Nelle strade e nelle piazze del centro storico senese l'agenzia di comunicazione Giango ha posizionato ventiquattro pannelli con ritratti di uomini e donne fotografati in contesti e con stili fotografici differenti. Tutti sulla bocca al posto della mascherina hanno un QR Code; aprendolo sarà possibile vedere l’immagine originale e un video inedito girato durante la quarantena da alcuni protagonisti di questa edizione del festival fotografico senese.
«Le mascherine sotto forma di QR Code presenti in ogni pannello -racconta Luca Venturi, ideatore e direttore del Siena Awards- diventeranno così un modo per unire la città a tutto il mondo nonostante il Covid-19 e per tenere alto lo spirito di questa manifestazione, nata e cresciuta negli anni come una grande festa della fotografia internazionale con la partecipazione di centinaia di fotografi in arrivo da tutto il mondo, con grandi nomi pluripremiati».
Per questa edizione del festival sono state, inoltre, ideate otto mostre. Negli spazi espositivi dell’ex distilleria dello Stellino si terranno, per esempio, la rassegna «Imagine all the People Sharing all the World», con gli scatti più belli di questa edizione del concorso, e «Burning Dreams», personale della freelance italiana Carolina Rapezzi dedicata al deposito rottami di Agbogbloshie -ad Accra, capitale del Ghana-, diventato una delle discariche di rifiuti elettronici a cielo aperto più grandi del mondo. Nel chiostro della basilica di San Domenico, a pochi passi da piazza del Campo, sarà, invece, possibile vedere le mostre «Hong Kong Democracy Protests» di Kiran Ridley, sulla «lotta per la libertà» dei manifestanti di Hong Kong a seguito del progetto di legge per l'estrazione in Cina, e «Saving Orangutans», reportage di Alain Schroeder realizzato a Sumatra, in Indonesia, che documenta le contraddizioni del comportamento umano rispetto all’ambiente. Mentre gli spazi della storica Accademia dei Fisiocritici, tra i più importanti musei scientifici della Toscana, faranno da cornice a «Above us only Sky», con le più belle immagini aeree dell’edizione 2020 del «Drone Photo Awards», concorso riservato alla fotografia aerea unico al mondo nel suo genere. I bastioni della Fortezza medicea di Siena ospiteranno, poi, «I Wonder if You Can», una mostra di fotografia Fine Art con collage che esplora le meraviglie nascoste del mondo che ci circonda. L’Area Verde Camollia 85, infine, farà da scenario alla mostra del fotografo cileno Pedro Jarque Krebs, intitolata «The Other Refugees» e dedicata al dramma silenzioso che colpisce la vita di innumerevoli scimpanzè che subiscono abusi nei circhi o vengono sfruttati in campagne pubblicitarie. Un altro festival che racconterà la nostra vita ai tempi del Coronavirus è «Fotografica» a Bergamo, che per questo autunno ha in cantiere un’edizione speciale. Dal 16 ottobre all’8 novembre ProgettoZero presenterà in due luoghi simboli come piazza Vittorio Veneto e l’ospedale Papa Giovanni XXIII «CoviDiaries». Si tratta di un vero e proprio diario da sfogliare per rivivere i giorni più duri della lotta contro il Covid-19, un «nemico invisibile», ma terribilmente reale, che abbiamo affrontato, e ancora oggi stiamo affrontando, con un misto di fatalismo e di incredulità, ma anche con la voglia di guardare oltre.
Il racconto si articola in due tappe. In piazza Vittorio Veneto, cuore pulsante della città, sarà esposta la mostra «Le nostre vite sospese» con una trentina di scatti che narrano in ordine cronologico i giorni del lockdown, dal 21 febbraio, quando viene scoperto il primo caso italiano, al 3 giugno, quando il Paese torna a vivere una «nuova normalità» fatta di mascherine e distanziamento sociale. Le messe in streaming, le città di Roma o Venezia che cominciano a diventare deserte, le fabbriche che chiudono o convertono le loro produzioni, il collasso degli ospedali, le video-chiamate, gli striscioni sui balconi, l'Inno nazionale cantato dalle finestre sono alcuni dei soggetti ritratti.
