ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

venerdì 1 febbraio 2008

Roma, l’«Italia delle tradizioni» in scena al Vittoriano

Incontri, tavole rotonde, spettacoli, mostre, installazioni, degustazioni e concerti: è ricco il calendario della manifestazione Ieri, oggi, domani. L'Italia delle tradizioni, promossa dal ministero per i Beni e le Attività culturali, in collaborazione con Enit (Agenzia nazionale del turismo), sulla scia della ratifica, da parte del Parlamento italiano, della convenzione Unesco del 2003 per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale. L’appuntamento da segnarsi in agenda, che ha avuto una sorta di preview lo scorso 20 gennaio con l’iniziativa Porte aperte: i musei per i beni immateriali, è per il week-end da venerdì 1° a domenica 3 febbraio, presso il Complesso del Vittoriano, a Roma.
A tenere a battesimo l’intensa tre giorni capitolina, tesa a promuovere e valorizzare l'immenso patrimonio di tradizioni popolari - quell’insieme di costumi, usi, saperi, ritualità e feste che sono caratteristica peculiare del nostro Paese - sarà, alle 18.00 di oggi, venerdì 1° febbraio, un convegno sul tema Conservazione, valorizzazione e promozione del patrimonio culturale immateriale: un percorso da costruire, introdotto da Danielle Mazzonis (sottosegretario di Stato per i Beni e le Attività culturali) e moderato dal giornalista Vincenzo Mollica, cui prenderanno parte, tra gli altri, Pietro Folena (presidente della commissione Cultura della Camera), Vittoria Franco (presidente della commissione Cultura del Senato) e Giovanni Puglisi (presidente della commissione nazionale italiana Unesco).
A chiudere la serata inaugurale, che prevede anche una cena/buffet con prodotti tipici delle varie regioni italiane sulla scenografica terrazza Ara Coeli, sarà l'esibizione di artisti rappresentativi della tradizione popolare: del gruppo Su Cunsonu Santu Juanne de Thiesi con il concerto Canto a tenore a Paola Pitagora con la lettura di canti del sindacalista-poeta Peppino Marotto, dal concerto di Beppe Barra, che proporrà un'antologia di canzoni del grande repertorio napoletano e mediterraneo, all’esibizione di Ambrogio Sparagna, che racconterà, attraverso canti d'amore e danze tradizionali riuniti sotto il titolo Vorrei ballare, le forme della musica contadina dell’Italia centrale.
Sabato 2 febbraio il programma di Ieri, oggi, domani. L'Italia delle tradizioni proseguirà con una serie di riflessioni che coinvolgeranno gli esperti italiani e internazionali operanti a vari livello di governo, da Paola Elisabetta Simeoni (Istituto centrale per il catalogo e la documentazione) a Massimo Pistacchi (direttore della Discoteca di Stato – Museo dell’audiovisivo), da Luciana Mariotti (antropologa dell’ufficio Unesco Mibac) a Stefania Massari (direttrice del Museo nazionale di arti e tradizioni popolari di Roma), solo per fare qualche nome.
Alle 10.00 si terrà il seminario Il livello nazionale: un percorso da costruire, mentre alle 14.00 sono in programma le tavole rotonde Esperienze europee in ambito di patrimonio culturale immateriale e Strategie e iniziative per il futuro. Sempre sabato 2 febbraio il Vittoriano ospita la presentazione del cd Tanghi italiani e una rassegna di filmati sulle tradizioni italiane di area meridionale, che comprende Il Cristo morto di Procida di Vittorio Di Giacomo, Viaggio in Molise: le stagioni della festa di Emilia De Simoni e La Varia di Palmi, sul culto della Madonna della Sacra Lettera di Messina in un paesino della provincia di Reggio Calabria, filmato prodotto da Vincenzo Barone, Vincenzo Galluccio, Salvatore Panetta e Daniele Refolo.
In serata, invece, l’appuntamento è con la musica di Angelo Branduardi, che proporrà alcune canzoni del suo repertorio e La lauda di Francesco, spettacolo che, rifacendosi al teatro sacro e popolare del XIII secolo, racconta la storia del patrono d'Italia.
Gran finale, domenica 3 febbraio, con Le Tradizioni in festa, rassegna che porterà sia all'interno che all'esterno del Vittoriano, performance, musica e danze della tradizione italiana, di cui saranno protagonisti, tra gli altri, il coro Bajolese del Piemonte, i «poeti a braccio» di Lazio, Toscana e Umbria e il teatro dei pupi siciliani di Don Ignazio Puglisi.
Non mancherà lo spazio destinato alle mostre con l’esposizione, curata dal Museo nazionale di arti e tradizioni popolari, L’Italia delle tradizioni: immagini e oggetti, che allinea arnesi tipici italiani, dal carretto del venditore palermitano di fichi d’India alle anfore per l’acqua in ceramica di Caltagirone, dalla zangola piemontese ai cesti sardi, dalla spannatoia valdostana, usata nella lavorazione del burro, alla rocca di Loreto, che costituiva un dono di fidanzamento.
Al Vittoriano sarà, inoltre, possibile vedere la mostra Fede e tradizione, a cura di Angelo Palma e Paola Elisabetta Simeoni, che allinea una raccolta di immagini del santuario della Santissima Trinità di Vallepietra, in provincia di Roma, che spazia dagli schizzi di Enrico Coleman, datati 1881, alle foto di Angelo Palma, realizzate tra il 2003 e il 2006.

