Dopo mesi di restrizioni e chiusure su tutto il territorio nazionale, lunedì 26 aprile hanno iniziato a riaprire, in zona gialla, i luoghi della cultura e dello spettacolo. Al ricco elenco di realtà che, la scorsa settimana, sono tornate ad accogliere i visitatori nei propri spazi, se ne sono aggiunte negli ultimi giorni molte altre. Questa settimana «Fogli d'arte» ha raccontato, sulla sua pagina Facebook (@foglidarte), la ripresa delle attività della Pinacoteca di Brera, degli Uffizi di Firenze, del Castello di Rivoli, del Bagatti Valsecchi a Milano, del Museo del saxofono a Maccarese, del Museo del vino e dell'olio a Torgiano, del Centro Pecci di Prato. Il primo articolo sulle «Notizie in pillole» della settimana dal 3 al 9 maggio è dedicato alle attività programmate da questi musei per le prossime settimane.
Il 6 maggio si è celebrato in tutto il mondo il World Kids Colouring Day, la Giornata mondiale del colore. Ne abbiamo parlato attraverso la nuova proposta dell'Adei - Associazione degli editori indipendenti che dedica proprio al colore tutti gli appuntamenti di maggio del progetto «Lettura Day». Infine, questo fine settimana, in Emilia, l'arte fa festa con due progetti di museo diffuso e un ricco calendario di mostre e di eventi: «Art City Bologna» e «Parma 360 - Festival della creatività», due beneauguranti scintille di ripartenza della socialità e della fruizione in presenza dell'arte nel pieno rispetto delle normative anti-Covid.
Vi diamo appuntamento a domani, domenica 9 maggio, con il racconto degli eventi organizzati a Milano e Firenze per il bicentenario della morte di Napoleone.
Buona lettura!
Con il ritorno della Lombardia in fascia gialla, martedì 4 maggio la Pinacoteca di Brera è tornata ad accogliere i visitatori.
Dall'inizio della pandemia, nel rispetto delle disposizioni ministeriali, il museo milanese è stato costretto a chiudere in tre occasioni, nei mesi di marzo e novembre del 2020 e a febbraio del 2021. Se l’emergenza sanitaria non può dirsi ancora superata, l'istituzione diretta da James M. Bradburne riprende con coraggio la propria opera di rinnovamento della fruizione museale, che nell'ultimo anno ha portato alla nascita di Brera Plus+, con i suoi contenuti esclusivi e originali da sperimentare on-line.
L’ingresso al museo torna a essere a pagamento, dopo che da giugno scorso a oggi, come segno di riconoscenza e solidarietà verso la città, la Pinacoteca si era offerta al pubblico gratuitamente. Quello che si acquisterà su brerabooking.org non sarà, però, un anonimo biglietto, ma la tessera nominale «BreraCard», che darà diritto a visitare le sale del museo fisico e ad accedere per un anno alle stanze del museo virtuale Brera Plus+. Inoltre, sarà possibile acquistare, a costo zero, la temporary card degli «Amici di Brera» e ritornare al museo gratuitamente un numero illimitato di volte per tre mesi (sempre con prenotazione).
In questo modo, «la Pinacoteca – si legge nella nota stampa - non si rivolge più a semplici visitatori, spesso collegati a un modello di visita «mordi e fuggi», ma accoglie dei «soci» che con Brera condividono visioni, progetti, ricordi».
Questa nuova modalità di fruizione prevede novità anche negli spazi fisici: poiché l’ingresso non si acquisterà più nel museo, ma su brerabooking.org, il bancone di biglietteria lascerà il posto a un help desk incaricato di rispondere alle esigenze del pubblico.
Martedì 4 maggio hanno riaperto anche la mostra sulle «Fantasie» di Mario Mafai, il Cafè Fernanda e Bottega Brera, il bookshop della Pinacoteca – chiuso da più di un anno – che nei prossimi mesi sarà completamente rinnovato. La Pinacoteca sarà aperta secondo il seguente orario (valido fino al 16 maggio): martedì, 9:30-14:30 (ultimo ingresso ore 13:30); mercoledì, ore 12:30-17:30 (ultimo ingresso ore 16:30); giovedì, ore 12:30-17:30 (ultimo ingresso ore 16:30); venerdì, ore 9:30-17:30 (ultimo ingresso ore 16;30); sabato, ore 9:30-17:30 (ultimo ingresso ore 16:30), domenica, ore 12:30-17:30 (ultimo ingresso ore 16:30).
Dall'inizio della pandemia, nel rispetto delle disposizioni ministeriali, il museo milanese è stato costretto a chiudere in tre occasioni, nei mesi di marzo e novembre del 2020 e a febbraio del 2021. Se l’emergenza sanitaria non può dirsi ancora superata, l'istituzione diretta da James M. Bradburne riprende con coraggio la propria opera di rinnovamento della fruizione museale, che nell'ultimo anno ha portato alla nascita di Brera Plus+, con i suoi contenuti esclusivi e originali da sperimentare on-line.
