ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

mercoledì 3 febbraio 2021

Dieci anni di «Inventario», il bookzine di Foscarini Spa dove «tutto è progetto»

«Inventario non è una rivista, Inventario non è un libro. Inventario è un nuovo progetto editoriale che getta uno sguardo illuminato e libero sulla scena del design». Così la veneziana Foscarini Spa, azienda che illumina la nostra vita con le sue lampade decorative, presentava nel 2010 il suo originale house organ, nato dall’incontro con la casa editrice Corraini di Mantova e l'architetto ferrarese Beppe Finessi, docente al Politecnico di Milano.
Dieci anni dopo, l'inedito bookzine, che nel 2014 si è aggiudicato anche il prestigioso Compasso d'oro ADI per l'editoria di settore, continua a rappresentare una singolare voce «fuori dal coro» per chi si occupa di indagare la cultura del progetto nelle sue varie sfaccettature. «Tutto -raccontano, infatti, da Foscarini Spa - è progetto perché ogni opera – sia essa di design, di architettura, di fotografia, di arte in generale – nasce come dialogo tra un concetto e una forma. Tutto è ‘inventariabile’, perché niente – in quest’ottica di scambio reciproco tra le diverse manifestazioni del creare – ha maggiore o minore dignità. Tutto ha valore. Da tutto si può apprendere».
In questi giorni, «Inventario» esce nei migliori bookshop del mondo con il suo quindicesimo numero, ulteriore tappa di un viaggio elegantemente raffinato nel mondo, sempre in fermento, della creatività internazionale, analizzata e raccontata con sguardo attento e curioso.
A metà tra libro e magazine, con un format originale e indipendente, la pubblicazione continua anche con la nuova uscita a offrire contributi critici inediti, mantenendo sempre alta la qualità dei contenuti offerti, ma soprattutto garantendo la totale libertà nella ricerca, nei temi e negli approfondimenti proposti con una linea progettuale estremamente coerente e ricca di spunti.
Ancora oggi nel bookzine di Foscarini Spa si respira, dunque, quell’aria frizzante che lo portò a vincere il Compasso d'oro ADI per la capacità di «sintetizzare argomenti culturalmente elevati con leggerezza, illustrandoli con una forte identità visiva e qualità del prodotto editoriale».
Il nuovo numero è anche quello della festa del decennale, un anniversario importante che porta con sé ricordi e considerazioni: «Era il 2009 e volevamo rinnovare il nostro house organ – ricorda a tal proposito Carlo Urbinati, presidente di Foscarini Spa -. Gli incontri con Beppe Finessi e, a seguire, con l’editore Corraini e il grafico Artemio Croatto di Designwork hanno da subito acquisito l’energia di una valanga, che ci ha portato dal debutto di Inventario ad agosto 2010 fino al Compasso d’oro del 2014 assegnatoci per l’editoria di design. Ai contributori tutti va il nostro grazie riconoscente: per aver creato un bookzine di pensiero che, proponendo ‘inventari analitici’ di progetti, aspira a suscitare associazioni. Questo quindicesimo numero segna quindi anche il decennale di Inventario: il nostro augurio è che sia solo il primo».
Da sempre la pubblicazione, disponibile in italiano e inglese, non parla di Foscarini Spa, presente solo in apertura e chiusura attraverso l'interpretazione di fotografi internazionali, uno diverso per ogni numero, ma si fa portavoce dei valori dell’azienda, con la volontà di praticare i territori dell’innovazione e della ricerca, come è nello spirito della realtà veneta, con sede a Marcon, che da sempre fa della promozione culturale una delle sue cifre stilistiche, come provano la collaborazione con il Museo Poldi Pezzoli e con la Biennale di Venezia.
Le immagini che aprono e chiudono il numero quindici di «Inventario» sono di Valentina Sommariva, fotografa milanese che riflette nei suoi progetti, in particolare, sull'identità e sulla relazione tra persone, oggetti e ambiente.
La storia di copertina, a cura di Luca Cotini e con un testo di Stefano Salis, parla della classica matita di legno, «piccolo oggetto quotidiano, portatore sano di storie, aneddoti e meraviglie, che a saperle scovare riservano stupore e gratitudine», «bacchetta magica, piena di sogni, di evoluzioni, di linee, di idee».
Con testi brevi ed efficaci e un ricco corredo di fotografie, nelle sue più di ottanta pagine il nuovo volume prosegue con una sorta di reportage dal titolo «Rimbalzi», che porta lo stile del social Pinterest sulla carta. Beppe Finessi esplora i significati della relazione tra «pieno» e «vuoto», «visibile» e «invisibile» mettendo a confronto immagini come «4514 cm. di Cenerentola» (1997) di Laura Matei, «Pliant de voyage» (1916 / 1964) di Marcel Duchamp e «Le orecchie di Jasper Johns» (1966) di Michelangelo Pistoletto
In «Accoppiamenti giudiziosi», Stefania Di Maria raccoglie, dunque, opere accomunate dal tema del no; mentre «Inventario per autori» propone un originale manuale di progettazione, con diciotto chiavi di lettura, che attraversa l’intera opera di Corrado Levi, architetto, artista, curatore, designer e collezionista, che ha sfidato e continua a sfidare le regole restrittive delle singole discipline, aprendo di volta in volta nuove possibilità espressive nella cultura contemporanea. A sua volta, Corrado Levi presenta attraverso i suoi «Perché» la «Seduta da bordo strada» di Lina Bo Bardi, realizzata nel 1967.
Dopo aver raccontato l’arancione e il verde negli scorsi numeri, la rubrica «Cromie» di Manolo De Giorgi si sofferma, ora, su opere, oggetti e spazi caratterizzati dal marrone, un colore – quello della terra, del legno e della pelle - che non passa da un’unica formula, ma che è frutto di varie alchimie. «Ci si arriva - si legge, infatti, su «Inventario» - da così tante strade! Posso mescolare l’arancio con il blu, combinare il verde con il rosso, aggiungere del giallo a del viola, o dosare un 40% di rosso con un 40% di blu e completarlo a volontà con del giallo per ottenere il tono più o meno profondo che desidero».
Proseguendo nella lettura, si trova la sezione «Normali meraviglie», firmata da Paolo Bocchie e con disegni di Marco Manini, dove  oggetti comuni – dal cavatappi al campanello, dall’àncora alla mirrorball – vengono trasformati in «Anonimi poetici», astraendoli attraverso immagini e versi. In «Miti d’oggi», poi, Francesca Picchi racconta James Irvine, ripercorrendo le tappe del suo lavoro di designer; mentre le «Brevi note» di Giulio Iacchetti sono dedicate alla pipa, con una selezione di dodici modelli iconici.
In «Lezioni», Alberto Meda descrive la sua idea di industrial design attraverso alcuni dei progetti sviluppati nel corso della sua carriera. Mentre protagonista di «Temporalia» di Elisa Testori è lo scotch: materiale caro agli artisti contemporanei, lo scotch può diventare progetto e oggetto di attenzioni anche da parte di grafici e designer che se ne servono per modificare, per saldare, per coprire, per comporre, per giocare e lo ripensano. Gli «Altri sguardi» di Roberta Valtorta, infine, sono dedicati alle giostre e alla loro forza evocativa, tra viaggio, gioco, sogno.
Alla raccolta di «Inventario» si aggiunge così un nuovo numero da sfogliare, leggere, collezionare, per scoprire che «tutto è progetto», perché ogni cosa nasce da un’idea e dallo successivo studio per renderla realtà.

