Era il 1450 quando il giovane Benozzo Gozzoli dipingeva a Montefalco, per l’altare maggiore della Chiesa francescana di San Fortunato, una splendida pala raffigurante la Vergine Assunta al cielo nell’atto di donare la cintola a San Tommaso, come prova della sua assunzione.
Quell’opera, donata a papa Pio IX nel 1848 in occasione della concessione al borgo umbro del titolo di città e di solito conservata nella Pinacoteca vaticana, è ritornata questa estate nella sua sede originaria grazie al sostegno della Regione Umbria, della Fondazione Cassa di risparmio di Foligno, della Camera di commercio di Perugia e dell’Accademia di Montefalco.
L’occasione è stata offerta dal restauro che nei mesi scorsi ha interessato l’opera, realizzato nei laboratori del Musei vaticani da Alessandra Zarelli e Massimo Alesi, sotto la direzione di Arnold Nesselrath, grazie al protocollo d’intesa sottoscritto dal Comune di Montefalco, dal Consorzio Tutela Vini Montefalco, da Sistema Museo e dal Club dei Lions di Foligno.
Bellezza, armonia spirituale e mistica poesia regnano sovrane nella pala d’altare di Benozzo Gozzoli, che resterà in Umbria fino al prossimo 30 dicembre accostata agli altri affreschi commissionati dai conventuali all’artista, allievo del Beato Angelico, per la chiesa montefalchese. Il pubblico può così apprezzare la visione paradisiaca della «Madonna della Cintola» di San Fortunato accanto alla decorazione ad affresco delle leggiadre storie di San Francesco, in gran parte perduta, di cui sono conservate all’ingresso la lunetta con la «Madonna tra i Santi Francesco d’Assisi e Bernardino da Siena» e sulla parete nord due opere frammentarie, una ieratica figura di «San Fortunato» e una «Madonna col Bambino e un angelo» di incredibile bellezza. Benozzo dipinse la pala della «Madonna della Cintola» per l’altare maggiore della chiesa secondo i più aggiornati dettami del gusto rinascimentale fiorentino, non più divisa in pannelli e ornata da pinnacoli, ma costituita da un’unica tavola quadrata tra due pilastri corinzi, conclusa da una cornice, e completata in basso da una predella continua, dove le «Storie della Vergine» sono separate da pilastrini dipinti.
Nella tavola centrale della Pala di Montefalco, la Madonna, ispirata alle incantevoli Vergini dell’Angelico, appare seduta su un trono di nubi, mentre sale al cielo in una mandorla di luce dorata costituita da serafini delicatamente tratteggiati e incisi sull’oro del fondo con tocchi leggeri, delicate lumeggiature in oro e velature di colore rosso. Nella nube che funge da seggio per Maria occhieggiano due testine rosse che potrebbero essere interpretate sia come cherubini che come troni, dal momento che ogni artista era abbastanza libero nell’interpretazione dell’invisibile.
Una schiera di giovani angeli biondi, gli spiriti custodi, dalle vesti eleganti e multicolori e dalle acconciature raffinate, attornia la Vergine: due intenti a suonare il tamburello e il liuto, gli altri uniti nel coro celestiale che inneggia alla gloria di Maria. Sulle loro vesti, tra arabeschi e lettere cufiche ornamentali, si leggono gli epiteti con cui è invocata la Madonna negli inni e nelle Sacre Scritture.
Sull’orlo dorato del mantello della Vergine sono incise le invocazioni: «[Av]e Regina Madre Santa» e «Ave Regina C[i]elo». Nella veste dell’angelo abbigliato di azzurro a sinistra della Madonna si leggono sulla spalla le parole «Reg[i]na [Coeli]» e sul fianco «[S]a[n]cta V[i]r[go]».
L’angelo abbigliato in verde chiaro, posto in alto dietro alla Madonna, reca su una spalla la scritta in oro «Ave Maria», con cui ha inizio la preghiera mariana per eccellenza, la salutazione angelica.
L’evento dell’Assunzione di Maria al cielo è strettamente connesso nelle fonti al momento che lo precede, ovvero alla morte della Madonna. Nella nostra tavola la Madonna mentre sale al cielo si volge dolcemente verso l’apostolo Tommaso per offrirgli la sua cintura.
Tommaso, che già aveva dubitato della resurrezione di Cristo, riceve il dono a testimonianza dell’evento miracoloso dell’assunzione al cielo di Maria in anima e corpo. Il giovane Santo è raffigurato di profilo, con i capelli biondi e ricciuti alla moda, inginocchiato accanto al sarcofago e abbigliato con un ricco mantello rosa foderato di verde che si solleva per l’impeto e l’emozione dell’incontro con Maria dopo la sua morte e risurrezione. Sul bordo del mantello corre un’iscrizione in caratteri cufici ornamentali non leggibile. La cintura è verde e intessuta d’oro: si tratta di una reliquia che Benozzo e i devoti hanno probabilmente visto esposta nel Duomo di Prato durante alcune cerimonie solenni e in occasioni particolari in cui si invocava la fine di un’epidemia o di una guerra o del maltempo.
In posizione simmetrica rispetto alla figura di San Tommaso, è raffigurato un rigoglioso albero che si riconosce come un leccio. Negli scritti agiografici su San Fortunato si narra come alla sua morte i devoti raccolsero il suo bastone che miracolosamente prese vita germogliando e mettendo le radici. Intorno al convento di San Fortunato tuttora si estende uno splendido bosco di lecci. L’albero, quindi, raffigura l’attributo del Santo e richiama il bosco locale.
La rappresentazione della «Madonna che porge la cintola a San Tommaso» è molto diffusa in Toscana dove questo particolare culto mariano è vivo fin dal Medioevo e dove si conserva a Prato la reliquia di quella che è ritenuta la sacra cintura di Maria, costituita da una striscia di tessuto di colore verde intessuta d’oro.
A testimonianza della grande venerazione attribuita a tale reliquia anche in ambito francescano, lo stesso San Francesco nel 1212 vi si recò in pellegrinaggio e così pure San Bernardino da Siena nel 1424, mentre nel 1439 volle omaggiarla il pontefice Eugenio IV.
Informazioni utili
Benozzo Gozzoli. La Madonna della cintola. Complesso museale di San Francesco, via Ringhiera dell’Umbria, 6 - Montefalco (Perugia). Orari di apertura: ore 10.30-13.00 e ore 14.30-17.00; chiuso il lunedì e il martedì. Ingresso: intero € 7,00; ridotto € 5,00 (da 18 a 25 anni; convenzionati Tci); omaggio fino a 17 anni, giornalisti accreditati, soci Icom, residenti. Catalogo: Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo (Milano). Informazioni: Sistema Museo, call center 199151123 (dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.00 alle ore 15.00) e callcenter@sistemamuseo.it; Museo di Montefalco, tel. 0742.379598 o montefalco@sistemamuseo.it. Sito internet: www.museodimontefalco.it. Fino al 30 aprile 2016.
Nessun commento:
Posta un commento