ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

martedì 17 novembre 2020

«Cento anni di Fila», Corraini edizioni racconta in un libro un secolo di storie di colori e lapis

Era il 23 giugno 1920 quando a Firenze veniva costituita - su iniziativa di un gruppo di imprenditori, capitanato dal conte Giuseppe delle Gherardesca- la Fabbrica italiana di lapis e affini. Da quell’estate sono trascorsi cento anni e le aspettative dei fondatori «di fabbricare e commerciare lapis, oggetti e articoli di cancelleria e di durare per cinquant’anni» sono state ampiamente superate. Da allora Fila – che dialoga con il mondo attraverso il linguaggio senza confini e senza tempo della creatività – è, infatti, parte della storia, del costume, della quotidianità di intere generazioni di persone.
Alla vicenda ricca e intensa di questa società – oggi quotata alla Borsa di Milano, nel segmento Star, con tutti i suoi intramontabili e iconici marchi come, per esempio, Giotto, Tratto, Das, Didò e Pongo - hanno dato vita la penna dello scrittore Valerio Millefoglie e le matite dell’illustratore bolognese Andrea Antinori. È nato così il volume «Cento anni di Fila», appena uscito in libreria (e on-line) per i tipi di Corraini edizioni.
Scritto in doppia lingua, italiano e inglese, il libro è stato concepito come un viaggio tra i ricordi di quei milioni di uomini, donne e ragazze che hanno stretto tra le mani gli strumenti realizzati da Fila per scrivere, disegnare, colorare, modellare e dipingere, per dare ancora più colore alle loro storie variopinte. 
 Il volume si discosta così dal cliché del classico libro aziendale. «Cento anni di Fila» -commenta a tal proposito Massimo Candela, Ceo del gruppo- «parla del nostro heritage, delle nostre ambizioni, della nostra passione e della nostra visione per il futuro, ma lo fa – permettetemi il gioco di parole – in punta di matita, mettendo al centro le persone e il valore condiviso generato dalla potenza dirompente della creatività».
La struttura narrativa si sviluppa su un doppio livello. Nella prima parte, la penna di Valerio Millefoglie, dopo un certosino lavoro di analisi degli archivi aziendali e di ricostruzione storica, racconta al lettore cento anni di avvenimenti. Delinea in forma di racconto, attraverso evidenze storiche e aneddoti, la storia di Fila in un percorso che spazia dai documenti costituitivi dell’azienda (corrispondenze con fornitori e clienti, fotografie delle prime fiere campionarie, appunti di lavoro, bozzetti di nuove realizzazioni) alle innovazioni di prodotto, dalla strategia di acquisizioni internazionali avviata negli anni Novanta alle curiosità e alle testimonianze di chi ha contribuito a rendere l’azienda ciò che è oggi e che sarà domani. Il tutto è inserito nel contesto storico, che viene cadenzato per decenni, in una connessione continua tra società, cultura, costumi e vicende aziendali.
Così scopriamo tante piccole curiosità. La matita Telefono degli anni Trenta è indissolubilmente legata al cinema dei «telefoni bianchi» e delle dive. Si deve ad Alberto Candela (la cui famiglia è a capo del gruppo dal 1956) l’invenzione della matita per il trucco, del Tratto Pen (oggi esposto al MoMa di New York) e del Tratto Clip. Tra gli estimatori di Fila c’era Federico Fellini, che sulle pagine de «La Stampa» di Torino ricordò le matite colorate Giotto della sua infanzia. 
La narrazione è accompagnata e resa vivida da una selezione di immagini storiche e dalle illustrazioni prodotte dalla matita di Andrea Antinori che visualizzano i passaggi cruciali e sottolineano il legame tra Fila, la società e il colore.
La seconda parte è composta da cento testimonianze di persone diverse tra loro per vissuto e professione che hanno scelto di raccontarsi: il fil rouge che le accomuna è l’emozione, il ricordo e il senso di appartenenza a una grande comunità. Nel racconto corale la testimonianza del banchiere si fonde con quella della maestra, l’esperienza creativa dell’illustratore e dello scrittore si lega al ricordo della professoressa della stenografia in pensione, del taxista, della logopedista, dello studente.
  Il flusso narrativo si apre con il contributo di Simonetta Agnello Hornby che ci riporta all’Agrigento della sua infanzia e si chiude con il racconto di Matilde Rini, una bambina di nove anni che da grande vorrebbe lavorare nell’ufficio «non lo so», un luogo dove quello che fai lo scopri solo quando sei entrato.
Da un punto di vista grafico, i contributi si contraddistinguono da un font che ci riporta a una dimensione quasi diaristica, da un titolo che ci trasporta in un mondo personale e da un’immagine di prodotto che richiama il legame con Fila.
Il volume parla anche dei progetti educativi sviluppati negli anni da enti come il teatro alla Scala di Milano, la Biennale di Venezia o la Città della Scienza di Napoli con l’azienda di Pero.  
«Cento anni di Fila» è, poi, un libro per tutti, anche per il lettore. Il Lapiscento prodotto ad hoc per il centenario – una matita di grafite realizzata con un sistema di recupero degli scarti di legno cedro da filiera certificata Pefc – e inserito nel volume, è un invito ad alimentare la storia condivisa, a lasciare il proprio segno, a mischiare il proprio vissuto con quello degli altri per creare un arcobaleno di racconti e di colori.

