ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

mercoledì 16 dicembre 2020

«Disney. L’arte di raccontare storie senza tempo»: un libro di 24 Ore Culture per scoprire i segreti dei più importanti film di animazione

Le avventure di Topolino, Pippo e Paperino, ma anche i film d’avventura su Dumbo, Bambi e Robin Hood ci accompagnano da quando siamo bambini. Dietro di loro si nasconde il nome di uno dei disegnatori più importanti e amati del Novecento, Walt Disney, creatore nel 1923 di uno studio d’animazione in California che oggi è un vero e proprio impero quotato in borsa.
Di anno in anno dagli studi della Disney sono usciti personaggi sempre più moderni, che hanno conquistato i bambini e non solo: da Merida ad Ariel, da Belle a Pocahontas, da Elsa a Hercules, senza dimenticare Cenerentola, Biancaneve e la Bella addormentata.
Chissà come sono nati questi personaggi? Chi ha disegnato le avventure di cui sono protagonisti? E chi ha dato loro voce e vita davanti a uno schermo? A queste domande risponde una delle ultime uscite editoriali di 24 Ore Culture: il volume «Disney. L’arte di raccontare storie senza tempo», catalogo dell’omonimo mostra di prossima apertura al Museo delle culture di Milano
In attesa di scoprire quando riapriranno in Italia teatri, pinacoteche e spazi espositivi, ancora chiusi per effetto dell’ultimo Dpcm per contrastare la diffusione del Coronavirus, e poter così vedere anche la nuova esposizione del Mudec, gli appassionati di fumetti e film d’animazione possono sfogliare e leggere questo bel libro, realizzato con la consulenza scientifica di Federico Fiecconi.
Il volume, disponibile sia on-line che in libreria, permette di vedere all'opera gli artisti della Disney mentre utilizzano le più svariate tecniche per rinnovare l'antichissima arte di raccontare storie attraverso le immagini, dando nuova vita a miti, favole, leggende e fiabe.
Walt Disney e il suo studio hanno, infatti, attinto al patrimonio delle più popolari narrazioni delle diverse tradizioni culturali e letterarie, creando un affascinante melting pot tra continenti ed epoche della storia, da Esopo a Charles Perrault, dai fratelli Grimm all’epica greco-romana, fino a giungere alla favolistica orientale e al romanzo «Pinocchio» del nostro Carlo Collodi.
Il libro illustra le origini letterarie di tali storie e ne esplora le reinterpretazioni da parte degli studi di animazione della Disney.
Il disegnatore americano e i team creativi che gli sono succeduti le hanno sintetizzate e modernizzate, rendendole più accessibili e più interessanti per il pubblico contemporaneo. Farlo ha richiesto un processo lento, scrupoloso e continuo.
Per ciascuna pellicola sono stati, infatti, necessari diversi anni di lavoro, che dall’idea iniziale hanno portato a costruire un intero film, dove le immagini prendono vita e si animano. Acquerello, carboncino, pastello, matita, grafite, inchiostro, guazzo, colori acrilici e a resina, pittura digitale sono la grande varietà di tecniche utilizzate per fare questo lavoro.
Brani tratti da note di produzione e da interviste con gli artisti gettano, inoltre, luce dietro le quinte di alcuni fra i più noti classici d’animazione, offrendo uno sguardo storico sugli approcci narrativi e sulle intenzioni che li hanno informati.
Il volume conduce in questo modo il lettore a conoscere le tante figure professionali coinvolte in questo grande e corale lavoro artistico e artigianale di straordinaria creatività e dedizione.
Paperino
e Topolino, Robin Hood e Biancaneve, la Sirenetta e i personaggi di «Frozen» sono solo alcuni dei tanti protagonisti che il libro ci svela e ci racconta attraverso un insieme unico di immagini, disegni, schizzi e maquettes.
A partire dal tratto con cui ciascun disegnatore ha saputo creare personaggi indelebili per le successive generazioni, il volume porta così adulti e bambini a entrare visivamente nei Walt Disney Animation Studios, comprendendo dall'interno come nasce un capolavoro di animazione. 
Affascinante non è solo la storia degli studios, ma anche quella del loro fondatore, geniale visionario, creatore e ispiratore di una nuova arte dello storytelling, che, nel corso della sua vita, ha ricevuto più di novecentocinquanta premi e riconoscimenti in tutto il mondo, fra cui quarantotto Oscar e sette Emmy.
Il disegnatore americano non si stancava mai di perfezionare l’arte dell’animazione. «Steamboat Willie», dove compariva per la prima volta Topolino, fu il primo cartone animato al mondo realizzato con il sonoro sincronizzato a debuttare davanti al pubblico. Era il 1928. Mentre durante la produzione della serie «Silly Symphonies» fu introdotto il technicolor. Nel 1937 «The Old Mill» fu, invece, il primo cortometraggio a utilizzare la tecnica della cinepresa multipiano. Ma l’interesse di Walt Disney per la combinazione di musica e animazione lo ha portato nello stesso anno anche  a produrre il primo acclamato lungometraggio musicale animato degli studios, «Biancaneve e i sette nani», considerato ancora oggi una delle pietre miliari della storia del cinema.
Pur dividendosi tra televisione, film in live action, film di animazione e Disneyland, il disegnatore americano continuò sempre a migliorare il processo di produzione delle animazioni. Una delle innovazioni più importanti fu la tecnologia Xerox, un processo xerografico che permetteva di trasferire le linee disegnate dagli animatori direttamente sui fogli di acetato, invece di farle ripassare a inchiostro dal reparto Ink and Paint.
Oggi come in passato, i Walt Disney Animation Studios sono un reparto creativo, artistico e innovativo che produce film unici, raccontando storie che continuano ad attirare il pubblico di tutto il mondo.
Questi film oggi possono essere scoperti anche grazie a questo bel libro di 24 Ore Culture e alla mostra che -si spera presto- aprirà le porte a Milano. 

