ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

venerdì 14 marzo 2008

Un nuovo anno di attività per il Museo Baroffio e del Sacro Monte sopra Varese

«Trovarsi a Varese e non salire alla Madonna del Monte è come recarsi a Roma e non vedere San Pietro», scriveva nel 1897 un anonimo redattore de Le cento città d'Italia, supplemento mensile illustrato del Secolo di Milano.
La montagna varesina rappresenta, infatti, uno dei luoghi religiosi più suggestivi esistenti in Italia con le sue casupole e viuzze di gusto medioevale, con la sua chiesa di santa Maria del Monte e con la sua Via Sacra delle quattordici cappelle dedicate ai Misteri del Rosario, la cui edificazione, iniziata nei primi del Seicento per volontà del frate cappuccino G.Battista Aguggiari, ha visto al lavoro, tra gli altri, Carlo Francesco Nuvolone, il Morazzone, Giovan Paolo Ghianda e, in anni recenti, Renato Guttuso.
Ad accrescere la bellezza di questo lungo è stato aperto nel settembre del 2001, dopo una chiusura quasi decennale, un altro gioiello storico-artistico: il museo Baroffio e del Santuario, la cui nascita era stata tenuta a battesimo, nel settembre del 1936, dal beato cardinale Alfredo Ildefonso Schuster.
Durante gli anni di chiusura, lo spazio museale - l'unico del Sacro Monte in attesa della riapertura del museo Ludovico Pogliaghi, cui sta lavorando la Biblioteca Ambrosiana di Milano - è stato oggetto di un lungo restauro e ampliamento della struttura architettonica, oltre che di un riesame di attribuzione e di datazione delle opere conservate e di un aggiornamento dei criteri museologici.
Il compito di dirigere l'intervento conservativo dell'edificio, progettato tra il 1932 e il 1935 da Ludovico Pogliaghi e Ulderico Tononi, è spettato all'architetto Ernesto Brivio, che ha anche curato il percorso espositivo. Il suo progetto ha portato alla costruzione di otto sale suddivise su tre livelli, che ospitano una ricca selezione di opere di pittura e scultura, in passato afferenti al museo del Santuario, aperto su proposta di don Luigi Bellasio, e al lascito del barone Giuseppe Baroffio Dall'Aglio.
Ad accogliere il visitatore negli spazi museali -che riaprono ai visitatori sabato 15 marzo, dopo la pausa invernale- è un rilievo lapideo romanico di Domenico e Lanfranco da Ligurno, databile alla fine del XII secolo e raffigurante la Vergine con il Bambino, una scultura di suggestiva bellezza, già elemento centrale della lunetta del portale d'accesso alla Basilica di Santa Maria.
Dal Santuario provengono anche l'acquasantiera con La Pietà del 1444 e il rilievo romanico Leone di San Marco, esposti nelle sale d'ingresso insieme con uno splendido antifonario ambrosiano con miniature di Cristoforo de' Predis, così come il pulpito ligneo del XVII secolo raffigurante la scena dell'Annunciazione, che accoglie il visitatore al piano inferiore. Accanto a questi reperti si trovano esposti una settantina di opere pittoriche del Borgognone, del Magatti, del Ceruti e di altri autori anonimi di scuola fiamminga e napoletana, tra cui si segnalano Una Madonna con il Bambino di Bartolomeo Schedoni e una Visitazione di Camillo Procaccini.
Il collezionismo romantico del Baroffio, orientato più da scelte emozionali che da un rigore metodologico, ha imposto per i dipinti –nucleo centrale del museo- un ordinamento cronologico, pur con inevitabili approssimazioni dovute alla mancanza di dati certi di alcune tele. Molti i soggetti esposti nelle sale della realtà museale varesina, dove si trovano oltre a opere di carattere religioso, ritratti, nature morte, paesaggi, scene di battaglia e di genere e allegorie, come la tela Il vetraio (XVII secolo) di scuola fiamminga, la splendida Natura morta con funghi e frutto di Giacomo Ceruti e un Paesaggio invernale del XVI secolo.
Lo stesso criterio espositivo delle sale dei dipinti è stato seguito al piano superiore, noto come stanza dei vicari, dove trovato posto preziosi paliotti, codici, paramenti, medaglie e placchette, oltre a una galleria storico-didattica con la presentazione della storia del Sacro Monte.
Chiude il percorso espositivo una stanza mariana, voluta da monsignor Pasquale Macchi, che presenta un'inedita e ricca raccolta di opere raffiguranti la Madonna. Dipinti, ceramiche, smalti, litografie, disegni e sculture di grandi artisti contemporanei, collocati nella V sala del museo, raccontano la storia della Vergine: dall'annunciazione alla maternità, dalla sua missione corredentrice alla sua partecipazione alla passione del Figlio.
Tra i tanti lavori spiccano la Madonna con Bambino di Henri Matisse, la Crocifissione di Mario Sironi, L'Assunta di Luciano Minguzzi e La fuga in Egitto di Renato Guttuso, bozzetto per il dipinto murale che adorna la terza cappella del Sacro Monte.
Questo e molto altro sarà, dunque, possibile vedere o rivedere da domani, sabato 15 marzo, a domenica 9 novembre al museo Baroffio, che riprende le sue attività con un percorso a tema dal titolo La Pasqua e i suoi protagonisti, in programma alle 15.30 del giorno di riapertura e di giovedì 20 marzo.
Come rappresentare il dolore della Madonna davanti alla morte del Figlio, ai piedi della croce? E come descrivere il miracolo della Resurrezione, episodio che non ebbe testimoni? Queste due delle domande che troveranno risposta negli appuntamenti, a cura della conservatrice Laura Marazzi. Attraverso miniature medievali, dipinti fiamminghi, sculture e tele moderne di Mario Sironi e Floriano Bodini, ma non solo sarà possibile vedere come gli artisti hanno raffigurato la morte di Gesù Cristo e il dolore di chi gli fu vicino nel «tempo della prova più grande», dalla Madonna a Giovanni e alla Maddalena.
Una fugace apparizione, nelle tele a tema pasquale, è riservata anche ad altri personaggi, come Simone di Cirene, Giuseppe d’Arimatea, Nicodemo, citati nella narrazione evangelica, o a figure nate dalla tradizione popolare, come la Veronica. Di questo si parlerà anche attraverso le opere conservate nel Santuario e lungo la Via Sacra, suggerendo un percorso tra le bellezze del Sacro Monte varesino, percorso che, in un secondo momento, potrà snodarsi autonomamente.
Gli appuntamenti offriranno anche l’occasione per scoprire la nuova guida al museo per bambini, scritta da Laura Marazzi e Giovanna Palumbo e con disegni di Chiara Sacchi, pubblicata lo scorso gennaio dalla Fondazione Paolo VI per il Sacro Monte.

