ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

venerdì 11 settembre 2009

Futurismo, Siena celebra il mito della velocità

I tesori d'arte del Trecento e del Quattrocento senese, con le loro ricche decorazione dalle cromie sgargianti e i loro ieratici fondi color zafferano, incontrano la dirompente vitalità del Futurismo, con il suo culto del tempo veloce e del dinamismo simultaneo. Accade alla Pinacoteca nazionale di Siena, dove fino a domenica 4 ottobre va in scena la mostra Macchine! Spirito della meccanica tra i fondi d’oro, promossa dalla soprintendenza per i Beni artistici e storici di Siena e Grosseto, dagli assessorati alla Cultura del Comune e della Provincia di Siena e dalla Fondazione Monte Paschi attraverso Vernice progetti culturali.
Automobili e motociclette d’epoca futurista, datate tra il 1909 e il 1930, formano il cuore pulsante della rassegna, curata da Gabriele Borghini e nata come omaggio al più noto movimento avanguardista italiano, nell'anniversario dei cent'anni dalla pubblicazione del suo primo manifesto sul quotidiano francese Le Figaro.
Ad aprire il percorso espositivo è una Fiat 0 del 1913, che ricorda la famosa caduta nel fosso di Filippo Tommaso Marinetti, avvenuta nel 1908, alla guida di una Fiat 4 cc. Sempre all’ingresso, accanto al pozzo del cortile coperto, sono esposte due sidecars: una Harley Davidson del 1917 e una Triumph del 1922. Al secondo piano della pinacoteca, nei tre saloni dei fondi d’oro, è, invece, possibile ammirare una carrellata di moto Guzzi, Frera, Gilera, Bianchi, Indian, Bmw e Peugeot.
L'esposizione senese, il cui allestimento minimalista è stato realizzato da Alberto Scarampi di Pruney, non guarda, però, solo alla macchina come invenzione figurativa e oggetto artistico, ma ne celebra anche la meccanica interna, i telai quali vere e proprie costruzioni architettoniche, attraverso un curioso gioco di specchi che mette in relazione modelli anatomici, in gesso o cera, con opere pittoriche di straordinaria complessità compositiva, nelle quali il movimento e la tensione energetica dei corpi assume il significato di macchina espressiva.
Nella sala del Beccafumi, dominata dal grande dipinto Caduta degli angeli ribelli, è allestito, per esempio, il confronto con una straordinaria tela del primo Novecento XXI secolo di Giovan Battista Crema, di proprietà del cantante Lucio Dalla e raffigurante l’inferno umano, dove compaiono anatomie nude e avviluppate in un vortice ineluttabile. Nella sala dei disegni al tratto, preparatori per il pavimento del Duomo di Siena, si trovano, invece, allineati modelli anatomici sezionati per mostrarne gli ingranaggi interni, oltre a due motori di automobili degli anni ’20, a una colonna vertebrale in formaldeide dentro il suo contenitore vitreo ed altri reperti e materiali.
In concomitanza con la mostra, la Sala del cenacolo accoglie l’opera Splendore simultaneo del Palio di Siena (1937) di Corrado Forlin, ambientata in un allestimento teatrale, a cura di Andrea Milani, tratto da Il Palio di Siena di Duilio Cambellotti con riferimenti a disegni di bandiere di quel periodo conservate nei musei delle diciassette contrade e decorate con motivi geometrici e raggisti.

Didascalie delle immagini
[fig. 1] Corrado Forlin, Splendore simultaneo del Palio di Siena, 1937. [fig. 2 e fig. 3] Visioni d’insieme dell’allestimento della mostra Macchine! Spirito della meccanica tra i fondi d’oro.


Informazioni utili
Macchine! Spirito della meccanica tra i fondi d’oro
. Pinacoteca nazionale di Siena - Siena. Orari: da martedì a sabato, ore 10.00 -18.00; lunedì, domenica e festivi, ore 9.00–13.00. Ingresso: intero €4.00; ridotto €2.00 (cittadini dell' Unione europea tra 18 e 25 anni, insegnati di ruolo nelle scuole statali); gratuito per cittadini dell' Unione europea di età inferiore ai 18 anni o superiore ai 65 anni; studenti e docenti delle Facoltà di Architettura e di Lettere - indirizzo Storia dell'arte; dipendenti Mbac; guide turistiche autorizzate nell'esercizio della propria attività, appartenenti all' Icom. Catalogo: Protagon, Siena. Informazioni: tel. 0577.286143 o pinacoteca.siena@libero.it. Fino a domenica 4 ottobre 2009.