Sotto la grande pergola esterna all’ingresso dell’ospedale Papa Giovanni XXIII, emblema nazionale della lotta contro il Covid, sarà, invece, allestita la mostra «Faccia a faccia con il virus», con sedici scatti che ritraggono i reparti di terapia intensiva, i «sopravvissuti» e il personale medico bergamasco, immortalato durante le estenuanti giornate lavorative della scorsa primavera. «Questo spazio - raccontano gli organizzatori- diventerà una grande volta celeste, nella quale le foto verranno disposte a creare la cosiddetta costellazione del medico: sei grandi stelle che formano una freccia. Un nastro dorato con affisse le immagini ne traccerà i punti cardine».
«Un diario della pandemia» è in mostra anche a Comabbio, in provincia di Varese. A Casa Lucio Fontana sono esposti, fino al prossimo 1° novembre, una quarantina di disegni a penna selezionati dal curatore Massimo Cassani tra le centodiciotto opere che l’artista milanese Giovanni Cerri, classe 1969, ha realizzato nei giorni della quarantena.
Su questi lavori, l’autore ha scritto appunti, ha annotato frasi sparse, ha segnato pensieri e nomi, ha fissato sensazioni ed emozioni.
Ci sono omaggi a opere d’arte che questa primavera sono state recluse nei musei serrati, come il «Cristo morto» di Andrea Mantegna o il Cenacolo di Leonardo da Vinci. Non mancano citazioni letterarie che raccontano di altre epidemie. È il caso del romanzo «I promessi sposi» di Alessandro Manzoni, con il cenno al Lazzaretto, luogo simbolico della peste del 1630. Ci sono, poi, riferimenti precisi, e in alcuni casi addirittura databili. Alcune ‘carte’ sono dedicate a papa Francesco, in quel 27 marzo tetro e piovoso della preghiera Urbi et Orbi, colto nella solitudine nel grande spazio deserto del sagrato di piazza San Pietro. Altre ricordano l’immagine che più di tutte ci ha raccontato la pandemia: la lunga fila di camion dell’esercito che, nel buio della sera, porta le bare fuori dalla città di Bergamo verso i crematori del nord Italia.
Su questi lavori, l’autore ha scritto appunti, ha annotato frasi sparse, ha segnato pensieri e nomi, ha fissato sensazioni ed emozioni.
Ci sono omaggi a opere d’arte che questa primavera sono state recluse nei musei serrati, come il «Cristo morto» di Andrea Mantegna o il Cenacolo di Leonardo da Vinci. Non mancano citazioni letterarie che raccontano di altre epidemie. È il caso del romanzo «I promessi sposi» di Alessandro Manzoni, con il cenno al Lazzaretto, luogo simbolico della peste del 1630. Ci sono, poi, riferimenti precisi, e in alcuni casi addirittura databili. Alcune ‘carte’ sono dedicate a papa Francesco, in quel 27 marzo tetro e piovoso della preghiera Urbi et Orbi, colto nella solitudine nel grande spazio deserto del sagrato di piazza San Pietro. Altre ricordano l’immagine che più di tutte ci ha raccontato la pandemia: la lunga fila di camion dell’esercito che, nel buio della sera, porta le bare fuori dalla città di Bergamo verso i crematori del nord Italia.
«Molti disegni, infine, -affermano gli organizzatori - raccontano l’assenza, il silenzio irreale di quei giorni: un carrello della spesa abbandonato, i parchi giochi senza bambini, le vie deserte, le piante e gli arbusti che crescevano liberamente per la mancata presenza degli uomini ‘invasori’, la desolazione di spazi inanimati». Uno scenario «inimmaginabile», questo, che sta al nostro buonsenso e alla nostra buona volontà non tornare a vivere.