L’ingresso al museo torna a essere a pagamento, dopo che da giugno scorso a oggi, come segno di riconoscenza e solidarietà verso la città, la Pinacoteca si era offerta al pubblico gratuitamente. Quello che si acquisterà su brerabooking.org non sarà, però, un anonimo biglietto, ma la tessera nominale «BreraCard», che darà diritto a visitare le sale del museo fisico e ad accedere per un anno alle stanze del museo virtuale Brera Plus+. Inoltre, sarà possibile acquistare, a costo zero, la temporary card degli «Amici di Brera» e ritornare al museo gratuitamente un numero illimitato di volte per tre mesi (sempre con prenotazione).
In questo modo, «la Pinacoteca – si legge nella nota stampa - non si rivolge più a semplici visitatori, spesso collegati a un modello di visita «mordi e fuggi», ma accoglie dei «soci» che con Brera condividono visioni, progetti, ricordi».
Questa nuova modalità di fruizione prevede novità anche negli spazi fisici: poiché l’ingresso non si acquisterà più nel museo, ma su brerabooking.org, il bancone di biglietteria lascerà il posto a un help desk incaricato di rispondere alle esigenze del pubblico.
Martedì 4 maggio hanno riaperto anche la mostra sulle «Fantasie» di Mario Mafai, il Cafè Fernanda e Bottega Brera, il bookshop della Pinacoteca – chiuso da più di un anno – che nei prossimi mesi sarà completamente rinnovato. La Pinacoteca sarà aperta secondo il seguente orario (valido fino al 16 maggio): martedì, 9:30-14:30 (ultimo ingresso ore 13:30); mercoledì, ore 12:30-17:30 (ultimo ingresso ore 16:30); giovedì, ore 12:30-17:30 (ultimo ingresso ore 16:30); venerdì, ore 9:30-17:30 (ultimo ingresso ore 16;30); sabato, ore 9:30-17:30 (ultimo ingresso ore 16:30), domenica, ore 12:30-17:30 (ultimo ingresso ore 16:30).
Informazioni su www.pinacotecabrera.org e www.breraplus.org.
2. GLI UFFIZI RIAPRONO CON UN NUOVO PERCORSO DEDICATO AL CINQUECENTO E CENTOVENTINOVE OPERE INEDITE
Andrea del Sarto, Parmigianino, Pontormo, Sebastiano del Piombo, ma anche le recenti acquisizioni di Daniele da Volterra, Rosso Fiorentino e Bartolomeo Passerotti: gli Uffizi di Firenze sono ripartiti martedì 4 maggio con un nuovo allestimento dedicato al Cinquecento toscano, romano ed emiliano. Ma hanno anche offerto uno speciale assaggio del museo che verrà, con una sala che è sintesi e anticipazione degli spazi di futura inaugurazione, all'interno dei quali si troveranno gli autoritratti degli artisti collezionati nel corso dei secoli, con lavori, tra gli altri, di Bernini, Cigoli, Chagall, Guttuso.
Centoventinove opere distribuite in quattordici ambienti al primo piano sono, dunque, la novità che l'istituzione diretta da Eike Schmidt propone ai suoi visitatori, dopo più di due mesi di chiusura a causa delle restrizioni anti-Covid. La «Madonna delle Arpie» di Andrea del Sarto, la «Madonna dal collo lungo» del Parmigianino, la «Pala dello Spedalingo» di Rosso Fiorentino, la «Cena in Emmaus» del Pontormo, ma anche la «Sacra Famiglia con Santa Barbara» di Daniele da Volterra e l’«Enigma di Omero» di Bartolomeo Passerotti, un'opera che si credeva persa da secoli, sono i capolavori che punteggiano il nuovo percorso espositivo, allestito in spazi che un tempo erano utilizzati per le mostre temporanee o erano chiusi al pubblico.
Martedì 4 maggio gli Uffizi hanno presentato una novità anche all'ingresso, tesa a rendere più snelle e fluide le code. Al pianoterra sono stati restaurati altri ventidue ambienti, che portano a più di duemila metri quadrati le superfici appena ritrovate del museo. In queste sale si troveranno una nuova biglietteria e ampi spazi di accoglienza nella parte del complesso vasariano più vicina all’Arno.
Con l’apertura di queste sale, il pubblico sperimenterà per la prima volta anche il nuovo percorso del museo fiorentino: i visitatori, scendendo dal secondo piano attraverso la scala Buontalenti o l’ascensore situati tra la sala di Leonardo e quella di Michelangelo e Raffaello a metà del Corridoio di Ponente (non si passerà, dunque, come fino a oggi dallo scalone dei Lanzi, accessibile dal fondo dello stesso corridoio), arriveranno nei nuovi spazi e da qui proseguiranno la visita verso gli ambienti del Cinquecento veneziano, aperti nel 2019.
Gli Uffizi saranno aperti dal martedì alla domenica, dalle ore 8.15 alle 18.50.
Andrea del Sarto, Parmigianino, Pontormo, Sebastiano del Piombo, ma anche le recenti acquisizioni di Daniele da Volterra, Rosso Fiorentino e Bartolomeo Passerotti: gli Uffizi di Firenze sono ripartiti martedì 4 maggio con un nuovo allestimento dedicato al Cinquecento toscano, romano ed emiliano. Ma hanno anche offerto uno speciale assaggio del museo che verrà, con una sala che è sintesi e anticipazione degli spazi di futura inaugurazione, all'interno dei quali si troveranno gli autoritratti degli artisti collezionati nel corso dei secoli, con lavori, tra gli altri, di Bernini, Cigoli, Chagall, Guttuso.
