ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

martedì 13 luglio 2021

Operaestate: danza, teatro, musica e arte in scena a Bassano del Grappa e nei paesi della Pedemontana veneta

Si apre nel segno della danza la quarantunesima edizione di Operaestate Festival Veneto, grande e articolata rassegna di eventi che mette in dialogo e fa incontrare differenti linguaggi artistici, dal teatro alla musica. Ad aprire il sipario, nella serata di sabato 17 luglio, sarà la compagnia italiana Aterballetto che porterà in scena a Bassano del Grappa, al Castello Tito Gobbi, il suo spettacolo «Storie», che unisce le nuove creazioni sui temi dell’abbraccio e dell’armonia dei giovani autori Philippe Kratz e Diego Tortelli con un lavoro del celebre coreografo israeliano Ohad Naharin, «Secus», dall’insolito stile musicale, dove suoni elettronici e melodie indiane si confondono con le armonie dei Beach Boys.

Da «Terre graffiate», concerti mattutini nei luoghi della Grande guerra, al nuovo spettacolo di Marco Paolini: i primi appuntamenti
Il festival, che vede tra i sostenitori il Ministero della cultura, avrà anche un’anteprima, nella mattinata di sabato 17 luglio, con il primo dei quattro appuntamenti di «Terre graffiate», concerti mattutini ambientati nello suggestivo scenario del Monte Grappa, nei luoghi della Grande guerra, in location raggiungibili a piedi, in pochi minuti di cammino su mulattiere e strada sterrata, che animeranno anche le mattinate del 18, del 24 e del 25 luglio. Il primo appuntamento vedrà in scena il Quantum Clarinet Trio, premiato al concorso internazionale Fischoff Chamber Music Competition 2020. Seguiranno l’esibizione del Trio Ghimel, con le sue improvvisazioni jazz e le atmosfere psichedeliche, l’interpretazione dei Trii elegiaci di Rachmaninov da parte di Eleonora De Poi al violino, Riccardo Baldizzi al violoncello, Massimiliano Turchi al pianoforte, e, per finire, un viaggio nello swing parigino-americano degli anni ’30 con il quartetto Alma Swing.
È un debutto, dunque, che unisce la qualità dell’offerta artistica alla scoperta del territorio quello della quarantunesima edizione di Operaestate Festival Veneto, intitolata «Anno1 P.Q./Ecologie del presente», un titolo all’apparenza insolito, ma che riassume come il 2021 sia per il festival «l’anno 1 post quarantennale», e - per l’umanità intera - anche il primo anno, dopo la lunga quarantena.
Il sottotitolo «Ecologie del presente» focalizza, invece, l’attenzione sull’interesse degli artisti presenti nela rassegna per le relazioni tra umanità e natura, umanità e scienze, umani e umani, cercando spunti di riflessione e ispirazione per un futuro diverso, che metta al centro il benessere individuale e collettivo.
Novantotto titoli per centoventisei appuntamenti distribuiti in tre mesi, di cui trentotto prime nazionali, compongono il cartellone, che animerà Bassano del Grappa e altri ventisette comuni della Pedemontana veneta: Borgo Valsugana, Borso del Grappa, Cassola, Castelfranco, Colceresa, Dueville, Enego, Feltre, Gallio, Isola Vicentina, Lusiana Conco, Marostica, Mogliano, Montebelluna, Montorso Vicentino, Mussolente, Nove, Pove del Grappa, Riese Pio X, Romano d’Ezzelino, Rosà, Rossano Veneto, Santorso, Schio, Solagna, Valbrenta e Valdagno.
Danza, teatro, cinema, musica da camera e musica lirica accompagneranno così il pubblico alla scoperta del territorio, tra panorami di montagna e spettacoli lungo il fiume, tra le colline delle ciliegie e ville storiche, castelli e parchi cittadini.
Dopo il primo appuntamento di «Terre graffiate», si ritornerà alla danza con lo spettacolo «Ossigeno» (18 luglio, ore 12) all’Orto botanico di Padova, sito Unesco dal 1997, che vedrà in scena quattro danzatrici under 30 del territorio: Vittoria Caneva, Ilaria Marcolin, Anna Grigiante ed Elena Sgarbossa. Mentre presenta un singolare intreccio di musica e teatro il successivo spettacolo in cartellone, «Les audieux» (20 luglio, ore 21:20), con protagonisti Luca Scarlini, voce narrante, e Alberto Mesirca, alla chitarra, che proporranno al Giardino del Teatro accademico di Castelfranco Veneto, un racconto romantico intorno al medico castellano Pietro Pagello (1807-1898), noto per la vicenda d’amore con George Sand.
Teatro e musica si incontreranno ancora lungo il fiume Brenta, a Compolongo, con «Mancamento azzurro» (21 luglio, ore 21:20), un omaggio ad Andrea Zanzotto, a cento anni dalla nascita, che vedrà in scena Vasco Mirandola e i musicisti Erica Boschiero e Sergio Marchesini.
Tornerà, poi, sotto i riflettori la danza con la prima nazionale di «Swans» (Bassano del Grappa, 22 luglio), omaggio al compositore Camille Saint Saens, a cento anni dalla morte, creato da un network italiano di organizzazioni di danza che ha invitato artisti diversi a re-interpretare «La morte del cigno», assolo creato da Fokine per la leggendaria ballerina Anna Pavlova. Accanto alla versione classica interpretata da Virna Toppi, prima ballerina al teatro alla Scala, sarà possibile vedere le creazioni originali di Chiara Bersani, Collettivo Mine, Silvia Gribaudi, Philippe Kratz e Camilla Monga.
I riflettori si accenderanno, poi, sul giovanissimo, ma già affermato violinista Giovanni Andrea Zanon, protagonista di un concerto con musiche di Beethoven, Franck e Ravel (23 luglio, Villa Dolfin a Rosà), ma anche sul tradizionale appuntamento in Villa da Porto a Montorso, «Dance in Villa» (24 luglio, ore 19 e ore 21), quest’anno affidato a Chiara Frigo e Collettivo Mime, e sul teatro, a Colceresa, con le «Lezioni fantademografiche» dei Fratelli Dalla Via (24 luglio, ore 19), la cui la scrittura drammaturgica affronta questioni chiave come l’ineguale distribuzione delle risorse, il fragile equilibrio uomo/natura, la complessa sostenibilità dei sistemi attuali.
Il teatro sarà ancora protagonista con Marco Paolini e il suo «Teatro fra parentesi: le mie storie per questo tempo», dedicato ai mestieri del «fare teatro» e nato durante l’isolamento, cucendo insieme storie vecchie e nuove con le canzoni e le musiche di Saba Anglana e Lorenzo Monguzzi (Isola Vicentina, 27 luglio).

