ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

lunedì 10 maggio 2021

Il Piccolo di Milano riapre il sipario con due mesi di spettacoli

Una scena dello spettacolo «Nel lago del cor», di e con Danio Manfredini. Foto di Andrea Macchia
«Il momento, lo sappiamo e lo viviamo nella nostra quotidianità, è ancora complesso, ma mettendo in campo ogni azione possibile per tutelare la salute di tutte e tutti – spettatrici e spettatori, così come lavoratrici e lavoratori dello spettacolo – siamo finalmente in grado di riaccogliere il pubblico in sala». Così il direttore Claudio Longhi ha annunciato la riapertura del Piccolo Teatro di Milano, che, dopo sei mesi di chiusura, è tornato ad alzare il sipario nelle sue tre sale.
A segnare il «nuovo» debutto della stagione 2021 è stata, nella serata di martedì 4 maggio, la prima nazionale dello spettacolo «Ladies Football Club» di Stefano Massini, per la regia di Giorgio Sangati e con Maria Paiato (nel suo palmarès i premi Ubu, Flaiano, Hystrio e Duse). Il monologo, ancora in cartellone allo Studio Melato, prende spunto da una storia vera, la creazione da parte di undici operaie inglesi di una squadra di calcio femminile, negli anni della Prima guerra mondiale.
Una scena dello spettacolo «A German Life» di Christopher Hampton, con Franca Nuti, per la regia di Claudio Beccari. Foto di Masiar Pasquali
La riapertura è, dunque, avvenuta all’insegna di una nuova produzione del Piccolo Teatro e ne sono in programma altre due nelle settimane a venire. Sabato 8 maggio ha fatto il suo debutto «A German Life», testo del premio Oscar Christopher Hampton, con Franca Nuti nei panni di Brunhilde Pomsel, impiegata del Terzo Reich a partire dal 1933, segretaria di Joseph Goebbels (il teorico dello sterminio ebraico) dal 1942 al 1945, e, dunque, testimone dell’orrore nazista. Lo spettacolo, diretto da Claudio Beccari, rimarrà in cartellone fino al 16 maggio al teatro Grassi. Mentre il 5 giugno, allo Studio Melato, debutterà «Hamlet» di William Shakespeare, con la regia di Antonio Latella, spettacolo che era pronto per andare in scena alla vigilia del primo lockdown.
In questi giorni parte anche la collaborazione tra il Piccolo Teatro e Pasta Rummo: il progetto multimediale «Fiabe, maestri e giovani eroi», destinato alle scuole – primarie e secondarie di primo e secondo grado –, a partire da Lombardia e Campania, e alle famiglie.
Una scena dello spettacolo «A German Life» di Christopher Hampton, con Franca Nuti, per la regia di Claudio Beccari. Foto di Masiar Pasquali
Si inizia lunedì 10 maggio con «#Pinocchio. Una fiaba per immagini», un progetto tra cinema e teatro, con la regia di Beniamino Barrese, che vede la collaborazione della Compagnia marionettistica Carlo Colla e Figli e The Box Films.
La fiaba per immagini è divisa in sette episodi della durata di tre minuti ciascuno, che verranno pubblicati - dal 10 al 31 maggio, ogni lunedì e mercoledì - sui profili social di Pasta Rummo, Piccolo Teatro e Compagnia Colla, raggiungendo, quindi, pubblici diversi.
A settembre è, invece, in programma un laboratorio, dal titolo «We (can be) heroes», nel quale il drammaturgo Davide Carnevali accompagnerà i ragazzi in un percorso di esplorazione e confronto tra il linguaggio narrativo dell’epica e quello dei social media. Inizia così una collaborazione che troverà compimento nei prossimi mesi, quando Pasta Rummo diventerà partner della sala milanese per la stagione 2021-2022 dedicata ai bambini e ai ragazzi.
Il Piccolo Teatro ha imbastito anche un interessante cartellone per i prossimi due mesi, frutto di un importante lavoro di riprogrammazione di titoli già attesi se pure, in parte, diversamente dislocati.
Una scena di «Macbeth, le cose nascoste» di Carmelo Rifici. Foto LAC - Studio Pagi
Dall’11 al 23 maggio
, allo Strehler, andrà in scena «Macbeth, le cose nascoste», che prosegue, quattro anni dopo «Ifigenia, liberata», l’incursione di Carmelo Rifici tra i classici. La sua versione del testo shakespeariano – scritta a quattro mani con Angela Dematté –nasce da un viaggio nell’anima degli attori, alla ricerca dei loro lati nascosti, e indaga gli archetipi dell’inconscio di tutti noi.
Mentre dal 18 al 23 maggio, al Grassi, Federico Tiezzi e Sandro Lombardi porteranno in scena «Antichi Maestri», uno degli ultimi romanzi di Thomas Bernhard, vero e proprio studio teatrale sulla funzione dell’arte, in bilico tra farsa e tragedia, tra inno d’amore e dichiarazione di resa, tra confessione testamentaria e nostalgia per un amore perduto. Fulcro del racconto, dedicato all’arte figurativa, è la figura del musicologo di grande fama Reger che, da trent’anni, si reca ogni due giorni al Kunsthistorisches Museum di Vienna e osserva, ossessivamente, un dipinto di Tintoretto, alla ricerca dei difetti di quel capolavoro perché – dichiara il protagonista - «il tutto e il perfetto non li sopportiamo». Nella riduzione drammaturgica di Fabrizio Sinisi, Federico Tiezzi trasforma l’opera di Bernhard, scritta nel 1985, in un vero e proprio studio teatrale sulla funzione dell’arte, i limiti della bellezza, la nevrosi della modernità, l’angoscia della solitudine e la disperazione della marginalità.
Roberto Sturno e Glauco Mauri. Foto di Manuela Giusto
Ancora il Grassi, dal 25 al 30 maggio, farà da scenario allo spettacolo «Nel lago del cor», di e con Danio Manfredini, un viaggio nell’inferno del lager e della Shoah, nella ferocia dell’uomo e nell’umiliazione. «Un deportato, durante la ‘marcia della morte’, ripercorre sfinito le esperienze drammatiche che ha vissuto nel campo – si legge nella sinossi -. Come un fantasma, si fonde alle immagini del lager e rientra in un incubo fatto di miseria, morte, pioggia, neve, freddo, paura. Le parole del deportato sono stralci di dialoghi, frasi salvate dalla memoria, suoni in lingue diverse, di una strana Babele e si intrecciano alle canzoni del soldato liberatore che, come un angelo, lo accompagna in quell’inferno».
Una scena dello spettacolo «Nel lago del cor», di e con Danio Manfredini. Foto di Andrea Macchia
Negli stessi giorni, dal 25 maggio al 6 giugno, al teatro Strehler, andrà in scena «Variazioni enigmatiche» di Éric-Emmanuel Schmitt, con la Compagnia Mauri Sturno: un thriller psicologico, «una partita a scacchi dei sentimenti, giocata sul filo del rasoio» da due personaggi, lo scrittore premio Nobel Abel Znorko, che ha scelto di isolarsi dal mondo, e il giornalista Erik Larsen, che vuole strappargli un’intervista esclusiva. «Un’intervista - spiega Glauco Mauri - che presto si trasforma in un’affannosa, affascinante scoperta di verità taciute».
La programmazione proseguirà con «maggio ‘43» di e con Davide Enia, in cartellone al Grassi dal 1°al 6 giugno. Lo spettacolo porterà il pubblico nella Palermo della Seconda guerra mondiale, una città sotto le bombe degli Alleati pronti allo sbarco in Sicilia, che viene raccontata attraverso gli occhi del dodicenne Gioacchino. Le parole di Davide Enia, accompagnate dalla musica di Giulio Barocchieri, raccontano di «tempi cupi, in cui era necessario ingegnarsi per riuscire a sopravvivere. Erano tempi atroci – racconta lo scrittore -, in cui la morte cadeva inattesa dall’alto o dal basso dei mercati neri, che stritolavano con prezzi schizzati alle stelle. Erano tempi malati e bugiardi, tempi cinici e bari».
Sarà, poi, la volta, dall'8 al 20 giugno, di «Furore» di Massimo Popolizio, spettacolo tratto dall'omonimo romanzo di John Steinbeck, che indaga le condizioni dei braccianti sospinti in California dalle regioni centrali degli Stati Uniti (Oklahoma e Arkansas), sterili per le tempeste di sabbia e la siccità.
L'estate porterà, poi, il tradizionale appuntamento con la Compagnia Carlo Colla & Figli: dall’8 al 20 giugno ci sarà «Una Divina Commedia» raccontata con i burattini, in occasione dei settecento anni dalla morte di Dante Alighieri.
Dal 22 al 24 giugno al Piccolo Teatro Strehler tornerà, infine, il Milano Flamenco Festival, con un’edizione speciale – la quattordicesima – che racconterà la magia e la sensualità di questa danza spagnola, Patrimonio immateriale dell’Umanità di Unesco dal 2010.
Questi spettacoli e la riapertura al pubblico dei palcoscenici del Piccolo Teatro di Milano scandiscono, dunque, l’avvio di un tempo diverso per tutti noi. «Se il teatro è, infatti, lo specchio di una città, rivestendo una preziosa funzione pubblica, la ripartenza dei teatri – racconta ancora Claudio Longhi – marca l’avvio di una nuova fase nella vita della nostra comunità». La speranza è che i sipari possano continuare ad aprirsi sera dopo sera. Vorrà dire che il peggio è passato.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Una scena dello spettacolo «Nel lago del cor», di e con Danio Manfredini. Foto di Andrea Macchia;  [figg. 2 e 3] Una scena dello spettacolo «A German Life» di Christopher Hampton, con Franca Nuti, per la regia di Claudio Beccari. Foto di Masiar Pasquali; [fig. 4] Una scena di «Macbeth, le cose nascoste» di Carmelo Rifici. Foto LAC - Studio Pagi; [fig. 5] Roberto Sturno e Glauco Mauri. Foto di Manuela Giusto; [fig. 6] Una scena dello spettacolo «Nel lago del cor», di e con Danio Manfredini. Foto di Andrea Macchia; [fig. 7] «#Pinocchio. Una fiaba per immagini», regia di Beniamino Barrese. Produzione del Piccolo Teatro di Milano, in collaborazione con la Compagnia Marionettistica Carlo Colla & Figli e The Box Films. Foto di Masiar Pasquali

