Poetico ed esilarante, malinconico e dirompente: David Larible, unanimemente considerato «il più grande clown classico del nostro tempo», sarà in scena dal 26 al 30 gennaio al teatro Menotti di Milano con uno spettacolo che ha fatto il giro del mondo superando le oltre duecento repliche e stupendo personaggi del calibro di Francis F. Coppola, Richard Gere, Danny de Vito, Tom Cruise, Steven Spielberg, Leonardo di Caprio e Sandra Bullock.
Dopo aver fatto tappa in prestigiosi spazi di tutto il mondo - dal teatro Duse di Bologna al Theatre Princesse Grace di Monte Carlo, dal Gran Teatro Nacional di Lima (Perù) al teatro Vittoria di Roma, dal Simon Bolívar di Quito (Ecuador) al Bellini di Napoli e al Winter Theatre di Sochi (Russia), «Il clown dei clown» arriva, ora, per la prima volta all’ombra della Madonnina.
Lo spettacolo è il racconto di un uomo delle pulizie che sogna di diventare clown, e ci riesce. Arriva in punta di piedi, lo sguardo distratto, le mani in tasca, ma pochi gesti trasformano il suo incedere in una valanga di divertimento. Tenuto a bada da un gran cerimoniere, l’attore Andrea Ginestra, Larible propone uno stile di clownerie unico al mondo, con brani musicali eseguiti con sei strumenti e in dieci lingue, accompagnato al pianoforte dal maestro Mattia Gregorio.
Nelle sue gag l’artista, che ha ricevuto dalle mani del principe Ranieri di Monaco l’ambito «Clown d’oro», gioca con i grandi miti classici dell’italianità: la prima ballerina, l’opera lirica, la musica classica, con brani tratti da Mascagni e Leoncavallo. Il suo stile inconfondibile attinge dalla tradizione circense del clown Augusto e si incontra con Fellini, passando per la Commedia dell’arte, un racconto teatrale che lo rende ambasciatore nel mondo della cultura italiana. Sarà dunque un evento il ritorno in Italia, dopo diversi mesi di assenza, di David Larible, protagonista di un’occasione per concedersi una straordinaria serata di risate ed emozioni.
Il teaser di presentazione dello spettacolo è visibile al link: https://youtu.be/lWC2GDI7zhA. Per maggiori informazioni è possibile consultare i siti: www.teatromenotti.org | www.circoedintorni.it | www.davidlarible.it.
La Treccani pubblica la prima enciclopedia dedicata all’arte contemporanea
Quattro volumi, quattrocentotrentacinque autori, oltre tremilaseicento voci e quasi quattromila immagini: sono questi i numeri della prima enciclopedia dedicata all'arte contemporanea, edita da Treccani.
L’opera enciclopedica offre una raccolta ragionata del panorama artistico del XX e XXI secolo, dal 1900 al 2021, spingendosi oltre una ricognizione fenomenologica dell’arte contemporanea e proponendo una catalogazione non solo degli artisti, ma anche di storici dell’arte, teorici, critici, curatori e di tutte le figure che hanno avuto e hanno un dialogo significativo con l’arte. Accanto alle persone, l’Enciclopedia presenta luoghi e contesti in cui si crea e si promuove l’arte, insieme ai principali movimenti e tecniche artistiche del nostro tempo.
L’opera presenta un progetto grafico innovativo curato da Polystudio e una ricca selezione di immagini e opere. In ogni volume è pubblicata un’opera d’arte inedita ispirata all’idea di enciclopedia, di alcune delle maggiori figure dell’arte contemporanea, chiamate a rappresentare uno specifico continente: Anish Kapoor l’Asia, William Kentridge l’Africa, Anselm Kiefer l’Europa e Joseph Kosuth l’America. A queste opere si aggiunge nel primo volume un portfolio di Shirin Neshat, artista che da sempre si muove tra mondi e linguaggi diversi.
I volumi contengono voci di vario tipo. Ci sono voci monografiche, che comprendono artisti singoli e gruppi, ma anche teorici, galleristi, collezionisti e mercanti, musei, mostre e riviste, e voci tematiche, in cui sono annoverati movimenti e tendenze, temi e situazioni al confine con altre discipline, nonché città rilevanti nel dibattito artistico. Scorrendo le pagine, appaiono, poi, voci-contenitore, che radunano in un unico lemma, esperienze, tecniche, tipologie espositive, gruppi legati a un’unica area geografica o tematica, e voci interdisciplinari e transnazionali che riguardano diverse aree geografiche o tematiche.
