È inutile nasconderlo. Il mondo dell’arte è stato profondamente colpito dalle misure emergenziali per combattere il Coronavirus, prima con la chiusura forzata e ora con gli accessi contingentati, che stanno riducendo drasticamente il numero dei visitatori di un museo e quello degli spettatori di un teatro o di una sala cinematografica. Ma è lo stesso mondo dell’arte che può offrirci l’occasione per riflettere su questo momento storico incerto, offrendoci -per usare le parole del poeta Davide Mencarelli sul quotidiano «L’Avvenire» dello scorso 6 giugno- «la voce di chi sa tradurre il dolore in bellezza, di chi con le proprie mani trasforma la sofferenza presente in memoria condivisa, nei secoli».
A questa considerazione è giunto anche il Castello di Rivoli, tra i primi musei del Piemonte (e d’Italia) a riaprire i battenti, lo scorso 19 maggio, subito dopo il lockdown, nel rispetto delle norme studiate dal Mibact per il contrasto e il contenimento della diffusione del Covid-19, anzi con qualche tutela in più, visto che la distanza di sicurezza tra le persone, fatta eccezione per i nuclei familiari, è stata fissata in due metri, consentendo così l’accesso a non più di trentadue persone per piano per un totale di novantasei visitatori contemporaneamente.
In questi mesi estivi il pubblico potrà ammirare, nello specifico, una piccola selezione di lavori di Giorgio Morandi provenienti dalla collezione di Francesco Federico Cerruti e la raccolta dello svizzero Uli Sigg dedicata all’arte cinese contemporanea, oltre a un’installazione dell’inglese James Richards per le sale storiche del Castello («Alms for the Bird», 2020) e al progetto espositivo di Renato Leotta, che illumina con fari d’automobile i fasti del passato settecentesco del museo («Sole», 2020).
In occasione dell’estate il Castello di Rivoli ha, poi, voluto guardare a questo nostro tempo incerto e, nel suo giardino esterno, proporrà la rassegna serale «Pestifera», a cura di Carolyn Christov-Bakargiev, Irene Dionisio e Fulvio Paganin, con il coordinamento di Roberta Aghemo e Giulia Colletti.
L’iniziativa consta di sei appuntamenti (oltre a uno on-line) che indagano la rappresentazione delle pandemie attraverso l’arte cinematografica. Ogni incontro, riservato a non più di cinquantacinque persone, sarà preceduto da quindici minuti di letture filosofiche e sonorizzazioni.
Ad aprire il cartellone sarà, venerdì 26 giugno (alle ore 21.30, come tutti gli altri incontri), «Die Pest im Florenz» (1919), film di Otto Rippert, scritto da Fritz Lang e ispirato al racconto «The Mask of the Red Death (La maschera della morte rossa)» di Edgar Allan Poe, che trasporta lo spettatore nel clima mistico e torbido del Medioevo, all’epoca della peste nera del Trecento, che decimò la popolazione fiorentina ed europea.
Realizzata tra il 1918 e il 1919, la pellicola, che venne presentata per la prima volta al Marmorhaus di Berlino, parla indirettamente del proprio tempo, ovvero dell’Europa del primo Dopoguerra attraversata dalla pandemia della febbre spagnola.
L’appuntamento al Castello di Rivoli sarà preceduto dall’introduzione dello storico medievista Giuseppe Sergi; mentre il film muto verrà appositamente sonorizzato dal compositore e artista multimediale Riccardo Mazza.
La rassegna proseguirà, quindi, nella serata di venerdì 3 luglio con «Nosferatu: Phantom der Nacht / Nosferatu, il principe della notte» (1978), per la regia di Werner Herzog.
Con questa pellicola, il regista tedesco crea un affresco onirico, surreale e allegorico che costituisce un omaggio e allo stesso tempo una rivisitazione in chiave contemporanea di un capolavoro assoluto dell’Espressionismo tedesco, il «Nosferatu» di Murnau (1922), nel quale si indaga la natura inestirpabile del male.
La parte del protagonista è stata affidata a Klaus Kinski, che interpreta un Dracula dall’animo lacerato, sospeso tra l’impossibilità di sottrarsi alla sua natura di demone immortale, personificazione della peste, e la volontà di morire per porre fine al suo eterno tormento.
L'incontro sarà preceduto dalla lettura del libro «Nel contagio» (2020) di Paolo Giordano, a cura di Marianna Vecellio.
Venerdì 10 luglio sarà, invece, la volta di «Epidemic» (1987), storia di una pandemia che sta distruggendo il mondo, per la regia di Lars von, con Allan De Waal, Ole Ernst e Michael Gelting.
La proiezione sarà preceduta dalla lettura dal vivo del libro «Per un dopo che era un prima» (2020), diffuso in una forma ridotta sul web da minima & moralia e pubblicato da nottetempo nel marzo 2020. Si tratta di una sorta di manifesto Post-Covid scritto dal filosofo Leonardo Caffo.
Mentre venerdì 17 luglio verrà proiettato «28 Days Later / 28 giorni dopo» (2002), film liberamente ispirato al romanzo «Il giorno dei trifidi» (1951) di John Wyndham, per la regia di Danny Boyle, con Cillian Murphy, Christopher Eccleston e Naomie Harris.
Si tratta di un horror post apocalittico che omaggia gli zombie movies. Protagonista è un giovane di nome Jim, che si risveglia dal coma in cui era finito dopo un incidente automobilistico. Uscito dall’ospedale, si ritrova a vagare per le strade di una Londra devastata da un virus che ne ha trasformato gli abitanti in creature affamate di carne umana.
Prima della proiezione, Carolyn Christov-Bakargiev leggerà il testo «Riflessioni sulla peste» (27 Marzo 2020) di Giorgio Agamben.
Il mese si chiuderà, venerdì 24 luglio, con la proiezione di «Buio » (2019), per la regia di Emanuela Rossi, con Valerio Binasco, Denise Tantucci e Gaia Bocci.
Confinamento obbligato dentro casa (anche se causato dalle bugie di un padre padrone), paura del mondo esterno, voglia di libertà e di rinascita sono i temi al centro di questo thriller psicologico, che ha vinto il Premio Raffaella Fioretta per il cinema italiano ad Alice nella città - Panorama Italia.