Informazioni utili 
Inventario 15 | Tutto è progetto. ISBN:  9788875708801. Editore: Corraini, Mantova. Curatore: Beppe Finessi. Book Design: Designwork. Lingua: italiano e inglese. Rilegatura: brossura. Pagine: 160. Formato 21 x 27. Prima Edizione: 2020. Sito internet: https://www.foscarini.com/it/culture/inventario/

martedì 2 febbraio 2021

#AMAmbassador, il contest letterario per raccontare i musei dal punto di vista degli abbonati

 I musei e i luoghi d’arte custodiscono storie preziose. Non sono solo quelle delle collezioni e delle architetture, ma anche quelle di chi rende vivi, con la sua curiosità e la sua sete di conoscenza, questi posti: i visitatori. Proprio per raccogliere e raccontare le loro storie, Abbonamento musei indice il contest letterario #AMAmbassador.
Fino al 28 febbraio, gli abbonati potranno caricare un racconto della lunghezza di una cartella (ovvero 1.800 battute) narrando un’esperienza importante vissuta grazie alla tessera Abbonamento musei: un incontro speciale, una giornata fuori dall’ordinario, un’esperienza fortunata, una visita rimasta particolarmente impressa, un’avventura rocambolesca, tutto quello che rende un’esperienza unica la visita a un museo. Insieme al testo, gli abbonati potranno allegare una foto di quel momento. 
Il progetto di selezione e del successivo editing si svolge in collaborazione con la Scuola Holden. Due studentesse sono, infatti, state incluse nella giuria che sceglierà tre racconti a settimana, uno per ciascuna regione coinvolta (PiemonteLombardia e Valle d’Aosta), che saranno pubblicati sui canali social di AM nella rubrica #AMAmbassador. In palio per le quattro storie migliori il kit dell'ambassador composto da gadget targati Abbonamento musei.
L’iniziativa #AMAmbassador, che da ottobre 2020 invita gli abbonati a condividere nelle proprie stories la foto della tessera in una piazza o in un parco, di fronte a un monumento o al cospetto dell’opera d'arte preferita, si inserisce nell’ambito di AMplify, l’informazione di Abbonamento musei nato per conoscere da vicino le istituzioni culturali tra novità, consigli utili e cose belle. Un nuovo canale di informazione tramite il sito, la newsletter e i social, con novità, approfondimenti, collaborazioni, notizie inedite: un racconto vivace e periodico a favore degli abbonati e, insieme, di tutte le persone che hanno voglia di informarsi e scoprire il mondo delle istituzioni culturali e delle loro proposte.
Dall’inizio di dicembre, attraverso una serie di appuntamenti in diretta Instagram, la direttrice di Abbonamento musei Simona Ricci, conversa con alcuni dei direttori delle istituzioni del circuito. Si tratta di dialoghi dedicati alle progettualità in corso e future, nonostante e anche a causa della chiusura: una sorta di viaggio alla scoperta di quanto un museo possa e debba essere un «cantiere», in continuo aggiornamento.
A fine 2020 si è tenuto, invece, «Disegniamo l’arte», l’iniziativa rivolta ai più piccoli per scoprire i musei del territorio.
Le rubriche si alternano nei contenuti e nei format perché la cultura possa essere raccontata a tutti: dai grandi ai piccoli, dagli esperti ai curiosi.
La tessera di Abbonamento musei è in vendita con la possibilità per tutti di acquistare un abbonamento e attivarlo più avanti con la garanzia della proroga di validità automatica nel caso la chiusura dei musei si prolungasse.
Ma che cosa è nello specifico Abbonamento musei? È la carta all you can visit che dà libero accesso all’offerta culturale di un’intera regione, ogni volta che lo si desidera, trecentosessantacinque giorni l’anno. Si tratta di un’iniziativa unica in Italia, con oltre quattrocentocinquanta realtà, fra musei, residenze reali, castelli, giardini e fortezze diffuse sul territorio a beneficio degli abbonati, veri e propri ambasciatori del cultural lifestyle, che mette al centro la cultura e la socialità che la cultura porta con sé.
Nato a Torino e in Piemonte nel 1995 e curato dall’associazione omonima, in più di vent’anni Abbonamento musei ha raggiunto un grandissimo successo commerciale e di popolarità, coinvolgendo più di 300mila abbonati: il numero degli ingressi l’anno, che nel 2019 ha superato (complessivamente) quota 1.000.000, racconta più di ogni altro dato l’efficacia e la funzione sociale del progetto.
Grazie a oltre due decenni di iniziative, ampliamento dell’offerta e promozioni dedicate, si è riusciti a trasformare il rapporto tra pubblico e musei, con benefici evidenti in termini di risorse economiche rilevanti da reinvestire nella cultura e opportunità di visibilità e coinvolgimento anche dei musei più piccoli o particolari. Un modello di successo da replicare, che dal 2015 è stato riproposto a Milano e in Lombardia e dal 2019 in Valle d’Aosta, sempre a cura dall’associazione Abbonamento musei. 
La tessera è considerata dagli utenti e dagli addetti ai lavori lo strumento migliore per accedere ai circuiti museali e stimolare l’esplorazione del territorio con gite fuori porta e visite, per vivere a 360° un’intera regione. Un modo di sperimentare l'arte che ora può essere raccontato dagli utenti attraverso un contest letterario.

Informazioni utili 
Video istituzionali 

lunedì 1 febbraio 2021

Zona gialla, riaprono i musei in altre undici regioni. «Ora o mia più» per il Polittico Griffoni a Bologna; i musei civici di Milano rimandano l'appuntamento con i visitatori

È un’Italia quasi tutta in zona gialla quella uscita dall’ultima cabina di regia del ministero della Salute, dopo il monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di sanità. Da lunedì 1° febbraio si amplia, dunque, il numero delle regioni soggette al livello minimo di restrizioni. Dopo Basilicata, Campania, Molise, Sardegna, Toscana e provincia autonoma di Trento, tornano a una parvenza di normalità anche Abruzzo, Calabria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Marche, Piemonte, Veneto, Valle d’Aosta, Lazio e Lombardia. Restano, invece, in zona arancione Puglia, Sicilia, Sardegna, Umbria e provincia autonoma di Bolzano.
Con il Dpcm del 14 gennaio, zona gialla significa anche musei aperti, ma solo nei giorni feriali, dal lunedì al venerdì, e con ingressi contingentati, mascherina e distanziamento sociale. Sono tante le realtà del nostro Paese che da lunedì 1° febbraio - dopo ottantotto giorni di chiusura, la pausa più lunga dalla Seconda guerra mondiale -, ritornano ad accogliere i visitatori.