Didascalie delle immagini
(fig. 1) Veduta esterna del museo Baroffio e del Santuario del Sacro Monte Sopra Varese; (fig. 2) Tardo seguace di Robert Campin, Deposizione di Cristo dalla croce, fine secolo XV. Olio su tavola, cm 112x114 (93x89); (fig. 3) Domenico e Lanfranco da Ligurno (attr.), Madonna col Bambino, ultimo decennio secolo XII. Reperto lapideo del Santuario, cm 78x45; (fig. 4) Scuola del Todeschini, Barbiere (Il taglio di capelli), secolo XVIII. Olio su tela, cm 165x135 (146x116); (fig. 5) Ambito di Jan Brueghel II, Allegoria dell'aria e del fuoco. Olio su tela riportata su tavola,cm 66,5x10,5 (50x85,5)

Informazioni utili
Museo Baroffio e del Santuario del Sacro Monte Sopra Varese. Orari: giovedì, sabato e domenica e festivi 9.30-12.30 e 15.00-18.30 (il museo è aperto nei mesi estivi e durante le festività natalizie e pasquali). Ingresso: € 3.00 intero; € 1.00 ridotto (gruppi superiori a 10 persone, visitatori sino a 18 e oltre 65 anni, studenti, soci TCI e possessori di Welcome Card). Visite guidate: Metamusa, tel./fax. 0331.777472 (lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 18.00). Informazioni: Museo Baroffio e del Santuario - dott.ssa Laura Marazzi, tel./fax 0332.212042, e-mail: info@museobaroffio.it. Sito web: www.museobaroffio.it.

