È inutile nasconderlo. Il mondo dell’arte è stato profondamente colpito dalle misure emergenziali per combattere il Coronavirus, prima con la chiusura forzata e ora con gli accessi contingentati, che stanno riducendo drasticamente il numero dei visitatori di un museo e quello degli spettatori di un teatro o di una sala cinematografica. Ma è lo stesso mondo dell’arte che può offrirci l’occasione per riflettere su questo momento storico incerto, offrendoci -per usare le parole del poeta Davide Mencarelli sul quotidiano «L’Avvenire» dello scorso 6 giugno- «la voce di chi sa tradurre il dolore in bellezza, di chi con le proprie mani trasforma la sofferenza presente in memoria condivisa, nei secoli».
A questa considerazione è giunto anche il Castello di Rivoli, tra i primi musei del Piemonte (e d’Italia) a riaprire i battenti, lo scorso 19 maggio, subito dopo il lockdown, nel rispetto delle norme studiate dal Mibact per il contrasto e il contenimento della diffusione del Covid-19, anzi con qualche tutela in più, visto che la distanza di sicurezza tra le persone, fatta eccezione per i nuclei familiari, è stata fissata in due metri, consentendo così l’accesso a non più di trentadue persone per piano per un totale di novantasei visitatori contemporaneamente.
In questi mesi estivi il pubblico potrà ammirare, nello specifico, una piccola selezione di lavori di Giorgio Morandi provenienti dalla collezione di Francesco Federico Cerruti e la raccolta dello svizzero Uli Sigg dedicata all’arte cinese contemporanea, oltre a un’installazione dell’inglese James Richards per le sale storiche del Castello («Alms for the Bird», 2020) e al progetto espositivo di Renato Leotta, che illumina con fari d’automobile i fasti del passato settecentesco del museo («Sole», 2020).
In occasione dell’estate il Castello di Rivoli ha, poi, voluto guardare a questo nostro tempo incerto e, nel suo giardino esterno, proporrà la rassegna serale «Pestifera», a cura di Carolyn Christov-Bakargiev, Irene Dionisio e Fulvio Paganin, con il coordinamento di Roberta Aghemo e Giulia Colletti.
L’iniziativa consta di sei appuntamenti (oltre a uno on-line) che indagano la rappresentazione delle pandemie attraverso l’arte cinematografica. Ogni incontro, riservato a non più di cinquantacinque persone, sarà preceduto da quindici minuti di letture filosofiche e sonorizzazioni.
Ad aprire il cartellone sarà, venerdì 26 giugno (alle ore 21.30, come tutti gli altri incontri), «Die Pest im Florenz» (1919), film di Otto Rippert, scritto da Fritz Lang e ispirato al racconto «The Mask of the Red Death (La maschera della morte rossa)» di Edgar Allan Poe, che trasporta lo spettatore nel clima mistico e torbido del Medioevo, all’epoca della peste nera del Trecento, che decimò la popolazione fiorentina ed europea.
Realizzata tra il 1918 e il 1919, la pellicola, che venne presentata per la prima volta al Marmorhaus di Berlino, parla indirettamente del proprio tempo, ovvero dell’Europa del primo Dopoguerra attraversata dalla pandemia della febbre spagnola.
L’appuntamento al Castello di Rivoli sarà preceduto dall’introduzione dello storico medievista Giuseppe Sergi; mentre il film muto verrà appositamente sonorizzato dal compositore e artista multimediale Riccardo Mazza.
La rassegna proseguirà, quindi, nella serata di venerdì 3 luglio con «Nosferatu: Phantom der Nacht / Nosferatu, il principe della notte» (1978), per la regia di Werner Herzog.
Con questa pellicola, il regista tedesco crea un affresco onirico, surreale e allegorico che costituisce un omaggio e allo stesso tempo una rivisitazione in chiave contemporanea di un capolavoro assoluto dell’Espressionismo tedesco, il «Nosferatu» di Murnau (1922), nel quale si indaga la natura inestirpabile del male.
La parte del protagonista è stata affidata a Klaus Kinski, che interpreta un Dracula dall’animo lacerato, sospeso tra l’impossibilità di sottrarsi alla sua natura di demone immortale, personificazione della peste, e la volontà di morire per porre fine al suo eterno tormento.
L'incontro sarà preceduto dalla lettura del libro «Nel contagio» (2020) di Paolo Giordano, a cura di Marianna Vecellio.
Venerdì 10 luglio sarà, invece, la volta di «Epidemic» (1987), storia di una pandemia che sta distruggendo il mondo, per la regia di Lars von, con Allan De Waal, Ole Ernst e Michael Gelting.
