ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

martedì 20 ottobre 2020

«Protect and respect!», quattro mascherine d’artista per il Maxxi di Roma

Sono diventate il simbolo della crisi sanitaria per il Covid-19 e accompagneranno ancora a lungo la nostra quotidianità. Per un obbligo di legge, ma anche (e si spera soprattutto) per rispetto verso gli altri, le mascherine hanno finito per diventare un accessorio imprescindibile. Introvabili nella prima fase della pandemia, oggi sono diventate sempre più originali e hanno inevitabilmente finito per incontrare anche il mondo dell’arte.
Lo scorso maggio la Galleria Contini di Venezia aveva lanciato la sua collezione, con opere, tra gli altri, di Fernando Botero, Manolo Valdés, Pablo Atchugarry e Igor Mitoraj. Poi sono arrivate le mascherine di Independent Republic e di Skira, con soggetti che spaziano dalla «Notte stellata» di Vincent Van Gogh a «La grande onda di Kanagawa» di Hokusai, da «L’urlo» di Edvard Munch a «La Venere» di Sandro Botticelli.
Il connubio tra arte e mascherine si arricchisce ora di una nuova proposta: «Protect and respect!», un’iniziativa di Alcantara a sostegno del Maxxi - Museo nazionale delle arti del XXI secolo, fortemente colpito dalla chiusura durante i mesi della quarantena. Quattro gli autori coinvolti: Andrea Anastasio, Gentucca Bini, Elena Salmistraro e Sissi.
Gli artisti hanno lavorato insieme al dipartimento RD del brand italiano, ubicato tra Milano e la cittadina umbra di Nera Montoro, che ha sviluppato soluzioni ad hoc per rispondere agli input creativi e realizzare mascherine filtranti con finalità precauzionale destinate alla collettività. Stampato, tagliato al laser, in colori e decori diversi, l’Alcantara si è dimostrato ancora una volta un medium versatile, capace di ispirare e dare forma alla creatività. Il risultato è a tutti gli effetti una produzione artistica. I quattro progettisti, afferenti a diverse discipline (arte, moda, design), hanno disegnato, nello specifico, oggetti che partono da loro ricerche precedenti sul significato antropologico e simbolico del «mascheramento».
Andrea Anastasio, sensibile artista e designer romano affascinato dallo studio delle poetiche dell’arte concettuale e delle sue potenziali convergenze con l’industrial design, disegna una farfalla iridescente con le ali giuntate al contrario. Nel suo progetto «Battiti» la forma bivalve della mascherina diviene occasione per considerare ciò che in natura ha una morfologia simmetrica e speculare, dalle conchiglie agli uccelli, alle farfalle. Il disegno presenta due ali che vengono cucite per il lato lungo, all’opposto di come avviene in natura, generando un ibrido che fa riflettere sull’azione dell’artificiale sul mondo naturale e sui suoi effetti sull’ecosistema.
Gentucca Bini, stilista e designer milanese, strizza, invece, l’occhio a uno dei rituali che ci manca di più - il bacio - e lo fa con l’ironia. Nel suo progetto «Kiss me Zorro» la componente di gioco identitario della maschera si coniuga con quella protettiva della mascherina. «Tipico costume della tradizione popolare, -raccontano gli ideatori del progetto- Zorro è qui trasformato nell’eroe di una storia a lieto fine, dove l’obiettivo è quello di proteggere gli altri e noi stessi senza perdere il buonumore, con uno spirito che coniuga prudenza e divertimento».
Ha un’anima vivace e colorata e un significato che pesca nell’antropologia culturale «Gargolla», la mascherina firmata dalla designer e artista milanese Elena Salmistraro. L’effetto apotropaico e scaramantico è una delle più forti armi della comunicazione simbolica delle immagini. «I gargoyle delle cattedrali gotiche -raccontano ancora da Alcantara- ne sono un chiaro esempio: la loro funzione statica nell’ingegneria delle cattedrali si accompagna a quella simbolica di repulsione del maligno. Il disegno di questa mascherina recupera con un tratto contemporaneo l’antica finalità, utilizzata qui per esorcizzare un male altrettanto invisibile e per proteggerci dai suoi reali effetti deleteri».
Infine, Alcantara ha incontrato l'universo creativo di Sissi (alias Daniela Olivieri) eclettica artista e sperimentatrice bolognese, la cui ricerca si caratterizza per un’analisi quasi scientifica del corpo umano e per la necessità di ridisegnarne le forme. Le anatomie fantastiche dell’artista prendono possesso di una mascherina con un disegno che vive al limite tra organicità botaniche e fisicità corporee: la sua «Fioritura linguale» è un fiore fatto di lingue che fa anche pensare alla parola repressa o comunque modificata dall’uso di questo dispositivo di protezione, rendendo la nostra comunicazione meno verbale e più simbolica.
Le ali di farfalla di Andrea Anastasio, la maschera di Zorro di Gentucca Bini, il gargoyle protettivo di Elena Salmistraro e il fiore di Sissi sono, dunque, le quattro nuovo proposte di Alcantara, tutte pensate per «proteggersi con arte», ma anche per sfruttare il potere terapeutico della creatività. 