Protagonista della storia sono tre sorelle -Stella, Luce e Aria-, che trascorrono le giornate in lockdown, segregate in casa. Ogni sera, quando rientra, il padre racconta quanto sia pericoloso il mondo fuori. Un giorno l’uomo sparisce e Stella, la figlia più grande, è costretta a uscire per fare provviste, reagendo così a una vita di molestie e di volenze fisiche e psichiche.
Il film sarà preceduto dall’introduzione della regista Emanuela Rossi nonché dalla lettura dal vivo dell’artista e regista Irene Dionisio del testo «Coronavirus Capitalism» di Naomi Klein.
Il programma si concluderà a fine settembre, in una data ancora da definire, con l’artista e regista iraniano-canadese Mostafa Keshvari che presenterà in anteprima il film «Corona »(2020), attualmente in fase di realizzazione. Si tratta di un’indagine sui temi della paura e del razzismo attraverso la storia di un gruppo di persone bloccate in un ascensore durante la pandemia Covid.
Il Castello di Rivoli pensa anche al pubblico che nei mesi della quarantena lo ha seguito da casa tramite il progetto «Cosmo digitale / Digital Cosmos»: nella sala virtuale sarà visibile «The Last Man on Earth» (1964), per la regia di Ubaldo Ragona e Sidney Salkow, con Vincent Price, Franca Bettoja ed Emma Danieli. La pellicola è tratta dal romanzo «I Am Legend» (1954) di Richard Matheson e racconta di un morbo che si diffonde trasformando le vittime in vampiri.
Al Castello di Rivoli, grazie a «Pestifera», si capirà così che termini come pandemia, virus, contagio, quarantena non ci erano conosciuti: il cinema li aveva già pronunciati. Strade desolate, supermercati saccheggiati e psicosi da presunti fluidi letali costruiti in laboratorio facevano già parte del nostro immaginario. Quelli cambiati siamo noi, che ci siamo ritrovati a vivere nella realtà storie ed emozioni raccontate da fotogrammi in rapida successione.
Informazioni utili
«Pestifera». Dove: Castello di Rivoli, piazza Mafalda di Savoia – Rivoli (Torino). Quando: tutti i venerdì, dal 26 giugno al 24 luglio 2020. Come:
Visita al museo dalle ore 10 alle 21 | Aperitivo dalle ore 19 alle 21 | Intervallo con letture filosofiche dalle ore 21.15 alle 21.30 | Proiezione: ore 21.30. Ingresso: € 8,50 interno, € 6,50 ridotto. Note: Il numero massimo di posti disponibili è 55 e l’ingresso alle proiezioni è consentito fino a esaurimento posti. Si consiglia di acquistare online il biglietto https://www.castellodirivoli.org/tickets/. Per informazioni: tel. 011.9565246.
ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com
mercoledì 17 giugno 2020
martedì 16 giugno 2020
Dalla Fondazione Cini a Palazzo Ducale, continua la riapertura dei musei a Venezia
È stata la prima istituzione di Venezia a riprendere le attività per il pubblico subito dopo il lockdown per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid-19. Ancora prima delle Gallerie dell’Accademia e della Collezione Guggenheim, nei primi giorni di riapertura dopo la quarantena, ovvero ai primi di maggio quando tutti i musei italiani erano ancora chiusi, la Fondazione Giorgio Cini è uscita per calli e campielli e ha proposto un progetto en plein air con l’affissione pubblica di alcune riproduzioni delle opere che sarebbero state esposte nella mostra «Piranesi Roma Basilico», che avrebbe dovuto aprire in aprile, ma che era ancora chiusa a causa della quarantena.
Quella rassegna, a cura di Luca Massimo Barbero, apre finalmente le porte al pubblico. L’appuntamento è fissato per sabato 20 giugno, giorno in cui ritorna di nuovo accessibile anche la sede espositiva di Palazzo Cini a San Vio, raffinata casa-museo, visitabile dal 2014 grazie a una partnership con Generali, che al proprio interno, negli spazi del piano nobile, propone un ragguardevole percorso nell’arte dal XIII al XVI secolo con capolavori di Filippo Lippi, Beato Angelico, Botticelli, Piero di Cosimo e Pontormo.
Il progetto espositivo nasce in occasione dei trecento anni dalla nascita di Giambattista Piranesi (Venezia, 1720 - Roma, 1778), artista a cui la Fondazione Cini rende omaggio mettendo in dialogo la sua arte incisoria con la fotografia di Gabriele Basilico.
Al secondo piano del museo veneziano nel sestiere di Dorsoduro, a metà strada tra le Gallerie dell’Accademia e la Collezione Guggenheim, viene in particolare svelata al pubblico una selezione inedita del lavoro del grande fotografo milanese, commissionatogli dalla Fondazione Cini nel 2010, all’epoca della mostra «Le arti di Piranesi. Architetto, incisore, antiquario, vedutista, designer».
Il visitatore potrà ammirare, nello specifico, alcuni dei luoghi più simbolici della Città eterna rappresentati in venticinque stampe originali dall’incisore veneziano -selezionate dal corpus integrale a lui dedicato, conservato nelle collezioni grafiche della Fondazione Cini e acquisito negli anni Sessanta dal lungimirante Vittorio Cini- e ventisei vedute di Roma di Gabriele Basilico, realizzate con le stesse angolazioni delle incisioni piranesiane.
Il fotografo milanese, ispirato dalle celebri pagine che la scrittrice Marguerite Yourcenar dedicò all’artista settecentesco agli inizi degli anni Sessanta del secolo scorso, ha ripercorso con la macchina fotografica tutti i luoghi delle vedute piranesiane restituendone la straordinaria modernità.
Di questo insieme di opere saranno esposti, fino al prossimo 23 novembre, ben dodici scatti inediti, che sono pubblicati anche nel catalogo edito da Contrasto nel 2019, all’interno del quale sono contenuti i testi di Luca Massimo Barbero, Mario Bevilacqua, Michele De Lucchi, Pasquale Gagliardi, Alessandro Martoni, Roberta Valtorta, oltre a una conversazione dello stesso Gabriele Basilico con il regista Amos Gitai.
Palazzo Cini a San Vio riapre in sicurezza, nel rispetto delle norme indicate dal Mibact per contrastare il Coronavirus, e con un orario ridotto (dal venerdì alla domenica, dalle 12 alle 20), promettendo ai suoi visitatori -come molti musei italiani- una visita più intima e riflessiva del solito.