«L’opera «Arte contemporanea» - racconta Massimo Bray, direttore generale dell’Istituto della enciclopedia italiana - si propone, dunque, di restituire un’architettura possibile della materia, una raccolta ragionata e un racconto corale delle maggiori esperienze artistiche della nostra epoca».
Per maggiori informazioni: www.treccaniarte.com.
«Moving Bodies, Open Your Mind», a Torino quattro spettacoli di Egribiancodanza
Si aprirà domenica 16 gennaio con «Leonardo da Vinci – Anatomie spirituali» la rassegna «Moving Bodies, Open Your Mind», quattro appuntamenti a cura di Ogr Torino e Fondazione Egri per la Danza/Ipuntidanza, con il supporto di Fondazione Crt, in cui il corpo e la performatività dialogheranno con le suggestive cornici di due spazi sabaudi, Sala Fucine e il Duomo di Org, grazie alle creazioni coreografiche di Raphael Bianco. Il primo appuntamento è un omaggio a Dante, che vedrà anche la presenza di Mario Acampa, attore e regista televisivo.
«Scritto sul mio corpo, spettacolo ideato durante il lungo lockdown dei teatri, è, invece, il titolo del secondo spettacolo in agenda per la serata di sabato 19 febbraio, la cui colonna sonora è firmata dai BowLand, presenti in live con la loro musica permeata di mistero.
Dopo la pausa estiva, sabato 10 settembre, sarà presentata la nuova produzione «Einstein – The Dark Matter», terza tappa di «Ergo Sum», progetto triennale dedicato a grandi pensatori che hanno esplorato il concetto di esistenza. La ricerca coreografica, che si avvale della collaborazione dell’artista e musicista Andrea Giomi, si spinge oltre il fisico e, ispirandosi alle intuizioni spiazzanti e geniali di Albert Einstein, scandaglia il concetto stesso di realtà attraverso un articolato lavoro di destrutturazione coreografica legato all’evoluzione della geometria spaziale in continua trasformazione.
La rassegna terminerà nel Duomo di Ogr nella serata di sabato 26 novembre con «Mystery Sonata», una performance modulare, scomponibile e assemblabile a seconda del luogo in cui si svolge, senza un reale inizio, né una fine. Dove sono l’inizio e la fine delle nostre azioni, e cosa rimane di noi agli altri? Quale è la realtà della natura delle cose? La nostra visibile, o quella impalpabile, oscura e a noi ignota che ci circonda? O entrambe? E, soprattutto, quale è il rapporto fra le due? Sono le domande al quale si prepara a rispondere il balletto, nato dall’incontro di Raphael Bianco con il duo Allis/Filliol.
Per maggiori informazioni: www.egribiancodanza.com o www.ogrtorino.it.
Quattro volumi, quattrocentotrentacinque autori, oltre tremilaseicento voci e quasi quattromila immagini: sono questi i numeri della prima enciclopedia dedicata all'arte contemporanea, edita da Treccani.
L’opera enciclopedica offre una raccolta ragionata del panorama artistico del XX e XXI secolo, dal 1900 al 2021, spingendosi oltre una ricognizione fenomenologica dell’arte contemporanea e proponendo una catalogazione non solo degli artisti, ma anche di storici dell’arte, teorici, critici, curatori e di tutte le figure che hanno avuto e hanno un dialogo significativo con l’arte. Accanto alle persone, l’Enciclopedia presenta luoghi e contesti in cui si crea e si promuove l’arte, insieme ai principali movimenti e tecniche artistiche del nostro tempo.
L’opera presenta un progetto grafico innovativo curato da Polystudio e una ricca selezione di immagini e opere. In ogni volume è pubblicata un’opera d’arte inedita ispirata all’idea di enciclopedia, di alcune delle maggiori figure dell’arte contemporanea, chiamate a rappresentare uno specifico continente: Anish Kapoor l’Asia, William Kentridge l’Africa, Anselm Kiefer l’Europa e Joseph Kosuth l’America. A queste opere si aggiunge nel primo volume un portfolio di Shirin Neshat, artista che da sempre si muove tra mondi e linguaggi diversi.
