ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

sabato 4 dicembre 2021

Dalla monografia di TvBoy al volume su Bergamo di FMR, novità in libreria

FRANCO MARIA RICCI DEDICA UN VOLUME A BERGAMO
Bergamo, insieme a Brescia, sarà Capitale italiana della cultura 2023. L'importante riconoscimento è arrivato, subito dopo i giorni più bui della pandemia, per incarnare la fiducia verso il futuro. Per celebrare la speciale occasione, la Franco Maria Ricci Editore ha deciso di raccontare l'unicità della città e dei suoi monumenti in un volume, che verrà presentato al pubblico il 14 dicembre, alle ore 18, nelle sale di Palazzo Moroni.
Dalla casa editrice emiliana raccontano così la peculiarità del centro lombardo: «mentre altre città italiane sono state per una parte della loro storia capitali di territori più o meno vasti, e ospitarono una corte, il caso di Bergamo è diverso: nel 1428 la città passò sotto il dominio di Venezia e vi restò, abbastanza quietamente, sino all’epoca napoleonica. Le capitali tendono a eliminare ogni traccia della rusticità originaria; Bergamo l’ha elaborata e raffinata, crescendo, senza ripudiarla, incarnando squisitamente, anche nella modernità, il sentimento dei borghi antichi». Queste vicende sono al centro del testo che il musicologo Giovanni Gavazzeni ha scritto per il volume di FMR, nel quale viene raccontato come il dialetto e la musica si siano fusi nella città in un’unica, armoniosa melodia.
Lo scritto dello storico dell’arte Simone Facchinetti svela, invece, le meraviglie artistiche di Bergamo e del territorio circostante, in un itinerario che, partendo dai maestri veneti Bellini e Lotto, tocca i «pittori della realtà» Moroni e Ghislandi (Fra’ Galgario) e approda all’originalissimo Bonomini, muovendosi tra i capolavori dell’Accademia Carrara e le gemme nascoste nelle chiese della città e nelle valli vicine.
In chiusura, il testo di Stefan Krause racconta la rocambolesca vita di Bartolomeo Colleoni, condottiero e capitano di ventura, figura cruciale nel Rinascimento bergamasco.
A fianco delle parole scorrono le immagini dei più bei luoghi di Bergamo ritratti dal fotografo Massimo Listri. Dalla Basilica di Santa Maria Maggiore ai palazzi Terzi e Moroni, che dischiudono sfarzi e affreschi, alla Cappella Colleoni, le fotografie restituiscono al lettore l’impressione di una città colta, viva, che si specchia nella sua storia senza narcisismi.
Il volume, stampato nei consueti tipi bodoniani e pubblicato con il supporto di Crédit Agricole Italia, è, dunque, un omaggio e un incoraggiamento a una città di sorprendente forza e bellezza, che riprende oggi in mano il suo destino.
Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito https://www.francomariaricci.com/it.

«LE TUE LETTERE SONO UN GRANDE CONFRONTO PER NOI…», A LUGANO UN INCONTRO SULL’EPISTOLARIO DI SOPHIE TAEUBER-ARP

Il 2021 è stato l'anno della riscoperta, a livello internazionale, di Sophie Taeuber-Arp (Davos, 19 gennaio 1889 – Zurigo, 13 gennaio 1943), esponente della corrente Dada, nonché pioniera dell’astrazione, il cui volto è stato per diversi anni sulla banconota da 50 franchi.
Il lavoro dell’artista svizzera, conosciuta anche per essere stata la moglie di Jean/Hans Arp, è stato omaggiato nell’anno in corso da tre grandi retrospettive al Kunstmuseum di Basilea, alla Tate Modern di Londra e al Moma di New York.
Nel 2021 la Fondazione Marguerite Arp di Locarno ha anche curato la pubblicazione del volume «Lettere di Sophie Taeuber-Arp a Annie e Oskar Müller-Widmann», co-pubblicato dalle Edizioni Casagrande di Bellinzona (nella versione in lingua italiana) e dalla Scheidegger & Spiess di Zurigo (in tedesco e in inglese), che raccoglie, e rende per la prima volta pubbliche, le lettere e le cartoline scritte dall’artista ai suoi collezionisti.
Tutte le cartoline illustrate e alcune lettere sono riprodotte in facsimile. Le trentacinque missive inviate tra il 1932 e il 1942 sono introdotte da un saggio di Walburga Krupp e da una prefazione di Simona Martinoli. Arricchiscono il volume un indice dei nomi, fotografie d’archivio in parte inedite e riproduzioni di opere citate nelle lettere.
Il libro verrà presentato sabato 4 dicembre, alle ore 11, al Lac di Lugano, alla presenza di Tobia Bezzola, direttore del Masi di Lugano, Walburga Krupp, autrice e co-curatrice della mostra «Sophie Taeuber-Arp: Living Abstraction», Simona Martinoli, direttrice della Fondazione Marguerite Arp, e della giornalista Cristina Foglia.
L’ingresso è libero fino a esaurimento dei posti disponibili. Per accedere all’evento è richiesto, per i maggiori di 16 anni, il certificato Covid e vige l’obbligo di indossare la mascherina. È consigliata la prenotazione su www.edu.luganolac.ch.

