ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

lunedì 2 novembre 2015

Festival Aperto, Hofesh Shechter danza alla Collezione Maramotti di Reggio

Era il 2009 quando, con il coinvolgimento della Trisha Brown Dance Company, la collezione Maramotti, Max Mara e la Fondazione I Teatri di Reggio Emilia iniziavano una collaborazione tesa a far dialogare coreutica ed arte visiva. Negli anni, in occasione del Festival Aperto, la città emiliana ha ospitato, con cadenza biennale, altri importanti artisti internazionali quali Shen Wei e Wayne McGregor. Ora è la volta di Hofesh Shechter, che sarà protagonista di un’esclusiva performance site specific negli spazi della collezione Maramotti, nonché della prima italiana dello spettacolo «deGeneration» al teatro Cavallerizza (il 7 e l’8 novembre).
Il primo appuntamento, in programma dal 3 al 5 novembre, si rivela unico. La sola precedente occasione in cui la compagnia del coreografo israeliano, direttore ospite del Brighton Festival nel 2014 e artista associato di Sadler’s Wells, si è confrontata con uno spazio non teatrale è stata, infatti, la presentazione di alcuni estratti di «Political Mother» adattati agli ambienti della Saatchi Gallery di Londra.
Le quattro repliche della creazione site specific di Hofesh Shechter per la collezione Maramotti (in cartellone martedì 3 novembre, alle ore 20.30; mercoledì 4 novembre, alle ore 16.30 e alle ore 20.30; giovedì 5 novembre, alla ore 20.30) nascono in relazione con lo spazio espositivo e la sua collezione, all’interno della quale si trovano opere di Acconci, Bacon, Basquiat, Burri, Clemente, Cragg, Fischl, Fontana, Gallagher, Manders, Manzoni, Merz, Ontani, Paladino, Sachs, Schifano, Schnabel, Twombly e Viola.
Accanto ai danzatori di Shechter Junior, su speciale richiesta del coreografo, ci sarà Sita Ostheimer, già danzatrice della Hofesh Shechter Company e direttore delle prove di Shechter Junior.

Al teatro Cavallerizza andrà, invece, in scena in prima ed esclusiva italiana «deGeneration», lavoro che si cmpone tre parti: «Cult» (2004), «Fragments» (2003) e il premiato «Disappearing Act» (2015).
I temi principali di «Cult» (2004) sono i giochi di potere nella società e le lotte da essi provocate, e riportano a dinamiche ricorrenti nell’opera del coreografo: l’individuo con o contro il gruppo, il tentativo di unirsi per dare senso alla vita e raggiungere un’armonia personale e sociale. «Fragments» (2003) è un duetto che esplora la relazione intima tra un uomo e una donna, in cui si alternano gravità e ironia, gioco di potere e di seduzione, pragmatismo e sensualità. «Disappearing Act» (2015) riprende i motivi dei due pezzi precedenti in uno slancio più corale basandosi su una creazione del 2012 appositamente riadattata a e ispirata dai giovani interpreti della nuova formazione Shechter Junior.

Hofesh Shechter è spesso definito «coreografo israeliano», anche se vive a Londra da oltre quindici anni. Lo stile che lo ha consacrato trae ispirazione dalla danza popolare mediorientale e nordeuropea, ripresa in chiave contemporanea attraverso vigorose coreografie di gruppo e contrappunti solistici permeati da un ritmo intenso e trascinante. Le spettacolari coreografie che porta in scena sono interpretate da danzatori «abitati» da un’energia elettrica, una fisicità quasi selvaggia, e sono accompagnate da musiche potenti, spesso a cura dello stesso Shechter, che le compone. «La musica per me –ha raccontato il coreografo- è una sorta di carburante emozionale. Agisce come una struttura, scandisce i ritmi e crea un’atmosfera, delle regole, dei pensieri. La musica è importante come la danza ed è un grande elemento di connessione. Essere capaci di vedere un lavoro come una totalità, visiva e sonora, significa che esso è più completo nel suo riuscire a trasmettere energia. La musica è la ragione per cui io mi occupo di danza».
Il lavoro intenso di Shechter, percorso dalle tensioni e dalle inquietudini che attraversano il mondo odierno, indaga gli aspetti oscuri dell’agire umano sul piano psicologico, sociale e antropologico. Le composizioni spesso evocano una necessità di protezione e riparo dell’individuo che, di fronte all’ostilità del mondo e alla propria insicurezza emozionale, tende a ripiegare su se stesso. Come forte risposta verso le scarse opportunità offerte ai giovani nel mondo della danza, nel 2015 Hofesh Shechter ha creato la Shechter Junior, una compagnia di danzatori internazionali tra i 18 e i 25 anni selezionati tra oltre mille, di cui è alla guida.
Il progetto, nato per la formazione professionale dei giovani più talentuosi, rappresenta per Shechter uno strumento formidabile per incanalare la vitalità giovanile dei danzatori e lo scambio reciproco di energia tra le due compagnie, la Hofesh Shechter Company e la Shechter Junior. Quest’ultima sarà la protagonista di entrambi gli appuntamenti in calendario a Reggio Emilia, per una precisa scelta del coreografo.

Didascalie delle immagini
[Figg. 1, 2, 3 e 4] Shechter Junior, deGeneration. Ph. Victor Frankowski

Informazioni utili
Progetto Hofesh Shechter. Una collaborazione tra Collezione Maramotti, Max Mara e Fondazione I Teatri - Festival Aperto. Reggio Emilia, sedi varie. Informazioni: www.iteatri.re.it/Sezione.jsp?titolo=festival-aperto-2015&idSezione=3731. Dal 3 all'8 novembre 2015. 

A Site Specific Performance @ Collezione Maramotti, Via Fratelli Cervi, 66 - Reggio Emilia. Coreografia di Hofesh Shechter, interpretata da Shechter Junior. Quando: Martedì 3 novembre, ore 20.30; mercoledì 4 novembre, ore 16.30 e ore 20.30; giovedì 5 novembre, ore 20.30. Ingresso: posto unico € 20,00.

degeneratorion@ Teatro Cavallerizza, Viale Antonio Allegri, 8/a - Reggio Emilia. Coreografia e musica di Hofesh Shechter, interpretata da Shechter Junior. Quando: sabato 7 novembre, ore 20.30; domenica 8 novembre, ore 18.00. Ingresso: posto unico € 15,00. 

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