ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

martedì 8 giugno 2021

Venezia, Palazzo Cini riapre al pubblico con il dipinto «San Giorgio e il drago» di Paolo Uccello

Sono finalmente visitabili a Venezia tutti gli spazi del Dorsoduro Museum Mile, l’area tra il Canal Grande e il canale della Giudecca, che vanta quattro musei, le cui collezioni consentono un viaggio lungo otto secoli nella storia dell’arte mondiale, dalla pittura medioevale e rinascimentale al contemporaneo. Ha, infatti, riaperto da pochi giorni le porte, per rimanere visitabile fino al prossimo 31 ottobre, Palazzo Cini a San Vio, raffinata casa-museo sorta nel 1984, che, con le sue opere di Beato Angelico, Filippo Lippi, Sandro Botticelli, Piero di Cosimo e Pontormo, va ad arricchire l’offerta culturale della città, o meglio della zona intorno alla Basilica di Santa Maria della Salute, dove si trovano anche le Gallerie dell’Accademia, Punta Dogana e la Collezione Peggy Guggenheim.
Per il settantennale della Fondazione Giorgio Cini (1951-2021), è arrivata a Venezia, nell’ambito dell’iniziativa «L’ospite a palazzo», una delle opere più singolari di Paolo Uccello (Pratovecchio, 15 giugno 1397 – Firenze, 10 dicembre 1475): la tavola con «San Giorgio e il drago», generosamente concessa dal Musée Jacquemart-André di Parigi, in occasione del prestito da parte della Collezione Cini del «Giudizio di Paride» per la mostra «Botticelli. Un laboratoire de la Renaissance» (11 settembre 2020 – 25 gennaio 2021).
L’opera, che ritrae il cavaliere San Giorgio mentre dall'alto del suo cavallo sta trafiggendo il drago, arricchisce di un importante tassello il nucleo del Quattrocento fiorentino della collezione permanente conservata all’interno del palazzo di campo San Vio, generando inedite risonanze, ed evoca simbolicamente il miles christianus che caratterizza il logo della stessa fondazione veneziana, sorta sull’isola di San Giorgio Maggiore nel 1951, per volere di Vittorio Cini in memoria del figlio Giorgio.
La tavola fu acquistata da Nélie Jacquemart alla vendita londinese Stevens del 1899, già nella collezione dell’antiquario fiorentino Stefano Bardini; il recente restauro ha fugato ogni dubbio in merito al ricco dibattito sull’autografia, mettendo in luce la brillante cromia della tempera, il raffinato dosaggio timbrico negli accostamenti delle tinte, le preziose stesure in lacca, i minuti dettagli in punta di pennello, con i profili picchiettati dalla biacca, riscontrabili nelle sue prove sicure. Più controversa la datazione, oggi perlopiù attestata tra anni Trenta e Quaranta, in anticipo di un ventennio circa rispetto all’altra celebre versione del «San Giorgio e il drago» (1455-1469), conservata alla National Gallery di Londra, di più virtuosistico concepimento ed evoluta spazialità. A ribadirne la precocità cronologica sono proprio quegli elementi compositivi e stilistici che rimandano alla matrice tardogotica della formazione dell’artista e ne marcano l’adesione alle atmosfere di Gentile da Fabriano e Ghiberti.
Come per il Botticelli della Cini, anche per il dipinto di Paolo Uccello si è ipotizzata una destinazione profana e una funzione iconica legata alla spalliera di un letto o ad una boiserie per una camera da letto; il tema del resto, popolare nella Firenze del Quattrocento grazie ai ludi, ai tornei, agli spettacoli dedicatigli per le celebrazioni della festa liturgica, era di sovente impiegato nei fronti dei cassoni nuziali, evocando da un lato la dimensione cortese del cavaliere che salva la fanciulla indifesa e assumendo, dall’altro, valore apotropaico nella figura del milite cristiano che trionfa sul demonio. 
Per l’arrivo di «San Giorgio e il drago» di Paolo Uccello, la Sala del Rinascimento della galleria è stata riallestita e il pubblico può ammirare nel nuovo layout i due capolavori di Piero di Cosimo: la «Madonna con il Bambino e angeli musicanti» e la tavola della «Sacra Famiglia con San Giovannino». In particolare quest’ultima opera dell’artista fiorentino è stata restaurata nel 2019 grazie al finanziamento di Save Venice Inc ed è ora apprezzabile in tutto il suo splendore.
Rinnovata con nuove opere, di cui undici stampe di Giambattista Piranesi (Venezia 1720 – Roma 1778) e altrettante fotografie di Gabriele Basilico, al secondo piano del palazzo ha aperto al pubblico anche la mostra «Piranesi Roma Basilico», a cura di Luca Massimo Barbero, che riprende la figura di Piranesi vedutista proposta dalla mostra «Le arti di Piranesi», ideata dalla Fondazione Cini nel 2010, con una lettura originale delle sue vedute di Roma, messe a confronto con il lavoro del grande fotografo. Un primo capitolo dell’esposizione era già stato inaugurato nel 2020, ma, a causa delle restrizioni dovute alla pandemia, la mostra aveva dovuto chiudere anticipatamente.
Il corpus Piranesi della Fondazione Giorgio Cini, acquisito nel 1961, costituisce uno dei fondi di grafica più rilevanti conservati da un’istituzione privata. La sua conservazione è stata garantita dalla lungimirante e generosa decisione di Vittorio Cini, che negli anni settanta del secolo scorso lo acquistò e lo destinò integralmente all’Istituto di Storia dell’arte della fondazione, dove ancora oggi è oggetto di studio.
Con questa esposizione, archi, piazze, obelischi diventano la sintassi di un discorso a due voci che racconta la magnificenza della Roma antica e moderna, mettendo in dialogo il passato con la contemporaneità.