mercoledì 12 marzo 2008

«Dab», a caccia d’oggetti d'artista per artshop e bookshop

Chi varca le soglie di un museo, oggi, non lo fa solo per vedere una mostra, ma anche per bere un caffé, acquistare un oggetto di design, sfogliare un libro d'arte o, magari, comperare gadget con impressa la riproduzione del proprio quadro preferito. Numerosi sono così gli enti espositivi italiani che si stanno attrezzando, sulla scia dei musei del nord e centro Europa, di appositi spazi dedicati al merchandising. Un settore, questo, che diventa ora protagonista di un concorso, Dab-Design per artshop e bookshop, promosso dal Gai (associazione per il circuito giovani artisti), dall'Ufficio giovani d'arte del Comune di Modena, dalla locale Galleria civica, e, a partire da questa edizione, anche dal Progas–ministero per le Politiche giovanili e le Attività sportive e dalla Direzione generale per l’architettura e le arti contemporanee del ministero dei Beni e delle Attività culturali.
Il concorso, promosso nell'ambito del progetto triennale De.Mo., «ha lo scopo –si legge nella nota stampa- di promuovere la progettazione e la produzione di oggetti d'artista e di design, ad opera di giovani artisti italiani, finalizzati alla commercializzazione negli artshop e bookshop dei musei del nostro Paese». Un’occasione, questa, per far conoscere al grande pubblico tanti talenti in erba, di età compresa tra i 18 e i 35 anni, che operano nel campo del design e dell'artigianato artistico, diplomati presso istituti e accademie d'arte, ma anche per dare un aiuto concreto ai numerosi musei italiani che si stanno attrezzando di nuovi spazi dedicati al merchandising, in conformità con la legge Ronchey del 1993, e che avranno sempre più la necessità di qualificare e caratterizzare la loro offerta commerciale in modo vario e originale.
Dab-Design per artshop e bookshop si propone, inoltre, di coinvolgere aziende attive nel settore del merchandising museale, per la successiva produzione e commercializzazione dei prototipi presentati al concorso, nell’ambito della Linea di prodotti DabxGAI.
Le aziende partner di questa edizione saranno ancora una volta la GiGi Medici di Sassuolo e la Misstake di Treviso, che hanno già realizzato alcune delle opere partecipanti alla prima edizione della competizione modenese e oggi in vendita in molti musei italiani, tra cui la Galleria civica di Modena, il Mart di Rovereto, la Galleria d’arte moderna di Roma, il Museo d’arte contemporanea Donna Regina di Napoli e in diversi altri spazi commerciali gestiti da Electa Mondadori.
Al concorso, la cui scadenza è fissata per venerdì 13 giugno 2008, possono partecipare artisti, designer, artigiani-artisti, studenti, aventi un'età compresa tra i 18 e i 35 anni, nazionalità italiana o residenza in Italia da almeno un anno alla data di presentazione della domanda.
I candidati dovranno presentare sia i progetti che le fotografie dei prototipi per il concorso. Prototipi che dovranno essere di libera creazione, contemporanei e originali, e che potranno essere realizzati con i più diversi materiali e tecniche. Tante le aree di produzione in cui i giovani potranno cimentarsi: oggettistica e complementi di arredo, cartoleria e cartapesta, grafica, illustrazione, fumetto, fotografia, scultura, calcografia, gioielleria, lavorazione dei metalli e del vetro, arte tessile, ceramica.
Chi intendesse partecipare a Dab può presentare, presso il Comune di Modena, all’ufficio Giovani d’arte, i seguenti materiali: la scheda d'iscrizione, scaricabile da Internet, compilata in ogni sua parte; il progetto e la foto del prototipo realizzato, sia su supporto cartaceo che su cd; una scheda tecnica con breve presentazione del proprio lavoro, un curriculum vitae e fotografie di precedenti realizzazioni.
Un'apposita commissione, costituita da autorevoli esperti e operatori del settore, selezionerà, tra i candidati, gli autori dei prototipi ritenuti più originali e qualitativamente validi. Le opere parteciperanno a un'esposizione che si terrà a Modena, presso Palazzo Santa Margherita, e saranno pubblicate sul catalogo di mostra.
Accanto a Dab-Design per artshop e bookshop, l'ufficio Giovani d'arte di Modena sta seguendo, in questi giorni, altri due concorsi dedicati a persone dai 18 ai 35 anni, che vivono, lavorano o studiano in Emilia Romagna. Si tratta di A cura di... e Arteinattesa. il primo concorso, in scadenza il 16 maggio 2008, richiede ai candidati la presentazione di un progetto di curatela per una mostra d'arte visiva da realizzarsi nella città di residenza; l'altro, il cui termine per la consegna è fissato al 23 maggio, si rivolge a giovani artisti e sollecita la presentazione di progetti di opere d'arte, che andranno a ornare le sale d’aspetto dei reparti e degli ambulatori, ma anche le pareti degli ingressi e alcuni muri perimetrali dei padiglioni dell'Università Policlinico di Modena. Entrambi i bandi sono scaricabili dal sito: www.comune.modena.it/gioarte.

