò, fondamentali le diverse azioni di tutela, conservazione e valorizzazione nei confronti di questa particolare forma artistica, da tempo intraprese dalle istituzioni museali operanti nel territorio, in sinergia con le appassionate maestre merlettaie presenti nell'isola.
In linea con questa forte volontà di mantenere viva una delle più antiche e importanti realtà della storia del tessuto e del costume veneziano, la Fondazione Musei civici di Venezia promuove il primo concorso nazionale di merletto ad ago e di merletto a fuselli.
La competizione, dedicata al tema della pace, è aperta a opere inedite ed eseguite a mano con fibre come la seta, il cotone o il lino senza peraltro escludere il supporto di altri materiali, esclusi il vetro e il cristallo.
Le adesioni al premio devono pervenire entro il 10 marzo, mentre le opere, complete delle schede di adesione scaricabili al link www.museomerletto.visitmuve.it e di una relazione con le spiegazioni, le motivazioni e l’interpretazione artistica del progetto inviato, devono essere spedite a Burano entro il 10 settembre.
Due le sezioni nelle quali si articola il concorso: merletto ad ago e merletto a fuselli, a loro volta suddivise in due sottosezioni: stile antico, che rispecchia la tradizione per scelta di tecnica, colore e disegno, e stile moderno, che si avvale di filati colorati e l’impiego di materiali vari.
I lavori saranno esaminati da una commissione composta da Gabriella Belli (direttore della Fondazione Musei civici di Venezia), Chiara Squarcina (responsabile del Museo del Merletto) e Doretta Davanzo Poli (rappresentante della Fondazione Andriana Marcello), insieme con sei esperti e specialisti del merletto ad ago e a fuselli.
I criteri utilizzati per la valutazione delle opere riguarderanno: l’originalità del progetto, la difficoltà di realizzazione, la tecnica impiegata, il materiale utilizzato, la precisione nell’esecuzione, l’effetto estetico complessivo, la coerenza con il tema del concorso. Oltre all’opera vincitrice la giuria individuerà, per ogni sottosezione, i lavori più pregevoli (da un minimo di tre a un massimo di cinque); questi manufatti andranno a far parte della collezione permanente del Museo del Merletto di Burano. L’esito della competizione sarà ufficializzato da una conferenza stampa programmata per il 2 dicembre 2014, mentre la mostra conclusiva del progetto si terrà nell’aprile 2015.

Didascalie delle immagini
[Fig.1 ] Particolare di un merletto del XVII sec. - Burano, Museo del Merletto; [fig. 2] Vista della Sala 4 al primo piano del Museo del Merletto di Burano; [fig. 3] Vista della Sala 2 al primo piano del Museo del Merletto di Burano;

Informazioni utili 
«Un merletto per Venezia», primo concorso nazionale di merletto ad ago e di merletto a fuselli. Ente banditore: Musei civici di Venezia. Quota di partecipazione: nessuna. Data ultima di presentazione del progetto: 10 marzo 2014. Informazioni e consegna materiali: Merletto di Burano, piazza Galuppi - Burano (Venezia), tel. 041.730034 (dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.00 alle ore 15.00) e-mail museo.merletto@fmcvenezia.it .