Didascalie delle immagini
1. Palazzo Cini a San Vio, Venezia.  Vista dell'installazione. Mostra Roma, Piranesi, Basilico. Foto: Massimo Pistore; 2.  Palazzo Cini a San Vio, Venezia.  Vista dell'installazione. Sala del Rinascimento. Foto: Massimo Pistore; 3. Palazzo Cini a San Vio, Venezia.  Vista dell'installazione. Mostra San Giorgio e il drago. Foto: Massimo Pistore; 4. Paolo Uccello, San Giorgio e il drago. Musée Jacquemart-André di Parigi; 5. Palazzo Cini a San Vio, Venezia.  Vista dell'installazione. San Giorgio e il drago di Paolo Uccello con Luca Massimo Barbero. Foto: Massimo Pistore

Informazioni utili 
Palazzo Cini, Campo San Vio, Dorsoduro 864 – Venezia. Orari: venerdì, sabato e domenica, ore 12.00 – 20.00 (ultimo ingresso ore 19.15). Ingresso: intero 10,00€, ridotto € 8,00 (gruppi superiori a 8 persone/ragazzi 15–25 anni/over 65/Soci Touring Club Italiano/Soci Coop/Soci ALI), ridotto Voucher Guggenheim: 7,00€ (per possessori di voucher Peggy Guggenheim Collection/Assicurazioni Generali), ridotto: 5,00€ (Residenti Comune di Venezia/Soci Guggenheim/studenti e docenti universitari U.E. delle facoltà di architettura, conservazione dei beni culturali, scienze della formazione, iscritti ai corsi di laurea in lettere o materie letterarie con indirizzo archeologico, storico artistico delle facoltà di lettere e filosofia, iscritti alle Accademie delle Belle Arti), gratuito minori di 15 anni (i minori devono essere accompagnati)/ membri Icom (International Council of Museums)/diversamente abili accompagnati da un familiare o da un assistente socio-sanitario/giornalisti accreditati con tesserino/dipendenti Assicurazioni Generali/guide turistiche accreditate. Guida breve: € 4,00. Informazioni: palazzocini@cini.it. Web: www.palazzocini.it, www.cini.it. Facebook: @Palazzo Cini. Instagram: @palazzo_cini. Twitter: @palazzo_cini. Apertura stagionale dal 28 maggio al 31 ottobre 2021

lunedì 7 giugno 2021

Spazi rinnovati e due ricche rassegne estive per la ripartenza del teatro Menotti di Milano