Didascalie delle immagini
[Fig.1 ] Copertina del libro Disney. L'arte di raccontare storie senza tempo; [fig. 2] Biancaneve e i Sette Nani, 1937 | Disney Studio Artists | Composizione con acetato | Inchiostro e pittura su acetato e guazzo su carta (riproduzione dell'originale) | © Disney; ; [fig. 3] Robin Hood, 1973 | Disney Studio Artist.Concept art | Guazzo, pennarello e inchiostro su carta. © Disney; [fig. 4] La Spada nella Roccia, 1963 | Disney Studio Artist. Concept art | Inchiostro e pastello su carta | © Disney; [fig. 5] Pinocchio, 1940 | Disney Studio Artist. Studio di personaggio | Stampa su carta | © Disney; [fig. 6] Frozen 2 – Il Segreto di Arendelle, 2019. Jin Kim | Concept art | Disegno digitale su carta | © Disney

Informazioni utili 
Disney. L’arte di raccontare storie senza tempo. A cura di Walt Disney Animation Research Library, con la consulenza scientifica di Federico Fiecconi. 24 ORE Cultura, Milano 2020. Formato: cartonato, 23 x 31 cm. Pagine: 244 pp. Illustrazioni: 100. Prezzo: € 34,00. Codice ISBN: 978-88-6648-445-5. In vendita in libreria e online. Sito: www.24orecultura.com


martedì 15 dicembre 2020

SkyArte lancia la «museovisione». In anteprima sui siti di sei musei italiani il documentario «Alighiero e Boetti. Sciamano e Showman»