Centoventinove opere distribuite in quattordici ambienti al primo piano sono, dunque, la novità che l'istituzione diretta da Eike Schmidt propone ai suoi visitatori, dopo più di due mesi di chiusura a causa delle restrizioni anti-Covid. La «Madonna delle Arpie» di Andrea del Sarto, la «Madonna dal collo lungo» del Parmigianino, la «Pala dello Spedalingo» di Rosso Fiorentino, la «Cena in Emmaus» del Pontormo, ma anche la «Sacra Famiglia con Santa Barbara» di Daniele da Volterra e l’«Enigma di Omero» di Bartolomeo Passerotti, un'opera che si credeva persa da secoli, sono i capolavori che punteggiano il nuovo percorso espositivo, allestito in spazi che un tempo erano utilizzati per le mostre temporanee o erano chiusi al pubblico.
Martedì 4 maggio gli Uffizi hanno presentato una novità anche all'ingresso, tesa a rendere più snelle e fluide le code. Al pianoterra sono stati restaurati altri ventidue ambienti, che portano a più di duemila metri quadrati le superfici appena ritrovate del museo. In queste sale si troveranno una nuova biglietteria e ampi spazi di accoglienza nella parte del complesso vasariano più vicina all’Arno.
Con l’apertura di queste sale, il pubblico sperimenterà per la prima volta anche il nuovo percorso del museo fiorentino: i visitatori, scendendo dal secondo piano attraverso la scala Buontalenti o l’ascensore situati tra la sala di Leonardo e quella di Michelangelo e Raffaello a metà del Corridoio di Ponente (non si passerà, dunque, come fino a oggi dallo scalone dei Lanzi, accessibile dal fondo dello stesso corridoio), arriveranno nei nuovi spazi e da qui proseguiranno la visita verso gli ambienti del Cinquecento veneziano, aperti nel 2019.
Gli Uffizi saranno aperti dal martedì alla domenica, dalle ore 8.15 alle 18.50.
Per informazioni: www.uffizi.it.
3. IL «NARCISO» DI CARAVAGGIO TIENE A BATTESIMO LA RIAPERTURA DEL CASTELLO DI RIVOLI
Il Castello di Rivoli festeggia la riapertura al pubblico con un’opera di Caravaggio: il «Narciso» (1597-1599), proveniente dalle Gallerie nazionali di arte antica di Palazzo Barberini in Roma. L’opera fa parte della mostra «Espressioni. La proposizione», a cura di Carolyn Christov-Bakargiev, un percorso attraverso una cinquantina di lavori di epoche diverse, tutti accomunati da un marcato interesse nei confronti di forme di arte particolarmente espressive, o addirittura espressioniste, che spaziano dall’individualismo esasperato a manifestazioni di malinconia romantica sino a interpretazioni deformate del corpo e del quotidiano.
Alla riapertura, programmata per la giornata di giovedì 6 maggio, hanno preso parte Flaminia Gennari, direttrice di Palazzo Barberini e Anne Imhof (Gießen, Germania, 1978), Leone d’Oro alla Biennale di Venezia nel 2017, attualmente protagonista della mostra «Sex», allestita nella Manica Lunga del Castello di Rivoli, che allinea installazioni, dipinti, sculture e una selezione di disegni mai esposti, nei quali centrali è la riflessione sul guardare e sull’essere guardati, sull’esibirsi e sull’essere esibiti. Proprio a partire dall’opera «Narciso» di Caravaggio, l’artista tedesca ha invitato il pubblico, proprio a partire dall’opera «Narciso» di Caravaggio, a una riflessione sulla questione dell’identità e sull’immagine di un sé oggi sempre più connotato da un desiderio esibizionistico della propria immagine attraverso la tecnologia digitale.
I visitatori potranno vedere, in questi primi giorni di apertura, anche la mostra documentaria «Dallo studio di William Kentridge» e la rassegna «Le Chef-d’oeuvre inconnu» di Giulio Paolini, maestro dell'Arte povera, protagonista di un inedito allestimento comprendente numerose opere nuove, di grande vitalità, che ruotano attorno ai temi del disegno geometrico, della vertigine e del concetto di fine senza fine.
Il Castello di Rivoli è, inoltre, sede per la somministrazione dei vaccini anti-Covid (il giovedì, il venerdì e il sabato, dalle ore 10 alle ore 16, previa prenotazione sul sito regionale www.ilpiemontetivaccina.it). Per l’occasione sono state messe a disposizione le sale della mostra «Come crescere e avere sempre la stessa forma» di Claudia Comte (Grancy, 1983), con interventi murali monumentali appositamente pensati il castello che si sviluppano secondo moduli geometrici ripetuti nello spazio. In occasione delle vaccinazioni, l’artista ha voluto creare anche una nuova opera sonora, «The Pattern That Connects», per allietare l’attesa.
Il Castello di Rivoli sarà aperto al pubblico con i seguenti orari: il giovedì, dalle ore 12 alle ore 19, il venerdì, il sabato e la domenica, dalle ore 11 alle ore 20. Come da disposizioni governative, per poter visitare il museo durante il weekend è necessario effettuare la prenotazione almeno 24 ore prima. I biglietti possono essere acquistati on-line, sul sito https://www.castellodirivoli.org/tickets/.
