Zurigo ha da poco ritrovato uno dei suoi tesori artistici. La scorsa settimana ha riaperto al pubblico, dopo un importante lavoro di restyling del costo di circa cinque milioni di franchi, durato diciotto mesi e curato da Silvio Schmed e Arthur Rüegg, il Pavillon Le Corbusier, commissionato all’architetto, designer, urbanista e artista svizzero-francese negli anni Sessanta dalla collezionista Heidi Weber.
Situato sulla riva orientale del lago, nel quartiere di Seefeld, in una incantevole posizione a pochi passi dal centro storico della città svizzera, l’edificio, completato nel 1967, rappresenta l’ultima costruzione di Le Corbusier, pseudonimo di Charles-Édouard Jeanneret-Gris (La Chaux-de-Fonds, 6 ottobre 1887 – Roccabruna, 27 agosto 1965), figura tra le più influenti della storia dell'architettura contemporanea, ricordato con Ludwig Mies van der Rohe, Frank Lloyd Wright e Alvar Aalto come maestro del Movimento moderno.
Il Pavillon, che si sviluppa su due piani, è interamente costruito in vetro, acciaio, pannelli di vernice colorata e cemento armato, un elemento, quest’ultimo, che l’architetto svizzero-francese ha utilizzato più volte come un vero e proprio strumento di espressione come documentano, per esempio, la Cappella di Notre-Dame du Haut a Ronchamp e Villa Savoye a Poissy, due dei suoi tanti edifici entrati a far parte del patrimonio Unesco.
Il padiglione espositivo -usato da Heidi Weber come spazio per i lavori artistici della propria collezione, dai dipinti a olio ai disegni, dai mobili alle sculture- segue, inoltre, appieno il sistema Modulor, una misura di grandezze sviluppata dall’artista sul rapporto di determinazione della sezione aurea, riguardo alle proporzioni del corpo umano, del quale egli stesso diceva: «è una scala di proporzioni che rende difficile l'errore, facile il suo contrario».
Il Pavillon ebbe una lunga esegesi come dimostrano numerosi schizzi e progetti realizzati a partire da metà degli anni Cinquanta. La realizzazione e poi il completamento dell'opera si devono molto alla pazienza e perseveranza di Heidi Weber. Fu, infatti, la collezionista e mecenate svizzera a ottenere dalla città di Zurigo il diritto di uso per cinquant'anni del suolo, il prato Blatterwiese, e fu sempre lei si adoperò per superare le molte difficoltà, prima fra tutte la morte dello stesso Le Corbusier. I lavori di realizzazione, iniziati nel 1964, furono, infatti, interrotti dalla morte del celebre architetto nell'agosto del 1965 e ripresero, quindi, con un nuovo team di progetto per terminare nel 1967.
Dal 2014 il padiglione, espressione perfetta di quella «sintesi delle arti» teorizzata da Le Corbusier, è entrato nelle disponibilità della città di Zurigo che, dal 2019, lo aprirà tutti gli anni da maggio a novembre. La gestione dell'edificio è stata affidata al Museo für Gestaltung, la più importante istituzione di design e di arte visiva in Svizzera con la sua collezione di oltre 500mila opere, che gestisce altri due musei cittadini.
Il Pavillon ospiterà, di anno in anno, mostre temporanee, manifestazioni e workshop tesi a illustrare le opere e l’enorme influenza dell'architetto franco-svizzero nel mondo dell’arte. La mostra d'apertura si intitola «Mon univers» ed è dedicata a una delle tante passioni di Le Corbusier: il collezionismo. Gli oggetti esposti, provenienti dalla fondazione intitolata all’artista e da importanti collezioni private, creano un dialogo tematico con il padiglione e sono presentati insieme con alcuni filmati dell’architetto e a una mostra permanente di fotografie realizzate dal celebre René Burri tra il 1955 e il 1965, nel suo ruolo di cronista visivo di Le Corbusier.