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] «Gargolla» di Elena Salmistraro; [figg. 2 e 3] «Battiti» di Andrea Anastasio; [fig. 4]  «Fioritura linguale» di Sissi; [fig. 5]  «Kiss me Zorro» di Getucca Bini

Informazioni utili 
Le mascherine di Alcantara sono in vendita presso il bookshop del Maxxi di Roma e on-line nel canale e-commerce ad esso collegato al link: https://www.booktique.info/categoria-prodotto/maxxi-lifestyle/ al prezzo simbolico di 14,90 euro. Ufficio stampa: press@fondazionemaxxi.it | bf@share-pr.it. Per informazioni: www.maxxi.art | www.alcantara.com

lunedì 19 ottobre 2020

«Invisible Lines», giovani fumettisti in viaggio per l'Europa a disegnare l'invisibile

Come si disegna l’invisibile? Prova a rispondere a questa domanda il progetto di alta formazione ideato dal centro di civiltà e spiritualità comparate della Fondazione Giorgio Cini di Venezia, con la consulenza di Matteo Stefanelli e in partnership con tre realtà europee d’eccellenza attive nel campo dell’illustrazione, della grafica e del fumetto d’autore: l’italiana Hamelin associazione culturale, la casa editrice ceca Baobab Books, e la francese Central Vapeur, un’associazione che riunisce professionisti e professioniste dell’editoria, delle arti visive e del settore educativo.
«Invisible Lines», questo il titolo del programma co-finanziato da Europa Creativa, permetterà a dodici giovani artiste e artisti, specializzati nel fumetto e nell’illustrazione, selezionati attraverso una call internazionale disponibile sul sito www.invisiblelines.eu e aperta fino al 10 dicembre compreso, di seguire un percorso formativo della durata di due anni
Il progetto si articola in tre workshop, condotti da tre grandi artisti – Stefano Ricci, Juraj Horváth, Yvan Alagbé – in Italia, Repubblica Ceca e Francia
Per promuovere l’iniziativa è stata ideata un’immagine guida da David B., maestro del racconto esoterico francese dallo stile raffinatissimo, che ha fatto scuola con il suo modo di intendere il disegno come strumento per indagare il rapporto tra individuo e Storia, tra realtà e finzione. L’immagine raffigura decine di volti – maschere, teste animali e visi umani – che guardano l’osservatore in un’immagine che a ogni sguardo rivela nuovi dettagli e che, se osservata da lontano, rivela un'unica figura.
David B. sarà, inoltre, ospite speciale di uno dei tre workshop: affiancherà Stefano Ricci nell’esplorazione dell’invisibile inteso come elemento di spiritualità insito nel quotidiano.
«Dare forma all’invisibile -raccontano dalla Fondazione Cini- è la sfida filosofica e ancor più estetica a cui saranno chiamati le autrici e gli autori selezionati. In un mondo in cui le immagini si moltiplicano, e spesso distorcono la percezione della realtà, interrogarsi su ciò che non si vede e disegnarlo è un’impresa necessaria. L’importanza dell’invisibile si può cogliere nei fenomeni spirituali e religiosi, spesso considerati in crisi, ma che trovano oggi nuova forza e nuovi spazi. Invisibile è paradossalmente il migrante e il rifugiato, al centro delle rappresentazioni dei media e tuttavia raramente presente con la propria storia e voce. L’invisibile lo possiamo cogliere anche in molti luoghi abbandonati che sono sparsi in tutta Europa, a causa del paesaggio urbano in continua evoluzione».
Queste diramazioni si confronteranno con la specificità di linguaggi come il fumetto e l’illustrazione che raccontano storie ma hanno nello spazio bianco e nell’ellissi il loro DNA.
Ogni tappa del percorso di formazione di «Invisible Lines» esplora una diversa sfumatura del concetto di invisibile. Alla Fondazione Cini il tema sarà quello dell’apparizione. In Repubblica Ceca l’attenzione sarà focalizzata sui paesaggi della regione storicamente abitata dai Sudeti e ora perlopiù abbandonata. I riflettori saranno, quindi, puntati sul’esperienza della migrazione, raccontata attraverso le testimonianze delle migranti e dei migranti del centro di accoglienza Bernanos di Strasburgo, dove i dodici partecipanti saranno raggiunti da un gruppo di autori e autrici scelti da Central Vapeur per la «24 heures de l’illustration #5», una maratona di ventiquattro ore di disegno.
«Invisible Lines» mette in dialogo artisti e artiste con grandi maestri in un percorso di creazione di opere originali. 
Ogni tappa è affidata a un maestro d’eccezione. In Italia si tratta di Stefano Ricci, tra i più importanti artisti italiani contemporanei, che nel suo lavoro ha attraversato linguaggi e stili, dal fumetto all’illustrazione, dalla pittura alla performance. L’architetto e illustratore per l’infanzia Juraj Horváth, vincitore del Most Beautiful Book in the World Award alla Fiera del libro di Lipsia nel 2001, animerà la tappa in Repubblica Ceca; mentre a Strasburgo toccherà al fumettista franco-beninese Yvan Alagbé, fondatore della casa editrice Frémok, tra le più importanti in Francia, che nelle sue storie racconta gli effetti della migrazione e del colonialismo sulla vita di personaggi comuni.
Sotto la loro guida, i dodici giovani talenti scelti produrranno storie disegnate che saranno poi esposte in tre dei principali festival di fumetto e illustrazione in Europa: il bolognese BilBOlbul Festival internazionale di fumetto, Central Vapeur e Tabook Festival.
Le stesse opere saranno poi pubblicate in un volume conclusivo che raccoglierà anche gli interventi critici di un convegno che avrà per tema il rapporto tra visibile e invisibile, tra immagine e mistero.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Immagine guida di «Invisible Lines», firmata da David. B; [fig. 2] Fondazione Giorgio Cini, Venezia; [fig. 3] Stefano Ricci; [fig. 4] Juraj Horváth

