ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

mercoledì 3 aprile 2019

Miart 2019, 186 gallerie e un invito: «abbi cara ogni cosa»

«Abbi cara ogni cosa»: è un verso del poeta Gareth Evans, tratto dal poema «Hold Everything Dear», il motto di Miart 2019, la fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea in programma da venerdì 5 a domenica 7 aprile (con giovedì 4 press preview, VIP preview e vernissage su invito) a Milano, negli spazi del padiglione 3 di fieramilanocity, a chiusura della Milano art week, un vasto programma di eventi, inaugurazioni e performance che coinvolge istituzioni pubbliche, fondazioni private e spazi no-profit della città.
«Abbi cara ogni cosa» non è il tema guida di questa ventiquattresima edizione di Miart, espressione come tutte le rassegne di settore della diversità e della complessità del mercato dell’arte nelle sue varie forme e quindi evento difficilmente catalogabile, quanto un invito all’attenzione rivolto agli artisti e alle gallerie, ma anche al pubblico.
«L’arte -spiega a tal proposito Alessandro Rabottini, al suo terzo anno alla direzione della fiera milanese- ha il potere di trasformare anche gli aspetti più umili della realtà perché gli artisti posano una sguardo di cura su di essa, e quando come spettatori facciamo nostro questo gesto di attenzione allora forse diventiamo spettatori più consapevoli, e in grado noi stessi di incidere sulla società».
«Il punto -continua il critico e curatore milanese, attivo per anni alla Gamec di Bergamo- non è quanto l’arte del nostro tempo possa cambiare la realtà, ma quanto essa possa renderci spettatori attivi della nostra epoca, accettando il confronto e la sperimentazione accanto al consolidamento dei valori storici», facendoci osservare il nostro tempo, caotico quanto fecondo, con occhi nuovi.
All’appello di Alessandro Rabottini hanno risposto 186 gallerie internazionali provenienti da diciannove nazioni, alcune delle quali al loro debutto sulla scena milanese come le londinesi Cabinet, Corvi-Mora ed Herald St, la piemontese Tucci Russo di Torre Pellice, e le multi-sede Marian Goodman Gallery (New York - Parigi - Londra), Galerie Thaddaeus Ropac (Parigi - Londra - Salisburgo), e, ultima ma non ultima, la Hauser e Wirth (Hong Kong - Londra - Los Angeles - New York - Somerset - St. Moritz - Gstaad - Zurigo), grande protagonista anche dell’art week milanese con le mostre di Anna Maria Maiolino (rappresentata anche da Raffaella Cortese) al Pac – Padiglione d’arte contemporanea, Anj Smith al Museo Poldi Pezzoli, Lygia Pape alla Fondazione Carriero e Hans Josephsohn ad Ica.
Più di un centinaio delle realtà presenti in fiera a Milano sono italiane; una settantina provengono da Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Inghilterra, Messico, Perù, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Stati Uniti, Sud Africa, Svizzera, Turchia e Ungheria.
Tante sono le gallerie che consolidano il loro rapporto con Miart, a partire dalle italiane Alfonso Artiaco di Napoli, Giò Marconi di Milano e Massimo Minini di Brescia per giungere alle straniere ChertLüdde di Berlino, Bortolami di New York, Lelong e Co. di Parigi, senza dimenticare realtà con più sedi in tutto il mondo, come la Continua (San Gimignano - Pechino - Boissy-le-Châtel - L’Avana), la Clearing (Bruxelles - New York - Brooklyn),la Dvir Gallery (Bruxelles - Tel Aviv) e la Gladstone Gallery (New York - Bruxelles).
«Established contemporary», «Established Masters», «Generations», «Decades», «Emergent», «On Demand» ed «Object» sono le sette sezioni in cui è stato suddiviso il percorso in fiera, che getta un occhio anche al design in edizione limitata, facendo quasi da trait d’union con il prossimo importante appuntamento che attende il capoluogo milanese: la Milano Design Week, con il Salone del mobile, in cartellone dall’8 al 14 aprile.
Miart ha nel proprio Dna non solo il racconto di ciò che si muove sulla scena contemporanea, ma anche un’attenta riflessione sull’arte del secolo scorso, attraverso la presenza di stand di realtà come la Galleria dello Scudo di Verona, la Tega di Milano o la Mazzoleni di Torino, ma anche con la realizzazione del progetto «Decades», per la curatela di Alberto Salvadori, in cui ogni decade del Novecento verrà rappresentata da un artista simbolo.
