Saranno le suggestioni fotografiche di Alessandra Ferrua a tenere a battesimo la seconda edizione di «Manifattura Diffusa», un progetto, firmato da Lorena Tadorni e Karin Gavassa per l'associazione culturale «Ladiesbela», che intende animare lo storico borgo di Regio Parco, nella zona nord di Torino.
Da sabato 8 giugno a domenica 21 luglio, gli spazi dell’ex manifattura Tabacchi, costruiti nella seconda metà del Settecento dall’architetto Giovanni Battista Feroggio e chiusi nel 1996 (prima di essere, in parte, riconvertiti e concessi in uso all’ateneo torinese), accoglieranno un ricco calendario di mostre, appuntamenti con il cinema, concerti ed eventi teatrali.
La rassegna, promossa con il contributo della Regione Piemonte e della Circoscrizione VI, si propone, nello specifico, di trasformare una fabbrica parzialmente dismessa, luogo simbolo di un’epoca e dell’identità di un quartiere, in un polo culturale che sia, prevalentemente, incubatore di arte giovane. Tante le associazioni del territorio che hanno accolto l’invito, a cominciare dai Commercianti del Regio Parco e dagli Amici dell’Ecomuseo.
Il debutto della manifestazione è fissato per venerdì 7 giugno, alle ore 20, quando verrà presentata la mostra «Urbex» di Alessandra Ferrua: un progetto fotografico in continuo divenire, alla scoperta di luoghi dimenticati, in disuso e pieni di storia. Il silenzio di questi edifici abbandonati, l’architettura che circonda i resti di una vita passata e le testimonianze di attività lontane nel tempo, rivivranno attraverso una serie di immagini, alcune delle quali storiche.
«Manifattura Diffusa» sarà, poi, animata da altri due progetti, a cura del consorzio culturale BiTh–Barbari Invasori e Thealtro: «riVivendo Manifattura», una serie di visite guidate performative con persone che hanno fatto la storia della fabbrica torinese (venerdì e sabato, eccetto le giornate del 14, 21 e 28 giugno, ore 17.30 e ore 18.30), e «OffdownTOwn.manifattura», una mini-rassegna di teatro con tre titoli di ricerca ad ingresso libero (fino ad esaurimento dei posti disponibili). Il primo appuntamento vedrà in scena la «Compagnia gli Sperduti» con l’anteprima della commedia «La Congiura» (venerdì 7 giugno, ore 21.30) di Walter Revello. Seguirà una rilettura del lavoro «Il Guardiano» di Harold Pinter: «Il diamante più bello – Studio sulla Sindrome di Tourette» (domenica 30 giugno, ore 18.30), nel quale Thealtro trascinerà il pubblico nella mente di un cosiddetto «malato», in un viaggio malinconico, ma non greve, attraverso i deliri dell’elettroshock. «I Barbari Invasori» presenteranno, invece, «Stockholm» (domenica 21 luglio, ore 18.30), la storia di un giovane rampollo dell’alta società rapito a scopo riscatto e segregato in un luogo-non luogo, claustrofobico e noioso, che gli farà nascere un morboso attaccamento verso il rapitore, la cosiddetta sindrome di Stoccolma.
Quest’anno, poi, la manifestazione uscirà fuori dagli spazi della manifattura Tabacchi e coinvolgerà anche alcune realtà del territorio. Nel cortile della scuola Abba si terrà, per esempio, una mini-rassegna cinematografica, a cura dell’associazione culturale «Antiloco - Il piccolo cinema» e della cooperativa sociale «Solaria». Tre i titoli in programma: «Tutti i santi giorni» di Paolo Virzì (venerdì 5 luglio, ore 21.30), «Viva la libertà» di Roberto Andò (venerdì 12 luglio, ore 21.30) e «Benvenuto Presidente» di Riccardo Milani (venerdì 19 luglio, ore 21.30).
L’associazione «Almaterra» proporrà, invece, due serate (sabato 22 giugno, ore 20 e sabato 20 luglio, ore 20) legate all’interculturalità e all’Hammam recentemente aperto in via Norberto Rosa, con danza e musica orientale.
Completano il programma interventi musicali e aperi-cena a ritmo di rock’n’roll e musica degli anni Settanta e Ottanta, oltre allo spettacolo «Guardalupe», con Anna Abate e per la regia di Matteo Bena (sabato 6 luglio, ore 21.30).
