Per il settantennale della Fondazione Giorgio Cini (1951-2021), è arrivata a Venezia, nell’ambito dell’iniziativa «L’ospite a palazzo», una delle opere più singolari di Paolo Uccello (Pratovecchio, 15 giugno 1397 – Firenze, 10 dicembre 1475): la tavola con «San Giorgio e il drago», generosamente concessa dal Musée Jacquemart-André di Parigi, in occasione del prestito da parte della Collezione Cini del «Giudizio di Paride» per la mostra «Botticelli. Un laboratoire de la Renaissance» (11 settembre 2020 – 25 gennaio 2021).
L’opera, che ritrae il cavaliere San Giorgio mentre dall'alto del suo cavallo sta trafiggendo il drago, arricchisce di un importante tassello il nucleo del Quattrocento fiorentino della collezione permanente conservata all’interno del palazzo di campo San Vio, generando inedite risonanze, ed evoca simbolicamente il miles christianus che caratterizza il logo della stessa fondazione veneziana, sorta sull’isola di San Giorgio Maggiore nel 1951, per volere di Vittorio Cini in memoria del figlio Giorgio.
La tavola fu acquistata da Nélie Jacquemart alla vendita londinese Stevens del 1899, già nella collezione dell’antiquario fiorentino Stefano Bardini; il recente restauro ha fugato ogni dubbio in merito al ricco dibattito sull’autografia, mettendo in luce la brillante cromia della tempera, il raffinato dosaggio timbrico negli accostamenti delle tinte, le preziose stesure in lacca, i minuti dettagli in punta di pennello, con i profili picchiettati dalla biacca, riscontrabili nelle sue prove sicure. Più controversa la datazione, oggi perlopiù attestata tra anni Trenta e Quaranta, in anticipo di un ventennio circa rispetto all’altra celebre versione del «San Giorgio e il drago» (1455-1469), conservata alla National Gallery di Londra, di più virtuosistico concepimento ed evoluta spazialità. A ribadirne la precocità cronologica sono proprio quegli elementi compositivi e stilistici che rimandano alla matrice tardogotica della formazione dell’artista e ne marcano l’adesione alle atmosfere di Gentile da Fabriano e Ghiberti.
Come per il Botticelli della Cini, anche per il dipinto di Paolo Uccello si è ipotizzata una destinazione profana e una funzione iconica legata alla spalliera di un letto o ad una boiserie per una camera da letto; il tema del resto, popolare nella Firenze del Quattrocento grazie ai ludi, ai tornei, agli spettacoli dedicatigli per le celebrazioni della festa liturgica, era di sovente impiegato nei fronti dei cassoni nuziali, evocando da un lato la dimensione cortese del cavaliere che salva la fanciulla indifesa e assumendo, dall’altro, valore apotropaico nella figura del milite cristiano che trionfa sul demonio.
Rinnovata con nuove opere, di cui undici stampe di Giambattista Piranesi (Venezia 1720 – Roma 1778) e altrettante fotografie di Gabriele Basilico, al secondo piano del palazzo ha aperto al pubblico anche la mostra «Piranesi Roma Basilico», a cura di Luca Massimo Barbero, che riprende la figura di Piranesi vedutista proposta dalla mostra «Le arti di Piranesi», ideata dalla Fondazione Cini nel 2010, con una lettura originale delle sue vedute di Roma, messe a confronto con il lavoro del grande fotografo. Un primo capitolo dell’esposizione era già stato inaugurato nel 2020, ma, a causa delle restrizioni dovute alla pandemia, la mostra aveva dovuto chiudere anticipatamente.
Il corpus Piranesi della Fondazione Giorgio Cini, acquisito nel 1961, costituisce uno dei fondi di grafica più rilevanti conservati da un’istituzione privata. La sua conservazione è stata garantita dalla lungimirante e generosa decisione di Vittorio Cini, che negli anni settanta del secolo scorso lo acquistò e lo destinò integralmente all’Istituto di Storia dell’arte della fondazione, dove ancora oggi è oggetto di studio.
Con questa esposizione, archi, piazze, obelischi diventano la sintassi di un discorso a due voci che racconta la magnificenza della Roma antica e moderna, mettendo in dialogo il passato con la contemporaneità.
Didascalie delle immagini
1. Palazzo Cini a San Vio, Venezia. Vista dell'installazione. Mostra Roma, Piranesi, Basilico. Foto: Massimo Pistore; 2. Palazzo Cini a San Vio, Venezia. Vista dell'installazione. Sala del Rinascimento. Foto: Massimo Pistore; 3. Palazzo Cini a San Vio, Venezia. Vista dell'installazione. Mostra San Giorgio e il drago. Foto: Massimo Pistore; 4. Paolo Uccello, San Giorgio e il drago. Musée Jacquemart-André di Parigi; 5. Palazzo Cini a San Vio, Venezia. Vista dell'installazione. San Giorgio e il drago di Paolo Uccello con Luca Massimo Barbero. Foto: Massimo Pistore
Informazioni utili
Palazzo Cini, Campo San Vio, Dorsoduro 864 – Venezia. Orari: venerdì, sabato e domenica, ore 12.00 – 20.00 (ultimo ingresso ore 19.15). Ingresso: intero 10,00€, ridotto € 8,00 (gruppi superiori a 8 persone/ragazzi 15–25 anni/over 65/Soci Touring Club Italiano/Soci Coop/Soci ALI), ridotto Voucher Guggenheim: 7,00€ (per possessori di voucher Peggy Guggenheim Collection/Assicurazioni Generali), ridotto: 5,00€ (Residenti Comune di Venezia/Soci Guggenheim/studenti e docenti universitari U.E. delle facoltà di architettura, conservazione dei beni culturali, scienze della formazione, iscritti ai corsi di laurea in lettere o materie letterarie con indirizzo archeologico, storico artistico delle facoltà di lettere e filosofia, iscritti alle Accademie delle Belle Arti), gratuito minori di 15 anni (i minori devono essere accompagnati)/ membri Icom (International Council of Museums)/diversamente abili accompagnati da un familiare o da un assistente socio-sanitario/giornalisti accreditati con tesserino/dipendenti Assicurazioni Generali/guide turistiche accreditate. Guida breve: € 4,00. Informazioni: palazzocini@cini.it. Web: www.palazzocini.it, www.cini.it. Facebook: @Palazzo Cini. Instagram: @palazzo_cini. Twitter: @palazzo_cini. Apertura stagionale dal 28 maggio al 31 ottobre 2021
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