ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

mercoledì 2 dicembre 2020

Un’edizione on-line per la sedicesima Giornata del contemporaneo

Parola d’ordine: community. In un’epoca caratterizzata dal distanziamento sociale e dove l’arte si vede attraverso lo schermo di un computer, la Giornata del contemporaneo indica la rotta per le politiche museali del futuro: fare rete, fare comunità anche nella dimensione digitale. In realtà Amaci, l’associazione che da sedici anni propone l’iniziativa, quest’anno in agenda nella giornata di sabato 5 dicembre, ha sempre messo insieme progetti e realtà diverse -musei, fondazioni, istituzioni pubbliche e private, gallerie, studi e spazi d’artista- per raccontare la vitalità dell’arte contemporanea nel nostro Paese.
Quest’anno la pandemia da Coronavirus ha, però, costretto gli organizzatori a rivedere la formula della giornata, che sfrutterà, per forza di cose, le potenzialità del Web e dei canali social.
Per l’occasione si è voluto affidare l’identità stessa della manifestazione a un mosaico digitale composto dalle opere di venti artisti, proposti da altrettanti musei della rete Amaci, presieduta da Lorenzo Giusti. Si tratta di Paola Angelini (Ca’ Pesaro), Meris Angioletti (Gamec), Barbara and Ale (Pac), Cristian Chironi (Museion), Patrizio Di Massimo (Castello di Rivoli), Andrea Facco (Gam Verona), Giovanni Gaggia (Musma), Barbara Gamper (Kunst Merano), Silvia Giambrone (Museo del Novecento), Andrea Mastrovito (Palazzo Fabroni), Marzia Migliora (Maga), Nunzio (Icg), Nicola Pecoraro (Macro), Luca Pozzi (Fmav), Alessandro Sambini (Mart), Marinella Senatore (Centro Pecci), Francesco Simeti (Man), Justin Randolph Thompson (Madre) ed Emilio Vavarella (Maxxi). 
A questi diciannove autori si unisce, infine, la Comunità artistica Nuovo Forno del Pane, uno dei progetti più belli di questa difficile stagione, ideato dal Mambo di Bologna, che da questa estate ha aperto i suoi spazi ai giovani creativi del territorio trasformandosi in un centro di produzione e di residenza.
Più di cinquecento le realtà che hanno finora aderito a questa ricca edizione della Giornata del contemporaneo, che offrirà un profluvio di mostre, performance, video, ma anche tavole rotonde, lezioni, dibattiti e incontri con gli artisti: un insieme di eventi da assaporare davanti allo schermo di un computer, nella sicurezza della propria casa, come vogliono le nuove regole della vita sociale.
Anche se è vero che Amaci spera ancora in un’edizione ibrida, a doppio binario, con eventi off-line e l’apertura anche fisica ai visitatori per alcune realtà presenti sul territorio nazionale. Molto dipenderà dal Dpcm in uscita e dalla vivacità delle gallerie private che, in base all’attuale Decreto, possono rimanere aperte nelle zone gialle e arancioni.
La giornata del 5 dicembre vedrà anche la partecipazione della Direzione generale creatività contemporanea del Mibact con il suo progetto «I Luoghi del contemporaneo», una piattaforma che attraverso pillole video, visibili su YouTube, mapperà spazi, mostre e iniziative che raccontano lo scenario artistico attuale, dal Broletto di Pavia alla Fondazione Ebris di Salerno, dal Gran Cretto di Gibellina a Villa Panza di Varese, solo per fare qualche nome.
Anche per questa edizione è confermato, poi, il coinvolgimento del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, con la sua rete di ambasciate, consolati e Istituti italiani di cultura.
La promozione della nostra arte all’estero proseguirà on-line fino all’11 dicembre con vari eventi, tra cui sette webinar, che vedranno confrontarsi direttori italiani e stranieri, artisti e rappresentanti degli Istituti di cultura.
Da Adis Abeba, con l’opera site-specific di Eugenio Tibaldi, a Stoccolma, dove, sul tetto dello splendido edificio progettato dal grande Gio Ponti per l'Istituto di cultura italiana, sarà montata una installazione di Monica Bonvicini, sono tanti i centri stranieri che hanno dato la propria adesione alla Giornata del contemporaneo 2020: Lisbona, Abu Dhabi, Copenaghen, Hanoi, Tel Aviv, Tirana, Helsinki e altri ancora, ma l’elenco è destinato inevitabilmente ad allungarsi.
Dal 5 all'11 dicembre è, inoltre, prevista la diffusione di speciali contenuti sulla collezione Farnesina, con visite guidate virtuali, Instagram stories sulle opere e la presentazione dell’e-book con il nuovo catalogo.
Un cartellone, dunque, ricco quello della nuova edizione della manifestazione di Amaci, i cui eventi saranno veicolati sulla pagina Web www.giornatadelcontemporaneo.org. Un cartellone che mostra ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, la capacità del mondo dell’arte di reagire alla pandemia, la voglia della cultura di esserci e di raccontare il nostro presente e come potrebbe essere il nostro futuro.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Immagine promozionale della Giornata del contemporaneo 2020; [fig. 2] Nuovo Forno del Pane, Mambo di Bologna. Foto di Federico Landi; [fig. 3] Pac di Milano. Foto di Giudo Cataldi; [fig. 4] Marinella Senatore, Soundtrack. Prato, Centro Pecci. Foto di Margherita Villani; [fig. 5] Mart di Rovereto. Foto di Jacopo Salvi; [fig. 6] Museion. Foto di Othmar Seehauser