Dal 26 giugno la Cini renderà di nuovo accessibili anche i suoi spazi sull’isola di San Giorgio, a partire dalLabirinto Borges , con un servizio di visite guidate, ovviamente accessibili previa prenotazione, in programma tutti i fine settimana (dal venerdì alla domenica, dalle 11 alle 19).
Dopo le Gallerie dell’Accademia e la Collezione Peggy Guggenheim, che hanno riaperto rispettivamente il 26 maggio e il 2 giugno, Venezia allarga, dunque, l’offerta culturale per i suoi cittadini e turisti e apre altri luoghi della cultura. Oltre alla Fondazione Cini, dallo scorso sabato 13 giugno hanno iniziato a essere di nuovo accessibili, con orari flessibili e nel fine settimana, anche i Musei civici, o meglio Palazzo Ducale (sabato e domenica, dalle 10 alle 18), il Museo del vetro a Murano (sabato e domenica, dalle 11 alle 17) e il Museo del merletto a Burano (sabato e domenica, dalle 12 alle 16); il primo con un biglietto fortemente ridotto (di euro 13 per gli adulti e di euro 5 per i ragazzi fino ai 18 anni) e gli altri a ingresso gratuito.
Mentre, a partire dal 22 giugno, Ca’ Rezzonico – Museo del Settecento veneziano, Palazzo Mocenigo, Casa Goldoni e il Museo di storia naturale ritorneranno accessibili con percorsi educativi e visite guidate in esclusiva, da prenotare on-line, per un massimo di dieci persone a gruppo e con una guida turistica abilitata, ovviamente nel rispetto di una serie di regole per contrastare la diffusione del Coronavirus.
I Musei civici hanno pensato anche ai più piccoli, ai bambini dai 7 agli 11 anni, proponendo anche quest’anno il Summer camp, con attività strutturate secondo le attuali esigenze di sicurezza ma sempre stimolanti e divertenti, che andranno ad occupare il cortile di Ca’ Rezzonico e Forte Marghera.
Tra i musei di nuovo aperti al pubblico c’è anche la Fondazione Querini Stampalia, visitabile gratuitamente solo nei fine settimana (sabato e domenica, dalle 11 alle 17) per un numero limitato di visitatori in contemporanea e su prenotazione. L'ingresso alla fondazione, dove è attualmente allestita una bella mostra sul ristorante «All’angelo» e sulle avventure delle Avanguardie novecentesche ai suoi tavoli, è consentito solo ad utenti e visitatori già dotati di dispositivi di protezione personale (guanti e mascherine) e previa sottoscrizione di autocertificazione in merito alla propria salute e di misurazione della temperatura corporea.
Il Coronavirus ha, dunque, costretto la città a rallentare i propri ritmi. Ora ritornano le code fuori dai musei, ma il turismo -almeno per ora- è senz’altro più sostenibile di prima e una gita fuori porta, ben organizzata prima della partenza, con prenotazioni on-line a pinacoteche e spazi espositivi, si rivela un’ottima idea per ammirare la bellezza fragile di una città senza eguali al mondo, che sembra «uscita -diceva Lord Byron- dal tocco della bacchetta di un mago».
Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Giambattista Piranesi, Veduta interna del Pantheon, incisione all’acquaforte. Venezia, Fondazione Giorgio Cini, Gabinetto dei Disegni e delle Stampe. | Gabriele Basilico, Pantheon, interno, stampa ai sali d’argento con trattamento al selenio, 2010. Milano, Archivio Gabriele Basilico; [fig. 2] Giambattista Piranesi, Piramide di Caio Cestio, incisione all’acquaforte. Venezia, Fondazione Giorgio Cini, Gabinetto dei Disegni e delle Stampe | Gabriele Basilico, Piramide di Caio Cestio, stampa ai sali d’argento con trattamento al selenio, 2010. Milano, Archivio Gabriele Basilico; [fig. 3] Giambattista Piranesi, Veduta dell’Arco di Settimio Severo, incisione all’acquaforte. Venezia, Fondazione Giorgio Cini, Gabinetto dei Disegni e delle Stampe | Gabriele Basilico, Arco di Settimio Severo, stampa ai sali d’argento con trattamento al selenio, 2010. Milano, Archivio Gabriele Basilico; [fig. 4] 7) Giambattista Piranesi, Veduta del Ponte e Castello Sant’Angelo, incisione all’acquaforte. Venezia, Fondazione Giorgio Cini, Gabinetto dei Disegni e delle Stampe | Gabriele Basilico, Ponte Sant’Angelo e il Vaticano, stampa ai sali d’argento con trattamento al selenio, 2010. Venezia, Fondazione Giorgio Cini; [Figg. 6 e 7] Turisti in coda a Palazzo Ducale nel primo giorno di riapertura dopo l'emergenza sanitaria per il Covid-19
Informazioni utili
www.cini.it
www.visitmuve.it
www.querinistampalia.org
Per saperne di più
La Fondazione Cini esce tra calli e campielli di Venezia
Il progetto espositivo nasce in occasione dei trecento anni dalla nascita di Giambattista Piranesi (Venezia, 1720 - Roma, 1778), artista a cui la Fondazione Cini rende omaggio mettendo in dialogo la sua arte incisoria con la fotografia di Gabriele Basilico.
Al secondo piano del museo veneziano nel sestiere di Dorsoduro, a metà strada tra le Gallerie dell’Accademia e la Collezione Guggenheim, viene in particolare svelata al pubblico una selezione inedita del lavoro del grande fotografo milanese, commissionatogli dalla Fondazione Cini nel 2010, all’epoca della mostra «Le arti di Piranesi. Architetto, incisore, antiquario, vedutista, designer».
Il visitatore potrà ammirare, nello specifico, alcuni dei luoghi più simbolici della Città eterna rappresentati in venticinque stampe originali dall’incisore veneziano -selezionate dal corpus integrale a lui dedicato, conservato nelle collezioni grafiche della Fondazione Cini e acquisito negli anni Sessanta dal lungimirante Vittorio Cini- e ventisei vedute di Roma di Gabriele Basilico, realizzate con le stesse angolazioni delle incisioni piranesiane.
Il fotografo milanese, ispirato dalle celebri pagine che la scrittrice Marguerite Yourcenar dedicò all’artista settecentesco agli inizi degli anni Sessanta del secolo scorso, ha ripercorso con la macchina fotografica tutti i luoghi delle vedute piranesiane restituendone la straordinaria modernità.
