È interamente finanziato e gestito dalla Svizzera il restauro della «Strage degli Innocenti», complesso monumentale realizzato tra il 1588 e il 1590 dal plastificatore Giacomo Paracca di Valsolda detto «Il Bargnola» e conservato nella Cappella undici del Sacro Monte di Varallo. L’intervento conservativo, decisamente notevole, porterà al recupero dell’edificio e delle oltre settanta statue in terracotta policroma, tutte a grandezza naturale, che creano la cruda rievocazione dell’episodio descritto dal Vangelo di Matteo.
La scena, di un verismo sconvolgente, mostra Erode il Grande, re della Giudea, ordinare un massacro di bambini allo scopo di uccidere Gesù, della cui nascita a Betlemme era stato informato. Secondo la narrazione evangelica, Gesù scampò alla strage in quanto un angelo avvisò in sogno Giuseppe, ordinandogli di fuggire in Egitto; solo dopo la morte di Erode, Giuseppe tornò indietro, stabilendosi in Galilea, a Nazareth.
La Chiesa Ccttolica venera i bambini uccisi nella strage come martiri perché «avrebbero versato il loro sangue per Dio e per l'Agnello» con il nome di «Santi Innocenti», fissandone la memoria liturgica al 28 dicembre.
La rappresentazione che dell’episodio evangelico è offerta nella Cappella è terribilmente cruda, persino macabra, con bimbi strappati dalla culla, a dispregio della disperazione delle madri e della foga dei cagnolini di casa che vorrebbero difendere i piccoli. Sangue, disperazione, terrore pervadono la scena, ad offrire quello che è stato definito come un impressionante «teatro della crudeltà».
Il restauro della Cappella è stato assunto in ampia parte dalla Isabel und Balz Baechi Stiftung di Zurigo, organismo di riconosciuta fama mondiale, senza fini di lucro, sorto per la difesa dei dipinti murali, interessato soprattutto a intervenire nei siti Unesco. L’ente svizzero, che vi ha investito circa quattrocentomila euro per il restauro della «Strage degli Innocenti», ha già operato con successo in diverse realtà, sostenendo, ad esempio, il restauro dei templi tibetani, di Palazzo Malacrida a Morbegno in Valtellina, edificio con decorazioni settecentesche legate all’ambito di Tiepolo, oltre che nello stesso Sacro Monte di Varallo.
«Qui, in anni recenti, la Fondazione ha finanziato il restauro di altre due Cappelle: nel biennio 2012-2013, quella «Battesimo di Cristo» e, nel 2014, della Cappella di «Cristo avvolto nella Sindone»- afferma Elena De Filippis, direttore dell’ente di gestione Sacri Monti del Piemonte -. Poiché la Fondazione Isabel und Balz Baechi per statuto finanzia solo il lavoro di operatori svizzeri, i tre interventi sono stati realizzati in modo esemplare dal corso di laurea in conservazione e restauro della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (Supsi)».
Nei restauri svolti –racconta ancora la De Filippis- la Supsi ha partecipato al finanziamento attraverso il lavoro dei propri docenti e degli esperti scientifici. Anche in questa cappella, i lavori di restauro vengono eseguiti dagli allievi del corso specialistico di restauro (già diplomati come «collaboratori restauratori») che operano sotto la guida dei loro docenti. L’attività al Sacro Monte, che avviene sotto la direzione di Stefania Luppichini, diplomata in una delle due prestigiose scuole italiane ministeriali, l’Opificio di Pietre Dure di Firenze, è infatti compresa nell’iter formativo di un master di specializzazione dell’Istituto svizzero. Naturalmente il progetto di restauro (realizzato anche con il contributo della fondazione Ernst Göhner, ndr) è stato verificato e approvato dalle Soprintendenze competenti, che controllano anche l’esecuzione degli interventi».
Renata Lodari, presidente dell’ente gestione Sacri Monti, ritiene che il restauro possa essere completato entro l’autunno 2018 e sottolinea anche l’interesse di questa collaborazione tra la Svizzera e il Sacro Monte di Varallo: «La presenza al Sacro Monte di Varallo, da anni, della Scuola universitaria di restauro della Svizzera Italiana e della Fondazione Isabel und Balz Baechi, -afferma, infatti,- dà il senso dell’importanza del complesso e del sito Unesco dei Sacri Monti piemontesi e lombardi, che gli svizzeri hanno ben compreso. Speriamo che la loro attività apra la strada a un interesse internazionale a sostegno dei Sacri Monti».
Informazioni utili
www.sacri-monti.com
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