ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

venerdì 3 maggio 2013

«Bookhouse», al Marca le mille forme del libro

E’ una Torre di Babele formata da più ottomila volumi, forniti dalla casa editrice Rubettino, ad aprire il percorso espositivo della mostra «Bookhouse. La forma del libro», organizzata dalla Provincia di Catanzaro, con il contributo economico della Regione Calabria, per i mesi primaverili ed estivi.
Da Claes Oldenburg a Jannis Kounellis, senza dimenticare Anselm Kiefer, William Kentridge, Candida Höfer, Dennis Oppenheim e Michelangelo Pistoletto: sono più di una cinquantina gli artisti della scena nazionale e internazionale invitati da Alberto Fiz, negli spazi del Marca – Museo d’arte di Catanzaro, a confrontarsi con la forma libro, attraverso differenti linguaggi artistici quali la scultura, la fotografia, la video-arte e la pittura. Non mancano una serie di installazioni site-specific realizzate per l’occasione, a partire dalla già citata «Idiom» dell’artista slovacco Matej Krén, una torre alta quattro metri e formata da ottomila libri, nella quale un gioco di specchi crea una spirale infinita di volumi in un labirinto di colori e forme profondamente intimista.
La spagnola Alicia Martín ha, invece, creato per Catanzaro una delle sue note cascate di tomi della serie «Biografias», opere sulle quali il pubblico può lasciare un segno della propria presenza attraverso la scrittura o portandosi a casa un tomo o una sua pagina. Mentre il coreano Kibong Rhee, ispirandosi al filosofo Ludwig Wittgenstein e al suo «Tractatus Logico-Philosphicus», ha ideato un libro danzante in una soluzione di 800 litri d’acqua, la cui forma cambia in un continuo ondeggiare tra materia e spirito, tra logica e reale accadimento.
Altamente scenografiche sono anche l’opera dello svizzero Peter Wüthrich, una camera da letto interamente formata da copertine e segnalibri, e l’installazione «Firma Terra Firma» dell’americano Richard Wentworth, che lascia penzolare i libri dal soffitto, come fossero strani uccelli costringendo lo spettatore ad osservarli con la testa all’insù.
Un senso di inquietudine anima anche la scultura «From The Entropic Library» di Claes Oldenburg e Coosje Van Bruggen, proveniente dal museo di Saint-Etienne, nella quale il maestro della pop art fa esplodere una libreria interrogandosi sul caos linguistico e culturale. Dennis Oppenhiem gioca, invece, con la forma libro attraverso «Upper cut» (2000), una grande struttura a forma di dentiera dove al posto dei denti è sistemata una serie di volumi. Un sorriso lo strappa anche Mark Dion con la sua ironica «Library for the birds», che colloca i libri all’interno di una gabbia per uccelli in cui albergano volatili vivi e vegetazione.
Lungo il percorso espositivo, articolato su tre piani e in costante dialogo con la collezione d’arte antica del museo, il visitatore troverà, poi, «What Dust Will Rise», installazione realizzata da Michael Rakowitz per Documenta 13, che riproduce con pietra proveniente dalle cave della regione di Bamiyan in Afghanistan, quella dove si trovavano i famosi Buddha distrutti dai talebani, una serie di manoscritti antichi collocati nella biblioteca del museo Fridericianum quando, nel 1943, la città di Kassel fu bombardata dagli alleati. Un’installazione della memoria è anche quella proposta da Anselm Kiefer, nella quale libri in piombo entrano in relazione con l’enigmatico poliedro che compare nell’opera di Albrecht Dürer. E sul passato riflette pure Paolo Canevari con un video nel quale cuoce, a fuoco lento, una copia del libro «Mein Kampf» di Aldolf Hitler; mentre Mimmo Paladino presenta un cavallo-libreria al cui interno sono conservati i volumi dell’«Ulysses» di James Joyce da lui illustrati.
In una rassegna sul libro d’arte non poteva, poi, mancare Emilio Isgrò con le sue «cancellature, che –ricorda Alberto Fiz nel catalogo pubblicato da Silvana editoriale- non sono una negazione di carattere nichilista, ma, semmai, un luogo rigenerativo della parola sopita, una messa in discussione dei dogmi». Il «Cristo cancellatore», un’installazione formata da trentotto libri, è fondamentalmente un Cristo che ha il compito di redimere e di preservare il linguaggio, allargando gli orizzonti in una fratellanza tra la mano che scrive e quella che cancella. Claudio Parmiggiani mette, invece, in mostra una libreria di fumo, sulla quale rimane solo l’eco della presenza dei volumi sugli scaffali.
Il libro è un territorio da esplorare anche per Stefano Arienti, che con il suo «Autoritratto Van Gogh» presenta una serie di tomi raffiguranti la medesima immagine del maestro olandese, o Maria Lai, l’artista novantatreenne recentemente scomparsa, alla quale Alberto Fiz rende omaggio con «Le parole imprigionate», un volume di stoffa del 1964 con i fili che pendono come capelli scarmigliati.
Candida Höfer porta, invece, il visitatore tra le stanze della Biblioteca nazionale di Napoli con una delle sue inconfondibili e silenti foto. E il silenzio è anche la cifra stilistica delle «Nature morte» di Pierpaolo Calzolari, con libri in rame e in piombo accostati a bottiglie.
La visita tra le pareti del Marca riserva, poi, tante altre piccole sorprese: dal volume bruciato di Robert Rauschenberg ai disegni cancellati di William Kentridge, dalla poltrona-libro di Art & Language ai quadri elettronici di Davide Coltro, modi differenti di raccontare la forma libro, quella «piega – scrisse Stéphane Mallarmé- di oscuro merletto che trattiene l’infinito».

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Alicia Martin, «Singularidad», 2011-2012. Installazione site-specific, Santiago de Compostela, Ciudad de la Cultura; [fig. 2] Dennis Oppenheim, «Upper Cut», 1992. Legno, compensato, schiuma indurita, libri d’arte, 150x180x180 cm; [fig. 3] Claudio Parmiggiani, «Parla anche tu», 2005, libro e cuore di ferro

Informazioni utili
Bookhouse. La forma del libro. Marca,  via Alessandro Turco, 63 – Catanzaro. Orari: martedì-domenica, ore 9.30-13.00 e ore 16.00-20.30; chiuso il lunedì. Ingresso: € 3,00. Catalogo: Silvana editoriale, Cinisello Balsamo (Milano). Informazioni: tel. 0961.746797 o info@museomarca.com. Sito web: www.museomarca.info. Fino a domenica 6 ottobre 2013. [prorogata fino al 24 novembre 2013]

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