Da «La mirabile visione» a «Humanae Genti», sette appuntamenti per riscoprire Dante
Per la danza è, poi, attesa un’altra prima nazionale con «Love Poems» e i danzatori della MMCompany, diretta dal coreografo Michele Merola, impegnati in un trittico di coreografie ispirate all’amore (Bassano del Grappa, 29 luglio). La sera successiva sarà, invece, dedicata alla nuova creazione di Babilonia Teatri: «Mulinobianco», che tratta il tema dell’arduo equilibrio tra naturale e artificiale (Bassano del Grappa, 30 luglio). Sono, poi, in agenda le prime nazionali di «Teenmotion» (Bassano del Grappa, 31 luglio), creazione inedita di Adriana Borriello per il gruppo di giovani danzatrici del progetto Lift, «Mappatura emotiva» di ExVuoto Teatro (Mussolente, 31 luglio) e di «Atlante botanico dell’essere umano» di Amor Vacui (Valbrenta, 1° agosto). A chiudere il cartellone dedicato alla danza saranno, quindi, «Wonder Louder» al parco di Isola Vicentina, nel quale le coreografie di Siro Guglielmi si incontreranno con la musica di Rosa Brunello (29 agosto), e «Combinazioni» (18 settembre), che porterà i lavori della canadese Mélanie Demers nella piazza di Montebelluna.
Scorrendo rapidamente il programma, in agosto, si trova uno spettacolo teatrale di grande successo come «Misericordia» di Emma Dante, un potente inno alla vita in una favola contemporanea sulla fragilità delle donne e la loro sconfinata solitudine, «una fabbrica d’amore» secondo la definizione stessa dell’autrice e regista palermitana (Bassano del Grappa, 3 agosto).
Nell’anno in cui ricorrono i settecento anni dalla morte di Dante Alighieri, il drammaturgo e storyteller Luca Scarlini dedicherà, quindi, tre appuntamenti al Sommo poeta dal titolo «La mirabile visione». In scena rispettivamente con i musicisti Ernesto Campagnaro al violino, Fabio Pupillo al flauto e Alberto Mesirca alla chitarra (Bassano del Grappa, 6, 7 e 14 agosto), l’artista racconterà le relazioni tra la «Commedia» dantesca e le arti figurative del suo tempo, del Rinascimento e dell’arte contemporanea, in un percorso che apre a rimandi e scenari inaspettati tra arte, musica e letteratura.
L’Alighieri sarà al centro anche dello spettacolo «Il Paradiso di Dante» (Bassano del Grappa, 2 settembre), caposaldo della riflessione musicale di Salvatore Sciarrino sulla «Commedia», che vedrà in scena la compagnia Anagoor, Leone d’argento 2018, e l’Orchestra di Padova e del Veneto, diretta da Marco Angius.
Il Sommo poeta verrà, poi, omaggiato con «Come è duro calle» (7 settembre), un itinerario di speciale suggestione con gli attori del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia che porteranno il pubblico in giro per Feltre, facendo tappa al castello, alle salite delle mura, ai resti romani, all’antico Teatro de la Sena.
Dante sarà ancora protagonista con «Humanae Genti» di Maurizio Panici, con il TS Teatro di Comunità / Argot Teatro, un viaggio attraverso i canti della «Divina Commedia» che si fanno metafora del viaggio che abbiamo compiuto durante la pandemia, nell’isolamento forzato e negli abbracci negati, nei desideri inespressi e nella volontà di uscirne migliori (Marostica, 24 e 26 settembre).