ROMA - Tra i primi a ripartire c’è il Sistema musei di Roma capitale, un insieme estremamente diversificato di luoghi museali e siti archeologici di indubbio valore artistico e storico, del quale fanno parte, tra l’altro, il Museo dell’Ara Pacis, i Mercati di Traiano, la Galleria d’arte moderna e il Museo di Roma a Palazzo Braschi, ma anche piccole realtà con collezioni preziose come il Museo napoleonico, il Museo di scultura antica Giovanni Barracco, il Museo Carlo Bilotti, il Museo Pietro Canonica e il Museo delle Mura.
Sarà così possibile rivedere l’esposizione «Il tempo di Caravaggio. Capolavori della collezione Roberto Longhi», con il celebre dipinto «Ragazzo morso da un ramarro» (prorogata fino al 2 maggio), la rassegna «Lockdown Italia» (fino al 28 febbraio) e la splendida mostra «I marmi Torlonia. Collezionare capolavori» (fino al 29 giugno), tutte e tre allestite ai Musei capitolini.
Altre mostre già inaugurate nei mesi passati, prima della chiusura, da non perdere sono «La signora dell’arte. Opere dalla collezione di Bianca Attolico da Mafai a Vezzoli» (fino al 5 aprile) al Casino dei Principi, «Per gioco. La collezione di giocattoli della Sovrintendenza capitolina» (fino al 28 febbraio) a Palazzo Braschi, «Un mondo fluttuante. Opere su carta di Anna Onesti» (fino al 28 marzo) alla Casina delle Civette, «Sten Lex. Rinascita» alla Galleria d'arte moderna (fino al 28 marzo),  «Sulle tracce del crimine. Viaggio nel giallo e nero Rai» (fino al 14 marzo) e «Roma. Massimo Siragusa» (fino al 14 marzo) al Museo di Roma in Trastevere, «Cruor. Renata Rampazzi» al Museo Carlo Bilotti (fino al 28 febbraio),  «Rami. Veronica Montanino» (fino al 28 marzo) ai Musei di Villa Torlonia. 
Tra le novità si segnala, invece, l’unica tappa italiana della mostra «Kosef Koudelka. Radici», organizzata da Contrasto e Magnum Photos, al via proprio il 1° febbraio, alle ore 14, al Museo dell’Ara Pacis. Con oltre cento spettacolari immagini panoramiche, l’esposizione documenta lo straordinario viaggio del maestro ceco alla ricerca delle radici della nostra storia attraverso diciannove Paesi e un centinaio di siti archeologici tra i più rappresentativi della storia del Mediterraneo.
È, invece, dedicata agli scavi promossi da Bonaparte a Roma la mostra «Napoleone e il mito di Roma», ospitata dal 4 febbraio ai Mercati di Traiano - Museo dei Fori imperiali. L’esposizione, promossa in occasione del bicentenario della morte dell’imperatore francese, vede la curatela di Claudio Parisi Presicce, Simone Pastor, Massimiliano Munzi e Nicoletta Bernacchio, che hanno analizzato il contesto culturale e letterario della seconda metà del XVIII secolo, quando l’Urbe diventa città imperiale seconda solo a Parigi, con approfondimenti sugli scavi del settore centrale della Basilica Ulpia o sull’egittomania dell’imperatore francese.
A Roma riaprono anche i Musei Vaticani, il Parco archeologico del Colosseo e il Chiostro del Bramante, dove sarà possibile tornare a vedere una bella personale su Bansky (fino all’11 aprile), l’artista ‘sconosciuto’ che ha conquistato il mondo grazie a opere intrise di ironia, denuncia, politica, intelligenza e protesta come «Love is in the Air» , «Girl with Balloon», «Queen Vic», «Napalm», «Toxic Mary» e «HMV».
Tra i musei capitolini in procinto di riaprire c’è anche la Galleria Borghese con il cartellone «Ci siete mancati», due settimane di eventi speciali. Tutte le mattine, a mezzogiorno, la direttrice Francesca Cappelletti, in alternanza con uno storico dell’arte o un restauratore del museo, racconterà brevemente il dipinto «Danza campestre» di Guido Reni, appena acquisito, le sue vicende e la riscoperta sino al ritorno nella collezione del cardinale Scipione Borghese. L’appuntamento quotidiano è nella Loggia del Lanfranco, dove il quadro è temporaneamente allestito prima della sua collocazione definitiva accanto ad artisti bolognesi, da Annibale Carracci a Domenichino, fondamentali per comprendere la fase di sperimentazione sul paesaggio come genere pittorico nei primi anni del Seicento. Inoltre, tutti i pomeriggi, alle ore 16, sono previste delle mini visite tematiche a sorpresa nelle sale del museo, tutte riaperte, realizzate dai funzionari della galleria.
A Roma riapre anche  «Leonardo da Vinci. Il genio e le invenzioni – Le grandi macchine interattive» (dal lunedì al venerdì, dalle ore 09.30 alle 14.00 e dalle ore 16.00 alle 19.00),allestita a  Palazzo della Cancelleria.  

MILANO (aggiornato il  4 febbraio, alle ore 14.00) 
- Una scelta differente è stata quella fatta inizialmente da Milano, dove i musei civici - dal Castello sforzesco a Palazzo reale, dal Museo del Novecento alla Gam - sarebbero dovuti rimanere chiusi fino a marzo. L’assessore alla Cultura Filippo Del Corno aveva motivato questa sua decisione in una lettera pubblicata sul «Corriere della Sera», affermando che «la ripresa delle attività culturali va sottratta alla frammentazione estemporanea dei repentini mutamenti della fascia di rischio». In quest’ottica, la città propone - aveva scritto ancora l’assessore milanese - «un mutamento prospettico e un’indicazione di metodo», ritendendo «necessaria una calendarizzazione affinché i luoghi della cultura possano programmare la ripresa con tempi adeguati, e senza correre il rischio di dover nuovamente chiudere dopo una manciata di giorni per un peggioramento degli indicatori sanitari». Nel capoluogo lombardo si stava, dunque, lavorando per promuovere un’«apertura coordinata e compatta» di tutti i musei cittadini, pubblici e privati. La data individuata era quella della prima settimana di marzo, nei giorni di MuseoCity.
Sempre attraverso le pagine del «Corriere della Sera», Filippo Del Corno aveva anche chiesto al Governo di estendere per Decreto l’apertura dei musei ai giorni festivi: «nell’attuale assenza di turisti e i visitatori, -aveva spiegato l’assessore milanese - le sale riaprono esclusivamente le porte ai cittadini, per i quali è preferibile visitare i musei il sabato e la domenica, piuttosto che in una quotidianità feriale ancora fortemente condizionata dalla pandemia».
Nel capoluogo lombardo, inizialmente, avrebbero dovuto, dunque, aprire solo Pirelli HangarBicocca, con la mostra di Chen Zhen, (da mercoledì a venerdì, dalle ore 10.30 alle ore 20.30), la Triennale (martedì-mercoledì, ore 11.00-20.00; giovedì-venerdì ore 11.00-21.30) e le Gallerie d’Italia, dove da giovedì 4 febbraio sarà possibile vedere le mostre «Tiepolo, Venezia, Milano, l’Europa» (fino al 2 maggio) e «Ma noi ricostruiremo. La Milano bombardata del 1943 nell’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo» (fino al 16 maggio). All'elenco si è aggiunto, poi, il Museo Poldi Pezzoli (da lunedì a venerdì, ore 10.00 - 13.00 e ore 14.00 -18.00), dove dal 4 febbraio riaprirà le porte la mostra «Mantegna ritrovato». 
A questo punto anche il Comune ha fatto un passo  indietro, studiando un percorso di graduale ripartenza, che culminerà nei giorni di MuseoCity, con l'inaugurazione dell'attesa mostra «Le signore dell’arte. Storie di donne dal '500 al '600» , una grande produzione dedicata alle artiste vissute in quel periodo: Artemisia Gentileschi, Sofonisba Anguissola, Lavinia Fontana, Elisabetta Sirani, Fede Galizia, Giovanna Garzoni e molte altre ancora. 
Il 9 febbraio, da martedì a venerdì, riapriranno così varie mostre, alcune allestite durante il periodo di chiusura, mai aperte al pubblico e visitabili fino ad oggi solo in forma virtuale: «Divine e Avanguardie. Le donne nell’arte russa» e «Prima, donna. Margaret Bourke-White» a Palazzo Reale (ore 10-19.30), «Carla Accardi. Contesti» al Museo del Novecento (ore 10-19.30), «Giuseppe Bossi e Raffaello» al Castello sforzesco (ore 10-17.30), «Sotto il Cielo di Nut. Egitto divino» al Museo archeologico (ore 10-17.30), «Orticanoodles. Inside» allo Studio Museo Francesco Messina, «La prima stagione di Gianni Dova» alla Casa Boschi di Stefano (orario 10-17.30), «La grande strada Inca» al Mudec (Sala Khaled Assad). Sempre il 9 febbraio aprirà la Pinacoteca di Brera (dal martedì al venerdì, ore 9.30-18.30; ultimo ingresso ore 17.00 | con prenotazione obbligatoria su brerabooking.org.
A partire dal 16 febbraio, sempre da martedì a venerdì, sarà di nuovo possibile visitare o riscoprire le collezioni permanenti di Castello Sforzesco (orario 10-17.30), l'Acquario civico (orario 10-17.30), la Galleria d’arte moderna (ore 10-17.30), Palazzo Moriggia - Museo del Risorgimento (ore 10-17.30), Palazzo Morando Costume Moda Immagine (ore 10-17.30) e il Pac - Padiglione d'arte moderna con la mostra «Luisa Lambri. Autoritratto»  (ore 10-19.30).
Il 2 marzo, infine, si aprirà una settimana speciale dedicata all’apertura del sistema museale cittadino, in concomitanza con Milano Museo City, che vedrà protagonisti il Museo del Novecento e il Museo di storia naturale, con riallestimenti e nuove sezioni. 
Tra i musei che riaprono in Lombardia ci sono anche la Fondazione Palazzo Te a Mantova (lunedì, ore 13.00-19.00; martedì-venerdì, ore 9.00-19.30) e la Gamec a Bergamo (mercoledì e giovedì, ore 15.00-20.30; venerdì, ore 10.00-20.30), dove rimarrà allestita fino al prossimo 28 febbraio la mostra «Ti Bergamo», una riflessione sul senso di comunità e sul come la città ha affrontato l'emergenza sanitaria per il Covid.

