ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

martedì 26 febbraio 2008

«Pasticceria Taveggia Milano 1909»? Salotto dolce per golosi e palcoscenico per artisti

Timballo di verdure con salsa di parmigiano, risotto al radicchio, cannolo di pasta fillo ricotta e spinaci, filetto in crosta con patatine sautè, crema di cioccolato bianco ai frutti di bosco e, dulcis in fundo, uno spettacolo di cabaret: questo il menù che propone alle 20.30 di sabato 1° marzo la pasticceria Taveggia Milano 1909. A poco più di tre mesi dalla riapertura, lo storico salotto dolce del capoluogo lombardo, che ha avuto tra i suoi avventori Carla Fracci e Renata Tabaldi, mette, infatti, in vetrina un ricco programma di appuntamenti eno-gastronomici e culturali, rivolti a chi ama la musica da camera, il teatro e la lettura.
A inaugurare la rassegna -che propone una decina di incontri, tutti di eccellente fattura- sarà una cena esclusiva firmata dallo chef Enrico Pavoni e uno spettacolo con Paolo Casiraghi e Omar Fantini, ovvero due fra i migliori giovani del panorama cabarettistico milanese, entrambi impegnati su un palcoscenico illustre come Colorado Cafè, sotto la guida di Rossella Brescia e Beppe Braida.
Paolo Casiraghi porterà all’interno della storica pasticceria Taveggia le sue ultime due creazioni: suor Nausicaa e Manuel Garcia Chuparosa de la Piena, cantante spagnolo dal fascino imbarazzante e autore di canzoni che raccontano di amori impossibili, come Il toro e la luna o Il drago e la pompiera. Omar Fantini, invece, proporrà il personaggio del punk settantenne nonno Anselmo, pieno di vita e con la voglia di uscire ogni sera nonostante l’età, oltre ai suoi celebri monologhi sui decenni scorsi.
In occasione della festa della donna, la pasticceria Taveggia dovrebbe accogliere, invece, una raffinata e dolcissima versione live, per voce e chitarra acustica, di alcune tra le canzoni più celebri di Joni Mitchell, Tracy Chapman, Ani di Franco, Bonnie Raitt, Noa, Tuck and Patti. Performance, questa, che avrà per protagonisti Simona Bocci e il chitarrista Luca Nobis.
A seguire, alle 18 di giovedì 10 aprile, si terrà un incontro con Elena Kostioukovitch, docente all’Università degli Studi di Milano e autrice del libro Perché agli italiani piace parlare di cibo (Sperling & Kupfer), vincitrice al premio Bancarella-Sezione cucina 2007; mentre sabato 12 ritornerà il cabaret con Rossana Carretto e Giovanni Vernia.
Giovedì 17 aprile ci sarà, quindi, un incontro con Roberto Iovino e Ileana Mattino, autori del libro Sinfonia gastronomica – musica, eros e cucina (Viennepierre edizioni); mentre l’8 maggio è in programma due cene a tema, una musicale con il duo Halaf Langheim e l’altra dedicata alla Toscana, durante la quale sarà possibile ammirare quadri dell’artista post-macchiaiolo Giuseppe Comparini.
In cartellone nelle prossime settimane, dal 7 marzo al 7 aprile, anche Arte in verde, un'iniziativa proposta da Mangiare arte arte da mangiare, che coinvolgerà una quindicina di ristoranti milanesi, dove verranno proposti piatti d’autore dedicati ai temi dell’agricoltura e del biologico.
Ma non finisce qui. Numerose, infatti, le iniziative ancora in fase di studio, tra cui una serie di Cene con delitto, una rassegna di concerti di musica da camera, appuntamenti di food music per il tè delle cinque, piccoli corsi di cucina da tenersi nei fine settimana e l’iniziativa Merenda al Taveggia con gli artisti di Ambra Orfei, che offrirà ai più piccoli la possibilità di assistere a spettacoli con cantastorie, maghi e illusionisti, clown, giocolieri e truccabimbi.

