ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

giovedì 7 febbraio 2013

Torino, Palazzo Madama punta sul crowdfunding per riportare a casa il servizio da tè di Massimo d’Azeglio

«Acquista con noi un pezzo di storia»: Palazzo Madama chiama a raccolta la cittadinanza di Torino e lancia una sottoscrizione pubblica per acquistare un importante servizio di porcellana di Meissen, appartenuto alla famiglia Taparelli d'Azeglio. Sul modello di alcuni dei più rinomati musei internazionali, dalla National Gallery di Londra al Louvre di Parigi, l’istituzione museale piemontese punta, dunque, per la prima volta nella sua storia, e con il sostegno della Consulta per la valorizzazione dei beni artistici e culturali di Torino, sul crowdfunding (da crowd, folla e funding, finanziamento) per arricchire la propria collezione.
La cifra da raccogliere entro la fine di marzo, necessaria per acquisire il prezioso servizio di porcellana di Meissen della famiglia Tapparelli d’Azeglio ed evitare così che questo venga battuto all’asta il prossimo maggio dalla londinese Bonhams, è pari a 66.000 sterline (80mila euro circa). Le donazioni dei cittadini e dei turisti in occasione della mostra natalizia su Pisanello, oltre alla grande generosità di Franco Coppo, che ha lasciato a Palazzo Madama parte dei suoi beni in eredità, hanno già permesso di raccogliere il 40% dei fondi necessari. Mancano ancora circa 50mila euro. La palla passa, dunque, in mano ai torinesi e non solo, che possono diventare mecenati e autori di questo progetto di restauro della memoria facendo una donazione nelle urne disponibili in museo, sul sito www.palazzomadamatorino/crowdfunding o attraverso bonifico bancario (CC Fondazione Torino Musei, Banca Unicredit, filiale via Garibaldi, 14 – Torino; codice IBAN IT27F0200801152000008716483).
La storia del servizio di porcellana appartenuto famiglia Tapparelli d’Azeglio, realizzato nel 1730 e composto da una quarantina di elementi che si sono conservati integralmente fino ad oggi, ha il sapore della favola.
E’ il primo decennio del Settecento quando a Dresda, alla corte di Augusto II il Forte, re di Polonia ed elettore di Sassonia, nasce, grazie al genio del chimico Johann Friederich Bottger, la prima porcellana di Meissen. L’«oro bianco» diventa il dono diplomatico per eccellenza: costoso, raffinato, prestigioso. Gli uomini della corte e gli ambasciatori stranieri fanno a gara per ricevere un servizio da caffè, vettovaglie varie o anche una semplice statuina. Nel museo di Palazzo Madama si conservano, per esempio, alcuni preziosi esemplari, frammenti di più grandi servizi dispersi in vari musei del mondo: una tazzina con piattino dipinti da Johann Gregorius Hoerold, con stemma e cifre di Vittorio Amedeo II di Savoia; un piatto con l'arme del marchese d'Ormea, Carlo Francesco Ferrero, ministro di Carlo Emanuele III di Savoia; un piatto dello straordinario servizio creato per l'imperatrice Elisabetta di Russia.
Al culmine del successo personale, Pietro Roberto Taparelli, conte di Lagnasco 1659-1732), generale di cavalleria, cavaliere dell'Aquila bianca, ambasciatore all'Aia, a Roma e a Vienna, fidato ministro nella corte sassone, riceve dal re (o ottiene di far produrre a Meissen) uno specialissimo servizio da tè e da cioccolata. Il decoro è semplice ma potente: un bordo con i colori araldici blu, rosso e oro (unico per Meissen), fiori in stile kakiemon, sparsi a piccoli mazzi o singoli e, su tutto, dominante, lo stemma dei Taparelli (partito, controfasciato d'argento e di rosso).
Alla morte di Pietro Roberto, avvenuta in Slesia, il servizio passa nelle mani del nipote Carlo Francesco, ecclesiastico, anch'egli ministro plenipotenziario per il re sassone presso il papa a Roma. Nel palazzo in piazza San Carlo ai Catinari, un antico inventario rivela che le porcellane sono custodite in una credenza del guardaroba (43 pezzi, non uno in più di oggi). Nel 1779, alla sua morte, Carlo Francesco lascia in eredità al nipote Carlo Roberto i quadri di famiglia e le porcellane sassoni con lo stemma dei Taparelli. Le casse partono per Torino, e le porcellane vengono sistemante nel palazzo di famiglia in contrada d'Angennes (ora sede della Fondazione Einaudi), nella celebre «camera gialla», quella della marchesa madre, dove nascerà, anni dopo,
Massimo d'Azeglio.
Nell'aprile del 1843, Massimo, su consiglio della cognata Costanza Alfieri di Sostegno, ritrae una delle tazzine da cioccolata in un suo delizioso quadretto di fiori, ora conservato alla Galleria d’arte moderna di Torino. Dentro la tazzina, un tulipano, che suggerisce il nome dell'ultimo protagonista di questa storia: Emanuele d'Azeglio. Il fiore era, infatti, nato da un bulbo che dall'Olanda egli aveva spedito alla madre. Emanuele è diplomatico del Regno di Sardegna, poi ministro plenipotenziario del Regno d'Italia a Londra, è un collezionista, un amatore d'arte, e ha la passione per la storia. Ricostruisce negli anni le vicende della famiglia Taparelli e riconduce le porcellane all'avo divenuto sassone d'elezione. Il suo destino si incrocia e si sovrappone a quello del museo civico torinese, di cui diventa direttore negli ultimi dieci anni della sua vita e a cui dona le sue straordinarie raccolte di ceramiche e di vetri dipinti e dorati. Non donerà al museo le porcellane con l'arme dei Taparelli, che lascerà all'erede designato, Salvatore di Villamarina, ma l'idea di mantenere in seno alla famiglia quei cimeli si rivelerà perdente, perché il patrimonio sarà in realtà dismesso.
Il filo che lega i Taparelli d'Azeglio e Torino al servizio si spezza nel 1903 quando il marchese di Villamarina lo mette in vendita. Da quel momento se ne perdono le tracce. Del servizio di Maissen appartenuto alla famiglia Taparelli d'Azeglio, oggi nella collezione di Said e Roswitha Marouf, si torna a parlare recentemente, nel 2003. Nel frattempo, Palazzo Madama svela l’errata attribuzione dello stemma che, a partire dalla scritta sulla custodia di reimpiego, aveva assegnato il prezioso servizio alla famiglia ligure degli Spinola e non ai Taparelli.
Consapevole dell’importanza di questo servizio come testimone di un passato glorioso e illustre, il museo torinese si impegna, ora, nella difficile impresa di acquistarlo e di riportarlo nella città che ha visto la famiglia d'Azeglio farsi protagonista dell'età risorgimentale. Un gesto, questo, che impegna ciascuno di noi nei confronti della storia.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] [fig. 1] Servizio con armi Taparelli, Meissen, 1730 circa. © Christie's Images Limited; [fig. 2] Teiera del servizio Taparelli, 1730 circa. © Christie's Images Limited; [fig. 3] Servizio Taparelli, particolare del beccuccio della caffettiera, 1730 circa. © Bonhams; [fig. 4] Massimo d'Azeglio, Natura morta con fiori e oggetti (fiori e vasetto), 1843 ca. Torino, Galleria civica d’arte moderna e contemporanea.

Informazioni utili
«Acquista con noi un pezzo di storia». Campagna crowdfunding di Palazzo Madama, Torino. Informazioni: www.palazzomadamatorino.it/crowdfunding/index.html

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