Di questo insieme di opere saranno esposti, fino al prossimo 23 novembre, ben dodici scatti inediti, che sono pubblicati anche nel catalogo edito da Contrasto nel 2019, all’interno del quale sono contenuti i testi di Luca Massimo Barbero, Mario Bevilacqua, Michele De Lucchi, Pasquale Gagliardi, Alessandro Martoni, Roberta Valtorta, oltre a una conversazione dello stesso Gabriele Basilico con il regista Amos Gitai.
Palazzo Cini a San Vio riapre in sicurezza, nel rispetto delle norme indicate dal Mibact per contrastare il Coronavirus, e con un orario ridotto (dal venerdì alla domenica, dalle 12 alle 20), promettendo ai suoi visitatori -come molti musei italiani- una visita più intima e riflessiva del solito.
Dal 26 giugno la Cini renderà di nuovo accessibili anche i suoi spazi sull’isola di San Giorgio, a partire dal
Dopo le Gallerie dell’Accademia e la Collezione Peggy Guggenheim, che hanno riaperto rispettivamente il 26 maggio e il 2 giugno, Venezia allarga, dunque, l’offerta culturale per i suoi cittadini e turisti e apre altri luoghi della cultura. Oltre alla Fondazione Cini, dallo scorso sabato 13 giugno hanno iniziato a essere di nuovo accessibili, con orari flessibili e nel fine settimana, anche i Musei civici, o meglio Palazzo Ducale (sabato e domenica, dalle 10 alle 18), il Museo del vetro a Murano (sabato e domenica, dalle 11 alle 17) e il Museo del merletto a Burano (sabato e domenica, dalle 12 alle 16); il primo con un biglietto fortemente ridotto (di euro 13 per gli adulti e di euro 5 per i ragazzi fino ai 18 anni) e gli altri a ingresso gratuito.
Mentre, a partire dal 22 giugno, Ca’ Rezzonico – Museo del Settecento veneziano, Palazzo Mocenigo, Casa Goldoni e il Museo di storia naturale ritorneranno accessibili con percorsi educativi e visite guidate in esclusiva, da prenotare on-line, per un massimo di dieci persone a gruppo e con una guida turistica abilitata, ovviamente nel rispetto di una serie di regole per contrastare la diffusione del Coronavirus.
I Musei civici hanno pensato anche ai più piccoli, ai bambini dai 7 agli 11 anni, proponendo anche quest’anno il Summer camp, con attività strutturate secondo le attuali esigenze di sicurezza ma sempre stimolanti e divertenti, che andranno ad occupare il cortile di Ca’ Rezzonico e Forte Marghera.
Tra i musei di nuovo aperti al pubblico c’è anche la Fondazione Querini Stampalia, visitabile gratuitamente solo nei fine settimana (sabato e domenica, dalle 11 alle 17) per un numero limitato di visitatori in contemporanea e su prenotazione. L'ingresso alla fondazione, dove è attualmente allestita una bella mostra sul ristorante «All’angelo» e sulle avventure delle Avanguardie novecentesche ai suoi tavoli, è consentito solo ad utenti e visitatori già dotati di dispositivi di protezione personale (guanti e mascherine) e previa sottoscrizione di autocertificazione in merito alla propria salute e di misurazione della temperatura corporea.
Il Coronavirus ha, dunque, costretto la città a rallentare i propri ritmi. Ora ritornano le code fuori dai musei, ma il turismo -almeno per ora- è senz’altro più sostenibile di prima e una gita fuori porta, ben organizzata prima della partenza, con prenotazioni on-line a pinacoteche e spazi espositivi, si rivela un’ottima idea per ammirare la bellezza fragile di una città senza eguali al mondo, che sembra «uscita -diceva Lord Byron- dal tocco della bacchetta di un mago».
Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Giambattista Piranesi, Veduta interna del Pantheon, incisione all’acquaforte. Venezia, Fondazione Giorgio Cini, Gabinetto dei Disegni e delle Stampe. | Gabriele Basilico, Pantheon, interno, stampa ai sali d’argento con trattamento al selenio, 2010. Milano, Archivio Gabriele Basilico; [fig. 2] Giambattista Piranesi, Piramide di Caio Cestio, incisione all’acquaforte. Venezia, Fondazione Giorgio Cini, Gabinetto dei Disegni e delle Stampe | Gabriele Basilico, Piramide di Caio Cestio, stampa ai sali d’argento con trattamento al selenio, 2010. Milano, Archivio Gabriele Basilico; [fig. 3] Giambattista Piranesi, Veduta dell’Arco di Settimio Severo, incisione all’acquaforte. Venezia, Fondazione Giorgio Cini, Gabinetto dei Disegni e delle Stampe | Gabriele Basilico, Arco di Settimio Severo, stampa ai sali d’argento con trattamento al selenio, 2010. Milano, Archivio Gabriele Basilico; [fig. 4] 7) Giambattista Piranesi, Veduta del Ponte e Castello Sant’Angelo, incisione all’acquaforte. Venezia, Fondazione Giorgio Cini, Gabinetto dei Disegni e delle Stampe | Gabriele Basilico, Ponte Sant’Angelo e il Vaticano, stampa ai sali d’argento con trattamento al selenio, 2010. Venezia, Fondazione Giorgio Cini; [Figg. 6 e 7] Turisti in coda a Palazzo Ducale nel primo giorno di riapertura dopo l'emergenza sanitaria per il Covid-19
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La Fondazione Cini esce tra calli e campielli di Venezia
lunedì 15 giugno 2020
«Spazi di teatro», per il Piccolo di Milano un’estate al Chiostro
L’emergenza sanitaria dovuta al diffondersi del Coronavirus ha rimesso in discussione molti aspetti della nostra vita. Mai come in questi mesi di distanziamento sociale abbiamo compreso il valore della possibilità di ritrovarsi, insieme, nello stesso luogo, ad ascoltare e condividere un racconto, una storia che -magari- ci restituisca anche una chiave di lettura per provare a comprendere il periodo che stiamo vivendo. Questo è quanto offre il Piccolo di Milano con il suo primo appuntamento della stagione estiva, intitolata «Spazi di teatro», che porterà nella suggestiva scenografia all’aperto dei Chiostro Nina Vinchi tredici spettacoli dal vivo e dieci dirette video.