È pronto a ripartire anche il teatro Menotti di Milano, che ha sfruttato i lunghi mesi del lockdown per ristrutturare i suoi spazi con il riammodernamento del foyer, un suggestivo progetto illuminotecnico per l’area di accoglienza del pubblico, il rifacimento del palcoscenico, dei servizi e degli arredi, nonché la creazione di un secondo spazio polifunzionale al piano superiore.
Le caratteristiche e le funzionalità del «nuovo» teatro, che oggi è dedicato a Filippo Perego, verranno presentate lunedì 7 giugno, alle ore 19:00, con un evento di inaugurazione; mentre il giorno successivo, martedì 8, il sipario si riaprirà per la prima volta con la rassegna «Fragili come la terra», quattro appuntamenti tra parola e musica dedicati al pianeta blu e ai suoi abitanti, che vedranno anche la presenza di monsignor Mario Delpini, arcivescovo di Milano.
Il primo spettacolo, in agenda fino a domenica 13 giugno, è con «Possiamo salvare il mondo prima di cena», riduzione scenica a firma di Emilio Russo del libro «We Are the Weather» di Jonathan Safran Foer, nel quale viene raccontata, con straordinario impatto emotivo, la crisi climatica del nostro pianeta alternando, in modo originale, storie di famiglia, ricordi personali, episodi biblici, dati scientifici e suggestioni futuristiche.
Lo spettacolo vedrà salire sul palco il Collettivo Menotti, compagnia under 35 nata nei giorni tra il primo e il secondo lockdown dei teatri, che sarà protagonista anche di «Mattatoio n. 5», riduzione scenica dell’omonimo romanzo di fantascienza di Kurt Vonnegut, anche in questo caso a firma di Emilio Russo, in agenda da martedì 15 a domenica 20 giugno.
La programmazione del teatro Menotti proseguirà, quindi, con un omaggio a Ennio Flaiano: «Un marziano a Roma», spettacolo, con l’attrice Milvia Marigliano e il trombettista Raffaele Kohler, che anticipa l’idea, oggi molto attuale, di società effimera, omologata e in bilico, tra il reale e l’immaginario, alla vana ricerca di un senso al nulla virtuale che ci circonda. Il testo teatrale, in cartellone dal 22 al 24 giugno, racconta l’epopea tragicomica di Kunt, un marziano arrivato sulla terra, con l’idea di fare un viaggio in un pianeta accogliente, placido e blu. La sua storia si consuma in pochi giorni: dapprima c'è curiosità, poi indifferenza e derisione. All'extra-terrestre non resta altro che fare ritorno, in silenzio, nel suo mondo: la terra piena di intellettuali annoiati, giornalisti venditori di fumo, gente che dibatte sul nulla, con la sua superficialità e la sua vanità, non fa per lui.
A chiudere la rassegna sarà, sabato 26 giugno, lo spettacolo «Uomini con il fuoco dentro - La via del sale», a cura del coro interculturale Elikya, con due testi di monsignor Mario Delpini. Si tratta di racconti che stimolano a guardare dentro e fuori di sé, riscoprendo il gusto poetico della fiaba, alla ricerca di scintille che riaccendano l’animo di chi li ascolta.
Molto corposa e articolata sarà, poi, la Rassegna Teatro Menotti in Sormani, che prevede nel mese di luglio una sessantina di appuntamenti, a partire da quello in agenda giovedì 1° luglio, alle ore 19:30, con l’orchestra Mamu Ensemble che proporrà, nell’ambito del centenario della morte di Camille Saint-Saëns (1835-1921), l’esecuzione de «Il carnevale degli animali»; mentre a seguire, alle ore 21:30, ci sarà «Dog Days» con «Le canaglie».
Tra gli spettacoli musicali in agenda si segnalano anche «Storie di un impiegato» del Teatro del Simposio, con brani di Fabrizio De Andrè (venerdì 2 luglio, ore 19:30), «Milano negli occhi, Napoli nel cuore» con l’Orchestra a plettro Città di Milano (domenica 4 luglio, ore 19:30) e, ancora, «Sentimento popolare – Autrici» (giovedì 29 luglio, ore 19:30), un percorso che spazia dalle sonorità portoghesi di Dulce Pontes ai ritmi balcanici di Esma Redzepova, passando per le delicate melodie di Anna Identici, l’impegno della cantautrice cilena Violeta Parra, le parole di Lina Wertmuller musicate da Nino Rota, e, infine, le composizione di Edith Piaf e Rosa Balistreri.