Didascalie delle immagini
(fig. 1) Immagine guida della rassegna Ieri, oggi, domani. L'Italia delle tradizioni (fig. 2) Ambrogio Sparagna; (fig. 3 e 4) Angelo Branduardi in una scena della Lauda di Francesco; (fig. 5) Immagine guida della mostra itinerante Fede e tradizione alla Santissima Trinità di Vallepietra.1881 - 2006.

Informazioni utili
Ieri, oggi, domani. L’Italia delle tradizioni. Complesso del Vittoriano, via San Pietro in carcere – Roma. Dal 1° al 3 febbraio 2008. Informazioni: tel. 06.3225380.

Curiosando nel Web
La lauda di Branduardi
Il sito della mostra Fede e tradizione alla Santissima Trinità di Vallepietra.1881 – 2006
Il sito del Museo nazionale delle arti e tradizioni popolari

giovedì 31 gennaio 2008

Bologna, «La Venere» del Guercino atterra al «Guglielmo Marconi»

E’ con un dipinto di Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino (Cento, 1591-Bologna, 1666) che Bologna accoglie, in questi giorni, turisti e viaggiatori che fanno scalo all’aeroporto internazionale Guglielmo Marconi.
Fino a mercoledì 20 febbraio, la sala Business Lounge ospita, infatti, un prezioso olio su tela raffigurante Venere, che il maestro di Cento - considerato, assieme a Guido Reni, il più grande pittore del Seicento bolognese – dipinse nel 1643.
L’iniziativa, realizzata grazie alla disponibilità della galleria Fondantico di Tiziana Sassoli, è la prima che l’hub felsineo, già impegnato nella promozione del moderno e contemporaneo, dedica all'arte antica e tiene a battesimo una serie di rassegne che, nei prossimi mesi, porteranno al Guglielmo Marconi alcuni tra i più grandi nomi della tradizione pittorica emiliana, da Donato Creti (Cremona, 1671-Bologna, 1749) a Pierfrancesco Cittadini (Milano, circa 1615 - Bologna, 1681), da Guido Reni (Bologna, 1575 – 1642) a Lippo Dalmasio (Bologna, 1360 – 1410).
Responsabile scientifico del progetto - nato sulla scia di un’identica iniziativa che, nel 2002, portò il Rijksmuseum di Amsterdam ad esporre nell'aeroporto cittadino tele di Rembrandt, Jan Steen e Jacob van Ruisdael - è il professor Daniele Benati, docente di Storia dell’arte medievale all’Università di Bologna.
Il calendario delle mostre, nate con l'intento di trasformare l’attesa in aeroporto in una piacevole occasione culturale, è ancora in fase di studio. Certo è, invece, che l’intero progetto sarà concepito – per usare le parole di Giuseppina Gualtieri, presidente di Sab (la società che gestisce lo scalo bolognese) - come una «vetrina delle eccellenze del territorio». A questa prima esposizione aderisce, per esempio, la Fondazione Cassa dei risparmi di Forlì, promotrice della mostra Guido Cagnacci. Protagonista del ’600 tra Caravaggio e Reni, in programma fino al 22 giugno ai Musei di san Domenico di Forlì, dove sono esposte anche opere del maestro della Venere. Nella Business Lounge del Guglielmo Marconi sarà, infatti, possibile vedere un video-documentario sul bizzarro artista di Santarcangelo di Romagna, curato da Tina Lepri.
Ma quali sono i legami tra il «gran disegnatore» e «felicissimo coloritore» Guercino (le definizioni sono di Ludovico Carracci), artista così soprannominato per lo strabismo all'occhio destro dovuto a un trauma subito in tenerissima età, e Guido Cagnacci (Santarcangelo di Romagna, 1601 – Vienna, 1663)? «I due divisero un appartamento in via del Babbuino, a Roma - spiega Daniele Benati - e sicuramente il Barbieri influenzò il compagno nel modo di rappresentare i nudi». E proprio un’aggraziata figura senza veli è al centro della mostra al Guglielmo Marconi. Si tratta quasi certamente della Venere eseguita nel 1648 per il generale Barone Mattei, annotata nei Libro dei conti del Guercino: “Dall’Em.mo Sig.r Barone Mattei si è riceuto – si legge in una nota del 7 ottobre di quell’anno - per intero pagam.to del Quadro della Venere lire 612.16 […]”.
La stessa gamma cromatica schiarita e l’eleganza del partito figurativo, composto su ideali di maturo classicismo, fanno addurre che l'opera sia ascrivibile alla tarda età dell’artista emiliano. A sostegno di questa tesi ricorre anche la raffigurazione di una fisionomia muliebre che il Guercino adotta a partire proprio a partire dagli anni Cinquanta del Seicento.
Come si apprende da una nota successiva del Libro dei conti, scritta in data 25 febbraio 1649, Barone Mattei avrebbe di lì a poco commissionato all’artista emiliano anche un quadro a pendant raffigurante Marte con un amorino, quadro che fa oggi parte della collezione dell’Art Museum di Cincinnati. «Il cielo della Venere è un chiaro proseguimento di quello dell’opera in America - spiega Daniele Benati - e la scena ha una continuità: c’è uno scambio di sguardi tra i due dei mentre, Venere incendia le armi di Amore, colpevole di averla fatta innamorare di Marte».
Un’ultima curiosità sul dipinto riguarda il cesto di fiori, che venne aggiunto in un secondo momento da un pittore francese, forse Jean Baptiste Monnoyer, in sostituzione della fiaccola con cui la dea greca dava fuoco agli strumenti di guerra.
Agli appassionati d’arte, l’aeroporto internazionale Guglielmo Marconi offre, in questi giorni, anche la possibilità di avvicinarsi all’arte contemporanea. Fino al 28 febbraio, le scale che dall'area arrivi Schengen salgono verso la rotonda antistante la Business Lounge ospitano, in collaborazione con la Esso Gallery di New York e Arte Fiera, l'opera Black clouds di Paolo Bertocchi e Vanessa Chimera: un cospicuo numero di ombrelli aperti, sospesi sopra le teste dei passeggeri, che si propongono di far riflettere sul clima, e in particolare, su come i sui cambiamenti influenzino l'economia globale.