Informazioni utili
Valerio Millefoglie, Andrea Antinori, «1920-2020. Cento anni di FILA. Un secolo di storie di colore, di lapis ed affini». Corraini edizioni, Mantova 2020. Dimensioni: 16.5 x 23.0 cm. Lingue: italiano e inglese. Rilegatura: cartonato con sovraccoperta e matita inserita. Pagine: 240. Edizione corrente: 11/2020. ISBN: 9788875708771. Prezzo: € 28,00. Informazioni: sales@corraini.com, www.corraini.com. Ufficio stampa: Benedetta Lelli, press@corraini.com, tel. 3286156940 | Antonella Laudadio – Cantiere di Comunicazione, a.laudadio@cantieredicomunicazione.com, 345.7131424, 02.87383180

lunedì 16 novembre 2020

«The Coluring Book», centocinquanta disegni di artisti contemporanei da colorare

Colorare fa bene alla salute e c’è chi definisce questa pratica addirittura terapeutica perché ci permette di dimenticare momentaneamente tutti i pensieri superflui. Adesso che il Coronavirus ci costringe ancora una volta a passare del tempo tra le pareti di casa può essere un’idea comprarsi una scatola di pennarelli e un album da colorare, magari il nuovo «The Coluring Book. 150 disegni di artisti contemporanei», il volume edito da 24 Ore Cultura, per la curatela di Rossella Farinotti e Gianmaria Biancuzzi, in libreria e on-line dal prossimo 19 novembre.
Il progetto ha preso avvio durante il lockdown della scorsa primavera grazie a un’idea di Milano Art Guide, che si è avvalsa per la realizzazione della collaborazione di Lara Facco P&C.
Per contribuire a rendere le distanze e il contenimento un po’ meno gravosi durante il periodo di quarantena, i curatori hanno invitato artisti di tutto il mondo e di diverse generazioni - tra i quali Maurizio Cattelan, Nico Vascellari, Patrick Tuttofuoco, Adrian Paci, Emilio Isgrò, Marzia Migliora, Vedovamazzei, Goldschmied & Chiari, Thomas Braida, Nathalie Du Pasquier, Ugo La Pietra e molti altri - a creare un «Colouring Book» per gli amanti dell’arte.
La risposta non si è fatta attendere, in pochi giorni sono state messe in rete decine e decine di disegni, molti dei quali realizzati ad hoc per l’occasione, che tutti da casa hanno potuto scaricare in formato A4 sui propri dispositivi, stampare e colorare.
Già dai primi trenta giorni il numero dei download è stato altissimo e a oggi i disegni sono stati scaricati in centodiciotto Paesi nel mondo.
L’arte è così entrata nelle case e, durante la quarantena forzata, è stata data a tutti la possibilità di distrarsi in un modo nuovo e fantasioso.
«The Colouring Book» è, dunque, diventato un album diffuso, composto nel tempo grazie al contributo unico degli artisti che, con la loro personale visione, hanno interpretato i momenti che stiamo vivendo in questi mesi.
Adesso, mentre siamo nel vivo della seconda ondata della pandemia (con zone gialle, rosse e arancioni a seconda della gravità della situazione), il progetto diventa un libro cartaceo, che è un vero e proprio «kit di sopravvivenza» - citando uno dei soggetti pubblicati- per passare bene il tempo, ma che contiene in sé anche un grande messaggio di speranza, soprattutto per le generazioni future.
I disegni di questo album nascono nei modi più diversi e nei luoghi più vari: dagli studi in cui gli artisti si erano trasferiti a vivere, fino a case isolate dove anche un foglio di carta era difficile da reperire.