Informazioni utili

martedì 1 dicembre 2020

«Sulla fotografia e oltre», Silvana editoriale ripubblica il libro di Enrico Gusella

È un mosaico di saggi su autori, tendenze, mostre, collezioni ed eventi, teso a raccontare l’immagine fotografica transitata in Italia dall’Ottocento ai giorni nostri, il libro che Enrico Gusella ha appena pubblicato per i tipi di Silvana editoriale«Sulla fotografia e oltre» (532 pagine, 35 immagini a colori, 100 in bianco e nero, 20 euro).
Il volume, edito in collaborazione con la Fondazione Alberto Peruzzo, è la nuova edizione aggiornata di un testo stampato sei anni fa, nel 2014, da Allemandi editore, che esplora la vita e l’opera di alcuni artisti che più di altri hanno contribuito a rendere interessante e compiuta l’arte fotografica nel nostro tempo.
Da Nadar a Roni Horn, da Robert Doisneau a Franco Fontana, da Man Ray a David LaChapelle, sotto gli occhi del lettore scorrono storie di uomini e donne, di bambini vittime di guerre, di realtà poco rappresentate, ma anche della pandemia che nel 2020 ha colpito il mondo.
Critico e storico delle arti, ma anche organizzatore culturale e curatore con all’attivo più di duecentocinquanta mostre, tra cui «Vittorio Storaro. Un percorso di luce», «Mimmo Jodice. Tempo interiore», «Gianni Berengo Gardin. Copyright» e «Wim Wenders. Il mondo delle immagini», Enrico Gusella conduce il lettore tra i vari generi che costituiscono l’arcipelago fotografico -dal paesaggio all’architettura, dai ritratti all’astrazione-, in un percorso narrativo che indaga fatti artistici e fotografici, rapporti fra testo e immagine, relazioni fra cultura figurativa e società.
Nasce così una speciale e acuta storia della fotografia che accende i riflettori su quegli interpreti del reale che hanno scelto di mettere in campo visioni proprie e singolari pur servendosi di un medium mimetico e appartenente all'epoca della riproducibilità tecnica come la fotografia.
Tra i nuovi capitoli che aggiornano e caratterizzano questa nuova edizione ve ne sono alcuni dedicati ai giovani protagonisti come Marco Maria Zanin, il cui progetto fotografico «Segni per Sant'Agnese» è dedicato al restauro della chiesa di Sant'Agnese a Padova, realizzata per la curatela della Fondazione Alberto Peruzzo.
L'ampia analisi dell'autore si apre con un'intervista a Mimmo Jodice e al suo modo speciale di percepire la sua città natale, Napoli. Prosegue con una prima grande sezione denominata «Paesaggi», con testi dedicati a grandi fotografi italiani come Gabriele Basilico, Elio Ciol, Giovanni Chiaramonte, Vittorio Storaro.
Non mancano lungo il percorso riflessioni sulla fotografia di paesaggio che toccano alcuni luoghi famosi attraverso i loro maggiori interpreti. È così per la Parigi di Robert Doisneau, la Yosemite Valley di Ansel Adams, i paesaggi alpini della Svizzera di Albert Steiner, le strade del jazz di Pino Ninfa o «Roma-Pompei» di Gianni Berengo Gardin e Aurelio Amendola.
Il percorso prosegue con un capitolo dedicato al «Reportage». Qui, tra gli altri, ci sono i luoghi e le storie di Gianni Berengo Gardin, Enrico Bossan e Davide Ferrario. Il libro sviluppa anche il tema dei «Corpi», attraverso i saggi dedicati a Helmut Newton, Nan Goldin, Cindy Sherman, Stanley Kubrick, Spencer Tunick e David LaChapelle. Non manca una sezione dedicata alle «Astrazioni», che approfondisce la poetica di grandi artisti quali Man Ray, Franco Vaccari, Mario Schifano, Leo Matiz, oltre che di Thomas Ruff, Roni Horn e Douglas Gordon
Il volume presenta anche una sezione dedicata al collezionismo letto attraverso importanti esempi quali la Fondazione Venezia con il famoso Archivio Italo Zannier, la collezione di Mario Trevisan e quella di Fabio Castelli, ma anche nelle foto di Mauro Fiorese dedicate alle gallerie e alle collezioni museali italiane.
Il libro offre, dunque, una panoramica esaustiva sulla fotografia e si configura come un vero e proprio viaggio narrativo, raccontato con passione e lirismo attraverso generi e artisti. Il libro è, dunque, - per usare le parole di Michele Smargiassi- «una fotografia della fotografia, in un album di istantanee professionali».