Arte, suoni, teatro e degustazioni coloreranno, dunque, lo storico borgo di Regio Parco, gettando un ponte tra il recupero della memoria storica e la ricerca di una dimensione creativa degli spazi urbani. Un modo, questo, di ‘reinventare’ una realtà che, per oltre duecento anni, ha scritto una pagina importante della storia lavorativa torinese.
Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Manifattura Tabacchi di Torino; [figg. 2 e 3] Un'immagine di Alessandra Ferrua per la mostra «Urbex», con la quale inaugura la seconda edizione di «Manifattura diffusa»
Informazioni utili
«Manifattura Diffusa». Un'estate di mostre, cinema, musica, teatro, eventi. Ex Manifattura Tabacchi, corso Regio Parco, 134/a e aree diffuse in Borgo Regio Parco – Torino. Informazioni: Associazione Ladiesbela, cell. 339.3222298 o cell. 347. 1575205, ladiesbela@yahoo.it. Da venerdì 7 giugno a domenica 21 luglio 2013.
ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com
giovedì 6 giugno 2013
mercoledì 5 giugno 2013
«Darbar», viaggio in Oriente con il Mao di Torino
E’ un’occasione per conoscere le tradizioni di Paesi come l’Indonesia, il Giappone, la Turchia e l’India quella che propone «Darbar. Luci da Oriente», rassegna promossa dal Mao – Museo d’arte orientale di Torino durante l’estate. Per il quarto anno consecutivo, la realtà di via San Domenico, afferente alla rete della Fondazione Torino Musei, aprirà le porte a concerti, conferenze, proiezioni di film e documentari, attività per le famiglie.
«Darbar», termine che indica il luogo deputato agli eventi artistici negli antichi palazzi dei Mahārāja, si propone, nello specifico, come un ponte culturale tra Oriente ed Occidente, presentando al pubblico civiltà millenarie, poco conosciute anche se già presenti nella prospettiva quotidiana della nostra società multi-culturale, attraverso focus settimanali dedicati alle aree geografiche rappresentate nelle gallerie del museo.
Una parte importante del programma, che prevede anche percorsi tematici tra le collezioni del Mao, è destinata alla musica con appuntamenti dedicati a strumenti poco conosciuti, come quelli presenti nell’orchestra del gamelan, o ad artisti espressione della cultura popolare del proprio Paese, come Naziha Azzouz (Algeria), il duo formato da Mieko Miyake e Suizan Lagrost (Giappone) e il Dem Trio (Turchia).
A inaugurare l’iniziativa, in programma da venerdì 7 giugno a sabato 20 luglio, sarà il Southbank Gamelan Players, l’ensemble in residence del Southbank Centre di Londra, che proporrà tre concerti (venerdì 7 giugno, ore 18 e 21; sabato 8 giugno, ore 21) con un repertorio di brani classici dell’Isola di Giava nelle scale slendro e pelog, oltre a due workshop per bambini e famiglie, rispettivamente intitolati «Io suono il gamelan» (sabato 8 giugno, ore 15) e «La magia del gamelan» (sabato 8 giugno, ore 16).
L’omaggio all’Indonesia proseguirà con un percorso tematico all’interno del Mao: «L’arabesco. Ritmo e geometria nell’arte islamica» (giovedì 13 giugno, ore 18.00), durante il quale verranno evidenziati gli elementi essenziali, il significato e l’origine del linguaggio artistico nei Paesi islamici. Sarà, quindi, la volta della conferenza «Oriente effimero. Il Cairo ricostruito e l’Oriente evocato nelle esposizioni orientali» (giovedì 13 giugno, ore 21), che vedrà in cattedra Sherif El Sebaie, docente del corso extra-curriculare di lingua araba, civiltà e arti dell'Islam tenuto presso il Politecnico di Torino. All’arte islamica sarà dedicato anche un percorso tematico con degustazione di tè (sabato 15 giugno, ore 16), bevanda che accompagna diversi momenti della vita quotidiana, dalle trattative commerciali alle riunioni conviviali, nei Paesi musulmani, in una vastissima area geografica che si estende dal Marocco al Pakistan.
