ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

giovedì 5 dicembre 2019

Da Giambattista Piranesi a Tapio Wirkkala, le mostre del 2020 alla Fondazione Cini di Venezia

Dalla storia dell’arte alla musica, dal teatro agli studi religiosi: è come al solito ricco il programma di iniziative culturali messo in cantiere dalla Fondazione Giorgio Cini di Venezia per il nuovo anno.
A parlare della varietà della proposta sono i numeri degli eventi organizzati: quarantasei incontri tra convegni, giornate di studio, workshop e seminari, oltre venti concerti, cinque nuovi progetti espositivi, più di trenta iniziative editoriali, varie borse di studio e un premio, il «Benno Geiger», per la traduzione poetica.
Nel nuovo anno proseguirà, inoltre, il progetto di valorizzazione del patrimonio monumentale, artistico, materiale e immateriale custodito sull’Isola di San Giorgio Maggiore, promuovendo lo studio e il progetto di digitalizzazione dei suoi archivi.
In quest’ultimo ambito rientra anche il recente progetto di riqualificazione dell’Auditorium «Lo Squero», vincitore del Premio Torta 2017, già pronto per un nuovo anno di grandi appuntamenti.
La nuova stagione concertistica vedrà consolidarsi i rapporti avviati negli anni passati con Asolo Musica, l’Associazione Amici della Musica, Le Dimore del Quartetto, Chamber Music – Premio Trieste e Antiruggine, il laboratorio culturale creato da Mario Brunello, che da oltre dieci anni promuove un’idea di cultura trasversale a molte discipline, con più di trecento serate realizzate, dedicate prevalentemente alla musica, ma anche a letteratura, teatro, architettura, cinema, sport, alto artigianato artistico.
La Cini vanta, inoltre, un'intensa attività convegnistica. Tra i tanti incontri organizzati nel 2020 a Venezia ce ne sono alcuni significativi per chi si occupa di arte come il convegno internazionale su Vittore Carpaccio (11-12 novembre) e l’appuntamento «Il teatro in fotografia. La scena teatrale italiana tra le due guerre» (16-17 novembre).
La fondazione organizzerà, inoltre, la tappa veneziana del «Taihu World Cultural Forum» (7-9 maggio) dedicato allo scambio e al dialogo culturale tra Italia e Cina in occasione del cinquantesimo anniversario (1970-2020) del ristabilimento delle relazioni diplomatiche ufficiali tra la Repubblica popolare cinese e la Repubblica italiana.
Di grande qualità, infine, è il calendario delle mostre in programma. Si inizierà con la riapertura stagionale della Galleria di Palazzo Cini a San Vio, grazie alla partnership di Assicurazioni Generali. A segnare l'avvio delle attività sarà la mostra «Piranesi Roma Basilico» (nelle due foto accanto), organizzata in occasione delle celebrazioni per i trecento anni dalla nascita di Giambattista Piranesi (Venezia, 1720 – Roma, 1778).
La proposta espositiva, in cartellone dal 24 aprile al 23 novembre, prevede la presentazione di una settantina di vedute piranesiane, tutte conservate presso le collezioni grafiche della fondazione, accanto alle rispettive fotografie che Gabriele Basilico effettuò nel 2010 in occasione della mostra veneziana sull'artista, ripercorrendo la quasi totalità dei luoghi piranesiani con la macchina fotografica.
Ad aprirsi all’arte saranno, poi, gli spazi dell’Ala napoleonica della Fondazione Giorgio Cini, dove dal 29 aprile al 15 luglio ci sarà «Est. Storie italiane di territori, città e architetture», a cura di Luca Molinari, già curatore del Padiglione Italia alla dodicesima Biennale di Architettura.
L’esposizione vuole raccontare storie di luoghi e città guardando il mondo verso Est partendo dall’Italia, che rimane il perno del percorso narrativo. Al centro del progetto -raccontano gli organizzatori- c’è «il 'fare italiano', che rifugge una pratica colonizzatrice per un atteggiamento di dialogo e assimilazione di mondi diversi dal nostro, avendo poi la capacità di immaginare e costruire spazi e luoghi significativi per la realtà in cui si sono insediati».
Sarà, quindi, la volta di «Homo Faber: Crafting a more human future. Living Treasures of Europe and Japan», in cartellone dal 10 settembre all’11 ottobre.
Dopo l’incredibile successo dell’edizione inaugurale del 2018, la rassegna celebrerà nuovamente l’artigianato d’eccellenza. Il designer giapponese di fama internazionale Naoto Fukasawa, l’acclamata fotografa nipponica Rinko Kawauchi, l’iconico regista americano Robert Wilson, il collezionista ed esperto britannico Simon Kidston, il professore universitario veneziano Stefano Micelli, l’executive director del Museo d’arte di Hakone Tokugo Uchida, i celebri architetti italiani Michele De Lucchi e Stefano Boeri, la docente londinese di moda Judith Clark, il designer tedesco Sebastian Herkner, gli esperti e consulenti d’arte David Caméo e Frédéric Bodet, il gallerista belga Jean Blanchaert sono i nomi di prestigio chiamati a immaginare i sedici spazi espositivi di «Homo Faber». Saranno loro a creare una visione spettacolare e senza eguali dell’artigianato d’eccellenza contemporaneo, disegnando un ponte tra tradizione e futuro.
Mentre l’attività delle «Le stanze del vetro», iniziativa per lo studio e la valorizzazione dell’arte vetraria veneziana del Novecento, nata dalla collaborazione tra Fondazione Cini e Pentagram Stiftung, prevede due mostre.
Si inizierà con «Venice and American Studio Glass» (26 marzo - 26 luglio), a cura di Tina Oldknow e William Warmus. Più di centocinquanta pezzi provenienti dagli Stati Uniti e dall’Europa permetteranno di esaminare da vicino l’influenza dell’estetica e delle tradizionali tecniche di lavorazione del vetro veneziano nello Studio Glass dagli anni Sessanta ad oggi.
Al centro della rassegna ci sarà la monumentale installazione di Dale Chihuly, «Laguna Murano Chandelier», realizzata a Murano con i maestri veneziani Lino Tagliapietra e Pino Signoretto.
In autunno si terrà, invece, «Tapio Wirkkala e Toni Zuccheri alla Venini» (7 settembre 2020 - 10 gennaio 2021), a cura di Marino Barovier.
L’esposizione guiderà il pubblico tra due aspetti della stessa realtà, due generi quasi agli antipodi ma ugualmente fondanti: il minimalismo del nordico Tapio Wirkkala, che tanto influenzò il dialogo di prospettiva tra Finlandia e Italia, e il Bestiario lagunare di Toni Zuccheri, che trovò nella natura una costante fonte da cui lasciarsi contaminare e ispirare.

Per saperne di più
www.cini.it

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