Arazzi variopinti con lettere dell’alfabeto, mappe geopolitiche puntellate da bandiere, tavole celesti costellate da piccoli aeroplani, grandi lavori a biro ritmati da virgole nere, cartoline postali e ricalchi di giornali e riviste: a ventisei anni dalla morte, il ricco universo figurativo di Alighiero Boetti (Torino, 1940 – Roma, 1994), uno dei maggiori esponenti dell’Arte povera, non smette di affascinare il mondo dell’arte contemporanea. Per celebrare l’ottantesimo anniversario dalla nascita dell’artista sei musei italiani si sono messi in rete e lanceranno in anteprima il documentario «Alighiero e Boetti. Sciamano e Showman», una produzione Sky Arte e Tiwi per la regia di Amedeo Perri e Luca Pivetti.
Mercoledì 16 dicembre, dalle 10 alle 18, il film sarà visibile in chiaro, in museovisione, sui siti internet del Castello di Rivoli, del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato, della Gamec di Bergamo, del Madre · Museo d’arte contemporanea Donnaregina di Napoli, del Mambo di Bologna e del MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma.
Il documentario sarà preceduto da una tavola rotonda virtuale, in cui il direttore di Sky Arte, Roberto Pisoni, converserà con le direttrici e i direttori delle sei istituzioni coinvolte – Carolyn Christov-Bakargiev, Cristiana Perrella, Lorenzo Giusti, Kathryn Weir, Lorenzo Balbi, Bartolomeo Pietromarchi – ricordando gli avvenimenti che legano l’artista ai musei e ai loro territori.
«Alighiero e Boetti. Sciamano e Showman» verrà, quindi, trasmesso nella stessa giornata di mercoledì 16 dicembre, alle 21.15, su Sky Arte e rimarrà, poi, disponibile on-demand su Now Tv.
La museovisione è un’altra importante iniziativa del canale televisivo diretto da Pisoni a sostegno del mondo dell’arte e della cultura in questi mesi difficili, con i musei e i teatri chiusi a causa della pandemia. Nelle ultime settimane Sky Arte ha, infatti, proposto in streaming gratuito, sul sito su video.sky.it/arte e sui suoi profili Facebook e Instagram, altri programmi per venire incontro ai gusti degli amanti dell’arte come «The Square», «Sipario! Storie di Teatro», «Indie Jungle» e «Musei».
Il documentario, della durata di poco più di cinquanta minuti, ripercorre la breve e folgorante parabola artistica di Alighiero Boetti attraverso le testimonianze dei suoi familiari - i figli Agata e Matteo e la vedova Caterina Raganelli Boetti –, ma anche di storici dell’arte e amici come Salman Alì, Stefano Arienti, Stefano Bartezzaghi, Alessandra Bonomo, Giorgio Colombo, Flavio Favelli, Tommaso Pincio, Sissi e Angela Vettese.
Attraverso immagini di repertorio e fotografie di opere coloratissime ed enigmatiche, il film racconta gli inizi dell’artista contrassegnati dall’adesione al movimento dell’Arte povera, il grande fermento creativo degli anni Settanta, il successo arrivato a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, la postuma consacrazione tra i grandi.
Agli inizi degli anni Settanta, l’artista cambia il suo nome in Alighiero e Boetti, dando vita a una ricerca sull’identità e il doppio che lo porta sempre a muoversi per specchiamenti. «Il gioco della congiunzione include -si legge nella nota stampa- uomo e artista, Sud e Nord, ordine e disordine, necessità e caso, spirito e materia».
Acutissimo teorico senza per questo amare le teorie, pensatore zen, cantastorie di piccole verità in forma di enigma, e, soprattutto, titolista nato, Alighiero Boetti ha realizzato i suoi lavori con l’intento di «mettere al mondo il mondo», come recita un’opera degli anni Settanta, e ci è riuscito grazie al fatto di essere al contempo sciamano e showman.
«Il documentario -raccontano da Sky Arte- riprende uno dei procedimenti più iconici di Boetti: la quadratura utilizzata nei suoi famosi arazzi. Grazie alla grafica animata, le sedici lettere del nome Alighiero e Boetti diventano sedici parole chiave – Afghanistan, bellezza, bic, gemelli, Giappone, mani, manifesto, mondo, numeri, Parigi, regole, ricami, ritmo, tempo, tutto, viaggio – che scandiscono i capitoli del film».
A più di venticinque anni dalla morte, il documentario «Alighiero e Boetti. Sciamano e showman» prova, dunque, a rendere la vitalità del pensiero, l’intelligenza velocissima e la grandezza dell’opera di un artista che ha saputo rendere il quotidiano oggetto dell’arte e veicolo di bellezza.
In occasione dell'uscita del documentario, verrà lanciato anche un filtro, scaricabile direttamente dai profili Instagram e Facebook di Sky Arte, e ispirato a uno dei soggetti più conosciuti: gli aeroplanini. Sullo sfondo di un iconico cielo azzurro acquerello, ciascun utente potrà diventare protagonista dell’opera indirizzando il volo degli aerei col suo stesso movimento. Per gli ottant'anni di Boetti si è pensato, dunque, a un omaggio leggero ispirato al suo amore per i viaggi e la geografia. 

lunedì 14 dicembre 2020

Luxottica e Pinacoteca di Brera insieme per l’arte. Umberto Boccioni, Giorgio Morandi e Piero della Francesca tra le vie di Milano