24 ORE CULTURA PUBBLICA LA PRIMA MONOGRAFIA DELLO STREET ARTIST TVBOY
Elton John
, Raffaella Carrà, Jean-Michel Basquiat, Donald Trump e la regina Elisabetta: sono queste alcune delle icone contemporanee finite sotto l’occhio critico e ironico dello street artist TvBoy, pseudonimo di Salvatore Benintende. Dal 2 dicembre sarà in libreria la prima monografia ufficiale dell’artista (cartonato 21 x 26 cm, 144 pagine con 100 illustrazioni, € 34,00, codice Isbn: 978-88-6648-534-6), da anni residente a Barcellona, le cui opere sono autentiche satire ispirate alle più accese tematiche dell’attualità politica e sociale. A pubblicare il libro, a cura di Nicolas Ballario e con un contributo di Oliviero Toscani, è 24 Ore Cultura.
Realizzato in stretta collaborazione con l’artista, il volume, corredato da saggi critici che inquadrano il suo ruolo all’interno della scena artistica contemporanea, ne ripercorre l’intera carriera: dagli esordi con la sua firma stilizzata – un bambino con la faccia incastrata nel televisore – passando per i primi murales caratterizzati dalla tecnica dei graffiti e dello stencil fino alle opere più recenti dedicate dalla pandemia di Covid-19 e alle elezioni americane.
Con oltre settanta opere, il libro è suddiviso in capitoli dedicati alle principali tematiche trattate da TvBoy. Il primo capitolo è dedicato ai baci, opere che hanno reso famoso l’artista nel mondo e che rappresentano per lui il gesto più intimo e romantico, ma anche il dialogo per eccellenza, ovviamente nell’accezione ironica che caratterizza i suoi lavori. Si prosegue, poi, con il tema del potere, dove i più potenti del mondo sono rappresentati secondo la visione talvolta celebrativa, talvolta critica, di TvBoy. Si passa, quindi, agli eroi personali dell’artista, che hanno lasciato un segno duraturo nell’ambito dell’impegno civile, della cultura, della musica, dello spettacolo, dello sport e del costume. Il volume si chiude, infine, con il capitolo dedicato alle icone dell’arte, i punti di riferimento che l’artista vuole celebrare con lo scopo di avvicinare sempre più il pubblico all’arte, abbattendo quell’aura di sacralità che caratterizza spesso i grandi capolavori.
Per maggiori informazioni è possibile consultare la pagina www.24orecultura.com.

