Tango e hypercello: sono queste le parole chiave dell’appuntamento che sabato 8 novembre inaugura a Genova, negli spazi di Palazzo Rosso, la ventinovesima edizione della rassegna «Musiche in mostra», promossa da Rive Gauche Concerti, con il sostegno della Compagnia di San Paolo e con i contributi della Regione Piemonte e di molte altre realtà, tra le quali l’Accademia Albertina di Belle arti di Torino e il Conservatorio Vivaldi di Alessandria, che animerà lezioni-concerto nei licei cittadini.
«Dodici tanghi in contemporanea» è il titolo dello spettacolo, in programma a partire dalle ore 17.30, che vedrà esibirsi interpreti di rilievo internazionale nel campo del pianismo, come il Duo Pianox2, e dell’hypercello, come il violoncellista Nicola Baroni.
A fare da filo conduttore a questo appuntamento, e a tutti gli altri incontri che animeranno varie sedi espositive del territorio nazionale fino al prossimo 6 dicembre, è il rapporto tra passato e presente. In questo caso, il dialogo tra antico e contemporaneo si connoterà come relazione tra una danza ultracentenaria, viva ancora oggi nel repertorio colto, e uno strumento di antiche tradizioni quale il violoncello, rimodulato nella sua versione elettronica.
La rassegna si sposterà, quindi, a Torino, dove domenica 9 novembre l’Accademia Albertina ospiterà il concerto «La voce e il soffio», nel quale il suono del trombone, uno degli strumenti a fiato più nobili e antichi, si unirà a interventi di pianoforte ed elettronica per un programma di raro fascino, che vedrà esibirsi il trombonista svedese Ivo Nilsson e il Duo Alterno, considerato uno dei più significativi punti di riferimento nel repertorio vocale-pianistico dal Novecento storico.
L’appuntamento successivo, in agenda il 15 novembre al Palazzo Tursi di Genova, sarà, invece, dedicato a uno dei padri della contemporaneità: il compositore ungherese Béla Bartók. La sua musica verrà messa a confronto con quella del giovane Ensemble De Rerum Mechanica, la cui anima è il compositore fiorentino Manzini, vincitore del Toru Takemitsu Composition Awards 2014, nel concerto «La Babele dei linguaggi».
Il confronto tra musica e arte proseguirà con due appuntamenti incentrati su un repertorio chitarristico novecentesco nei quali si esibiranno Bryan Johanson e Jesse McCann: «Toccata in blu», il 16 novembre all’Accademia Albertina di Torino, e «Magic Serenade», il 18 novembre al Conservatorio Vivaldi di Alessandria.
Nel nome di Nino Rota e delle sue indimenticabili colonne sonore da film verrà, invece, intessuto il programma dell’appuntamento successivo: «Musica dallo schermo», che il 22 novembre vedrà esibirsi all’Archivio di Stato di Asti il duo formato da Mario Carbotta e Carlo Balzaretti. In scena, quindi, l’Ensemble SpazioMusica di Cagliari, da decenni impegnato nella performatività contemporanea, che il 23 novembre proporrà all’Accademia Albertina di Torino «Fuga Libre. L’ultimo contrappunto», una versione, tra passato e presente, della fuga, notoriamente considerata la più alta espressione del contrappunto della tradizione occidentale.
La rassegna diretta da Riccardo Piacentini proseguirà, quindi, con un evento dedicato alla memoria di Nuto Revelli: «Il mondo dei vinti: foto-suoni per Paraloup», in scena il 29 novembre alla Sala San Giovanni di Cuneo. Il Duo Alterno eseguirà uno dei lavori più rappresentativi degli anni Sessanta, raramente presente nelle programmazioni concertistiche e pietra miliare della vocalità nel Novecento: «La fabbrica illuminata» di Luigi Nono, nata nel ’64 per denunciare la situazione di sfruttamento dei lavoratori della Italsider, accanto a «Il mondo dei vinti», foto-suoni della borgata partigiana di Paraloup, su materiali audio raccolti in quota da Piacentini, contrappuntati con i materiali fono-antropologici raccolti da Nuto Revelli.
