ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

giovedì 17 ottobre 2024

Nespolo & Chiarlo, una lunga storia tra vino e arte

Era l’estate del 2003 quando Michele Chiarlo, «il signore del Barbera e del Moscato», uno dei grandi nomi dell’enologia piemontese, dava vita sulle colline di Castelnuovo Calcea, in provincia di Cuneo, all’Art Park La Court, un museo a cielo aperto tra i vitigni di un territorio di indiscusso fascino, quello delle Langhe-Roero e del Monferrato, che da dieci anni è inserito all’interno dei Patrimoni mondiali dell’Umanità di Unesco.

A guidare la trasformazione in un cantiere artistico dei venti ettari di terreno disposti ad anfiteatro che circondano la tenuta La Court, dando così corpo alle parole di Cesare Pavese che definiva le viti di una vigna le «quinte di una scena favolosa, di un evento che né il ricordo né la fantasia conoscono», fu Giancarlo Ferraris (San Marzano Oliveto, 1950), pittore e illustratore di Nizza Monferrato, nonché insegnante al Liceo artistico di Torino, che già firmava le etichette per i vini dell’azienda di Michele Chiarlo (e che è presente all’interno del parco con un bell’omaggio a Umberto Eco).

Sarebbe nato così, nel cuore del Barbera astigiano, «il più esteso museo a cielo aperto in vigna» e «uno dei rari esempi italiani di land art tra i vigneti», le cui quinte scenografiche dedicate ai quattro elementi naturali - terra, acqua, aria e fuoco - portano la firma di Emanuele Luzzati (Genova, 1921 – 2007). 

 Il percorso, che regala un’atmosfera da fiaba al luogo, è disseminato anche di opere di altri artisti internazionali come il designer americano Chris Bangle (l’ideatore delle Big Bench, le panchine di grandi dimensioni), Balthasar Brennenstuhl, Dedo Roggero Fossati, Rolando Carbone e molti altri ancora.

A questa storia, che ora viene portata avanti dai figli di Michele Chiarlo, Stefano e Alberto, si aggiunge un nuovo capitolo. È stato, infatti, da poco inaugurato il «Cannubi Path», un cammino tra le vigne del cru più antico d’Italia, la collina del Barolo storicamente riconosciuta nel 1752, che prende ispirazione dal concetto dell’Art Park La Court, e che disegna un’esperienza multisensoriale e non una semplice decorazione estetica. Attraverso installazioni tra i filari e nel ciabot (un antico capanno caratteristico dei vigneti), i visitatori possono immergersi nell'essenza del paesaggio e nella passione di chi lo coltiva.

Il progetto, visitabile liberamente e aperto al pubblico tutto l’anno (fatta eccezione per i giorni di vendemmia), celebra la storicità vitivinicola del territorio e il suo valore culturale, consolidando il legame tra la tradizione della Michele Chiarlo e l’arte di Ugo Nespolo (Mosso - Biella, 29 agosto 1941), uno dei grandi nomi dell’arte italiana, noto per le sue opere vibranti e colorate, che spaziano dalla pittura alla scultura, dal design alle installazioni, nelle quali emerge un’impronta ironica, trasgressiva, ludica, per un personale senso del divertimento che rappresenta da sempre una sorta di marchio di fabbrica.
Ugo Nespolo è, infatti, uno degli artisti che, con la sua opera «La porta sul vigneto», una sorta di ingresso scanzonato e colorato realizzato nel 2013, «illumina» l’Art Park La Court. Sua è anche l’etichetta per il Nizza Docg Riserva La Court Vigna Veja, prodotto solo nelle annate d'eccezione e in un numero limitato di bottiglie.

Il «Cannubi Path», dedicato alla memoria di Michele Chiarlo, scomparso nel novembre del 2023 all’età di ottantotto anni, si unisce ad altre due novità che hanno visto la luce nel 2024: lo Sky Bar & Lounge, inaugurato a giugno all’interno del resort Palás Cerequio di La Morra, e la mostra «Nespolo & Chiarlo: dal 2010 arte in vigna», allestita nel caveau del Barolo. Nell’esposizione, visitabile fino alla fine dell’anno, si possono ammirare alcune delle opere più importanti dell’artista piemontese e scoprire anche bozzetti inediti che raccontano la sua lunga collaborazione con l’azienda piemontese, una delle eccellenze del vino in Italia, che dal 1956 parla il linguaggio della tradizione e della passione, della sostenibilità e della sperimentazione.

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