Informazioni utili 
www.invisiblelines.eu

venerdì 16 ottobre 2020

Da Bergamo a Siena, quattro mostre raccontano il mondo ai tempi del Covid-19

Se nove mesi fa qualcuno ci avesse detto che un virus avrebbe stravolto la nostra vita, non gli avremmo creduto. Non avremmo mai potuto immaginare la strana primavera del 2020 con la chiusura forzata in casa, le strade delle città deserte, le code davanti ai supermercati, la mascherina sul viso, i guanti sulle mani, gli abbracci negati e quel bollettino quotidiano con i morti che sembravano sempre tanti, troppi. «Non potevamo immaginare l'inimmaginabile». Ed è questo il titolo che il Siena Awards 2020, la festa della fotografia in programma dal 23 ottobre al 29 novembre nella «città del palio», ha scelto per la mostra open air e itinerante, in cartellone fino al prossimo 29 novembre, dedicata al mondo nei giorni del lockdown.
Nelle strade e nelle piazze del centro storico senese l'agenzia di comunicazione Giango ha posizionato ventiquattro pannelli con ritratti di uomini e donne fotografati in contesti e con stili fotografici differenti.
Tutti sulla bocca al posto della mascherina hanno un QR Code; aprendolo sarà possibile vedere l’immagine originale e un video inedito girato durante la quarantena da alcuni protagonisti di questa edizione del festival fotografico senese.
«Le mascherine sotto forma di QR Code presenti in ogni pannello -racconta Luca Venturi, ideatore e direttore del Siena Awards- diventeranno così un modo per unire la città a tutto il mondo nonostante il Covid-19 e per tenere alto lo spirito di questa manifestazione, nata e cresciuta negli anni come una grande festa della fotografia internazionale con la partecipazione di centinaia di fotografi in arrivo da tutto il mondo, con grandi nomi pluripremiati».
Per questa edizione del festival sono state, inoltre, ideate otto mostre. Negli spazi espositivi dell’ex distilleria dello Stellino si terranno, per esempio, la rassegna «Imagine all the People Sharing all the World», con gli scatti più belli di questa edizione del concorso, e «Burning Dreams», personale della freelance italiana Carolina Rapezzi dedicata al deposito rottami di Agbogbloshie -ad Accra, capitale del Ghana-, diventato una delle discariche di rifiuti elettronici a cielo aperto più grandi del mondo. Nel chiostro della basilica di San Domenico, a pochi passi da piazza del Campo, sarà, invece, possibile vedere le mostre «Hong Kong Democracy Protests» di Kiran Ridley, sulla «lotta per la libertà» dei manifestanti di Hong Kong a seguito del progetto di legge per l'estrazione in Cina, e «Saving Orangutans», reportage di Alain Schroeder realizzato a Sumatra, in Indonesia, che documenta le contraddizioni del comportamento umano rispetto all’ambiente. Mentre gli spazi della storica Accademia dei Fisiocritici, tra i più importanti musei scientifici della Toscana, faranno da cornice a «Above us only Sky», con le più belle immagini aeree dell’edizione 2020 del «Drone Photo Awards», concorso riservato alla fotografia aerea unico al mondo nel suo genere. I bastioni della Fortezza medicea di Siena ospiteranno, poi, «I Wonder if You Can», una mostra di fotografia Fine Art con collage che esplora le meraviglie nascoste del mondo che ci circonda. L’Area Verde Camollia 85, infine, farà da scenario alla mostra del fotografo cileno Pedro Jarque Krebs, intitolata «The Other Refugees» e dedicata al dramma silenzioso che colpisce la vita di innumerevoli scimpanzè che subiscono abusi nei circhi o vengono sfruttati in campagne pubblicitarie.