Gran finale con l’Orchestra di Padova e del Veneto per l’inaugurazione del ristrutturato Ponte di Bassano e il debutto del «Don Pasquale»
OperaFestival sarà anche impegnato, nel mese di agosto, a presentare tre speciali concerti dedicati a talenti emergenti della musica classica (Bassano del Grappa, 5, 10 e 17 agosto), giovani under 30, tutti già premiati in importanti concorsi internazionali: il pianista goriziano Alexander Gadjiev, il quartetto formato da Riccardo Porrovecchio al violino, Claudio Laureti alla viola, Raffaella Cardaropoli al violoncello e Leonora Armellini al pianoforte, e il trio con Vikram Francesco Sedona al violino, Luca Giovannini al violoncello e Alberto Ferro al pianoforte.
Rimanendo in ambito musicale, il cartellone propone anche due appuntamenti con la grande lirica: un concerto con arie e duetti tratti da celebri opere con artisti tra i più acclamati nei principali teatri internazionali (Castello degli Ezzelini a Bassano del Grappa, 8 agosto), e la nuova produzione del «Don Pasquale» di Gaetano Donizetti (Bassano del Grappa, 8 e 10 ottobre) che chiuderà questa lunga edizione del festival, con i giovani artisti emergenti dal cinquantesimo Concorso internazionale per cantanti Toti Dal Monte, l’Orchestra di Padova e del Veneto, la regia di Giuseppe Emiliani, il progetto visual di Federico Cautero.
Il linguaggio teatrale sarà ancora sotto i riflettori con «La bottega del caffè» (Marostica, 7 agosto) di Carlo Goldoni, nell’allestimento di Ats Teatro di Comunità/ Argot Teatro, con la prima nazionale di «Ritorno a casa», un’opera originale immaginata e scritta da Mirko Artuso con la collaborazione dei cittadini di Enego (Enego, 12 agosto), con la trilogia «Local Heros» di Fratelli Dalla Via (13 e 14 agosto), nata dal dialogo con la comunità di Lusiana Conco, e con le passeggiate teatrali in silent play «Il sentiero del riccio» con Paola Rossi (Colceresa, 26 settembre). Sono, anche, in programma «Earthbound, ovvero le storie delle Camille» di Marta Cuscunà, un monologo di fantascienza per attrice e pupazzi che parla del nostro futuro prossimo (Bassano del Grappa, 24 agosto), e la prima nazionale di «Celtis Australis - Storia del bagolaro e del bosco viaggiante» di Filippo Tognazzo, che invita alla riflessione sul rapporto uomo/natura, sulla biodiversità, sulle emergenze contemporanee (Rosà, 29 agosto). Un’altra prima nazionale è quella di «Alice oltre le meraviglie» con Marta Dalla Via e Piergiorgio Odifreddi, una riscrittura del celebre romanzo di Lewis Carroll fatta di humor scientifico e logica fantastica, in cui teatro e matematica diventano un gioco (Bassano del Grappa, 3 settembre). 
Tra gli appuntamenti da non perdere ci sono, poi, le creazioni site specific per il museo di Arte Sella, affidate a Daniele Ninarello, Silvia Sisto, Vittoria Caneva e Andrea Costanzo Martini (11 e 12/9), e lo spettacolo «La gentilezza dell’oro – Slowmachine» (11 e 12 settembre) al Museo della ceramica di Nove, che interpreta i temi della cura e del rinnovamento facendosi ispirare dall’antica tecnica giapponese del Kintsugi. Per finire si segnala il concerto con «Musica sull’acqua» e «Musica per i reali fuochi d’artificio», due celebri suite di Georg Friedrich Händel composte per altrettante feste e celebrazioni, che vedrà in scena l’Orchestra di Padova e del Veneto per celebrare il celeberrimo Ponte di Bassano ristrutturato (Bassano del Grappa, 3 ottobre). Un finale con tanto di fuochi d’artificio per un appuntamento, che proporrà anche un festival nel festival, di cui vi parleremo nei prossimi giorni: «B.Motion», che dal 19 agosto al 9 settembre focalizzerà l’attenzione sul contemporaneo e sui talenti emergenti, sulle arti e sulle loro relazioni con tecnologia.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Alma Swing sarà tra i protagonisti di  «Terre graffiate», quattro concerti mattutini ambientati nello suggestivo scenario del Monte Grappa; [figg. 2 e 3] «Secus» di Ohad Naharin, una delle coreografie del balletto «Stories», prodotto da Aterballetto al debutto a Operafestival. Foto di Alice Vacondio; [fig. 4] Marco Paolini in «Teatro fra parentesi»; [fig. 5] Immagine copertina di  «Swans»; [fig. 6] Cover di «Mulinobianco» di Babilonia Teatri; [fig. 7] Cover dello spettacolo «Misericordia» di Emma Dante; [fig. 8] Sandro Botticelli, Ritratto di Dante, 1495 circa; [fig. 9] Orchestra di Padova e del Veneto. Foto di Alessandra Lazzarotto; [fig. 10] ArteSella sarà scenario di OperaFestival nei giorni dell'11 e 12 settembre