Martedì 16 giugno (ma anche venerdì 3 e venerdì 17 luglio), alle ore 21.30, Stefano Massini vestirà i panni di un moderno Virgilio, conducendo il pubblico presente in via Rovello 2 (dove saranno disponibili una settantina di posti a sedere), ma anche quello in diretta web a mare culturale urbano (via Giuseppe Gabetti, 15), nei meandri e negli anfratti del nostro tortuoso presente.
«Nella vita di ogni giorno, tra le pagine dei giornali, nei luoghi che visitiamo quotidianamente, negli sguardi degli sconosciuti sono nascoste storie che aspettano solo di essere scoperte e raccontate» -spiegano dal Piccolo-, Stefano Massini, come «un rabdomante, un novello cercatore d’oro del Klondike», le ha trovate nei tanti mezzi di comunicazione a nostra disposizione e le porterà all’attenzione degli spettatori, accompagnato al pianoforte da Paolo Jannacci e dalle sue improvvisazioni jazz.
«Storie» -questo il titolo dello spettacolo- è l’assaggio raffinato di una altrettanto ricercata stagione estiva, proposta dal Piccolo Teatro all’interno del palinsesto «Aria di cultura» del Comune di Milano, con l’intento di dar voce più al linguaggio dello spettacolo che ai tanti disagi creati dall’emergenza sanitaria, che per i teatri si manifestano in una serie di norme restrittive: accessi contingentati, misurazione della temperatura corporea all'ingresso, sanificazione delle mani con gel prima dell’accesso in sala, posti a sedere preassegnati, utilizzo obbligatorio della mascherina o di altro dispositivo di protezione individuale, distanziamento sociale per attori e pubblico, limitazione dell'uso del contante e biglietterie chiuse per agevolare l’acquisto on-line.
Al Chiostro Nina Vinchi la programmazione sarà continua, dal 16 giugno al 20 settembre, con tre recite per ciascuno dei titoli presentati, dal martedì al giovedì.
Gabriele Lavia, Sonia Bergamasco, Davide Enia, Paolo Rossi, Massimo Popolizio, Michele Serra, Lella Costa e la Compagnia marionettistica Carlo Colla & figli sono alcuni dei protagonisti della prossima stagione del Piccolo Teatro, che non mancheranno di far sentire la propria voce anche questa estate nello scenografico spazio esterno di Palazzo Carmagnola, riqualificato una decina di anni fa, con i suoi portici dall’ordine geometrico e il cielo stellato a fare da soffitto.
Subito dopo Stefano Massini a salire sul palco, nelle serate dal 17 al 19 giugno, sarà Gabriele Lavia con la lettura dell’«Edipo Re» di Sofocle, nella traduzione di Salvatore Quasimodo, tragedia greca a cui fa da sfondo una delle epidemie più famose della letteratura di epoca classica, quella di peste a Tebe, segno dell’ira divina per una colpa, inconsapevole, del protagonista: l’uccisione del padre e il matrimonio con la madre.
Mentre dal 23 al 25 giugno il palcoscenico sarà occupato da Sonia Bergamasco con «L’umano nell’uomo», lettura drammatizzata di due racconti di Vasilij Grossman, grande autore del Novecento russo, conosciuto al pubblico per il romanzo-epopea «Vita e destino», che il Piccolo ha proposto per due stagioni, nella straordinaria regia di Lev Dodin. I testi scelti per questo appuntamento, visibile anche in diretta streaming a mare culturale urbano, sono «La cagnetta» e «La Madonna Sistina», nei quali si parla dell’eterno conflitto tra il bene e il male.
Il secondo racconto rappresenta anche un bell’omaggio a Raffaello a cinquecento anni dalla morte. Prendendo spunto da una visita al museo Puškin, nel 1955, Vasilij Grossman parla, in quest’opera, del celebre dipinto del «Divin Pittore» -la «Madonna Sistina», appunto- portato da Dresda a Mosca come preda di guerra. Nello sguardo di Gesù e di sua Madre lo scrittore legge l’immagine delle innumerevoli donne che, con i propri figli, erano state condotte nell’inferno del campo di sterminio di Treblinka, e in quegli occhi rinviene «l’umano dell’uomo», ciò «che -scrive l’autore- vivrà in eterno, e vincerà».
Sonia Bergamasco passerà, dunque, il testimone a Davide Enia, in scena al Chiostro dal 30 giugno al 2 luglio con lo spettacolo «Maggio ‘43», che porterà il pubblico nella Palermo della Seconda guerra mondiale, una città sotto le bombe degli Alleati pronti allo sbarco in Sicilia, che viene raccontata attraverso gli occhi del dodicenne Gioacchino. Le parole dello scrittore, accompagnate dalla musica di Giulio Barocchieri, mettono lo spettatore a confronto con «tempi cupi, in cui era necessario ingegnarsi per riuscire a sopravvivere». Erano, quelli,–scrive lo stesso autore– «tempi atroci, in cui la morte cadeva inattesa dall’alto o dal basso dei mercati neri, che stritolavano con prezzi schizzati alle stelle. Erano tempi malati e bugiardi, tempi cinici e bari. Assomigliano ad oggi».
La settimana successiva, dal 7 al 9 luglio, sarà, invece, in scena «Pane o libertà. Su la testa», di e con Paolo Rossi, che vedrà tra gli interpreti anche i musicisti Emanuele Dell’Aquila, Alex Orciari e Stefano Bembi, che formano la Anciens Prodiges. Lo spettacolo incrocia vari generi, dalla stand-up comedy alla Commedia dell’arte per raccontare l’incontro dell’artista con grandi protagonisti del nostro tempo come Jannacci, Gaber, De André e Fo.
«Parlerò -racconta Paolo Rossi- di queste personalità fantasmagoriche e poetiche, non controllabili da nessun piccolo o grande fratello, che con le loro narrazioni portano conforto, idee per lottare e speranza. Vorrei fare qualcosa che dia al mio essere chiamato comico una via di fuga verso un teatro sociale, nella poesia del buffo e della magia. Roba minima. Tanto per alzare le difese immunitarie del pubblico presente… o meno».