Didascalie delle immagini
(fig. 1) Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino, Venere, 1643. Olio su tela, cm 144 x 99. Opera di proprietà della galleria Fondantico di Tiziana Sassoli, Bologna; (fig. 2) Inaugurazione della mostra su Guercino all'aeroporto internazionale Guglielmo Marconi di Bologna. Sono presenti da sinistra Giuseppina Gualtieri, presidente di Sab, e Tiziana Sassòli, titolare della galleria Fondantico di Bologna; (fig. 3) Paolo Bertocchi e Vanessa Chimera, Black clouds, 2008. Ombrelli, dimensioni variabili. Courtesy Esso Gallery, New York. Installazione per l'aeroporto internazionale Guglielmo Marconi di Bologna.


Informazioni utili
La Venere del Guercino. Aeroporto internazione Guglielmo Marconi, sala Marconi Business Lounge , via Triumvirato 84 - Bologna. Orari: tutti i giorni dalle 5.00 alle 21.30. Informazioni: Marconi Business Lounge, tel. 051.6479616 o marconilounge@bologna-airport.it. Fino al 20 febbraio 2008.

Curiosando nel Web

La mostra di Guido Cagnacci a Forlì
Il sito della galleria Fondantico di Bologna

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Malpensa, in viaggio con Depero e Pistoletto