Un altro festival che racconterà la nostra vita ai tempi del Coronavirus è «Fotografica» a Bergamo, che per questo autunno ha in cantiere un’edizione speciale. Dal 16 ottobre all’8 novembre ProgettoZero presenterà in due luoghi simboli come piazza Vittorio Veneto e l’ospedale Papa Giovanni XXIII «CoviDiaries». Si tratta di un vero e proprio diario da sfogliare per rivivere i giorni più duri della lotta contro il Covid-19, un «nemico invisibile», ma terribilmente reale, che abbiamo affrontato, e ancora oggi stiamo affrontando, con un misto di fatalismo e di incredulità, ma anche con la voglia di guardare oltre.
Il racconto si articola in due tappe. In piazza Vittorio Veneto, cuore pulsante della città, sarà esposta la mostra «Le nostre vite sospese» con una trentina di scatti che narrano in ordine cronologico i giorni del lockdown, dal 21 febbraio, quando viene scoperto il primo caso italiano, al 3 giugno, quando il Paese torna a vivere una «nuova normalità» fatta di mascherine e distanziamento sociale. Le messe in streaming, le città di Roma o Venezia che cominciano a diventare deserte, le fabbriche che chiudono o convertono le loro produzioni, il collasso degli ospedali, le video-chiamate, gli striscioni sui balconi, l'Inno nazionale cantato dalle finestre sono alcuni dei soggetti ritratti.
Sotto la grande pergola esterna all’ingresso dell’ospedale Papa Giovanni XXIII, emblema nazionale della lotta contro il Covid, sarà, invece, allestita la mostra «Faccia a faccia con il virus», con sedici scatti che ritraggono i reparti di terapia intensiva, i «sopravvissuti» e il personale medico bergamasco, immortalato durante le estenuanti giornate lavorative della scorsa primavera. «Questo spazio - raccontano gli organizzatori- diventerà una grande volta celeste, nella quale le foto verranno disposte a creare la cosiddetta costellazione del medico: sei grandi stelle che formano una freccia. Un nastro dorato con affisse le immagini ne traccerà i punti cardine».
«Un diario della pandemia»
è in mostra anche a Comabbio, in provincia di Varese. A Casa Lucio Fontana sono esposti, fino al prossimo 1° novembre, una quarantina di disegni a penna selezionati dal curatore Massimo Cassani tra le centodiciotto opere che l’artista milanese Giovanni Cerri, classe 1969, ha realizzato nei giorni della quarantena. 
Su questi lavori, l’autore ha scritto appunti, ha annotato frasi sparse, ha segnato pensieri e nomi, ha fissato sensazioni ed emozioni.
Ci sono omaggi a opere d’arte che questa primavera sono state recluse nei musei serrati, come il «Cristo morto» di Andrea Mantegna o il Cenacolo di Leonardo da Vinci. Non mancano citazioni letterarie che raccontano di altre epidemie.
È il caso del romanzo «I promessi sposi» di Alessandro Manzoni, con il cenno al Lazzaretto, luogo simbolico della peste del 1630. Ci sono, poi, riferimenti precisi, e in alcuni casi addirittura databili. Alcune ‘carte’ sono dedicate a papa Francesco, in quel 27 marzo tetro e piovoso della preghiera Urbi et Orbi, colto nella solitudine nel grande spazio deserto del sagrato di piazza San Pietro. Altre ricordano l’immagine che più di tutte ci ha raccontato la pandemia: la lunga fila di camion dell’esercito che, nel buio della sera, porta le bare fuori dalla città di Bergamo verso i crematori del nord Italia. 