Informazioni utili

domenica 9 maggio 2021

#Notizieinpillole n. 2: cronache d'arte della settimana dal 3 al 9 maggio 2021

«Ei fu. Siccome immobile, dato il mortal sospiro, stette la spoglia immemore orba di tanto spiro». Inizia così una delle odi più conosciute di Alessandro Manzoni: il «Cinque maggio», dedicata a Napoleone Bonaparte, uomo politico e militare francese tra i più gloriosi e influenti della sua epoca. 
A duecento anni dalla morte dello statista, la Pinacoteca di Brera e gli Uffizi di Firenze propongono due mostre celebrative, una in presenza e l'altra on-line, mentre l'isola d'Elba annuncia un grande evento espositivo per l'estate. 
«Fogli d'arte» ne ha parlato questa settimana sulla sua pagina Facebook (@foglidarte), ricordando un altro bicentenario importante, quello della nascita del capolavoro manzoniano «I Promessi sposi», al centro in questi giorni di un progetto audio e video del Piccolo Teatro di Milano e di Intesa San Paolo
 In settimana Manifattura Tabacchi ha annunciato i vincitori del bando internazionale «Superblast». Studio Chiesa ha presentato il suo progetto «Digital Re-life Experience», partendo con un tour virtuale della mostra «Steellife», presentata alla Triennale di Milano nel 2009. Silvana editoriale ha portato nelle librerie il volume «The Story of (my) Exhibitions», uno degli ultimi imponenti lavori editoriali di Germano Celant. Al Museo Diocesano di Milano è arrivata la Membership Card; mentre alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia è in partenza un corso di storia dell'arte sul Surrealismo. Infine, tra i tanti musei che hanno aperto le porte questa settimana, c'è anche il Part di Rimini, che ha appena lanciato «Una voce a Part», un progetto audio e video per far conoscere la collezione della fondazione San Patrignano. 
Queste i fatti al centro della seconda puntata di #Notizieinpillole della settimana dal 3 al 9 maggio 2021. 
Buona lettura! 

[Nella foto di copertina: Prima carta della minuta autografa del «Cinque maggio» di Alessandro Manzoni, Milano, Biblioteca Nazionale Braidense. Opera esposta nella mostra titolo «La Milano di Napoleone. Un laboratorio di idee rivoluzionarie. 1796-1821» (dal 5 maggio al 10 luglio 2021), alla Biblioteca Braidense di Milano | Fonte: ufficio stampa Pinacoteca di Brera]

1. UFFIZI DIFFUSI, ALL’ISOLA D’ELBA UNA MOSTRA SU NAPOLEONE
Gli Uffizi di Firenze celebrano Napoleone Bonaparte, a duecento anni dalla morte. Il prossimo 30 giugno inaugurerà sull’isola d’Elba, negli spazi della Pinacoteca Foresiana di Portoferraio, una mostra d’arte a tema napoleonico, con una selezione di opere provenienti dal museo fiorentino e da collezioni locali.
L’esposizione è una delle prime tappe progetto «Uffizi diffusi», nuova e rivoluzionaria prospettiva policentrica, ideata dal direttore Eike Schmidt, che si prefigge di distribuire l'immenso patrimonio artistico del museo fiorentino, conservato nei depositi e quindi non visibile al pubblico, in un centinaio di realtà espositive della Toscana.
Nell’attesa di poter ammirare la mostra elbana, gli Uffizi celebrano Napoleone con una «Ipervisione», curata da Alessandra Griffo ed Elena Marconi. Dal 5 maggio è on-line, sul sito www.uffizi.it, una rassegna virtuale con cinquantasette opere a tematica napoleonica, ingrandibili ad alta definizione. Si tratta principalmente di ritratti dipinti o scolpiti del sovrano e della sua famiglia, ma anche di opere che ne celebrano le gesta militari sul modello dei grandi tableaux alla David. È il caso, per esempio, dell’olio su tela «Il giuramento dei Sassoni dopo la battaglia di Jena» (1812) di Pietro Benvenuti o lo studio grafico «Apoteosi di Napoleone Bonaparte» di un anonimo del XIX secolo, ripreso da un disegno di Andrea Appiani.
I testi di accompagnamento sono scritti da Fabiano Angelotti, Rita Balleri, Andrea Cartia, Liletta Fornasari, Vanessa Gavioli, Alessandra Griffo, Elena Marconi, Fabrizio Paolucci, Giuseppe Rizzo, Chiara Ulivi.
Dal 24 maggio a settembre, su Facebook, ci saranno anche delle dirette tematiche su Napoleone per la serie «Uffizi on air». La mostra on-line può essere vista al link: https://www.uffizi.it/mostre-virtuali/napoleone-uffizi.