Per questo, supporti e tematiche sono differenti e ingegnosi. Si spazia da carte da forno a fogli strappati dai quaderni di scuola dei figli, da piccole narrazioni quotidiane indicate attraverso una sola immagine a intime riflessioni più complesse, da istruzioni per l’uso a creazioni di giochi e passatempi. «Così -raccontano a 24 Ore Cultura- si susseguono ritratti di familiari, amici e animali domestici, dettagli casalinghi con cui ogni giorno si aveva a che fare, da un termosifone al cibo da mettere in tavola, forme geometriche per restituire un’evasione, elementi del corpo riscoperti e immortalati sulla carta come le mani, un soggetto ricorrente, o dettagli di occhi, bocche, nasi». 
Ci sono anche frasi scritte, scelte tra quelle che spesso pronunciamo nella quotidianità o pensiamo ripetutamente nei momenti difficili. «Sono off», per esempio, rappresenta una chiara indicazione di un sentimento diventato collettivo nei mesi della quarantena, mentre «In dark times we should dream with open eyes» è un monito positivo, quasi un mantra da ripetere quando il mondo sembra cascarci addosso.
Non mancano, poi, autoritratti, disegni di case, paesaggi naturali, alberi, fiori, funghi e foglie, rose e carciofi, un clown rovesciato, giochi di costruzioni, divertenti fumetti, favole – da «Cappuccetto rosso» alla «Bella addormentata nel bosco» – motociclette con cui farsi un giro e gabbie e reti da cui scappare. 
Ci sono anche storie inventate e luoghi immaginari: un ristoro dove prendere un caffè in mezzo al nulla, una casa con un cuore, un pericolo o un uomo che fuma guardando il cellulare.
«The Colouring Book» diventa così una traccia di questo 2020: un album di istantanee in continuo evolversi, di momenti condivisi e vissuti da tutti. Con approcci molto differenti, gli artisti ci mostrano il loro punto di vista e la loro testimonianza, offrendoci affascinanti risposte e domande a quello che ci circonda.
Ma non è tutto. Il libro uscirà anche dai suoi confini cartacei. Da fine novembre verrà lanciata una speciale call to action per dare forma alle mille risposte possibili di un’unica domanda, solo in apparenza semplice: «perché abbiamo bisogno di arte?».
A questo quesito il pubblico potrà rispondere creativamente reinterpretando a proprio gusto la copertina del libro con il disegno di «L.O.V.E», la scultura raffigurante un dito medio creata da Maurizio Cattelan per piazza Affari a Milano.
Ciascuno sarà chiamato a usare la tavolozza del proprio vissuto personale, innestandola sul lavoro dell’artista, attraverso i colori, il commento della parola, l’evocazione poetica o la riflessione intima, l'inserimento di frammenti materiali e di altre immagini (fotografie, ritagli di giornale o frammenti di altre opere d'arte) e qualsiasi altra tecnica.
Il gesto creativo, che sarà premiato anche con un buono del valore di 50 euro per cinquanta persone, darà vita a una mappa emozionale in grado di restituire i valori legati al bisogno di arte nella nostra società, veicolo di conoscenza, ma anche strumento per migliorare l’umore e liberare la nostra creatività. Perché, come diceva Pablo Picasso, «l’arte scuote dall’anima la polvere accumulata dalla vita di tutti i giorni». 

