ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

venerdì 13 giugno 2025

«Luoghi del cuore» 2024: vince il Santuario di Nizza Monferrato amato da don Bosco

2.316.984 voti raccolti, 30.260 luoghi votati, 5.802 comuni coinvolti, 196 comitati registrati e oltre 530 scuole, tra primarie e secondarie di I e II grado, protagoniste nella raccolta delle segnalazioni: sono questi i numeri – da record – con cui si è chiusa la dodicesima edizione del censimento «I luoghi del cuore», ad oggi il più importante ed efficace strumento di partecipazione diretta dei cittadini alla tutela del patrimonio del Paese.
L’iniziativa, promossa dal 2004 dal Fai - Fondo per l’ambiente italiano e da Intesa Sanpaolo, ha visto ben 221 siti – mai così tanti – superare la soglia minima di 2.500 voti, quella che garantisce la possibilità di partecipare al Bando, aperto fino all’11 settembre, per sostenere campagne di restauro e valorizzazione culturale; di questi luoghi – tra cui ci sono chiese, eremi, fontane, castelli, monasteri e persino un traghetto leonardesco sull'Adda - ben 38 hanno superato la soglia delle 10mila firme.
In palio ci sono complessivamente oltre 700mila euro, ovvero 300.000 euro in più rispetto alle precedenti edizioni, che negli anni hanno visto la restituzione al grande pubblico di ben 163 siti. Ai tre vincitori saranno assegnati – ma solo in seguito alla presentazione di un progetto concreto di riqualificazione - 70.000, 60.000 e 50.000 euro; gli altri luoghi che hanno superato la soglia minima dei 2.500 voti potranno concorrere all’attribuzione di un contributo che potrà arrivare a un massimo di 50.000 euro.
 
A vincere l’edizione 2024 del censimento Fai è stato il Santuario Nostra Signora delle Grazie a Nizza Monferrato, nel cuore di un paesaggio vitivinicolo di indubbio fascino che dal 2014 è patrimonio Unesco: un luogo strettamente legato alla figura di don Bosco, il padre dell’oratorio moderno, che acquistò il complesso nel 1877 salvandolo dall’abbandono e facendone la casa madre del suo ordine. La provincia di Asti è così salita per la prima volta sul gradino più alto del podio grazie ai 72.050 voti raccolti, provenienti non solo dal suo territorio, anche dalle scuole salesiane presenti in vari Paesi del mondo, dall’India alla Colombia, dalle Filippine al Messico, che hanno così espresso il loro favore nei confronti di questo convento, legato anche alla storia di madre Maria Mazzarello, in nome dell’attualità e dell’importanza dell’eredità educativa del fondatore.
Sul podio sono salite, poi, la Fontana Antica di Gallipoli, che ha raccolto 62.967 segnalazioni, e la Chiesa di San Giorgio nel borgo di Tellaro, una frazione del comune spezzino di Lerici - luogo del cuore di personaggi come il pittore Arnold Böcklin, gli scrittori Henry James e Virginia Woolf, il poeta Eugenio Montale - dove la piccola ma tenace comunità si è mobilitata e riunita per proteggere il proprio patrimonio culturale riuscendo a raccogliere 47.012 voti.

Al quarto posto si è classificato il Complesso di Santa Croce di Campese a Bassano del Grappa (Vi), l’ex monastero sul Canale del Brenta fondato nel giugno del 1124 da Ponzio di Melgueil, settimo abate di Cluny, di ritorno dalla Terra Santa, che ha festeggiato i 900 anni, segnalato al censimento con l’obiettivo di recuperare antiche testimonianze storiche del Cinquecento e del Seicento, custodite nell’archivio, e renderle finalmente consultabili.
 Seguono, nella classifica, due beni siciliani: l’Eremo di Santa Rosalia alla Quisquina a Santo Stefano Quisquina (Ag), luogo di devozione locale molto amato, e il Parco regionale di Cava Ispica a Modica (Rg), uno dei maggiori complessi naturalistico-archeologici dell’isola, che ospita, tra l’altro, un cimitero paleocristiano, con loculi e tombe ad arcosolio e un Gymnasium ellenistico con iscrizioni greche, nonché i resti della chiesa in grotta di Santa Maria, risalente all'epoca normanna.
Mentre al settimo posto si è classificato il Traghetto di Leonardo da Vinci a Imbersago (Lc), per il quale la mobilitazione, che ha ottenuto 31.490 voti, è partita dallo stesso sindaco che ha preso l’abilitazione per far tornare a navigare sull’Adda quest’unico esemplare funzionante al mondo di barca, che ha storicamente prestato servizio come importante collegamento tra il Ducato di Milano e la Repubblica di Venezia fino alla fine del XVIII secolo. Sulla base di un disegno datato 1513 e incluso nel Codice Windsor, si ipotizza che l’artista fiorentino abbia progettato o perfezionato l’infrastruttura durante il suo soggiorno nella vicina Vaprio d'Adda, tra il 1506 e il 1507. Il sistema funziona grazie a un cavo – oggi d'acciaio - teso tra le due sponde, sfruttando la corrente del fiume per il movimento, senza quindi la necessità di un motore. 
Nella top ten si trovano, quindi, il Castello di Lagopesole ad Avigliano (Pz), la Chiesa di San Giacomo della Vittoria ad Alessandria e la Valle dei Mulini di Gragnano (Na), antica testimonianza della lavorazione locale della farina e della pasta, da preservare con le sue storie di tradizione e ingegno.