Alla riapertura, programmata per la giornata di giovedì 6 maggio, hanno preso parte Flaminia Gennari, direttrice di Palazzo Barberini e Anne Imhof (Gießen, Germania, 1978), Leone d’Oro alla Biennale di Venezia nel 2017, attualmente protagonista della mostra «Sex», allestita nella Manica Lunga del Castello di Rivoli, che allinea installazioni, dipinti, sculture e una selezione di disegni mai esposti, nei quali centrali è la riflessione sul guardare e sull’essere guardati, sull’esibirsi e sull’essere esibiti. Proprio a partire dall’opera «Narciso» di Caravaggio, l’artista tedesca ha invitato il pubblico, proprio a partire dall’opera «Narciso» di Caravaggio, a una riflessione sulla questione dell’identità e sull’immagine di un sé oggi sempre più connotato da un desiderio esibizionistico della propria immagine attraverso la tecnologia digitale.
I visitatori potranno vedere, in questi primi giorni di apertura, anche la mostra documentaria «Dallo studio di William Kentridge» e la rassegna «Le Chef-d’oeuvre inconnu» di Giulio Paolini, maestro dell'Arte povera, protagonista di un inedito allestimento comprendente numerose opere nuove, di grande vitalità, che ruotano attorno ai temi del disegno geometrico, della vertigine e del concetto di fine senza fine.
Il Castello di Rivoli è, inoltre, sede per la somministrazione dei vaccini anti-Covid (il giovedì, il venerdì e il sabato, dalle ore 10 alle ore 16, previa prenotazione sul sito regionale www.ilpiemontetivaccina.it). Per l’occasione sono state messe a disposizione le sale della mostra «Come crescere e avere sempre la stessa forma» di Claudia Comte (Grancy, 1983), con interventi murali monumentali appositamente pensati il castello che si sviluppano secondo moduli geometrici ripetuti nello spazio. In occasione delle vaccinazioni, l’artista ha voluto creare anche una nuova opera sonora, «The Pattern That Connects», per allietare l’attesa.
Il Castello di Rivoli sarà aperto al pubblico con i seguenti orari: il giovedì, dalle ore 12 alle ore 19, il venerdì, il sabato e la domenica, dalle ore 11 alle ore 20. Come da disposizioni governative, per poter visitare il museo durante il weekend è necessario effettuare la prenotazione almeno 24 ore prima. I biglietti possono essere acquistati on-line, sul sito https://www.castellodirivoli.org/tickets/.
[Nella foto: Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, «Narciso», 1597-1599. Olio su tela, 112 x 92 cm. Roma, Gallerie nazionali d'arte antica di Palazzo Barberini]
Il Museo Bagatti Valsecchi di Milano riapre con una novità. Da giovedì 6 maggio i visitatori possono ammirare uno degli importanti interventi di conservazione portati a termine durante i giorni della chiusura per la pandemia: il restauro della decorazione pittorica della biblioteca, compiuto dallo Studio Carlotta Beccaria & Co grazie al Fondo Monti di Italia Nostra.
Lo scenografico soffitto, realizzato nel 1887, si ispira alla sala capitolare di Santa Maria della Passione, affrescata con un monumentale ciclo pittorico di Ambrogio Bergognone. L’intera decorazione fu opera di Luigi Cavenaghi, apprezzato artista oltre che abile restauratore, specializzato anche nell’imitare l’arte del passato.
Pensata come luogo di raccoglimento, la biblioteca è completamente rivestita con armadi decorati con gli stemmi di famiglia e con una serie di frasi latine, tratte da autori antichi quali Ovidio, Orazio e Tibullo, che invitano allo studio e a uno stile di vita morigerato.
Tutti gli oggetti sono stati lasciati esattamente nella loro collocazione originaria, a cominciare dalla preziosa coppia di globi del 1579 - uno terrestre e l’altro celeste - che campeggia in mezzo alla sala e fa da cornice al lungo tavolo centrale che ospita antichi manufatti in avorio, cofanetti e strumenti scientifici.
Sopra gli armadi sono allestiste alcune maioliche e all’interno sono conservate le numerose riviste d’arte e di architettura che i due fratelli consultarono alla fine dell’Ottocento alla ricerca di motivi decorativi da riproporre nella loro dimora.
Infine, su un grande leggio si trova ancora oggi aperto il volume di Pietro Toesca, commissionato da Giuseppe Bagatti Valsecchi ed edito nel 1918, che illustra tutte le collezioni e gli ambienti della casa.
Per festeggiare la riapertura, dal 6 al 9 maggio i visitatori riceveranno gratuitamente la tessera «Amici del Museo Bagatti Valsecchi» che dà diritto a ingressi illimitati e gratuiti per tutto l’anno, oltre a un’ampia serie di vantaggi, riduzioni e convenzioni, nonché la possibilità di partecipare a tutti gli eventi e le visite culturali organizzate per i soci e a loro riservate.