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lunedì 12 luglio 2021

«Jazz & Wine in Montalcino»: dalla musica da film all’improvvisazione, sei concerti sotto le stelle con Bollani, Rea, Di Battista e Alex Britti

È uno dei festival più apprezzati dell’estate toscana e quest’anno sarà interamente dedicato al «genio italiano». Stiamo parlando del «Jazz & Wine in Montalcino», che per il ventiquattresimo anno consecutivo porta nella città simbolo del Brunello artisti di fama mondiale e un pubblico internazionale sempre più affascinato dalla formula di un inedito progetto culturale, oggi diretto da Paolo Rubei (figlio del compianto Giampiero, ideatore della rassegna), che mette insieme due sinonimi di convivialità e gioia di vivere: il buon vino e la musica di qualità.
Ormai saldamente inserito tra i più grandi festival europei, il «Jazz & Wine in Montalcino» nacque nel 1998 dalla collaborazione tra la nota azienda vinicola Banfi, la famiglia Rubei dell’Alexanderplatz Jazz Club di Roma e il Comune di Montalcino. Quest’anno sono in programma, dal 20 al 25 luglio, sei imperdibili serate sotto le stelle, tutte con inizio alle ore 21:45.
Si inizierà, nella suggestiva Fortezza di Montalcino, con Stefano Bollani Trio. Il poliedrico pianista, artista eclettico e geniale torna nel borgo toscano dopo tredici anni di assenza, in compagnia di Bernardo Guerra alla batteria e Gabriele Evangelista al contrabbasso. Insieme, i tre artisti daranno vita a un concerto speciale dove l’unica regola sarà divertirsi a improvvisare.
Mercoledì 21 luglio, «Jazz & Wine» si sposterà, quindi, al Castello Banfi. Protagonista della serata sarà Stefano Di Battista con il suo «Morricone Stories», sentito tributo a Ennio Morricone, uno dei maestri che hanno portato il genio italiano nel mondo. Il progetto, che sigla il matrimonio perfetto tra jazz e musica da film, vedrà a fianco del sassofonista il pianista Fred Nardin, il contrabbassista Daniele Sorrentino e il batterista André Ceccarelli.
Sempre nel meraviglioso Castello Banfi si terrà l’appuntamento di giovedì 22 luglio: «Improvvisazione di piano solo», lo spettacolo in cui Danilo Rea, uno dei più grandi pianisti italiani, spazierà dai capisaldi del jazz, passando per le canzoni italiane, fino alle arie d’opera, proiettando gli spettatori in un mondo le cui strade sono ancora tutte da scoprire.
Venerdì 23 luglio ci si sposterà, quindi, nella Fortezza di Montalcino per un concerto di Emanuele Urso, il «re dello swing», con il Sestetto Swing di Roma, composto anche da Claudio Piselli al vibrafono, Emanuele Rizzo al pianoforte, Fabrizio Guarino alla chitarra, Alessio Urso al contrabbasso e Giovanni Cicchirillo alla batteria. Insieme questi artisti proporranno un viaggio che parte dalle sonorità statunitensi degli anni Quaranta per arrivare ai maggiori compositori della musica leggera americana - G. Gershwin, J. Kern, C. Porter, I. Berlin, B. Goodman -, che vedrà in scena anche uno special guest d’eccezione come Lorenzo Soriano, virtuoso della tromba.
Mentre il binomio musica e cinema sarà protagonista dell’appuntamento di sabato 24 luglio, quando, sul palco della Fortezza di Montalcino si esibirà l’orchestra Observatorium, composta da alcuni dei migliori musicisti del jazz italiano e diretta da Massimo Nunzi (tromba, direzione e arrangiamenti). L’appuntamento si intitola «Jazz in Cinemascope» ed è un concerto che, esplorando le partiture di alcuni celeberrimi film, permetterà di ascoltare musiche di grande complessità.
La ventiquattresima edizione di «Jazz & Wine in Montalcino» si chiuderà domenica 25 luglio con la chitarra di Alex Britti, che porterà il suo straordinario talento nella Fortezza di Montalcino in uno spettacolo che prevede la rivisitazione del suo repertorio in chiave più intimista, elegante e incalzante allo stesso tempo. Con lui sul palco ci sarà Flavio Boltro, trombettista eclettico e raffinato. L’appuntamento, all’insegna dell’improvvisazione dal sapore blues e jazz, sarà arricchito del talento di Davide Savarese alla batteria, Emanuele Brignola al basso e Mario Fanizzi al pianoforte e tastiere.
Il jazz, la musica in cui «la stessa nota può essere suonata notte dopo notte, ma ogni volta in modo diverso» (secondo la bella espressione di Ornette Coleman), ritorna così protagonista a Montalcino, il piccolo comune della provincia senese, alla fine della Val d’Orcia, terra del vin Brunello, inventato nel 1888 da Ferruccio Biondi Santi, che per primo ebbe l'idea di eliminare i vitigni della tradizionale ricetta del Chianti, come il Canaiolo e il Colorino, usando invece solo la varietà Sangiovese, fatta invecchiare cinque anni in botti di quercia. Ne venne fuori un insuperabile rosso Docg, perla di un borgo che incanta con le sue atmosfere medioevali e la sua natura incontaminata, ma anche con la grande musica internazionale. 