BOLOGNA
-  «Ora o mai più» è l'espressione scelta da Genus Bononiae. Musei nella città per informare che da lunedì 1° febbraio riapre, finalmente, anche la grande mostra «La riscoperta di un capolavoro», che ha riportato a Bologna, dopo trecento anni, le sedici tavole che compongono il «Polittico Griffoni» di Francesco del Cossa ed Ercole de’ Roberti, provenienti da nove musei, la metà dei quali fuori dai confini nazionali: la National Gallery di Londra, la Pinacoteca di Brera a Milano, il Louvre di Parigi, la National Gallery of Art di Washington, la collezione Cagnola di Gazzada (a Varese), i Musei vaticani, la Pinacoteca nazionale di Ferrara, il Museum Boijmans Van Beuningen di Rotterdam e la collezione Vittorio Cini di Venezia.
Grazie alla proroga dei prestiti, l'esposizione sarà visibile ancora per due settimane, fino al prossimo 15 febbraio, con orari allungati – dal lunedì al venerdì, dalle ore 8.00 alle ore 21.30 – e la possibilità di prenotare una visita guidata nelle giornate di giovedì 4 e 11 febbraio, alle ore 18.30 (costi: 8 € attività + € 10 di ingresso ridotto), e, in fascia mattutina, martedì 9 febbraio, alle ore 10.00, e lunedì 15 febbraio, alle ore 8.45 (costi: 8 € attività + 4 € di colazione al Caffè letterario di Sebastiano Caridi + € 10 di ingresso ridotto).
L’appuntamento è di quelli da non perdere per ammirare l'espressività potente e raffinata di Francesco del Cossa e del suo aiutante Ercole de’ Roberti, che con il loro stile così innovativo per il tempo, di grande realismo, ci restituiscono un gruppo di santi eleganti e solenni, da San Pietro a Santa Lucia, da San Giovanni Battista a Santa Caterina d’Alessandria, da Sant’Antonio a Santa Apollonia. «Con il Polittico – spiega, infatti, Mauro Natale, curatore della mostra- si inventa un nuovo canone di resa dello spazio e dei volumi. La strada verso la modernità indicata dai due ferraresi può considerarsi alternativa a quella di Piero della Francesca e Andrea Mantegna».
Riapre anche, all’Oratorio di Santa Maria della Vita, «Criminis Imago. Le immagini della criminalità a Bologna», cento potenti scatti in bianco e nero dei fotoreporter Walter Breveglieri e Paolo Ferrari che disegnano la mappa di cinquant'anni anni di crimine nella città, mentre nella chiesa sarà nuovamente visitabile il «Compianto sul Cristo Morto» di Niccolò dell’Arca. Riapriranno anche Palazzo Pepoli, San Colombano (con la sua collezione Tagliavini di strumenti antichi), Palazzo Pallavicini con la mostra monografica su Vittorio Corcos (prorogata fino al 27 giugno del 2021), e tutte le sedi dell’Istituzione Bologna Musei: Mambo (martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, ore 14.00-19.00), Casa Morandi (giovedì e venerdì, ore 14.00-19.00), Museo per la memoria di Ustica (giovedì e venerdì, ore 14.00-19.00), Archeologico (lunedì e mercoledì, ore 10.00-14.00; giovedì, ore 14.00-19.00; venerdì, ore 10.00-19.00), Medievale (martedì, mercoledì, giovedì, ore 10.00-18.30; venerdì ore 10.00-19.00), Collezioni comunali  (martedì, mercoledì, giovedì, ore 10.00-18.30; venerdì ore 10.00-19.00), Davia Bargellini (martedì, mercoledì, giovedì, ore 9.00-14.00; venerdì, ore 10.00-19.00), Museo internazionale e biblioteca della musica (martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, ore 11.00-13.30 e 14.30-18.30), Museo del patrimonio industriale (lunedì, venerdì, ore 10.00-18.00), Museo civico del Risorgimento (martedì, giovedì, ore 14.00-18.00; venerdì, ore 10.00-14.00).
Nel capoluogo bolognese sarà, infine, possibile tornare ad ammirare la mostra «Monet e gli Impressionisti. Capolavori dal Musée Marmottan Monet, Parigi» (dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.00 alle ore 20.00), allestita fino al 21 febbraio a Palazzo Albergati. La domenica, invece, continuano gli speciali appuntamenti Art.Live! con il critico Sergio Gaddi: il 7, il 14 e il 21 febbraio si potrà ancora partecipare a speciali visite guidate on-line in diretta pensate soprattutto per chi - vivendo fuori regione – non avrà la possibilità di recarsi a Bologna e visitare la mostra dal vivo.
A Parma, la Capitale italiana della cultura 2020 + 2021, si potrà entrare nuovamente in Palazzo Tarasconi e ammirare un'ottantina di dipinti e quattro sculture di Antonio Ligabue, opera capaci di analizzare i temi che più hanno caratterizzato la sua parabola artistica, dagli autoritratti ai paesaggi, dagli animali selvaggi a quelli domestici. Una monografica sull'artista emiliano, capace di emozionarci con una pennellata di colore e di trasportarci all’interno del suo mondo genuino e visionario, riaprirà anche al Palazzo dei Diamanti di Ferrara. Ritornando a Parma saranno di nuovo visitabili, dal 3 febbraio, anche i musei civici (dal lunedì al venerdì, dalle ore 10 alle ore 19), tutti a ingresso gratuito: Pinacoteca Stuard, Castello dei burattini – Museo Giordano Ferrari, Museo dell’opera, Casa del suono e Museo Casa natale Arturo Toscanini. 