Nella corte della Biblioteca Sormani ci sarà spazio anche per la danza con «24 volte al secondo» (martedì 6 luglio, ore 19:30), spettacolo della compagnia Sanpapié selezionato nell’ambito di «Next – Laboratorio delle idee per la produzione e la distribuzione dello spettacolo dal vivo lombardo» – Edizione 2020, che si avvale delle coreografie di Lara Guidetti e delle musiche di Nino Rota ed Ennio Morricone.
Non mancheranno omaggi a Dante Alighieri, il padre della lingua italiana, in occasione dei settecento anni dalla morte. La rassegna milanese si chiuderà, infatti, con gli spettacoli «Dante. Più nobile è il volgare», un monologo di Roberto Mercadini (30 luglio, ore 19:30), e «Mio marito Dante – Monna Gemma Donati racconta», con Marina Marazza (1° agosto, ore 19:30).
Altri spettacoli in cartellone che sottolineano il rapporto con la letteratura sono «Variazioni furiose» (sabato 17 e domenica 19 luglio, ore 19:30), un progetto di Federica Fracassi sull’«Orlando furioso» di Ludovico Ariosto, «Il commissario Collura va in vacanza» (venerdì 16 luglio, ore 19:30), con «storie note e meno note di Andrea Camilleri» raccontate da Donatella Finocchiaro, e «Le opere complete di William Shakespeare in 90 minuti» (26 e 27 luglio, ore 19:30), una sfida teatrale e un’immersione leggera e stravagante nel mondo del grande drammaturgo elisabettiano, che vedrà in scena Roberto Andrioli, Fabrizio Checcacci, Lorenzo Degl’Innocenti.
Nel cartellone grande spazio ha anche il teatro civile con spettacoli come «Italiani cincali» (14 luglio, ore 19:30), diretto e interpretato da Mario Perrotta, che parla dell’emigrazione italiana nelle miniere di carbone del Belgio, o «Le olimpiadi del 1936» di Federico Buffa (22 luglio, ore 19:30), ma anche «Italianesi» (20 luglio, ore 19:30) e «O masculu e fìammina» (21 luglio, ore 19:30), entrambi di e con Saverio La Ruina, che raccontano l’uno delle migliaia di soldati e civili italiani rimasti intrappolati in Albania alla fine della Seconda guerra mondiale, l’altro dell’omosessualità in un piccolo paese del meridione. Si parla anche di personaggi storici famosi come Angelo Fausto Coppi (8 luglio, ore 19:30), «l’eroe nato contadino» che ha scritto pagine importanti nella storia del ciclismo, Marie Curie (23 e 24 luglio, ore 19:30), la scienziata vincitrice di due premi Nobel, o il militante politico Albino Calletti, la cui storia è al centro dello spettacolo «Le rotaie della memoria» (25 luglio, ore 19:30), vincitore del Premio Anpi cultura 2008 Ovest Ticino.
C’è, poi, in cartellone un testo teatrale di forte richiamo come «Ubu Re» (30 luglio, ore 19:30), crudele e dionisiaca rappresentazione del potere, che vedrà in scena Sergio Longo, Marika Pensa ed Enrico Ballardini. Non manca, infine, un omaggio all’attualità con «Panico, ma rosa» (11 luglio, ore 19:30), nel quale Alessandro Benvenuti racconta 59 giorni di lockdown tra sogni e bisogni, ricordi e crudeltà, fantasie e humor.
Il teatro Menotti prosegue anche la sua programmazione on-line sulla piattaforma ITsART, il nuovo sipario digitale per teatro, musica, cinema, danza e ogni forma d'arte, live e on-demand, con contenuti disponibili in Italia e all'estero. Per l’occasione sono stati selezionati quattro titoli: «Possiamo salvare il mondo prima di cena», «Mattatoio n°5», «Un marziano a Roma», «Le Olimpiadi del 1936».
La sala milanese compie, dunque, i primi passi verso una nuova normalità e invita a il suo pubblico non solo a divertirsi, ma anche a riflettere sul tempo presente attraverso le parole del teatro, «come se – racconta Emilio Russo -, sotto le macerie di questa guerra ancora da combattere e da soffrire, i costruttori di bellezza siano impegnati a creare il mondo che verrà».