Il museo sarà temporaneamente aperto dal giovedì alla domenica, con i seguenti orari: giovedì e venerdì, dalle ore 13:00 alle ore 17:45, sabato e domenica, dalle ore 10:00 alle ore 17:45. Come da disposizione governative, è obbligatorio acquistare il biglietto on-line, sul sito www.museobagattivalsecchi.org, per le visite del sabato e della domenica.
Lo scenografico soffitto, realizzato nel 1887, si ispira alla sala capitolare di Santa Maria della Passione, affrescata con un monumentale ciclo pittorico di Ambrogio Bergognone. L’intera decorazione fu opera di Luigi Cavenaghi, apprezzato artista oltre che abile restauratore, specializzato anche nell’imitare l’arte del passato.
Pensata come luogo di raccoglimento, la biblioteca è completamente rivestita con armadi decorati con gli stemmi di famiglia e con una serie di frasi latine, tratte da autori antichi quali Ovidio, Orazio e Tibullo, che invitano allo studio e a uno stile di vita morigerato.
Tutti gli oggetti sono stati lasciati esattamente nella loro collocazione originaria, a cominciare dalla preziosa coppia di globi del 1579 - uno terrestre e l’altro celeste - che campeggia in mezzo alla sala e fa da cornice al lungo tavolo centrale che ospita antichi manufatti in avorio, cofanetti e strumenti scientifici.
Sopra gli armadi sono allestiste alcune maioliche e all’interno sono conservate le numerose riviste d’arte e di architettura che i due fratelli consultarono alla fine dell’Ottocento alla ricerca di motivi decorativi da riproporre nella loro dimora.
Infine, su un grande leggio si trova ancora oggi aperto il volume di Pietro Toesca, commissionato da Giuseppe Bagatti Valsecchi ed edito nel 1918, che illustra tutte le collezioni e gli ambienti della casa.
Per festeggiare la riapertura, dal 6 al 9 maggio i visitatori riceveranno gratuitamente la tessera «Amici del Museo Bagatti Valsecchi» che dà diritto a ingressi illimitati e gratuiti per tutto l’anno, oltre a un’ampia serie di vantaggi, riduzioni e convenzioni, nonché la possibilità di partecipare a tutti gli eventi e le visite culturali organizzate per i soci e a loro riservate.
Il museo sarà temporaneamente aperto dal giovedì alla domenica, con i seguenti orari: giovedì e venerdì, dalle ore 13:00 alle ore 17:45, sabato e domenica, dalle ore 10:00 alle ore 17:45. Come da disposizione governative, è obbligatorio acquistare il biglietto on-line, sul sito www.museobagattivalsecchi.org, per le visite del sabato e della domenica.
5. UN CONCERTO JAZZ E UNA GUIDA PER LA RIAPERTURA DEL MUSEO DEL SAXOFONO
6. UMBRIA, A TORGIANO RIAPRONO I MUSEI DEL VINO E DELL’OLIO
È lo strumento principe del jazz come documentano le esemplari interpretazioni di Ben Webster, Ornette Coleman, Charlie Parker, John Coltrane, Sonny Rollins, Coleman Hawkins e Dexter Gordon. Stiamo parlando del sax, il «tubo dal fascino imprescindibile» che nel Lazio, a Maccarese, ha un suo museo, grazie alla passione, alla conoscenza e alla generosità del musicista e docente Attilio Berni, che ha messo a disposizione della collettività la sua ricca raccolta, composta in oltre trent’anni.
Circa seicento pezzi (alcuni molto rari), oltre ottocento fotografie d’epoca, vinili, LP, spartiti, libri, documenti originali e, persino, cinquecento giocattoli a forma di sax compongono il patrimonio del museo alle porte di Fiumicino, un unicum nel panorama internazionale.
Dal piccolissimo soprillo di trentadue centimetri al gigantesco sax sub-contrabbasso di quasi tre metri, costruito dall’artigiano brasiliano Gilberto Lopes ed esposto nel 2014 al Louvre di Parigi in una mostra su Adolphe Sax, il percorso espositivo permette di vedere tante curiosità uscite dalle fabbriche Conn, Selmer, King, Buescher, Martin, Buffet, Rampone e Borgani. Si spazia dal Grafton Plastic (nella fotografia) al mitico Conn O-Sax, dal Selmer CMelody di Rudy Wiedoeft al Jazzophone, dai sax a coulisse ai saxorusofoni Bottali, dal Tenore Selmer appartenuto a Sonny Rollins all’Ophicleide, senza dimenticare il mastodontico sub-contrabasso J'Elle Stainer.
Dopo la chiusura imposta dalla situazione pandemica, il Museo del Saxofono riapre al pubblico nella giornata di sabato 8 maggio con un concerto del Jazz Classics Quartet, formato da Attilio Berni (saxofoni), Alessandro Crispolti (pianoforte), Christian Antinozzi (contrabbasso) e Alfredo Romeo (batteria). L’appuntamento musicale, gratuito e con prenotazione obbligatoria, prevede un’esecuzione alle ore 17:30 ed una replica alle ore 19:00; è possibile la partecipazione di un massimo di cinquanta persone a turno.
Nell'ambito della riapertura, è in programma anche la presentazione della nuova «Guida del museo», edita da Altrove con il contributo della Maccarese Spa e Highlights. Il libro, un booklet a colori in lingua italiana e inglese, contiene storie, schede di presentazione e immagini di grande qualità e rappresenta un eccellente compagno di visita al museo.