Tra i «Luoghi del cuore» più votati ci sono anche siti colpiti da disastri naturali, come la chiesetta danneggiata da una tromba d’aria a Cervia (Ra), il centro storico di Concordia sulla Secchia (Mo), ancora in attesa di un pieno recupero dopo il terremoto del 2012, e il Torrente Rovigo a Palazzuolo sul Senio (Fi), che ha raccolto undicimila voti in una manciata di giorni, in seguito allo smottamento causato dalle abbondanti piogge che ha portato alla luce una discarica creata negli anni Settanta lungo i suoi argini. Ne emerge il ritratto di un’Italia  fatta di province, borghi, chiese, luoghi di natura, spesso poco conosciuti o trascurati, ma capaci di aggregare e appassionare persone anche fuori dai nostri confini nazionali.

Didascalie delle immagini
1. Nostra Signora delle Grazie, Nizza Monferrato (AT) Foto Roberto Morelli, 2025, (C) FAI; 2.  Fontana Antica di Gallipoli (LE) (C) FAI; 33. Chiesa di San Giorgio a Tellaro, Lerici (SP). Foto Davide Marcesini (C) FAI; 4. Traghetto Leonardo da Vinci, Imbersago (LC). Foto Roberto Morelli (C) FAI; 5. Complesso di Santa Croce di Campese, Bassano del Grappa (VI) (C) FAI

Per saperne di più
https://fondoambiente.it/il-fai/grandi-campagne/i-luoghi-del-cuore/

giovedì 12 giugno 2025

#Notizieinpillole, quando l'arte contemporanea onora il passato e racconta un restauro

Tra Roma, Venezia e Milano, tre importanti realtà imprenditoriali - la maison della nautica Sanlorenzo, la società di consulenza Deloitte e l'azienda di costruzioni Ghella - condividono una visione comune: l'arte contemporanea può dare nuova linfa al restauro dell'antico. In quest'ottica sono stati concepiti i progetti di riqualificazione della Loggia dei Vini nella capitolina Villa Borghese, dell'ex chiesa meneghina di San Paolo Converso e di un edificio degli anni Quaranta a Venezia, nel quartiere di Dorsoduro, all'ombra della Basilica di Santa Maria della Salute. 
Una medesima visione conservativa ha mosso il progetto pluriennale «Restituire l’incanto a Villa Medici»,  promosso dall'Accademia di Francia a Roma, che, questo fine settimana, apre eccezionalmente le porte al pubblico per mostrare i recenti interventi di restauro che hanno interessato sei camere per gli ospiti e il Giardino dei Limoni, nuovo scrigno di natura e design.  

A VENEZIA UN NUOVO CENTRO PER L’ARTE CONTEMPORANEA. APRE CASA SANLORENZO

Venezia ha un nuovo centro dedicato all’arte contemporanea. Nei giorni della Venice Climate Week e nell’ambito della Biennale di architettura, la maison Sanlorenzo, leader internazionale nella nautica di lusso, ha inaugurato, all’interno di una dimora degli anni Quaranta, ubicata all’ombra della Basilica di santa Maria della Salute, in una zona artisticamente ricca del quartiere di Dorsoduro (quella tra Punta Dogana e la Peggy Guggenheim Collection), il suo nuovo laboratorio culturale e creativo: Casa Sanlorenzo.

