ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

martedì 27 novembre 2012

Venezia/Emilia insieme per la ricostruzione», quando l’arte è solidale

Il fotografo modenese Franco Fontana (Modena, 1933), riconosciuto a livello internazionale come uno dei più grandi «maestri del colore», ha donato uno dei suoi paesaggi tipici, «Los Angeles, 1990», dove tonalità squillanti, reali e nello stesso tempo astratte, di giallo, blu, verde e rosso mattone disegnano strutture geometriche essenziali. Il bolognese Nino Migliori (Bologna, 1926) ha, invece, scelto di regalare un suo scatto in bianco e nero del 1956, «Frati volanti», dove due monaci cappuccini appaiono sospesi nell’aria, con le vesti gonfie di vento, e intenti a giocare a pallavolo. Mentre dal reggiano Bruno Cattani (Reggio Emilia, 1964) è giunto uno scatto del 1997, appartenente alla serie «L’arte dei luoghi», nella quale l’artista ha fotografato musei, italiani e stranieri, quali affascinanti contenitori di emozioni. Le tre opere, simbolo della vivace creatività emiliana, sono state donate dai loro autori alla Fondazione di Venezia e sabato 1° dicembre, alle ore 17.30, verranno battute all’asta con l’intento di dare un aiuto concreto alle popolazioni dei territori di Ferrara, Modena, Bologna e Reggio, ma anche di Mantova e Rovigo, duramente colpite dal sisma del maggio scorso.
L’asta, che vedrà in qualità di battitore Filippo Lotti, amministratore delegato di Sotheby’s, prevede quarantuno lotti e raccoglierà proventi anche per la popolazione veneziana, in particolare quella delle isole di Sant'Elena, Certosa e Sant'Erasmo, sulle quali martedì 12 giugno si è abbattuta una violenta tromba d’aria.
Non meno generosi nel donare proprie fotografie per l’evento di solidarietà promosso dalla fondazione presieduta da Giuliano Segre sono stati così gli artisti dell’area veneta. Dall’archivio di Renato Begnoni (Villafranca di Verona, 1956) è uscita, per esempio, la fotografia «Sguardi verso la natura, 2003», un nudo femminile dalle tonalità ocra e bluastre. Paolo Gioli (Sarzano di Rovigo, 1942) ha regalato alla fondazione una sua stampa su carta del 1999 («Senza titolo, 1999»), che sembra raffigurare la lastra di una mano. Mentre Francesco Barasciutti (Venezia, 1969), con «Onda, Venezia, 1996», e Roberto Salbitani (Padova, 1945), con «Venezia circumnavigazioni e derive, 1976-96», hanno voluto rendere omaggio all’aurea magica della Laguna.
Quattordici in tutto le opere giunte da fotografi che collaborano con la Fondazione di Venezia e che partecipano alle sue attività per quest’asta, della quale saranno protagonisti anche Francesco Radino (Bagno a Ripoli, 1947), con una suggestiva veduta notturna dell'aeroporto milanese di Linate, e Giorgio Lotti (Milano, 1968) con il gioco di onde e linee di «Luce-mare, 1968».
A queste immagini se ne affiancano altre sei provenienti da collezionisti privati, tra le quali un intenso ritratto di Bob Hoskins firmato Nigel Parry e due paesaggi, «Veneto, 1998» e «Parigi, 1991», tratteggiati dal sapiente bianco e nero di Gianni Berengo Gardin (Santa Margherita Ligure, 1930), che ci regala così respiri di vita di gente comune.
Nella sezione «Fotografia contemporanea» di «Venezia/Emilia insieme per la ricostruzione», il cui valore di base delle opere varierà dai 400 ai 1500 euro, verranno battute anche nove immagini di proprietà della Fondazione di Venezia, provenienti dal Fondo Italo Zannier (Spilimbergo, 1932), come «Vecchi di Andogna» di Piero Racanicchi (Visso, 1929) e «Lavandaie in Valcellina, 1954» dello stesso Italo Zannier.
Sempre di proprietà della Fondazione di Venezia sono i dodici dipinti di arte classica che verranno battuti all’asta, tutti acquistati nel 2000 con la Casa dei Tre Oci. Le opere, il cui valore varia dai 2.000 ai 35.000 euro, coprono una finestra temporale che spazia dal XV al XVIII secolo e sono stati attribuiti, tra gli altri, a Lorenzo Costa («Ritratto di gentiluomo»), Giovan Battista Moroni («Ritratto d’uomo seduto») e Justus Sustermans («Ritratto di gentiluomo»).
Il pezzo più pregevole in asta è senz’altro la «Crocifissione con San Francesco» del Maestro del Dossale Correr, pittore tardogotico veneziano che crebbe nella stretta cerchia di Nicolò di Pietro, ma non meno interessante per gli appassionati del genere sacro è la «Madonna con il Bambino e un angelo» di Bonifacio de’ Pitati detto Bonifacio Veronese, il cui schema compositivo, arcaicizzante e con un esiguo numero di figure, fa supporre che l’opera fosse stata realizzata per devozione privata.
Spenti i riflettori della cronaca nazionale, nelle zone dell’Emilia colpite dal terremoto (ma anche nelle isole veneziane flagellate dalla tromba d’aria) servono ancora molti fondi per la ricostruzione e resta tantissimo da fare per la ripresa della vita normale. L’arte può dare il suo piccolo aiuto: il ricavato dalla vendita delle opere battute all'asta sabato 1° dicembre sarà devoluto alle iniziative dell’Acri, associazione delle Casse di risparmio italiane, che sta raccogliendo per i territori emiliani terremotati fondi destinati al sostegno di iniziative nel settore dell’istruzione.

