ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

venerdì 12 novembre 2021

«Il legno e la carne», il Pinocchio di Mìles in un libro e in una mostra

«C'era una volta... -Un re!- diranno subito i miei piccoli lettori. No, ragazzi, avete sbagliato. C'era una volta un pezzo di legno […]». Era il luglio 1881 e il «Giornale dei bambini», inserto settimanale del quotidiano «Il Fanfulla», pubblicava la prima puntata di «Storia di un burattino», romanzo di Collodi (pseudonimo dello scrittore Carlo Lorenzini) destinato a diventare, con il titolo «Le avventure di Pinocchio», il libro più tradotto al mondo dopo la Bibbia.
Esuberante fino allo sfinimento, intollerante a qualsiasi regola, bugiardo di fronte all’evidenza, ma anche fiducioso nel prossimo, disposto a fare ammenda dei propri errori e ingenuo come solo i sognatori sanno essere, il «burattino più discolo di tutti i discoli» ha conquistato generazioni di piccoli lettori. Agli albori del Novecento, «Le avventure di Pinocchio» contavano, infatti, ben trecentomila copie stampate; oggi il libro può essere letto in oltre duecentosessanta lingue (latino ed esperanto compresi) e dialetti, stando agli studi della Fondazione Collodi basati sui dati Unesco. 
A partire dal 1883, data della sua prima pubblicazione a volume, il capolavoro collodiano ha, inoltre, solleticato la fantasia di tanti artisti, da Enrico Mazzanti a Sergio Tofano, da Milo Manara a Benito Jacovitti, da Lorenzo Mattioli a Lele Luzzati e molti altri ancora. Il motivo di questo successo può essere trovato nelle parole di un grande della letteratura italiana come Benedetto Croce, che affermò: «il legno, in cui è tagliato Pinocchio, è l’umanità», con i suoi pregi e i suoi difetti. Il libro mette, cioè, nero su bianco – sempre per usare le parole del filosofo abruzzese - «le vie del cuore, di umana debolezza, di dirittura morale, di gratitudine, di commozione, di furberia, di forza morale della bontà».
Su questa scia si muove lo street artist e illustratore Mìles, nome d’arte di Simone Miletta, protagonista della mostra «Il legno e la carne», allestita dal 14 al 5 dicembre negli spazi dell’ARTiglieria di Firenze, un edificio industriale in disuso. L'esposizione è organizzata per iniziativa della Street Levels Gallery e con il prezioso contributo della casa editrice indipendente Contrabbandiera, ideatrice di una nuova collana dedicata all’arte urbana che vedrà i migliori artisti della scena fiorentina illustrare fiabe e altri classici.
La collana sarà inaugurata proprio dal libro «Pinocchio. Il legno e la carne», la cui presentazione è in programma giovedì 18 novembre, dalle 18 alle 21:30. Mìles dialogherà con Marco Tangocci e Davide di Fabrizio; la serata sarà arricchita dalle performance di Luca Provenzani e Amerigo Bernardi, musicisti dell'Orchestra della Toscana.
La mostra fiorentina allinea, nello specifico, settantacinque tavole, che ripercorrono i momenti salienti della fiaba e ci mettono davanti alle avventure di un burattino i cui sentimenti non sono lontani da quelli di un uomo, di qualunque uomo, con le sue meschinità, generosità e compassione, con i suoi affetti e i suoi inganni. L’artista lametino, classe 1979, si dimostra, infatti, «poco interessato ai tòpoi legati ai personaggi collodiani, optando – afferma Alessandra Arpino - per un’analisi degli stati d’animo e degli impulsi comportamentali dettati dalle contingenze della favola come della vita».
L’allestimento della mostra è curato in modo tale da consentire allo spettatore di compiere un percorso continuativo nello spazio, che dia consequenzialità alle immagini e alla storia che narrano. Il percorso procede per sole immagini, ovvero senza didascalie, «in un lungo piano-sequenza – si legge nella nota stampa - in cui coesistono l’uomo e l’animale, la ragione e l’istinto, la realtà e le apparenze, tutto racchiuso in un equilibrio in cui i confini di una cosa e di un’altra si fanno sempre meno definiti».
Acquerello, china, inchiostro e spray su carta sono i linguaggi scelti da Miles per affrontare il racconto collodiano, del quale si dà voce sia ai personaggi che alle ambientazioni e a momenti specifici della narrazione. Geppetto, Mastro Ciliegia, Pinocchio, il Grillo parlante, Mangiafuoco, ma anche la Fata Turchina, il Gatto e la Volpe, la Lumaca, il Gorilla, il Pescecane, Lucignolo scorrono così sotto gli occhi del visitatore. «È interessante notare – racconta ancora Alessandra Arpino - che per Mìles lo stesso personaggio può essere rappresentato in modalità molto diverse a seconda del momento della storia. Su tutti, il Gatto e la Volpe ne costituiscono l’emblema: figure antropomorfe nell’ideazione dell’inganno, animali nell’atto di eliminare il nemico di turno, esseri dalle sembianze informi e cupe al momento del rapimento. In queste tavole è evidente l’intenzione dell’artista di non fermarsi alle maschere da commedia dell’arte, ma di scavare invece tra i comportamenti e le attitudini, a fronte delle situazioni che la vita presenta». 
Il percorso espositivo mette a confronto il visitatore anche con divertissement d’artista, come una tavola dedicata alla coltivazione degli zecchini degna di un manuale di botanica o alcuni lavori che mostrano rimandi cinematografici a scene celebri di Kubrick, Weir, Fincher e Spielberg.
È, dunque, un Pinocchio moderno e minimale, dai volumi definiti e dai chiaroscuri decisi, nel quale convivono luce e buio, sogno e realtà, quello che ci regala Mìles, da sempre interessato a raccontare il rapporto tra l’uomo e il suo tempo, «perché nella contemporaneità si trova tutto: la poesia, il sogno, la narrazione, l’incubo».

Informazioni utili 
Mìles. Il legno e la carne. ARTiglieria, via Cittadella 4 – Firenze. Orario mostra: dal martedì alla domenica, ore 10 – 13 e ore 15 – 19. Ingresso libero. Informazioni: tel. + 39 333 6745750. Sito internet: www.streetlevelsgallery.com. Dal 14 al 5 dicembre 2021

Nessun commento:

Posta un commento