Didascalie delle immagini
1. Compagnia Sanpapié;  2. Una scena dello spettacolo «Le opere complete di William Shakespeare in 90 minuti»; 3. Una scena di «Italiani cincali», diretto e interpretato da Mario Perrotta. Foto di Chicco Saponaro; 4.  Una scena di «O masculu e fìammina», di e con Saverio La Ruina; 5. Una scena di Ubu Re, con Skené Company di Milano; 6.  Una scena dello spettacolo  «Le rotaie della memoria» , vincitore del Premio Anpi cultura 2008 Ovest Ticino; 7.  Gabriella Greison in «Cara Maria Curie»

Informazioni utili 

venerdì 28 maggio 2021

Si apre con un omaggio a Dante la stagione estiva del teatro di Verbania

Saranno Alessio Boni e Marcello Prayer a tenere a battesimo l’estate culturale di Verbania. Sabato 5 giugno al Centro eventi multifunzionale «Il Maggiore» andrà in scena «Anima smarrita», concertato a due su Dante Alighieri, che affianca alle terzine del «Sommo poeta» una selezione di testimonianze audio di autori del Novecento italiano, da Giuseppe Ungaretti a Eugenio Montale, da David Maria Turoldo a Carmelo Bene.
Si apre così per il teatro piemontese, nato nel 2016 sulle sponde del lago Maggiore per volontà dell’architetto madrileno Salvador Perez Arroyo, un ricco cartellone di eventi che per i prossimi tre mesi vedrà intrecciarsi prosa, musica, opera e danza.
Subito dopo Alessio Boni e Marcello Prayer, domenica 13 giugno sarà la volta di Antonella Ruggero con il suo «Concerto versatile», un recital che fonde il pop con la musica sacra o le melodie dal mondo, nel quale saranno in scena anche Roberto Olzer (al pianoforte e all’organo liturgico) e Roberto Colombo (al vocoder e al synth basso).
A seguire, giovedì 17 giugno, saliranno, quindi, sul palco del teatro verbanese Roberta Lidia De Stefano, Alessandra Faiella, Eva Riccobono, Marina Rocco e Lucia Vasini nello spettacolo «I monologhi della vagina», su testo di Eve Ensler e per la regia di Emanuela Giordano.
Mentre mercoledì 30 giugno i riflettori si accenderanno su Angela Finocchiaro e Daniele Trambusti, protagonisti di «Bestia che sei», reading a due voci, scritto dal bolognese Stefano Benni, che dà vita a una sfilata di caratteri surreali e grotteschi - a volte molto reali, altre decisamente fantastici-, che ci ricordano come l’homo sapiens sia la bestia più ridicola e feroce del cosmo.
Il primo appuntamento di luglio, sabato 3, sarà, invece, con lo spettacolo «Non svegliate lo spettatore», dedicato alla vita dello scrittore e sceneggiatore Ennio Flaiano. Il pubblico – si legge nella sinossi - «sarà proiettato, con i piedi fortemente poggiati sulle nuvole, nel mondo della letteratura, del cinema e del teatro attraverso la recitazione di Lino Guanciale e il commento musicale del maestro Davide Cavuti».
Mentre domenica 4 luglio i riflettori saranno puntati sull’Orchestra I Pomeriggi Musicali che, sotto la bacchetta di Elena Casella, presenterà un omaggio a Ludwig Van Beethoven, del quale sarà protagonista anche la soprano Elizabeth Hertzberg. La Finzi Academy, organizzatrice dell’appuntamento con la Fondazione «Il Maggiore» di Verbania, sta ideando un evento unico, eseguito con pubblico in sala e diffusione contemporanea all'esterno tramite un sistema di cuffie wi-fi silent system. Tramite le luci delle cuffie stesse, il pubblico, diretto dalla regista Angela Giulia Toso, formerà delle immagini che enfatizzeranno la spettacolarità dell'evento.
Seguirà, venerdì 9 luglio, l'appuntamento con la Mm Contemporary Dance Company e il loro «Carmen/Bolero», uno spettacolo che porta in scena due grandi titoli del repertorio musicale nell'interpretazione di due coreografi italiani: Emanuele Soavi, da anni attivo in Germania, e Michele Merola, direttore artistico della compagnia.
Sarà poi la volta, martedì 13 luglio, di «Amen», uno spettacolo in forma di concerto per voci ed elettronica, con la presenza di Massimo Recalcati e la regia di Walter Malosti. Oltre al noto psicoanalista, al suo debutto nella scrittura teatrale, animeranno la performance, che questa estate prevede solo altre due date a Spoleto e a Napoli, le voci di Marco Foschi, Federica Fracassi e Danilo Nigrelli e i suoni di Gup Alcaro. Venerdì 16 luglio sarà, invece, la volta di «Ci vuole orecchio: Elio canta e recita Enzo Jannacci». Sul palco, nella coloratissima scenografia disegnata da Giorgio Gallione, insieme a Elio ci saranno cinque musicisti, i suoi stravaganti compagni di viaggio, che formeranno un’insolita e bizzarra carovana sonora. Musiche, ma anche scritti e pensieri di compagni di strada, reali o ideali, di Jannacci comporranno il racconto scenico, in un viaggio che spazia da Beppe Viola a Cesare Zavattini, da Franco Loi a Michele Serra, da Umberto Eco a Fo o a Gadda.