Da non perdere per chi si trova a Zurigo, oltre al rinnovato Padiglione in riva al lago, sono anche gli eventi promossi nelle altre due sedi del museo: la mostra dedicata a Sebastião Salgado, fino al 23 giugno, e la permanente «Collection Highlights», dove si possono ammirare icone del design svizzero quali il pelapatate Rex, il coltellino dell’esercito svizzero firmato Victorinox e anche il celeberrimo font «Helvetica».
Informazioni utili
Pavillon Le Corbusier, Höschgasse 8 - 8008 Zürich. Orari: da martedì a domenica, ore 12.00 – 18.00; giovedì, ore 12.00 – 20.00. Informazioni: tel. +41434464468, welcome@pavillon-le-corbusier.ch. Sito internet: www.pavillon-le-corbusier.ch.
ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com
sabato 18 maggio 2019
giovedì 16 maggio 2019
«Planet or plastic?»: a Bologna una mostra sull’uso consapevole della plastica
È la chiesa che custodisce il famoso «Compianto del Cristo morto», uno dei più vigorosi ed espressivi capolavori della scultura italiana, modellato in terracotta nella seconda metà del Quattrocento da Niccolò dell’Arca. Ma, da qualche settimana, è anche la sede di una mostra che propone una riflessione sull’uso consapevole e responsabile della plastica nell’ambito di una campagna internazionale lanciata dal National Geographic, che vede tra i testimonial italiani Marco Mengoni. Fino al prossimo 22 settembre Santa Maria della Vita, complesso monumentale fondato nella seconda metà del XIII secolo dalla Confraternita dei Battuti o Flagellati e gestito dal 2006 da Genus Bononiae, ospita la rassegna «Planet or plastic?», curata da Marco Cattaneo, direttore di National Geographic Italia, e dalla redazione, con la collaborazione della scrittrice e documentarista Alessandra Viola.
Leggera, resistente, economica: la plastica ci ha cambiato la vita. Dall'elettronica alla sanità fino ai trasporti e al più semplice oggetto di consumo oggi non possiamo più farne a meno, ma quella prodotta dalla sua invenzione a oggi, riciclata solo in minima parte, si sta accumulando nell'ambiente. Da quel giorno del 1954 ne sono stati prodotti 8,3 miliardi di tonnellate, di cui 6,3 sono diventati rifiuti che possono rimanere nell'ambiente anche per 400 anni o più. Perché le materie plastiche non sono biodegradabili. La plastica che finisce in mare mette in pericolo la vita degli animali marini, si accumula in grandi isole galleggianti, e con il tempo si rompe in pezzi sempre più piccoli che vengono ingeriti da pesci, cetacei, uccelli.
L’esposizione accompagna lo spettatore in un coinvolgente percorso articolato in una quarantina di foto e due video-installazioni volte a provocare una riflessione sul materiale che è diventato ormai sinonimo di degrado e distruzione del pianeta. Otto sono i grandi temi trattati dalla rassegna: dalla quantità di plastica prodotta nel mondo all’impatto sull’ambiente e sulla catena alimentare, dal riuso all’educazione individuale e collettiva.
Il percorso della mostra alterna le fotografie dei grandi reporter di National Geographic all'originale lavoro artistico di Mandy Barker, che ha scelto di raccogliere rifiuti di plastica da tutto il mondo per un progetto fotografico di eccezionale valore estetico e al tempo stesso di grande impatto emotivo. All’interno della rassegna è possibile, inoltre, ammirare l’installazione «Iceberg», di Francesca Pasquali, artista nota per rivalutare oggetti d’uso comune, come delle semplici cannucce di plastica per farne delle vere e proprie opere d’arte.
Completa il percorso la proiezione del documentario «Punto di non ritorno» del regista premio Oscar Fisher Stevens e dell'attore Leonardo Di Caprio: un affascinante resoconto sui drammatici mutamenti che si verificano oggi in tutto il mondo a causa dei cambiamenti climatici. ormai sinonimo di degrado e distruzione del pianeta. Otto i grandi temi in mostra, dalla quantità di plastica prodotta nel mondo all’impatto sull’ambiente e sulla catena alimentare, dal riuso all’educazione individuale e collettiva.