Didascalie delle immagini
[fig. 1] Nino Migliori, «Frati volanti», 1956. Pure pigmented print su carta cotone, 2012. cm 40 x 30. Proveniente dall’artista [«Venezia/Emilia insieme per la ricostruzione» / Lotto n. 21]; [fig. 2] Franco Fontana,  «Paesaggio urbano, Los Angeles, 1990». <i>Fujicolor Cristal Archive Paper Supreme</i>. Edizione 7/25, cm 45x30. Proveniente dall’artista [«Venezia/Emilia insieme per la ricostruzione» / Lotto n. 19]; [fig. 3] Maestro del Dossale Correr (Attivo a Venezia all’inizio del XV secolo, forse identificabile con un maestro Benedetto), «Crocifissione con San Francesco», s.d. Tempera e oro su tavola, cm 53,5 x 45 [«Venezia/Emilia insieme per la ricostruzione» / Lotto n. 12].

Informazioni utili
«Venezia/Emilia insieme per la ricostruzione». Fondazione di Venezia , Rio novo, Dorsoduro 3488/U -  Venezia. Catalogo d’asta: www.fondazionedivenezia.org/it/attivita/arte-e-cultura/Venezia+Emila+Asta+benefica. Informazioni: dott.ssa Alessandra Gini, tel.041.2201233 o dott.ssa Adriana Stradella, tel. 041.2201235.  Data dell'asta: Sabato 1° dicembre 2012, ore 17.30.

lunedì 26 novembre 2012

Una nuova galleria all’Isola: arte e architettura per il debutto milanese di Giovanni Bonelli