«Darbar. Luci da Oriente» guarderà, poi, alla Cina con tre appuntamenti: la proiezione del film «Lanterne rosse» di Zhang Yimou (sabato 22 giugno, ore 15-18), una visita guidata sull’importanza della musica nella storia della cultura cinese (venerdì 21 giugno, ore 18) e un concerto di Deng Yuan (venerdì 21 giugno, ore 21), artista oggi residente in Italia che ha approfondito lo studio dello zheng (noto anche come guzheng), strumento musicale della famiglia delle cetre utilizzato, originariamente, dalle orchestre che suonavano alla corte orientale cinese, il cui uso solistico, che ha condotto a tecniche di esecuzione più complessa e a un ampliamento del repertorio, risale al XIX secolo.
La rassegna torinese volgerà, quindi, l’attenzione al nord Africa con un aperitivo a cura di Hafa Cafè (giovedì 27 giugno,ore 19.30), un concerto di musica algerina con Naziha Azzouz e Adel Salameh (giovedì 27 giugno, ore 21), la proiezione del documentario «El gusto» di Safinez Bousbia (sabato 29 giugno, ore 15-18) e una conferenza del sociologo Khaled Fouad Allam (giovedì 27 gennaio, ore 18), docente universitario di islamistica negli atenei di Trieste ed Urbino, nonché editorialista dei quotidiani «La Repubblica» e «La Stampa».
Dal nord Africa ci si sposterà in Giappone. Chiara Bottelli proporrà la conferenza «Bigaku. Imparare la bellezza» (giovedì 4 luglio, ore 18). Massimo Bandera approfondirà l’arte del bonsai (sabato 6 luglio, ore 16). Mieko Miyazaki e Suizan Lagrost animeranno un concerto di musica tradizionale giapponese (giovedì 4 luglio, ore 21), che fonderà i suoni di due strumenti tipici quali lo shakuhachi e il koto.
I tre appuntamenti offriranno l’occasione anche per vedere le nuove opere giapponesi in mostra al Mao: nove frammenti di emakimono esposti per la prima volta al pubblico. Si tratta dei tradizionali «rotoli di pittura» in formato orizzontale, la cui fruizione avviene gradualmente, in un processo di srotolamento da destra a sinistra, con una successione quasi filmica delle immagini nella loro composizione o della storia narrata nel suo svolgimento.
Le opere selezionate forniscono un’interessante panoramica sulla produzione degli emakimono nel medio e tardo periodo Edo (1603-1868); tra questi spicca il frammento di una scena di battaglia che fa riferimento alle gesta del famoso condottiero Minamoto no Yoshitsune (1159-1189) e riconducibile alla prima metà del XVIII secolo.
A chiudere la rassegna saranno due focus su Turchia e India. Il primo prevede la proiezione del lungometraggio «Yol» di Yilmaz Günei (sabato 13 luglio, ore 15-18) e la conferenza «Dall’impero ottomano alla Turchia contemporanea, da ‘Malato d’Oriente’ a ‘Tigre del Mediterraneo’» del giovane storico e politologo Marco Demichelis (giovedì 11 luglio, ore 18), oltre a un concerto di musica turca del Dem Trio (giovedì 11 luglio, ore 21), formato dai virtuosi Murat Salim Tokaç (tanbur e ney), Cenk Güray (bağlama) e Derya Türkan (kemençe). La cultura indiana verrà, invece, approfondita attraverso un percorso tematico nella galleria dell’Asia orientale (giovedì 18 luglio, ore 18) sulle tracce delle molteplici figure divine dell’induismo, quali Ganeśa ( il dio dalla testa di elefante), Viṣnu, Śiva e la sua consorte Pārvatī, ma anche da un concerto di Riccardo Battaglia e Federico Sanesi (giovedì 18 luglio, ore 21) e dalla proiezione del video «Ru-Ba- Ru» (sabato 20 luglio, ore 15-18).
Un programma, dunque, ricco e articolato quello del Mao – Museo d’arte orientale di Torino per viaggiare tra India, Giappone e Turchia senza lasciare l’Italia.