Da fine giugno riprenderanno anche le attività di masterclass, la seconda edizione della rassegna di concerti «Fai bei suoni» e l’esposizione di nuove importanti acquisizioni, tra le quali il sax alto Selmer Artist appartenuto a Ralph James, il «saxofono da cavalleria» Mauhe, il tarogato in metallo con meccanica invertita ed il sax contrabbasso J’Elle Stainer dedicato a Charlie Parker.
Durante il periodo primaverile ed estivo, il museo sarà aperto dal martedì al venerdì, dalle ore 16:00 alle ore 19:00, e il sabato e la domenica anche in orario antimeridiano, ovvero dalle ore 10:00 alle ore 13:00.
Per visitare il museo è preferibile prenotare la visita sul sito Liveticket.it, o contattando i numeri 06.61697862 o 347.5374953 o scrivendo a info@museodelsaxofono.com.
Circa seicento pezzi (alcuni molto rari), oltre ottocento fotografie d’epoca, vinili, LP, spartiti, libri, documenti originali e, persino, cinquecento giocattoli a forma di sax compongono il patrimonio del museo alle porte di Fiumicino, un unicum nel panorama internazionale.
Dal piccolissimo soprillo di trentadue centimetri al gigantesco sax sub-contrabbasso di quasi tre metri, costruito dall’artigiano brasiliano Gilberto Lopes ed esposto nel 2014 al Louvre di Parigi in una mostra su Adolphe Sax, il percorso espositivo permette di vedere tante curiosità uscite dalle fabbriche Conn, Selmer, King, Buescher, Martin, Buffet, Rampone e Borgani. Si spazia dal Grafton Plastic (nella fotografia) al mitico Conn O-Sax, dal Selmer CMelody di Rudy Wiedoeft al Jazzophone, dai sax a coulisse ai saxorusofoni Bottali, dal Tenore Selmer appartenuto a Sonny Rollins all’Ophicleide, senza dimenticare il mastodontico sub-contrabasso J'Elle Stainer.
Dopo la chiusura imposta dalla situazione pandemica, il Museo del Saxofono riapre al pubblico nella giornata di sabato 8 maggio con un concerto del Jazz Classics Quartet, formato da Attilio Berni (saxofoni), Alessandro Crispolti (pianoforte), Christian Antinozzi (contrabbasso) e Alfredo Romeo (batteria). L’appuntamento musicale, gratuito e con prenotazione obbligatoria, prevede un’esecuzione alle ore 17:30 ed una replica alle ore 19:00; è possibile la partecipazione di un massimo di cinquanta persone a turno.
Nell'ambito della riapertura, è in programma anche la presentazione della nuova «Guida del museo», edita da Altrove con il contributo della Maccarese Spa e Highlights. Il libro, un booklet a colori in lingua italiana e inglese, contiene storie, schede di presentazione e immagini di grande qualità e rappresenta un eccellente compagno di visita al museo.
Da fine giugno riprenderanno anche le attività di masterclass, la seconda edizione della rassegna di concerti «Fai bei suoni» e l’esposizione di nuove importanti acquisizioni, tra le quali il sax alto Selmer Artist appartenuto a Ralph James, il «saxofono da cavalleria» Mauhe, il tarogato in metallo con meccanica invertita ed il sax contrabbasso J’Elle Stainer dedicato a Charlie Parker.
Durante il periodo primaverile ed estivo, il museo sarà aperto dal martedì al venerdì, dalle ore 16:00 alle ore 19:00, e il sabato e la domenica anche in orario antimeridiano, ovvero dalle ore 10:00 alle ore 13:00.
Per visitare il museo è preferibile prenotare la visita sul sito Liveticket.it, o contattando i numeri 06.61697862 o 347.5374953 o scrivendo a info@museodelsaxofono.com.
Enologia e cultura si incontrano in Umbria, «il cuore verde d'Italia». A Torgiano, magnifico borgo medievale a otto chilometri da Perugia, sorge dagli anni Settanta, per iniziativa di Maria Grazia Marchetti e Giorgio Lungarotti, un museo che è finito anche sulle pagine del «New York Times» per la sua particolarità e per la qualità delle sue collezioni artistiche. Si tratta del Muvit - Museo del vino, che ha sede all’interno degli ambienti seicenteschi del monumentale Palazzo Graziani-Baglioni, dimora estiva gentilizia del XVII secolo.
In questo spazio, che riapre al pubblico nella giornata di giovedì 6 maggio, sono conservati oltre tremila manufatti distribuiti lungo venti sale. Si tratta di reperti archeologici, attrezzi e corredi tecnici per la viticoltura e la vinificazione, contenitori vinari in ceramica di varie epoche (dal Medioevo a oggi), incisioni e disegni dal XV al XX secolo, testi di viticoltura ed enologia, manufatti d’arte orafa, tessuti e altre testimonianze che documentano l’importanza del vino nell’immaginario collettivo dei popoli che hanno abitato, nel corso dei millenni, il bacino del Mediterraneo e l’Europa continentale. Mantegna, Guttuso, Picasso, ma anche Josef Hoffmann, Cocteau, Joe Tilson, Fornasetti, Dorazio, Venini sono alcuni degli artisti in mostra, che si sono cimentati con una propria interpretazione del «nettare di Bacco».