Didascalie delle immagini
(fig. 1) Lavinia Bolognesi, Bulbo. Vaso per fiori, 2005; (fig. 2) Evelyn Daviddi, Una mucca al mare! e La superscarpa. Shopping bag, 2005; (fig. 3) Valentina Cabri, Corolle. Vassoi in plexiglass, 2005; (fig. 4) Rachel Morellet, Collane e orecchini. 2005, oro e argento
[Tutte le opere sono state presentate alla prima edizione del concorso Dab]

Informazioni utili
Concorso Dab
. Ente banditore: circuito Gai e Ufficio giovani d'arte del Comune di Modena. Quota di partecipazione: nessuna. Data di consegna: 13 giugno 2008. Informazioni e bando di concorso: Giovani d'arte - Comune di Modena, settore Cultura, via Galaverna 8 – 41100 Modena, tel. 059.206604, fax. 059.206877, e-mail: ocorradi@comune.modena.it. Sito web: www.comune.modena.it/gioarte.

lunedì 10 marzo 2008

Dalla Siberia a Ferrara: volo speciale per la «Moltiplicazione dei pani e dei pesci» del Garofalo

Giungerà a Ferrara, grazie alla collaborazione del Ministero per le Emergenze russo, la grande tela Moltiplicazione dei pani e dei pesci di Benvenuto Tisi detto il Garofalo (Ferrara, 1481-1559), opera che andrà a comporre, con un'altra sessantina di lavori, il percorso espositivo della prima mostra organizzata da Ermitage Italia presso le eleganti sale del Castello estense, sede di una delle più importanti corti del Rinascimento italiano. Una notizia, questa, di pochi giorni fa che conferma il grande scrupolo scientifico e organizzativo dello State Hermitage Museum di San Pietroburgo, anche nelle sue sedi straniere, da Amsterdam a Londra.
E’ stato, infatti, lo stesso museo sulla Neva, uno dei più prestigiosi al mondo con i suoi ventiduemila pezzi catalogati, a chiedere al Ministero per le emergenze russo di consentire l’utilizzo di un velivolo speciale della propria flotta per il trasporto dalla Siberia a San Pietroburgo dell’opera, realizzata nel 1531 circa, per il perduto convento di San Bernardino, e oggi conservata presso il Museo delle belle arti del lontano Oriente, a Khabarovsk.
La tela, di quasi 3 metri di altezza e 2,5 di larghezza (troppo grande per essere trasportata con un aereo di linea), percorrerà, dunque, ben 15.000 chilometri, 9.000 in aereo e i restanti 6.000 in camion, per giungere nel nostro Paese in occasione della mostra Garofalo. Pittore della Ferrara estense (catalogo Skira editore), curata da Tatiana Kustodieva e Mauro Lucco, con la collaborazione di Michele Danieli e con il contributo di un pregevole comitato scientifico composto da Irina Artemieva, Francesca Cappelletti e Michail Piotrovsky.
L’appuntamento espositivo, in calendario da sabato 5 aprile a domenica 6 luglio, consentirà di rivedere questa bellissima tela, lontana da Ferrara dal 1792, insieme ad altre tre opere del complesso iconografico di San Bernardino, che fecero parte della collezione di papa Pio VI, a Palazzo Braschi a Roma, e che nel 1840 giunsero in Russia per volontà dello zar Nicola I: Le nozze di Cana di Galilea, L’allegoria del Vecchio e del Nuovo Testamento e L’andata al Calvario.