Bambini di Beslan, una mostra ricorda la strage

1° settembre 2004. Beslan, Ossezia del Nord. Un gruppo di trentadue fondamentalisti islamici e separatisti ceceni prende in ostaggio, per tre lunghissimi giorni, circa 1.300 persone della scuola Numero Uno. L’assalto dei corpi speciali russi si trasforma in una strage: più di 300 i morti, tra cui 186 bambini, e oltre 700 i feriti.
Cinque anni dopo, l’eco dell’eccidio di Beslan rivive, negli spazi della CreaCityGate di Milano, attraverso le sculture visionarie di Vannetta Cavallotti, accompagnate dai versi di diciassette poeti italiani, selezionati da Guido Oldani, tra i quali Luciano Erba, Maurizio Cucchi e Arturo Schwarz.
Centoottantasei sono le formelle che costituiscono l’intero lavoro dell’artista bergamasca in ricordo della stage osseziana, in memoria «di coloro che sono caduti,– racconta la stessa autrice- ma anche di quelli che, sopravvissuti, avranno per sempre negli occhi e nella mente l’orrore di ciò che hanno visto».
Di queste opere, la mostra milanese ne propone circa una trentina, eseguite con tecniche miste e materiali eterogenei (resina poliestere, marmo, collage grafico, object trouvé, fotografie, carte giapponesi), ciascuna delle quali, come una sorta di reliquiario, pietrifica e imbriglia in una dimensione metafisica paure, emozioni e angosce dei bambini di Beslan, ma anche i pensieri rassicuranti che corrono ai genitori, alle loro case con i giocattoli e agli oggetti del quotidiano.
Nel singolare allestimento ideato dallo Studio Datei Nani di Bergamo, le formelle sono accostate a un nucleo di sculture bianche, veri e propri calchi di libri sui quali l’artista è intervenuta con tecniche miste all’acqua per narrare metaforicamente la tragedia, nello stratificarsi di immagini evocative.
Tutto intorno alle opere dedicate al dramma e alla memoria, si dispongono le sculture dell’attesa: piccole case con interventi di fibre ottiche evocano il villaggio che attende il ritorno dei suoi bambini; una sontuosa sedia antica, inglobata in un blocco di resina trasparente, congela l’attesa; un paio di candidi scarponi camminano seguiti da una folla di occhi che guardano dritto verso lo spettatore, condensando nell’atto del vedere la presa di coscienza di un dramma reale; una grande bambola di cera e un dinosauro di gesso riconducono alla tenerezza dei giochi d’infanzia.
A rappresentare i due poli del percorso visivo, sono, infine, due grandi sculture: da un lato il fantasma della morte, dall’altro il bronzo dell’angelo velato, dal quale spira tutta la leggerezza e la dolcezza di una Resurrezione.

Didascalie
[fig. 1] Vannetta Cavallotti, Beslan, 2008. Installazione, gesso e carta; [fig. 2] Vannetta Cavallotti, Libro X, 2008, carta e gesso; [fig. 3] Vannetta Cavallotti, Opera n. 29, 2008, resina, poliestere, marmo, collage grafico, fotografie, carte giapponesi.

Informazioni utili
Vannetta Cavallotti. Bambini di Beslan. CreaCityGate, viale Pasubio, 14 - Milano. Orari: 11.00-19.00; chiuso la domenica e il lunedì. Ingresso libero e gratuito. Informazioni: tel. 331.7801559. Catalogo: disponibile in mostra. Fino all’8 ottobre 2009.

lunedì 22 giugno 2009

Muro di Berlino, un italiano apre i festeggiamenti per il ventennale

Parla italiano il primo atto delle manifestazioni per il ventesimo anniversario della caduta del muro di Berlino, il cui culmine verrà raggiunto nella giornata del 9 novembre.
Da martedì 23 a sabato 27 giugno, la città tedesca ospita, infatti, il maestro Giampaolo Talani con l’installazione Die mauer – Berlino oltre la duna. Gli ombrelli della libertà.
Per ricordare questo importante avvenimento della storia recente, l’artista livornese, classe 1955, farà «volare» circa cento ombrelli da spiaggia a righe bianche e blu oltre l’East Side Gallery, il tratto di milletrecento metri del vecchio muro, ormai consacrato alla storia e interamente dipinto da artisti di tutto il mondo, tra i quali Kasra Alavi, Kani Alavi, Jim Avignon, Thierry Noir, Ingeborg Blumenthal e Ignasi Blanch i Gisbert. «Gli ombrelli –si legge in una nota stampa- “nasceranno” dal busto di una grande statua di marinaio, collocata al centro della piazza che interrompe la linea del muro, ai margini della Sprea, il fiume di Berlino».
L’artista toscano, conosciuto al grande pubblico per l’affresco Partenze alla stazione fiorentina di Santa Maria Novella, porta, dunque, oltre confine uno dei suoi simboli ricorrenti: gli ombrelloni da spiaggia, oggetti familiari e romantici, «simbolo dei pensieri, che volano via assieme all’anima e che vanno chissà dove in balia dei venti della vita».
Le autorità berlinesi hanno voluto ospitare l’istallazione di Gianpaolo Talani, avendone riconosciuto il valore di forte metafora di libertà già nel maggio 2008, quando, con una garbata “follia”, il maestro livornese salutò la città Firenze e l’inaugurazione della sua personale, Rosa dei venti, nella suggestiva cornice di palazzo Vecchio, con una colorata teoria bianco-blu di ombrelli da spiaggia disposti a forma di giglio sul suolo di piazza Signoria.
Così l’artista –nella brochure di invito- presenta la sua nuova opera: «Spesso accade che il vento si confonde e fa volare, di qua o di là da un muro anche gli uomini assieme agli ombrelli. Bisogna capire però che tra gli uni e gli altri non c’è poi tanta differenza. Tutti e due hanno scheletro, meccanismi ad incastro ed estremità che si aprono e si chiudono, ricoperti di stoffa colorata. E’ facile sbagliare! Il vento poi non ha occhi, è solo un respiro forte e veloce, e gli ombrelli non sono interessati dal pensiero della libertà o da quello della prigione. Sta dunque solo, e come sempre, agli uomini dover scegliere quali ombrelli prendere al volo e stringere forte. Quando il vento arriva a portarli via». Gli ombrelloni, insomma, non portano libertà, ma sono liberi di andare dove vogliono. Ci aiutano a ricordare che tutto sarà spazzato via, come le nuvole, da un vento.

Didascalie delle immagini
[fig. 1] Una veduta della
East Side Gallery di Berlino; [fig. 2] L'installazione di Gianpaolo Talani per il ventennale della caduta del muro di Berlino; [fig. 3] L'installazione Rosa dei venti in piazza della Signoria, a Firenze. Maggio 2008.

Per saperne di più

La brochure di
Die mauer – Berlino oltre la duna. Gli ombrelli della libertà