Gli anni Novanta saranno raccontati, per esempio, da Jon Thompson, figura fondamentale per lo sviluppo della Young British Art e artista la cui ricerca sulla storia dell’arte è ancora da scoprire. Sandro Chia, uno dei protagonisti del movimento della Transavanguardia, rappresenterà, invece, gli anni Ottanta. Mentre gli anni Settanta saranno portati a Miart dalla galleria acb di Budapest, attraverso il lavoro di Katalin Ladik e le pratiche sperimentali delle artiste della Neo-avanguardia ungherese, e dalla Galleria Gomiero di Milano, che presenterà una straordinaria selezione di disegni inediti dell’ultimo periodo di attività dell’architetto Carlo Scarpa.
La recente riscoperta del lavoro di Maria Lai, protagonista dell’ultima edizione della Biennale di Venezia e a breve al centro di una grande retrospettiva a Roma per la curatela di Bartolomeo Pietromarchi, sarà sotto i riflettori di Miart grazie a una mostra personale promossa dalla M77 di Milano, con una selezione dei suoi lavori realizzati negli anni Sessanta. Gli anni Cinquanta saranno raccontati, invece, da uno dei capolavori dell’artista ceco Jaroslav Serpan. Mentre Antonietta Raphaēl, artista di riferimento della Scuola romana, sarà la protagonista degli anni Quaranta. La decade precedente sarà, invece, rappresentata dal romano Duilio Cambellotti; la Società di belle arti di Viareggio realizzerà, infine, un percorso attraverso gli anni ‘10 e ‘20 con opere, tra gli altri, di Lorenzo Viani ed Elisabeth Chaplin.
La fiera milanese sarà anche -come negli intenti di Alessandro Rabottini- barometro della realtà di oggi. Latifa Echakhch proporrà, per esempio, una riflessione sui limiti degli stereotipi culturali, mentre l’artista portoghese Luìs Lázaro Matos metterà in scena l’assurdità della propaganda attraverso i suoi dipinti ironici e pungenti. Serena Vestrucci installerà, invece, un monumentale cielo stellato cucito a mano con dozzine di bandiere dell’Unione Europea e, ancora, lo statunitense Jon Kessler presenterà le sue celebri sculture in movimento che criticano la società della sorveglianza.
Durante i giorni della fiera, diciotto direttori di musei internazionali e curatori di prestigiose istituzioni provenienti da dieci Paesi andranno ad implementare il fondo di acquisizione della Fondazione Fiera Milano con l’acquisto di opere esposte a Miart e assegneranno cinque premi a gallerie e artisti: Herno, Fidenza Village per Generations, On Demand by Snaporazverein, LCA per Emergent, Rotary club Milano Brera per l'arte contemporanea e i giovani artisti.
Ad accompagnare la ricca proposta delle gallerie c’è anche un nuovo ciclo di «miartalks», realizzati in collaborazione con «In Between Art Film», casa di produzione cinematografica fondata nel 2012 da Beatrice Bulgari. Si tratta di tre giornate di incontri in cui una quarantina di artisti, curatori e direttori di musei, collezionisti, designer e scrittori internazionali saranno chiamati a riflettere su tre principali tematiche, riunite attorno al tema «Il bene comune». La prima giornata è dedicata al collezionismo, alla produzione e alla commissione di opere d’arte; la seconda è incentrata sull’arte italiana come patrimonio collettivo e sulla sua diffusione a livello internazionale; la terza prevede un focus sul design.
Con Miart torna anche la Milano Art Week, una settimana in cui, scarpe comode e programma alla mano, si va a zonzo per la città a scoprire le ricerche più attuali del contemporaneo, in attesa dei due eventi collettivi che chiuderanno questa intensa sette giorni: l’Art Night degli spazi no-profit, in cartellone sabato 6 aprile, e l’apertura speciale, in agenda domenica 7, delle gallerie private.
Tra le mostre e le installazioni da vedere, tutte ben raccontate sul sito milanoartweek.it, si segnalano «A Friend», un intervento monumentale dell’artista ghanese Ibrahim Mahama ai bastioni di Porta Venezia (commissionato dalla Fondazione Trussardi), «Remains», un’ampia rassegna sul lavoro dell’artista di origine indiana Sheela Gowda all’Hangar Bicocca, ma anche i lavori di Marinella Pirelli al Museo del Novecento e quelli di Carlos Amorales alla Fondazione Adolfo Pini.
Una proposta, dunque, varia quella di Miart e della Milano Art Week, che, con i suoi tanti appuntamenti, indagherà come l’arte e il design «possano contribuire -si legge nella nota stampa- al dibattito attuale su questioni urgenti come il cambiamento climatico, lo scambio tra culture, l’espansione delle geografie dell’arte, l’impatto delle nuove tecnologie e la riscrittura della storia dell’arte alla luce del contributo della creatività delle donne». Temi di attualità, questi, che dimostrano come Milano possa essere e sia una «città che sale».