martedì 18 febbraio 2014

Roma, torna a splendere il Salottino Don Chisciotte al Quirinale

Torna al suo antico splendore il Salottino Don Chisciotte del Quirinale, gioiello di origine seicentesca restaurato dal Rotary Italia per i centonove anni dalla fondazione del primo club mondiale.
L’intervento conservativo, costato cinquantamila euro, è stato realizzato in stretta sinergia con la Soprintendenza speciale per il patrimonio storico, artistico ed etno-antropologico e per il Polo museale della Città di Roma e con il Segretariato generale della Presidenza della Repubblica.
Nato come camera da letto del primo appartamento di Paolo V Borghese, questo ambiente, di dimensioni ridotte, si formò nella fase dei lavori intrapresi, a partire dal 1609, da Flaminio Ponzio per collegare la Palazzina gregoriana con la nuova ala che il papa aveva deciso di edificare «dalla parte del giardino».
Il Salottino Don Chisciotte conserva ancora il soffitto ligneo seicentesco, sul quale sono visibili le decorazioni di Annibale Corradini che, nel 1611, impreziosì il locale con novanta teste di cherubini di cartapesta su fondi azzurri e rossi nei cassettoni, con testine, ornati geometrici e vegetali sulle travi minori, e le aquile e i draghi Borghese, anch’essi in cartapesta dorata, tra nastri ed elementi floreali, sulle travi maggiori. Sulle pareti il pittore dipinse, inoltre, un grazioso fregio ad affresco con stemmi papali, angioletti e animali araldici tra girali dorati.
Solo nel periodo sabaudo, dopo essere stato utilizzato anche come guardaroba, l’ambiente fu adibito a «Gabinetto arazzi», ospitando sulle pareti opere tessili con le «Storie di Don Chisciotte», dalle quali ha assunto il nome odierno.
I quattro panni che si conservano nel locale, insieme a tre quinte decorative, fanno parte della serie tessuta a Napoli tra il 1757 e il 1779 e recano i monogrammi di Ferdinando IV di Borbone. Il primo arazzo, collocato sulla parete a destra del passaggio dalla Sala delle Api, è intitolato «Don Chisciotte scambia il bacile di un barbiere per l’elmo di Mambrino» (1761-1762) e fu eseguito su un cartone, perduto, di Giuseppe Bonito. Sulla parete adiacente è sistemata l'opera «Don Chisciotte fa chiedere a Sancio il permesso di vedere la Duchessa» (1771), tratta da un modello di Antonio Guastaferro. Gli altri arazzi sono, in sequenza, «Don Chisciotte chiede informazioni a un pastore» (1778) e «Don Chisciotte e Sancio trovano una valigia sulla Sierra Morena» (1762), entrambi eseguiti su cartoni di Giovan Battista Rossi e Giuseppe Bonito.
«Sostenere la ristrutturazione di una sala del Palazzo del Quirinale, definito dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano «la casa di tutti gli italiani», significa per i tredici distretti del Rotary contribuire alla riscoperta dell’identità nazionale scegliendo come via preferenziale la cultura e il suo patrimonio artistico», fa sapere Pier Giorgio Poddighe, governatore del Distretto 2080, che territorialmente rappresenta il Lazio con la Città di Roma, e la Sardegna.
Il 23 febbraio, in occasione del Rotary Day, un’importante rappresentanza di rotariani provenienti da tutta Italia visiterà il Palazzo del Quirinale per esprimere la propria sensibilità nei confronti degli interventi di restauro attuati, testimoniando così il valore riconosciuto alla tutela del patrimonio culturale italiano. Il progetto è stato coordinato da Claudia Minicuci, delegato distrettuale per i Beni artistici e culturali del Distretto 2080, che così ha commentato i lavori al Salottino Don Chisciotte: «Con questo restauro il Rotary intende far riscoprire ciò che di più grande abbiamo: l’identità culturale, consentendo al linguaggio artistico di arrivare alle generazioni future nella sua forma migliore. Il linguaggio artistico da sempre è espressione di comunicazione diretta, anche tra popoli di diverse culture, rappresentando uno strumento di pace».

Informazioni utili
Palazzo del Quirinale, piazza del Quirinale - Roma, tel. 06.46991, fax 06.46993125. Sito internet: www.quirinale.it