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domenica 11 luglio 2021

#notiziinpillole, le cronache d'arte della settimana dal 5 all'11 luglio 2021

IL LABIRINTO DI ALFONSINE CELEBRA DANTE E LO SCULTORE GUNTHER STILLING
Che cosa lega Dante Alighieri a Castore e Polluce? È a questa domanda che tesse la storia del labirinto «Il viaggio dei Diòscuri», che Alfonsine, cittadina in provincia di Ravenna, dedica al «Purgatorio», una delle tre cantiche della «Divina Commedia». Molte saranno le chiavi di lettura di questo nuovo dedalo, ma solo una sarà quella giusta per entrare e uscire. Lungo il tracciato si dovranno affrontare i sette vizi capitali, ma si potranno anche incontrare Teseo, Giasone e gli argonauti alla caccia del vello.
A questo labirinto effimero si affiancherà un «Labirinto sospeso», con un percorso di due chilometri e mezzo su una superficie di quattromila metri quadrati, realizzato con canne di bambù sospese e altro materiale di recupero. Si tratta di una vera opera di Land-art, sempre uguale ma sempre diversa, perché in continua interazione sia con gli elementi della natura sia con i viandanti che lo attraverseranno.
A completare il percorso, c’è la mostra «Labyrinthus Hic Habitat Minotaurus» con opere in bronzo o alluminio, di cui una monumentale, dell’artista internazionale Gunther Stilling. Questi lavori, in tutto una decina, affrontano temi quali il mito e il tempo e le sue stratificazioni, creando così un ponte immaginario tra l’antico e il contemporaneo.
Il labirinto, collocato all’interno dell’azienda agricola Galassi Carlo (via Roma, 111), rimarrà aperto fino a metà settembre, dalle ore 16 a mezzanotte, con un biglietto di 9, 00 euro per l’intero e 5,00 per il ridotto.
Info e prenotazioni al numero 335.8335233 all’indirizzo e-mail info@galassicarlo.com. Per maggiori informazioni: www.galassicarlo.com.