5 CONTINENTS EDITIONS PUBBLICA LA PRIMA MONOGRAFIA DEL FOTOGRAFO SENEGALESE OMAR VICTOR DIOP
È il continente africano, fra storia e attualità, il protagonista della monografia (cartonato, 23 x 31 cm, 96 pp. e 41 illustrazioni a colori, codice ISBN: 978-88-7439-993-2, € 39,00) dedicata al fotografo senegalese Omar Victor Diop (Dakar, 1980), appena pubblicata da 5 Continents Editions in coedizione con la galleria parigina Magnin-a
Consacrato dalla recente edizione di Paris Photo e dal Photo Vogue Festival di Milano, l’artista affonda la propria ricerca fotografica nel suo vissuto personale. Guarda cioè alla tradizione africana della posa in studio - a partire dalle immagini di Seydou Keïta, Mama Casset e Malick Sidibé – e racconta una visione alternativa della storia del suo continente, nella quale viene dato risalto a figure e personaggi trascurati dalla narrazione occidentale.
Il libro – bilingue francese / inglese – ospita tre serie fotografiche, emblematiche dell’evoluzione del percorso artistico di Omar Victor Diop, commentate dai testi di Renée Mussai, Imani Perry e Marvin Adoul.
In «Diaspora» (2014), Diop sceglie l’arte dell’autoritratto. Il fotografo incarna nelle sue immagini diciotto personalità della diaspora africana dai destini straordinari, ma dimenticate dalla storia dell’Occidente. Vivacizzando le foto con oggetti legati al mondo del calcio ne smorza la carica drammatica e catapulta i suoi personaggi storici nel presente, inserendoli di fatto nel dibattito sull’immigrazione e l’integrazione degli stranieri nella società europea.
Con «Liberty» (2017), l’artista propone una lettura universale della storia del suo popolo alla ricerca della libertà. Giocando su riferimenti visivi e mescolando autoritratti e rappresentazioni, analizza gli avvenimenti salienti di questa complessa vicenda, certamente diversi per epoca, luoghi e importanza.
«Allegoria» (2021), serie presentata di recente a Paris Photo, inaugura, invece, un nuovo capitolo del lavoro di Diop, teso a raccontare l’ambiente e l’importanza della natura nel continente africano.
Per maggiori informazioni è possibile consultare la pagina www.fivecontinentseditions.com.

«TEMPLES», IN UN LIBRO LA SARDEGNA DI GIANCARLO PRADELLI
È una Sardegna poco nota ai più quella che viene raccontata dal libro fotografico «Temples»Z (cartonato, 30 x 24 cm, 96 pp. e 40 illustrazioni in tricromia, € 30,00, codice ISBN 979-12-5460-000-9), appena uscito in libreria grazie alla 5 Continents Editions, con una prefazione di Elisabetta Bazzani.
Attraverso quaranta scatti fotografici in bianco e nero di Giancarlo Pradelli, il volume mostra le aree rurali e campestri della regione, lontane dal mare e popolate da resistenti edifici antichi, testimoni dello scorrere del tempo e, insieme, del suo potere corrosivo.
Nell’isola chiamata dai greci Ichnusa, fra cardi selvatici, macchie di lentisco e di elicriso dall’intenso profumo, in paesaggi assolati e battuti dal vento, si trovano chiese, monasteri e pievi di antica costruzione perlopiù caduti in disuso.
Sono edifici battezzati con i nomi di santi, un tempo parte di un tessuto urbano oggi vuoto di uomini, accomunati dalla posizione solitaria che ne aumenta il fascino paesistico: veri e propri miracoli di pietra, di rara bellezza, simboli di una sacralità intrinseca del territorio.
Lo sguardo di Giancarlo Pradelli non si sofferma solo su edifici prestigiosi, frutto delle storiche infiltrazioni culturali nell’isola, ma predilige modeste costruzioni di stili diversi e rustiche chiese campestri, di matrice pastorale, realizzate da maestranze locali per resistere alla forza del vento e al clima mediterraneo.
Spesso ridotti alla condizione di muri crollati per il potere corrosivo del tempo, questi relitti, ormai vago ricordo delle originarie architetture, hanno assunto una nuova forma, destinata inesorabilmente a ulteriori silenti mutazioni.
Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito www.fivecontinentseditions.com.