2. LA BIBLIOTECA BRAIDENSE RICORDA L’EPOPEA DI NAPOLEONE A MILANO 
La Biblioteca Braidense di Milano, dove si conserva l’autografo del «Cinque maggio» di Alessandro Manzoni, non poteva mancare all'appuntamento celebrativo dei duecento anni dalla morte di Napoleone Bonaparte. La ricorrenza verrà commemorata con una mostra dal titolo «La Milano di Napoleone. Un laboratorio di idee rivoluzionarie. 1796-1821». La rassegna, in agenda dal 5 maggio al 10 luglio nella Sala Maria Teresa, è curata da Giorgio Panizza e Giulia Raboni, con la collaborazione di Gianluca Albergoni, Alviera Bussotti, Margherita Centenari, Aldo Coletto, Christian Del Vento, Matilde Esposito, Loredana Garlati, Mariella Gofredo, Carmela Marranchino, Alessandro Morandotti, Mauro Novelli e Duccio Tongiorgi.
147 opere, delle quali 123 appartengono al patrimonio conservato nella Biblioteca Braidense, mostrano la forza delle idee, le passioni, i contrasti e le contraddizioni che animavano Milano negli anni a cavallo tra il Settecento e l'Ottocento, un periodo storico nel quale si creava un primo Stato unitario con il nome di Italia. La città, capitale del Regno, era un laboratorio che vedeva attivi, tra i molti, intellettuali come Vincenzo CuocoVincenzo MontiUgo FoscoloGiuseppe Bossi, e in cui si andava sviluppando una riflessione della quale l’ode di Alessandro Manzoni lascia a noi posteri il più memorabile sguardo retrospettivo.

Il completamento del Duomo, la costruzione dell'Arena e dell'Arco della Pace, il progetto grandioso del Foro Bonaparte, la nascita della Pinacoteca di Brera, concepita come una grande quadreria nazionale sul modello del Louvre parigino, sono i lasciti napoleonici in città.
Il percorso espositivo allinea autografi di Pietro Verri, la prima edizione delle «Ultime lettere di Jacopo Ortis» e quella dei «Sepolcri» di Ugo Foscolo, un esemplare postillato da Stendhal, e molto altro, fino alle stesure autografe del «Cinque maggio» e ai documenti sulla sua larga diffusione, compresa la traduzione di Goethe, nonostante il divieto della censura milanese.
Arricchiscono il percorso i ritratti di tre protagonisti, in quadri che fanno parte del patrimonio della Braidense: gli oli «Ritratto di Napoleone I imperatore» (1810) di Giuseppe Diotti e «Ritratto di Ugo Foscolo» (1822) di Filippo Pistrucci, e la tela «Alessandro Manzoni a 20 anni» (1805), già attribuita a Maria Cosway.
La mostra, inserita nelle iniziative del Comitato per il bicentenario napoleonico 1821-2021, sarà visibile a maggio sulla piattaforma BreraPlus+, in una visita guidata on-line con i curatori.
Per informazioni: www.pinacotecabrera.org | www.bibliotecabraidense.org.

Didascalie delle immagini
[Fig.1] Giuseppe Diotti, «Ritratto di Napoleone I imperatore» , 1810. Olio su tela. Milano. Milano, Biblioteca Braidense. Opera esposta nella mostra titolo «La Milano di Napoleone. Un laboratorio di idee rivoluzionarie. 1796-1821» (dal 5 maggio al 10 luglio 2021), alla Biblioteca Braidense di Milano

3. «STEELLIFE», UNA MOSTRA VIRTUALE SULL’ARTISTICITÀ DELL’ACCIAIO
Da un lato un materiale unico: l'acciaio. Dall'altro un'azienda che ha fatto la storia dell'industria italiana: Marcegaglia. Dalla loro unione, nel 2009, nacque una mostra: «Steellife», a cura di Elisabetta Pozzetti, che allineava negli spazi della Triennale di Milano una selezione di installazioni ambientali legate all'acciaio, alle sue caratteristiche e peculiarità, capaci di coinvolgere il visitatore attraverso l’espressività di otto artisti internazionali.
Quel progetto espositivo torna a vivere grazie all’agenzia di comunicazione Studio Chiesa e alla sua «Digital Re-life Experience»: un'esposizione virtuale che vive «onlife» integrando perfettamente la realtà aumentata del virtual tour con le immagini reali della mostra del passato.
Dalla viva voce della curatrice e grazie a una navigazione facile e intuiva, lo spettatore si potrà, dunque, muovere tra le opere della mostra milanese, ideata una decina di anni fa in occasione dei cinquant’anni dalla fondazione del gruppo Marcegaglia. Protagonisti di questa «esperienza phygital», che porta on-line la cultura d’impresa e una nuova modalità per (ri)vivere l’arte, saranno i lavori di Magdalena Fernandez Arriaga (Caracas, 1964), Julia Bornefeld (Kiel, 1963), Tetsuya Nakamura (Chiba, 1968), Luc Mattenberger (Ginevra, 1980), Adeela Suleman (Karachi, 1970), Francesco Bocchini (Cesena, 1969), Subodh Gupta (Khagaul, 1964) e Zhang Huan (An Yang City, 1965).
«Digital Re-life Experience non nasce da una mera volontà mnemonica o archivistica di ciò che è stato, ma scaturisce piuttosto dall'esigenza di rigenerare l'incanto dello sguardo mediante un'esperienza similare, certamente affine, ma nuova e totalmente rinnovata e potenziata grazie agli strumenti di approfondimento e di scoperta digitali – afferma Elisabetta Pozzetti -. Questa modalità si addice a ri-animare i progetti culturali conclusi e dare a essi nuova linfa per essere fruiti in un tempo potenzialmente infinito, ma diviene pure una strategia allestitiva e narrativa per creare quelle mostre che nella realtà non hanno potuto vivere o quegli archivi o collezioni che non possono essere manifesti al grande pubblico». 
La mostra «Steellife Digital Re-life Experience» può essere vista al link https://studiochiesa.it/steellife4k/

4. MANIFATTURA TABACCHI ANNUNCIA GLI ARTISTI VINCITORI DELLE PROSSIME RESIDENZE DI NAM – NOT A MUSEUM 
Cosa significa fare arte oggi? Come ricostituire un equilibrio tra l’uomo, la città e il mondo naturale? Una nuova ecologia del pensiero è possibile? Sono queste le domande a cui si propongono di rispondere i progetti selezionati nell’ambito del bando internazionale «Superblast», lanciato da NAM – Not A Museum, il programma d’arte contemporanea di Manifattura Tabacchi a Firenze.
Su 707 candidature pervenute, provenienti da 48 diversi Paesi e presentate da 567 artisti singoli e 140 collettivi, sono stati selezionati sei artisti multidisciplinari per altrettante residenze creative: Antonio Bermudéz Obregón (1991, Bogotà), Edoardo Aruta (1981, Roma), Federica di Pietrantonio (1996, Roma), Oliviero Fiorenzi (1992, Osimo; nella foto la sua installazione per Numana del 2019), Violette Maillard (Bourg La Reine, 1984) e Iper-Collettivo (Prato, Pistoia, Londra).
Gli artisti scelti esplorano molteplici forme d’arte, dall’installazione al suono, dalla scultura al video, intervenendo sui paradigmi precostituiti del pensiero occidentale in merito alla relazione tra natura e cultura, l’uomo e le altre specie viventi, l’individuo e la collettività e attingendo da un insieme semantico che spazia tra pensiero ecologico, linguaggi digitali, pratiche colonialiste, rapporti con l’industria, storia e politica.
Ogni artista selezionato sarà accompagnato da un curatore per la stesura di un testo critico volto alla realizzazione di un progetto editoriale dedicato. Le sei opere, che saranno realizzate tra giugno e luglio, confluiranno in una mostra collettiva in programma a settembre, il mese che Manifattura Tabacchi vuole dedicare alla sostenibilità dando spazio alla sperimentazione artistica e veicolando la sensibilità comune rispetto al cambiamento climatico verso forme inedite di espressione e azione.
Ciascun artista avrà a disposizione 5.000 euro per la produzione del proprio lavoro, uno spazio dove realizzarlo e 500 euro per il rimborso delle spese di viaggio e trasporto.
Per informazioni: www.manifatturatabacchi.com | www.superblast.it.