lunedì 17 febbraio 2014

«...Ragazzo mio, un giorno ti diranno...», Gianni Pettenati canta Luigi Tenco

Da «Mi sono innamorato di te» a «Vedrai vedrai», da «Cara maestra» e «Lontano Lontano»: il mito di Luigi Tenco rivivrà, per una sera, sul palco del teatro Sociale di Busto Arsizio. Giovedì 20 febbraio, alle ore 21, la sala di piazza Plebiscito proseguirà la sua stagione serale, inserita nel cartellone della rassegna cittadina «BA Teatro», con lo spettacolo-concerto «...Ragazzo mio, un giorno ti diranno...».
Sul palco per questo suggestivo omaggio a uno dei più grandi poeti della canzone italiana salirà Gianni Pettanati, autore e interprete della mitica «Bandiera gialla», motivo ancora oggi tra i brani musicali italiani più venduti e graditi dal grande pubblico. Compagni di viaggio dell’artista piacentino quattro ottimi musicisti: il bustocco Cesare Bonfiglio alla chitarra, Massimo Caroldi al flauto, Maurizio Dosi alla fisarmonica ed Elena Zoia quale voce solista.
Di Luigi Tenco si conosce soprattutto la sua fine: è la notte tra il 26 e il 27 gennaio 1967 quando l’artista, non ancora ventinovenne, viene trovato morto nella stanza 219 dell’Hotel «Savoy» di Sanremo. In quei giorni è in pieno svolgimento la diciassettesima edizione del Festival della canzone italiana, alla quale il cantautore piemontese partecipa, in coppia con l’amante Dalida, presentando «Ciao amore ciao». Ad uccidere Luigi Tenco è un colpo di pistola alla tempia destra. Si parla subito di suicidio, anche perché, accanto al cadavere, viene trovato un biglietto con scritto: «Io ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente cinque anni della mia vita. Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt'altro) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda ‘Io tu e le rose’ in finale e ad una commissione che seleziona ‘La rivoluzione’. Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno […]». Tutte le circostanze portano, dunque, a pensare che il cantautore si sia tolto la vita preso dallo sconforto per l’eliminazione dalla gara canora, ma diversi misteri aleggiano ancora oggi attorno alla sua morte, dal ritrovamento della porta della stanza aperta all'incertezza sull'ora del decesso.
Si chiude, quindi, in modo tragico e oscuro l’umbratile e controversa parabola di uno dei cantautori più fraintesi ed emblematici degli anni Sessanta, di quel decennio che va dai primi vagiti della contestazione studentesca ai moti di piazza, dalle occupazioni universitarie che annunciarono il Sessantotto al fermento culturale che vide il jazz suonato nelle cantine e il rock’n’roll riempire i cartelloni dei più scombinati festival giovanili.
La morte dell’artista di Cassine e le chiacchiere debordanti ad essa associata hanno finito per oscurarne la storia artistica: Luigi Tenco è la perfetta incarnazione delle contraddizioni più profonde e laceranti di quel periodo storico, ma anche dei suoi fermenti più vivi e fecondi. Nelle sue canzoni il cantautore parla di vita concreta. Ritrae impietosamente la società italiana che lo circonda e il mondo asfittico della nostra canzone popolare, passando da una malinconica, sconsolata rassegnazione a una sferzante, quasi nevrotica ansia di rinnovamento.
Lo spettacolo «...Ragazzo mio, un giorno ti diranno...», ideato da Gianni Pettenati e con gli arrangiamenti musicali di Cesare Bonfiglio, si muove attorno alla figura di Luigi Tenco, forse il più grande interprete della mitica scuola genovese, proponendo le sue creazioni musicali, ma accende i riflettori anche su altri grandi interpreti come Gino Paoli, Bruno Lauzi, Umberto Bindi, Sergio Endrigo e Paolo Conte. Ai brani musicali si alterneranno monologhi, scritti dallo stesso interprete piacentino, tesi a raccontare la parabola di un genio inascoltato e purtroppo, in parte, dimenticato della nostra musica.
«L’idea di questo concerto –ha spiegato Cesare Bonfiglio in conferenza stampa- risale a più di due anni fa, quando avevo arrangiato con Gianni Pettenati il suo spettacolo live sugli anni Sessanta, con canzoni come ‘Bandiera gialla’, ‘La rivoluzione’ e ‘Caldo caldo’. Il tributo a Luigi nasce da una richiesta della nipote dell’artista piemontese, Serenella Tenco. Abbiamo studiato una situazione molto acustica, adatta soprattutto per il teatro, nella quale Gianni è voce leggente e cantante. Lo spettacolo fluisce con una naturalezza simile a quella della scrittura di getto».
All'incontro di presentazione del concerto, tenutosi al ridotto «Luigi Pirandello» nella mattinata di venerdì 14 febbraio, ha preso parte anche Renzo Zannardi, uno dei soci storici del «Club Tenco» di Venezia, fondato da Ornella Benedetti pochi mesi dopo la morte dell’artista.
«Sono un grande ammiratore di Tenco. La sua musica ha portato una ventata di aria nuova. Luigi fu l’inventore del teatro-canzone, genere che è diventato, poi, famoso con Giorgio Gaber. Fu il primo cantante beat italiano. Voleva essere popolare e, suo malgrado, è diventato un cantante di nicchia. Aveva una grande capacità di analisi sociale e sognava un mondo migliore. Come il vino buono, la sua musica viene fuori a distanza», ha dichiarato Renzo Zannardi.
Un appuntamento, dunque, da non perdere quello del teatro Sociale di Busto Arsizio per scoprire o riscoprire uno dei grandi interpreti della musica italiana e della scuola genovese, un poeta delle sette note, che compì -scrisse Enrico De Angelis nel libro «Io sono uno»- «il piccolo miracolo di fotografare la realtà delle cose e delle emozioni stampandola poi su carta indelebile, ritagliata col gusto dell'artigiano nelle dimensioni ridotte di una semplice canzone».

Informazioni utili 
«Gianni Pettenati canta Luigi Tenco: 'Ragazzo mio, un giorno ti diranno'». Teatro Sociale, piazza Plebiscito, 8 - Busto Arsizio (Varese). Giovedì 20 febbraio 2014, ore 21. Ingresso: intero  € 16,00, ridotto € 12,00, riservato a giovani fino ai 21 anni, ultra 65enni, militari, Cral, biblioteche, dopolavoro e associazioni con minimo dieci persone. Apertura botteghino: mercoledì e venerdì, dalle 16.00 alle 18.00, e il sabato, dalle 10.00 alle 12.00. Informazioni: tel. 0331.679000 o info@teatrosociale.it. Sito internet: www.teatrosociale.it


venerdì 14 febbraio 2014

Dalla Festa della Riva dei musei all’omaggio artistico a Dante: un anno di grandi eventi a Francoforte