venerdì 3 dicembre 2021

Da 24 Ore Cultura e Libri Scheiwiller tre libri su Piet Mondrian

È appena uscito in libreria «Piet Mondrian. Dalla figurazione all’astrazione», catalogo della mostra in programma fino al prossimo 27 marzo al Mudec – Museo delle culture di Milano. A editare il volume - a cura di Benno Tempel, storico dell’arte e direttore del Kunstmuseum dell’Aja - è 24 Ore Cultura. Il libro è un invito a conoscere un «altro» Mondrian e a riscoprirne i capolavori, attraverso un’originale chiave di lettura della sua poetica e del processo evolutivo della sua arte, anche grazie al confronto con altri artisti che hanno condiviso con lui il fermento creativo dell’epoca.
Protagonisti del primo capitolo sono i membri della Scuola dell’Aja, un gruppo di pittori che operarono tra il 1860 e il 1890 e che rivoluzionarono la pittura olandese, rifiutando le raffigurazioni idealizzate dell’epoca romantica a favore di un approccio più realistico. Le loro opere, caratterizzate dalla sobrietà nell’uso dei colori e da una decisa predilezione per il grigio, hanno creato l’immagine archetipica del paesaggio olandese conosciuta in tutto il mondo.
Il catalogo prosegue analizzando l’opera di Mondrian prima e dopo il 1908. I primi lavori dell’artista, influenzati in parte dalla Scuola dell’Aja e in parte dalla sua formazione artistica tradizionale alla Rijksakademie van Beeldende Kunsten, sono principalmente paesaggi realizzati con un pennello largo e molte sfumature di ocra e di grigio. A partire dal 1900 il pittore abbandona progressivamente la rappresentazione fedele della natura per sperimentare forme e colori. Utilizzando mulini a vento, fossi, fiori e altri motivi, Mondrian esplora la possibilità di ridurre il mondo che lo circondava alla sua essenza assoluta. Abbandonata la logica della prospettiva, che aveva caratterizzato l’arte europea dal Rinascimento in poi, il pittore inizia a dedicarsi alle forme astratte. Con l’utilizzo delle linee perpendicolari, l’artista olandese rende via via più radicale il proprio minimalismo fino a far nettamente prevalere, nell’ultima fase della sua carriera, le linee sui colori.
Particolare attenzione viene, inoltre, dedicata a De Stijl, il movimento sorto nei Paesi Bassi nel 1917 su iniziativa dello stesso Mondrian e di Theo van Doesburg, attivo ancora alle soglie degli anni Trenta. Mentre, a chiusura del catalogo, è pubblicato un focus sull’influenza che il Mondrian della fase neoplastica ha avuto sul mondo del design: dall’arredo alla grafica, dall’interior all’exhibition design, fino ad arrivare addirittura alla moda, con la collezione-tributo di Yves Saint Laurent del 1965.
In occasione della mostra al Mudec, 24 Ore Cultura pubblica anche il libro «Piet Mondrian. Una vita per l’arte», a cura di Elena Pontiggia. Il volume ripercorre le fasi stilistiche dell’artista olandese dagli esordi come pittore figurativo fino all’astrazione, intesa non solo come tecnica pittorica, ma anche e soprattutto come concezione filosofica, ispirata alla teosofia e proiettata verso un futuro utopico.
Grande innovatore dell’arte moderna, Mondrian comincia nel 1920 a utilizzare rigorosamente griglie di righe nere definenti piani di colore puro, alla ricerca di un equilibrio asimmetrico-astratto. Nel 1940 si trasferisce a New York e i suoi studi evolvono: l’artista sostituisce la riga nera con fasce composte da piccoli rettangoli di colore, conferendo un ritmo sempre più dinamico ai suoi lavori.
Elena Pontiggia è autrice anche di un saggio contenuto nel volume «Scritti teorici. Il neoplasticismo e una nuova immagini della società», un altro volume pubblicato in occasione della mostra milanese da Libri Scheiwiller. Il libro, che contiene anche un’intervista al pittore ad opera di James Johnson Sweeney, raccoglie gli scritti più importanti e rivelatori dell'artista pubblicati tra il 1917 e i primi anni Venti. È nell’ottobre 1917 che Mondrian pubblica, sulla rivista «De Stijl», il primo articolo in cui definisce la sua visione del mondo e dell’arte, chiarendo gli ideali della tendenza da lui stesso fondata: il neoplasticismo. Lo scopo della vita e della nuova pittura, scrive, è abolire il tragico. Una trentina di anni prima, un altro artista olandese, Vincent van Gogh, aveva portato il tragico nel cuore dell’arte moderna; ora, quasi come un contrappasso, Mondrian aspira a un’arte libera dal dolore. E per farlo crea un linguaggio basato unicamente sulla geometria e sulle linee rette, che si stacca dalla natura e dall’io e coglie le strutture dell’essere. Per il padre del neoplasticismo il quadro è il luogo perfetto in cui i dualismi originari dell’essere sono ricondotti all’unità, conciliando l’io con l’universale e la natura con lo spirito. Nel suo percorso verso l’essenziale, l’arte di Mondrian, che il pittore cercò di teorizzare in numerosi scritti, è anche una ricerca filosofica dell’assoluto attraverso la composizione degli opposti.
In questi ultimi giorni del 2021 chi va in libreria ha, dunque, occasione di trovare tre volumi che estendono e approfondiscono lo studio di uno degli artisti più rivoluzionari del Novecento, «il pittore della griglia nera e dei rettangoli colorati» che cercava l’assoluto attraverso la composizione degli opposti.