Restaurato dall’architetto Piero Lissoni con lo studio Lissoni & Partners, il nuovo hub vuole essere «uno spazio di ricerca, dove l’arte non decora, ma interroga. Dove il design non impressiona, ma accompagna. Dove la bellezza non è mai fine a sé stessa, ma portatrice di un’etica». In queste parole di Massimo Perotti, Executive Chairman di Sanlorenzo, c’è tutto il senso di un’operazione culturale - lungimirante e visionaria - che guarda all’arte come motore per il cambiamento della società e che, nel contempo, intende stimolare l’incontro tra gli individui, promuovere le diversità di idee, prestare attenzione alla sostenibilità ambientale.

Il restauro dell’edificio, che era abbandonato dagli anni Quaranta e che ora ospita la collezione d’arte contemporanea del brand Sanlorenzo (con opere che spaziano dagli anni Sessanta ai giorni nostri), ha onorato la sua anima storica: le facciate in mattoni sono state valorizzate e si è provveduto alla conservazione di alcuni elementi originali, come parte dei pavimenti. Materiali della tradizione veneziana, come la palladiana, dialogano, ora, con superfici in cemento, acciaio e vetro creando un elegante equilibrio tra memoria storica e linguaggio contemporaneo. Un sistema di illuminazione adattiva permette di modulare la luce in base alle esigenze delle mostre che verranno ospitate nei mesi a venire, migliorando l’esperienza dei visitatori.

Un elemento chiave della ristrutturazione è, infine, il ponte che collega Casa Sanlorenzo all'area circostante. Realizzata interamente in metallo prefabbricato e già assemblato, la struttura, la cui forma “a schiena d’asino” ricorda i ponti medioevali, presenta una superficie in pietra d’Istria, tipica della città lagunare, e un corrimano in legno lavorato come se fosse un remo, per evidenziare il legame, di Venezia e di Sanlorenzo, con l'acqua.

Per maggiori informazioni: https://www.sanlorenzoyacht.com/

Foto di Federico Cedrone. Courtesy: Sanlorenzo Arts

# MILANO, NELL’EX CHIESA DI SAN PAOLO CONVERSO PRENDE VITA LA GALLERIA DELOITTE 

Ha da poco aperto i battenti a Milano la Galleria Deloitte, un nuovo spazio dedicato all’arte e alla cultura nato dalla riqualificazione della chiesa sconsacrata di San Paolo Converso, in piazza Sant’Eufemia. A tenere a battesimo la neonata realtà culturale è stato Giuseppe Lo Schiavo, ultimo vincitore del prestigioso Premio Cairo, che ha presentato «Liturgica». Si tratta di un’opera creata con l’intelligenza artificiale generativa, che «non celebra – spiega l’artista - l’autonomia della macchina, ma la responsabilità e il potere dell’essere umano nel darle forma, nel dirigerne la rotta, nell’assumersi la paternità del proprio stesso futuro».
L’installazione artistica – racconta ancora il suo autore – si configura come «un viaggio visivo che si sviluppa come un’allucinazione: sequenze che scorrono, si trasformano, si dissolvono, senza inizio né fine. Corpi, animali, materia. Tutto è immerso in un flusso che somiglia all’acqua: viva, imprevedibile, sacra».

Costruita a partire dal 1549 per volere della contessa di Guastalla Paola Lodovica Torelli, la chiesa di san Paolo Converso ospitava originariamente le Madri Angeliche, un ordine religioso voluto da Antonio Maria Zaccaria e dalla stessa contessa Torelli, che venne approvato nel 1535 da papa Paolo III. Nella seconda metà del ’700 il monastero venne chiuso a causa delle soppressioni ordinate dall’Imperatore Giuseppe II. La chiesa, oggi di proprietà della parrocchia di Sant’Eufemia, venne così ridotta a deposito e da allora non fu più adibita al culto. Il suo recupero strutturale risale agli anni Trenta quando il celebre architetto milanese Paolo Mezzanotte compì una completa ristrutturazione comprensiva del restauro degli affreschi.

La galleria è l’ultimo tassello - insieme con Solaria Space, il nuovo hub dedicato all’intelligenza artificiale generativa (GenAI) - a essere stato inaugurato all’interno nuovo Campus Deloitte, 48 mila metri quadri, di cui oltre mille di verde situati, tra via Santa Sofia e Corso Italia, nel complesso immobiliare di proprietà di Allianz che fu progettato negli anni ’50 da Gio Ponti, Antonio Fornaroli e Piero Portaluppi.