Grandi mostre, feste tradizionali e manifestazioni sportive: è ricco e variegato il programma di eventi che animerà il 2014 di Francoforte. Ad inaugurare la stagione turistica sarà un omaggio alla «Divina Commedia» di Dante Alighieri: in primavera il Museum für Moderne Kunst ospiterà la mostra «Paradiso, Inferno, Purgatorio», con dipinti, fotografie, sculture e istallazioni video di sessanta artisti contemporanei provenienti da ventidue Paesi africani. Seguirà, quindi, la settima edizione della «Luminale», la Biennale della cultura della luce. Per quattro giorno, dal 30 marzo al 4 aprile, case, palazzi, chiese, monumenti, strade, ponti, piazze, ma anche gli angoli più remoti dell’affascinante località sul Meno ospiteranno istallazioni luminose e parteciperanno a uno spettacolo straordinario dedicato al tema della luce e ai suoi innumerevoli utilizzi.
Altra manifestazione immancabile nel calendario di Francoforte è la Festa delle rose e delle luci, che aprirà la stagione estiva del giardino botanico Palmengarten Frankfurt, meraviglioso roseto cittadino con oltre 12mila esemplari. L’iniziativa, in programma da giovedì 6 a domenica 9 giugno, arriverà al suo apice nella giornata di sabato 7 con installazioni luminose composte da migliaia di piccole candele e uno spettacolo di fuochi d'artificio; a completare il programma si segnalano visite guidate, incontri, iniziative per i più piccoli e concerti.
Sempre sabato 7 giugno Francoforte vivrà la sua Notte dei musei: oltre quaranta spazi espositivi cittadini faranno le ore piccole e inviteranno a una visita unica nel suo genere, offrendo anche letture, workshop, concerti, performance teatrali e danza.
Una giornata di intense emozioni, dunque, quella del primo sabato di giugno per Francoforte, ma l’evento clou del 2014 sarà senz’altro la Festa della riva dei musei, uno dei festival artistico-culturali più grandi d’Europa, in calendario dal 29 al 31 agosto, che prevede la tradizionale combinazione di arte, cultura, musica e specialità gastronomiche che attira, ogni anno, sulle rive del Meno fino a tre milioni di visitatori.
La città tedesca sa, poi, conquistare i turisti anche con la sua gastronomia, con i suoi ristoranti stellati e con le sue specialità locali, prima fra tutte il vino di mele (Apfelwein), una vera e propria istituzione in città e regione, tanto da essersi meritato un festival. Dall’8 al 17 agosto nel centro storico si festeggerà la bevanda nazionale per eccellenza con un ricco programma di intrattenimento; il vino si potrà gustare sia nei tradizionali bicchieri «Gerippte» che miscelato con altre bevande e presentato come originale cocktail.
Non mancano, poi, eventi per gli appassionati di sport come l'IronMan European Championship: un tratto a nuoto, un centinaio di chilometri in bicicletta e, infine, una maratona con finish spettacolare davanti al Römer, il municipio della città, sono gli ingredienti di questa grande sfida sportiva in programma il prossimo 6 luglio. Mentre il 26 ottobre si terrà la più antica maratona metropolitana della Germania, la BMW Frankfurt Marathon, con quarantadue chilometri lungo le attrazioni turistiche di Francoforte, con un ricco programma musicale di contorno e numerose feste all'aperto.
L'anno si concluderà in bellezza con il tradizionale mercatino di Natale di Francoforte, che avvolgerà i visitatori in una particolare atmosfera dell’Avvento. Il mercatino, che si annovera tra i più antichi della Germania, si svolgerà nel centro storico dal 26 novembre al 22 dicembre tra casette addobbate, dove acquistare regali e gustare specialità gastronomiche.

Didascalie delle immagini 
[Fig. 1] Un momento della «Luminale», la Biennale della cultura della luce; [fig. 2] Un momento della Festa della riva dei musei; [fig. 3] Uno scatto dal Festival del vino di mele 

Informazioni utili 
Ufficio turistico di Francoforte, tel. +49(0)69.21238800 o info@infofrankfurt.de. Sito internet: www.frankfurt-tourismus.de.