Didascalie delle immagini
[fig. 1] Il Southbank Gamelan Players, l’ensemble in residence del Southbank Centre di Londra, che giovedì 7 giugno 2013 inaugurerà la quarta edizione di «Darbar. Luci da Oriente»; [fig. 2] Deng Yuan, artista protagonista del concerto in programma venerdì 21 giugno 2013; [fig. 3] Federico Sanesi sarà, con Riccardo Battaglia, protagonista del concerto di musica indiana in programma giovedì 18 luglio 2013; [fig. 4] Un reperto esposto nella galleria dei Paesi islamici del Mao -Museo d'arte orientale di Torino; [fig. 5] Un reperto esposto nella galleria giapponese del Mao -Museo d'arte orientale di Torino
Informazioni utili
«Darbar. Luci da Oriente». Mao - Museo d’arte orientale, via San Domenico, 11 - Torino. Orari: martedì-domenica, ore 10.00-18.00; chiuso il lunedì. Ingresso al museo: intero € 10,00, ridotto € 8,00, gratuito fino a 18 anni. Ingresso alla rassegna: tutte le attività della rassegna «Darbar» sono ad ingresso gratuito fino a esaurimento posti disponibili; potranno essere ritirati due tagliandi a persona a partire da mezz’ora prima dell’inizio delle attività; l’organizzazione non risponde di eventuali code formatesi prima dell’orario concordato. Informazioni e prenotazioni: tel. 011.4436927. sito web: www.maotorino.it. Da venerdì 7 giugno a sabato 20 luglio 2013.
«Darbar», termine che indica il luogo deputato agli eventi artistici negli antichi palazzi dei Mahārāja, si propone, nello specifico, come un ponte culturale tra Oriente ed Occidente, presentando al pubblico civiltà millenarie, poco conosciute anche se già presenti nella prospettiva quotidiana della nostra società multi-culturale, attraverso focus settimanali dedicati alle aree geografiche rappresentate nelle gallerie del museo.
Una parte importante del programma, che prevede anche percorsi tematici tra le collezioni del Mao, è destinata alla musica con appuntamenti dedicati a strumenti poco conosciuti, come quelli presenti nell’orchestra del gamelan, o ad artisti espressione della cultura popolare del proprio Paese, come Naziha Azzouz (Algeria), il duo formato da Mieko Miyake e Suizan Lagrost (Giappone) e il Dem Trio (Turchia).
A inaugurare l’iniziativa, in programma da venerdì 7 giugno a sabato 20 luglio, sarà il Southbank Gamelan Players, l’ensemble in residence del Southbank Centre di Londra, che proporrà tre concerti (venerdì 7 giugno, ore 18 e 21; sabato 8 giugno, ore 21) con un repertorio di brani classici dell’Isola di Giava nelle scale slendro e pelog, oltre a due workshop per bambini e famiglie, rispettivamente intitolati «Io suono il gamelan» (sabato 8 giugno, ore 15) e «La magia del gamelan» (sabato 8 giugno, ore 16).
L’omaggio all’Indonesia proseguirà con un percorso tematico all’interno del Mao: «L’arabesco. Ritmo e geometria nell’arte islamica» (giovedì 13 giugno, ore 18.00), durante il quale verranno evidenziati gli elementi essenziali, il significato e l’origine del linguaggio artistico nei Paesi islamici. Sarà, quindi, la volta della conferenza «Oriente effimero. Il Cairo ricostruito e l’Oriente evocato nelle esposizioni orientali» (giovedì 13 giugno, ore 21), che vedrà in cattedra Sherif El Sebaie, docente del corso extra-curriculare di lingua araba, civiltà e arti dell'Islam tenuto presso il Politecnico di Torino. All’arte islamica sarà dedicato anche un percorso tematico con degustazione di tè (sabato 15 giugno, ore 16), bevanda che accompagna diversi momenti della vita quotidiana, dalle trattative commerciali alle riunioni conviviali, nei Paesi musulmani, in una vastissima area geografica che si estende dal Marocco al Pakistan.
«Darbar. Luci da Oriente» guarderà, poi, alla Cina con tre appuntamenti: la proiezione del film «Lanterne rosse» di Zhang Yimou (sabato 22 giugno, ore 15-18), una visita guidata sull’importanza della musica nella storia della cultura cinese (venerdì 21 giugno, ore 18) e un concerto di Deng Yuan (venerdì 21 giugno, ore 21), artista oggi residente in Italia che ha approfondito lo studio dello zheng (noto anche come guzheng), strumento musicale della famiglia delle cetre utilizzato, originariamente, dalle orchestre che suonavano alla corte orientale cinese, il cui uso solistico, che ha condotto a tecniche di esecuzione più complessa e a un ampliamento del repertorio, risale al XIX secolo.