Per saperne di più: https://www.deloitte.com/ 

Nelle foto: Giuseppe Lo Schiavo, «Liturgica», 2025, installazione artistica realizzata con la GenAi per la nuova galleria Deloitte alla chiesa di San Paolo Converso a Milano

# ROMA, ALLA LOGGIA DEI VINI DI VILLA BORGHESE LE NUOVE OPERE DI JOHANNA GRAWUNDER E DANIEL KNORR PER «LAVINIA»

Sono Johanna Grawunder e Daniel Knorr a scrivere un nuovo capitolo della storia di «Lavinia», il programma di arte contemporanea pensato per dialogare con il restauro della Loggia dei Vini, originale ed elegante architettura realizzata tra il 1609 e il 1618 all’interno del parco di Villa Borghese a Roma, dove venivano serviti, al riparo da sguardi indiscreti, vini e sorbetti agli ospiti del cardinale Scipione Borghese.

Curato da Salvatore Lacagnina, realizzato da Ghella e promosso da Roma Capitale, con la collaborazione di Zètema, il progetto deve il suo nome a Lavinia Fontana (1552 – 1614) e si sviluppa in parallelo alle varie fasi di ristrutturazione della loggia seicentesca.

Per valorizzare le mura perimetrali che verranno restaurate il prossimo anno, la designer americana Johanna Grawunder (San Diego CA, 1961), cresciuta con i colori e le forme di Ettore Sottsass (con cui ha lavorato a lungo), ha progettato «Wiley a Roma» (2025), un’installazione con una serie di lampade da muro dai colori fluo e luce UV. L’opera vuole esaltare la «pelle» del muro, la sua texture dalle stratificazioni secolari, rispettandone completamente le condizioni e «vestendo di luce» il muro grezzo.

Mentre Daniel Knorr (Bucarest, 1968) ha portato al centro della Loggia la sua riflessione sui processi di industrializzazione e sulle cicatrici del consumismo presentando un’installazione traboccante di objet trouvé che raccontano come i rifiuti siano la «trachea» di una città; ne testimonino il respiro e la vita.

Le due nuove opere site-specific si aggiungono alle sedute di Gianni Politi, alla maniglia per il cancello di ingresso di Monika Sosnowska, alla fontana d’acqua infinita di Piero Golia e alla leggendaria lupa sulla grata di Enzo Cucchi, nonché al sentiero «Dante Desire Line Poetry Path» di Ross Birrell & David Harding, che accompagna i visitatori con le parole dell’Alighieri dentro e fuori lo spazio architettonico. Un approfondimento su queste opere è presente al link: http://bit.ly/456BTIg.

Per saperne di più sul progetto: www.laviniaroma.com.

Nella foto: Installation views, LAVINIA secondo gusto, Roma, 2025. Ph. Eleonora Cerri Pecorella e Daniele Molajoli, courtesy Ghella

# ROMA, PER UN WEEK-END VILLA MEDICI SVELA I SUOI SPAZI RESTAURATI 

Solo per due giorni, sabato 14 e domenica 15 giugno, l’Accademia di Francia a Roma apre le porte per far scoprire al pubblico gli spazi restaurati della sua sede, nell’ambito del grande progetto pluriennale «Restituire l’incanto a Villa Medici».

Nel 2025 la campagna di riqualificazione, iniziata nel 2022, ha interessato sei nuove camere per gli ospiti, che hanno visto all’opera, tra gli altri, Sébastien Kieffer e Léa Padovani, Zanellato/Bortotto e lo studio Ggsv. Ogni stanza offre, ora, un dialogo raffinato tra storia e creazione contemporanea, tra intonaci decorativi e legno intagliato, tra luce naturale e volumi armonizzati.

Nell’ultimo anno è stato completato anche il restauro del Giardino dei limoni, frutto della visione del paesaggista Bas Smets e dell’architetto dei monumenti storici Pierre-Antoine Gatier. In questo spazio segreto, tra piante di agrumi e pergolati di limoni Lunario, nasce un paesaggio che unisce storia medicea, ricerca botanica e design contemporaneo. Il giardino ospita anche la nuova collezione di arredi per esterni «Cosimo de’ Medici», ideata dal duo Muller Van Severen e prodotta da Tectona, in armonia con le geometrie del luogo e con una palette di colori che fa risplendere l’ambiente.
Davanti alla loggia della villa, il parterre ridisegnato ospita, ora, venti alberi di limone in vasi d’artista, realizzati da Natsuko Uchino con terracotta modellata e decorata con frammenti di resti romani. Le basi in peperino, scolpite da Daniele De Tomassi, recano parole incise che formano una poesia originale di Laura Vazquez, premio Goncourt per la poesia 2023.

