ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

lunedì 9 novembre 2015

Dai film di Pasolini alla prima di «Medusa Suite»: un novembre ricco di appuntamenti al Funaro di Pistoia

Il 2 novembre di quaranta anni fa moriva Pier Paolo Pasolini. Per ricordare l’intellettuale bolognese, il Funaro di Pistoia organizza per tutto il mese di novembre un appuntamento speciale del suo Cinetandem, il cinema più piccolo del mondo, attivo per l’intero anno solare su prenotazione, grazie a una felice intuizione di Massimiliano Barbini e Antonella Carrara.
Tutti i giorni, alle ore 19, sarà possibile degustare, previa prenotazione, un aperitivo per due persone in compagnia del corto «Che cosa sono le nuvole», l’episodio diretto da Pier Paolo Pasolini all’interno di «Capriccio all’italiana». Totò, Ninetto Davoli, Franco Franchi, Ciccio Ingrassia, Laura Betti e Carlo Pisacane sono alcuni degli indimenticabili protagonisti di questo film, la cui colonna sonora fu firmata da Domenico Modugno.
La storia è una rivisitazione dell’Otello, recitato da un gruppo di marionette, che sulla scena interpretano i ruoli shakespeariani, ma che dietro le quinte si pongono delle domande esistenziali sul perché fanno ciò che fanno. Il film diventa così una riflessione piuttosto amara sui significati dell'esistenza umana e sui rapporti tra l'apparire e l'essere, tra la vita e la morte.
La seconda proposta è «La ricotta», noto corto del 1963 diretto da Pasolini con Orson Welles nel ruolo del regista, che fa parte del film «Ro.Go.Pa.G,», il cui titolo è una sigla che identifica i registi dei quattro segmenti: Rossellini, Godard, Pasolini e Gregoretti.
L’episodio racconta di un uomo affamato, la comparsa Stracci, impegnato nelle riprese di una passione di Cristo girata nella campagna romana. Sorpreso dagli altri attori a mangiare una ricotta, viene invitato ad abbuffarsi con i resti del banchetto preparato per l'ultima cena e al momento di girare la scena della crocifissione, muore di indigestione sulla croce. Il regista, senza ombra di commozione, commenterà: «Povero Stracci. Crepare [...] non aveva altro modo di ricordarci che anche lui era vivo [...]».
Passando al palcoscenico, il prossimo titolo in cartellone al Funaro è «Medusa Suite», che il 14 novembre verrà presentato in prima assoluta nel teatro pistoiese, in francese con sovra titoli in italiano.
Sheila Concari, videoartista e scrittrice, ed Emmanuelle Riva, attrice francese candidata all’Oscar nel 2013 per l’interpretazione del film «Amour» di Michael Haneke, si incontrano nel 2009 e da questa esperienza nasce «un dialogo sul tema della femminilità come donna cancellata, autocastrata per amore, non-madre, anti-madre». La complicità e la sintonia, cresciute nel tempo, porteranno le due artiste a lavorare in residenza dal 10 al 16 novembre al Funaro su questa nuova produzione, dove il mito di Medusa viene rivisitato in chiave onirica e assume le sembianze di un corpo fatto d’acqua e di pietra, governato dalle leggi del sogno. «Nello specchio della Gorgone si riflette la storia di Danae, genitrice del giustiziere Perseo. Le creature mitologiche -affermano gli organizzatori- diventano organiche e tra tentacoli e alghe si confondono nell’unica grande vicenda della vita immaginata ma anche vissuta o non vissuta. Sfogliando il diario dei turbamenti di una metamorfosi dai toni noir e romantici, si svela un mondo dove il dramma è solo un ricordo o, forse, una pallida e dolce premonizione».
Lo spettacolo sarà accompagnato da due eventi, entrambi a ingresso gratuito: venerdì 13 novembre, alle ore 19, si terrà un’edizione speciale di «Leggiamo poi si vedrà», il progetto che accompagna il pubblico alla scoperta del filo rosso tra letteratura e cinema. Per l'occasione è stata programmata la proiezione del film «Hiroshima mon amour», alla presenza della sua protagonista, Emmanuelle Riva (è obbligatoria la prenotazione scrivendo a info@ilfunaro.org). Mentre domenica 15 novembre, alle ore 17, nella libreria «Lo spazio» di via dell’Ospizio verrà presentato il testo «Medusa Suite», alla presenza dell’autrice Sheila Concari e della sua interprete Emmanuelle Riva.
Nello stesso fine settimana (sabato 14 novembre, dalle ore 11 alle ore 19, e domenica, dalle ore 9.30 alle ore 13) il Funaro, insieme con il Piccolo teatro Mauro Bolognini, ospiterà un altro appuntamento importante: il convegno a cura di Piergiorgio Giacchè, presentato dal Funaro e Associazione teatrale pistoiese, con la media partnership di Radio 3, dal titolo «Il Teatro della Critica» (l’ingresso è gratuito; è gradita la preiscrizione all’indirizzo stampa@ilfunaro.org).
Piergiorgio Giacchè, Rodolfo Sacchettini e Massimiliano Barbini si confronteranno sul tema della cultura e della funzione critica in senso ampio e non esclusivamente in ambito teatrale, con Consuelo Battiston&Gianni Farina (Menoventi), Alfonso Berardinelli, Massimiliano Civica, Lorenzo Donati, Goffredo Fofi, Vittorio Giacopini, Daniele Giglioli, Nicola Lagioia, Sandro Lombardi, Claudio Morganti, Silvia Pasello, Attilio Scarpellini, Nicola Villa e Walter Siti. Un’importante occasione di confronto, aperta a tutti, a partire dalla premessa di Giacchè: il teatro è ancora un luogo abitato dalla critica, ma la critica oggi è un modo che non ha più un teatro.