Toccherà, poi, salire sul palco del Chiostro Nina Vinchi a Massimo Popolizio, che dal 14 al 16 luglio metterà in scena «Pilato», ovvero l’incontro del procuratore della provincia romana di Giudea con Gesù, così come viene raccontato da Michail Bulgakov nel libro «Il Maestro e Margherita». Le parole dell’attore si intrecceranno al tessuto sonoro creato da Stefano Saletti e Barbara Eramo, composizioni che sono in parte originali e in parte attingono alla tradizione mediterranea ed ebraico sefardita.
«Spazi di teatro» vedrà, quindi, salire sul palco Michele Serra che, dal 21 al 23 luglio, presenterà «L’amaca di domani unplugged», spettacolo per la regia di Andrea Renzi, nel quale lo scrittore e giornalista racconta di sé e del mestiere fragile e faticoso che fa cercando di dipanare la matassa delle proprie debolezze e delle proprie manie.
L’appuntamento a seguire è, invece, tutto dedicato ai bambini o a chi è rimasto fanciullo nel cuore. Dal 26 al 28 luglio il chiostro Nina Vinchi apre le porte a «Marionette, che passione» della Compagnia marionettistica Carlo Colla & figli, un'occasione per rivedere personaggi tratti dagli spettacoli più amati e applauditi del repertorio del gruppo come «Excelsior», «Il trovatore», «La famiglia dell’antiquario», «Macbeth», «La tempesta», «Sogno di una notte di mezza estate», «L’isola del tesoro» e altri, ma anche per scoprire qualche anticipazione e farsi emozionare da alcune sorprese.
La particolarità di questo spettacolo sarà l’impianto scenico, inconsueto e minimale, adatto all’allestimento nel Chiostro, con la figura del marionettista che muove a vista i personaggi a fili corti.
Dal 31 luglio al 2 agosto la scena sarà occupata da Lella Costa che proporrà un omaggio a Franca Valeri, in occasione del suo centesimo compleanno, con un cavallo di battaglia dell’attrice: «La vedova Socrate», liberamente ispirato a «La morte di Socrate» di Dürrenmatt. Il monologo è ambientato nella bottega di antiquariato di Santippe, la moglie del filosofo, descritta come una delle donne più insopportabili dell’antichità, una specie di bisbetica, che in questa rilettura diventa una moglie come tante, con una vita quotidiana piena di alti e bassi, e la possibilità, finalmente, di esprimersi su ciò che è stato il suo matrimonio e su quello che le hanno fatto passare gli amici di Socrate, da Aristofane ad Alcibiade: dei buoni a nulla, tra i quali primeggia Platone.
Dal 4 al 6 agosto si sorriderà ancora con Enrico Bonavera, attore che al Piccolo ha sostituito Ferruccio Soleri nel ruolo di Arlecchino, e con il suo spettacolo «Alichin di Malebolge», per la regia di Christian Zecca. In un’ora e mezza scoppiettante, in un dialetto «falso lombardo-veneto», l'artista -raccontano al Piccolo- indosserà «le vesti di un diavolo furioso, ingenuo, stralunato, e pasticcione, divertendosi a giocare con la fantasia nel mondo della Commedia dantesca, in un viaggio esistenziale pieno di avventure paradossali, ricco di comicità e di tanta poesia».
Toccherà, quindi, salire sul palco a Enrico Intra che, dal 18 al 20 agosto, si esibirà al pianoforte e presenterà le musiche che ha composto in questo periodo di quarantena.
Il musicista passerà il testimone a Marco Paolini che, dal 25 al 27 agosto, sarà in scena con «Teatro fra parentesi. Le mie storie per questo tempo», «un album di storie brevi – spiega lo stesso autore – tenute insieme da un filo di pensieri, storie che vengono dal mio repertorio, ma anche dall’ultimo spettacolo che non è mai andato in scena per via del coprifuoco dovuto al Covid-19. Storie a sorpresa come nell’uovo di Pasqua, perché la Pasqua quest’anno è saltata e così la si recupera un po’».
A chiudere il cartellone, che per alcuni spettacoli farà tappa anche in nove spazi cittadini attivi nel campo del sociale, sarà, dal 2 al 4 settembre, Elio De Capitani con «Frankenstein, il racconto del mostro», mentre dal 13 al 20 settembre ci sarà la ventesima edizione di «Trame d’autore», intitolata «Cittadini senza Stato», che vedrà coinvolti Antonio Tarantino, Gian Maria Cervo e i russi Fratelli Presnyakov, Michela Lucenti e Balletto Civile, Lucia Mallardi, Davide Pascarella, Sonia Antinori, Silvia Rigon, Luana Rondinelli.
Un cartellone, dunque, ricco di proposte e di grandi nomi quello studiato dal Piccolo Teatro per questa estate con l'intento di far respirare emozioni e cultura così che il distanziamento fisico non si trasformi anche in distanziamento sociale.
Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Esterno del Piccolo Teatro. Foto di Masiar Pasquali; [fig. 2] Stefano Massini. Foto di Marco Borrelli; [fig. 3] Paolo Jannacci. Foto di Simone Galbiati; [fig. 4] Sonia Bergamasco. Foto di Jacopo Brogioni; [fig. 5] Marco Paolini. Foto di Gianluca Moretto; [fig. 6] Lella Costa. Foto di Lorenzo Piano; [fig. 7] Paolo Rossi; [fig. 8] Compagnia Cola & Figli; marionette a fili corti; [fig. 9] Enrico Bonavera; [fig. 10] Davide Enia. Foto di Giuseppe Di Stefano; [fig.11] Gabriele Lavia. Foto di Filippo Milani; [fig. 12] Intra. Foto di Attilio Marasco
Informazioni utili
I biglietti per gli spettacoli del Chiostro sono acquistabili con carta di credito on-line sul sito del Piccolo Teatro – www.piccoloteatro.org – o attraverso il servizio di biglietteria telefonica al tel. 02.42411889 attivo dal lunedì al sabato, dalle ore 9.45 alle ore 18.45, e la domenica, dalle ore 10 alle ore 17. | In caso di maltempo, gli spettacoli si sposteranno all’interno della sala del Teatro Grassi. I posti assegnati verranno indicati sulle poltrone all’interno della sala. | Per evitare code e assembramenti, il pubblico è invitato a presentarsi presso il luogo dello spettacolo al massimo 30 minuti prima dell’inizio della rappresentazione. | I biglietti avranno un costo di € 5,00 per gli spettacoli al Chiostro, mentre saranno gratuiti nei Municipi.
