Tra le numerose e pregiate collezioni d’arte della Fondazione Giorgio Cini di Venezia, la cui parte più cospicua e importante è stata donata dallo stesso fondatore, Vittorio Cini, non manca una pregevole raccolta di libri antichi, composta da circa tremila volumi, molti dei quali estremamente rari o addirittura unici.
Il fondo di incunaboli e cinquecentine conservato sull’Isola di San Giorgio Maggiore è in questi giorni sotto i riflettori. L’occasione è offerta dalla mostra «In aedibus Cini. L’arte tipografica a Venezia ai tempi di Aldo Manuzio» che la Biblioteca del Longhena promuove in occasione del quinto centenario dalla morte del «principe dei topografi», la cui azienda aveva come immagine simbolo un’àncora con un delfino che felicemente si sposa con il motto latino «Festina lente», affrettati lentamente.
Il percorso espositivo documenta la nascita, lo sviluppo e il successo dell’arte della stampa a Venezia nel Rinascimento, riconoscendo nei manufatti aldini una testimonianza di rara eccezionalità.
Con il tipografo laziale si ha il primo utilizzo del carattere corsivo, conosciuto come italic in tutto il mondo, la cui invenzione risale al 1501 e si deve a Francesco Griffo.
Aldo Manuzio pubblica, inoltre, i volumi in ottavo, un formato più piccolo rispetto ai formati in folio e in quarto e che rende i volumi maneggevoli e facilmente trasportabili e con essi anche il flusso della conoscenza si fa più agile.
Rinnova, poi, graficamente e ortograficamente il sistema interpuntivo inventando il punto e virgola e specificando il valore degli altri segni, restituendo al lettore maggiore leggibilità e comprensione dei testi.
Oltre ad evidenziare gli aspetti strettamente tipografici dell’impresa manuziana, la mostra veneziana intende illustrare la stretta e fruttuosa rete di relazioni che Aldo Manuzio strinse con i principali protagonisti della scena culturale che lui stesso visse e contribuì a generare, da Pietro Bembo a Pico della Mirandola, da Erasmo da Rotterdam ad Angelo Poliziano.
Una ventina di libri ripercorrono le tappe fondamentali dell’arte della stampa a Venezia nel Rinascimento, dai libri che in aedibus Cini cioè «nelle case di Cini» sono stati conservati. La frase fa eco alla tipica formulazione delle note tipografiche utilizzata da Manuzio, e poi anche dai suoi eredi: in aedibus aldi, ovvero «nelle case di Aldo».
Tra i volumi esposti compare l’«Omnia opera» di Angelo Poliziano, stampata nel 1498 a soli quattro anni dalla morte dell’autore, a testimonianza della vicinanza tra Aldo e l’umanista toscano.
La presenza di Manuzio alla Fondazione Cini assume un ulteriore significato proprio grazie a questo volume: nella pagina con dedica all’amico Marin Sanudo, lo stampatore esprime il rammarico di non poter dare alle stampe la «Seconda Centuria» della «Miscellanea» di Poliziano. Come spiega lo stesso Manuzio, qualcuno, forse a Firenze, nasconde il manoscritto per impedirne la pubblicazione.
Secoli dopo, nel 1961, fu proprio Vittorio Cini ad acquisire da un anonimo possessore, su suggerimento di Vittore Branca, il manoscritto della «Seconda Centuria» di Poliziano, di cui lo studioso realizza un’importante edizione critica, riconsegnando al mondo, dopo quasi cinquecento anni di assenza, la «Miscellaneorum Centuria Secunda». Grazie alla generosità del mecenate e all’intuito dello studioso, oggi si possono ammirare, l’una vicina all’altro, l’opera stampata e il manoscritto ritrovato.
Un altro volume prestigioso esposto è l’«Hypnerotomachia Poliphili» di un ancora misterioso Francesco Colonna, definito da molti come «il più bel libro del Rinascimento». Si tratta di un’opera accattivante ed enigmatica, anche per la lingua utilizzata (un misto di latino e volgare con la presenza di parole di derivazione greca), corredata da più di 150 incisioni (che in molti attribuiscono a Benedetto Bordone), che racconta allegoricamente il combattimento amoroso in sogno di Polifilo alla ricerca di Polia, la donna amata.
Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Simbolo dell’azienda di Aldo Manuzio; [fig. 2] «Primo Trionfo» in Francesco Colonna, «Hypnerotomachia Poliphili», Venezia, Aldo Manuzio 1499; [fig. 3] Angelo Poliziano, «Opera Omnia», Aldo Manuzio 1498; [fig. 4] «Le tre porte» in Francesco Colonna, «Hypnerotomachia Poliphili», Venezia, Aldo Manuzio 1499
Informazioni utili
«In aedibus Cini. L’arte tipografica a Venezia ai tempi di Aldo Manuzio». Fondazione Cini, Isola di San Giorgio Maggiore – Venezia. Orari: lunedì-venerdì, dalle ore 10.00 alle ore 17.00; sabato e domenica solo tramite il servizio di visite guidate prenotabili al numero 041.2201215 o all’indirizzo e-mail
segreteria@civitatrevenezie.it. Ingresso libero. Informazioni: Biblioteca - Fondazione Giorgio Cini, tel. 041.2710255, biblioteca@cini.it. Sito Internet: www.cini.it. Fino al 29 novembre 2015.
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