Didascalie delle immagini 
[Fig. 1] CinemaTandem al Funaro di Pistoia; [fig. 2] Emmanuelle Riva sarà in scena al Funaro con Medusa Suite, testo scritto da Sheila Concari; [fig. 3] Immagine realizzata in occasione del convegno «Il Teatro della Critica», in programma il 14 e il 15 novembre 2015

Informazioni utili 
Il Funaro centro culturale, via del Funaro 16/18 – 51100 Pistoia, tel/fax 0573.977225, tel 0573.976853, e–mail: info@ilfunaro.org. Sito web: www.ilfunaro.org.

domenica 8 novembre 2015

«Cartoceto Dop, il Festival»: nelle Marche l’arte a servizio dell’olio

Cosa succede quando una manifestazione solitamente legata all’enogastronomia sceglie di ampliare i propri interessi e creare un contenitore culturale che includa anche arte, musica e convegnistica col fine di promuovere un territorio intero? Nasce Cartoceto Dop, il Festival, manifestazione generata dalla vecchia mostra mercato dell’olio e dell’oliva nato trentanove anni fa nel borgo marchigiano di Cartoceto. Questa domenica e il prossimo week-end, ovvero il 14 e il 15 novembre, l’antica cittadina dell’entroterra pesarese festeggerà, infatti, il suo olio, l’unica dop olearia della Regione Marche, anche attraverso l’arte grazie alla collaborazione del liceo artistico «Mengaroni» di Pesaro e dell’Accademia di belle arti di Urbino.
Se gli studenti del liceo saranno alle prese con pennelli e colori disegnando en plein air il paesaggio circostante o realizzando interventi grafico-pittorici sul tema «Cartoceto–Gerico», gli studenti dell’accademia urbinate parteciperanno al festival con due progetti di riflessione più ampia, collocati all’interno del Teatro del Trionfo.
Il primo lavoro è un’installazione multimediale interattiva ispirata al «Barbiere di Siviglia» del celebre compositore pesarese Gioacchino Rossini. Attraverso un dispositivo interattivo, gli utenti potranno interagire con l’opera scegliendo tra i diversi media presenti. Arie musicali si libreranno nella sala, mentre forme, geometrie e immagini saranno proiettate in platea.
In questi stessi spazi saranno presenti anche le opere di Elvis Spadoni dedicate al tema dell'autoritratto e quelle del giovanissimo Ricardo Aleodor Venturi, artista che, partendo da materiali di riciclo poveri, sfrutta il cartone come materiale di supporto dei suoi lavori. Sarà, poi, possibile vedere anche una scultura surreale iper-realista raffigurante un gatto creata dalla scuola di scenografia dell’Accademia di Belle arti.
Di altro tipo è il lavoro dell’artista Noa Pane, presentato quest’anno anche alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino. «I’m Not Inflatable» è, infatti, una performance partecipativa che riflette sul concetto di oggettualità del corpo violato. All’interno di una massa informe costituita da una serie di camere d’aria, viene avvolta e inglobata una giovane donna dai tratti orientali. Da questa massa fuoriescono una serie di pompe usate normalmente per gonfiare ruote. Il pubblico che accede allo spazio performativo è invitato a servirsi di tali pompe e concorrere al gonfiaggio delle varie camere d’aria, rivestendo così un duplice ruolo che si edifica in una simbiosi ombelicale collettiva, ossimoro di condivisione e partecipazione alla violenza. 

Didascalie delle immagini 
[Fig. 1] Un’opera di Ricardo Aleodor Venturi; [fig. 2] Installazione interattiva sul «Barbiere di Siviglia»; [fig. 3] Noa Pane, «I’m Not Inflatable», 2015 

Informazioni utili 
Cartoceto Dop, il festival. Sedi varie - Cartoceto (Pesaro – Urbino). Informazioni: Pro loco, tel. 0721. 898437 o cartocetoturismo@gmail.com. Sito internet: www.cartocetoturismo.it. Domenica 8, sabato 14 e domenica 15 novembre 2015.

mercoledì 4 novembre 2015

La Fondazione Cini riscopre Hans-Joachim Staude. Sull’Isola di San Giorgio Maggiore una mostra e un convegno sul pittore tedesco