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Copertina del libro «The Coluring Book»; [fig. 2] Ugo La Pietra/ Tutto passa | © Ugo La Pietra; [fig. 3] Stefano Serusi / Non riesco a nascondere che tutto ciò che mi ispira sia fuori dalla porta di casa | © Stefano Serusi Courtesy of the artist; [fig. 4] Goldschmied e Chiari / Survival is a full time job | © Goldschmied & Chiari  

Informazioni utili
The Colouring Book A cura di: Rossella Farinotti e Gianmaria Biancuzzi. 24 ORE Cultura, Milano 2020. Formato: cartonato 24 x 33 cm. Pagine: 160 pp. Prezzo: € 39,00. Codice ISBN: 978-88-6648-525-4. In vendita dal 19 novembre in libreria e acquistabile on-line

venerdì 13 novembre 2020

La cultura non si ferma: mostre virtuali e iniziative digitali per il secondo lockdown dei musei

Tornano a sventolare le bandiere d’artista sul pennone davanti al Centro per l’arte contemporanea «Luigi Pecci» di Prato. Nato durante il lockdown della scorsa primavera quale simbolo di resistenza e resilienza, il progetto «Extra Flags» diventa oggi il segno concreto di un’attività culturale che l’emergenza sanitaria per il Covid-19 non ferma.

Dalle «#KeyWords» sul presente ai live streaming sul futuro della cultura: tutto il programma di «PecciON»
Chiuse le mostre e i musei per effetto dell’ultimo Dpcm della Presidenza del Consiglio, il Centro per l’arte contemporanea «Luigi Pecci» sposta, infatti, ancora una volta la sua attività on-line e lascia on-site il segno tangibile della sua voglia di non lasciarsi abbattere dal virus: «un messaggio reale per rispondere all’emergenza e riflettere sul momento straordinario e complesso che stiamo vivendo».
A inaugurare il nuovo capitolo di «Extra Flags», che ogni lunedì vedrà issare sul pennone una nuova bandiera, è stata martedì 10 novembre la street artist, illustratrice e artista MP5, il cui lavoro è soprattutto legato alla scena queer e femminista.
«Third Eye – Terzo occhio»
è la sua opera per il Pecci di Prato. Al centro della bandiera c'è una figura femminile rappresentata mentre si copre gli occhi con una mano.
«L’immagine che ho pensato – dichiara l'artista – è una celebrazione delle arti visive e un invito a guardare oltre ciò che è visibile. Quello che sembra un gesto di resa o di paura di fronte a un’attualità difficile è in realtà una spinta a guardare oltre, a comprendere più a fondo l’essenza non sempre immediata di ciò che i nostri sensi percepiscono».
Dopo MP5 sarà la volta di Thomas Hirschhorn (Berna - Svizzera, 1975).La sua bandiera, intitolata «We art still alive», è un invito a resistere, ad avere fede, a portare avanti il proprio lavoro in tutte le circostanze. «Il proposito di «We art still alive» -racconta l'artista- è di non mollare mai, di non sentirsi mai indeboliti, mai piegati – pur affrontando le più dure opposizioni». La bandiera vuole dirci - spiega ancora Thomas Hirschhor - «noi, le persone che amano l'arte, siamo vivi, stiamo in piedi, stiamo lavorando, stiamo combattendo, continuiamo a credere - puoi contare su di noi!»  
Dal 10 novembre è, inoltre, partito il programma di «PecciON», che presenta sul sito e sui social del museo appuntamenti «Online», con contenuti sulle collezioni e sulle varie attività artistiche, e conversazioni in live streaming «ONair». Quest’ultima parte del programma si articola in due momenti: «#Museum2b», da martedì 17 novembre, e «#KeyWords. Parole che aprono il presente», da martedì 24 novembre.
Il primo ciclo di incontri metterà in dialogo figure di spicco del panorama internazionale – direttori di musei, curatori, operatori e professionisti in ambito museale – per interrogarsi sul ruolo delle istituzioni culturali in un momento di forte cambiamento come quello che stiamo vivendo. L’altro cartellone, nato in collaborazione con LabCom – Ricerca e azione per il benessere psicosociale – spin-off accademico dell’Università degli studi di Firenze, proporrà, invece, un dialogo tra arte e psicologia, un tema quanto mai attuale in questo frangente storico caratterizzato dal senso di impotenza e dallo sguardo incerto nei confronti del futuro, sul quale si rifletterà partendo da parole come trauma, limite, fiducia.
Ogni giovedì sarà, invece, il turno delle presentazioni di libri con «#PecciBooks» o delle conversazioni con gli artisti per approfondire le mostre in corso di «#PecciArtistTalk». Non mancherà l'atteso appuntamento «Pecci Cinema», che porterà tutti i giorni (alle 11.00, alle 16.00 alle 18.15 e alle 21.15) in streaming sul sito del museo un’ampia selezione di film in prima visione. Ogni mercoledì torneranno, infine, gli appuntamenti di «#PecciSchool», dal titolo «L’arte di un mondo che cambia (1989-2001)»: un ciclo di incontri sull’arte contemporanea dalla caduta del Muro di Berlino al nuovo millennio, aperti gratuitamente agli studenti e a pagamento di un biglietto minimo per il pubblico generico.