[Fig. 1] 8 Aprile 2020 - Alla fine di marzo arriva nel porto di Genova la MSC Splendid. A bordo non ci sono turisti ma personale sanitario (come l’infermiera Francesca Simonetta, nella foto), camere attrezzate e tutti gli strumenti medici per gestire la pandemia: la nave traghetto infatti è stata trasformata in ospedale galleggiante, adatto all’assistenza dei pazienti in convalescenza o positivi al Covid-19. Da giorni Francesca lavora a bordo della Splendid e alla fine di uno stressante turno nell’area a rischio contagio rimuove con attenzione, come da protocollo, tutti i dispositivi di protezione, compresa la mascherina. Nel Regno Unito, il primo ministro britannico Boris Johnson è uscito dalla terapia intensiva ed è stato riportato al reparto generale al St Thomas Hospital, dove riceverà "un attento monitoraggio", riferisce Downing Street. Foto di Sergio Ramazzotti/Parallelozero. La foto è esposta a Bergamo nella mostra Covidiaries; [fig. 2] 27 Febbraio 2020 - Due passeggeri nella metropolitana di Milano. Nella capitale economica d’Italia si comincia a temere l’arrivo del contagio. Sempre più persone escono con la mascherina, e si diffonde una certa incredulità di fronte alla situazione. Il governo informa che le assenze degli alunni nei periodi di sospensione forzata delle attività didattiche non saranno conteggiate ai fini della validità dell'anno scolastico. Allo stesso modo, l'anno scolastico è comunque valido, anche qualora non dovesse raggiungere il minimo di 200 giorni previsti. Foto di Sergio Ramazzotti/Parallelozero. La foto è esposta a Bergamo nella mostra Covidiaries; [fig.3] 5 Aprile 2020 - Siamo a Roma, nel quartiere Esquilino, ma potremmo essere ovunque. Perché nel giorno in cui la curva dei contagi comincia a calare, il lockdown è ancora attivo e i tetti dei palazzi diventano sempre di più i luoghi della libertà, dell’incontro fugace, della chiacchiera all’aperto con il vicino. Ma all’orizzonte si inizia a intravedere una luce e il professor Brusaferro dell’Istituto Superiore di Sanità dichiara oggi che “se questi dati si confermeranno dovremo cominciare a pensare alla fase 2”. Intanto, nel giorno in cui i morti superano quota 15mila, in Lombardia si impone di uscire solo con la mascherina. Foto di Daniele Zendroni/Parallelozero. La foto è esposta a Bergamo nella mostra Covidiaries; [fig. 4 e fig. 5] «Non potevamo immaginare l'inimmaginabile» nel centro storico di Siena; [fig. 6, fig. 7 e fig. 8] Giovanni Cerri, Diario della pandemia, 2020, penna su carta, cm. 35x50
Informazioni utili
Non potevamo immaginare l'inimmaginabile. Siena Award 2020. Centro storico - Siena. Quando: tutti i giorni, tutto il giorno. Ingresso libero. Sito internet: www.festival.sienawards.com. Fino al 29 novembre 2020.
CoviDiaries. Piazza Vittorio Veneto e Ospedale Papa Giovanni XXIII - Bergamo. Quando: tutti i giorni, tutto il giorno.Ingresso libero. Sito internet: www.covidiaries.it | www.fotograficafestival.it. Dal 16 ottobre all'8 novembre 2020.
Giovanni Cerri. Diario della pandemia. Quaranta disegni durante l’isolamento. Casa Lucio Fontana, via Lucio Fontana, 450 - Comabbio (Varese). Orari di apertura al pubblico: sabato e domenica, dalle ore 10.00 alle 12.30 e dalle ore 16.00 alle 18.30. Ingresso libero con obbligo di mascherina. Per informazioni: info@ilborgodiluciofontana.it. Sito internet: https://www.ilborgodiluciofontana.it/. Fino al 1° novembre 2020.