I volumi contengono voci di vario tipo. Ci sono voci monografiche, che comprendono artisti singoli e gruppi, ma anche teorici, galleristi, collezionisti e mercanti, musei, mostre e riviste, e voci tematiche, in cui sono annoverati movimenti e tendenze, temi e situazioni al confine con altre discipline, nonché città rilevanti nel dibattito artistico. Scorrendo le pagine, appaiono, poi, voci-contenitore, che radunano in un unico lemma, esperienze, tecniche, tipologie espositive, gruppi legati a un’unica area geografica o tematica, e voci interdisciplinari e transnazionali che riguardano diverse aree geografiche o tematiche.
«L’opera «Arte contemporanea» - racconta Massimo Bray, direttore generale dell’Istituto della enciclopedia italiana - si propone, dunque, di restituire un’architettura possibile della materia, una raccolta ragionata e un racconto corale delle maggiori esperienze artistiche della nostra epoca».
Per maggiori informazioni: www.treccaniarte.com.
«Ὀδυσσεύσ, Odisseo», Roberta Conigliaro racconta a Firenze le storie dei migranti
Donne, uomini e bambini in fuga dal loro Paese, in viaggio verso una nuova vita, carica di sogni e di speranze, che passa attraverso i pericoli e le insidie del mar Mediterraneo. Sono questi i soggetti delle opere che la scultrice siracusana Roberta Conigliaro presenta nella mostra «Ὀδυσσεύς /Odisseo», allestita fino al 29 gennaio nelle sale della Crumb Gallery di Firenze.
In un allestimento particolarmente suggestivo, l’artista espone dieci sculture realizzate con varie materie (la terracotta, il legno, il ferro, il gesso, il bronzo, ma anche la pietra calcarea e saponaria) e un disegno di grandi dimensioni.
«La mano di Roberta Conigliaro – evidenzia la scrittrice Giuseppina Norcia in catalogo (Collana NoLines, diretta da Rory Cappelli) - sa essere potente pur senza mostrare ogni cosa; così le forme - nella scultura come nel tratto deciso del disegno - ci chiamano senza eccederci, prediligono l’evocazione nel volto abbozzato, nello sguardo che non si sottrae ma si fa interiore, è rivolto dentro e da dentro accende».
La mostra documenta vari aspetti della traversata. «C’è – si legge nella presentazione - il «Sogno d’acqua» delle conchiglie che come sentinelle osservano il mare insieme alla donna che le guarda dal basso quasi fossero, per la loro impossibilità, inarrivabili divinità. C’è la valigia, in «La sosta», che racchiude miraggio e disperazione. C’è l’attesa, forse in mare, forse nel limbo di un rifugio temporaneo, nelle figure appena accennate racchiuse nella pietra saponaria di Sospesi. C’è tutta la narrazione biblica della ricerca in «L’arca» e la capacità di percepire al di là dell’ovvio della donna di «In ascolto», figura solitaria, racchiusa in una forma che pare una conchiglia».
Sono tante le donne che Roberta Conigliaro raffigura nelle sue opere, protagoniste di una traversata che è anche e soprattutto scoperta di sé stesse e del mondo. Un’Odissea.
Per visitare la mostra è possibile telefonare al numero 347.3681894. Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito www.crumbgallery.com.
Donne, uomini e bambini in fuga dal loro Paese, in viaggio verso una nuova vita, carica di sogni e di speranze, che passa attraverso i pericoli e le insidie del mar Mediterraneo. Sono questi i soggetti delle opere che la scultrice siracusana Roberta Conigliaro presenta nella mostra «Ὀδυσσεύς /Odisseo», allestita fino al 29 gennaio nelle sale della Crumb Gallery di Firenze.
In un allestimento particolarmente suggestivo, l’artista espone dieci sculture realizzate con varie materie (la terracotta, il legno, il ferro, il gesso, il bronzo, ma anche la pietra calcarea e saponaria) e un disegno di grandi dimensioni.
«La mano di Roberta Conigliaro – evidenzia la scrittrice Giuseppina Norcia in catalogo (Collana NoLines, diretta da Rory Cappelli) - sa essere potente pur senza mostrare ogni cosa; così le forme - nella scultura come nel tratto deciso del disegno - ci chiamano senza eccederci, prediligono l’evocazione nel volto abbozzato, nello sguardo che non si sottrae ma si fa interiore, è rivolto dentro e da dentro accende».
La mostra documenta vari aspetti della traversata. «C’è – si legge nella presentazione - il «Sogno d’acqua» delle conchiglie che come sentinelle osservano il mare insieme alla donna che le guarda dal basso quasi fossero, per la loro impossibilità, inarrivabili divinità. C’è la valigia, in «La sosta», che racchiude miraggio e disperazione. C’è l’attesa, forse in mare, forse nel limbo di un rifugio temporaneo, nelle figure appena accennate racchiuse nella pietra saponaria di Sospesi. C’è tutta la narrazione biblica della ricerca in «L’arca» e la capacità di percepire al di là dell’ovvio della donna di «In ascolto», figura solitaria, racchiusa in una forma che pare una conchiglia».