giovedì 13 febbraio 2014

A Venezia un convegno sull’architetto e designer Tomaso Buzzi

Si apre con un convegno internazionale di studi dedicato alla figura del grande architetto e designer Tomaso Buzzi (Sondrio, 1900 - Rapallo, 1981) il 2014 del Centro studi del vetro, nuova realtà della Fondazione Giorgio Cini di Venezia, nata nel 2012 all’interno dell’Istituto di storia dell’arte, ente che proprio quest'anno taglia il traguardo dei sessant’anni anni di attività.
L'incontro, in programma per la giornata di venerdì 21 febbraio, richiamerà sull’isola di San Giorgio Maggiore studiosi ed esperti per approfondire la complessa e articolata personalità di questo protagonista dell’architettura moderna, a cui «Le Stanze del vetro» dedicheranno la loro mostra autunnale: «Tomaso Buzzi alla Venini» (13 settembre 2014 – 11 gennaio 2015), a cura di Marino Barovier, che analizzerà l’attività del designer lombardo per la celebre vetreria muranese, con la quale collaborò tra il 1932 e il 1933.
Insieme a Gio Ponti, di cui fu amico e collaboratore, Tomaso Buzzi è stato uno dei più importanti creatori del gusto italiano degli anni ’30 e ‘40 del secolo scorso, dando inizio a un vero e proprio standard imitato da molti negli anni seguenti. Architetto, designer, arredatore d’interni, ma anche collaboratore della rivista «Domus», l’artista lavorò per le figure più importanti della grande aristocrazia del nostro Paese: Volpi, Cini, Visconti, solo per citarne alcuni. Suoi sono, ad esempio, gli interventi a villa Necchi Campiglio a Milano, alla palladiana villa Maser a Treviso, e a Venezia, nelle sale di palazzo Papadopoli, di palazzo Labia e di palazzo Cini a San Vio, dove eseguì due piccoli ma significativi interventi tra il ‘56 e il ‘58: la creazione della graziosa stanza ovale in stile rococò e l’aggiunta della scala a chiocciola.
La sessione mattutina del convegno, presieduta da Valerio Terraroli, inizierà con la relazione di Marco Solari, nipote dell’artista, che traccerà il percorso onirico fatto di musica e colori che portò Tomaso Buzzi ad acquistare nel 1956 e poi a modificare, come una sorta di città ideale, «la Scarzuola», un convento con annessa chiesa del Duecento a Montegabbione, in provincia di Terni.
Toccherà, quindi, a Lucia Borromeo del Fai – Fondo per l’ambiente italiano spiegare gli interventi condotti dall’architetto a villa Necchi Campigli nel 1938, solo tre anni dopo la progettazione della dimora a firma di Piero Portaluppi; mentre Roberto Dulio e Cecilia Rostagni ricorderanno il gusto di Buzzi e Ponti nella celebre rivista «Domus». Elena Pontiggia approfondirà, poi, la Milano delle grandi mostre degli anni Trenta alle quali l’artista fu presente. Alberto Anselmi focalizzerà, invece, la sua indagine sulla città di Roma ed Elena Portinari, concludendo la mattinata, porrà l’attenzione su Buzzi e Venezia.
Il pomeriggio, presieduto da Elena Pontiggia, si aprirà con un altro intervento a due voci: Irene de Guttry e Maria Paola Maino indagheranno l’attività di arredatore e il mondo della ceramica del designer lombardo. Silvia Chiesa porterà, invece, nel dibattito scientifico nuovi elementi legati al prezioso archivio del grande architetto, mentre Giovanna D’Amia ragionerà sulla Valtellina, terra natale dell’artista. Paola Tognon si soffermerà, quindi, sull’«Ideario» di Buzzi, tra vetro e pietra, ceramica e legno, antico e moderno. Alberto Giorgio Cassani approfondirà, poi, la vocazione teatrale dell’architetto. Chiuderà la giornata di studi l’intervento di Valerio Terraroli relativo al delicato rapporto tra Buzzi e Ponti che, in un primo momento amichevole e proficuo, giungerà, in seguito, a una rottura insanabile.

Didascalie delle immagini 
[Fig. 1] Ritratto di Tomaso Buzzi; [fig. 2] Coppa delle mani, paste vitree policrome e foglia d'oro. Disegno Buzzi per Venini (1932-1934) 

Informazioni utili 
 «Tomaso Buzzi, protagonista di un gusto italiano moderno». Convegno di studi. Isola di San Giorgio, Fondazione Giorgio Cini - Venezia. Quando: 21 febbraio 2014, dalle ore 9.30 alle ore 19.00. Per informazioni: Centro studi del vetro, tel. 041.2710306 o centrostudivetro@cini.it. Sito internet: www.cini.it.

mercoledì 12 febbraio 2014

Premio Andersen, un concorso per fiabe e «Scatti da favola»