La rassegna torinese volgerà, quindi, l’attenzione al nord Africa con un aperitivo a cura di Hafa Cafè (giovedì 27 giugno,ore 19.30), un concerto di musica algerina con Naziha Azzouz e Adel Salameh (giovedì 27 giugno, ore 21), la proiezione del documentario «El gusto» di Safinez Bousbia (sabato 29 giugno, ore 15-18) e una conferenza del sociologo Khaled Fouad Allam (giovedì 27 gennaio, ore 18), docente universitario di islamistica negli atenei di Trieste ed Urbino, nonché editorialista dei quotidiani «La Repubblica» e «La Stampa».
Dal nord Africa ci si sposterà in Giappone. Chiara Bottelli proporrà la conferenza «Bigaku. Imparare la bellezza» (giovedì 4 luglio, ore 18). Massimo Bandera approfondirà l’arte del bonsai (sabato 6 luglio, ore 16). Mieko Miyazaki e Suizan Lagrost animeranno un concerto di musica tradizionale giapponese (giovedì 4 luglio, ore 21), che fonderà i suoni di due strumenti tipici quali lo shakuhachi e il koto.
I tre appuntamenti offriranno l’occasione anche per vedere le nuove opere giapponesi in mostra al Mao: nove frammenti di emakimono esposti per la prima volta al pubblico. Si tratta dei tradizionali «rotoli di pittura» in formato orizzontale, la cui fruizione avviene gradualmente, in un processo di srotolamento da destra a sinistra, con una successione quasi filmica delle immagini nella loro composizione o della storia narrata nel suo svolgimento.
Le opere selezionate forniscono un’interessante panoramica sulla produzione degli emakimono nel medio e tardo periodo Edo (1603-1868); tra questi spicca il frammento di una scena di battaglia che fa riferimento alle gesta del famoso condottiero Minamoto no Yoshitsune (1159-1189) e riconducibile alla prima metà del XVIII secolo.
A chiudere la rassegna saranno due focus su Turchia e India. Il primo prevede la proiezione del lungometraggio «Yol» di Yilmaz Günei (sabato 13 luglio, ore 15-18) e la conferenza «Dall’impero ottomano alla Turchia contemporanea, da ‘Malato d’Oriente’ a ‘Tigre del Mediterraneo’» del giovane storico e politologo Marco Demichelis (giovedì 11 luglio, ore 18), oltre a un concerto di musica turca del Dem Trio (giovedì 11 luglio, ore 21), formato dai virtuosi Murat Salim Tokaç (tanbur e ney), Cenk Güray (bağlama) e Derya Türkan (kemençe). La cultura indiana verrà, invece, approfondita attraverso un percorso tematico nella galleria dell’Asia orientale (giovedì 18 luglio, ore 18) sulle tracce delle molteplici figure divine dell’induismo, quali Ganeśa ( il dio dalla testa di elefante), Viṣnu, Śiva e la sua consorte Pārvatī, ma anche da un concerto di Riccardo Battaglia e Federico Sanesi (giovedì 18 luglio, ore 21) e dalla proiezione del video «Ru-Ba- Ru» (sabato 20 luglio, ore 15-18).
Un programma, dunque, ricco e articolato quello del Mao – Museo d’arte orientale di Torino per viaggiare tra India, Giappone e Turchia senza lasciare l’Italia.
Didascalie delle immagini
[fig. 1] Il Southbank Gamelan Players, l’ensemble in residence del Southbank Centre di Londra, che giovedì 7 giugno 2013 inaugurerà la quarta edizione di «Darbar. Luci da Oriente»; [fig. 2] Deng Yuan, artista protagonista del concerto in programma venerdì 21 giugno 2013; [fig. 3] Federico Sanesi sarà, con Riccardo Battaglia, protagonista del concerto di musica indiana in programma giovedì 18 luglio 2013; [fig. 4] Un reperto esposto nella galleria dei Paesi islamici del Mao -Museo d'arte orientale di Torino; [fig. 5] Un reperto esposto nella galleria giapponese del Mao -Museo d'arte orientale di Torino
Informazioni utili
«Darbar. Luci da Oriente». Mao - Museo d’arte orientale, via San Domenico, 11 - Torino. Orari: martedì-domenica, ore 10.00-18.00; chiuso il lunedì. Ingresso al museo: intero € 10,00, ridotto € 8,00, gratuito fino a 18 anni. Ingresso alla rassegna: tutte le attività della rassegna «Darbar» sono ad ingresso gratuito fino a esaurimento posti disponibili; potranno essere ritirati due tagliandi a persona a partire da mezz’ora prima dell’inizio delle attività; l’organizzazione non risponde di eventuali code formatesi prima dell’orario concordato. Informazioni e prenotazioni: tel. 011.4436927. sito web: www.maotorino.it. Da venerdì 7 giugno a sabato 20 luglio 2013.
martedì 4 giugno 2013
Geometrie solari per l’estate di Rimini. Marco Neri firma il manifesto 2013
E’ il linguaggio geometrico ed essenziale di Marco Neri (Forlì, 1968) a caratterizzare le due immagini che la città di Rimini ha scelto per i manifesti e i materiali turistici della sua prossima stagione estiva.
