ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

mercoledì 26 novembre 2014

A Venezia un corso di alta formazione sul vetro muranese e sulla nascita dei musei europei di arte decorativa

Rimarranno aperte fino al 7 gennaio le iscrizioni al corso di alta formazione sul vetro muranese in programma dall’11 al 13 marzo 2015 a Venezia per iniziativa del Istituto veneto di scienze, lettere ed arti. Il simposio, promosso nell’ambito del progetto «Glass in Venice», si intitola «La nascita dei grandi musei: le collezioni vetrarie tra Rinascimento e revival» e vede tra i partner l’Ecole du Louvre, la Fondazione musei civici di Venezia e il Victoria & Albert Museum, con l’Ufficio regionale dell’Unesco.
Il programma, incentrato sull’Ottocento, prevede relazioni di carattere storico e artistico, studi sugli stili e sui materiali, compresa la presentazione di moderne tecniche di analisi per la datazione dei manufatti oggi adottate da alcuni tra i principali musei europei, fino a dimostrazioni pratiche di alcune tecniche di esecuzione particolarmente rilevanti, eseguite e commentate in una fornace di Murano in compagnia di Davide Fuin e William Gudenrath.
La tre giorni di studio comprende, inoltre, una visita all’Archivio di Stato di Venezia, dove sono conservati importanti documenti, inventari e ricettari, utili allo studio di aspetti particolarmente significativi della produzione vetraria veneziana. Sono, poi, in programma visite alla collezione Barovier e ai depositi del Museo vetrario di Murano, i cui oggetti conservati verranno illustrati da Rosa Barovier Mentasti e dalla direttrice Chiara Squarcina. Si avrà, inoltre, la possibilità di vedere la mostra «Within light / Inside glass - An intersection between art and science», concepita da Vicarte e dedicata alle corrispondenze tra luce e vetro, e la collezione di Fiorella e Phillip de Boos-Smith, che comprende centinaia di oggetti, selezionati e disposti in base alle diverse tecniche di lavorazione, e che ha consentito il recupero dell’antico stile muranese ottocentesco in cui gli oggetti in filigrana, millefiori, avventurine e calcedoni, ispirate dall’arte vetraria rinascimentale e barocca, si distinguono per la raffinatezza tecnica, il virtuosismo decorativo e l’audacia dei colori.
Le conferenze di Rosa Barovier Mentasti, Rosella Mamoli Zorzi, Marco Verità, Cristina Tonini, William Gudenrath, Suzanne Higgott, Reino Liefkes, Antonio Pires De Matos, Maria Joao Burnay e Rainald Franz(questi i relatori fino ad oggi confermati) permetteranno, poi, di approfondire la storia dei musei di arte decorativa in Europa e in America, nella maggior parte dei casi fondati nell’Ottocento.
Il vetro antico, soprattutto quello romano e veneziano, venne riscoperto in quel periodo e riscosse l'interesse degli storici e degli studiosi d’arte.Furono, quindi, scritti i primi libri focalizzati sulla storia del vetro, si redassero cataloghi di collezioni pubbliche e private e vennero editi i cataloghi delle numerose aste, da cui giunsero veri capolavori nei musei internazionali. La creazione di questi musei e di queste collezioni ha segnato una svolta nella storia della cultura, ma alcuni capolavori, pur noti già nel XIX secolo, non sono ancora stati studiati come meritano.
Questo fenomeno sarà al centro del convegno veneziano, come anche il problema della realizzazione di copie e falsi nello stesso XIX secolo. Nell'epoca dei revival, infatti, i musei di arti decorative –il Victoria & Albert Museum e il Museo vetrario di Murano, ad esempio- avevano spesso come missione istituzionale quella di proporre modelli da imitare agli artigiani contemporanei. Oggi gli studiosi di arte vetraria non solo considerano con interesse la produzione vetraria dei revival, ma sono anche impegnati nella individuazione di pezzi antichi e di pezzi ottocenteschi nell'ambito delle collezioni museali.