È appena partito il conto alla rovescia per la quarantasettesima edizione del Premio Andersen - Baia delle favole, lo storico concorso letterario internazionale per fiabe inedite la cui premiazione si terrà sabato 7 giugno in Liguria, a Sestri Levante, nell’ambito dell’Andersen Festival, la grande e popolare kermesse internazionale di teatro e narrazione all’aperto, da sempre curata da Artificio 23, con la direzione artistica di Leonardo Pischedda, e che quest’anno avrà come filo conduttore il tema «Arte come energia – Energia per la vita» e guarderà alla storia del Rwanda, ricordando il genocidio dell’etnia Tutsi avvenuto nel 1994.
Il concorso letterario, le cui iscrizioni sono aperte fino al 14 aprile, è suddiviso in quattro categorie: «Scuola materna» (da 3 a 5 anni), «Bambini» (da 6 a 10 anni), «Ragazzi» (da 11 a 16 anni) e «Adulti» (oltre i 17 anni). Il premio, che avrà per madrina la scrittrice Esther Muyawayo, è aperto anche ad autori stranieri, che potranno partecipare con fiabe in lingua inglese, francese, tedesca, spagnola, araba, cinese e, da questa edizione, anche in idioma russo e danese.
Grazie a questa apertura internazionale e multilinguistica, ma anche al fatto che è possibile iscriversi al concorso on-line, nel 2013 sono state più di mille le fiabe in gara, circa la metà scritte da adulti, il resto da ragazzi di differenti età. «In questi racconti -affermano gli organizzatori del premio- emergono alcune differenze rispetto alla tradizione: fa, ad esempio, capolino la quotidianità, rielaborata con creatività e condita di sana ironia anche per esorcizzare i tempi di crisi, compaiono bambine intraprendenti e coraggiose al posto di eteree e accondiscendenti principesse e, al contrario, ometti timidi e sognatori predominano su principi e re sempre pronti a brandire una spada».
Tutti i vincitori riceveranno l’opera «Sirefiaba Andersen» dell’artista Alfredo Gioventù, raffigurante la celebre Sirenetta. Sono, inoltre, in palio per i vincitori delle quattro categorie premi in denaro da 1000 a 3000 euro. Il trofeo «Baia delle favole» andrà, invece, a un’opera particolarmente significativa nell’ambito della produzione per l’infanzia e un fine settimana per due persone a Sestri Levante sarà assegnato alla migliore favola in lingua straniera. La giuria - presieduta da David Bixio e che vede la presenza, tra gli altri, di Rosellina Archinto, Maarten Veeger, Carlo Alberto Bonadies e Antonio Bozzo- consegnerà, poi, un diploma ad alcuni scritti non premiati nelle categorie ufficiali, ma particolarmente meritevoli per contenuti e originalità.
Grande novità di questa edizione sarà il concorso «Scatti da favola», dedicato alle immagini fotografiche che i partecipanti realizzeranno ispirandosi a fiabe famose di Hans Christian Andersen come «La principessa sul pisello», «Il brutto anatroccolo», «La piccola fiammiferaia» o «I vestiti nuovi dell’imperatore» e che «leggeranno la realtà» catturata dallo scatto fotografico alla luce delle trame scelte.
Le più belle immagini saranno visibili sul sito del festival e quelle selezionate per essere premiate saranno pubblicate sul quotidiano genovese «Il Secolo XIX», media partner dell’iniziativa. «L’idea –spiegano gli organizzatori- è quella di dare spazio all’aspetto visivo delle favole che nei libri si esprime con le illustrazioni. Qui saranno le fotografie – oggi, grazie all’avvento del digitale, strumento alla portata di tutti - a rivisitare testi famosi della letteratura di genere e saranno i social network a favorire la diffusione di questo racconto per immagini, che permette di oltrepassare, con un linguaggio universale, le barriere nazionali».
Il concorso, le cui iscrizioni saranno aperte dal 1° marzo al 15 aprile, si avvarrà della collaborazione dell’associazione «Carpe Diem» di Sestri Levante. La partecipazione è aperta a tutti i fans della pagina Facebook Premio H. C. Andersen e ai follone su Twitter di @premioandersen, di qualsiasi nazionalità ed età. Fiabe in forma di parola e di immagine, dunque, in concorso per omaggiare il genio di Hans Christian Andersen.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Sestri Levante, La baia del silenzio, sede dell'annuale Adersen Festival; [fig. 2] Un momento di una precedente edizione del Premio Andersen. Foto: Ilaria Bini; [fig. 3] Un'illustrazione sul libro  «La principessa sul pisello» di Hans Christian Andersen; [fig. 4] Un'illustrazione sul libro  «La piccola fiammiferia» di Hans Christian Andersen;

Informazioni utili 
 Premio Andersen - Baia delle favole. Quota di iscrizione: € 20,00 per la sola sezione «Adulti» da versarsi su c/c postale n. 12489167, intestato a Comune di Sestri Levante – Servizio Tesoreria. Data di consegna materiali: settore letterario, fino al 14 aprile 2014; settore fotografico, dal 1° marzo al 30 aprile 2014. Indirizzo per la consegna dei materiali (valido solo per la sezione letteraria: Giuria del Premio Hans Christian Andersen – Baia delle Favole – Sezione (indicare qui la categoria per la quale si concorre), Piazza Matteotti, 3 – 16039 Sestri Levante. Sito web: www.andersenpremio.it. Informazioni: Segreteria del concorso: informagiovani@comune.sestri-levante.ge.it e andersen@comune.sestri-levante.ge.it; tel. 0185.458490 (lunedì, ore 10.00-13.00 e ore 14.00-17.00; mercoledì, ore 10.00-13.00 e ore 14.00-17.00; venerdì, ore 9.00/13.00.

martedì 11 febbraio 2014

Un focus sui manoscritti miniati del Correr nel nuovo Bollettino dei Musei civici veneziani