Punta l’attenzione su un artista tedesco ancora poco conosciuto dal pubblico italiano il progetto culturale in programma dal 18 al 22 novembre negli spazi della Fondazione Giorgio Cini, sull’Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia. Per cinque giorni la prestigiosa istituzione lagunare ospiterà, infatti, un evento dedicato al pittore Hans-Joachim Staude (Haiti 1904 – Firenze 1973), artista tedesco che si è distinto nella Firenze del '900, alla luce di nuove interpretazioni e dei suoi scritti inediti. L’appuntamento è reso possibile grazie alla collaborazione dei figli dell’artista: Jakob Staude e Angela Staude Terzani.
Per cinque giorni la Sala Piccolo Teatro vedrà una mostra curata da Francesco Poli ed Elena Pontiggia con ventisette dipinti –ritratti, paesaggi, nature morte– realizzati tra il 1929 e il 1973, accompagnata da un convegno che prevede l’intervento di undici storici d’arte italiani e stranieri, per approfondire le ricerche che hanno fatto riscoprire l’importanza di questo pittore nell’arte italiana del ‘900.
Hans-Joachim Staude è stato un pittore tedesco tra i più interessanti della sua generazione, la cui figura è ancora poco conosciuta in Italia. I dipinti, accuratamente selezionati da Francesco Poli ed Elena Pontiggia per la mostra veneziana, documentano la sua personale evoluzione artistica fra le tante suggestioni dell'arte italiana del '900, rivelando la sua precisa cifra stilistica e la sua originalità, che lo rendono uno dei più italiani fra i pittori tedeschi del XX secolo.
Nato a Haiti da genitori tedeschi, Staude si formò ad Amburgo, dove nel 1918 vide la prima grande mostra di Edvard Munch. Dopo essere entrato in contatto con l’Espressionismo tedesco della Brücke, periodo in cui sua ricerca fu segnata da una sottile dimensione introspettiva e da una forte ispirazione filosofica, nel 1920 decise di dedicarsi alla pittura. Nel 1929, dopo un periodo di studi trascorso a Monaco di Baviera, e molti viaggi a Firenze, Amburgo e Parigi, dove venne influenzato dall’Impressionismo francese, Staude si stabilì definitivamente a Firenze, avvicinandosi alla «moderna classicità» dell’arte italiana fra le due guerre, da Ardengo Soffici a Felice Carena, e lavorandovi tutta la vita.
«Sono di questi anni, e del decennio successivo, una serie di figure di intensa plasticità, quasi scolpite più che dipinte – affermano i curatori Francesco Poli ed Elena Pontiggia – una serie di paesaggi eseguiti alla maniera classica, che superano il senso dell’attimo proprio dell’Impressionismo ed escono dal fluire del tempo; una serie di nature morte, in cui la cultura tedesca di Staude riaffiora con l’introduzione di simboli dell’effimero e della morte. Tipico dell’artista è un colore introverso ma intenso, dalle valenze elegiache e liriche. La formazione espressionista, pur superata, rende i suoi dipinti diversi e per certi aspetti unici nel panorama del periodo».
All’opera di Hans-Joachim Staude, è stata dedicata in Italia un’importante retrospettiva a Palazzo Pitti nel 1996 che lo ha collocato nel panorama dell'arte italiana del Novecento. Manca, però, uno studio criticamente più puntuale della sua stretta connessione con la pittura del Novecento Italiano, cui il convegno a lui dedicato intende contribuire. Prenderanno parte alla discussione, che si terrà il 18 e il 19 novembre nella Sala Piccolo Teatro alla Fondazione Cini, studiosi come Thomas Baumeister, Nicoletta Colombo, Lorella Giudici, Francesco Poli, Elena Pontiggia, Susanna Ragionieri, Matteo Sapienza, Carlo Sisi, Nico Stringa, Monica Vinardi e il tedesco Reinhard Wegner.
I lavori presentati al convegno saranno pubblicati in un volume illustrato dedicato all’opera di Hans-Joachim Staude insieme a un’ampia scelta di riflessioni sull’arte tratti da diari, lettere, appunti inediti dell’artista.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Hans-Joachim Staude, «Il faro di San Giorgio Maggiore», 1971, pastello su carta. Ph: L.S. Fotogramma; [fig. 2] Hans-Joachim Staude, «Il ragazzo con le uova», 1934, olio su tela. Ph: Alberto Conti; [fig. 3] Hans-Joachim Staude, «Venere nel bosco», 1937, olio su tela. Ph: Alberto Conti

Informazioni utili                       
«Hans-Joachim Staude. Pittore europeo nella Firenze del Novecento». Sala Piccolo Teatro - Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia. Orari:  ore 10 – 18.30.  Orari  convegno: mercoledì, ore 14.30–18.30, giovedì, ore 10.00 – 12.45 e ore 14.30 – 18.30. Ingresso libero. Informazioni:  info@cini.it. Sito web: www.staude.it e www.cini.it. Dal 18 al 22 novembre 2015.