Sono tante le donne che Roberta Conigliaro raffigura nelle sue opere, protagoniste di una traversata che è anche e soprattutto scoperta di sé stesse e del mondo. Un’Odissea.
Per visitare la mostra è possibile telefonare al numero 347.3681894. Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito www.crumbgallery.com.
Nella fotografia: Roberta-Conigliaro, La sosta, 2017. Terracotta e valigia, 35x34x26 cm- Photo: Marco-Cambon
«Moving Bodies, Open Your Mind», a Torino quattro spettacoli di Egribiancodanza
Si aprirà domenica 16 gennaio con «Leonardo da Vinci – Anatomie spirituali» la rassegna «Moving Bodies, Open Your Mind», quattro appuntamenti a cura di Ogr Torino e Fondazione Egri per la Danza/Ipuntidanza, con il supporto di Fondazione Crt, in cui il corpo e la performatività dialogheranno con le suggestive cornici di due spazi sabaudi, Sala Fucine e il Duomo di Org, grazie alle creazioni coreografiche di Raphael Bianco. Il primo appuntamento è un omaggio a Dante, che vedrà anche la presenza di Mario Acampa, attore e regista televisivo.
«Scritto sul mio corpo, spettacolo ideato durante il lungo lockdown dei teatri, è, invece, il titolo del secondo spettacolo in agenda per la serata di sabato 19 febbraio, la cui colonna sonora è firmata dai BowLand, presenti in live con la loro musica permeata di mistero.
Dopo la pausa estiva, sabato 10 settembre, sarà presentata la nuova produzione «Einstein – The Dark Matter», terza tappa di «Ergo Sum», progetto triennale dedicato a grandi pensatori che hanno esplorato il concetto di esistenza. La ricerca coreografica, che si avvale della collaborazione dell’artista e musicista Andrea Giomi, si spinge oltre il fisico e, ispirandosi alle intuizioni spiazzanti e geniali di Albert Einstein, scandaglia il concetto stesso di realtà attraverso un articolato lavoro di destrutturazione coreografica legato all’evoluzione della geometria spaziale in continua trasformazione.
La rassegna terminerà nel Duomo di Ogr nella serata di sabato 26 novembre con «Mystery Sonata», una performance modulare, scomponibile e assemblabile a seconda del luogo in cui si svolge, senza un reale inizio, né una fine. Dove sono l’inizio e la fine delle nostre azioni, e cosa rimane di noi agli altri? Quale è la realtà della natura delle cose? La nostra visibile, o quella impalpabile, oscura e a noi ignota che ci circonda? O entrambe? E, soprattutto, quale è il rapporto fra le due? Sono le domande al quale si prepara a rispondere il balletto, nato dall’incontro di Raphael Bianco con il duo Allis/Filliol.
Per maggiori informazioni: www.egribiancodanza.com o www.ogrtorino.it.
Il Mart sbarca su Internet Archive, la più importante biblioteca digitale al mondo
Il Mart sbarca su Internet Archive, la più nota e ricca piattaforma internazionale dedicata agli archivi, fondata nel 1996 da Brewster Kahle con l’intento di consentire un accesso universale alla conoscenza. Primo museo di arte contemporanea italiano presente su archive.org, l’istituzione trentina ha creato un account istituzionale nel quale riversare parte del suo patrimonio archivistico. Per l’apertura della pagina, il cui aggiornamento è curato dall’Archivio del ‘900, si è scelto di partire dalle radici stesse del Mart, ovvero dall’Avanguardia futurista, tramite la digitalizzazione del Manifesto del Futurismo e di oltre cinquanta opere di Filippo Tommaso Marinetti.
In questa vera e propria «antologia marinettiana» - conservata nell’Archivio di Nuova Scrittura, fondato nel 1988 dal collezionista Paolo Della Grazia e donato al Mart nel 2019 - sono presenti testi pre-futuristi come «Gabriele d’Annunzio intime» (1903) e scritti propagandistici dei primi anni Quaranta quali «La poesia sublime dell’esercito italiano» (1942). Si trovano, inoltre, capolavori della tipografia futurista come «Zang tumb tuuum» (1914) o «Les mots en liberté futuristes» (1919), quest’ultima opera documentata anche nell’edizione in lingua ceca del 1922, che presenta numerose differenze rispetto all’edizione francese nella composizione delle celebri tavole parolibere che si aprono nelle pagine come piccoli, preziosi manifesti.