«L’arte è vita», lezioni on-line dalla Peggy Guggenheim di Venezia
In questi giorni di chiusura dei musei e delle mostre, anche la Peggy Guggenheim Collection di Venezia porta avanti la sua missione educativa e mantiene vivo il dialogo con i visitatori attraverso il progetto «L’arte è vita» (informazioni al numero 041.2405429 - il lunedì, mercoledì e giovedì, dalle 10.00 alle 18.00 – o all’indirizzo membership@guggenheim-venice.it).
Dopo il successo della serie «Incontri», che ha animato l’aprile di molte persone, da lunedì 23 novembre prende il via su Zoom un nuovo ciclo di lezioni di storia dell’arte con Alessandra Montalbetti, assistente culturale alla Pinacoteca di Brera a Milano.
«Mai come oggi, -raccontano dalla Peggy Guggenheim- vale l’affermazione che c’è bisogno di arte nella vita di ciascuno e talvolta sfugge, nella nostra quotidianità, la sua portata profondamente ispiratrice, quale fonte inesauribile di suggerimenti per molti mondi che non sempre sono così facilmente riconducibili all’arte».
Da questa riflessione prende spunto la nuova rassegna, riservata ai soli soci, che sarà divisa in due moduli. Dopo un incontro introduttivo su «Arte e Alchimia» (23 novembre, alle 19) le prime lezioni indagheranno il rapporto di pittura, scultura e fotografia con discipline come la pubblicità (30 novembre, ore 19) e la musica (14 dicembre, ore 19), ma anche con il mondo del cibo (21 dicembre, ore 19). Il progetto proseguirà, quindi, tra febbraio e marzo con altri quattro incontri dedicati al rapporto tra il mondo dell’arte e la letteratura, la moda, la filosofia e il cinema.
I proventi del corso, sotto forma di una liberalità di 50 euro a ciclo deducibile fiscalmente, andranno a sostegno del museo, in questo momento tanto difficile per il settore della cultura e per i suoi lavoratori. La Collezione Peggy Guggenheim si presenta anche in formato reloaded sui social con contenuti nuovi e ogni giorno diversi così da portare l’arte e la bellezza a tutti e trascorrere insieme questo nuovo periodo di lontananza. Art Talk dedicati ai capolavori e agli artisti della collezione, brevi tutorial che portano ogni domenica i Kids Day direttamente nelle case degli utenti, curiosità sulle opere del museo e aneddoti sugli artisti più amati sono le proposte dello staff di Palazzo Venier dei Leoni per questo secondo lockdown della cultura. 
Il museo veneziano porta nel mondo digitale anche la terza tappa del progetto «SuperaMenti. Pratiche artistiche per un nuovo presente», un ciclo di quattro laboratori riservati agli under 25. Nel corso di sei giornate tra il 20 e il 29 novembre la generazione Z potrà partecipare al workshop gratuito «Oltre il muro: arte e contesto», con Alice Pasquini, in arte Alicè, street artist, illustratrice e scenografa romana. 
«Partendo da una riflessione sulla trasformazione e il recupero urbano attraverso lo studio di diverse tecniche e la progettazione di una o più opere di arte pubblica, l'iniziativa -raccontano dalla Collezione Peggy Guggenheim- intende esaminare cosa significa 'fare' street art, sotto quali forme la street art si manifesta e quale sia stata l’evoluzione di questo linguaggio artistico dagli anni '50 a oggi. I partecipanti, divisi in gruppi di lavoro, familiarizzeranno così con le relative tecniche di pittura, come gli stencil e l’uso di bombolette spray, e nel corso dei vari momenti di incontro, sempre virtuale, prenderanno confidenza con le tecniche e gli strumenti di lavoro. Da questi incontri, e dal dialogo attivo con l’artista, svilupperanno diversi percorsi per progettare un’opera, sia essa immaginaria o digitale, che dovrà non solo essere un’espressione artistica, ma anche parlare alla cittadinanza, raccontare una storia e avere una funzione pubblica creativa». 
Sarà da remoto anche il quarto appuntamento di «SuperaMenti. Pratiche artistiche per un nuovo presente», in programma dal 22 al 24 gennaio. Protagonista del workshop sarà l’artista svedese Cecilia Jansson che affronterà attraverso il disegno il tema del corpo umano inteso come strumento di misura e limite.  