Presenta un interessante focus sulla collezione dei manoscritti miniati appartenenti alla Biblioteca del museo Correr il nuovo bollettino della Fondazione civici musei di Venezia, a cura di Camillo Tonini e Cristina Crisafulli.
La pubblicazione, giunta all’ottavo numero della terza sezione, propone come di consueto una serie di interventi scientifici su argomenti storico-artistici legati alle collezioni veneziane, continuo oggetto di studio e indagine scientifica, oltre che tema centrale nelle strategie e nella programmazione della fondazione museale veneziana, presieduta da Walter Hartsarich e diretta da Gabriella Belli.
«Collezioni», «Studi e contributi» e «Attività» sono le tre sezioni in cui si suddivide il volume, edito da Skira/Musei civici veneziani (192 pagine, 137 illustrazioni, 81 a colori, € 29,00), e che si apre con un focus sulla recente mostra «Miniature dei Dogi. Venezia e veneziani, santi e virtù nelle Commissioni ducali del museo Correr» (dal 12 ottobre 2012 al 3 marzo 2013), nel quale Piero Lucchi, Helena K. Szépe, Gabriele Paglia, Ekaterina Zolotova e Sabine Engel presentano una serie di interventi sulla splendida collezione di più di seicento manoscritti miniati appartenenti alla Biblioteca del museo Correr e riuniti sotto il nome di «Commissioni dogali».
Questi rari documenti, sapientemente impreziositi da splendide miniature, dipinte a pennello con colori brillanti e oro, datati dal Trecento fino alla fine del Settecento, sono stati oggetto di un importante momento di esame e riflessione a seguito del completamento del catalogo scientifico dell’intera raccolta pubblicato on-line all’interno del progetto «Nuova biblioteca manoscritta», promosso e finanziato dalla Regione Veneto.
Nella sezione «Studi e contributi» si segnalano i primi tre interventi sulla prestigiosa collezione di opere appartenute un tempo alla famiglia Morosini, precedentemente collocata nel Palazzo seicentesco a Santo Stefano e ora in parte conservata presso il Museo correr. Qui le complicate vicende relative all’eredità della sua ultima discendente, Loredana Morosini Gatterburg (morta nel 1894), vengono ricomposte da Camillo Tonini ponendo un particolare accento al gruppo di strumenti musicali ottomani facenti parte del bottino di guerra del Peloponnesiaco.
Seguono due studi che ricostruiscono attraverso le opere e i documenti rintracciati presso le collezioni civiche la storia di due monumenti funebri: la cappella gentilizia degli Zane, già nella demolita Chiesa di San Stin a Venezia, a cura di Massimo Favilla e Ruggero Rugolo, e il monumento per Francesco Algarotti, eretto nel Camposanto di Pisa, analizzato da Diana Cristante.
Chiude la sezione un saggio di approfondimento di Silvio Fuso e Laura Poletto sulla XXIV Biennale di Venezia (1848), della quale la Galleria d’arte moderna di Ca’ Pesaro conserva un gruppo importante di opere che sottolineano il ruolo propulsivo svolto da questo evento nell’ambito dell’arte italiana del dopoguerra.
La sezione dedicata alle «Attività» si concentra sull’importante opera di catalogazione degli archivi con due interventi: il primo testo, a cura di Luisa Servadei e Michela Tombel, analizza le carte della famiglia Correr di San Giovanni Decollato, comprendenti anche quelle importantissime riferite al fondatore del primo museo civico veneziano, mentre il secondo articolo, di Matteo Piccolo, conclude la pubblicazione del carteggio De Lisi Usigli a Ca’ Pesaro, avviata con il precedente numero del bollettino. Chiude l’opera, come di consueto, il resoconto annuale dell'intensa attività scientifica, d'esposizioni, di restauri e di offerta didattica dei Musei civici veneziani, redatto da Monica da Cortà Fumei e Claudia Calabresi.

Didascalie delle immagini 
[Fig. 1] cover del Bollettino 2013; [fig. 2] Bottega di Alessandro Merli, foglio sciolto da una Commissione per un Contarini, ca. 1580 – 1610. Pergamena su tavola. Venezia, Biblioteca del Museo Correr; [fig. 3] Commissione del doge Francesco Morosini a Giampaolo Widmann eletto capitano di Vicenza, 1692-1694. Venezia, Biblioteca del Museo Correr 

Informazioni utili 
AA.VV., Bollettino dei Musei civici veneziani, III serie – 8.2013 (Le Commissioni ducali nelle collezioni dei Musei Civici Veneziani). Skira /Musei civici veneziani, Milano-Venezia 2013, 192 pagine, 137 illustrazioni, 81 a colori, € 29,00.

lunedì 10 febbraio 2014

Giorno del ricordo, sul porto di Rimini una «Biblioteca di pietra»