Per facilitare la consultazione on-line, le schede bibliografiche relative a queste opere già inserite nel Catalogo bibliografico trentino presentano dei rimandi diretti alla versione digitale, in un incrocio tra banche dati che favorisce la messa a disposizione dei patrimoni. Le edizioni presenti su Internet Archive non sono, inoltre, «solo» consultabili online; di fatto sono esplorabili attraverso più modalità, compresa quella lessicografica: i testi caricati sulla piattaforma vengono trasformati automaticamente in numerosi formati e processati da un OCR (Optical Character Recognition) automatico che permette così di ricercare parole, nomi, date e frasi all’interno dei singoli testi o, all’occorrenza, di tutti i testi caricati sulla pagina del Mart – Archivio del ’900.
Per maggiori informazioni è possibile consultare la pagina: https://archive.org/details/mart-archivio-del-900.
«Federico Zeri ricostruttore di polittici», al museo Poldi Pezzoli e su zoom un incontro con Andrea De Marchi e Andrea Di Lorenzo
«Mezz’ora d’arte»: quattro incontri su Zoom «intorno a Benozzo Gozzoli e la Cappella dei Magi»
Sono state Serena Nocentini e Valentina Zucchi a inaugurare il calendario della rassegna «Mezz’ora d’arte. Intorno a Benozzo Gozzoli e la Cappella dei Magi», un ciclo di quattro appuntamenti promosso tra gennaio e febbraio dalla Città metropolitana di Firenze e dal Mus.e per approfondire la vita e l’opera dell’artista rinascimentale.
«Benozzo, pittore fiorentino» è il titolo dell’appuntamento tenutosi nella serata di venerdì 14 gennaio, alle ore 18, visibile da tutti sulla piattaforma Zoom, che porterà il pubblico tra le sale di Palazzo Medici Riccardi, all’interno della Cappella dei Magi.
La rassegna proseguirà il 28 gennaio con Diane Cole Ahl, fra le più grandi studiose dell’artista, che parlerà su «L’esperienza di Benozzo Gozzoli a San Marco con l’Angelico». L’11 febbraio sarà la volta di Cristina Acidini, profonda conoscitrice degli affreschi gozzoliani della Cappella dei Magi, che terrà appunto la conferenza «La cappella, con il Viaggio dei Magi di Benozzo Gozzoli». Il 25 febbraio, infine, Laura Llewellyn, esperta della National Gallery di Londra, a cui si deve un prezioso prestito in mostra, parlerà de «La pala d’altare di Benozzo Gozzoli per la Compagnia della Purificazione e di san Zanobi».
Per partecipare agli incontri occorre scrivere una mail a info@musefirenze.it indicando nome, cognome e giorno scelto. La partecipazione è gratuita, fino a esaurimento dei posti disponibili. La prenotazione è obbligatoria. I prenotati, dopo una prima mail di conferma, riceveranno una seconda mail entro le ore 17:00 del giorno della visita virtuale con le credenziali per poter accedere a Zoom, da computer, tablet o smartphone.
Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito www.palazzomediciriccardi.it.
«Pour un oui ou pour un non», Orsini e Branciaroli in scena al Piccolo Teatro di Milano
Possono le parole «non dette» o le intonazioni ambigue provocare malintesi e guastare definitivamente un’amicizia? Prova a rispondere a questa domanda «Pour un oui ou pour un non» («Per un sì o per un no»), lo spettacolo con che inaugura la seconda parte della stagione 2021/2022 del Piccolo Teatro di Milano.
In cartellone dall’11 al 30 gennaio, la commedia di Nathalie Sarraute, una delle più importanti scrittrici francesi della seconda metà del Novecento, mette al centro della scena la forza delle parole, in una ragnatela di incomparabile abilità.
Due vecchi amici si ritrovano dopo un non motivato distacco e si interrogano sulle ragioni della loro separazione. Scoprono così che sono stati i silenzi tra le parole dette, ma soprattutto le ambiguità delle «intonazioni», a deformare la loro comunicazione, dato che ogni accento può essere variamente interpretato, in base alla disposizione d’animo di chi l’ascolta. «Per un sì o per un no – si legge nella presentazione - è quel nulla che può cambiare tutto, quel nonnulla che provoca lacerazioni profonde, ferite insanabili».