5. «UNA VOCE A PART», SEI PILLOLE VIDEO E SEI PODCAST PER CONOSCERE GLI ARTISTI E LE OPERE DELLA COLLEZIONE SAN PATRIGNANO 
Si intitola «Una voce a Part» il progetto digitale di Pcm Studio Milano per far conoscere il Part - Palazzo delle arti di Rimini, museo inaugurato lo scorso 24 settembre, dopo un progetto di riqualificazione e ridestinazione funzionale dei palazzi del Podestà e dell’Arengo, all'interno del quale si trova la collezione della Fondazione San Patrignano, raccolta di opere di affermati artisti contemporanei in costante espansione, avviata nel 2017 con il coordinamento curatoriale di Clarice Pecori Giraldi.
La serie - realizzata da «ArtAround», con la direzione artistica di Cristiana Campanini - è stata inaugurata lo scorso 28 aprile dall’artista Emilio Isgrò, che ha raccontato come è nata l’opera «Le Tavole della Legge ovvero la Bibbia di vetro» (1994). Questa settimana il protagonista è stato Flavio Favelli con tre appuntamenti (trailer lunedì 3 maggio | podcast mercoledì 5 maggio | minivideo venerdì 7 maggio).
Nelle prossime settimane sono in programma altri dodici appuntamenti: quattro pillole video e quattro podcast, anticipati da altrettanti trailer, che usciranno a cadenza settimanale. Protagonisti della rassegna saranno, oltre a Emilio Isgrò e Flavio Favelli, Claudia Losi (trailer lunedì 10 maggio | podcast mercoledì 12 maggio | minivideo venerdì 14 maggio), Roberto Coda Zabetta (trailer lunedì 17 maggio | podcast mercoledì 19 maggio | minivideo venerdì 21 maggio), Elisa Sighicelli (trailer lunedì 24 maggio | podcast mercoledì 26 maggio | minivideo venerdì 28 maggio) e Alberto Garutti (trailer lunedì 31 maggio | podcast mercoledì 2 giugno | minivideo venerdì 4 giugno).
I singoli podcast, della durata di circa sei/sette minuti ciascuno, introdurranno il visitatore nelle sale dei medievali del nuovo museo e all'interno della sua raccolta, offrendo la possibilità di incontrare virtualmente gli artisti. Ogni episodio è modellato sulla durata dell’esperienza di visione reale di chi voglia approfondire la conoscenza di un'opera. Le pillole video, invece, saranno l’occasione per poter vedere l’opera nella sua interezza, con immagini di dettaglio insieme al contesto in cui è esposta e con l’accompagnamento eventuale di materiali di archivio.
Oltre a essere pubblicati sul sito web www.palazziarterimini.it, i podcast saranno caricati sulla pagina Spotify di Part, mentre i brevi video saranno visibili sul canale YouTube.

6. IN LIBRERIA «THE STORY OF (MY) EXHIBITIONS», L’ARTE DI ESPORRE SECONDO GERMANO CELANT 
562 pagine, 325 immagini (di cui molte inedite) e una ricca raccolta di documenti e testi critici per raccontare 34 mostre progettate tra il 1967 e il 2018: tutto questo è «The Story of (my) Exhibitions», uno degli ultimi imponenti lavori editoriali di Germano Celant (Genova, 11 settembre 1940 – Milano, 29 aprile 2020), pubblicato da Silvana Editoriale in collaborazione con Studio Celant.
«Il volume racconta – si legge nella nota stampa - la logica dell’esporre che ha caratterizzato il lavoro del critico, la metodologia della ricerca e le diverse tipologie di allestimento utilizzate di volta in volta, presentando una selezione di mostre in ordine cronologico che riflettono la complessità del suo contributo alla storia delle esposizioni».
Si parte dal 1967 con la prima definizione di Arte povera, per poi dedicarsi alle vicende contemporanee internazionali con «Conceptual art Arte povera Land art» (1970) alla Galleria civica d’arte moderna e Contemporanea di Torino, per approdare nel 1976 alla grande mostra sul tema «Ambiente/Arte», alla Biennale di Venezia.
L’excursus continua coprendo diversi ambiti di ricerca, presentati nelle più importanti sedi espositive e museali italiane e internazionali nei decenni successivi: dalla ripresa e rilettura in chiave storica dell’Arte povera in mostre come «Coerenza in coerenza» (1984) alla Mole Antonelliana di Torino, «The Knot Arte Povera at P.S.1» (1985) a New York, «Arte povera 2011» in varie sedi, alle vicende dell’arte italiana del Novecento in mostre come «Identité italienne. L’art en Italie depuis 1959» (1981) al Centre Georges Pompidou di Parigi, «Arte italiana. Presenze 1900-1945» (1989) a Palazzo Grassi a Venezia, «Italian Metamorphosis 1943-1968» (1994-95) al Solomon R. Guggenheim Museum di New York.
Il libro tratta anche il tema della contaminazione tra linguaggi come arte e moda in esposizioni come «Il tempo e la moda» (1996) alla Biennale di Firenze, arte e architettura come in «Arti & architettura 1900-2000» (2004) a Genova, arte e musica in «Art or Sound» (2014) alla Fondazione Prada di Venezia, o ancora arte e cibo nella mostra «Arts & Foods» (2015) alla Triennale di Milano.
Al tema del reenactment, infine, sono dedicati progetti espositivi come «When Attitudes Become Form. Bern 1969/Venice 2013» alla Fondazione Prada di Venezia, e «Post Zang Tumb Tuuum. Art Life Politics: Italia 1918-1943» (2018) alla Fondazione Prada a Milano.
«The Story of (my) Exhibitions» rivela così – si legge nella nota stampa - «la ricchezza di uno straordinario percorso umano e professionale, in cui una costante tensione culturale, alimentata dal rigore scientifico, si risolve nella spettacolare messa in scena delle opere d’arte, capaci di suggestioni e sensibilità ad ampio spettro: una dicotomia che rivela la profondità del lavoro di Germano Celant, traccia il perimetro della sua eredità scientifica e ne rappresenta un vivo testamento intellettuale».
Informazioni su www.silvanaeditoriale.it.

7. «GLI SPOSI PROMESSI»: PODCAST E VIDEO PER I DUECENTO ANNI DALLA PRIMA STESURA DEL CAPOLAVORO MANZONIANO 
 Era il 24 aprile 1821 quando Alessandro Manzoni iniziava la scrittura dei «Promessi sposi». Il percorso verso l’edizione definitiva fu lungo e implicò non solo cambiamenti strutturali, ma anche un incessante e quasi ossessivo lavoro di revisione più strettamente stilistica e linguistica. Due anni dopo, nel 1823, era pronta una «prima minuta», «Fermo e Lucia», a cui sarebbe seguita, nel 1824, una «seconda minuta», «Gli Sposi promessi». Nel 1825, con la pubblicazione a stampa di quella che oggi conosciamo come «ventisettana», Alessandro Manzoni correggeva il titolo del suo romanzo in «Promessi sposi». Le revisioni dell’opera sarebbero, invece, continuate fino al biennio 1840-1842.
Per festeggiare il bicentenario della nascita del capolavoro manzoniano, il Piccolo Teatro di Milano, in collaborazione con Intesa Sanpaolo, è andato a rispolverare «Gli Sposi promessi», «il romanzo – si legge nella nota stampa - di un Manzoni più romanzesco, avventuroso, europeo».
A partire dal 5 maggio, sul sito gruppo.intesasanpaolo.com e sulle piattaforme audio streaming Spotify, Apple Podcast e Google Podcast di Intesa Sanpaolo, viene pubblicata, in trentasette puntate e quattro parti, quanti sono i capitoli e i tomi di cui si compone il romanzo, la lettura integrale dell’opera, in forma di podcast, con l’aggiunta finale della «Storia della colonna infame».
Sono le voci di Anna Della Rosa, Sergio Leone, Umberto Orsini, Stella Piccioni, Arianna Scommegna, Giorgia Senesi e Massimiliano Speziani, introdotti da prefazioni di studiosi manzoniani, a restituirci le parole di Alessandro Manzoni.
Il progetto, a cura di Paola Italia e Giulia Raboni, offrirà anche l’occasione per un confronto sui temi caldi della contemporaneità. Ognuna delle quattro parti sarà, infatti, introdotta da un video, nel quale personalità del mondo della cultura e della ricerca, fra i quali Salvatore Nigro, Andrea Colli, Alberto Mantovani, approfondiranno alcuni dei temi centrali dell’opera – giustizia, migrazioni, economia e pandemia – che hanno un legame particolare con il mondo odierno. I video verranno registrati in cornici evocative dell’universo manzoniano: la Biblioteca Braidense, le Gallerie d’Italia, la Biblioteca Ambrosiana, Casa Manzoni e il Castello Sforzesco.
Informazioni su www.piccoloteatro.org.