TORINO –All’ombra della Mole Antonelliana riaprono tutte e tre le sedi della Fondazione Torino Musei (il mercoledì e il giovedì, dalle 11.00 alle 19.00; il venerdì, dalle 11.00 alle 20.00), dove sarà allestita «Stasi creativa» (fino al 12 febbraio), la collettiva di Artissima 2020.
 A Palazzo Madama sarà, inoltre, possibile tornare a visitare la più importante mostra internazionale di fotogiornalismo al mondo: «World press Photo Exhibition 2020» (fino al 14 marzo); mentre Il 5 febbraio inaugurerà, in Sala Atelier, «Ritratti d'oro e d'argento. Reliquiari medievali in Piemonte, Valle d’Aosta, Svizzera e Savoia», rassegna organizzata in partnership con il Museo del Tesoro della Cattedrale di Aosta e in collaborazione con la Consulta regionale per i Beni culturali ecclesiastici Piemonte e Valle d’Aosta. 
Alla Gam, oltre alle collezioni permanenti del Novecento, sarà visibile, in Wunderkammer, la mostra «Photo action per Torino 2020», una chiamata alle arti ideata dai fotografi Guido Harari e Paolo Ranzani per sostenere il progetto «Fondo straordinario Covid-19»; mentre in Videoteca prosegue la personale dedicata ad Alighiero Boetti
Al Mao – Museo d’arte orientale riapre, infine, la grande esposizione «China goes Urban. La nuova epoca della città», che propone al pubblico una prospettiva nuova e ampia mettendo in relazione la cultura della Cina tradizionale con le imponenti trasformazioni delle città cinesi contemporanee.  In queste sale, dal 3 febbraio, aprirà anche la mostra «In punta di pennello, in punta di lama», rotazione di paraventi e di spade giapponesi. Tra i pezzi più pregiati esposti ci sono un'imponente katana koto, della scuola Soden Bizen operante nel periodo Muromachi, e una wakizashi Shinto firmata Omi Daijo Fujiwara Tadahiro, della scuola Hizen Tadayoshi (1645).
Ai nastri di partenza ci sono anche i Musei reali, dove sono allestite ben quattro mostre. Si inizia con «Capa in color» (prorogata fino al 30 maggio), la monografica dedicata al fotografo di fama mondiale
Robert Capa
, nata da un progetto di Cynthia Young, che presenta per la prima volta in Italia oltre centocinquanta immagini a colori, lettere personali e appunti dalle riviste su cui furono pubblicate queste fotografie. 
Prosegue anche, a partire da lunedì 8 febbraio, l’omaggio a Raffaello (fino all’11 aprile), artista del quale nel 2020 si sono ricordati i cinquecento anni dalla morte, con una mostra che illustra la diffusione in Piemonte dei modelli derivati dalla sua opera con dipinti, incisioni e oggetti di arte decorativa dalla prima metà del Cinquecento alla fine dell’Ottocento. 
Ai Musei reali si possono, poi, vedere il progetto «TOward2030. What are you doing?», ideato da Lavazza e dalla Città di Torino per diffondere la cultura della sostenibilità attraverso il linguaggio della street art, e la mostra «Beyond Walls - Oltre i muri», personale dell’artista franco-svizzero Saype
A Torino riapre anche Camera – Centro italiano per la fotografia, dove è allestita la mostra «Paolo Ventura. Carousel» (prorogata al 28 febbraio), omaggio a uno degli artisti italiani più riconosciuti e apprezzati in Italia e all'estero, del quale saranno visibili oltre duecento fotografie, centocinquanta maquette e la nuova e inedita serie «War and Flowers», una sorta di diario della quarantena nel quale reperti di guerra vengono affiancati alla delicatezza dei fiori. Per offrire un segnale e un'opportunità ai più giovani, la realtà espositiva piemontese offrirà, inoltre, una speciale tariffa d'ingresso a un euro valida per i visitatori dai 13 ai 26 anni. 
Riaprono al pubblico anche il Museo egizio (lunedì, dalle  ore 9.00 alle oe 14.00, da martedì a venerdì, ore  9.00-18.30), che per la prima settimana di visite propone il biglietto di ingresso gratuito, il Castello di Rivoli (il giovedì e il venerdì, dalle ore 12 alle ore 20), che nei giorni scorsi si era candidato come presidio sanitario per le vaccinazioni anti-Covid, e Viadellafucina16, il condominio-museo nel quartiere di Porta Palazzo, dove è allestita attualmente la mostra «Gentilivicini», fino ad oggi accessibile solo ai residenti. 

GENOVA (aggiornato giovedì 4 febbraio 2021, alle ore 15.15)
 - A Genova riapre Palazzo Ducale con la rassegna «Michelangelo. Divino artista» (fino al 2 maggio), curata da Cristina Acidini con Elena Capretti e Alessandro Cecchi: un percorso espositivo con sculture, disegni autografi, carteggi e scritti originali, che pone attenzione non solo alla figura del maestro rinascimentale, ma anche agli incontri eccezionali che costellano la sua biografia, da Lorenzo il Magnifico a Francesco I di Valois, da papa Leone X a Giulio II. In mostra sono presenti due straordinarie sculture in marmo: la «Madonna della Scala» (1490 circa), capolavoro giovanile dell’artista conservato in Casa Buonarroti a Firenze, e il «Cristo redentore» (1514-1516), custodito nella chiesa di San Vincenzo Martire a Bassano Romano (Viterbo).
Mentre da mercoledì 3 febbraio, nel Sottoporticato di Palazzo Ducale, sarà possibile vedere la mostra performativa «Edipo. Io contagio», un percorso straordinario fatto di parole, imponenti elementi scenografici, frammenti di tragedia, performer dentro teche di cristallo, nato da un’idea di Davide Livermore a partire dalla tragedia greca l’«Edipo Re» di Sofocle, specchio implacabile del nostro tempo con la sua ambientazione in una città, Tebe, devastata da un'inarrestabile pestilenza. «La mostra -raccontano da Palazzo Ducale- risponde soprattutto all’urgenza di riaffermare l’importanza della cultura teatrale in tempo di crisi e all’esigenza di proteggere e tutelare l’occupazione di artisti e maestranze».
Con la Liguria in zona gialla, da lunedì 1° febbraio riaprono anche le Gallerie nazionali di Palazzo Spinola (al lunedì al venerdì, dalle 13.30 alle 19.00) e Palazzo Reale (dal lunedì al venerdì, dalle ore 8.30 alle ore 13.30). In una nota stampa i due musei statali informano che «sono state apportate alcune modifiche ai percorsi espositivi, per garantire un senso unico, con una entrata e una uscita distinte, e per evitare che la visita comprenda gli ambienti di piccoli dimensioni». In particolare nel Museo di Palazzo Reale non saranno accessibili la Camera da letto del re, il Bagno del re e della regina, i Salottini giallo e azzurro, la Camera da letto della regina e le Terrazze monumentali. La visita a Palazzo Spinola riguarderà, invece, esclusivamente i due piani nobili e le Cucine storiche. Non saranno, pertanto, visitabili il terzo piano, dove ha sede la Galleria nazionale della Liguria, e il quarto piano, con la sezione delle ceramiche. 
Dall’11 febbraio è pronto nuovamente a riaprire, o meglio a salpare, anche il Galata Museo del Mare, che tornerà accessibile solo due giorni alla settimana:  il giovedì e il venerdì, dalle ore 11.00 alle ore 18.00, con ultimo ingresso alle ore 17.00. Gli amanti del mare potranno così tornare a compiere l’esperienza di un viaggio attraverso gli Oceani e salire a bordo delle diverse imbarcazioni ricostruite a grandezza reale utilizzate da marinai e capitani dal ‘600 ad oggi.  Per l'occasione sono state ideate tariffe agevolate, che variano dai 15 ai 5 euro, e che possono essere acquistate sul sito www.galatamuseodelmare.it