La prosa della Sarraute, nella sua complessità, è un banco di prova per due «manipolatori della parola» quali Franco Branciaroli e Umberto Orsini, che si ritrovano sulla scena dopo tanti anni, per dare vita, con la loro abilità, al terribile gioco al massacro che la commedia prevede. A guidare questo gioco sarà uno dei maestri indiscussi del teatro, Pier Luigi Pizzi, che ritorna al suo antico amore per la prosa.
Per maggiori informazioni è possibile consultare la pagina www.piccoloteatro.org.
In questa vera e propria «antologia marinettiana» - conservata nell’Archivio di Nuova Scrittura, fondato nel 1988 dal collezionista Paolo Della Grazia e donato al Mart nel 2019 - sono presenti testi pre-futuristi come «Gabriele d’Annunzio intime» (1903) e scritti propagandistici dei primi anni Quaranta quali «La poesia sublime dell’esercito italiano» (1942). Si trovano, inoltre, capolavori della tipografia futurista come «Zang tumb tuuum» (1914) o «Les mots en liberté futuristes» (1919), quest’ultima opera documentata anche nell’edizione in lingua ceca del 1922, che presenta numerose differenze rispetto all’edizione francese nella composizione delle celebri tavole parolibere che si aprono nelle pagine come piccoli, preziosi manifesti.
Per facilitare la consultazione on-line, le schede bibliografiche relative a queste opere già inserite nel Catalogo bibliografico trentino presentano dei rimandi diretti alla versione digitale, in un incrocio tra banche dati che favorisce la messa a disposizione dei patrimoni. Le edizioni presenti su Internet Archive non sono, inoltre, «solo» consultabili online; di fatto sono esplorabili attraverso più modalità, compresa quella lessicografica: i testi caricati sulla piattaforma vengono trasformati automaticamente in numerosi formati e processati da un OCR (Optical Character Recognition) automatico che permette così di ricercare parole, nomi, date e frasi all’interno dei singoli testi o, all’occorrenza, di tutti i testi caricati sulla pagina del Mart – Archivio del ’900.
Per maggiori informazioni è possibile consultare la pagina: https://archive.org/details/mart-archivio-del-900.
«Federico Zeri ricostruttore di polittici», al museo Poldi Pezzoli e su zoom un incontro con Andrea De Marchi e Andrea Di Lorenzo
Si intitola «Federico Zeri ricostruttore di polittici: una sfida scientifica e divulgativa» l’incontro in programma lunedì 17 gennaio al Museo Poldi Pezzoli di Milano, e in streaming su Zoom, in occasione della mostra «Giorno per giorno nella pittura. Federico Zeri e Milano».
L'appuntamento sarà curato da Andrea De Marchi, storico dell'arte e professore ordinario di Storia dell’arte medioevale all’Università di Firenze, e da Andrea Di Lorenzo, co-curatore della mostra e direttore del Museo Ginori di Sesto Fiorentino.
Nell’esposizione milanese e, in particolare, nell'ultima sala espositiva - che è però in qualche modo il suo cuore pulsante -, un posto centrale occupa la ricostruzione di un polittico di Donato de' Bardi, pittore pavese naturalizzato in Liguria, che il grande studioso riscoprì praticamente da zero. La ricomposizione di polittici, smembrati a seguito delle soppressioni sette-ottocentesche e della loro dispersione sul mercato, ha rappresentato un punto di metodo qualificante del mestiere di Federico Zeri. La sfida posta da tale esercizio, univoco nei risultati come la soluzione di un puzzle, assume l'aspetto di rigore scientifico, non sempre riconosciuto alla disciplina storico-artistica.
Fortemente consapevole di questo, Federico Zeri, operando infinite ricostruzioni specie fra gli anni Cinquanta e Sessanta, si pose pure il problema di costruire, a partire da ciò, un racconto che andasse al di là della mera filologia e fosse in grado di far conoscere anche a un pubblico più vasto la specificità di culture apparentemente marginali, specialmente quelle appenniniche - care allo studioso - in cui i polittici conobbero espressioni assai varie e vivaci, dove i confini fra gotico e rinascimento sfuggono alle classificazioni scolastiche.
L’incontro è gratuito. I posti disponibili sono limitati. Per partecipare all'evento o ricevere il link Zoom, è necessario inviare una mail a: relazioni_istituzionali@museopoldipezzoli.it.