Domenica 18 luglio
toccherà, quindi, esibirsi alla Compagnia Egribianco Danza, che porterà sul palco il suo «Gran Galà per la Giornata mondiale della danza», un percorso tra grandi classici coreografati da Susanna Egri e Raphael Bianco come il balletto «Children of Darkness» ed estratti tratti dagli spettacoli «Apparizioni» e «Amor di Mundo», oltre a una prima assoluta dal titolo «Indifferentemente», un duo sulle note di un classico della canzone napoletana interpretato dalla voce inconfondibile e straordinaria di Mina.
Venerdì 23 luglio l'appuntamento sarà, invece, con Gioele Dix e il suo monologo «Vorrei essere figlio di un padre felice», un viaggio ispirato ai primi quattro canti dell’«Odissea», in cui Telemaco, figlio di Ulisse, va alla ricerca del padre mettendosi in cammino tra mare e terra in un percorso che sarà anche di crescita, di presa di coscienza di sé. «Con la sua affilata ironia e pescando dalla sua storia personale e dagli autori che più ama, - si legge nella sinossi- l’attore metterà in scena un recital vivace e documentato per affermare il comune destino dei figli: la lotta individuale per meritare l’amore e l’eredità dei padri».
Mentre Anna Foglietta sarà protagonista della serata di sabato 31 luglio con «La bimba col megafono (Istruzioni per farsi ascoltare)»: uno spettacolo confessione, un monologo tragicomico recitato e cantato, in cui il pubblico potrà ridere e riflettere sulla vita, la libertà, la rivoluzione.
Seguirà, sabato 7 agosto, la rappresentazione di «Gianni Schicchi», opera comica in un atto di Giacomo Puccini, con libretto di Gioacchino Forzano, che prende spunto dalla «Commedia» dantesca, o meglio dai celebri versi dell’«Inferno»: «Quel folletto è Gianni Schicchi / e va rabbioso altrui conciando».
Giovedì 26 agosto tornerà in scena la Compagnia Egribianco Danza con «Scritto sul mio corpo», spettacolo in cui la live music perfomance e il sound design sono curati dalla band BowLand. La coreografia è – si legge nella sinossi - «una preghiera corale profana, che nella sua laicità racchiude gli slanci appassionati, gli sbilanciamenti emotivi, i caratteri umani e spirituali, la precarietà e le speranze del tempo presente».
Seguirà un altro omaggio, il terzo, a Dante Alighieri nei settecento anni dalla morte. Venerdì 3 settembre l’attrice Lella Costa porterà in scena «Intelletto d’amore», per la regia di Gabriele Vacis. «Nella «Divina Commedia» - racconta l’artista - i personaggi femminili non sono molti, ma sono determinanti». Basti ricordare che ad accompagnare Dante nel paradiso è una donna: Beatrice. Lo spettacolo accende i riflettori su alcune tra le donne dantesche: da Francesca a Taibe, la prostituta delle Malebolge, senza dimenticare «Gemma Donati, la moglie del poeta, madre dei suoi figli, - si legge nella sinossi - che spiegherà come si convive con l’ideale amoroso di tuo marito, se non sei tu».
Omaggerà Dante anche l’appuntamento successivo, in programma sabato 11 settembre: «Ma misi me per l’alto mare aperto», con Michele Mirabella e il duo Saverio Mercadante, composto da Rocco Debernardis al clarinetto e Leo Binetti al pianoforte. La narrazione, che si struttura nella forma di chiacchierata con il pubblico, unisce alla lettura di alcuni passi immortali danteschi a suggestioni musicali e a proiezioni di immagini.
A chiudere la programmazione estiva sarà, nella serata di venerdì 24 settembre, l’orchestra Verdi di Milano, sotto la direzione di Elena Casella e con Cristiana Pegoraro al pianoforte.
Una stagione, dunque, ricca quella del Centro eventi multifunzionale «Il Maggiore», con la quale Verbania spera di catalizzare anche l’attenzione dei turisti, da sempre attratti dalle località turistiche del lago Maggiore.

Didascalie immagini
1 Alessio Boni e Marcello Prayer; 2. Antonella Ruggero; 3. Compagnia Egri-Bianco. Foto Camparotto;  4. Lino Guanciale. Foto: Manuel Scrima; 5. MM Contemporary Dance Company; 6. Lella Costa; 7. Michele Mirabella; 8. Massimo Recalcati  
 
Informazioni utili
www.ilmaggioreverbania.it