8. AL MUSEO DIOCESANO CARLO MARIA MARTINI DI MILANO ARRIVA LA MEMBERSHIP CARD
Si chiama «My Mudimi Card» ed è la novità del Museo diocesano Carlo Maria Martini di Milano per questi primi giorni di apertura, dopo il periodo di chiusura forzata per limitare la diffusione della pandemia. Si tratta di una membership card annuale (euro 45,00), in vendita dal 29 aprile, che consentirà ai possessori l’ingresso gratuito e illimitato alle collezioni e alle mostre organizzate dal museo, ma anche di partecipare a numerose proposte e ad attività pensate proprio per loro: visite esclusive e incontri dedicati con il direttore, i conservatori e i curatori delle esposizioni temporee (appuntamenti che si potranno tenere on-line o, quando sarà possibile, in presenza).
Tra i benefit che «My Mudimi Card» offre vi è anche l’ingresso ridotto per un accompagnatore (solo in orario diurno), una newsletter dedicata con le novità in anteprima, lo sconto del 10% ai campus estivi per bambini e al bookshop su tutte le pubblicazioni.
Per tutti coloro che acquisteranno la Membership card entro giovedì 27 maggio è previsto, inoltre, un regalo speciale: la partecipazione gratuita all’incontro on-line «Il volto di Maria», nel quale si analizzerà l’iconografia della Vergine attraverso le opere presenti nelle collezioni del Museo diocesano, in programma domenica 30 maggio.
«My Mudimi Card»– afferma la direttrice Nadia Righi - «nasce come risposta a una richiesta espressa in più occasioni durante questo lungo anno in cui il pubblico ha seguito con grande fedeltà e affetto i nostri appuntamenti on-line e in presenza. In molti hanno manifestato, infatti, il desiderio di una card dedicata a chi vuole sentirsi legato al museo e partecipare più attivamente alla vita dello stesso, in dialogo con il nostro staff».
Il Museo diocesano è tornato ad accogliere i visitatori da martedì 27 aprile, con i seguenti orari: dal martedì alla domenica, dalle 10.00 alle 18.00 (la biglietteria chiuderà alle 17.30); per poter accedere nei giorni di sabato e domenica è obbligatoria la prenotazione a www.midaticket.it/eventi/museo-diocesano-di-milano.

9. AL VIA SU ZOOM IL CORSO «MITI, MUSE E MODELLE» DELLA COLLEZIONE GUGGENHEIM DI VENEZIA
La Peggy Guggenheim di Venezia si prepara alla mostra «Surrealismo e magia. La modernità incantata», a cura di Gražina Subelytė, in programma la prossima primavera (dal 9 aprile al 26 settembre 2022). 
Dal 10 maggio, alle ore 19:00, prende il via «Miti, muse e modelle», un ciclo di tre lezioni on-line ideato da Ellen McBreen, professore associato del Dipartimento di arte visuale e storia dell'arte del Wheaton College di Norton, negli Stati Uniti, e co-curatrice della mostra «Migrating Objects. Arte dall’Africa, dall'Oceania e dalle Americhe» nella collezione Peggy Guggenheim.
Durante i tre incontri in lingua inglese, che si terranno su Zoom, verranno trattati alcuni aspetti legati alla mitologia, tra le tematiche centrali del movimento surrealista. Il primo appuntamento è aperto a tutti; mentre i due successivi, in programma lunedì 17 e lunedì 24 maggio, sono dedicati ai soci del museo (fino al 31 maggio è possibile aderire usufruendo di uno sconto del 20%).
Il corso rappresenta, dunque, una prima tappa di avvicinamento all’attesa esposizione che analizzerà a fondo il rapporto tra l'avanguardia surrealista e la magia, la mitologia e l’occulto. Le tre lezioni della professoressa McBreen prenderanno in esame archetipi collegati al movimento surrealista, diffusisi tra il 1930 e il 1960 circa: la femme fatale, la femme-fleur e la fertile matriarca-guerriera. Per molti artisti della collezione di Peggy Guggenheim, da Max Ernst ad Alberto Giacometti, da Leonor Fini ad André Masson, questi ideali, a livello collettivo, adempiono il ruolo di muse o modelle. Nel corso dei tre appuntamenti i partecipanti potranno, inoltre, approfondire più da vicino le storie dei maestri avanguardisti e delle donne che hanno ispirato la loro opera.
Per maggiori informazioni: https://www.guggenheim-venice.it/it/.

sabato 8 maggio 2021

#Notizieinpillole n. 1: cronache d'arte della settimana dal 3 al 9 maggio 2021

Dopo mesi di restrizioni e chiusure su tutto il territorio nazionale, lunedì 26 aprile hanno iniziato a riaprire, in zona gialla, i luoghi della cultura e dello spettacolo. Al ricco elenco di realtà che, la scorsa settimana, sono tornate ad accogliere i visitatori nei propri spazi, se ne sono aggiunte negli ultimi giorni molte altre. Questa settimana «Fogli d'arte» ha raccontato, sulla sua pagina Facebook  (@foglidarte), la ripresa delle attività della Pinacoteca di Brera, degli Uffizi di Firenze, del Castello di Rivoli, del Bagatti Valsecchi a Milano, del Museo del saxofono a Maccarese, del Museo del vino e dell'olio a Torgiano, del Centro Pecci di Prato. Il primo articolo sulle «Notizie in pillole» della settimana dal 3 al 9 maggio è dedicato alle attività programmate da questi musei per le prossime settimane. 
Il 6 maggio si è celebrato in tutto il mondo il World Kids Colouring Day, la Giornata mondiale del colore. Ne abbiamo parlato attraverso la nuova proposta dell'Adei - Associazione degli editori indipendenti che dedica proprio al colore tutti gli appuntamenti di maggio del progetto «Lettura Day». Infine, questo fine settimana, in Emilia, l'arte fa festa con due progetti di museo diffuso e un ricco calendario di mostre e di eventi: «Art City Bologna» e «Parma 360 - Festival della creatività», due beneauguranti scintille di ripartenza della socialità e della fruizione in presenza dell'arte nel pieno rispetto delle normative anti-Covid. 
Vi diamo appuntamento a domani, domenica 9 maggio, con il racconto degli eventi organizzati a Milano e Firenze per il bicentenario della morte di Napoleone.   
Buona lettura! 