Da Mantova a Milano: Giovanni Bonelli, titolare dell’omonima galleria di Canneto sull’Oglio, apre un nuovo spazio espositivo nel capoluogo lombardo, in via Porro Lambertenghi. Ad inaugurare il progetto, che vedrà alternarsi maestri storici ad artisti contemporanei, con un’attenzione particolare alla pittura italiana ed internazionale, sarà la mostra «Pianeta Vienna e dintorni», un omaggio a sei noti artisti-architetti, che hanno avuto percorsi dalle evoluzioni diverse, ma che contengono gli stessi elementi di attitudine all’osservazione, al racconto e sensibilità comuni: Raimund Abraham, Hans Hollein, Max Peintner, Gianni Pettena, Walter Pichler ed Ettore Sottsass.
Nei duecentocinquanta metri quadrati della galleria, che in passato fu sede del celebre locale «Binario Zero», punto di riferimento per i patiti del rock, troveranno spazio, a partire da giovedì 29 novembre (l’inaugurazione è fissata per le ore 18.30) e fino al prossimo 2 febbraio, una quarantina di opere tra dipinti, disegni, fotografie, fotomontaggi e modelli.
La mostra alla galleria giovanni Bonelli -che andrà ad arricchire l’offerta culturale del quartiere Isola, dove già si trovano le sedi di altre gallerie e centri di animazione quali, per esempio, 1000eVenti, Brand New Gallery, ArtAndGallery e O', Viafarini- indaga formazione, connessioni, strumenti di artisti con una comune origine geografica e culturale (l'ampia area connotata culturalmente e geograficamente dall'amministrazione austroungarica, comprendente Milano, Venezia, il Trentino e il Veneto fino al 1918) che ritrovano, in linguaggi e itinerari, un comune volere e sentire.
Abraham, Peintner, Pettena, Pichler, Sottsass -nati tutti nella prima metà del Novecento a pochi chilometri gli uni dagli altri- e Hollein, che lavorò a lungo con Pichler subendone l’influenza, sono uniti dalla rivisitazione concettuale e linguistica di un ambito, quello del progetto, che nelle loro mani si amplia e si modifica in modo talmente significativo da influenzare anche l’arte e l’architettura d’oggi.
Nel 1962, Hollein e Pichler affermavano che «tutto è architettura», annullando, di fatto, ogni confine interdisciplinare e facendo sì che la sperimentazione venisse condotta con linguaggi spesso lontani da quelli del progetto. La ricerca assumerà, quindi, varie forme: dalla visionarietà delle strutture di Abraham al rigore concettuale ed esistenziale di Pichler, dalla traduzione di concetti in forma di architettura di Hollein all’ultrarealismo grafico di Peintner, dalle performance di Pettena alle ceramiche e ai mobili sperimentali di Sottsass.
Gli anni Sessanta e Settanta, periodo sul quale si focalizza la collettiva, sono gli anni in cui la disciplina dell’architettura ha ricercato linguaggi e strategie per immaginare il futuro prossimo, di prevederlo, di prepararsi ad accoglierlo, in un senso realistico e non visionario. La volontà era quella di andare oltre l’architettura, di affinare nuove forme espressive per progettare una «città invisibile», concepita per il futuro in base alle intuizioni del presente.
Il senso della mostra, per la curatela di Gianni Pettena, sta nel rimettere all’attenzione di pubblico e critica l’attualità del lavoro di questi architetti-artisti le cui domande non hanno ancora trovato risposta e si pongono come base per il lavoro dei progettisti, ma anche degli artisti, di oggi e del futuro.

Didascalie delle immagini
[fig. 1] Gianni Pettena, «Ice House I», Minneapolis 1971, fotografia; [fig. 2] Ettore Sottsass jr, «Il pianeta come festival», 1973, matite colorate su carta; [fig. 3] Walter Pichler, «Compact City», 1963-64, gesso e vetro con applicazioni metalliche

Informazioni utili 
«Pianeta Vienna e dintorni». Abraham Hollein Peintner Pettena Pichler Sottsass. Galleria Giovanni Bonelli, via Luigi Porro Lambertenghi 6 – Milano. Orari: martedì-sabato, ore 11.00-19.30; lunedì su appuntamento; domenica chiuso. Ingresso libero e gratuito. Catalogo: disponibile in mostra. Informazioni: tel 0376.723161 o lab@bonelliarte.com. Web site: www.bonelliarte.com.Inaugurazione: 29 novembre 2012,  ore 18.30. Dal 30 novembre 2012 al 2 febbraio 2013. 

venerdì 23 novembre 2012

Dal design autoprodotto ai «Restauri aperti»: cultura a 360° a «Venezia 2019»