Dopo la pittura seducente di Milo Manara, il disegno pop di Jovanotti, il richiamo tribale di Pablo Echaurenn, il gioco di parole di Alessandro Bergonzoni e i lavori di Francesca Ghermandi e Francesco Bocchini, la lunga storia dell’affiche balneare (iniziata negli anni Venti del XX secolo, interrottasi nel secondo Dopoguerra e ripresa nel 2000), si arricchisce, dunque, dei giochi di linee orizzontali e verticali delle opere «La casa delle bandiere» e «Occhio».
Il primo lavoro, scelto per il manifesto, rappresenta un edificio dall’architettura razionalista, sul quale sventolano i colori dell’Italia, della Svizzera, della Germania, della Grecia e non solo. L’opera, dipinta nel 1992, è figlia dell’installazione «Quadro mondiale», una distesa di centonovantadue bandiere per la facciata del Padiglione Italia ai Giardini della Biennale di Venezia, con la quale l’artista romagnolo, da oltre vent’anni residente a Torriana, partecipò nel 2001 all'indimenticabile mostra-evento «Platea dell’umanità», a cura di Harald Szeeman.
Il paesaggio cosmopolita, astratto e reale nello stesso tempo, dell’immagine di Marco Neri –racconta Massimo Pulini, assessore alla cultura del Comune di Rimini, ma anche artista e docente di pittura all’Accademia di Belle arti di Bologna- «ha l'atmosfera aperta e festosa di un villaggio olimpico. Uno sguardo nitido e meridiano fa stagliare un ‘Gran Pavese’ di bandiere su una prospettiva di palazzi che sfidano l'essenzialità del gioco e la forza del simbolo. In ogni vessillo il colore ha il carattere di un distillato storico, ogni campitura è ideogramma di una parte del mondo. Nella puntuale tarsia delle forme con la quale è costruita l'opera emerge una visione limpida e serena, condensata ma quasi senza peso: la pittura stessa sembra essersi concessa una vacanza estiva, alleggerita dalla zavorra dei dettagli e dal rovello dei pensieri».
Per le cartelline e le borse, è stata, invece, scelto l’opera «Occhio», realizzata nel 2009: «un'immagine –prosegue l’assessore Pulini- da titoli di coda o di prologo: stenografia contemporanea di un paesaggio costiero, in cui l'apparizione in lontananza diviene annuncio silente e monocromo di quel che sarà la giostra di luci e suoni». Il soggetto ritratto nel lavoro, che entrerà a far parte della collezione permanente del Museo civico di Rimini, è la visione trasognata di una ruota panoramica, immersa in una velatura atmosferica resa dalla tempera su carta.
Marco Neri, docente di pittura all'Accademia di Belle arti di Ravenna e artista che ha in curriculum mostre in spazi espositivi quali il Rupertinum Museum di Salisburgo, il Museion di Bolzano e il Pecci di Prato, ha presentato al Comune di Rimini anche una terza immagine rimasta fuori dalla comunicazione istituzionale, ma resa pubblica in conferenza stampa per far meglio comprendere il ventaglio interpretativo dispiegato dall'autore per raccontare Rimini a turisti e cittadini: un’essenziale darsena notturna, dipinta quasi in un alfabeto Morse che riduce in forma binaria le luci e i colori.
Visioni differenti e complementari restituiscono, dunque, il volto di una cittadina di mare tra le più amate dai vacanzieri, sinonimo nell'immaginario collettivo di divertimento, relax, vita notturna, prezzi bassi e buona accoglienza.
Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Manifesto per Rimini 2013, firmato da Marco Neri; [fig.2 e 3] Una scena della conferenza stampa di presentazione del manifesto balneare per l’estate 2013 di Rimini, alla quale hanno partecipato il sindaco Andrea Gnassi, l'assessore Massimo Pulini e l'artista Marco Neri
[Le foto sono state messe a disposizione dall'Ufficio stampa dell'ufficio Turismo del Comune di Rimini]
Per saperne di più
Balnea - Museo virtuale dei bagni di mare e del turismo balneare
Una sirena per il manifesto di Rimini 2010
Bergonzoni firma l’estate 2009 di Rimini
Dopo la pittura seducente di Milo Manara, il disegno pop di Jovanotti, il richiamo tribale di Pablo Echaurenn, il gioco di parole di Alessandro Bergonzoni e i lavori di Francesca Ghermandi e Francesco Bocchini, la lunga storia dell’affiche balneare (iniziata negli anni Venti del XX secolo, interrottasi nel secondo Dopoguerra e ripresa nel 2000), si arricchisce, dunque, dei giochi di linee orizzontali e verticali delle opere «La casa delle bandiere» e «Occhio».
Il primo lavoro, scelto per il manifesto, rappresenta un edificio dall’architettura razionalista, sul quale sventolano i colori dell’Italia, della Svizzera, della Germania, della Grecia e non solo. L’opera, dipinta nel 1992, è figlia dell’installazione «Quadro mondiale», una distesa di centonovantadue bandiere per la facciata del Padiglione Italia ai Giardini della Biennale di Venezia, con la quale l’artista romagnolo, da oltre vent’anni residente a Torriana, partecipò nel 2001 all'indimenticabile mostra-evento «Platea dell’umanità», a cura di Harald Szeeman.
Il paesaggio cosmopolita, astratto e reale nello stesso tempo, dell’immagine di Marco Neri –racconta Massimo Pulini, assessore alla cultura del Comune di Rimini, ma anche artista e docente di pittura all’Accademia di Belle arti di Bologna- «ha l'atmosfera aperta e festosa di un villaggio olimpico. Uno sguardo nitido e meridiano fa stagliare un ‘Gran Pavese’ di bandiere su una prospettiva di palazzi che sfidano l'essenzialità del gioco e la forza del simbolo. In ogni vessillo il colore ha il carattere di un distillato storico, ogni campitura è ideogramma di una parte del mondo. Nella puntuale tarsia delle forme con la quale è costruita l'opera emerge una visione limpida e serena, condensata ma quasi senza peso: la pittura stessa sembra essersi concessa una vacanza estiva, alleggerita dalla zavorra dei dettagli e dal rovello dei pensieri».
Per le cartelline e le borse, è stata, invece, scelto l’opera «Occhio», realizzata nel 2009: «un'immagine –prosegue l’assessore Pulini- da titoli di coda o di prologo: stenografia contemporanea di un paesaggio costiero, in cui l'apparizione in lontananza diviene annuncio silente e monocromo di quel che sarà la giostra di luci e suoni». Il soggetto ritratto nel lavoro, che entrerà a far parte della collezione permanente del Museo civico di Rimini, è la visione trasognata di una ruota panoramica, immersa in una velatura atmosferica resa dalla tempera su carta.
Marco Neri, docente di pittura all'Accademia di Belle arti di Ravenna e artista che ha in curriculum mostre in spazi espositivi quali il Rupertinum Museum di Salisburgo, il Museion di Bolzano e il Pecci di Prato, ha presentato al Comune di Rimini anche una terza immagine rimasta fuori dalla comunicazione istituzionale, ma resa pubblica in conferenza stampa per far meglio comprendere il ventaglio interpretativo dispiegato dall'autore per raccontare Rimini a turisti e cittadini: un’essenziale darsena notturna, dipinta quasi in un alfabeto Morse che riduce in forma binaria le luci e i colori.
Visioni differenti e complementari restituiscono, dunque, il volto di una cittadina di mare tra le più amate dai vacanzieri, sinonimo nell'immaginario collettivo di divertimento, relax, vita notturna, prezzi bassi e buona accoglienza.
Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Manifesto per Rimini 2013, firmato da Marco Neri; [fig.2 e 3] Una scena della conferenza stampa di presentazione del manifesto balneare per l’estate 2013 di Rimini, alla quale hanno partecipato il sindaco Andrea Gnassi, l'assessore Massimo Pulini e l'artista Marco Neri
[Le foto sono state messe a disposizione dall'Ufficio stampa dell'ufficio Turismo del Comune di Rimini]
Per saperne di più
Balnea - Museo virtuale dei bagni di mare e del turismo balneare
Una sirena per il manifesto di Rimini 2010
Bergonzoni firma l’estate 2009 di Rimini
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