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Immagine per «Horizon», campagna promozionale di Miart 2019. Fotografo: Jonathan Frantini. Art Direction: Francesco Valtolina (Mousse). Assistente Art Direction: Anita Poltronieri (Mousse). Assistente fotografo: Francesca Gardini, Giacomo Lepori. Casting: Semina Casting Modelli: Amelie, Lorenzo, Clara, Federico, Alessandro, Mohamed, Sara, Angela, Martina, Alessandro, Nicolo', Davide, Loreley, Mehdi; [fig. 2] JX Williams, Untitled (Bull Chain), 2018. Mixed media floor installation. Dimensions variable. Unique. Courtesy Cabinet, London; [fig. 3] Latifa Echakhch, Erratum, 2004. «Leopards in the Temple». Installation view, Sculpture Center, New York, 2010. Courtesy: courtesy of the artist, kaufmann repetto, Milan / New York. Copyright: Jason Mandella. © SculptureCenter and the artists; [fig. 4] Virgilio Guidi, Donna dalla cintura rossa, 1934. Olio su compensato, 90 × 72,2 cm. Courtesy Società delle belle arti, Viareggio; [fig. 5] Serena Vestrucci, «Strappo alla regola», 2013. European flags canvas, cotton thread, three months, 110 × 4 × 100 cm. Otto Zoo and the artist. Copyright Ph. Luca Vianello; [fig. 6] Luís Lázaro Matos, White Shark Cafe, 2018. Graphite, marker and tracing paper on paper, variable dimensions. Unique. Courtesy Galeria Madragoa and Luís Lázaro Matos; [fig. 7] Alessandro Mendini, Corbu, 2016. Ceramica dipinta con i colori usati da Le Corbusier nell'Unité d'Habitation di Marsiglia, 59,5 × 20 × 27 cm ciascuno. Copyright Renato Ghiazza. Courtesy Enrico Astuni, Bologna

Informazioni utili  
Miart. fieramilanocity, viale scarampo, gate 5 pad./ pav. 3 - Milano. Orari: venerdì 5 e sabato 6 aprile, dalle ore 12.00 alle ore 20.00, domenica 7 aprile, dalle ore 11.00 alle ore 19.00. Ingresso: intero 15,00 euro, ridotto per ragazzi dai 14 ai 17 anni 10,00 euro, ridotto per bambini sotto i 14 anni e studenti di arte 1,00 euro | il biglietto intero online costa 12,00 euro. Informazioni: www.miart.it. Dal 5 al 7 aprile 2019.

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