Dagli Uffizi di Firenze alla Pinacoteca di Brera: i grandi musei sono aperti in digitale

Come era già accaduto con il lockdown della scorsa primavera, la piazza virtuale di Internet sta diventando per molte realtà museali italiane lo spazio dove condividere conoscenze e offrire un momento di svago colto ai tanti amanti dell'arte. In molti stanno mettendo a punto programmi ricchi di approfondimenti da seguire collegandosi con un semplice click sui vari profili social o sul sito istituzionale. Rimanendo a Venezia, Le stanze del vetro propongono, per esempio, un tour virtuale in 3 D alla mostra «Venezia e lo studio glass americano», curata da Tina Oldknow e William Warmus, nella quale è esposta, tra l'altro, la monumentale installazione di Dale Chihuly, «Laguna Murano Chandelier», realizzata nel 1996 con i maestri veneziani Lino Tagliapietra e Pino Signoretto
Sempre a Venezia sfrutta le potenzialità della Rete il museo di Punta della Dogana. La mostra collettiva «Untitled, 2020. Tre sguardi sull’arte di oggi» si sposta, infatti, on-line grazie a video dedicati a ciascuna sala, podcast e interviste con gli artisti, riunite nel progetto «Ten minutes with», sempre disponibili sui canali social e sul sito istituzionale. 
Gli Uffizi di Firenze sono, invece, partiti subito, nella giornata del 6 novembre, con le loro dirette On Air: ogni martedì e venerdì, alle ore 13, il direttore Eike Schmidt, i curatori e gli specialisti del museo fiorentino porteranno il pubblico di Facebook alla scoperta dei loro tesori, raccontandone aneddoti, dettagli e segreti. Il pubblico verrà coinvolto attivamente, tramite uno spazio dove poter interagire  con domande e commenti.
Sono, poi, in programma altre attività come la fruizione on-line delle ultime mostre inaugurate: «Imperatrici, Matrone, Liberte. Volti e segreti delle donne romane», «L'esperimento di Joseph Wright of Derby» e la rassegna sul ritorno a Firenze del «Leone X» di Raffaello.
Torna in rete anche il Museo egizio di Torino, protagonista indiscusso del lockdown di questa primavera con le passeggiate organizzate dal direttore Christian Greco. Questa volta l’istituzione sabauda offre, il ciclo di incontri «Dalle Alpi alle Piramidi. Piccole storie di piemontesi illustri», le «Istantanee dalla collezione», il virtual tour della mostra «Archeologia invisibile» ed eventi per i più piccoli come le belle «Storie egizie della sera», in programma dal venerdì alla domenica, alle ore 20.30, su Zoom.
Sempre a Torino, la Fondazione Merz parte il 19 novembre con un ciclo di visite guidate virtuali alle sue collezioni e due rassegne di incontri da vedere sui canali social Instagram, Facebook e Youtube. #ScusiNonCapisco proporrà dialoghi a due voci aperti al pubblico, tesi ad approfondire i linguaggi e il pensiero che stanno dietro alle opere di arte contemporanea; tra gli ospiti ci saranno il sociologo e scrittore Nicola Palmisano e il giornalista televisivo Filippo Landi.
#RaccontoCaptivus è, invece, un ciclo di appuntamenti su brevi storie inedite incentrate sul tema della chiusura, della paralisi, della prigionia, che narrano -si legge nella nota stampa- «i silenzi, la solitudine, le paure e le speranze dei luoghi e delle anime in tempi di pandemia».
Non meno interessante è la proposta della Fondazione Torino Musei, che ha pensato ad attività digitali per le scuole, le famiglie e il pubblico adulto. La programmazione comprende numerose conferenze, incontri, attività didattiche, contenuti multimediali agevolmente fruibili sui canali social dei singoli musei (Mao, Palazzo Madama e Gam) o su piattaforme di condivisione gratuite. Si spazia dal progetto «In Onda», per gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado, ai «Dietro le quinte», che portano virtualmente il pubblico nel backstage, alla scoperta dei disallestimenti e allestimenti delle mostre, dello smontaggio e della movimentazione delle opere, degli archivi, dei lavori di restauro conservativo. 