IL LAMBRUSCO HA UN SUO MUSEO. SI TROVA NEL MODENESE, ALLA CANTINA GIACOBAZZI DI NONANTOLA

Il Lambrusco ha un suo museo, che ne racconta la storia dalla coltivazione alla produzione. Si trova a Nonantola, nel Modenese, ed è stato fondato da Antonio Giacobazzi nell’omonima cantina vinicola, una tra le eccellenze del territorio emiliano. Il percorso espositivo presenta una raccolta unica di attrezzi legati all’agricoltura e alla vinificazione provenienti dalla stessa cantina, insieme ad altri pezzi, di inestimabile valore, frutto dell’accurato percorso di ricerca personale di Antonio Giacobazzi in Italia e in Europa, riuscendo nell’obiettivo di dare una nuova vita a migliaia di attrezzi, memoria di un tempo passato di cui si vuole mantenere vivo il ricordo.
Il Museo del vino e della civiltà Contadina ha da poco riaperto le porte offrendo ai visitatori anche una bella novità: il rinnovo della sala dedicata ai cimeli sportive, pezzi unici che raccontano il legame della famiglia Giacobazzi con i grandi campioni della Formula 1 e del ciclismo come Gilles Villeneuve, Marco Pantani e Walter Villa.
Sono attualmente in esposizione, tra gli altri, la Ferrari F1 SF16-H 2016 di Sebastian Vettel, la Williams FW16 1994 di Ayrton Senna, il casco autografato Simpson M61 del pilota Ferrari Mario Andretti (1982), oltre a scocche di auto di F1, come la Ferrari monoposto di Gilles Villeneuve, la bicicletta e numerose maglie di Marco Pantani e alcune moto d’epoca.
Il museo è aperto dal martedì alla domenica, dalle ore 9:00 alle ore 13:00 e dalle ore 15:00 alle ore 19:00. La visita può essere prenotata al numero 059-545462 o all’indirizzo e-mail: wineshop@giacobazzivini.com.
Per maggiori informazioni: www.giacobazzivini.it

«PEGGY GUGGENHEIM E I SUOI AMICI», UNA NUOVA RUBRICA SU INSTRAGRAM PER LA COLLEZIONE GUGGENHEIM DI VENEZIA
La Collezione Peggy Guggenheim prosegue la sua attività sui canali social anche a luglio. Questo mese, e per tutta estate, sul canale Instagram del museo ci sarà, ogni mercoledì, una nuova rubrica che racconterà il legame di amicizia che ha unito Peggy Guggenheim a otto celebri intellettuali, figure cardine nella storia del Novecento. Di volta in volta, verranno svelate brevi curiosità e aneddoti di scrittori, musicisti, critici, attivisti, quali Truman Capote, Emma Goldman, John Cage, Djuna Barnes, James Joyce, per citarne alcuni, conosciuti dalla collezionista americana, nell’arco della sua lunga vita tra Europa e Stati Uniti.
La rubrica «Peggy Guggenheim e i suoi amici» è stata inaugurata mercoledì 7 luglio con il primo appuntamento dedicato allo scrittore americano Truman Capote, celebre autore di opere letterarie come «Colazione da Tiffany» (1958) e «A sangue freddo» (1965). Lo scrittore fu uno dei più assidui frequentatori di Palazzo Venier dei Leoni. Nel settembre del 1950 approdò in laguna e conobbe Peggy Guggenheim, per poi tornare da lei nel settembre di due anni dopo e ancora nell’estate del 1953. Soggiornò nella sua casa per sei settimane anche nella primavera del 1956 e le diede un ultimo saluto nella primavera del 1961.
«La prima volta che incontrai Truman Capote fu nel mio salone d’ingresso: era un ometto piccolo che andava in giro con un paio di pantofole di panno. Diventammo ottimi amici e più tardi trascorse due mesi a casa mia, dove scrisse «The Muses Are Heard». [..] Lo trovavo un uomo immensamente divertente e mi piaceva stare in sua compagnia», ricorda la mecenate nella sua autobiografia «Una vita per l'arte».
Accanto alla rubrica «Peggy Guggenheim e i suoi amici», il museo continuerà anche con altre rubriche. Il lunedì ci saranno le «Monday Inspiration», brevi frasi di celebri artisti del Novecento, fonti «ispirazionali» per affrontare la settimana all’insegna dell’arte e delle creatività. Il martedì sarà la volta dei «Summer Garden Tuesday», che rivelano piccoli angoli verdi del giardino delle sculture. Il giovedì si potranno ascoltare gli «Art Talk», vivaci pillole video realizzate dagli stagisti della collezione veneziana per approfondire un'opera e il suo autore. A chiudere la settimana saranno «Mia cara Venezia», affondo del venerdì che restituisce una città unica e splendida agli occhi di chi la ama, e la rubrica del sabato «Learn with the PGC», che attraverso le terminologie dell’arte, racconta movimenti, tecniche, stili e linguaggi artistici del museo.