VENEZIA (aggiornato giovedì 4 febbraio, alle ore 14.30) - I primi ad annunciare la riapertura a Venezia, per la giornata del 3 febbraio, sono stati due musei statali: la Galleria Giorgio Franchetti a Ca’ d’Oro e Palazzo Grimani. Dal 2 febbraio ritornerà, poi, visibile la monumentale installazione «Laguna Murano Chandelier» di Dale Chihuly (dal lunedì al venerdì, dalle ore 10.00 alle ore 18.00), esposta nella Sala Carnelutti della Fondazione Giorgio Cini
musei civici rimarranno, invece, chiusi almeno fino a primavera fatta eccezione per la settimana di Carnevale e per le due realtà di piazza San MarcoPalazzo Ducale sarà aperto giovedì 11 e venerdì 12 febbraio, dalle 11.00 alle 20.00, e lunedì 15 e martedì 16, dalle 11.00 alle 19.00; il Museo Correr ritornerà, invece, ad accogliere i visitatori giovedì 11, venerdì 12, lunedì 15 e martedì 16 febbraio, dalle 12.00 alle 18.00. 
A marzo, oltre i musei dell’area marciana, apriranno Ca' Pesaro, Museo del Vetro, Palazzo Mocenigo e il Museo di storia naturale, con orari e giorni da definire sulla base del prossimo Dpcm. Per visitare il Museo del settecento veneziano di Ca' Rezzonico e Palazzo Fortuny si dovranno, invece, aspettare alcuni mesi dati gli importanti lavori in corso di riqualificazione e restauro iniziati durante la pandemia.
A Venezia ritornerà visitabile, a partire dall'11 febbraio, anche Palazzo Grassi con le mostre «Henri Cartier-Bresson. Le Grand Jeu» e «Youssef Nabil. Once Upon a Dream» (giovedì e venerdì, dalle ore 11.00 alle ore 19.00), che verranno offerte gratuitamente fino al prossimo 26 febbraio a tutti i visitatori. 
Sempre nella giornata dell'11 febbraio sarà possibile ritornare alla Collezione Peggy Guggenheim, limitatamente alle giornate del giovedì e del venerdì, dalle ore 10.00 alle ore 18.00, ed esclusivamente su prenotazione on-line effettuabile sul sito guggenheim-venice.it. La riapertura è un’ottima occasione per tornare a visitare i capolavori della collezione permanente o scoprire per la prima volta i grandi maestri che hanno scritto la storia dell’arte del XX secolo. La visita si svolgerà, dunque, in un’atmosfera calma e riflessiva, che permetterà al pubblico di porsi in ascolto dell’arte, in contatto diretto con la magia enigmatica delle tele di René Magritte, il mistero assoluto delle opere di Jackson Pollock, o ancora di immergersi nei colori avvolgenti delle opere di Gino Severini e Grace Hartigan, nelle tonalità accese delle grandi tele di Tancredi Parmeggiani e perdersi nel gesto possente dei lavori di Emilio Vedova.  
Riapriranno, invece, lunedì 8 febbraio le Gallerie dell'Accademia, dove fino al 21 febbraio i visitatori potranno scoprire uno dei capolavori assoluti della pittura rinascimentale: la «Sacra Conversazione con i santi Caterina e Tommaso» (1526-1528) di Lorenzo Lotto. Sempre da lunedì 8 febbraio riapre ACP – Palazzo Franchetti (lunedì dalle ore 10.00 alle ore 13.00; mercoledì dalle ore 15.00 alle ore 18.00; venerdì dalle ore 10.00 alle ore 18.00), con prenotazione via e-mail almeno 24 ore prima della visita scrivendo all'indirizzo tickets@acp-palazzofranchetti.com. I veneziani e i veneti potranno così tornare a vedere la ricca collezione novecentesca di questo splendido palazzo sul Canal Grande, che ospita al suo interno dipinti surrealisti di René Magritte e Paul Delvaux, capolavori astratti di  Paul Klee, nature morte di Giorgio Morandi, ma anche opere di Giacomo Manzù, Gino Severini, Graham
Sutherland e Massimo Campigli, ma non solo. 

DAL CASTELLO DI MIRAMARE AL MUSEO NAZIONALE D'ABRUZZO, GLI ALTRI MUSEI CHE RIAPRONO IN ITALIA 
A Padova saranno di nuovo visitabili i musei civici, ovvero gli Eremitani con la Cappella degli Scrovegni, il Palazzo della Ragione, l'Oratorio di San Michele, la Loggia e l'Odeo Cornaro, la Casa di Petrarca ad Arquà. Nella città di Sant’Antonio riapre anche il Centro San Gaetano, dove è allestita la mostra «Van Gogh. I colori della vita», a cura di Marco Goldin, che ripercorre il percorso creativo dell’artista olandese attraverso ottantadue opere, tra cui l’«Autoritratto con il cappello di feltro», «Il seminatore», i vari campi di grano, «Il postino Roulin», «Il signor Ginoux» e «L’arlesiana».
Ai nastri di partenza ci sono anche i musei civici di Verona e quelli di Treviso; in Veneto riaprono anche due musei di Rovigo: Palazzo Roverella e Palazzo Roncale, dove sono allestite rispettivamente le mostre «Chagall. Anche la mia Russia mi amerà» e «La quercia di Dante», che riunisce le opere di grandi artisti come Dorè, Rauschenberg e Brand, che si sono lasciati ispirare dalla cantica più ricca di potenza evocativa: l’«Inferno».
In Friuli-Venezia Giulia si potranno visitare il Castello di Miramare, il Museo archeologico nazionale di Cividale del Friuli e quello di Aquileia.
Attesa in regione è anche l’inaugurazione della EmotionHall, la nuova arena immersiva permanente modulare e interattiva dedicata alla cultura in ogni sua espressione, un unicum a livello nazionale, che trova spazio all’interno del Meeting Place Tiare Shopping di Villesse, nel Goriziano. Dal 3 febbraio sarà visibile «Van Gogh. Il sogno» (dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 20), un racconto coinvolgente, tra digitale e reale, della durata di circa cinquanta minuti, articolato attraverso multi-proiezioni a 360° di immagini ad altissima definizione di settantacinque capolavori del maestro olandese.
Tanti, poi, sono i musei statali che riapriranno nelle undici nuove regioni in fascia gialla da lunedì 1° febbraio, il cui calendario aggiornato è consultabile sul sito www.beniculturali.it/evento/aperturadeimusei. In Abruzzo ci sono, per esempio, il Museo nazionale dell’Aquila e la casa natale di D’Annunzio a Pescara. Nelle Marche tornano accessibili, tra l’altro, la Rocca di Gradara e il Museo tattile statale Omero di Ancona, ma anche la mostra permanente «Il realismo magico di Mario Giacomelli», realizzata a Senigallia, negli spazi di Palazzo del Duca, in occasione del ventennale dalla morte del fotografo. Mentre in Calabria riaprono la Galleria nazionale di Cosenza e il Parco archeologico di Scolacium
In un momento tanto difficile, in cui il virus continua a circolare,  si può, dunque, tornare a riscoprire l'arte dei territori a noi più vicini (fino al 15 febbraio sono vietati gli spostamenti tra le regioni), con la speranza che non ci sia a breve un nuovo stop del settore museale. Il futuro dipende anche da noi e dalla nostra capacità di rispettare poche, semplici regole: distanziamento sociale, uso della mascherina e del gel igienizzante, prenotazione della propria visitadivieto di assembramenti