Fondazione Torino Musei partecipa anche al programma «Autunno della fotografia. Torino 2020», realizzato in collaborazione con Camera, i Musei reali, il Museo Ettore Fico e La Venaria Reale. Tra i prossimi appuntamenti ci sono «Fotografare la società contemporanea», con Guido Harari e Massimo Vitali (martedì 24 novembre, ore 18), e «Raccontare la guerra fra giornalismo e arte», con Paolo Pellegrin, Edoardo Accattino e Paolo Ventura (martedì 9 dicembre, ore 18). 
Anche i principali musei di Roma - dal Macro al Maxxi, dal Chiostro del Bramante al Parco archeologico del Colosseo (Foro Romano, Palatino, Colosseo e Domus Aurea) - hanno spostato la propria attività sui social, offrendo al pubblico dirette, approfondimenti, talk, visite guidate, passeggiate virtuali, laboratori didattici. 
Video sulle mostre, pillole sul patrimonio e sugli archivi del Novecento, interviste, playlist musicali, gallery fotografiche e tanti progetti per i bambini e le scuole caratterizzano anche l’offerta digitale del Mart di Rovereto, fruibile su Facebook, YouTube e IGTV. Caravaggio, Burri e Pasolini, Giovanni Boldini, Nicola Samorì e Luciano Ventrone sono gli artisti al centro dei vari appuntamenti on-line, che saranno animati dal presidente Vittorio Sgarbi e dai curatori del museo. Tra i primi appuntamenti si segnalano gli incontri con la giornalista Simona Zecchi («L’inchiesta spezzata. Perché hanno ucciso Pier Paolo Pasolini» | venerdì 27 novembre, ore 17.30) e con il regista Paolo Benvenuti («La rivoluzione di Caravaggio» | giovedì 10 dicembre, ore 18.30), oltre al webinar sulla piattaforma Zoom «GestaltArt: tra arte, terapia e neuroscienze» (domenica 29 novembre).
A Milano Palazzo Reale ha scelto di non abbandonare il suo pubblico offrendo il commento a distanza, sui profili Facebook e Instagram, delle opere esposte nelle mostre «Prima, donna. Margaret Bourke-White» e «Divine e avanguardie. Le donne nell'arte russa». 
 Rimanendo nel capoluogo lombardo merita una segnalazione anche il progetto «Triennale Upside Down», con video, podcast, visite guidate, attività didattiche, incontri e performance on-line e masterclass. Le due grandi mostre aperte recentemente, dedicate a Enzo Mari e a Claudia Andujar, il Museo del design italiano, il Fog-Festival della performing art e tutto ciò che rende straordinariamente ricco il programma della Triennale di Milano continua così in questi giorni a essere accessibile sui canali e le piattaforme digital
Anche la Pinacoteca di Brera è On-air con varie iniziative: dalle video-pillole della rassegna «Appunti di una resistenza culturale», molto apprezzata la scorsa primavera, alle letture del programma «C’era una volta la Biblioteca», senza dimenticare i concerti. Novità di questo secondo lockdown della cultura sarà BreraPlus+, contenuto on-line che il museo propone a tutti gli utenti che si abbonano (per ora gratis), con due appuntamenti su Raffaello Sanzio nel cinquecentenario della sua morte. 
Altra iniziativa che parte da Milano per raggiungere tutti gli utenti del Web è quello promossa dalle Gallerie d’Italia con la visita, più acustica che visiva, alla mostra di Giambattista Tiepolo; ad accompagnare il pubblico tra le opere, in giro per l’Europa, sarà una guida d’eccezione: un attore che vestirà i panni del figlio dell’artista, Giandomenico. 