Ci sono il «Canzoniere» di Umberto Saba, il romanzo «Una vita» di Italo Svevo e «Il mio Carso» di Scipio Slataper tra le trenta opere letterarie scelte dall’Amministrazione comunale di Rimini per il progetto «Biblioteca di pietra», promosso in occasione del decimo anniversario del Giorno del ricordo, momento di riflessione istituito per legge il 30 marzo 2004 in memoria delle foibe, dell’esodo giuliano–dalmata, delle vicende del confine orientale.
Il nuovo lavoro scultoreo, collocato all’ingresso del porto (all'altezza del Rockisland), è opera di Vittorio D’Augusta (Fiume, 1937), artista riminese di origini istriane che ha fatto parte del gruppo «Nuovi Nuovi», teorizzato da Renato Barilli, e che, in passato, è stato anche direttore dell’Accademia di belle arti di Ravenna.
L’opera –racconta il sindaco Andrea Gnassi- è «frutto di un confronto tra persone con sensibilità e storie diverse: l'Unione degli istriani, l'Associazione amici e discendenti degli esuli giuliani-istriani-fiumani e dalmati, l'Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, nonché l'Istituto storico della Resistenza, l'Anpi e il coordinamento delle associazioni combattentistiche e d'arma».
Non si tratta di un monumento, ma di un «segno commemorativo» proteso nel mare verso la costa istriana e dalmata, «nel cuore dell’Adriatico –afferma ancora il sindaco Gnassi- che lambisce quelle terre dove il Novecento ha picchiato con violenza ideologica e guerre».
Su targhe in ottone posizionate sopra i grandi massi del nuovo molo in pietra d’Istria della città di Rimini sono riprodotte le copertine o meglio i titoli e i nomi degli autori di trenta opere nelle quali è narrata quell'area geografica che ha visto la tragedia delle foibe o nelle quali viene interpretato l’umanità e il dolore dei tanti che si sentirono improvvisamente «stranieri indesiderati» nella propria terra, che vissero il dolore profondo per lo sradicamento dalle proprie case. Ci sono in mostra anche volumi che, fin dal primo Novecento, hanno anticipato, con la parola, ansie e complessità di quei luoghi di frontiera che, tra il 1943 e il 1947, videro abbattersi la furia dei partigiani jugoslavi di Tito.
I nomi e le opere di Giovanni Arpino, Enzo Bettiza e Carlo Sgorlon, ma anche, per citarne altri, di Claudio Magris, Pietro Luxardo e Fulvio Tomizza «compaiono - racconta l'ufficio stampa del Comune di Rimini- sui grandi blocchi di pietra che fiancheggiano il camminamento centrale della nuova diga che si innesta sul molo di levante dedicato a capitan Giulietti, in un luogo, come il porto, che è nel cuore e nell’immaginario dei riminesi, centro di affezione e di identità collettiva».
«Il ricorso alla letteratura per una simile ‘commemorazione’ -racconta Vittorio D’Augusta- toglie retorica e aggiunge sensibilità, ‘ampiezza di respiro’, un salutare vento di mare contro i residui di opposte ideologie che porta a guardare quei luoghi come patrimonio culturale comune, per un futuro europeo di concordia, pur non dimenticando, anzi ricercando, le scabrose verità del passato».
Su un semplice leggio musicale che si protende verso il mare, unico oggetto tridimensionale del percorso, la dedica a quegli uomini, a quelle donne e a quei bambini la cui unica colpa fu di «essere italiani due volte», come scrisse Indro Montanelli, «la prima per nascita, la seconda per scelta»: «questa scogliera come biblioteca di pietra, questi massi di pietra come libri, il Comune di Rimini dedica agli esuli istriani, fiumani, dalmati e alle vittime dei conflitti di confine e delle foibe ultima tragedia dell’alto adriatico, area plurale di lingue, tradizioni, genti diverse, sconvolta in passato da nazionalismi e scontri ideologici tornata oggi cuore d’Europa e mosaico di culture».

Informazioni utili 
Elenco dei narratori e delle relative opere: Giovanni Arpino - «Il fratello italiano»; Silvio Benco - «La corsa del tempo»; Enzo Bettiza - «Esilio»; Viktor Car Emin - «Cavaliere del mare»; Diego De Castro - «Memorie di un novantenne. Trieste e l’Istria»; Elsa Fonda - «La cresta sulla zampa»; Virgilio Giotti - «Colori»; Pier Antonio Quarantotti Gambini - «L’onda dell’incrociatore»; Ivan Goran Kovačić - «Jama»; Marko Kravos - «Quando la terra cresceva ancora»; Drago Jančar - «Aurora boreale»; Pietro Luxardo - «Dietro gli scogli di Zara»; Marisa Madieri - «Verde acqua»; Claudio Magris -«Un altro mare»; Laura Marchig – «Dall’oro allo zolfo»; Biagio Marin - «Elegie istriane»; Predag Matvejević - «Breviario Mediterraneo»; Carlo Michelstaedter - «Poesie»; Anna Maria Mori e Nerida Milani - «Bora»; Milan Rakovac - «Riva i druzi»; Alojz Rebula - «Notturno sull’Isonzo»; Paolo Rumiz - «Viaggio istriano»; Umberto Saba – «Canzoniere»; Giacomo Scotti - «Goli Otok»; Carlo Sgorlon - «La foiba grande»; Scipio Slataper - «Il mio Carso»; Giani Stuparich - «L’isola»; Italo Svevo - «Una vita»; Fulvio Tomizza - «Materada»; Diego Zandel - «Una storia istriana». 
Infoline: Assessorato al turismo – Comune di Rimini, Piazzale Fellini, 3 – Rimini, tel 0541.704587 o Ufficio informazioni turistiche (IAT) tel 0541.53399.