Martedì 16 giugno (ma anche venerdì 3 e venerdì 17 luglio), alle ore 21.30, Stefano Massini vestirà i panni di un moderno Virgilio, conducendo il pubblico presente in via Rovello 2 (dove saranno disponibili una settantina di posti a sedere), ma anche quello in diretta web a mare culturale urbano (via Giuseppe Gabetti, 15), nei meandri e negli anfratti del nostro tortuoso presente.
«Nella vita di ogni giorno, tra le pagine dei giornali, nei luoghi che visitiamo quotidianamente, negli sguardi degli sconosciuti sono nascoste storie che aspettano solo di essere scoperte e raccontate» -spiegano dal Piccolo-, Stefano Massini, come «un rabdomante, un novello cercatore d’oro del Klondike», le ha trovate nei tanti mezzi di comunicazione a nostra disposizione e le porterà all’attenzione degli spettatori, accompagnato al pianoforte da Paolo Jannacci e dalle sue improvvisazioni jazz.
«Storie» -questo il titolo dello spettacolo- è l’assaggio raffinato di una altrettanto ricercata stagione estiva, proposta dal Piccolo Teatro all’interno del palinsesto «Aria di cultura» del Comune di Milano, con l’intento di dar voce più al linguaggio dello spettacolo che ai tanti disagi creati dall’emergenza sanitaria, che per i teatri si manifestano in una serie di norme restrittive: accessi contingentati, misurazione della temperatura corporea all'ingresso, sanificazione delle mani con gel prima dell’accesso in sala, posti a sedere preassegnati, utilizzo obbligatorio della mascherina o di altro dispositivo di protezione individuale, distanziamento sociale per attori e pubblico, limitazione dell'uso del contante e biglietterie chiuse per agevolare l’acquisto on-line.
Al Chiostro Nina Vinchi la programmazione sarà continua, dal 16 giugno al 20 settembre, con tre recite per ciascuno dei titoli presentati, dal martedì al giovedì.
Gabriele Lavia, Sonia Bergamasco, Davide Enia, Paolo Rossi, Massimo Popolizio, Michele Serra, Lella Costa e la Compagnia marionettistica Carlo Colla & figli sono alcuni dei protagonisti della prossima stagione del Piccolo Teatro, che non mancheranno di far sentire la propria voce anche questa estate nello scenografico spazio esterno di Palazzo Carmagnola, riqualificato una decina di anni fa, con i suoi portici dall’ordine geometrico e il cielo stellato a fare da soffitto.
Subito dopo Stefano Massini a salire sul palco, nelle serate dal 17 al 19 giugno, sarà Gabriele Lavia con la lettura dell’«Edipo Re» di Sofocle, nella traduzione di Salvatore Quasimodo, tragedia greca a cui fa da sfondo una delle epidemie più famose della letteratura di epoca classica, quella di peste a Tebe, segno dell’ira divina per una colpa, inconsapevole, del protagonista: l’uccisione del padre e il matrimonio con la madre.
Mentre dal 23 al 25 giugno il palcoscenico sarà occupato da Sonia Bergamasco con «L’umano nell’uomo», lettura drammatizzata di due racconti di Vasilij Grossman, grande autore del Novecento russo, conosciuto al pubblico per il romanzo-epopea «Vita e destino», che il Piccolo ha proposto per due stagioni, nella straordinaria regia di Lev Dodin. I testi scelti per questo appuntamento, visibile anche in diretta streaming a mare culturale urbano, sono «La cagnetta» e «La Madonna Sistina», nei quali si parla dell’eterno conflitto tra il bene e il male.
Il secondo racconto rappresenta anche un bell’omaggio a Raffaello a cinquecento anni dalla morte. Prendendo spunto da una visita al museo Puškin, nel 1955, Vasilij Grossman parla, in quest’opera, del celebre dipinto del «Divin Pittore» -la «Madonna Sistina», appunto- portato da Dresda a Mosca come preda di guerra. Nello sguardo di Gesù e di sua Madre lo scrittore legge l’immagine delle innumerevoli donne che, con i propri figli, erano state condotte nell’inferno del campo di sterminio di Treblinka, e in quegli occhi rinviene «l’umano dell’uomo», ciò «che -scrive l’autore- vivrà in eterno, e vincerà».
Sonia Bergamasco passerà, dunque, il testimone a Davide Enia, in scena al Chiostro dal 30 giugno al 2 luglio con lo spettacolo «Maggio ‘43», che porterà il pubblico nella Palermo della Seconda guerra mondiale, una città sotto le bombe degli Alleati pronti allo sbarco in Sicilia, che viene raccontata attraverso gli occhi del dodicenne Gioacchino. Le parole dello scrittore, accompagnate dalla musica di Giulio Barocchieri, mettono lo spettatore a confronto con «tempi cupi, in cui era necessario ingegnarsi per riuscire a sopravvivere». Erano, quelli,–scrive lo stesso autore– «tempi atroci, in cui la morte cadeva inattesa dall’alto o dal basso dei mercati neri, che stritolavano con prezzi schizzati alle stelle. Erano tempi malati e bugiardi, tempi cinici e bari. Assomigliano ad oggi».
La settimana successiva, dal 7 al 9 luglio, sarà, invece, in scena «Pane o libertà. Su la testa», di e con Paolo Rossi, che vedrà tra gli interpreti anche i musicisti Emanuele Dell’Aquila, Alex Orciari e Stefano Bembi, che formano la Anciens Prodiges. Lo spettacolo incrocia vari generi, dalla stand-up comedy alla Commedia dell’arte per raccontare l’incontro dell’artista con grandi protagonisti del nostro tempo come Jannacci, Gaber, De André e Fo.
«Parlerò -racconta Paolo Rossi- di queste personalità fantasmagoriche e poetiche, non controllabili da nessun piccolo o grande fratello, che con le loro narrazioni portano conforto, idee per lottare e speranza. Vorrei fare qualcosa che dia al mio essere chiamato comico una via di fuga verso un teatro sociale, nella poesia del buffo e della magia. Roba minima. Tanto per alzare le difese immunitarie del pubblico presente… o meno».