Giovedì 6 maggio riapre a Torgiano anche il Moo – Museo dell’olivo e dell’olio, altra realtà gestita dalla Fondazione Lungarotti, che è stata inaugurata nel 2000 e che ha sede all’interno di un antico molino e in un nucleo di abitazioni medievali all’interno delle mura castellane. Il percorso espositivo, articolato in undici sale, illustra le caratteristiche botaniche dell’olivo, le cultivar più diffuse in Umbria, le tecniche tradizionali e d’avanguardia di messa a coltura e di estrazione dell’olio, la storia e l’evoluzione delle macchine olearie, ma anche gli usi e le valenze simboliche, propiziatorie e curative attribuite all’oro verde nel corso dei secoli. Di particolare interesse, sono la sezione archeologica, con il richiamo alle origini mitologiche della pianta, e quella sugli usi dell’olio, con una ricca collezione di lucerne dall’età classica alla neo-classica.
Il Muvit, il cui costo del biglietto è di 5 euro (incluso un calice di vino all'osteria del museo), sarà aperto da giovedì a domenica, dalle ore 10:00 alle ore 13:00 e dalle ore 15:00 alle ore 18:00; mentre nei fine settimana sarà visitabile solo su prenotazione da effettuare almeno ventiquattro ore prima (come prevede la normativa vigente). Il Moo sarà, invece, visitabile solo su prenotazione negli stessi giorni di apertura del Muvit.
Per maggiori informazioni: www.lungarotti.it.
In questo spazio, che riapre al pubblico nella giornata di giovedì 6 maggio, sono conservati oltre tremila manufatti distribuiti lungo venti sale. Si tratta di reperti archeologici, attrezzi e corredi tecnici per la viticoltura e la vinificazione, contenitori vinari in ceramica di varie epoche (dal Medioevo a oggi), incisioni e disegni dal XV al XX secolo, testi di viticoltura ed enologia, manufatti d’arte orafa, tessuti e altre testimonianze che documentano l’importanza del vino nell’immaginario collettivo dei popoli che hanno abitato, nel corso dei millenni, il bacino del Mediterraneo e l’Europa continentale. Mantegna, Guttuso, Picasso, ma anche Josef Hoffmann, Cocteau, Joe Tilson, Fornasetti, Dorazio, Venini sono alcuni degli artisti in mostra, che si sono cimentati con una propria interpretazione del «nettare di Bacco».
Giovedì 6 maggio riapre a Torgiano anche il Moo – Museo dell’olivo e dell’olio, altra realtà gestita dalla Fondazione Lungarotti, che è stata inaugurata nel 2000 e che ha sede all’interno di un antico molino e in un nucleo di abitazioni medievali all’interno delle mura castellane. Il percorso espositivo, articolato in undici sale, illustra le caratteristiche botaniche dell’olivo, le cultivar più diffuse in Umbria, le tecniche tradizionali e d’avanguardia di messa a coltura e di estrazione dell’olio, la storia e l’evoluzione delle macchine olearie, ma anche gli usi e le valenze simboliche, propiziatorie e curative attribuite all’oro verde nel corso dei secoli. Di particolare interesse, sono la sezione archeologica, con il richiamo alle origini mitologiche della pianta, e quella sugli usi dell’olio, con una ricca collezione di lucerne dall’età classica alla neo-classica.
Il Muvit, il cui costo del biglietto è di 5 euro (incluso un calice di vino all'osteria del museo), sarà aperto da giovedì a domenica, dalle ore 10:00 alle ore 13:00 e dalle ore 15:00 alle ore 18:00; mentre nei fine settimana sarà visitabile solo su prenotazione da effettuare almeno ventiquattro ore prima (come prevede la normativa vigente). Il Moo sarà, invece, visitabile solo su prenotazione negli stessi giorni di apertura del Muvit.
Per maggiori informazioni: www.lungarotti.it.
[Nelle foto: 1. Pittore di Phrynos, Kylix a figure nere, Vulci, metà del secolo VI a.C.. @ Muvit - Museo del vino, Fondazione Lungarotti, Torgiano (Perugia); 2. Pablo Picasso, «Bacchanal», 1959. @ Muvit - Museo del vino, Fondazione Lungarotti, Torgiano (Perugia). [Crediti immagine: Muvit - Museo del vino, Fondazione Lungarotti, Torgiano]
7. MARIALBA RUSSO E CHIARA FUMAI PER LA RIPARTENZA DEL CENTRO PECCI DI PRATO
Saranno due donne, la fotografia Marialba Russo e l'artista Chiara Fumai, a tenere a battesimo la ripartenza del Centro per l'arte contemporanea «Luigi Pecci» di Prato, che da sabato 8 maggio ritorna ad accogliere il pubblico.
La mostra su Marialba Russo presenta la serie fotografica «Cult Fiction» (nella foto uno scatto), che riprende in modo sistematico i manifesti dei film a luci rosse apparsi nelle strade di Napoli e Aversa tra il 1978 e il 1981, rappresentativi sia della spinta verso la liberazione sessuale di quegli anni sia di una raffigurazione ancora fortemente oggettificata del corpo della donna. In un allestimento che riproduce la materia effimera e l’impatto forte della pubblicità stradale, verranno presentati oltre cento scatti, scelti tra i più significativi della serie.
