Dall’arte al cinema, dai cartoon televisivi alla logica matematica, senza dimenticare il teatro: è un viaggio nel poliedrico universo di Ugo Nespolo, uno dei più originali e trasgressivi artisti della scena contemporanea, quello che propone la mostra «A modo mio», allestita ad Aosta, negli spazi del Centro Saint-Bénin, per la curatela di Alberto Fiz e del filosofo Maurizio Ferraris.
Sono oltre ottanta le opere esposte tra dipinti, disegni, maquettes per il teatro, sculture, tappeti, fotografie e manifesti, realizzati dal 1967 sino a oggi in un percorso spettacolare e coinvolgente. Tra le tante curiosità, sono esposte la «BMW K1» del 1993 e uno «Skiff Olimpico Black Fin» lungo otto metri (una barca da canottaggio), mai esposto prima d’ora, che si modifica attraverso il segno nomadico dell’artista.
Nespolo fa il suo ritorno ad Aosta più di vent’anni dopo la sua prima personale organizzata nel 1994 alla Tour Fromage: «Effetto pittura» era il titolo di quella mostra dove il curatore Gianni Rondolino, storico del cinema recentemente scomparso, sottolineava come l’universo cinematografico inteso come la moltiplicazione delle immagini sul terreno della fantasia e dell’immaginazione fosse per l’artista il campo d’azione privilegiato. Anche in questa circostanza il cinema ha un ruolo significativo sia nella sua dimensione specifica (viene proposta, tra l’altro, la prima macchina da presa dell’artista) sia nella sua reinterpretazione pittorica dove i frame dei suoi film diventano grandi dipinti che conservano la memoria della pellicola e ne fissano per sempre la componente iconica.
Nell’ambito della mostra, poi, uno spazio specifico è dedicato alle differenti forme d’indagine audiovisiva partendo dal cinema sperimentale e dai cortometraggi degli anni Sessanta, dove compaiono tra i protagonisti Lucio Fontana, Alighiero Boetti, Michelangelo Pistoletto, Mario Merz ed Enrico Baj, per giungere sino a «Yo Yo», la serie di cartoni animati in cinquantadue episodi realizzata nel 2016 per Rai Yo Yo che ha vinto il primo premio nella sezione «Series Preschool» a «Cartoons on the Bay», in occasione della 21° edizione del Festival internazionale dell’animazione 2017.
Non mancano lungo il percorso espositivo i ricorrenti camouflages linguistici e metalinguistici: è il caso del bozzetto di «Lavorare, lavorare, lavorare, preferisco il rumore del mare», scultura di sette metri ispirata a un verso del poeta Dino Campana. Ampio è, poi, lo spazio dedicato al «Museo», un ciclo iniziato alla metà degli anni Settanta che prosegue tuttora con l’intenzione di rivisitare la fruizione dello spazio pubblico e denunciare l’atteggiamento acritico e conformista nei confronti dell’arte contemporanea cosiddetta ufficiale celebrata dal sistema economico e fonte di continue speculazioni.
Accanto ad una serie di grandi dipinti, viene presentata «Avanguardia educata», un’installazione polimaterica abitabile di quattro metri, datata 1995, che ripropone una sintesi postmoderna dei segni novecenteschi, tra futurismo, Bauhaus e Pop art.
Sempre nel campo delle installazioni merita una citazione «Condizionale», opera poverista del 1967 con il nastro in gomma che esce da due elementi in legno e formica simulando l’andamento della pellicola cinematografica.
Il lavoro è esposto insieme alle tavole di «Pastore», un omaggio al filosofo torinese Valentino Annibale Pastore, dove Nespolo propone la combinazione tra duecentocinquantasei tipi di sillogismi segnici che si sviluppano parallelamente alle indagini dell’amico Boetti.
La rassegna presenta anche una serie di tappeti disposti attraverso il gioco combinatorio dei puzzle di Ugo Nespolo con immagini spezzate che s’incrociano creando narrazioni eccentriche ed imprevedibili oltre all’esposizione di ex libris, ovvero libri-scultura tridimensionali di forte impatto cromatico che s’impongono alla visione senza la necessità di essere sfogliati.
Un’attenzione specifica è, poi, dedicata ai numeri che prendono spunto dagli studi sulla sezione aurea (nel 2010 Ugo Nespoli ha pubblicato un libro d’artista sul «Numero d’Oro» per la Utet). Da qui le infinite relazioni indagate dall’artista in uno spazio che contempla sculture tattili e dipinti storici di grande impatto visivo come «Grande conto» del 1981 di tre metri di lunghezza.
Al Centro Saint-Bénin, infine, non poteva mancare un focus sul teatro che dagli anni Ottanta affianca l’attività artistica di Nespolo. Si trovano esposte maquettes degli spettacoli più importanti, disegni e costumi di opere, che spaziano dall’«Elisir d’amore» di Gaetano Donizetti alla «Madama Butterfly» di Giacomo Puccini sino alla «Veremonda, l’Amazzone di Aragona» di Francesco Cavalli. Un viaggio, dunque, completo nell’universo creativo dell’artista quello che propone Aosta permettendo al pubblico di confrontarsi con un linguaggio espressivo dal forte accento trasgressivo, giocato sul senso del divertimento.
Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Ugo Nespolo, «Condizionale», 1967; [fig. 2] Ugo Nespolo, «Avanguardia educata», 1995, opera polimaterica abitabile, 250 x 400 x 160 cm; [fig. 3] Ugo Nespolo, «My Numbers», 2017, tecnica mista su carta, 152 x 102 cm; [fig. 4] Ugo Nespolo, «Testa di Pantalone», Bozzetti per costumi di scena, «Turandot» di Ferruccio Busoni, 1986, tecnica mista su carta, 62 x 48 cm
Informazioni utili
«A modo mio. Nespolo tra arte cinema e teatro». Centro Saint-Bénin, via B. Festaz, 27 - Aosta. Ingresso: intero € 6,00, ridotto € 4,00; € 4,00 per i soci del Touring Club Italiano ed € 3,00 per i soci Alpitur; entrata gratuita per i minori di 18 anni e per le scuole. Informazioni: tel. 0165.272687 o mostre@regione.vda.it. Sito internet: www.regione.vda.it. Fino all'8 aprile 2018.
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