Toccherà, poi, salire sul palco del Chiostro Nina Vinchi a Massimo Popolizio, che dal 14 al 16 luglio metterà in scena «Pilato», ovvero l’incontro del procuratore della provincia romana di Giudea con Gesù, così come viene raccontato da Michail Bulgakov nel libro «Il Maestro e Margherita». Le parole dell’attore si intrecceranno al tessuto sonoro creato da Stefano Saletti e Barbara Eramo, composizioni che sono in parte originali e in parte attingono alla tradizione mediterranea ed ebraico sefardita.
«Spazi di teatro» vedrà, quindi, salire sul palco Michele Serra che, dal 21 al 23 luglio, presenterà «L’amaca di domani unplugged», spettacolo per la regia di Andrea Renzi, nel quale lo scrittore e giornalista racconta di sé e del mestiere fragile e faticoso che fa cercando di dipanare la matassa delle proprie debolezze e delle proprie manie.
L’appuntamento a seguire è, invece, tutto dedicato ai bambini o a chi è rimasto fanciullo nel cuore. Dal 26 al 28 luglio il chiostro Nina Vinchi apre le porte a «Marionette, che passione» della Compagnia marionettistica Carlo Colla & figli, un'occasione per rivedere personaggi tratti dagli spettacoli più amati e applauditi del repertorio del gruppo come «Excelsior», «Il trovatore», «La famiglia dell’antiquario», «Macbeth», «La tempesta», «Sogno di una notte di mezza estate», «L’isola del tesoro» e altri, ma anche per scoprire qualche anticipazione e farsi emozionare da alcune sorprese.
La particolarità di questo spettacolo sarà l’impianto scenico, inconsueto e minimale, adatto all’allestimento nel Chiostro, con la figura del marionettista che muove a vista i personaggi a fili corti.
Dal 31 luglio al 2 agosto la scena sarà occupata da Lella Costa che proporrà un omaggio a Franca Valeri, in occasione del suo centesimo compleanno, con un cavallo di battaglia dell’attrice: «La vedova Socrate», liberamente ispirato a «La morte di Socrate» di Dürrenmatt. Il monologo è ambientato nella bottega di antiquariato di Santippe, la moglie del filosofo, descritta come una delle donne più insopportabili dell’antichità, una specie di bisbetica, che in questa rilettura diventa una moglie come tante, con una vita quotidiana piena di alti e bassi, e la possibilità, finalmente, di esprimersi su ciò che è stato il suo matrimonio e su quello che le hanno fatto passare gli amici di Socrate, da Aristofane ad Alcibiade: dei buoni a nulla, tra i quali primeggia Platone.
Dal 4 al 6 agosto si sorriderà ancora con Enrico Bonavera, attore che al Piccolo ha sostituito Ferruccio Soleri nel ruolo di Arlecchino, e con il suo spettacolo «Alichin di Malebolge», per la regia di Christian Zecca. In un’ora e mezza scoppiettante, in un dialetto «falso lombardo-veneto», l'artista -raccontano al Piccolo- indosserà «le vesti di un diavolo furioso, ingenuo, stralunato, e pasticcione, divertendosi a giocare con la fantasia nel mondo della Commedia dantesca, in un viaggio esistenziale pieno di avventure paradossali, ricco di comicità e di tanta poesia».
Toccherà, quindi, salire sul palco a Enrico Intra che, dal 18 al 20 agosto, si esibirà al pianoforte e presenterà le musiche che ha composto in questo periodo di quarantena.
Il musicista passerà il testimone a Marco Paolini che, dal 25 al 27 agosto, sarà in scena con «Teatro fra parentesi. Le mie storie per questo tempo», «un album di storie brevi – spiega lo stesso autore – tenute insieme da un filo di pensieri, storie che vengono dal mio repertorio, ma anche dall’ultimo spettacolo che non è mai andato in scena per via del coprifuoco dovuto al Covid-19. Storie a sorpresa come nell’uovo di Pasqua, perché la Pasqua quest’anno è saltata e così la si recupera un po’».
A chiudere il cartellone, che per alcuni spettacoli farà tappa anche in nove spazi cittadini attivi nel campo del sociale, sarà, dal 2 al 4 settembre, Elio De Capitani con «Frankenstein, il racconto del mostro», mentre dal 13 al 20 settembre ci sarà la ventesima edizione di «Trame d’autore», intitolata «Cittadini senza Stato», che vedrà coinvolti Antonio Tarantino, Gian Maria Cervo e i russi Fratelli Presnyakov, Michela Lucenti e Balletto Civile, Lucia Mallardi, Davide Pascarella, Sonia Antinori, Silvia Rigon, Luana Rondinelli.
Un cartellone, dunque, ricco di proposte e di grandi nomi quello studiato dal Piccolo Teatro per questa estate con l'intento di far respirare emozioni e cultura così che il distanziamento fisico non si trasformi anche in distanziamento sociale.
Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Esterno del Piccolo Teatro. Foto di Masiar Pasquali; [fig. 2] Stefano Massini. Foto di Marco Borrelli; [fig. 3] Paolo Jannacci. Foto di Simone Galbiati; [fig. 4] Sonia Bergamasco. Foto di Jacopo Brogioni; [fig. 5] Marco Paolini. Foto di Gianluca Moretto; [fig. 6] Lella Costa. Foto di Lorenzo Piano; [fig. 7] Paolo Rossi; [fig. 8] Compagnia Cola & Figli; marionette a fili corti; [fig. 9] Enrico Bonavera; [fig. 10] Davide Enia. Foto di Giuseppe Di Stefano; [fig.11] Gabriele Lavia. Foto di Filippo Milani; [fig. 12] Intra. Foto di Attilio Marasco
Informazioni utili
I biglietti per gli spettacoli del Chiostro sono acquistabili con carta di credito on-line sul sito del Piccolo Teatro – www.piccoloteatro.org – o attraverso il servizio di biglietteria telefonica al tel. 02.42411889 attivo dal lunedì al sabato, dalle ore 9.45 alle ore 18.45, e la domenica, dalle ore 10 alle ore 17. | In caso di maltempo, gli spettacoli si sposteranno all’interno della sala del Teatro Grassi. I posti assegnati verranno indicati sulle poltrone all’interno della sala. | Per evitare code e assembramenti, il pubblico è invitato a presentarsi presso il luogo dello spettacolo al massimo 30 minuti prima dell’inizio della rappresentazione. | I biglietti avranno un costo di € 5,00 per gli spettacoli al Chiostro, mentre saranno gratuiti nei Municipi.
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