La mostra, che è interamente prodotta con materiali riciclabili come cartone alveolare e carta da parati, offrirà anche l'occasione per partecipare a un grande progetto collettivo. Ai visitatori è richiesto di portare a Santa Maria della Vita e lasciare in un grande contenitore le loro bottiglie di plastica, una per ciascuno di loro. Quelle bottiglie troveranno nuova vita in un’installazione architettonica itinerante che sarà l'oggetto del concorso internazionale di idee «Plastic Monument – Architectural Design Competition», che vedrà in giuria architetti del calibro di Kengo Kuma, Carlo Ratti e Italo Rota. Il concorso, bandito da YAC - Young Architects Competitions, vedrà giovani architetti sfidarsi per realizzare un'installazione destinata a farsi ambasciatrice internazionale dei valori di tutela e sensibilità ambientale propri della mostra.
La rassegna bolognese si propone così di dimostrare quanto sia opportuno gestire la plastica in maniera opportuna nel rispetto del nostro pianeta.
Informazioni utili
Planet or Plastic?. Chiesa Santa Maria della Vita, via Clavature, 8-10 – Bologna. Orari: martedì - domenica, ore 10.00 – 19.00. Ingresso: intero 10,00 euro, ridotto 5,00 euro. Informazioni: tel. 051.19936343 - esposizioni@genusbononiae.it. Sito web: www.genusbononiae.it. Fino al 22 settembre 2019
Leggera, resistente, economica: la plastica ci ha cambiato la vita. Dall'elettronica alla sanità fino ai trasporti e al più semplice oggetto di consumo oggi non possiamo più farne a meno, ma quella prodotta dalla sua invenzione a oggi, riciclata solo in minima parte, si sta accumulando nell'ambiente. Da quel giorno del 1954 ne sono stati prodotti 8,3 miliardi di tonnellate, di cui 6,3 sono diventati rifiuti che possono rimanere nell'ambiente anche per 400 anni o più. Perché le materie plastiche non sono biodegradabili. La plastica che finisce in mare mette in pericolo la vita degli animali marini, si accumula in grandi isole galleggianti, e con il tempo si rompe in pezzi sempre più piccoli che vengono ingeriti da pesci, cetacei, uccelli.
L’esposizione accompagna lo spettatore in un coinvolgente percorso articolato in una quarantina di foto e due video-installazioni volte a provocare una riflessione sul materiale che è diventato ormai sinonimo di degrado e distruzione del pianeta. Otto sono i grandi temi trattati dalla rassegna: dalla quantità di plastica prodotta nel mondo all’impatto sull’ambiente e sulla catena alimentare, dal riuso all’educazione individuale e collettiva.
Il percorso della mostra alterna le fotografie dei grandi reporter di National Geographic all'originale lavoro artistico di Mandy Barker, che ha scelto di raccogliere rifiuti di plastica da tutto il mondo per un progetto fotografico di eccezionale valore estetico e al tempo stesso di grande impatto emotivo. All’interno della rassegna è possibile, inoltre, ammirare l’installazione «Iceberg», di Francesca Pasquali, artista nota per rivalutare oggetti d’uso comune, come delle semplici cannucce di plastica per farne delle vere e proprie opere d’arte.
Completa il percorso la proiezione del documentario «Punto di non ritorno» del regista premio Oscar Fisher Stevens e dell'attore Leonardo Di Caprio: un affascinante resoconto sui drammatici mutamenti che si verificano oggi in tutto il mondo a causa dei cambiamenti climatici. ormai sinonimo di degrado e distruzione del pianeta. Otto i grandi temi in mostra, dalla quantità di plastica prodotta nel mondo all’impatto sull’ambiente e sulla catena alimentare, dal riuso all’educazione individuale e collettiva.
