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mercoledì 18 dicembre 2019

Dall'Ermitage a Roma: alla Rhinocerhos di Alda Fendi i «Santi Pietro e Paolo» di El Greco

Un rinoceronte in resina a grandezza naturale, realizzato nei laboratori di Cinecittà, troneggia sotto l’Arco di Giano. A esaltarne il profilo sono le luci calde del premio Oscar Vittorio Storaro, che vanno a comporre la scritta «Roma esisterà finché esisteranno gli uomini». È questo il biglietto da visita con cui la Fondazione Alda Fendi – Esperimenti accoglie, dall’autunno 2018, il pubblico negli spazi della sua galleria Rhinocerhos, un palazzo del Seicento tra il Velabro, il Palatino e la Bocca della Verità, riqualificato dall’estro creativo dell’architetto francese Jean Nouvel.
Lo spazio, distribuito su 3500 metri quadrati e sei piani, è ispirato ai «Passages di Parigi» di Walter Benjamin e propone una modalità innovativa e straordinaria, con mostre, creazioni multimediali, action, interferenze artistiche che vanno dalle arti visive a quelle performative come documenta il progetto «Istantanee dell’assurdo», una ricognizione sulla surrealtà come punto di vista, che vede protagonisti Eugène Ionesco e Samuel Beckett.
Nel 2018, in occasione dell’apertura, la galleria ha avviato anche una collaborazione con il Museo statale dell’Ermitage di San Pietroburgo, grazie alla quale è stato concesso in prestito «L’adolescente» di Michelangelo, visto da oltre ventiduemila visitatori. Quest’anno, grazie all’accordo triennale firmato con l’ente russo, si replica: il Natale porta alla Rhinocerhos un vero e proprio omaggio a Roma e ai suoi patroni con l’esposizione dei «Santi Pietro e Paolo» di El Greco.
Entrata nelle collezioni del museo sulla Neva nel 1911, quale dono di Pëtr Pavlovič Durnovo, governatore generale di Mosca durante la Rivoluzione russa del 1905, l’opera è esposta abitualmente nella sala dei capolavori dell’arte spagnola, accanto a una delle «Skylight Halls», che caratterizzano il cosiddetto Nuovo Ermitage, realizzato tra il 1839 e il 1851.
Il quadro è emblematico dello stile ormai pienamente maturo di El Greco, «entrato nella storia della pittura come il più grande autore della Spagna del XVI secolo - scrive il curatore dell’esposizione Svyatoslav Savvateev nel saggio del catalogo pubblicato da Il Cigno GG Edizioni - e divenuto uno degli artisti più conosciuti e celebrati di tutta la storia dell’arte europea».
Le opere dell’artista - grande precursore del primo modernismo e padre nobile delle nuove generazioni artistiche, secondo la definizione dello storico dell’arte tedesco Julius Meier-Graefe- danno vita a uno stile tormentato e tragico, dove si scontrano attualità realistica ed evocazione visionaria, che unisce e rielabora il colore di Tiziano, il luminismo di Tintoretto ed elementi tratti da Correggio, Parmigianino, Raffaello e Dürer. Anche il dipinto dell’Ermitage, realizzato dall’artista probabilmente tra il 1587 e il 1592, è un’opera profonda e spiritualmente intensa.
I due apostoli vengono rappresentati insieme, secondo una consuetudine di antica origine, all’interno di uno spazio buio - cosa piuttosto eccezionale nell’opera del pittore greco - e con la propria tradizionale iconografa: Pietro con la chiave della porta del Paradiso e Paolo mentre tiene in mano un libro aperto, in riferimento alle sue lettere scritte alle prime comunità cristiane.
Paolo, deciso e scapigliato, è in primo piano e con la mano sinistra compie un gesto fermo, con l’indice puntato su un volume; l’apostolo Pietro è in una posizione serena, eretta, ha uno sguardo contemplativo ma allo stesso tempo penetrante e riflessivo. Il suo sguardo è volto nella stessa direzione di quello di Paolo in modo da conferire alla composizione unità e finalità espressive, come suggerisce anche la dinamica della mano destra dei due santi, che sembrano muoversi l’una verso l’altra per dar vita a un insieme inscindibile.
L’esposizione è affiancata dalla proiezione di immagini tratte da due film dedicati a El Greco, diretti rispettivamente da Luciano Salce (1966) e Iannis Smaragdis (2007), e dalla riproduzione in formato 1:1 di alcune tra le più importanti opere della collezione spagnola dell’Ermitage, che permetteranno al pubblico di contestualizzare l’opera esposta alla Rhinocerhos. In particolare si incontreranno Francisco de Zurbarán, ammirato per un naturalismo tipicamente caravaggesco e un «realismo drammatico», e Luis de Morales, attivo soprattutto in Estremadura, ma apprezzato in tutta la Spagna e soprannominato «El divino Morales» per la spiccata predilezione per i soggetti religiosi.
In linea con la politica culturale della Fondazione Alda Fendi – Esperimenti la mostra è a ingresso gratuito: un messaggio simbolico e concreto, questo, perché la cultura deve essere di tutti. Deve essere -dicono dalla galleria- «un patrimonio dell’umanità».

Informazioni utili
I Santi Pietro e Paolo di El Greco. Palazzo rhinoceros,  via dei Cerchi, 21 - Roma. Orari: martedì-domenica, ore 12.00-24.00. Ingresso gratuito. Informazioni: 340.6430435, info@fondazionealdafendi- esperimenti.it. Fino al 15 marzo 2020. 

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