A TORGIANO LA MOSTRA «POSTE ALIGHIERI»
È una mostra originale quella che il Museo del vino di Torgiano ha scelto per ricordare Dante Alighieri, a settecento anni dalla morte. Fino al prossimo 29 agosto la Fondazione Lungarotti accoglie nei suoi spazi la mostra «Poste Alighieri», una collezione di cartoline postali dei primi del ‘900, provenienti dalla raccolta di Adriano Pezzoli, che raccontano personaggi e suggestioni della «Divina Commedia» affiancando a ogni terzina la scena che la rappresenta e perfino riportando la traduzione in inglese dei versi.
Curata nel suo nucleo iniziale da Cristiana Palma e Martina Barro, la mostra è giù stata presentata nella vicina Perugia e per questo nuovo allestimento si è arricchita della serie «Paradiso», edita da E. Sborgi (Firenze, 1917) e illustrata da V. Faini, F. Torrini, A. Alessandrelli, A. Corsi. Tra le opere in esposizione, ci sono anche le foto-sculture di Domenico Mastroianni e la produzione dedicata a Dante dell’imprenditore ternano Virgilio Alterocca.
Per maggiori informazioni: www.muvit.it

 A VENEZIA LA DANZA INCONTRA L’ARTE DI ISABELLA MANDELLI
Arte e danza si incontrano a Venezia, nella Sala Azzurra dell’Hotel Giorgione. Domenica 18 luglio, alle ore 18, Beatrice Carbone, ballerina solista del Teatro alla Scala di Milano, dialogherà con le opere dell’artista eco-sociale Isabella Mandelli, che vive e lavora tra Lombardia e Liguria.
L’appuntamento offrirà l’occasione per raccontare al pubblico di un percorso artistico e di un’amicizia che intreccia punte e acquerelli, fantasia e inclusione. I presenti viaggeranno così nel magico mondo dei «Barabubbles» e, di bolla in bolla, faranno conoscenza con personaggi fantasiosi e onirici che alludono al regno animale e naturale, scoprendone la genesi, i caratteri multiformi per arrivare a comprendere - tra cuori, note musicali e mongolfiere - la poetica dell'artista: «Non esiste tavolozza, i colori vengono miscelati direttamente sulla tela con un ordine casuale e istintivo».
Durante l’incontro, gratuito con prenotazione obbligatoria, si approfondirà anche il legame tra Beatrice Carbone e Isabella Mandelli, le cui vite sono caratterizzate dall'impegno sociale tra gentilezza, diversità e inclusione; e si presenterà il fitto programma di workshop e incontri ideato dalla ballerina scaligera per promuovere la ripartenza della danza nella sua città natale, Venezia.
L'appuntamento all’hotel Giorgione si inscrive, infatti, nella proposta «A Venezia si danza... Ricominciamo da qui», in programma dal 19 al 31 luglio, una rassegna che racchiude stage e laboratori di danza e di altre discipline legate al benessere e al movimento, oltre a incontri e approfondimenti che prendono le mosse dall'arte coreutica per arrivare a toccare la letteratura, la filosofia e le arti visive.
L’incontro sarà arricchito da una piccola mostra con acquerelli dedicati alla danza e all’inclusione: «Il mondo fantastico di Bea» e «Barabubbles alla sbarra» (nella foto di Claudio Sforza), ma anche «Egual-Danza», «Siamo tutti ballerini» e «Danzare col cuore», dove emerge la bellezza della città di Venezia.
Altre opere dell’artista, sempre legate a questi temi, saranno accolte nel concept store di Palazzo Contarini-Polignac, sede della proposta «A Venezia si danza... Ricominciamo da qui», dove rimarranno esposte per tutta l’estate. I lavori, tutti realizzati tra il 2020 e il 2021 con la tecnica dell’acquerello, presentano diversi formati, forme e carte, che ben esprimono l’accurata ricerca tra arte e sostenibilità di Isabella Mandelli.
Per informazioni e prenotazioni pubblico: info.oltreladanza@gmail.com