1. A MILANO RIAPRE LA PINACOTECA DI BRERA 
Con il ritorno della Lombardia in fascia gialla, martedì 4 maggio la Pinacoteca di Brera è tornata ad accogliere i visitatori.
Dall'inizio della pandemia, nel rispetto delle disposizioni ministeriali, il museo milanese è stato costretto a chiudere in tre occasioni, nei mesi di marzo e novembre del 2020 e a febbraio del 2021. Se l’emergenza sanitaria non può dirsi ancora superata, l'istituzione diretta da James M. Bradburne riprende con coraggio la propria opera di rinnovamento della fruizione museale, che nell'ultimo anno ha portato alla nascita di Brera Plus+, con i suoi contenuti esclusivi e originali da sperimentare on-line.
L’ingresso al museo torna a essere a pagamento, dopo che da giugno scorso a oggi, come segno di riconoscenza e solidarietà verso la città, la Pinacoteca si era offerta al pubblico gratuitamente. Quello che si acquisterà su brerabooking.org non sarà, però, un anonimo biglietto, ma la tessera nominale «BreraCard», che darà diritto a visitare le sale del museo fisico e ad accedere per un anno alle stanze del museo virtuale Brera Plus+. Inoltre, sarà possibile acquistare, a costo zero, la temporary card degli «Amici di Brera» e ritornare al museo gratuitamente un numero illimitato di volte per tre mesi (sempre con prenotazione).
In questo modo, «la Pinacoteca – si legge nella nota stampa - non si rivolge più a semplici visitatori, spesso collegati a un modello di visita «mordi e fuggi», ma accoglie dei «soci» che con Brera condividono visioni, progetti, ricordi».
Questa nuova modalità di fruizione prevede novità anche negli spazi fisici: poiché l’ingresso non si acquisterà più nel museo, ma su brerabooking.org, il bancone di biglietteria lascerà il posto a un help desk incaricato di rispondere alle esigenze del pubblico.
Martedì 4 maggio hanno riaperto anche la mostra sulle «Fantasie» di Mario Mafai, il Cafè Fernanda e Bottega Brera, il bookshop della Pinacoteca – chiuso da più di un anno – che nei prossimi mesi sarà completamente rinnovato. La Pinacoteca sarà aperta secondo il seguente orario (valido fino al 16 maggio): martedì, 9:30-14:30 (ultimo ingresso ore 13:30); mercoledì, ore 12:30-17:30 (ultimo ingresso ore 16:30); giovedì, ore 12:30-17:30 (ultimo ingresso ore 16:30); venerdì, ore 9:30-17:30 (ultimo ingresso ore 16;30); sabato, ore 9:30-17:30 (ultimo ingresso ore 16:30), domenica, ore 12:30-17:30 (ultimo ingresso ore 16:30). 

2. GLI UFFIZI RIAPRONO CON UN NUOVO PERCORSO DEDICATO AL CINQUECENTO E CENTOVENTINOVE OPERE INEDITE
Andrea del Sarto
, Parmigianino, Pontormo, Sebastiano del Piombo, ma anche le recenti acquisizioni di Daniele da Volterra, Rosso Fiorentino e Bartolomeo Passerotti: gli Uffizi di Firenze sono ripartiti martedì 4 maggio con un nuovo allestimento dedicato al Cinquecento toscano, romano ed emiliano. Ma hanno anche offerto uno speciale assaggio del museo che verrà, con una sala che è sintesi e anticipazione degli spazi di futura inaugurazione, all'interno dei quali si troveranno gli autoritratti degli artisti collezionati nel corso dei secoli, con lavori, tra gli altri, di Bernini, Cigoli, Chagall, Guttuso.
Centoventinove opere distribuite in quattordici ambienti al primo piano sono, dunque, la novità che l'istituzione diretta da Eike Schmidt propone ai suoi visitatori, dopo più di due mesi di chiusura a causa delle restrizioni anti-Covid. La «Madonna delle Arpie» di Andrea del Sarto, la «Madonna dal collo lungo» del Parmigianino, la «Pala dello Spedalingo» di Rosso Fiorentino, la «Cena in Emmaus» del Pontormo, ma anche la «Sacra Famiglia con Santa Barbara» di Daniele da Volterra e l’«Enigma di Omero» di Bartolomeo Passerotti, un'opera che si credeva persa da secoli, sono i capolavori che punteggiano il nuovo percorso espositivo, allestito in spazi che un tempo erano utilizzati per le mostre temporanee o erano chiusi al pubblico.
Martedì 4 maggio gli Uffizi hanno presentato una novità anche all'ingresso, tesa a rendere più snelle e fluide le code. Al pianoterra sono stati restaurati altri ventidue ambienti, che portano a più di duemila metri quadrati le superfici appena ritrovate del museo. In queste sale si troveranno una nuova biglietteria e ampi spazi di accoglienza nella parte del complesso vasariano più vicina all’Arno.
Con l’apertura di queste sale, il pubblico sperimenterà per la prima volta anche il nuovo percorso del museo fiorentino: i visitatori, scendendo dal secondo piano attraverso la scala Buontalenti o l’ascensore situati tra la sala di Leonardo e quella di Michelangelo e Raffaello a metà del Corridoio di Ponente (non si passerà, dunque, come fino a oggi dallo scalone dei Lanzi, accessibile dal fondo dello stesso corridoio), arriveranno nei nuovi spazi e da qui proseguiranno la visita verso gli ambienti del Cinquecento veneziano, aperti nel 2019.
Gli Uffizi saranno aperti dal martedì alla domenica, dalle ore 8.15 alle 18.50. 
Per informazioni: www.uffizi.it.

3. IL «NARCISO» DI CARAVAGGIO TIENE A BATTESIMO LA RIAPERTURA DEL CASTELLO DI RIVOLI 
Il Castello di Rivoli festeggia la riapertura al pubblico con un’opera di Caravaggio: il «Narciso» (1597-1599), proveniente dalle Gallerie nazionali di arte antica di Palazzo Barberini in Roma. L’opera fa parte della mostra «Espressioni. La proposizione», a cura di Carolyn Christov-Bakargiev, un percorso attraverso una cinquantina di lavori di epoche diverse, tutti accomunati da un marcato interesse nei confronti di forme di arte particolarmente espressive, o addirittura espressioniste, che spaziano dall’individualismo esasperato a manifestazioni di malinconia romantica sino a interpretazioni deformate del corpo e del quotidiano.
Alla riapertura, programmata per la giornata di giovedì 6 maggio, hanno preso parte Flaminia Gennari, direttrice di Palazzo Barberini e Anne Imhof (Gießen, Germania, 1978), Leone d’Oro alla Biennale di Venezia nel 2017, attualmente protagonista della mostra «Sex», allestita nella Manica Lunga del Castello di Rivoli, che allinea installazioni, dipinti, sculture e una selezione di disegni mai esposti, nei quali centrali è la riflessione sul guardare e sull’essere guardati, sull’esibirsi e sull’essere esibiti. Proprio a partire dall’opera «Narciso» di Caravaggio, l’artista tedesca ha invitato il pubblico, proprio a partire dall’opera «Narciso» di Caravaggio, a una riflessione sulla questione dell’identità e sull’immagine di un sé oggi sempre più connotato da un desiderio esibizionistico della propria immagine attraverso la tecnologia digitale.
I visitatori potranno vedere, in questi primi giorni di apertura, anche la mostra documentaria «Dallo studio di William Kentridge» e la rassegna «Le Chef-d’oeuvre inconnu» di Giulio Paolini, maestro dell'Arte povera, protagonista di un inedito allestimento comprendente numerose opere nuove, di grande vitalità, che ruotano attorno ai temi del disegno geometrico, della vertigine e del concetto di fine senza fine.
Il Castello di Rivoli è, inoltre, sede per la somministrazione dei vaccini anti-Covid (il giovedì, il venerdì e il sabato, dalle ore 10 alle ore 16, previa prenotazione sul sito regionale www.ilpiemontetivaccina.it). Per l’occasione sono state messe a disposizione le sale della mostra «Come crescere e avere sempre la stessa forma» di Claudia Comte (Grancy, 1983), con interventi murali monumentali appositamente pensati il castello che si sviluppano secondo moduli geometrici ripetuti nello spazio. In occasione delle vaccinazioni, l’artista ha voluto creare anche una nuova opera sonora, «The Pattern That Connects», per allietare l’attesa.
Il Castello di Rivoli sarà aperto al pubblico con i seguenti orari: il giovedì, dalle ore 12 alle ore 19, il venerdì, il sabato e la domenica, dalle ore 11 alle ore 20. Come da disposizioni governative, per poter visitare il museo durante il weekend è necessario effettuare la prenotazione almeno 24 ore prima. I biglietti possono essere acquistati on-line, sul sito https://www.castellodirivoli.org/tickets/.
 
