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martedì 18 febbraio 2014

Roma, torna a splendere il Salottino Don Chisciotte al Quirinale

Torna al suo antico splendore il Salottino Don Chisciotte del Quirinale, gioiello di origine seicentesca restaurato dal Rotary Italia per i centonove anni dalla fondazione del primo club mondiale.
L’intervento conservativo, costato cinquantamila euro, è stato realizzato in stretta sinergia con la Soprintendenza speciale per il patrimonio storico, artistico ed etno-antropologico e per il Polo museale della Città di Roma e con il Segretariato generale della Presidenza della Repubblica.
Nato come camera da letto del primo appartamento di Paolo V Borghese, questo ambiente, di dimensioni ridotte, si formò nella fase dei lavori intrapresi, a partire dal 1609, da Flaminio Ponzio per collegare la Palazzina gregoriana con la nuova ala che il papa aveva deciso di edificare «dalla parte del giardino».
Il Salottino Don Chisciotte conserva ancora il soffitto ligneo seicentesco, sul quale sono visibili le decorazioni di Annibale Corradini che, nel 1611, impreziosì il locale con novanta teste di cherubini di cartapesta su fondi azzurri e rossi nei cassettoni, con testine, ornati geometrici e vegetali sulle travi minori, e le aquile e i draghi Borghese, anch’essi in cartapesta dorata, tra nastri ed elementi floreali, sulle travi maggiori. Sulle pareti il pittore dipinse, inoltre, un grazioso fregio ad affresco con stemmi papali, angioletti e animali araldici tra girali dorati.
Solo nel periodo sabaudo, dopo essere stato utilizzato anche come guardaroba, l’ambiente fu adibito a «Gabinetto arazzi», ospitando sulle pareti opere tessili con le «Storie di Don Chisciotte», dalle quali ha assunto il nome odierno.
I quattro panni che si conservano nel locale, insieme a tre quinte decorative, fanno parte della serie tessuta a Napoli tra il 1757 e il 1779 e recano i monogrammi di Ferdinando IV di Borbone. Il primo arazzo, collocato sulla parete a destra del passaggio dalla Sala delle Api, è intitolato «Don Chisciotte scambia il bacile di un barbiere per l’elmo di Mambrino» (1761-1762) e fu eseguito su un cartone, perduto, di Giuseppe Bonito. Sulla parete adiacente è sistemata l'opera «Don Chisciotte fa chiedere a Sancio il permesso di vedere la Duchessa» (1771), tratta da un modello di Antonio Guastaferro. Gli altri arazzi sono, in sequenza, «Don Chisciotte chiede informazioni a un pastore» (1778) e «Don Chisciotte e Sancio trovano una valigia sulla Sierra Morena» (1762), entrambi eseguiti su cartoni di Giovan Battista Rossi e Giuseppe Bonito.
«Sostenere la ristrutturazione di una sala del Palazzo del Quirinale, definito dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano «la casa di tutti gli italiani», significa per i tredici distretti del Rotary contribuire alla riscoperta dell’identità nazionale scegliendo come via preferenziale la cultura e il suo patrimonio artistico», fa sapere Pier Giorgio Poddighe, governatore del Distretto 2080, che territorialmente rappresenta il Lazio con la Città di Roma, e la Sardegna.
Il 23 febbraio, in occasione del Rotary Day, un’importante rappresentanza di rotariani provenienti da tutta Italia visiterà il Palazzo del Quirinale per esprimere la propria sensibilità nei confronti degli interventi di restauro attuati, testimoniando così il valore riconosciuto alla tutela del patrimonio culturale italiano. Il progetto è stato coordinato da Claudia Minicuci, delegato distrettuale per i Beni artistici e culturali del Distretto 2080, che così ha commentato i lavori al Salottino Don Chisciotte: «Con questo restauro il Rotary intende far riscoprire ciò che di più grande abbiamo: l’identità culturale, consentendo al linguaggio artistico di arrivare alle generazioni future nella sua forma migliore. Il linguaggio artistico da sempre è espressione di comunicazione diretta, anche tra popoli di diverse culture, rappresentando uno strumento di pace».

Informazioni utili
Palazzo del Quirinale, piazza del Quirinale - Roma, tel. 06.46991, fax 06.46993125. Sito internet: www.quirinale.it

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