[Foto dell'allestimento a cura di Sistemamanifesto]
A Foligno una grande retrospettiva sulle «grandi opere» di Shōzō Shimamoto
Rimarrà aperta fino a domenica 1° maggio la retrospettiva su Shōzō Shimamoto (Osaka, 22 gennaio 1928 – 25 gennaio 2013), per la curatela di Italo Tommasoni, che la città di Foligno propone, negli spazi del Ciac - Centro italiano arte contemporanea, con il contributo della locale Fondazione Cassa di Risparmio. L’esposizione, il cui progetto è curato dalla Fondazione Morra di Napoli, presenta opere che spaziano dalle iniziali sperimentazioni dell’artista nel gruppo Gutai, intorno agli anni Cinquanta, alle esplosioni di colore dell’ultima fase creativa, che ha per scenario l’Italia.
La mostra, che propone anche focus di approfondimento e laboratori per bambini, intende, inoltre, evidenziare la grandezza della superficie pittorica su cui Shōzō Shimamoto ha sempre agito, rendendo la dimensione dell’opera un elemento che non ne costituisce la totale pienezza, ma un confine da superare, a favore di una sempre più ampia visione della dirompente materialità. Da sempre nel lavoro del maestro giapponese, sperimentatore audace e indipendente, che ha rotto con i tradizionali canoni espressivi orientali, sperimentando azioni performative, tecniche e materiali insoliti, la dimensione è considerata un punto di vista altro. «L’opera – raccontano gli organizzatori - si compone a una distanza tale che tra cielo e terra il suo gesto artistico trova una connessione che va oltre il tempo e lo spazio».
Per informazioni sulla mostra è possibile contattare il numero 0742.340090 o scrivere a ciacfoligno@gmail.com. Il sito internet di riferimento è www.shozoshimamoto.org.
L'appuntamento sarà curato da Andrea De Marchi, storico dell'arte e professore ordinario di Storia dell’arte medioevale all’Università di Firenze, e da Andrea Di Lorenzo, co-curatore della mostra e direttore del Museo Ginori di Sesto Fiorentino.
Nell’esposizione milanese e, in particolare, nell'ultima sala espositiva - che è però in qualche modo il suo cuore pulsante -, un posto centrale occupa la ricostruzione di un polittico di Donato de' Bardi, pittore pavese naturalizzato in Liguria, che il grande studioso riscoprì praticamente da zero. La ricomposizione di polittici, smembrati a seguito delle soppressioni sette-ottocentesche e della loro dispersione sul mercato, ha rappresentato un punto di metodo qualificante del mestiere di Federico Zeri. La sfida posta da tale esercizio, univoco nei risultati come la soluzione di un puzzle, assume l'aspetto di rigore scientifico, non sempre riconosciuto alla disciplina storico-artistica.
Fortemente consapevole di questo, Federico Zeri, operando infinite ricostruzioni specie fra gli anni Cinquanta e Sessanta, si pose pure il problema di costruire, a partire da ciò, un racconto che andasse al di là della mera filologia e fosse in grado di far conoscere anche a un pubblico più vasto la specificità di culture apparentemente marginali, specialmente quelle appenniniche - care allo studioso - in cui i polittici conobbero espressioni assai varie e vivaci, dove i confini fra gotico e rinascimento sfuggono alle classificazioni scolastiche.
L’incontro è gratuito. I posti disponibili sono limitati. Per partecipare all'evento o ricevere il link Zoom, è necessario inviare una mail a: relazioni_istituzionali@museopoldipezzoli.it.
[Foto dell'allestimento a cura di Sistemamanifesto]
A Foligno una grande retrospettiva sulle «grandi opere» di Shōzō Shimamoto
Rimarrà aperta fino a domenica 1° maggio la retrospettiva su Shōzō Shimamoto (Osaka, 22 gennaio 1928 – 25 gennaio 2013), per la curatela di Italo Tommasoni, che la città di Foligno propone, negli spazi del Ciac - Centro italiano arte contemporanea, con il contributo della locale Fondazione Cassa di Risparmio. L’esposizione, il cui progetto è curato dalla Fondazione Morra di Napoli, presenta opere che spaziano dalle iniziali sperimentazioni dell’artista nel gruppo Gutai, intorno agli anni Cinquanta, alle esplosioni di colore dell’ultima fase creativa, che ha per scenario l’Italia.