La mostra, che è interamente prodotta con materiali riciclabili come cartone alveolare e carta da parati, offrirà anche l'occasione per partecipare a un grande progetto collettivo. Ai visitatori è richiesto di portare a Santa Maria della Vita e lasciare in un grande contenitore le loro bottiglie di plastica, una per ciascuno di loro. Quelle bottiglie troveranno nuova vita in un’installazione architettonica itinerante che sarà l'oggetto del concorso internazionale di idee «Plastic Monument – Architectural Design Competition», che vedrà in giuria architetti del calibro di Kengo Kuma, Carlo Ratti e Italo Rota. Il concorso, bandito da YAC - Young Architects Competitions, vedrà giovani architetti sfidarsi per realizzare un'installazione destinata a farsi ambasciatrice internazionale dei valori di tutela e sensibilità ambientale propri della mostra.
La rassegna bolognese si propone così di dimostrare quanto sia opportuno gestire la plastica in maniera opportuna nel rispetto del nostro pianeta.
Informazioni utili
Planet or Plastic?. Chiesa Santa Maria della Vita, via Clavature, 8-10 – Bologna. Orari: martedì - domenica, ore 10.00 – 19.00. Ingresso: intero 10,00 euro, ridotto 5,00 euro. Informazioni: tel. 051.19936343 - esposizioni@genusbononiae.it. Sito web: www.genusbononiae.it. Fino al 22 settembre 2019
martedì 14 maggio 2019
«You are Leo», un viaggio tra reale e virtuale nella Milano di Leonardo
È partito ormai da qualche giorno il conto alla rovescia per la presentazione di «You Are Leo», il primo virtual reality guide street tour dedicato a Leonardo da Vinci (1452-1519), in occasione dell’anniversario dei cinquecento anni dalla morte. La preview, prevista per la mattinata del 23 maggio alla Fonderia Napoleonica Eugenia di Milano, permetterà di scoprire tutti i segreti di questa inedita passeggiata nel centro di Milano, che è al contempo un viaggio nel tempo.
Grazie ad avanzate tecnologie immersive, il visitatore potrà ripercorrere i passidel genio vinciano, partendo dalla Fabbrica del Duomo passando, poi, per Palazzo Reale, nella cui Corte Vecchia c’era lo studio dell’artista, per proseguire, quindi, verso la Pinacoteca Ambrosiana, dove è conservato il Codice Atlantico, e la Porta Vercellina, con la vista medioevale del Naviglio di San Gerolamo e della campagna. La visita virtuale, realizzata da Way – We Augment You con Artem, si concluderà al complesso di Santa Maria delle Grazie, dove è conservato uno dei capolavori di Leonardo: l’«Ultima cena».
In seguito a un’importante ricerca scientifica per una corretta ricostruzione filologica, che ha guardato alle fonti letterarie e iconografiche legate alla storia del Rinascimento milanese legata al Ducato di Ludovico il Moro, è stato creato un virtual tour che mostra Milano come poteva essere ammirata dal maestro della «Gioconda».
Ne è nato un viaggio turistico reale attraverso la città e virtuale attraverso il tempo: «Leonardo da Vinci -raccontano a tal proposito gli ideatori del percorso- ci ha donato i suoi occhi per mostrarci la sua Milano, mettendo le persone al centro di un'esperienza totalmente immersiva nella Milano di allora». Per questo motivo nella realizzazione del progetto si è guardato anche all'architettura del Quattrocento ancora visibile nel capoluogo lombardo: l’Ospedale Maggiore, il Castello di Porta Giovia, i resti dell’antico Palazzo Ducale, come pure alle miniature di Cristoforo de Predis.
Verrà compiuto concretamente un percorso a piedi di circa un miglio lombardo (1,8 km) della durata di un’ora e quaranta minuti, durante la quale il visitatore vedrà ricostruirsi e animarsi l’area intorno a sé, così come le opere d’arte connesse alla narrazione, che verranno visualizzate e raccontate in ambienti limbo a 360°.