La rassegna su Chiara Fumai (Roma, 1978 – Bari, 2017) si intitola «Poems I Will Never Release» ed è curata da Milovan Farronato e Francesco Urbano Ragazzi, con la collaborazione di Cristiana Perrella. Lungo il percorso espositivo è presentato un corpus molto completo di opere, che traducono in forma materiale le performance dell'artista, pur rispettando l’intento programmatico dell’artista di non documentarle. Tra questi lavori ci sono «I Did Not Say or Mean Warning» (Premio Furla nel 2013) racconto poetico sulla collezione della Fondazione Querini Stampalia di Venezia, la video-installazione «The Book of Evil Spirits» (2015), che documenta le sedute spiritiche della medium Eusapia Palladino, e l’installazione ambientale «The Moral Exhibition House» (2012), presentata per la prima volta a Documenta 13 Kassel, in cui la casa è uno spazio per l'insurrezione femminista sotto forma di un freak show domestico.
In contemporanea sarà possibile vedere anche la rassegna video «After Us», una diagnosi poetica ma acuta del presente, curata dall'artista Julian Rosefeldt e prodotta da Fondazione «In Between Art Film».
Il museo sarà visitabile dal mercoledì al venerdì, dalle ore 12:00 alle ore 20:00 (con ingresso senza prenotazione), e il sabato e la domenica, dalle ore 11.00 alle ore 20.00 (con prenotazione obbligatoria).Per la prima settimana il biglietto sarà a prezzo ridotto (7,00 euro).
Per maggiori informazioni si può consultare il sito www.centropecci.it.
Dal giallo al rosso. Dal blu al nero. Senza dimenticare l’indaco, l'arancione, il verde, l’azzurro, il rosa e una miriade di sfumature di altri colori. Ogni anno, il 6 maggio, si celebra il World Kids Colouring Day, la Giornata mondiale del colore. In questa data, ormai dal 2008, tutti i bambini e gli adolescenti del pianeta sono chiamati a prendere in mano matite, pennarelli, tempere e pastelli per dare libero sfogo alla loro fantasia e con le loro opere rendere il pianeta un posto più vivace e magari anche migliore. In occasione della ricorrenza, l'Adei - Associazione degli editori indipendenti dedica al mondo dei colori i prossimi appuntamenti di «Lettura Day», l'iniziativa che invita i lettori di ogni età a leggere per gli altri nella giornata del giovedì.
«D’altronde - spiegano gli organizzatori - è proprio il colore che in letteratura definisce il genere (romanzo rosa, giallo, nero) ed è sempre il colore che trova spesso una corrispondenza con la parola scritta e lo stato d’animo». Sul tema ci si può sbizzarrire per tutto il mese il maggio.
I centri dinamici di questa iniziativa, in programma fino al 23 settembre, saranno le librerie, le biblioteche, le scuole e i teatri, ma nei prossimi mesi letture a voce alta si terranno dappertutto: nei giardini pubblici, alle fermate dei tram e degli autobus, nei mercati, nelle stazioni, sui sagrati di chiese, moschee e sinagoghe, nelle carceri, negli ospedali, nei casolari di campagna, nei cortili dei condomini, nei negozi e persino nelle case private.
Ogni mese verrà definito un tema, non vincolante, e chiunque potrà partecipare in qualsiasi luogo si trovi, scegliendo il proprio libro del cuore o affidandosi al caso e afferrando quello più vicino o, ancora, cercando nuove ispirazioni di lettura ispirate all’argomento del mese.
L'Adei - Associazione degli editori indipendenti invita chiunque a condividere la propria esperienza di lettura postandola sui social con l’hashtag #letturaday o segnalandola sul sito www.letturaday.it.
«D’altronde - spiegano gli organizzatori - è proprio il colore che in letteratura definisce il genere (romanzo rosa, giallo, nero) ed è sempre il colore che trova spesso una corrispondenza con la parola scritta e lo stato d’animo». Sul tema ci si può sbizzarrire per tutto il mese il maggio.
I centri dinamici di questa iniziativa, in programma fino al 23 settembre, saranno le librerie, le biblioteche, le scuole e i teatri, ma nei prossimi mesi letture a voce alta si terranno dappertutto: nei giardini pubblici, alle fermate dei tram e degli autobus, nei mercati, nelle stazioni, sui sagrati di chiese, moschee e sinagoghe, nelle carceri, negli ospedali, nei casolari di campagna, nei cortili dei condomini, nei negozi e persino nelle case private.
Ogni mese verrà definito un tema, non vincolante, e chiunque potrà partecipare in qualsiasi luogo si trovi, scegliendo il proprio libro del cuore o affidandosi al caso e afferrando quello più vicino o, ancora, cercando nuove ispirazioni di lettura ispirate all’argomento del mese.
L'Adei - Associazione degli editori indipendenti invita chiunque a condividere la propria esperienza di lettura postandola sui social con l’hashtag #letturaday o segnalandola sul sito www.letturaday.it.