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martedì 17 dicembre 2019

A Lugano un nuovo spazio per il Masi: riapre Palazzo Reali

Lugano ritrova uno dei suoi spazi espositivi. Dopo tre anni di lavori di ristrutturazione, ha riaperto al pubblico Palazzo Reali, nuova sede del Masi - Museo d’arte della Svizzera italiana, i cui spazi ospiteranno la collezione permanente e saranno dedicati a progetti legati ad artisti locali o a maestri di respiro internazionale, che prediligono per le loro opere gli ambienti raccolti di una dimora storica.
Il restyling dell’edificio, condotto dall’Amministrazione cantonale sotto la regia dell’architetto Piero Conconi, ha interessato gli spazi amministrativi, gli impianti d’illuminazione e di climatizzazione e la grande vetrata a pianterreno. Quest’ultima, assieme all’apertura su via Canova, precedentemente oscurata, contribuisce oggi a illuminare le sale, mettendo in dialogo l’interno dell’edificio con lo spazio urbano circostante.
All’interno della storica dimora di proprietà del Cantone Ticino trovano ora spazio gli uffici, le sale espositive, un atelier creativo, un laboratorio di restauro, una biblioteca, distribuiti su tre piani.
Si corona così il sogno di una doppia sede per il Masi: Palazzo Reali andrà, infatti, ad affiancare il Lac – Lugano arte & cultura.
A segnare il debutto del ritrovato spazio espositivo è il nuovo allestimento della collezione permanente, a cura di Cristina Sonderegger, che si sviluppa sui tre piani espositivi, testimoniando la storia del museo attraverso documenti audiovisivi provenienti dagli archivi della Radiotelevisione svizzera, accessibili tramite un totem multimediale.
I lavori esposti coprono un periodo che spazia dalla fine del Trecento agli anni Cinquanta del Novecento. La pittura di ritratto nell’Ottocento, il Simbolismo, il Ritorno all’ordine degli anni Venti, la fotografia degli anni Trenta, l’Espressionismo sono solo alcuni degli approfondimenti che, sala dopo sala, scandiscono il percorso espositivo, nel quale le opere vengono raggruppate per autore, nuclei tematici, periodi storici e correnti artistiche.
L’allestimento porta alla luce, a piano terra, l’intervento a parete di Niele Toroni, «Impronte di pennello n. 50 ripetute a intervalli regolari», realizzato per l’apertura al pubblico del Museo cantonale d’arte nel 1987; al suo fianco sono esposti «Spartaco» (1847–50 ca.) di Vincenzo Vela – di cui ricorre il bicentenario della nascita –, «Golena» (2016) del giovane artista ticinese Marco Scorti e una «Deposizione» lignea risalente al XIV–XV secolo.
Al primo piano il percorso espositivo si apre con la pittura religiosa del periodo compreso tra il Trecento e Cinquecento, di cui fa parte «La Natività con due angeli» (1530–35) del Giampietrino. A questa sezione ne segue una dedicata alla pittura del Seicento e Settecento con artisti delle terre ticinesi come Pier Francesco Mola, Giovanni Serodine e Giuseppe Petrini.
Attraverso una galleria di ritratti femminili il visitatore è, dunque, immerso nella pittura di matrice neoclassica, popolare, scapigliata e naturalista, ammirando così anche il cambiamento dei vestiti e delle acconciature tra la fine del Settecento e i primi anni Trenta del Novecento.
Le sale successive ospitano esempi di pittura e scultura di derivazione simbolista tra Svizzera, Ticino e Lombardia, fra cui si segnalano «Anbetung II» (1893–94) di Ferdinand Hodler, «Il canto dell’aurora» (1910–12) di Luigi Rossi e «Maternità» (1886–87) di Gaetano Previati. Sono, inoltre, presenti alcuni paesaggi realizzati a cavallo tra Ottocento e Novecento, dai quali emergono il naturalismo velato di simbolismo di Filippo Franzoni e il divisionismo di Edoardo Berta e Umberto Boccioni.
Al secondo piano, l’allestimento è incentrato sull’arte della prima metà del Novecento. Si trovano opere, tra gli altri, di Achille Funi, Carlo Carrà e Mario Sironi, Jean Arp, Fritz Glarner, Wilhelm Schmid, Christian Rohlfs, Hermann Scherer e Werner Neuhaus, testimoni delle varie Avanguardie del periodo.
Conclude questo primo allestimento della collezione permanente un omaggio a uno dei massimi esponenti del Dadaismo e delle sperimentazioni cinematografiche, ovvero Hans Richter, di cui sono esposti l’opera «Rythmus 23» e una serie di disegni preparatori, assieme alla proiezione dell’omonimo filmato.
Nel 2020, a fianco delle opere della collezione, Palazzo Reali presenterà le fotografie del duo Harry Shunk & János Kender (dal 1° marzo al 14 giugno), dei vincitori del concorso Bally Artist of the Year Award (dal 29 marzo al 26 aprile), di Vicenzo Vicari (dal 30 agosto al 1° gennaio 2021), e del Prix Manor Ticino (dall’8 novembre al 14 febbraio 2021).
Un programma, dunque, vario quello di Palazzo Reali, che va a confermare la ricca stagione d’arte di Lugano, che nel 2019 ha anche visto l’apertura del Musec a Villa Malpensata.

Didascalie delle immagini 
[Fig. 1] F. Hodler, Adorazione II, 1893-1894; [fig. 2] Giampietrino, Natività con due angeli, 1530-1535; [fig. 3] P.F. Mola, Socrate insegna ai giovani la conoscenza di sé, 1940-1650; [fig. 4] N. Toroni, Impronte di pennello n. 50, 1987. Foto Dona De Carli, Locarno

Informazioni utili
Museo d’arte della Svizzera italiana - sede di Palazzo Reali, via Canova, 10 - Lugano (Svizzera). – 6900 Lugano. Orari: martedì – domenica, ore 13:00 – 17:00. Ingresso gratuito (fino al 31.12.2019). Informazioni: +41 (0)58 866 4240, info@masilugano.ch. Sito internet: masilugano.ch


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