È ON-LINE LA SOCIAL REACTION CHALLENGE PER VOTARE L’OPERA PREFERITA DEL PROGETTO «ARTHLETES» DI SUZUKI ITALIA 
Giunge all'atto conclusivo il progetto «ARThletes», lanciato a fine marzo in occasione della presentazione italiana del nuovo Burgman 400. In questi mesi, quattro illustratori di fama internazionale - Riccardo Guasco, Francesco Poroli, Gianluca Folì e Van Orton – si sono confrontati con l’iconico mezzo di casa Suzuki, realizzando un'opera che ne esaltasse le peculiarità e le origini made in Japan, prendendo spunto dalle discipline olimpiche del Pentathlon moderno - equitazione, laser run, nuoto e scherma -, che saranno protagoniste nei prossimi giorni a Tokyo.
Riccardo Guasco ha interpretato l’equitazione nella disciplina del salto a ostacoli legandola all’idea di «stabilità» (nella foto). A Francesco Poroli è stata assegnata la laser run per esprimere la «sportività». Gianluca Folì si è immerso nel nuoto esaltandone l’«eleganza»; i fratelli Van Orton si sono dedicati alla scherma associata, per il progetto, al concetto di «sicurezza».
Ora che le quattro opere sono state svelate, il pubblico è chiamato ad esprimere la propria preferenza nella social reaction challenge attiva sul profilo ufficiale Facebook di Suzuki Moto Italia. Fino al 22 luglio è possibile votare la propria opera preferita e decretare così quale sarà l’illustrazione che colorerà un Burgman 400 da collezione, esemplare unico e icona del connubio tra arte e due ruote.
Suzuki celebra così le Olimpiadi e lo sport con un progetto di ampio respiro, che unisce gesto atletico e gesto artistico, per parlare direttamente al cuore delle persone con un linguaggio estremamente variegato: «ecco allora – raccontano ancora dalla sede italiana dell’azienda nipponica - che le opere potranno riprendere stilemi tipici dei writer urbani oppure di artisti acclamati come Basquiat» per dar vita a uno scooter da collezione.
Per saperne di più sul progetto: https://foglidarte.blogspot.com/2021/04/arthletes-suzuki-Burgman400-MY22-gianluca-foli-riccardo-guasco-francesco-poroli-van-orton.html

TORINO, AL MAO UNA MOSTRA DI LACCHE GIAPPONESI
Il Mao - Museo d’arte orientale di Torino ha appena cambiato il suo allestimento. Dallo scorso 6 luglio e fino al prossimo 15 dicembre, il programma di rotazioni che l’istituzione piemontese effettua periodicamente per la corretta conservazione delle opere più delicate della sua raccolta prevede, dopo un’assenza di sette anni, l’esposizione di una selezione di raffinate lacche giapponesi dal XVII secolo ai primi anni del Novecento.
All’interno di un’apposita teca nella galleria del Giappone, hanno trovato posto quattro scatole laccate recanti i simboli della famiglia imperiale, il crisantemo a sedici petali e la paulonia.
L’arte della laccatura, importata in Giappone dall’Asia continentale, raggiunse i massimi livelli tecnici ed espressivi nel periodo Edo (1603-1868). Questa tecnica consiste nel rivestire le superfici di recipienti e utensili con lacche colorate, trasparenti o opache, arricchite spesso di polveri e lamine metalliche o altri materiali (soprattutto madreperla), che donano al manufatto effetti di preziosa e compatta brillantezza.
Tra le lacche esposte in occasione della rotazione, il pezzo più pregevole è un ryoshibako decorato con motivi vegetali, una scatola per carta e documenti di epoca Edo (seconda metà del XVII secolo) in legno laccato con aggiunta di polveri metalliche applicate secondo la tecnica maki-eZ, che rivela la grande maestria raggiunta dagli artigiani giapponesi dell’epoca. Sul fondo di lacca nera spiccano in primo piano corolle rotonde di crisantemi (kiku) alternate a foglie e piccoli fiori di paulonia (kiri), secondo il tipico stile Kodaiji. In secondo piano, ad arricchire il disegno, alcuni raggruppamenti di erbe e fiori autunnali. Secondo l’iconografia tradizionale, il crisantemo e la paulonia sono associati alle figure dell’imperatore e dell’imperatrice e sono ricchi di significati simbolici: secondo la leggenda, l’albero della paulonia è legato anche alla fenice di tradizione estremo-orientale, che si poserebbe solo sui suoi rami.
Accanto alle scatole in lacca trovano posto anche tre inro, contenitori in legno per conservare medicinali, timbri e piccoli oggetti, che venivano tradizionalmente appesi alle vesti con un cordoncino e assicurati alla cintura da una sorta di alamaro. Due dei tre inro esposti, composti da cinque compartimenti impilati a sezione ellissoidale, sono finemente decorati con immagini di paesaggi stilizzati su fondo oro, mentre il terzo mostra la curiosa raffigurazione della divinità Shoki che insegue un demone. Secondo la tradizione, esporre l’immagine di questa divinità durante la Festa dei Bambini proteggerebbe i figli maschi dalla malasorte e dalla sfortuna.
Per maggiori informazioni: www.maotorino.it.