mercoledì 30 gennaio 2008

Dal direttore al progetto culturale: tutte le novità del museo Accorsi di Torino

Cambio ai vertici del museo di arti decorative Pietro Accorsi di Torino, dove è appena stata nominata direttore Arabella Cifani, storica dell’arte che vanta al suo attivo un percorso più che trentennale di attività nei campi della ricerca artistica e letteraria e che si è sempre occupata di grandi temi della storia dell’arte, con particolare interesse per la storia del collezionismo, la pittura francese del Sei-Settecento e quella fiamminga del Seicento, la pittura di genere e di paesaggio, l’iconografia e l’iconologia sacra.
Laureata in lettere con indirizzo artistico presso l’Università di Torino, Arabella Cifani ha in curriculum seminari al Louvre di Parigi e alla National Gallery di Londra, consulenze alla Fondazione dell’Istituto bancario San Paolo per la scienza, la cultura e l'arte di Torino e alla National Gallery di Ediburgo, collaborazioni per grandi mostre internazionali come quelle di Van Dyck a Genova, Piero da Cortona a Roma e Cassiano dal Pozzo a Biella.
Numerose anche le collaborazioni giornalistico-editoriali di cui Arabella Cifani può fregiarsi: da Saggi e memorie di storia dell’arte della Fondazione Giorgio Cini di Venezia al Bollettino d’arte del ministero dei Beni culturali, dalla rivista Burlington Magazine di Londra ad Arte cristiana di Milano e alla rivista Il Quirinale. Tra gli ultimi suoi lavori, si segnala il catalogo della collezione Croff-Guelfa (edizioni Umberto Allemandi): un’importante raccolta di opere dal XIII al XX secolo, che costituirà il nucleo principale delle collezioni del nascente museo civico di Ivrea.
Molto articolato il calendario delle iniziative che il nuovo direttore ha messo in cantiere per gli anni a venire, a cominciare dalla costituzione di un Centro di eccellenza per lo studio delle arti decorative franco-piemontesi del XVIII secolo, che, oltre alle attività di ricerca e catalogazione delle collezioni museali, promuoverà incontri e seminari, realizzerà congressi e convegni di alto livello scientifico e culturale, istituirà borse e premi di ricerca, organizzerà iniziative di scambio e collaborazione culturale di importanza internazionale, curerà pubblicazioni, tra cui un nuovo volume sulla vita di Pietro Accorsi, e proporrà un proprio notiziario.
Tra le prime iniziative in programma, il ciclo di incontri mensili sulle arti decorative e il Barocco in Piemonte, che prende avvio alle 17.30 di oggi, mercoledì 30 gennaio, con una conferenza di Massimo Ravera, responsabile del Laboratorio arredi lignei del Centro conservazione e restauro La Venaria Reale, e che proseguirà fino al 10 dicembre con appuntamenti che vedranno vestire i panni dei relatori Arabella Cifani, Franco Monetti, Monica Guiddo, Enrica Pagella, Costanza Roggero, Alfonso Panzetta, Roberto Minarini, Piergiorgio Dragone, Emanuela Bosso e Luca Melegati.
A febbraio ritornerà, per il quinto anno consecutivo, Elisir. Gocce d’arte in Italia, serie di itinerari culturali di approfondimento sulla collezione permanente del museo Accorsi in rapporto ad altre istituzioni più o meno note, per promuovere la conoscenza storico-artistica dall’antichità fino all’età contemporanea e valorizzare il territorio.