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Copertina del libro «Sulla fotografia e oltre»; [fig. 2] Mimmo Jodice, «Apollo da Baia», 1993 ©Mimmo Jodice; [fig. 3] Elio Ciol, «Sogni di prosperità - Morsano al Tagliamento», 1985 © Elio Ciol; [fig. 4] Luca Campigotto, «Danieli acqua alta», Venezia, 1992 © Luca Campigotto

Informazioni utili
Enrico Gusella, «Sulla fotografia e oltre», Silvana editoriale, Cinisello Balsamo 2020. Dati: 12 x 19,5 cm, 532 pagine 135 illustrazioni, edizione italiana in brossura. EAN 9788836646951. Prezzo: euro 20,00. Informazioni: www.fondazionealbertoperuzzo.it

lunedì 30 novembre 2020

«Oggetti d’autore: omaggio a Giorgio Morandi», una collezione di design firmata Paolo Castelli

L’estremo equilibrio compositivo delle sue nature morte, intrise di luce e poesia, ne hanno fatto uno degli artisti più amati e quotati del Novecento. Il bolognese Giorgio Morandi, figura caratterialmente schiva e creativamente estranea alla lezione dei grandi movimenti pittorici del suo tempo, è stato capace di dare una solennità pacata e austera a tanti oggetti semplici e banali, protagonisti involontari della nostra quotidianità: bottiglie, vasi, brocche, caffettiere, ciotole, fiori, scatole, utensili da cucina.
Il mondo del design contemporaneo non poteva non guardare alle sue tele, dai colori tenui, dai delicati accordi cromatici e dai complessi equilibri compositivi come a dei modelli iconici imprescindibili.
Tra le aziende che portano nelle nostre case lo stile minimale, semplice ed elegante di Giorgio Morandi, il «pittore delle architetture», per usare un’espressione cara a Carlo Ludovico Ragghianti, c’è anche la Paolo Castelli di Ozzano dell’Emilia che nel 2009, in occasione dei lavori di riallestimento del museo dedicato all’artista, ha iniziato un sodalizio creativo con l’Istituzione Bologna Musei.
Ne è nata una collezione di interior decoration ispirata non solo alle opere del pittore bolognese, ma anche agli oggetti presenti nel suo studio di via Fondazza 36, una stanza di media grandezza, con una finestra che dava su un piccolo cortile, all’interno della quale c’erano un letto, un vecchio scrittoio, un tavolo da disegno, il cavalletto e poi tutt'intorno, su stretti scaffali, l'arsenale delle semplici cose che conosciamo attraverso le nature morte.
La collezione «Oggetti d’autore. Omaggio a Morandi» è frutto -raccontano dalla Paolo Castelli- di «un’osservazione minuziosa, contemplativa e reiterata nel tempo» degli elementi che si trovano tutt’oggi all’interno della camera-studio dell’artista, luogo di riflessione e lavoro tra le mura della casa tra Strada Maggiore e via Santo Stefano, in pieno centro storico, dove il pittore visse con le sorelle dal 1910 al 1964.
Sedute, tavolini, lampade, ma anche morbidi cuscini, carte da parati e ceramiche per la tavola compongono la collezione, pura art de vivre, dal sapore fortemente artigianale.
Gli oggetti creati, tutti realizzati a mano e rigorosamente made in Italy, sottolineano, infatti, l’importanza della figura dell’artigiano e delle tecniche di lavoro manuale, rispecchiandosi perfettamente nel concetto di interior design sviluppato dall’azienda emiliana nel corso della propria storia.
L’eccellenza di ogni singola soluzione comincia prima di tutto con il materiale, come il frassino ecosostenibile e non selezionato, l’ottone naturale, il vetro di Murano, la ceramica di Vietri, crine di cavallo e cuoio rigenerato, solo per citarne alcuni, e con la produzione di elementi dal design durevole.
Paolo Castelli e Istituzione Bologna Musei hanno conferito ad Artemest, piattaforma di e-commerce con sedi a Milano e a New York, specializzata in prodotti di design di alta gamma nelle categorie di arredo, illuminazione, home décor e lifestyle, l’esclusiva della vendita on-line dei nuovi oggetti d'autore.
Tra le inusuali soluzioni creative della collezione ci sono un appendiabiti a forma di cavalletto, cuscini e tovagliette in lino, set di piatti decorativi che richiamano la tavolozza di un pittore, fermalibri a forma di testa, brandine pieghevoli, bicchieri e tanti altri eleganti «segni d’autore» per una casa dell’eleganza sofisticata e dal forte valore identitario. Una casa dove il design di qualità parla il linguaggio della grande arte del Novecento.

Informazioni utili