(aggiornato giovedì 4 febbraio 2021, alle ore 15.15)

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venerdì 29 gennaio 2021

Dalla nuova illuminazione del cortile d’onore ai libri della collezione Adler: luci e colori in scena a Brera

È tempo di novità a Brera. A distanza di due anni dalla conclusione del grande progetto di riallestimento delle trentotto sale del museo, l’architettura del cortile d’onore - fulcro centrale del complesso braindense, che ospita la Pinacoteca, l'Accademia di Belle arti, la biblioteca, l'osservatorio astronomico e l'orto botanico - viene valorizzata da una nuova illuminazione, realizzata da due architetti di interni: Alessandra Quarto e Angelo Rossi.
Entrando di sera da via Brera, il visitatore verrà calato in una dimensione emozionale di indubbio fascino grazie a una nuova luce morbida che fa risaltare tutti i particolari architettonici dell’ingresso, dalla loggia a doppio ordine sovrapposto, capolavoro dell’architetto Francesco Maria Richini, all’apparato scultoreo che si trova nelle nicchie e nelle arcate: statue, busti e monumenti, dedicati a illustri personaggi milanesi, vissuti alla fine del ‘700 e nel corso dell’800, che si sono resi benemeriti nelle diverse discipline delle arti e delle scienze.
La teoria degli archi e delle volte su doppio ordine emerge con delicatezza grazie a una luce diffusa ed equilibrata, mentre l’illuminazione d’accento, riservata alle statue e ai busti collocati lungo il perimetro del loggiato superiore e nelle nicchie, oltre che ai due monumenti lungo lo scalone di accesso alla Pinacoteca, mette in risalto le figure e i volti della storia di Brera. Scrittori, poeti, scienziati, matematici, filologi, economisti sono animati grazie alla luce che ne esalta la plasticità rendendoli quasi animati.
Il nuovo sistema di illuminazione potrà avere anche una colorazione blu, rossa, verde con scenografie variopinte che saranno programmate per i prossimi eventi temporanei, «con la speranza -spiegano da Brera- di riaprire presto le porte del museo al pubblico» (la Lombardia è attualmente in zona arancione).
Sempre il 21 gennaio la Biblioteca braidense ha inaugurato la mostra «Tempi terribili – Libri belli», a cura di Federica Rossi, che festeggia la recente acquisizione, tramite donazione, della collezione Adler, importante testimonianza della letteratura per l’infanzia nell’Unione sovietica con i suoi duecentocinquantasette libri per bambini, di cui centosessantanove in russo, ottantacinque in ucraino e tre in yiddish, per la maggior parte pubblicati fra la fine degli anni Venti e il 1933.
Il percorso espositivo, visibile on-line per gli abbonati della piattaforma Brera Plus+, raccoglie centoquaranta opere - centoventitré della collezione Adler, diciassette provenienti da raccolte private – accanto a ventiquattro preziose spille sovietiche della collezione Sandretti e ad alcuni manufatti come le terracotte di Vjatsk dai colori vivaci o giocattoli popolari russi.
«Il libro per bambini è una delle armi più potenti dell’educazione socialista delle giovani generazioni», diceva Nadežda Krupskaja, la moglie di Lenin. Per creare un nuovo paradiso socialista, nell'Unione Sovietica, che usciva da momenti drammatici come la Prima guerra mondiale e la rivoluzione bolscevica, la cultura dei bambini era, dunque, fondamentale e questa passava dai libri, strumenti che dipingevano il quadro di una nuova era per l’umanità dopo secoli di guerra, povertà e servitù, con la vivacità dei colori, le studiate geometrie e la fantasia nell’uso dei caratteri calligrafici, elementi capaci di infondere grande allegria e stimolare la fantasia dei bambini.
Questi volumi venivano creati da artisti che avevano assimilato la lezione dell’arte avanguardista, una tendenza artistica che si distaccava radicalmente dalla tradizione accademica ottocentesca. Non stupisce, dunque, che gli architetti di origine ebrea Hans Edward Adler e Hedwig Feldmann, arrivati in Unione Sovietica dalla Germania nel 1930 per contribuire alla costruzione delle nuove città socialiste, collezionassero questi volumi, significativi dal punto di vista estetico e formale, tanto da essere una fonte di ispirazione per il loro lavoro di designer e progettisti. Dopo decenni, i testi, che hanno attraversato incolumi le persecuzioni naziste nel chiuso di una malconcia valigia di pelle marrone, conservata in un solaio a Colonia, sono state trovate dalla figlia dei due progettisti, Susan, e sono state donate a Brera, costituendo una delle poche, forse l’unica, collezione di questo genere in Italia.
All’interno della raccolta Adler si possono ammirare edizioni rare di Vladimir Lebedev (1891-1967), definito dai contemporanei il «re del libro per bambini», ma anche opere di Vera Ermolaeva (1893-1937), artista che era succeduta a Marc Chagall nella direzione della scuola popolare d’arte di Vitebsk, e di Aleksandr Dejneka (1899-1969), uno dei maggiori artisti sovietici, a cui si devono i mosaici che decorano il soffitto della stazione Majakovskaja, forse la più suggestiva del metro di Mosca. Nella raccolta degli Adler sono, inoltre, presenti volumi dei grandi classici per ragazzi, come Kipling e Tolstoj, in edizioni sovietiche a opera dei principali illustratori del periodo come Vladimir Favorskij (1886-1964) e David Šterenberg (1881-1948). Ci sono, infine, anche lavori degli artisti della scuola di Michailo Boičuk, tra cui Maria Kotljarevskaja e Oleksandr Dovgal.
La mostra a Brera è arricchita da opere provenienti da collezioni private come il libro «Indovinelli» di Samuil Maršak, con illustrazioni di Kuz’ma Petrov Vodkin, i volumi di Ivan Bylibyn, che si rifanno all'arte popolare russa, e due edizioni di «Che cosa è bene, che cosa è male?» («Čto takoe chorošo i čto takoe plocho?») del famoso poeta Vladimir Majakovskij - l'una del 1930, l'altra del 1943 - che mostrano il passaggio dalle avanguardie al realismo socialista. 
Da fine gennaio sarà, inoltre, disponibile il catalogo della mostra, pubblicato da Corraini: un’occasione in più per conoscere la collezione Adler e la sua storia da favola. Una favola che potrebbe iniziare con il più classico degli incipit: «c’era una volta»…una vecchia valigia di pelle marrone, un po’ malconcia, ma con all’interno un grande tesoro, tutto da sfogliare.