L’appuntamento inaugurale, in programma nelle giornate di giovedì 21 e sabato 23 febbraio, si intitola Sapori reali. Sovrani a tavola tra XVIII e XIX secolo e si propone di mettere a confronto, attraverso antichi racconti di cultura culinaria piemontese e francese, i preziosi servizi allestiti nella sala da pranzo del museo Accorsi e nella riaperta reggia di Venaria Reale.
Giovedì 6 e sabato 15 marzo sarà, invece, possibile approfondire, grazie a una visita guidata all’Accademia delle scienze e alla Biblioteca reale di Torino, un tema di cultura a 360°: Il mondo delle idee. Il culto delle Scienze, delle Lettere e delle Arti.
I mesi di aprile, maggio, giugno saranno, quindi, dedicati alle dimore storiche e verranno illustrati gli stili di vita dell'aristocrazia tra il XV e il XIX secolo, prendendo come esempio villa Paola, che era la casa di Pietro Accorsi, il castello di Issogne (Valle d’Aosta) dei conti di Challant, villa Cimena (Castagneto Po, Torino) di Renato Rosso, e lo storico palazzo dei marchesi del Carretto di Saluzzo (Cuneo).
Sarà, poi, la volta del percorso Da Oriente a Occidente. Il culto e la produzione del riso: immagini, volti e spazi, in programma giovedì 25 e sabato 27 settembre, grazie al quale si visiteranno due realtà vercellesi: la Cascina Colombara di Livorno Ferraris e il museo Borgogna di Vercelli, dove sono esposte opere pittoriche ottocentesche i cui soggetti si legano alla vita contadina come Per ottanta centesimi (1895) di Angelo Morbelli.
Dal Vercellese ci si sposterà in Val di Susa per l'incontro Oreficeria sacra e profana. Metalli preziosi al museo Accorsi e nel Museo diocesano di arte sacra di Susa, che si terrà giovedì 16 e sabato 25 ottobre. Chiude il calendario degli appuntamenti il percorso La casa nei secoli. Dal Rinascimento al Novecento, programmato per sabato 15 e giovedì 27 novembre: un viaggio alla scoperta delle Civiche raccolte d’arte applicata del Castello Sforzesco e di Casa Necchi Campiglio a Milano.
Museo Accorsi ospita, inoltre, una serie di visite guidate e di incontri di formazione sul Settecento per scuole di ogni ordine e grado, tra i quali si ricorda l’itinerario L’architetto e il re. Filippo Juvarra protagonista del nascente regno sabaudo.

Didascalie delle immagini
(fig. 1) Ritratto di Arabella Cifani; (2) Manifesto di Incontri d’arte 2008; (fig. 3) Manifesto di Elisir. Gocce d’arte in Italia
[Le immagini sono state fornite da Barbara Cantoia, responsabile dell’ufficio stampa e comunicazione della Fondazione Accorsi di Torino]

Informazioni utili
Museo Accorsi, via Po, 55 -10124 Torino. Informazioni: tel. 011.837688 (interno 3). Orari: da martedì a domenica 10.00-13.00 e 14.00-18.30; lunedì chiuso. Ingresso: intero € 7.00, ridotto € 5.00, scuole e Unitre € 4.00; gratuito per portatori di handicap e loro accompagnatori, per possessori abbonamento Musei Torino Piemonte, Torino card, bambini sotto i 6 anni. Sito web:
www.fondazioneaccorsi.it.