Informazioni utili 
«La nascita dei grandi musei: le collezioni vetrarie tra Rinascimento e revival». Domande di iscrizioni: vanno inviate via e-mail, entro il 7 gennaio 2014, corredate di curriculum vitae nel quale venga messo in evidenza l'interesse per la materia e gli studi precedentemente compiuti nel settore. Quota di partecipazione: € 300,00. Informazioni: Laura Padoan, ivsla@istitutoveneto.it. Sito web: http://www.istitutoveneto.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/941

lunedì 24 novembre 2014

«Perfecto e virtuale», a Fano l’«Uomo vitruviano» di Leonardo diventa tridimensionale

Corpo muscoloso, volto virile e sguardo sicuro: l’«Uomo vitruviano», uno dei disegni più celebri al mondo e canone rinascimentale della bellezza perfetta, sarà esposto a Milano, nelle sale di Palazzo Reale, in occasione della mostra «Leonardo da Vinci 1452-1519. Il disegno del mondo», curata da Pietro Marani e Maria Teresa Fiorio per Expo 2015. Una mostra senza precedenti, questa, che traccerà un ritratto a tutto tondo del poliedrico artista rinascimentale e nella quale saranno visibili, tra l’altro, il «Musico» della Pinacoteca ambrosiana, il «San Gerolamo» dei Musei vaticani, la «Scapigliata» della Galleria nazionale di Parma, la «Madonna Dreyfuss» della National Gallery di Washington e tre opere inestimabili provenienti dal Louvre di Parigi: la «Bella Ferronière», il «San Giovanni Battista» e l’«Annunciazione».
Il prezioso ed enigmatico capolavoro a matita e inchiostro del genio vinciano, databile intorno al 1490 e conservato dal 1822 nel Gabinetto dei disegni e delle stampe alle Gallerie dell’Accademia di Venezia, resterà nel capoluogo milanese per un intero mese, grazie al nullaosta dato da Giovanna Damiani, soprintendente al Polo museale di Venezia. I tanti visitatori dell’Esposizione internazionale potranno così eccezionalmente ammirare questa disegno di piccole dimensioni, grande poco più di venti per trenta centimetri (esattamente 34,3 x 24,5), celebre rappresentazione delle proporzioni ideali del corpo umano inscrivibile armoniosamente nelle due figure «perfette» del cerchio e del quadrato secondo i canoni classici della bellezza classica, tracciati da Vitruvio nel terzo libro del «De Architectura».
In attesa del grande evento, previsto per la prossima estate, l’«Uomo vitruviano», o meglio la sua versione tridimensionale, è a Fano, nelle Marche. Nel Complesso rinascimentale di San Michele rimarrà, infatti, allestita fino al prossimo 6 gennaio la mostra-spettacolo «Perfecto e virtuale»,curata da Annalisa Perissa Torrini, direttrice del gabinetto dei disegni del Polo museale veneziano, e ideata da Paolo Clini, coordinatore scientifico del Centro studi vitruviani di Fano, con l’ausilio per l’allestimento degli architetti Adriana Formatio e Anna Paola Pugnaloni dell’Università Politecnica delle Marche.
Il famoso e delicato foglio di Leonardo Da Vinci, raramente visibile anche a Venezia per motivi conservativi (la luce diretta e un microclima non adeguato potrebbero scolorirne l’inchiostro), si presenta al pubblico per la prima volta in versione 3D attraverso un ologramma che ruota a 360° e lo proietta a grandezza originale, abbinato a un innovativo sistema touch screen di visualizzazione che consente di entrare nel disegno fino al centesimo di millimetro, studiandone il tratto della matita o la consistenza della filigrana della carta, nonché di coglierne ogni più incredibile dettaglio non visibile a occhio nudo, andando al di là di quello che forse lo stesso artista toscano poteva vedere.
Particolare si rivela, inoltre, l’allestimento che si distribuisce spazialmente ripercorrendo i segni principali del disegno leonardesco: si parte dalla genesi geometrica del disegno proveniente dalla collezione del pittore e scrittore milanese Giuseppe Bossi e dalla storia di Leonardo per, poi, passare all’interazione digitale vera e propria per ammirare l’opera d’arte come solo il suo autore poteva fare al momento della realizzazione.
Il modello tridimensionale del disegno è stato realizzato su uno dei più avanzati software di modellazione e visualizzazione, il Deltagen, messo appositamente a disposizione da 3DXcite per questa applicazione. «Il foglio leonardesco diventa così navigabile in modo interattivo, senza alcuna limitazione dovuta alle necessità di conservazione. Tale applicazione può, dunque, costituire –raccontano gli organizzatori- una possibile risposta alle sempre crescenti difficoltà di circolazione e divulgazione di opere delicate e che, come nel caso del lavoro leonardesco, possono essere esposte solo ogni cinque anni, a fronte di continue richieste di musei di tutto il mondo».
L’«Uomo vitruviano» diventa, invece, palpabile e studiabile da ogni angolazione grazie a una tecnica teatrale chiamata Pepper’s ghost, utilizzata per la prima volta nella serie di «Star Wars». L’esplorazione delle proporzioni ideali continua, poi, con il mirroring interattivo, una speciale pedana che mette a confronto le forme di ogni visitatore con quelle del disegno leonardesco, grazie a sistemi di natural interaction e computer vision appositamente sviluppati.
Ologrammi, touch screen, proiezioni, filmati e giochi interattivi fanno, dunque, muovere questa mostra sui binari della spettacolarizzazione, pur mantenendo la rigorosità scientifica, e la rendendo adatta ad un pubblico di tutte le età, dai bambini agli appassionati d’arte.