La mostra, che propone anche focus di approfondimento e laboratori per bambini, intende, inoltre, evidenziare la grandezza della superficie pittorica su cui Shōzō Shimamoto ha sempre agito, rendendo la dimensione dell’opera un elemento che non ne costituisce la totale pienezza, ma un confine da superare, a favore di una sempre più ampia visione della dirompente materialità. Da sempre nel lavoro del maestro giapponese, sperimentatore audace e indipendente, che ha rotto con i tradizionali canoni espressivi orientali, sperimentando azioni performative, tecniche e materiali insoliti, la dimensione è considerata un punto di vista altro. «L’opera – raccontano gli organizzatori - si compone a una distanza tale che tra cielo e terra il suo gesto artistico trova una connessione che va oltre il tempo e lo spazio».
Per informazioni sulla mostra è possibile contattare il numero 0742.340090 o scrivere a ciacfoligno@gmail.com. Il sito internet di riferimento è www.shozoshimamoto.org.
Sono state Serena Nocentini e Valentina Zucchi a inaugurare il calendario della rassegna «Mezz’ora d’arte. Intorno a Benozzo Gozzoli e la Cappella dei Magi», un ciclo di quattro appuntamenti promosso tra gennaio e febbraio dalla Città metropolitana di Firenze e dal Mus.e per approfondire la vita e l’opera dell’artista rinascimentale.
«Benozzo, pittore fiorentino» è il titolo dell’appuntamento tenutosi nella serata di venerdì 14 gennaio, alle ore 18, visibile da tutti sulla piattaforma Zoom, che porterà il pubblico tra le sale di Palazzo Medici Riccardi, all’interno della Cappella dei Magi.
La rassegna proseguirà il 28 gennaio con Diane Cole Ahl, fra le più grandi studiose dell’artista, che parlerà su «L’esperienza di Benozzo Gozzoli a San Marco con l’Angelico». L’11 febbraio sarà la volta di Cristina Acidini, profonda conoscitrice degli affreschi gozzoliani della Cappella dei Magi, che terrà appunto la conferenza «La cappella, con il Viaggio dei Magi di Benozzo Gozzoli». Il 25 febbraio, infine, Laura Llewellyn, esperta della National Gallery di Londra, a cui si deve un prezioso prestito in mostra, parlerà de «La pala d’altare di Benozzo Gozzoli per la Compagnia della Purificazione e di san Zanobi».
Per partecipare agli incontri occorre scrivere una mail a info@musefirenze.it indicando nome, cognome e giorno scelto. La partecipazione è gratuita, fino a esaurimento dei posti disponibili. La prenotazione è obbligatoria. I prenotati, dopo una prima mail di conferma, riceveranno una seconda mail entro le ore 17:00 del giorno della visita virtuale con le credenziali per poter accedere a Zoom, da computer, tablet o smartphone.
Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito www.palazzomediciriccardi.it.
«Pour un oui ou pour un non», Orsini e Branciaroli in scena al Piccolo Teatro di Milano
Possono le parole «non dette» o le intonazioni ambigue provocare malintesi e guastare definitivamente un’amicizia? Prova a rispondere a questa domanda «Pour un oui ou pour un non» («Per un sì o per un no»), lo spettacolo con che inaugura la seconda parte della stagione 2021/2022 del Piccolo Teatro di Milano.
In cartellone dall’11 al 30 gennaio, la commedia di Nathalie Sarraute, una delle più importanti scrittrici francesi della seconda metà del Novecento, mette al centro della scena la forza delle parole, in una ragnatela di incomparabile abilità.
Due vecchi amici si ritrovano dopo un non motivato distacco e si interrogano sulle ragioni della loro separazione. Scoprono così che sono stati i silenzi tra le parole dette, ma soprattutto le ambiguità delle «intonazioni», a deformare la loro comunicazione, dato che ogni accento può essere variamente interpretato, in base alla disposizione d’animo di chi l’ascolta. «Per un sì o per un no – si legge nella presentazione - è quel nulla che può cambiare tutto, quel nonnulla che provoca lacerazioni profonde, ferite insanabili».
La prosa della Sarraute, nella sua complessità, è un banco di prova per due «manipolatori della parola» quali Franco Branciaroli e Umberto Orsini, che si ritrovano sulla scena dopo tanti anni, per dare vita, con la loro abilità, al terribile gioco al massacro che la commedia prevede. A guidare questo gioco sarà uno dei maestri indiscussi del teatro, Pier Luigi Pizzi, che ritorna al suo antico amore per la prosa.
Per maggiori informazioni è possibile consultare la pagina www.piccoloteatro.org.