[Nella foto: Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, «Narciso», 1597-1599. Olio su tela, 112 x 92 cm. Roma, Gallerie nazionali d'arte antica di Palazzo Barberini]

4.A MILANO RIAPRE IL MUSEO BAGATTI VALSECCHI 
Il Museo Bagatti Valsecchi di Milano riapre con una novità. Da giovedì 6 maggio i visitatori possono ammirare uno degli importanti interventi di conservazione portati a termine durante i giorni della chiusura per la pandemia: il restauro della decorazione pittorica della biblioteca, compiuto dallo Studio Carlotta Beccaria & Co grazie al Fondo Monti di Italia Nostra.
Lo scenografico soffitto, realizzato nel 1887, si ispira alla sala capitolare di Santa Maria della Passione, affrescata con un monumentale ciclo pittorico di Ambrogio Bergognone. L’intera decorazione fu opera di Luigi Cavenaghi, apprezzato artista oltre che abile restauratore, specializzato anche nell’imitare l’arte del passato.
Pensata come luogo di raccoglimento, la biblioteca è completamente rivestita con armadi decorati con gli stemmi di famiglia e con una serie di frasi latine, tratte da autori antichi quali Ovidio, Orazio e Tibullo, che invitano allo studio e a uno stile di vita morigerato.
Tutti gli oggetti sono stati lasciati esattamente nella loro collocazione originaria, a cominciare dalla preziosa coppia di globi del 1579 - uno terrestre e l’altro celeste - che campeggia in mezzo alla sala e fa da cornice al lungo tavolo centrale che ospita antichi manufatti in avorio, cofanetti e strumenti scientifici.
Sopra gli armadi sono allestiste alcune maioliche e all’interno sono conservate le numerose riviste d’arte e di architettura che i due fratelli consultarono alla fine dell’Ottocento alla ricerca di motivi decorativi da riproporre nella loro dimora.
Infine, su un grande leggio si trova ancora oggi aperto il volume di Pietro Toesca, commissionato da Giuseppe Bagatti Valsecchi ed edito nel 1918, che illustra tutte le collezioni e gli ambienti della casa.
Per festeggiare la riapertura, dal 6 al 9 maggio i visitatori riceveranno gratuitamente la tessera «Amici del Museo Bagatti Valsecchi» che dà diritto a ingressi illimitati e gratuiti per tutto l’anno, oltre a un’ampia serie di vantaggi, riduzioni e convenzioni, nonché la possibilità di partecipare a tutti gli eventi e le visite culturali organizzate per i soci e a loro riservate.
Il museo sarà temporaneamente aperto dal giovedì alla domenica, con i seguenti orari: giovedì e venerdì, dalle ore 13:00 alle ore 17:45, sabato e domenica, dalle ore 10:00 alle ore 17:45. Come da disposizione governative, è obbligatorio acquistare il biglietto on-line, sul sito www.museobagattivalsecchi.org, per le visite del sabato e della domenica.

5. UN CONCERTO JAZZ E UNA GUIDA PER LA RIAPERTURA DEL MUSEO DEL SAXOFONO 
È lo strumento principe del jazz come documentano le esemplari interpretazioni di Ben WebsterOrnette ColemanCharlie ParkerJohn ColtraneSonny RollinsColeman Hawkins e Dexter Gordon. Stiamo parlando del sax, il «tubo dal fascino imprescindibile» che nel Lazio, a Maccarese, ha un suo museo, grazie alla passione, alla conoscenza e alla generosità del musicista e docente Attilio Berni, che ha messo a disposizione della collettività la sua ricca raccolta, composta in oltre trent’anni.
Circa seicento pezzi (alcuni molto rari), oltre ottocento fotografie d’epoca, vinili, LP, spartiti, libri, documenti originali e, persino, cinquecento giocattoli a forma di sax compongono il patrimonio del museo alle porte di Fiumicino, un unicum nel panorama internazionale.
Dal piccolissimo soprillo di trentadue centimetri al gigantesco sax sub-contrabbasso di quasi tre metri, costruito dall’artigiano brasiliano Gilberto Lopes ed esposto nel 2014 al Louvre di Parigi in una mostra su Adolphe Sax, il percorso espositivo permette di vedere tante curiosità uscite dalle fabbriche Conn, Selmer, King, Buescher, Martin, Buffet, Rampone e Borgani. Si spazia dal Grafton Plastic (nella fotografia) al mitico Conn O-Sax, dal Selmer CMelody di Rudy Wiedoeft al Jazzophone, dai sax a coulisse ai saxorusofoni Bottali, dal Tenore Selmer appartenuto a Sonny Rollins all’Ophicleide, senza dimenticare il mastodontico sub-contrabasso J'Elle Stainer.
Dopo la chiusura imposta dalla situazione pandemica, il Museo del Saxofono riapre al pubblico nella giornata di sabato 8 maggio con un concerto del Jazz Classics Quartet, formato da Attilio Berni (saxofoni), Alessandro Crispolti (pianoforte), Christian Antinozzi (contrabbasso) e Alfredo Romeo (batteria). L’appuntamento musicale, gratuito e con prenotazione obbligatoria, prevede un’esecuzione alle ore 17:30 ed una replica alle ore 19:00; è possibile la partecipazione di un massimo di cinquanta persone a turno.
Nell'ambito della riapertura, è in programma anche la presentazione della nuova «Guida del museo», edita da Altrove con il contributo della Maccarese Spa e Highlights. Il libro, un booklet a colori in lingua italiana e inglese, contiene storie, schede di presentazione e immagini di grande qualità e rappresenta un eccellente compagno di visita al museo.
Da fine giugno riprenderanno anche le attività di masterclass, la seconda edizione della rassegna di concerti «Fai bei suoni» e l’esposizione di nuove importanti acquisizioni, tra le quali il sax alto Selmer Artist appartenuto a Ralph James, il «saxofono da cavalleria» Mauhe, il tarogato in metallo con meccanica invertita ed il sax contrabbasso J’Elle Stainer dedicato a Charlie Parker.
Durante il periodo primaverile ed estivo, il museo sarà aperto dal martedì al venerdì, dalle ore 16:00 alle ore 19:00, e il sabato e la domenica anche in orario antimeridiano, ovvero dalle ore 10:00 alle ore 13:00.
Per visitare il museo è preferibile prenotare la visita sul sito Liveticket.it, o contattando i numeri 06.61697862 o 347.5374953 o scrivendo a info@museodelsaxofono.com.