Didascalie delle immagini
Fig. 1 Pinacoteca di Brera, cortile d’onore illuminato © Foto di Andrea Cherchi - 2021; [fig. 2] Pinacoteca di Brera, cortile d’onore illuminato © Courtesy of ERCO - 2021; [fig. 3] Biblioteca Nazionale Braidense Sala Maria Teresa Allestimento mostra Tempi terribili - Libri belli La collezione Adler alla Biblioteca Braidense; [fig. 4] Samuil Maršak Posta (Počta), Leningrado, Molodaja gvardija, 1932 (settima edizione).  Illustrazioni di Michail Cekanovskij. Collezione Adler, Biblioteca Nazionale Braidense; [fig. 5] Aleksandr Vvedenskij, La cavalleria di Budennyj (Konnaja Budennogo), Leningrado, Molodaja gvardija, 1931. Illustrazioni di Valentin Kurdov. Collezione Adler, Biblioteca Nazionale Braidense; [fig. 6] Vladimir Lebedev, Le avventure di uno spaventapasseri (Priključenija Ĉuč-lo), Petersburg, Epocha, 1922. Illustrazioni dell’autore. Collezione Adler, Biblioteca Nazionale Braidense 

Informazioni utili

Riapertura dal 9 febbraio 2021
Pinacoteca di Brera, via Brera, 28 - Milano. Orari: dal martedì al venerdì, ore 9.30-18.30 (ultimo ingresso ore 17.00) | prenotazione obbligatoria per i singoli su brerabooking.org. Ingresso gratuito. Informazioni: tel. 02.72001140. Sito web: pinacotecabrera.org. Da martedì 9 febbraio 2021.

giovedì 28 gennaio 2021

«Donne, Messico e libertà»: in un libro di 24 Ore Cultura la vita avventurosa e la fotografia sociale di Tina Modotti

Bella, audace, libera, determinata e, come Frida Kahlo, con una biografia dai passaggi romanzeschi, che la vide essere attrice di cinema muto con Rodolfo Valentino e amante del rivoluzionario cubano Julio Antonio Mella. Tina Modotti (Udine, 17 agosto 1896 – Città del Messico, 5 gennaio 1942) è un'altra di quelle tante intellettuali del Novecento, da Tamara de Lempicka a Peggy Guggenheim, attorno alla cui figura si è creato un alone di leggenda.
Alla fotografa messicana, con natali friulani, è dedicato il nuovo volume di 24 Ore Cultura, disponibile in libreria e on-line dal 4 febbraio: «Tina Modotti. Donne, Messico e libertà». Il testo, per la curatela di Biba Giacchetti, è il catalogo dell’omonima mostra di prossima apertura al Mudec Photo, nell’ambito del palinsesto 2021 del Comune di Milano «I talenti delle donne».
Attraverso le pagine del volume si snoda l’appassionante racconto per immagini di un’artista di rara sensibilità, ma al tempo stesso di una personalità forte e poliedrica che ha saputo porre la sua abilità fotografica al servizio della libertà, dei diritti delle donne e dei lavoratori, della guerra civile spagnola e della rivoluzione messicana.
I saggi introduttivi di Biba Giacchetti, Paolo Ferrari e Claudio Natoli portano il lettore ad immergersi nella straordinaria vita di Tina Modotti, simbolo di emancipazione e modernità, che ha vissuto tra Europa, Stati Uniti, Messico e Russia.
Nata in una famiglia operaia friulana nel 1896, l'artista raggiunge appena diciassettenne il padre emigrato negli Stati Uniti, trasferendosi poi a Los Angeles nel 1918 per intraprendere la carriera cinematografica. Insoddisfatta, però, di come il cinema sfruttasse semplicemente il suo fascino esotico, abbandona presto Hollywood, dopo soli tre film e, grazie all’incontro e alla relazione con il fotografo Edward Weston, si dedica alla fotografia, trasferendosi con lui in Messico, Paese che diventerà la sua patria d’adozione e segnerà la sua vita tra arte e rivoluzione.
La parabola di Tina Modotti fotografa dura solamente un decennio, sufficiente, però, a renderla un’icona ancora oggi indimenticabile. 
Il catalogo documenta la sua costante evoluzione creativa partendo dalla ricerca naturalistica e dai primi ritratti commerciali della sua fase più votata all’estetica, fino ai celebri still life allegorici e alla fotografia sociale del periodo politico.
Fotografa ufficiale e modella dei muralisti, in Messico stringe amicizia con Diego Rivera e Frida Kahlo, con la quale intreccia anche una relazione. Ispirata dai registi d’avanguardia del cinema sovietico Sergej Ejzenštejn e Dziga Verov, alla fine degli anni Venti, Tina Modotti trasforma la sua macchina fotografica - l’inseparabile Graflex - in un’arma capace di indagare e raccontare la verità: ogni immagine veicola un messaggio, di cui la fotografia ne diventa portatrice e divulgatrice.
«Al centro dei suoi scatti - raccontano Paolo Ferrari e Claudio Natoli -, saranno la figura del contadino indio come soggetto di storia, la conquista della sua autonomia politica e culturale, e poi le forme di un lavoro oppressivo e defatigante, della disuguaglianza e della miseria urbana, le immagini di bambini e di madri nella povertà, e insieme i simboli della liberazione del lavoro: la falce e il martello, la pannocchia e la cartucciera, la chitarra e il sombrero».
Le realizzazioni fotografiche negli ultimi anni messicani saranno solo una parte dell’impegno sempre più attivo di Tina Modotti. Il suo crescente attivismo, l’iscrizione al partito comunista e le evidenti posizioni antifasciste, fino alle ingiuste accuse di complicità nell’omicidio del compagno, il rivoluzionario cubano Mella, e nell’attentato al presidente, la portano ad essere espulsa dal Messico. Nella seconda parte della sua vita l'artista diventa un agente del partito comunista: è sia in Russia sia sul fronte spagnolo durante la Guerra civile. Dall'espulsione, non potrà mai più tornare nella sua amata terra natale a causa delle sue attività antifasciste e di una morte prematura avvenuta ad appena 46 anni, alla quale resero omaggio artisti come Pablo Picasso, Rafael Alberti e Pablo Neruda.
La preziosa e unica raccolta fotografica contenuta nel volume permette non solo di avere una panoramica completa sulla ricerca artistica di Tina Modotti, i cui scatti sono esposti nelle collezioni dei più importanti musei internazionali, ma anche di comprendere a fondo ciò che è stato, politicamente e socialmente, il Messico degli anni Venti.
Il catalogo diventa così un’ottima occasione per prepararsi alla mostra sulla Modotti di prossima apertura la Mudec Photo. In questi spazi milanesi, un centinaio di fotografie, stampe originali ai sali d'argento degli anni Settanta, lettere, documenti e video avvicineranno il pubblico all’artista messicana, donna dal spirito libero che attraversò miseria e fama, arte e passione politica, arresti e persecuzioni, suscitando sempre ammirazione per il pieno e costante rispetto di sé stessa, del suo pensiero e della sua libertà.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Cover del libro Tina Modotti. Donne, Messico e libertà; [fig. 2] Tina Modotti, Le donne di Tehuantepec portano frutta e fiori sulla testa, dentro zucche dipinte chiamate jicapexle, 1929  © Tina Modotti; [fig. 3] Tina Modotti , Sombrero, falce e martello, 1927, Messico  © Tina Modotti; [fig. 4] Ritratto di Tina Modotti 
 

Informazioni utili
Biba Giacchetti (a cura di), Tina Modotti. Donne, Messico e libertà, 24 ORE Cultura, Milano 2021.Formato: brossura olandese con sovraccoperta 25 x 28,7 cm. Pagine: 128 pp. corredate da 70 illustrazioni. Prezzo: € 25,00.Codice ISBN: 978-88-6648-446-2. Sito web: www.24orecultura.com