Ciascun partecipante verrà munito di un avanzatissimo visore VR, all’interno del quale si attiveranno le esperienze virtuali.
Ad accompagnare il viaggio sarà un esperto storico dell’arte, che accoglierà e guiderà il visitatore nel percorso e gestirà l’attivazione delle esperienze VR.
A quel punto la guida reale lascerà il posto a quella virtuale che offrirà gli occhi di Leonardo per immergersi nei suoi luoghi e vedere ciò che lui stesso vedeva. Un viaggio, dunque, tra realtà e virtuale che farà diventare lo spettatore Leonardo, come recita lo stesso titolo del progetto: «You are Leo».
Informazioni utili
www.youareleo.com. Biglietti: intero € 25,00, ridotto € 20,00 per over 65 e under 18, famiglia adulto € 15,00, famiglia bambino € 15,00, gratuito fino a 6 anni, turisti stranieri € 30,00 (visita in inglese). Prenotazione gruppi e scuole, Ad Artem, tel. 026597728, info@adartem.it.
Grazie ad avanzate tecnologie immersive, il visitatore potrà ripercorrere i passidel genio vinciano, partendo dalla Fabbrica del Duomo passando, poi, per Palazzo Reale, nella cui Corte Vecchia c’era lo studio dell’artista, per proseguire, quindi, verso la Pinacoteca Ambrosiana, dove è conservato il Codice Atlantico, e la Porta Vercellina, con la vista medioevale del Naviglio di San Gerolamo e della campagna. La visita virtuale, realizzata da Way – We Augment You con Artem, si concluderà al complesso di Santa Maria delle Grazie, dove è conservato uno dei capolavori di Leonardo: l’«Ultima cena».
In seguito a un’importante ricerca scientifica per una corretta ricostruzione filologica, che ha guardato alle fonti letterarie e iconografiche legate alla storia del Rinascimento milanese legata al Ducato di Ludovico il Moro, è stato creato un virtual tour che mostra Milano come poteva essere ammirata dal maestro della «Gioconda».
Ne è nato un viaggio turistico reale attraverso la città e virtuale attraverso il tempo: «Leonardo da Vinci -raccontano a tal proposito gli ideatori del percorso- ci ha donato i suoi occhi per mostrarci la sua Milano, mettendo le persone al centro di un'esperienza totalmente immersiva nella Milano di allora». Per questo motivo nella realizzazione del progetto si è guardato anche all'architettura del Quattrocento ancora visibile nel capoluogo lombardo: l’Ospedale Maggiore, il Castello di Porta Giovia, i resti dell’antico Palazzo Ducale, come pure alle miniature di Cristoforo de Predis.
Verrà compiuto concretamente un percorso a piedi di circa un miglio lombardo (1,8 km) della durata di un’ora e quaranta minuti, durante la quale il visitatore vedrà ricostruirsi e animarsi l’area intorno a sé, così come le opere d’arte connesse alla narrazione, che verranno visualizzate e raccontate in ambienti limbo a 360°.
Ciascun partecipante verrà munito di un avanzatissimo visore VR, all’interno del quale si attiveranno le esperienze virtuali.
Ad accompagnare il viaggio sarà un esperto storico dell’arte, che accoglierà e guiderà il visitatore nel percorso e gestirà l’attivazione delle esperienze VR.
A quel punto la guida reale lascerà il posto a quella virtuale che offrirà gli occhi di Leonardo per immergersi nei suoi luoghi e vedere ciò che lui stesso vedeva. Un viaggio, dunque, tra realtà e virtuale che farà diventare lo spettatore Leonardo, come recita lo stesso titolo del progetto: «You are Leo».
Informazioni utili
www.youareleo.com. Biglietti: intero € 25,00, ridotto € 20,00 per over 65 e under 18, famiglia adulto € 15,00, famiglia bambino € 15,00, gratuito fino a 6 anni, turisti stranieri € 30,00 (visita in inglese). Prenotazione gruppi e scuole, Ad Artem, tel. 026597728, info@adartem.it.
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