Didascalie delle immagini
(fig. 1) Esterno della pasticceria Taveggia Milano 1909; (fig. 2) ritratto di Omar Fantini; (fig. 3) ritratto di Paolo Casiraghi nei panni di Manuel Garcia Chuparosa de la Piena.
[Le foto degli artisti sono state fornite dallo Studio De Angelis di Milano, ufficio stampa della pasticceria Taveggia Milano 1909]

Informazioni utili
Taveggia Milano 1909
, via Visconti di Modrone, 2 - Milano, tel. 0276280856 o info@taveggia.it. Sito web: www.taveggia.it.

domenica 24 febbraio 2008

«The Mobile City», Milano e Toronto viste dal cellulare

In quale modo gli adolescenti leggono e interpretano la realtà in cui vivono? Quali sono le loro paure e i loro sogni? Le nuove tecnologie possono aiutarli a rappresentare il mondo che li circonda? Queste alcune delle domande cui proverà a rispondere il concorso The mobile city, che il Museo di fotografia contemporanea di Cinisello Balsamo, nel Milanese, rivolge a ragazzi tra i 16 e i 22 anni, che vivono nelle città di Toronto e nell’hinterland milanese.
«Racconta la tua città, la tua comunità, la tua vita»: lo slogan dell’iniziativa, nata da un’idea della Camera di commercio italiana a Toronto e promossa dallo staff di Villa Ghirlanda, con la Città di Toronto e con la Provincia, il Comune e la Camera di commercio di Milano.
La competizione, le cui iscrizioni sono aperte fino alla mezzanotte del 15 maggio 2008, si propone di raccogliere fotografie scattate con il telefono cellulare o con una macchina fotografica digitale. Tanti i temi su cui i giovanissimi potranno sbizzarrirsi: dal racconto delle persone con cui entrano quotidianamente in contatto ai sogni e alle paure che riguardano la loro vita e la società, dal paesaggio urbano alle idee di globalizzazione e democrazia, dalle mescolanza etnica alle proposte per la città del futuro.
Tutte le immagini, sia di Milano che di Toronto, saranno caricate sul sito web: www.mobilecityphoto.org.
Fin dall’inizio del concorso le foto inviate saranno visibili e commentabili da tutti gli utenti Internet. I partecipanti -cui viene chiesto di inserire da tre a cinque immagini, con un breve testo di commento- potranno, in ogni momento, modificare o sostituire il proprio materiale, anche a seconda del dialogo che si crea nel sito, dando così vita a una vera e propria community, in una logica di collaborazione open-source.
Alla chiusura del bando, una giuria qualificata sceglierà trenta lavori finalisti che saranno esposti in mostra. Dieci di questi verranno proclamati vincitori il 2 giugno, durante una cerimonia on-line che si terrà contemporaneamente in Italia e in Canada. I vincitori canadesi saranno ospitati dal Museo di fotografia contemporanea (dal 7 al 15 luglio 2008), mentre quelli italiani dal George Brown College di Toronto (dal 15 al 22 luglio 2008).
Durante l’estate, i concorrenti proseguiranno l’esperienza godendo dell’ospitalità internazionale per confrontarsi con i loro coetanei: i ragazzi di Milano andranno a Toronto per raccontare la loro esperienza di una metropoli straniera e viceversa, Le immagini prodotte durante questo periodo e quelle realizzate per il concorso confluiranno in un libro su The Mobile City, che sarà arricchito da contributi di esperti sul rapporto tra fotografia, tecnologia e società.
L’ultima tappa è fissata in autunno, quando inaugurerà in contemporanea in Canada e in Italia una rassegna, innovativa e altamente tecnologica, che ospiterà stampe, video e immagini che verranno inviate direttamente sul cellulare dei visitatori.

Didascalie delle immagini
(fig. 1 e fig. 2) Immagini di presentazione del progetto The mobile city

Informazioni utili
The Mobile City. Ente banditore: Museo di fotografia contemporanea. Quota di partecipazione: nessuna. Informazioni: Museo di fotografia contemporanea, via Frova 10 - Cinisello Balsamo (Milano), tel. 02.6605661, e-mail:
milano@mobilecityphoto.org. Sito web: www.mobilecityphoto.org.