«Molti disegni, infine, -affermano gli organizzatori - raccontano l’assenza, il silenzio irreale di quei giorni: un carrello della spesa abbandonato, i parchi giochi senza bambini, le vie deserte, le piante e gli arbusti che crescevano liberamente per la mancata presenza degli uomini ‘invasori’, la desolazione di spazi inanimati». Uno scenario «inimmaginabile», questo, che sta al nostro buonsenso e alla nostra buona volontà non tornare a vivere.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] 8 Aprile 2020 - Alla fine di marzo arriva nel porto di Genova la MSC Splendid. A bordo non ci sono turisti ma personale sanitario (come l’infermiera Francesca Simonetta, nella foto), camere attrezzate e tutti gli strumenti medici per gestire la pandemia: la nave traghetto infatti è stata trasformata in ospedale galleggiante, adatto all’assistenza dei pazienti in convalescenza o positivi al Covid-19. Da giorni Francesca lavora a bordo della Splendid e alla fine di uno stressante turno nell’area a rischio contagio rimuove con attenzione, come da protocollo, tutti i dispositivi di protezione, compresa la mascherina. Nel Regno Unito, il primo ministro britannico Boris Johnson è uscito dalla terapia intensiva ed è stato riportato al reparto generale al St Thomas Hospital, dove riceverà "un attento monitoraggio", riferisce Downing Street. Foto di Sergio Ramazzotti/Parallelozero. La foto è esposta a Bergamo nella mostra Covidiaries; [fig. 2] 27 Febbraio 2020 - Due passeggeri nella metropolitana di Milano. Nella capitale economica d’Italia si comincia a temere l’arrivo del contagio. Sempre più persone escono con la mascherina, e si diffonde una certa incredulità di fronte alla situazione. Il governo informa che le assenze degli alunni nei periodi di sospensione forzata delle attività didattiche non saranno conteggiate ai fini della validità dell'anno scolastico. Allo stesso modo, l'anno scolastico è comunque valido, anche qualora non dovesse raggiungere il minimo di 200 giorni previsti. Foto di Sergio Ramazzotti/Parallelozero. La foto è esposta a Bergamo nella mostra Covidiaries;
[fig.3] 5 Aprile 2020 - Siamo a Roma, nel quartiere Esquilino, ma potremmo essere ovunque. Perché nel giorno in cui la curva dei contagi comincia a calare, il lockdown è ancora attivo e i tetti dei palazzi diventano sempre di più i luoghi della libertà, dell’incontro fugace, della chiacchiera all’aperto con il vicino. Ma all’orizzonte si inizia a intravedere una luce e il professor Brusaferro dell’Istituto Superiore di Sanità dichiara oggi che “se questi dati si confermeranno dovremo cominciare a pensare alla fase 2”. Intanto, nel giorno in cui i morti superano quota 15mila, in Lombardia si impone di uscire solo con la mascherina. Foto di Daniele Zendroni/Parallelozero. La foto è esposta a Bergamo nella mostra Covidiaries; [fig. 4 e fig. 5]  «Non potevamo immaginare l'inimmaginabile» nel centro storico di Siena; [fig. 6, fig. 7 e fig. 8] Giovanni Cerri, Diario della pandemia, 2020, penna su carta, cm. 35x50 

Informazioni utili
Non potevamo immaginare l'inimmaginabile. Siena Award 2020. Centro storico - Siena. Quando: tutti i giorni, tutto il giorno. Ingresso libero.  Sito internet:  www.festival.sienawards.com. Fino al 29 novembre 2020. 

CoviDiaries. Piazza Vittorio Veneto e Ospedale Papa Giovanni XXIII - Bergamo.  Quando: tutti i giorni, tutto il giorno.Ingresso libero. Sito internet: www.covidiaries.it | www.fotograficafestival.it. Dal 16 ottobre all'8 novembre 2020. 

Giovanni Cerri. Diario della pandemia. Quaranta disegni durante l’isolamento. Casa Lucio Fontana, via Lucio Fontana, 450 - Comabbio (Varese). Orari di apertura al pubblico: sabato e domenica, dalle ore 10.00 alle 12.30 e dalle ore 16.00 alle 18.30. Ingresso libero con obbligo di mascherina. Per informazioni: info@ilborgodiluciofontana.it. Sito internet: https://www.ilborgodiluciofontana.it/. Fino al 1° novembre 2020.