Didascalie delle immagini 
[Fig. 1] Leonardo da Vinci, «Uomo vitruviano», 1490 circa. Matita e inchiostro su carta, cm 34,3 x 24,5. Venezia, Gallerie dell’Accademia; Elaborazioni 3d dell’«Uomo vetruviano» a cura di Marco Gaiani; [fig. 3] Allestimenti tecnologici realizzati da Eve spin off per la mostra «Perfecto e virtuale. L’Uomo vitruviano di Leonardo» a Fano; [fig. 4] L’«Uomo vitruviano» in 3D che fluttua nella campana olografica.

Informazioni utili 
«Perfecto e virtuale. L’Uomo vitruviano di Leonardo». Complesso di San Michele, Arco di Augusto – Fano. Orari: martedì-venerdì, ore 17.00-19.30 (la mostra è aperta può essere aperta in mattinata solo per scuole e gruppi, previa prenotazione), sabato e domenica, ore 10.00-12.30 e ore 17.00-19.30; lunedì chiuso. Ingresso gratuito. Informazioni: tel. 338.4234702 o tel. 328.3790087; info@centrostudivitruviani.org. Sito internet: www.centrostudivitruviani.org. Fino al 6 gennaio 2015.

venerdì 21 novembre 2014

Corea, Giorgio Morandi e le sue nature morte in mostra a Seul

Sono ventisei le opera volate da Bologna verso Seul per la mostra su Giorgio Morandi che il National Museum of Modern and Contemporary Art di Deoksugung promuove fino al prossimo 25 febbraio, in occasione delle celebrazioni per i centotrenta anni delle relazioni diplomatiche tra Italia e Corea. Ricorrenza, questa, che il Comune di Bologna e la Città di Seul hanno voluto ricordare con uno speciale protocollo d'intesa, impegnandosi a rafforzare sempre più i rapporti di scambio e cooperazione reciproca.
L’esposizione porta, dunque, per la prima volta nel Paese asiatico un consistente numero di opere del maestro bolognese, presentando i principali nuclei tematici delle raccolte del Museo Morandi, a conferma del forte interesse e dei continui studi che in tutto il mondo ruotano intorno alla figura dell’artista, uno dei protagonisti più significativi della pittura del XX secolo.
Nello specifico sono partiti da Bologna alla volta della Corea sei dipinti, cinque acquerelli, sei disegni, cinque incisioni e quattro opere di collezione privata in deposito di comodato, oltre a una serie di oggetti originali provenienti da Casa Morandi, tra i quali il foglio che ricopriva il tavolo di lavoro dell’artista e sul quale venivano segnate le posizioni degli oggetti che sarebbero, poi, stati raffigurati nelle celebre nature morte.
«La selezione delle opere in mostra, ben lontana dal voler essere un’antologica, non procede cronologicamente e non vuole esaminare rapporti e influenze nell'ambito della pittura europea del Novecento ponendo Giorgio Morandi in una prospettiva storiografica. Il progetto espositivo -spiegano dall’Istituzione Bologna Musei- ambisce piuttosto a rendere evidente il peso di una ricerca artistica in grado, oggi, di dialogare con le istanze culturali di un mondo globalizzato, perché ha saputo interrogarsi incessantemente sul valore dell'opera e sull'atto stesso del dipingere».