6. UMBRIA, A TORGIANO RIAPRONO I MUSEI DEL VINO E DELL’OLIO 
Enologia e cultura si incontrano in Umbria, «il cuore verde d'Italia». A Torgiano, magnifico borgo medievale a otto chilometri da Perugia, sorge dagli anni Settanta, per iniziativa di Maria Grazia Marchetti e Giorgio Lungarotti, un museo che è finito anche sulle pagine del «New York Times» per la sua particolarità e per la qualità delle sue collezioni artistiche. Si tratta del Muvit - Museo del vino, che ha sede all’interno degli ambienti seicenteschi del monumentale Palazzo Graziani-Baglioni, dimora estiva gentilizia del XVII secolo.
In questo spazio, che riapre al pubblico nella giornata di giovedì 6 maggio, sono conservati oltre tremila manufatti distribuiti lungo venti sale. Si tratta di reperti archeologici, attrezzi e corredi tecnici per la viticoltura e la vinificazione, contenitori vinari in ceramica di varie epoche (dal Medioevo a oggi), incisioni e disegni dal XV al XX secolo, testi di viticoltura ed enologia, manufatti d’arte orafa, tessuti e altre testimonianze che documentano l’importanza del vino nell’immaginario collettivo dei popoli che hanno abitato, nel corso dei millenni, il bacino del Mediterraneo e l’Europa continentale. MantegnaGuttusoPicasso, ma anche Josef HoffmannCocteauJoe TilsonFornasettiDorazioVenini sono alcuni degli artisti in mostra, che si sono cimentati con una propria interpretazione del «nettare di Bacco».
Giovedì 6 maggio riapre a Torgiano anche il Moo – Museo dell’olivo e dell’olio, altra realtà gestita dalla Fondazione Lungarotti, che è stata inaugurata nel 2000 e che ha sede all’interno di un antico molino e in un nucleo di abitazioni medievali all’interno delle mura castellane. Il percorso espositivo, articolato in undici sale, illustra le caratteristiche botaniche dell’olivo, le cultivar più diffuse in Umbria, le tecniche tradizionali e d’avanguardia di messa a coltura e di estrazione dell’olio, la storia e l’evoluzione delle macchine olearie, ma anche gli usi e le valenze simboliche, propiziatorie e curative attribuite all’oro verde nel corso dei secoli. Di particolare interesse, sono la sezione archeologica, con il richiamo alle origini mitologiche della pianta, e quella sugli usi dell’olio, con una ricca collezione di lucerne dall’età classica alla neo-classica.
Il Muvit, il cui costo del biglietto è di 5 euro (incluso un calice di vino all'osteria del museo), sarà aperto da giovedì a domenica, dalle ore 10:00 alle ore 13:00 e dalle ore 15:00 alle ore 18:00; mentre nei fine settimana sarà visitabile solo su prenotazione da effettuare almeno ventiquattro ore prima (come prevede la normativa vigente). Il Moo sarà, invece, visitabile solo su prenotazione negli stessi giorni di apertura del Muvit.
Per maggiori informazioni: www.lungarotti.it

[Nelle foto: 1. Pittore di Phrynos, Kylix a figure nere, Vulci, metà del secolo VI a.C.. @ Muvit - Museo del vino, Fondazione Lungarotti, Torgiano (Perugia); 2. Pablo Picasso, «Bacchanal», 1959. @ Muvit - Museo del vino, Fondazione Lungarotti, Torgiano (Perugia). [Crediti immagine: Muvit - Museo del vino, Fondazione Lungarotti, Torgiano]

7. MARIALBA RUSSO E CHIARA FUMAI PER LA RIPARTENZA DEL CENTRO PECCI DI PRATO 
Saranno due donne, la fotografia Marialba Russo e l'artista Chiara Fumai, a tenere a battesimo la ripartenza del Centro per l'arte contemporanea «Luigi Pecci» di Prato, che da sabato 8 maggio ritorna ad accogliere il pubblico. 
La mostra su Marialba Russo presenta la serie fotografica «Cult Fiction» (nella foto uno scatto),  che riprende in modo sistematico i manifesti dei film a luci rosse apparsi nelle strade di Napoli e Aversa tra il 1978 e il 1981, rappresentativi sia della spinta verso la liberazione sessuale di quegli anni sia di una raffigurazione ancora fortemente oggettificata del corpo della donna. In un allestimento che riproduce la materia effimera e l’impatto forte della pubblicità stradale, verranno presentati oltre cento scatti, scelti tra i più significativi della serie. 
La rassegna su Chiara Fumai (Roma, 1978 – Bari, 2017) si intitola «Poems I Will Never Release» ed è curata da Milovan Farronato e Francesco Urbano Ragazzi, con la collaborazione di Cristiana Perrella. Lungo il percorso espositivo è presentato un corpus molto completo di opere, che traducono in forma materiale le performance dell'artista, pur rispettando l’intento programmatico dell’artista di non documentarle. Tra questi lavori ci sono «I Did Not Say or Mean Warning» (Premio Furla nel 2013) racconto poetico sulla collezione della Fondazione Querini Stampalia di Venezia, la video-installazione «The Book of Evil Spirits» (2015), che documenta le sedute spiritiche della medium Eusapia Palladino, e l’installazione ambientale «The Moral Exhibition House» (2012), presentata per la prima volta a Documenta 13 Kassel, in cui la casa è uno spazio per l'insurrezione femminista sotto forma di un freak show domestico.
In contemporanea sarà possibile vedere anche la rassegna video «After Us», una diagnosi poetica ma acuta del presente, curata dall'artista Julian Rosefeldt e prodotta da Fondazione «In Between Art Film»
Il museo sarà visitabile dal mercoledì al venerdì, dalle ore 12:00 alle ore 20:00 (con ingresso senza prenotazione), e il sabato e la domenica, dalle ore 11.00 alle ore 20.00 (con prenotazione obbligatoria).Per la prima settimana il biglietto sarà a prezzo ridotto (7,00 euro). 
Per maggiori informazioni si può consultare il sito www.centropecci.it

8. #LETTURADAY, UN MESE DI MAGGIO ALL’INSEGNA DEL COLORE 
Dal giallo al rosso. Dal blu al nero. Senza dimenticare l’indaco, l'arancione, il verde, l’azzurro, il rosa e una miriade di sfumature di altri colori. Ogni anno, il 6 maggio, si celebra il World Kids Colouring Day, la Giornata mondiale del colore. In questa data, ormai dal 2008, tutti i bambini e gli adolescenti del pianeta sono chiamati a prendere in mano matite, pennarelli, tempere e pastelli per dare libero sfogo alla loro fantasia e con le loro opere rendere il pianeta un posto più vivace e magari anche migliore. In occasione della ricorrenza, l'Adei - Associazione degli editori indipendenti dedica al mondo dei colori i prossimi appuntamenti di «Lettura Day», l'iniziativa che invita i lettori di ogni età a leggere per gli altri nella giornata del giovedì.
«D’altronde - spiegano gli organizzatori - è proprio il colore che in letteratura definisce il genere (romanzo rosa, giallo, nero) ed è sempre il colore che trova spesso una corrispondenza con la parola scritta e lo stato d’animo». Sul tema ci si può sbizzarrire per tutto il mese il maggio.
I centri dinamici di questa iniziativa, in programma fino al 23 settembre, saranno le librerie, le biblioteche, le scuole e i teatri, ma nei prossimi mesi letture a voce alta si terranno dappertutto: nei giardini pubblici, alle fermate dei tram e degli autobus, nei mercati, nelle stazioni, sui sagrati di chiese, moschee e sinagoghe, nelle carceri, negli ospedali, nei casolari di campagna, nei cortili dei condomini, nei negozi e persino nelle case private.
Ogni mese verrà definito un tema, non vincolante, e chiunque potrà partecipare in qualsiasi luogo si trovi, scegliendo il proprio libro del cuore o affidandosi al caso e afferrando quello più vicino o, ancora, cercando nuove ispirazioni di lettura ispirate all’argomento del mese.
L'Adei - Associazione degli editori indipendenti invita chiunque a condividere la propria esperienza di lettura postandola sui social con l’hashtag #letturaday o segnalandola sul sito www.letturaday.it.