Durante il fine settimana, i visitatori potranno anche esplorare le sale restaurate nel 2022 e nel 2023, ovvero le stanze dei ricevimenti, ridisegnate sotto la direzione artistica di Kim Jones e Silvia Venturini Fendi, e le camere reinterpretate da India Mahdavi, che ha trasformato gli appartamenti cardinalizi in spazi colorati e vibranti, tra geometrie e arredi del Mobilier National.
Un’occasione unica dunque, questa due giorni, per scoprire un vero laboratorio del presente che onora il passato.

Informazioni e prenotazioni: https://villamedici.it

 Foto di Sebastiano Luciano

mercoledì 11 giugno 2025

«Santa», a Reggiane Parco Innovazione l’arte irriverente di Maurizio Cattelan incontra la danza

C’è un luogo a Reggio Emilia che ha riconvertito il suo glorioso passato industriale in una fucina per la creatività, l’imprenditorialità e la cultura. Si tratta di Reggiane Parco Innovazione, importante opera di riqualificazione urbana che, negli ultimi anni, ha ridato vita, grazie a preziosi interventi di restauro (apprezzati anche all’estero), a una zona periferica della città, l’attuale quartiere Santa Croce, che, nei primi cinquant’anni del Novecento, fu un distretto di eccellenza per la meccanica e la meccatronica italiana, producendo aerei, treni, macchinari agricoli e gru portuali. Nei Capannoni 15B, 15C, 17, 18 e 19 hanno trovato sede l’Università di Modena e Reggio Emilia, centri di ricerca, imprese ad alta tecnologia, ordini professionali, associazioni culturali e incubatori di start up. Ne è nato un vero e proprio polo incentrato sull’«economia della conoscenza», che ha come valori fondanti la sostenibilità, le relazioni tra individui e l’incontro tra le diversità.

Da giovedì 12 giugno
, per tre fine settimana, questi spazi, e più precisamente i capannoni 17 e 18, faranno da scenario a «Santa», un’opera site-specific dove danza, arte contemporanea e architettura si intrecciano in un percorso immersivo, coinvolgente e radicalmente sperimentale.
Prende così avvio il nuovo format (di durata triennale) «Danze dell’Utopia», ideato da Gigi Cristoforetti per il Centro coreografico nazionale/Aterballetto, altra eccellenza reggiana, con l’obiettivo di attraversare luoghi iconici e insoliti con performance capaci di coinvolgere nuovi pubblici e di far dialogare i vari linguaggi dell’arte, trasformando spazi urbani, storici o degradati, in scenari immersivi e comunitari.

Il progetto, che gode del contributo del Comune di Reggio Emilia, porta la firma di Nicolas Ballario, classe 1984, figura di riferimento nel panorama dell’arte contemporanea, con all’attivo collaborazioni con Radio Rai Uno, «Rolling Stone» e «Il giornate dell’arte». Le azioni coreografiche sono affidate a Lara Guidetti, direttrice della compagnia Sanpapiè (co-produttrice della performance), che per l’occasione ha costruito un tessuto danzato instabile, nomade e potente, in costante dialogo con gli spazi di Reggiane Parco Innovazione e con le opere di Maurizio Cattelan, uno degli artisti italiani contemporanei più noti e controversi a livello internazionale, celebre per il suo linguaggio provocatorio e ironico, capace di eludere ogni definizione e amplificare ogni domanda. 

 Per l’occasione, l’archivio dell’artista ha concesso in prestito: un giocoso autoritratto («Untitled», 2001), «Homeless» (2005), opera in legno e stracci che dà voce al dramma dei senzatetto, e una riproduzione di «L.O.V.E.» (2010), la scultura monumentale in marmo di Carrara raffigurante una mano con tutte le dita mozzate tranne il medio, che fu installata nel 2010 davanti alla Borsa di Milano e che ora, in una versione dalle dimensioni ridotte, è collocata su un'Apecar.

L'azione coreografica, il cui titolo evoca le relazioni tra sacro e profano, tra spiritualità e corporeità, vedrà in scena Gioele Cosentino, Vittoria Franchina, Gador Lago Benito, Alberto Terribile, Kiran Luc Gezels, Alessia Giacomelli, Michele Hu, Karline Olivia Kotila. Il sound design è a cura di Marcello Gori; il light design porta la firma di Marcello Marchi. La progettazione e la realizzazione dei costumi e degli accessori hanno visto all’opera Maria Barbara De Marco e Fabrizio Calanna, con Nuvia Valestri.