Nature morte, fiori, paesaggi e conchiglie, dipinti attraverso poche tonalità di colore o disegnati con l’incisivo bianco e nero delle acqueforti, diventano da sempre agli occhi dello spettatore pure forme, oggetti privi di qualsiasi semantica, che l'artista trascende per coglierne l'essenza. Il percorso espositivo coreano non smentisce questo assunto e permette così di addentrarsi, attraverso opere realizzate tra gli anni Quaranta e gli anni Sessanta, in un’indagine artistica sempre coerente e rigorosa che è riuscita a tradurre felicemente in pittura un’esperienza umana e un universo poetico, quello di Giorgio Morandi appunto, artista che, lavorando su continue variazioni di pochi temi e rivolgendosi a oggetti o paesaggi familiari, è arrivato a cogliere l'essenziale nell'idea stessa di pittura.
Un momento di ulteriore approfondimento della vita e della poetica del maestro bolognese è, poi, rappresentata dalla proiezione del film «La polvere di Morandi», un documentario del regista Mario Chemello, prodotto da Imago Orbis, in collaborazione con il museo bolognese e con il contributo della Film Commission dell’Emilia Romagna. La rassegna mette, inoltre, a confronto l’opera del «pittore delle bottiglie» con quella di artisti coreani che si sono ispirati al suo lavoro quali To Sang-bong, Oh Ji-ho, Kim Whan-ki, Park Soo-keun, Kim Ku-lim, Choi In-soo, Sul Won-gi, Ko Young-hoon, , Shin Mee-kyoung, Hwang Hae-sun, Lee Yoon-jean e Jeong Bo-young.
Un’occasione, dunque, preziosa quella offerta dalla mostra di Seul per vedere come un pittore che non amava molto viaggiare abbia attraversato, grazie al suo lavoro, i confini dell’Italia, insegnando a molti la sua filosofia ideativa: «di nuovo al mondo non c’è nulla o pochissimo, l’importante è la posizione diversa o nuova in cui un artista si trova a considerare e a vedere le cose della cosiddetta natura e le opere che lo hanno preceduto e interessato».


Didascalie delle immagini 
[Fig. 1] National Museum of Modern and Contemporary Art, Deoksugung, Seul, Corea. Facciata allestita per mostra Giorgio Morandi; [fig. 2] Giorgio Morandi, «Natura morta», 1939. Olio su tela, 41,5 x 47,3 cm. Istituzione Bologna Musei - Museo Morandi; [fig. 3] Giorgio Morandi, «Fiori», 1950. Olio su tela. Istituzione Bologna Musei - Museo Morandi  

Informazioni utili
Giorgio Morandi. National Museum of Modern and Contemporary Art di Deoksugung - Galleria Venue 1 e 2, 99 Sejong-daero, Jung-gu, Seoul 100-120 (Corea). Orari: martedì-domenica, ore 10.00-19.00 mercoledì e sabato, ore 10.00-21.00; lunedì chiuso (la biglietteria chiude un'ora prima). Ingresso: adulti 9,000won, studenti delle scuole secondarie 7,000won,studenti delle scuole primarie 5,000won. Informazioni per l'Italia: Mambo di Bologna, tel. 051.6496611, fax 051.6496637 o info@mambo-bologna.org. Sito web: www.mmca.go.kr. Fino al 25 febbraio 2015.