Appuntamenti giornalieri dalla Biennale di Venezia 
Anche la Biennale di Venezia è sbarcata sul Web in occasione di questo secondo lockdown dei luoghi della cultura. Giovedì 12 novembre ha preso il via «Sneak Peek», un progetto digitale di avvicinamento alla diciassettesima Mostra internazionale di architettura (22 maggio – 21 novembre 2021), intitolata «How will we live together?», che vedrà la curatela di Hashim Sarkis. Si tratta di un’occasione unica per dare una «sbirciatina» alla rassegna, secondo una programmazione giornaliera sul sito internet della Biennale di Venezia e le sue piattaforme digitali (Twitter, Facebook, Instagram, YouTube), che alternerà i contributi degli architetti invitati a quelli dei Paesi partecipanti.
Sarkis condividerà pensieri e riflessioni sulle cinque scale della mostra anche in un programma di podcast. Gli episodi saranno disponibili in lingua inglese e avranno come filo conduttore uno sguardo particolare alla città di Venezia, alla sua storia e al modo in cui si relaziona a queste scale di convivenza. «Between Mose and Tiepolo» è il titolo del primo appuntamento disponibile lunedì 16 novembre su Spotify, Apple Podcasts, Google Podcasts.
Il viaggio virtuale verso la mostra vivrà anche sul nuovo profilo Spotify della Biennale, dove verrà presentata una playlist con i brani scelti dai partecipanti: una musica, una canzone o un componimento che ha ispirato il loro lavoro e che ne rappresenta l’identità e l’attività professionale. 
Una tappa obbligata rimane, poi, per gli amanti dell’arte un collettore di esperienze virtuali come Google Arts and Culture
L’offerta da remoto è, dunque, più ricca che mai. Nonostante la chiusura dei musei e delle mostre imposta dall’ultimo Dpcm, l’arte non si ferma, anzi reagisce all’emergenza Coronavirus e propone un ricco palinsesto di visite guidate virtuali, talk, approfondimenti sulle collezioni permanenti, laboratori per bambini e molto altro ancora. Resta da capire quanto il moltiplicarsi di queste iniziative, quasi sempre proposte a titolo gratuito, avrà una risposta in termini di fruizione alla riapertura dei musei. È lì che si gioca per molti il futuro.

(aggiornato il 18 novembre 2020, alle ore 17.00)

Didascalie delle immagini
[Fig. 3] MP5, Third Air, 2020. Courtesy: Centro Pecci, Prato; [fig. 6] Laguna Murano Chandelier, di Dale Chihuly, ph. Enrico Fiorese; [fig. 7] Ritratto di Alice Pasquini; [fig. 8]  «Venezia e lo studio glass americano». Installation view, ph. Enrico Fiorese; [fig. 11] Christian Greco, direttore del museo egizio di Torino