La proiezione sarà preceduta dalla lettura dal vivo del libro «Per un dopo che era un prima» (2020), diffuso in una forma ridotta sul web da minima & moralia e pubblicato da nottetempo nel marzo 2020. Si tratta di una sorta di manifesto Post-Covid scritto dal filosofo Leonardo Caffo.
Mentre venerdì 17 luglio verrà proiettato «28 Days Later / 28 giorni dopo» (2002), film liberamente ispirato al romanzo «Il giorno dei trifidi» (1951) di John Wyndham, per la regia di Danny Boyle, con Cillian Murphy, Christopher Eccleston e Naomie Harris.
Si tratta di un horror post apocalittico che omaggia gli zombie movies. Protagonista è un giovane di nome Jim, che si risveglia dal coma in cui era finito dopo un incidente automobilistico. Uscito dall’ospedale, si ritrova a vagare per le strade di una Londra devastata da un virus che ne ha trasformato gli abitanti in creature affamate di carne umana.
Prima della proiezione, Carolyn Christov-Bakargiev leggerà il testo «Riflessioni sulla peste» (27 Marzo 2020) di Giorgio Agamben.
Il mese si chiuderà, venerdì 24 luglio, con la proiezione di «Buio » (2019), per la regia di Emanuela Rossi, con Valerio Binasco, Denise Tantucci e Gaia Bocci.
Confinamento obbligato dentro casa (anche se causato dalle bugie di un padre padrone), paura del mondo esterno, voglia di libertà e di rinascita sono i temi al centro di questo thriller psicologico, che ha vinto il Premio Raffaella Fioretta per il cinema italiano ad Alice nella città - Panorama Italia.
Protagonista della storia sono tre sorelle -Stella, Luce e Aria-, che trascorrono le giornate in lockdown, segregate in casa. Ogni sera, quando rientra, il padre racconta quanto sia pericoloso il mondo fuori. Un giorno l’uomo sparisce e Stella, la figlia più grande, è costretta a uscire per fare provviste, reagendo così a una vita di molestie e di volenze fisiche e psichiche.
Il film sarà preceduto dall’introduzione della regista Emanuela Rossi nonché dalla lettura dal vivo dell’artista e regista Irene Dionisio del testo «Coronavirus Capitalism» di Naomi Klein.
Il programma si concluderà a fine settembre, in una data ancora da definire, con l’artista e regista iraniano-canadese Mostafa Keshvari che presenterà in anteprima il film «Corona »(2020), attualmente in fase di realizzazione. Si tratta di un’indagine sui temi della paura e del razzismo attraverso la storia di un gruppo di persone bloccate in un ascensore durante la pandemia Covid.
Il Castello di Rivoli pensa anche al pubblico che nei mesi della quarantena lo ha seguito da casa tramite il progetto «Cosmo digitale / Digital Cosmos»: nella sala virtuale sarà visibile «The Last Man on Earth» (1964), per la regia di Ubaldo Ragona e Sidney Salkow, con Vincent Price, Franca Bettoja ed Emma Danieli. La pellicola è tratta dal romanzo «I Am Legend» (1954) di Richard Matheson e racconta di un morbo che si diffonde trasformando le vittime in vampiri.
Al Castello di Rivoli, grazie a «Pestifera», si capirà così che termini come pandemia, virus, contagio, quarantena non ci erano conosciuti: il cinema li aveva già pronunciati. Strade desolate, supermercati saccheggiati e psicosi da presunti fluidi letali costruiti in laboratorio facevano già parte del nostro immaginario. Quelli cambiati siamo noi, che ci siamo ritrovati a vivere nella realtà storie ed emozioni raccontate da fotogrammi in rapida successione.
Informazioni utili
«Pestifera». Dove: Castello di Rivoli, piazza Mafalda di Savoia – Rivoli (Torino). Quando: tutti i venerdì, dal 26 giugno al 24 luglio 2020. Come:
Visita al museo dalle ore 10 alle 21 | Aperitivo dalle ore 19 alle 21 | Intervallo con letture filosofiche dalle ore 21.15 alle 21.30 | Proiezione: ore 21.30. Ingresso: € 8,50 interno, € 6,50 ridotto. Note: Il numero massimo di posti disponibili è 55 e l’ingresso alle proiezioni è consentito fino a esaurimento posti. Si consiglia di acquistare online il biglietto https://www.castellodirivoli.org/tickets/. Per informazioni: tel. 011.9565246.
Nessun commento:
Posta un commento