venerdì 22 febbraio 2008

Fondazione Ratti di Como? Scuola d'elite per venti giovani artisti

Sarà Yona Friedman (Budapest, 1923), architetto, designer, urbanista e teorico franco-ungherese, il visiting professor della prossima edizione del Corso superiore di arti visive della Fondazione Antonio Ratti di Como, il più prestigioso programma italiano di specializzazione per giovani artisti, cui hanno preso parte, negli anni passati, come docenti alcuni tra i più interessanti protagonisti della scena artistica contemporanea, da Joseph Kosuth (1995) a Ilya Kabakov (2000), da Marina Abramovic (2001) a Giulio Paolini (2002), da Jimmie Durham (2003) ad Alfredo Jarr (2005), da Marjetica Potrc (2006) a Joan Jonas (2007).
Yona Friedman –che ha attraversato la seconda guerra mondiale, sfuggendo ai rastrellamenti nazisti, e che è vissuto per circa un decennio in Israele, ad Haifa, prima di stabilirsi, negli anni ’50, a Parigi - «sostiene – si legge nella nota stampa- i principi di un'architettura capace di comprendere le continue trasformazioni che caratterizzano la mobilità sociale, basata su infrastrutture che prevedono abitazioni e norme urbanistiche passibili di essere create e ricreate, a secondo dell'esigenza degli abitanti e dei residenti».
L’attenzione per l’autoregolazione degli abitanti che da sempre interessa Yona Friedman, artista che vanta partecipazioni alla Biennale di Venezia e a Documenta di Kassel, nasce direttamente dalla sua stessa esperienza di profugo e senzatetto. Un’esperienza che il progettista franco-ungherese -noto per il manifesto L'architecture mobile del 1956 e la sua più significativa esplicazione, la Ville Spatiale- ha messo a frutto anche nel suo lavoro per le Nazioni Unite e l'Unesco, attraverso la diffusione di alcuni manuali di auto-costruzione nei Paesi africani, sudamericani e in India.
In occasione della progettazione del Lyce'e Bergson ad Angers, in Francia, completato nel 1981, l’artista ha dato voce al suo pensiero, pubblicando un procedimento secondo il quale la distribuzione e la disposizione di tutti gli elementi architettonici erano pensate e decise dai futuri utenti. Il suo libro più celebre rimane, però, Utopie realizzabili -pubblicato in Francia nel 1975, tradotto anche in italiano (Quodlibet, 2003)- nel quale è sviluppata un'idea di ristrutturazione della società in senso compiutamente democratico, volta a fuggire ogni elitarismo.
A Como, dal 1° al 23 luglio, Yona Friedman sarà docente di un workshop pratico dal titolo Public Improvisations, durante il quale –spiega lo stesso visiting professor- «esploreremo l'improvvisazione, le tecniche semplici, che non necessitano istruzioni, disegni o piani complicati. Per essere accessibile al pubblico generale, l'arte deve utilizzare tecniche semplici, facili da adottare. L'arte pubblica improvvisata può essere esplorata ovunque negli spazi pubblici: nelle strade, nei boschi, in un atrio, sul lago. Il luogo stesso è parte dell'opera d'arte».
L'attività quotidiana di questa quattordicesima edizione del Csav -curata da Anna Daneri, Luca Cerizza e Cesare Pietroiusti- prevede anche, come consuetudine, un ciclo di lezioni teoriche e una serie di seminari con personaggi di spicco della scena culturale internazionale.
I venti partecipanti al programma di studio, selezionati da una commissione scientifica sulla base delle domande pervenute entro il prossimo 3 aprile alla fondazione comasca, verranno invitati a concepire un'opera che sarà presentata nella consueta mostra di fine corso. Le lezioni, che si terranno allo spazio San Francesco, sono gratuite; i costi di permanenza a Como sono a carico dei partecipanti.

Didascalie delle immagini
(fig. 1) Yona Friedman al Mart di Rovereto, durante la presentazione del progetto Monument (2006); (fig. 2) Yona Friedman, Monument, 2006. Rovereto, Mart.

Informazioni utili
XII Corso superiore di arte visiva
. Ente banditore: Fondazione Antonio Ratti, Como. Quota di partecipazione: nessuna; sono a carico dei partecipanti i soli costi di permanenza a Como. Data di scadenza: 3 aprile 2008 (fa fede la data del timbro postale). Informazioni e bando di concorso: Anna Daneri, tel. 031.233213, fax. 031.233249, e-mail:
annadaneri@fondazioneratti.org. Web Site: www.fondazioneratti.org
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