La Pinacoteca di Brera esce per le vie di Milano. In attesa di poter tornare a visitare i musei, chiusi al pubblico fino al prossimo 15 gennaio per effetto del nuovo Dpcm, presentato nella giornata del 3 dicembre, Luxottica accende i suoi schermi digitali nelle più importanti vie e piazze del capoluogo lombardo per dare voce e visibilità a una delle più importanti collezioni permanenti italiane, prezioso patrimonio per il nostro Paese.
Fino al prossimo 20 dicembre, chi cammina per il centro cittadino - in luoghi strategici come piazza Cadorna, piazza Cordusio e Corso Matteotti - potrà imbattersi nei colori, nei particolari e nelle emozioni di sei capolavori della Pinacoteca di Brera.
Le opere selezionate vogliono essere un omaggio alla città e ai collezionisti che hanno donato al museo le loro preziose collezioni d’arte moderna.
Dalla raccolta di Emilio Jesi sono state selezionate la «Rissa in Galleria» (1910) di Umberto Boccioni, opera dove già si respira la tensione tipica del futurismo, sebbene siano conservati ancora retaggi naturalistici, e la «Camera incantata» (1917) di Carlo Carrà, lavoro dalle inconfondibili suggestioni metafisiche che raffigura oggetti dalle forme geometriche e dai colori terrosi: un manichino che rappresenta la madre, un cilindro di cuoio con un parrucchino che simboleggia il padre e un set da pesca, memoria di un hobby di famiglia.
Mentre Lamberto Vitali, «il milanese che parlava toscano», viene ricordato con due opere dell’amico Giorgio Morandi, il maestro della luce e dell’equilibrio: «Natura Morta» (1920) e i «Fiori» (1918).
A queste quattro tele, riprodotte in grande formato per il progetto di Luxottica, se ne aggiungono altre due, selezionate tra le più conosciute e celebrate del museo: la «Sacra conversazione» (1472-1474) di Piero della Francesca, nota come «Pala di Brera», e la «Predica di San Marco ad Alessandria d’Egitto» (1504-1507) di Gentile e Giovanni Bellini.
Questo è il secondo esperimento di divulgazione artistica per il progetto «Luxottica for art», che nei mesi appena trascorsi, tra ottobre e novembre, ha coinvolto la Pinacoteca ambrosiana, storico istituto cittadino fondato nel 1607, e sei suoi capolavori. In quell’occasione, le opere scelte erano state la «Canestra di frutta» del Caravaggio, il «Vaso di fiori con gioiello, monete, conchiglie» di Jan Brueghel il Vecchio, «L’arco della pace a Milano» di Giovanni Migliara, il «Paesaggio invernale con pattinatori» di Hendrick Avercamp, il «Ritratto di musico» di Leonardo da Vinci e il «Ritratto di dama» di Giovanni Ambrogio De Predis.
«L’arte è tra le eccellenze italiane più note al mondo. Per questo Luxottica, azienda che rappresenta l’eccellenza dell’eyewear Made in Italy a livello internazionale e da sempre porta avanti iniziative di promozione e tutela del patrimonio culturale nell’ambito della propria visione di sostenibilità, ha lanciato a Milano un progetto innovativo di valorizzazione dell’arte», spiegano dall’azienda, una delle più grandi produttrici mondiali di montature per occhiali da vista e da sole.
«L’iniziativa, resa possibile grazie a un dialogo costruttivo tra Luxottica e le istituzioni museali cittadine, ha come obiettivo quello di rendere l’arte accessibile a tutti, permettendo di riscoprirne il valore e mostrando l’immenso patrimonio culturale che ci circonda, in una logica di restituzione di bellezza alla città dove il gruppo ha la propria sede direzionale», raccontano ancora da Luxottica.
L’azienda fu, infatti, fondata nel 1961 da Leonardo Del Vecchio, ex martinitt, l’orfanotrofio milanese dove la madre fu costretta ad affidarlo dopo la morte del padre e dove l’imprenditore rimase fino ai 14 anni.
Milano, dunque, per la Pinacoteca è la casa e la storia, per Luxottica il luogo delle profonde radici. Insieme i due enti hanno voluto fare un regalo ai milanesi, invitandoli a ricordare le opere che sono il loro vanto in tutto il mondo e a rimanere «a occhi aperti». Prima o poi - si spera presto - i musei riapriranno. Per ora l'arte la si può incontrare passeggiando per strada, con lo sguardo volto verso l'alto, verso il cielo. 

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