A differenza di queste ultime tele, conservate fin dal 1920 presso lo State Hermitage Museum e sottoposte nel 2007 a un accurato restauro proprio in vista dell’esposizione ferrarese, la Moltiplicazione dei pani e dei pesci fu trasferita al Museo per le belle arti del lontano Oriente nel 1931, dove è sempre rimasta, custodendo anche la presunta effige del pittore che, secondo la critica, si sarebbe ritratto insieme alla Madre Badessa nel gruppo di figure in basso a destra.
Oltre a queste quattro opere, la mostra al Castello estense, già ribattezzata la «prima grande monografica dedicata al Garofalo», allineerà importanti prestiti provenienti da prestigiosi musei internazionali come la National Gallery di Londra, lo Staatliche Kunstsammlungen di Dresda, il Rijksmuseum di Amsterdam, il Museèe du Louvre di Parigi, il Kunstinstorisches Museum di Vienna, i musei capitolini di Roma, gli Uffizi di Firenze e il museo di Capodimonte a Napoli.
Nello specifico, saranno una sessantina le opere di Benvenuto Tisi, detto anche il «Raffaello ferrarese», che giungeranno nella città estense, venti delle quali mai esposte prima d’ora in Italia. Un complesso di lavori, quello in mostra, che consentirà di riscoprire questo artista, in passato sottovalutato dalla critica, ma in realtà già assai apprezzato come «moderno» da Giorgio Vasari, per la sua pittura e per il suo stile di vita, ma che darà anche la possibilità di analizzare i suoi influssi sulla scuola locale nella prima metà del Cinquecento. Il percorso espositivo presenterà, pertanto, una decina di dipinti di assoluta qualità di artisti del Rinascimento ferrarese come Domenico Panetti, Boccaccio Boccaccino, Dosso Dossi e Francesco Francia.
E', inoltre, previsto un itinerario cittadino che permetterà di ammirare i capolavori del Garofalo conservati nella Pinacoteca nazionale di Ferrara e i bellissimi affreschi di tema cortese di Palazzo Costabili (ora sede del Museo nazionale archeologico) e del Seminario Vecchio, dei quali si è concluso da pochi mesi un completo restauro finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio.

Didascalie delle immagini
(fig. 1) Castello estense, Ferrara; (fig. 2) Benvenuto Tisi detto il Garofano, Moltiplicazione dei pani e dei pesci. Khabarovsk, Museo delle belle arti del lontano Oriente; (fig. 3) Benvenuto Tisi detto il Garofano, Santa Lucia, post 1529. Olio su tavola, cm 63x44. Roma, Pinacoteca capitolina; (fig. 4) Benvenuto Tisi detto il Garofalo, Allegoria del Vecchio e Nuovo Testamento, 1531-1535. Olio su tela, cm 318x257. San Pietroburgo, Museo Statale Ermitage

[Le immagini sono state fornite da Villaggio Globale International, ufficio stampa della mostra Garofalo. Pittore della Ferrara estense]

Informazioni utili
Garofalo. Pittore della Ferrara estense
. Castello Estense - Ferrara. Orari: 9.30-19.30. Ingresso: interi € 10,00, ridotti € 8,00 (ultra 65enni, visitatori fino a 18 anni, convenzionati, disabili, altre riduzioni di legge e visitatori con biglietto della mostra Mirò. La terra), gruppi € 8,00 (da 15 a 30 visitatori con 1 gratuità oltre i 15 componenti paganti), scuole € 6,00 (2 gratuità a scolaresca); gratuito per bambini fino a 6 anni e giornalisti con tessera. Catalogo: Skira editore, Milano. Informazioni: call center 199.411.120. Sito web: www.mostragarofalo.it. Dal 5 aprile al 6 luglio 2008.