«Cosa sia «Santa», esattamente, non è facile dirlo. Una performance? Un atto liturgico? Una mostra? Un sogno? Forse tutto questo, o forse niente di tutto questo. «Santa» - si legge sul sito di Aterballetto - è soprattutto un attraversamento. Di uno spazio,di un tempo, di un pensiero. […] Nulla è rivelato in anticipo. […] L’unica bussola è la fiducia: chi si affida al progetto sarà ricompensato con l’inatteso». 
Al punto di accoglienza, dove si ritirano le cuffie silent-disco, lo spettatore sa solo che il progetto è itinerante e che, lungo il cammino (della durata di circa un’ora), non sono previste sedute (il consiglio è di indossare scarpe comode).

I visitatori, accompagnati dalla voce di Nicolas Ballario, saranno protagonisti di un gioco percettivo che alterna ironia e struggimento, visione e spaesamento. La camminata-spettacolo è – si legge ancora sul sito di Aterballetto - «un invito. A disorientarsi. A guardare di nuovo. A credere che l’arte possa ancora sorprendere». Perché la performance multidisciplinare, definita da Nicolas Ballario «un rito collettivo anomalo» nel segno del paradosso e della metamorfosi, si propone più di accendere domande che di offrire risposte. «È un invito – spiega il curatore - a guardare, sentire e pensare senza ridurre o etichettare».
La coreografia diventa così un gesto effimero e trasformativo che attraversa la fisicità dei danzatori e i sensi degli spettatori. «I corpi dei performer – spiega Laura Guidetti - non raccontano ma evocano; non rappresentano ma si offrono come apparizioni: presenze che emergono e svaniscono, portando con sé tracce di ironia, bellezza, crudeltà e virtuosismo»

Gli ambienti industriali rigenerati si fanno, dunque, palcoscenico e controcampo, in un viaggio che richiama il senso di una civiltà sconfitta o forse appena nata. Un rave punk, una favola dark, un’invocazione laica o una marcia verso l’ignoto: ogni spettatore costruisce la propria personale chiave di lettura. Perché l’opera d’arte, qui, non è solo da osservare: è un catalizzatore per rileggere il reale. «L’arte contemporanea ha moltissimi livelli di lettura – termina Nicolas Ballario –. Non può esserci una interpretazione univoca, per questo vogliamo affidare la “critica” di queste opere così potenti a lessici e discipline molto diverse tra loro solo all’apparenza. In questi spazi, che hanno una storia così evocativa, ci spingiamo a parlare dell’“innominabile” in modo ironico e tragico allo stesso tempo. Per esorcizzarlo, per spingere la nostra immaginazione un po’ più in là».

Infine, Luca Torri, presidente Stu Reggiane, sottolinea che «portare la cultura alle Reggiane significa restituire a questo luogo la sua dimensione storica, ma anche dare un futuro a una comunità. «Santa» è un gesto forte e necessario, che ci aiuta a non dimenticare cosa siamo stati e a immaginare cosa possiamo diventare». Perché, da sempre, l’arte legge la realtà e anticipa il futuro. 

Didascalie delle immagini
1. 2 . Santa. Foto di Luca del Pia; 3.  Santa. Foto di Alice Vacondio; 4. Maurizio Cattelan, Junho, LEEUM Museum, Seoul, 2023, photo Kim Kyoungtae; 5 e 6. Santa. Foto di Luca del Pia

Informazioni utili 
Santa. Reggio Emilia – Reggiane Parco Innovazione, Capannoni 17 e 18, piazzale Europa 1
Anteprima stampa: 10 giugno 2025, ore 11:00 Spettacoli pubblici: 12, 13, 14 giugno | 26, 27, 28 giugno | 3, 4, 5 luglio Tre repliche al giorno: ore 19:30, 21:00, 22:15 
Biglietto unico: 5 euro. Acquisto online: www.biglietteriafonderia39.it/home.aspx. La biglietteria è aperta presso il Tecnopolo al Reggiane Parco Innovazione dalle ore 18.30 del 12, 13, 14, 26, 27, 28 giugno e del 3, 4, 5 luglio. I biglietti acquistati online devono essere ritirati alla biglietteria, negli orari di apertura, presentando la ricevuta d’acquisto. 
Informazioni e prenotazioni: tel. e whatsapp 3341023554. Website: www.fndaterballetto.it