Frutta all’Italia il 5,4% del Pil e dà lavoro a 1milione e 400mila persone, pari al 5,6% del totale degli occupati sull’intero territorio nazionale: è la cultura –stando ai dati della Fondazione Symbola- il vero volano per la crescita dell’economia nel nostro Paese. Prende spunto da questa riflessione «Venezia 2019 - Salone europeo della cultura», in programma da venerdì 23 a domenica 25 novembre nella città lagunare, presso l’area magazzini Ligabue, complesso costruito negli anni Venti durante la realizzazione dell’area portuale di Santa Marta, per le attività di catering delle compagnie di navigazione di Anacleto Ligabue.
Oltre centocinquanta relatori, più di cinquanta eventi, una location nuova nei pressi del terminal San Basilio, e quattro sezioni che esprimono, con diversi linguaggi, le nuove tendenze della cultura contemporanea sono i numeri della tre giorni lagunare, vetrina internazionale di beni culturali, design autoprodotto, nuove tecnologie digitali e restauro, ma anche occasione per presentare la candidatura di Venezia e del nord-est a Capitale europea per la cultura del 2019. Durante l’intensa manifestazione lagunare è, infatti, in programma anche un meeting, a cura di Nordesteuropa e di Progetto Marzotto, rivolto a operatori culturali, istituzioni e imprenditoria creativa attiva sul territorio, che prevede una sessione plenaria con Innocenzo Cipolletta e otto workshop su arti perfomative, contemporaneo, fondi europei per la cultura, food, grande guerra, musei d’impresa, makers, tesi a elaborare proposte concrete per la nomina veneziana.
Filo rosso della manifestazione sarà il tema Venezia#Berlin. Un confronto ravvicinato con la capitale tedesca, protagonista nell’ultimo trentennio di una rinascita che vede nei giovani artisti e designer i suoi attori principali, animerà, infatti, molti workshop e dibattiti, nei quali si parlerà anche dell’impatto degli eventi culturali sull’economia, del binomio cultura-turismo, delle sinergie pubblico-privato.
Due iniziative già esistenti, il concorso «Open Design Italia» e il «Salone dei beni e delle attività culturali e del restauro», e due novità assolute, «Nuove tecnologie digitali per la cultura» e «Restauri aperti», sono le quattro anime di «Venezia 2019», che vedrà tra i suoi ospiti Wolfgang Munchau (vice direttore del «Financial Times»), Thomas Mayer (senior advisor di Deutsche Bank), Alessandro Profumo (presidente di Banca Monte dei Paschi di Siena), Giovanni Bazoli (presidente del Consiglio di sorveglianza di Banca Intesa Sanpaolo), il filosofo Francesco Botturi, l’antropologo Christoph Wulf, i giornalisti Aldo Cazzullo e Gian Antonio Stella, l’architetto Hans Kollhof, Jörg Sϋrmann (direttore del DMY-International Design Festival di Berlino) e Dieter Haselbach, sociologo e co-autore di «Der Kulturinfarkt» («L’infarto della cultura»), pubblicato in Italia da Marsilio editore. Alla kermesse lagunare ci saranno anche Claudio Magris e Renata Codello, soprintendente dei Beni architettonici e paesaggistici di Venezia, che verranno premiati, insieme con i rappresentanti della Fondazione Giorgio Cini e del Palazzetto Bru Zane, con il Premio Venezia alla comunicazione culturale.
Il «Salone dei beni e delle attività culturali e del restauro», giunto alla sua sedicesima edizione, ospiterà enti, istituzioni e operatori con l’obiettivo di valorizzare quegli spazi espositivi italiani, europei e internazionali, che evidenziano sinergie tra territori, istituzioni e ambiti della vita culturale. La sezione «Nuove tecnologie digitali per la cultura», a cura di Fondazione di Venezia - M9, metterà, invece, in evidenza, in una serie di dibattiti, tutte le nuove forme con le quali la cultura si trasmette e con le quali alla cultura si può accedere e si può farne esperienza. Il pubblico, soprattutto quello dei più giovani, potrà così visualizzare e sperimentare quanto le nuove tecnologie aprano orizzonti nuovi e creino opportunità per un nuovo approccio al sapere umanistico. Mentre «Restauri aperti», progetto ideato e curato da Anna Scavezzon, permetterà di conoscere i cantieri più innovativi in città, attraverso una sezione in all’interno dei Magazzini Ligabue, dove verranno ospitati convegni internazionali e seminari specialistici, e una sezione off, dove, per la prima volta, giornalisti e addetti ai lavori (architetti, restauratori ed imprenditori) avranno modo di partecipare a visite guidate, a numero chiuso, in sei luoghi al centro di interessanti operazioni di riqualificazione: Palazzo Papadopoli, Chiesa dei Gesuiti, Gritti Palace hotel, Ca’ Corner della Regina, Camera di Commercio, Chiesa dei Tolentini.
Tra le proposte di «Venezia 2019 - Salone europeo della cultura», c’è, infine, «Open Design Italia», un concorso-mostra-mercato che promuove la pratica degli auto-produttori, figure ibride a cavallo fra designer e artigiani di nuova generazione. La manifestazione, ideata e curata da Elena Santi e Laura Succini, sarà la vetrina ideale per una ottantina di artisti provenienti da Italia, Germania, Brasile, Argentina e Hong Kong, selezionati tra oltre duecento, che esporranno le loro creazioni, entrando in contatto diretto con l’utente finale. Ridurre la filiera ha in questo caso un duplice vantaggio: per i visitatori e gli appassionati, la possibilità di acquistare oggetti unici di alto design a prezzi da km zero; per le aziende l’opportunità di ‘sbirciare’ le nuove tendenze e magari individuare un progetto per la produzione su larga scala.
Dagli orologi ottenuti dal recupero di lattine in alluminio alla lampada annaffiatoio, dai gioielli realizzati con le tecnologie digitali alla caffettiera a testa in giù sono tra i più svariati i progetti presentati, tutti raccolti in un catalogo edito da Nordesteuropa Editore, che verranno valutati da una giuria internazionale, composta, tra gli altri, da Aldo Cibic, Alessandro Molinari  e Paolo Ulian. Tra le sezioni speciali fuori concorso, si segnala quella promossa dalla Regione Emilia Romagna che vede protagonisti dieci designer provenienti dalle zone colpite dal sisma.
Nell’era del digitale, comunicare in tempo reale e in maniera diretta è diventato indispensabile. Ecco allora che, per venire incontro anche alle giovani generazioni, questa edizione del Salone europeo della cultura di Venezia verrà resa disponibile a tutti attraverso i principali mezzi di comunicazione on-line. Oltre al sito internet (www.venezia2019.eu), disponibile in italiano e inglese, sarà possibile collegarsi alle pagine Facebook (Venezia2019), Twitter (@Venezia2019) con gli hashtag #venezia2019 #veneziaberlin e LinkedIn (Venezia2019 - Salone europeo della cultura) della manifestazione, attraverso le quali seguire gli aggiornamenti in tempo reale sia prima che durante gli eventi, condividere notizie e commenti sui temi trattati, ricevere informazioni utili e molto altro ancora. Un ulteriore apporto informativo verrà fornito dal blog ufficiale su WordPress (venezia2019.wordpress.com) e dagli editoriali di «Cultura in rete» su Linkiesta, che avranno il compito di tenere informati i lettori interessati all’evento tramite editoriali, focus specifici, notizie di colore, approfondimenti, comunicati stampa.

