ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

martedì 17 novembre 2020

«Cento anni di Fila», Corraini edizioni racconta in un libro un secolo di storie di colori e lapis

Era il 23 giugno 1920 quando a Firenze veniva costituita - su iniziativa di un gruppo di imprenditori, capitanato dal conte Giuseppe delle Gherardesca- la Fabbrica italiana di lapis e affini. Da quell’estate sono trascorsi cento anni e le aspettative dei fondatori «di fabbricare e commerciare lapis, oggetti e articoli di cancelleria e di durare per cinquant’anni» sono state ampiamente superate. Da allora Fila – che dialoga con il mondo attraverso il linguaggio senza confini e senza tempo della creatività – è, infatti, parte della storia, del costume, della quotidianità di intere generazioni di persone.
Alla vicenda ricca e intensa di questa società – oggi quotata alla Borsa di Milano, nel segmento Star, con tutti i suoi intramontabili e iconici marchi come, per esempio, Giotto, Tratto, Das, Didò e Pongo - hanno dato vita la penna dello scrittore Valerio Millefoglie e le matite dell’illustratore bolognese Andrea Antinori. È nato così il volume «Cento anni di Fila», appena uscito in libreria (e on-line) per i tipi di Corraini edizioni.
Scritto in doppia lingua, italiano e inglese, il libro è stato concepito come un viaggio tra i ricordi di quei milioni di uomini, donne e ragazze che hanno stretto tra le mani gli strumenti realizzati da Fila per scrivere, disegnare, colorare, modellare e dipingere, per dare ancora più colore alle loro storie variopinte. 
 Il volume si discosta così dal cliché del classico libro aziendale. «Cento anni di Fila» -commenta a tal proposito Massimo Candela, Ceo del gruppo- «parla del nostro heritage, delle nostre ambizioni, della nostra passione e della nostra visione per il futuro, ma lo fa – permettetemi il gioco di parole – in punta di matita, mettendo al centro le persone e il valore condiviso generato dalla potenza dirompente della creatività».
La struttura narrativa si sviluppa su un doppio livello. Nella prima parte, la penna di Valerio Millefoglie, dopo un certosino lavoro di analisi degli archivi aziendali e di ricostruzione storica, racconta al lettore cento anni di avvenimenti. Delinea in forma di racconto, attraverso evidenze storiche e aneddoti, la storia di Fila in un percorso che spazia dai documenti costituitivi dell’azienda (corrispondenze con fornitori e clienti, fotografie delle prime fiere campionarie, appunti di lavoro, bozzetti di nuove realizzazioni) alle innovazioni di prodotto, dalla strategia di acquisizioni internazionali avviata negli anni Novanta alle curiosità e alle testimonianze di chi ha contribuito a rendere l’azienda ciò che è oggi e che sarà domani. Il tutto è inserito nel contesto storico, che viene cadenzato per decenni, in una connessione continua tra società, cultura, costumi e vicende aziendali.
Così scopriamo tante piccole curiosità. La matita Telefono degli anni Trenta è indissolubilmente legata al cinema dei «telefoni bianchi» e delle dive. Si deve ad Alberto Candela (la cui famiglia è a capo del gruppo dal 1956) l’invenzione della matita per il trucco, del Tratto Pen (oggi esposto al MoMa di New York) e del Tratto Clip. Tra gli estimatori di Fila c’era Federico Fellini, che sulle pagine de «La Stampa» di Torino ricordò le matite colorate Giotto della sua infanzia. 
La narrazione è accompagnata e resa vivida da una selezione di immagini storiche e dalle illustrazioni prodotte dalla matita di Andrea Antinori che visualizzano i passaggi cruciali e sottolineano il legame tra Fila, la società e il colore.
La seconda parte è composta da cento testimonianze di persone diverse tra loro per vissuto e professione che hanno scelto di raccontarsi: il fil rouge che le accomuna è l’emozione, il ricordo e il senso di appartenenza a una grande comunità. Nel racconto corale la testimonianza del banchiere si fonde con quella della maestra, l’esperienza creativa dell’illustratore e dello scrittore si lega al ricordo della professoressa della stenografia in pensione, del taxista, della logopedista, dello studente.
  Il flusso narrativo si apre con il contributo di Simonetta Agnello Hornby che ci riporta all’Agrigento della sua infanzia e si chiude con il racconto di Matilde Rini, una bambina di nove anni che da grande vorrebbe lavorare nell’ufficio «non lo so», un luogo dove quello che fai lo scopri solo quando sei entrato.
Da un punto di vista grafico, i contributi si contraddistinguono da un font che ci riporta a una dimensione quasi diaristica, da un titolo che ci trasporta in un mondo personale e da un’immagine di prodotto che richiama il legame con Fila.
Il volume parla anche dei progetti educativi sviluppati negli anni da enti come il teatro alla Scala di Milano, la Biennale di Venezia o la Città della Scienza di Napoli con l’azienda di Pero.  
«Cento anni di Fila» è, poi, un libro per tutti, anche per il lettore. Il Lapiscento prodotto ad hoc per il centenario – una matita di grafite realizzata con un sistema di recupero degli scarti di legno cedro da filiera certificata Pefc – e inserito nel volume, è un invito ad alimentare la storia condivisa, a lasciare il proprio segno, a mischiare il proprio vissuto con quello degli altri per creare un arcobaleno di racconti e di colori.

Informazioni utili
Valerio Millefoglie, Andrea Antinori, «1920-2020. Cento anni di FILA. Un secolo di storie di colore, di lapis ed affini». Corraini edizioni, Mantova 2020. Dimensioni: 16.5 x 23.0 cm. Lingue: italiano e inglese. Rilegatura: cartonato con sovraccoperta e matita inserita. Pagine: 240. Edizione corrente: 11/2020. ISBN: 9788875708771. Prezzo: € 28,00. Informazioni: sales@corraini.com, www.corraini.com. Ufficio stampa: Benedetta Lelli, press@corraini.com, tel. 3286156940 | Antonella Laudadio – Cantiere di Comunicazione, a.laudadio@cantieredicomunicazione.com, 345.7131424, 02.87383180

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