Informazioni utili
«Piet Mondrian. Dalla figurazione all’astrazione». Editore: 24 ORE Cultura. A cura di: Benno Tempel. Formato: cartonato 23 x 28 cm. Pagine: 142 pagine con 160 illustrazioni. Prezzo: € 32,00. Codice ISBN: 978-88-6648-578-0. In vendita in libreria e on-line
 
«Piet Mondrian. Una vita per l’arte». Editore: 24 ORE Cultura. A cura di: Elena Pontiggia. Formato: brossura 20 x 28 cm. Pagine: 64 pp. con 50 illustrazioni. Prezzo: € 12,90. Codice ISBN: 978-88-6648-576-6. In vendita in libreria e on-line

«Scritti teorici. Il neoplasticismo e una nuova immagini della società». Editore: Libri Scheiwiller. A cura di: Elena Pontiggia. Formato: brossura con alette 13 x 20 cm. Pagine: 144 pp..Prezzo: € 18,90. Codice ISBN: 978-88-7644-686-3. In vendita in libreria e on-line

giovedì 2 dicembre 2021

A Bologna torna BilBOlbul, il festival del fumetto

Compie quindici anni BilBOlbul, il festival internazionale di fumetto, ideato e organizzato da Hamelin, con il sostegno del Gruppo Hera, che dal 2 al 5 dicembre animerà Bologna con un calendario che alterna grandi nomi a nuovi talenti e omaggia una tradizione, quella del graphic novel italiano, nata vent’anni fa proprio all’ombra delle Due Torri grazie a realtà editoriali come Coconino Press, Phoenix, Kappa Edizioni, Black Velvet e PuntoZero.
Proprio al romanzo a fumetti, un genere che ha il suo precursore nel romano Guido Buzzelli (1927-1992), l’autore del racconto «La rivolta dei racchi» (1967), definito il «Michelangelo dei mostri» nel 1974 e il «Goya italiano» nel 1978, è dedicato l’appuntamento inaugurale del festival. Giovedì 2 dicembre, alle ore 9, l’Accademia di belle arti di Bologna, che è stata a lungo l’unica in Italia a ospitare un corso di fumetto e illustrazione, formando molte firme che troviamo ora in libreria, ospita il convegno «Ieri, oggi, domani: 20 anni di graphic novel in Italia». Igort, Vanna Vinci, David B., Paolo Bacilieri, Daniele Brolli, Ratigher dialogheranno con le generazioni più giovani rappresentate da Fumettibrutti, Maurizio Lacavalla, Eliana Albertini, Alice Milani, Lorenzo Ghetti e con gli autori e docenti della scuola felsinea, tra cui Sara Colaone, Otto Gabos, Onofrio Catacchio e Gianluca Costantini. L’intento del convegno, visibile in streaming anche sul sito www. bilbolbul.net (così come tutti gli appuntamenti principali del festival), è quello di ripercorrere le maggiori trasformazioni provocate dal graphic novel nel panorama del fumetto in Italia, di esplorare i generi che ne hanno segnato la storia, dal fumetto di realtà alle sue forme più romanzesche, e di riflettere sulle nuove estetiche e i nuovi approcci narrativi.
Il dialogo tra passato e futuro è anche al centro del progetto «Invisible Lines. Landscapes, borders, revelations», finanziato dalla Commissione europea nell’ambito del programma Creative Europe, che raccoglie le opere realizzate durante un viaggio di formazione in tre tappe – Italia (Venezia), Francia (il centro di accoglienza Bernanos di Strasburgo) e Repubblica Ceca (i boschi di Broumov) – da dodici giovani artisti under 30: Clara Chotil, Omar Cheikh, Bim Eriksson, Lode Herregods, Lucie Lučanská, Katarzyna Miechowicz, Mia Oberländer, Lisa Ottenburgh, Elena Pagliani, Léopold Prudon, Marco Quadri e Barbora Satranská. Sotto la guida di Stefano Ricci, Juraj Horváth e Yvan Alagbé, i ragazzi, i cui lavori sono in mostra dal 4 al 21 dicembre all’Accademia di belle arti di Bologna, si posti l’obiettivo ambizioso di disegnare l’invisibile nelle sue più diverse diramazioni i: i segni del tempo sul paesaggio, i confini e le migrazioni, il mistero del quotidiano.
Tra le mostre da non perdere c’è anche «Giorni felici» di Zuzu, un nome imprescindibile della nuova generazione di fumettiste italiane, che presenterà le sue tavole sulla storia di una ragazza in bilico tra la tentazione di annullarsi nell’amore e la paura di perdere sé stessa allo Squadro Stamperia Galleria d’arte. 