Didascalie delle immagini
[fig. 1] Logo di «Venezia 2019 - Salone europeo della cultura»; [fig. 2] Vista dei Magazzini Ligabue di Venezia; [fig. 3] Claudio Magris, uno dei protagonisti di «Venezia 2019 - Salone europeo della cultura»; [fog. 4] Dieter Haselbach, sociologo e co-autore di «Der Kulturinfarkt» («L’infarto della cultura»), pubblicato in Italia da Marsilio editore, uno dei protagonisti di «Venezia 2019 - Salone europeo della cultura»; [fig. 5] Esterno del Gritti Palace hotel, uno dei cantieri di «Restauri aperti»; [fig. 6] Ca’ Corner della Regina, uno dei cantieri di «Restauri aperti»; [fig. 7] Uno dei progetti della mostra «Open Design Italia»

Informazioni utili
«Venezia 2019 - Salone europeo della cultura». Area magazzini Ligabue (fermata terminal San Basilio) – Venezia. Orari: venerdì 23 novembre, ore 10.00-22.00; sabato 24 novembre, ore 10.00-20.00; domenica 25 novembre, ore 10.18.00. Prenotazioni: tutti gli eventi sono a ingresso libero, fino a esaurimento posti. È consigliata la prenotazione sul sito www.venezia2019.eu. Visite guidate: le visite ai cantieri di «Restauri aperti» sono riservate a giornalisti, architetti, costruttori, restauratori e addetti ai lavori; è necessario accreditarsi, inviando  unae- mail a info@venezia2019.eu, specificando nome, azienda di affiliazione, numero di cellulare, indirizzo e-mail, data e orario della visita. Dal venerdì 23 a domenica 25 novembre 2012.