Alla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna è, invece, possibile vedere, dal 4 dicembre al 5 gennaio, la collettiva «Prendere posizione. Il corpo sulla pagina», con una selezione di opere di Émilie Gleason, Rikke Villadsen, Nicoz Balboa e Alice Socal. Mentre al Museo internazionale della musica è in programma, dal 4 dicembre al 9 gennaio, la rassegna «One step inside» di Tommi Parrish, rivelazione del fumetto statunitense con «La bugia e come l’abbiamo raccontata», che a Bologna presenterà le tavole originali di un graphic novel pubblicato per Diablo Edizioni: la storia di due amici che si incontrano per caso dopo anni e hanno così un pretesto per fare un bilancio della loro esistenza. Il tutto è raccontato attraverso uno stile originalissimo fatto di vignette incompiute o semi-smontate, disegni lasciati a metà, e un uso spettacolare del colore.
Arricchisce il cartellone delle esposizioni il «BBB Off», ventiquattro appuntamenti che animeranno vari angoli della città - gallerie, librerie, musei, negozi e spazi associativi – proponendo i lavori di Noemi Vola, Miguel Vila, Martina Sarritzu, Percy Bertolini, Andrea Seri e molti altri ancora.
Il festival ha in programma anche un ciclo di presentazioni, che metterà in dialogo quattro esordienti internazionali – David Marchetti, Lina Ehrentraut, Percy Bertolini e Juta – con altrettanti grandi nomi del fumetto: Manuele Fior, Nicoz, Francesco Cattani, Emilie Gleason. Sono, poi, in agenda quattro «Ritratti d’autore» con altrettanti ospiti internazionali: Anders Nilsen, Antoine Cossé, Gabriella Giandelli e Frederik Peeters, pluripremiato fumettista svizzero noto soprattutto per i graphic novel «Pillole Blu» e «Castello di sabbia», autore del manifesto di BilBOlbul 2021. Infine, Paul Gravett, uno dei più importanti critici europei, porterà uno sguardo sulle tendenze più interessanti del fumetto internazionale nell’incontro «Fumetti dal mondo».
Al festival si parlerà anche del fumetto come mestiere con l’associazione MeFu, nata nel 2020, che porta avanti un’indagine su mercati editoriali, fiscalità, tutele legali, riconoscimento pubblico e rappresentanza. Venerdì 3 dicembre, alle ore 11, al Das – Dispositivo arti sperimentali è in programma l’incontro «Ti sei trovato un lavoro vero?», rivolto a professionisti che desiderano indagare la situazione economica dell’industria del fumetto italiana. Di mestieri del fumetto parla anche l’incontro «All critics are bastards» (venerdì 3 dicembre, alle ore 17:30, al Das), con Andrea Benei, Matteo Contin e Virginia Tonfoni.
Per i più piccoli ci saranno i laboratori di BBB Kids a cura di Emma Lidia Squillari, Andrea Antinori e Noemi Vola. Non mancheranno, poi, le proiezioni alla Cineteca di Bologna in collaborazione con «Schermi e Lavagne», gli incontri dedicati alle classi delle scuole secondarie, le portfolio review per gli studenti dell’Accademia di Belle arti.
BilBOlbul 2021 farà, infine, la sua consueta tappa al Phi Hotel Bologna - Al Cappello Rosso, il primo «FumettHotel» d’Italia con le sue 33 camere d’artista. A chiusura del festival verranno presentate le due ultime stanze decorate da tre giovani artisti: il duo formato da Noemi Vola e Andrea Antinori, che ha dato vita a una giocosa rielaborazione dei personaggi che popolano le loro storie per l’infanzia, ed Emma Lidia Squillari, che ha creato rimandi a decorazioni di ambienti e carte da parati giocando con motivi naturalistici e con i toni dell’azzurro. Vario, dunque, anche quest’anno il cartellone del festival, che fa il punto sul passato e sul futuro del fumetto, «l'arte dell'ellissi», per usare una felice espressione di Daniel Pennac, che condensa «venti pagine di un romanzo» in una sola immagine, unica e indimenticabile.

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