Due capolavori delle avanguardie storiche, di Stockhausen e Cage, faranno, poi, da cornice al concerto «Formale Informale», in agenda il 30 novembre all’Accademia Albertina di Torino. Sul palco si esibiranno sei interpreti tra i più accreditati nel mondo della musica contemporanea uniti nella compagnia ImprovvisoFantasia: Gianni Trovalusci, Giuseppe Giuliano, Walter Prati, Sergio Armaroli e due giovani artisti di riconosciuta bravura come il clarinettista Michele Mazzini e il violoncellista Gabriele Battaglia.
Trae, invece, spunto da una delle opere più significative di Girolamo Frescobaldi il titolo del concerto «Cento passacaglie», in agenda il 6 dicembre all’Archivio di Stato di Asti, nel quale si esibiranno Mattia Laurella e Gian Luca Rovelli su antichi strumenti, come il flauto traversiere e il clavicembalo.
Nel programma di «Musiche in mostra» rientrano anche le due lezioni-concerto nate da un progetto innovativo ideato dai giovani musicisti del Conservatorio Vivaldi di Alessandra per gli studenti dei licei, in programma il 13 e il 20 novembre: «MDA - Musica degli Animali», nove prime esecuzioni assolute di autori under 35 eseguite dall’Ensemble Innesti di Cultura.
Un programma, dunque, vario quello proposto in questa edizione da Riccardo Piacentini, che coinvolgerà cinque città del Piemonte e della Liguria, dove saranno ospitati dodici concerti uniti dal tema «Tra passato e presente».
Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Ritrattro del Duo Pianox2; [fig. 2] Ritratto del Duo Alterno; [fig. 3] Ritratto di Bryan Johanson
Informazioni utili
Musiche in mostra - XXIX edizione. Informazioni: tel. 011.6614170 e rivegaucheconcerti@libero.it. Sito Web: rivegaucheconcerti.org. Facebook: MusicheInMostra. Dall’8 novembre al 6 dicembre 2014.
ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com
venerdì 7 novembre 2014
giovedì 6 novembre 2014
Roma, l’iconografia della fantascienza in mostra in quattro mercati rionali
Razzi celesti, astronavi, robot, dischi volanti e marziani tra i banchi di frutta e verdura: è quanto sta accadendo in questi giorni in quattro mercati rionali di Roma (Unità, in via Cola di Rienzo; Vittoria, in via Sabotino; Pinciano, in via Antonelli; e Savoia, in piazza Gimma). L’occasione è offerta dalla mostra «Fantascienza.1950-1970. L’iconografia degli anni d’oro», ideata e curata da Marco Panella, nella quale si racconta il mito della science fiction in Italia attraverso una selezione di duecentoottanta immagini provenienti da fumetti, libri, manifesti, rotocalchi, riviste, pubblicità, figurine e quaderni scolastici. Quattro i temi indagati dalla rassegna, prodotta da Artix e visibile fino al 23 novembre: invasione, frontiera, creazione robotica e viaggio.
È il 1952 quando nelle edicole del nostro Paese escono pubblicazioni come «Scienza fantastica», «Mondi nuovi» ed «Urania», sulle cui pagine Giorgio Monicelli conia il neologismo fantascienza. Seguono anni in cui il miglioramento delle condizioni sociali che darà origine al boom economico viene a coincidere con la corsa allo spazio che porterà alla conquista della Luna e con lo sdoganamento della fantascienza dall’ambito ristretto delle avventure per ragazzi dove, sino ad allora, era stata sostanzialmente confinata. Giungono così sulle riviste italiane autori come Isaac Asimov, Theodore Sturgeon, Arthur C. Clarke, Robert A.Heinlein, Ray Bradbury; mentre sulle copertine di queste pubblicazioni trovano spazio le illustrazione di maestri come Curt Caesar, Carlo Jacono, Guido Buzzelli, Benedettucci, Enzo Cassoni, Luigi Garonzi, Ed Emshwiller, Luigi Rapuzzi, Mario Todarello, Gianni Renna e Karel Thole.
Parte di questo materiale è in mostra a Roma così come la produzione fumettistica, che riprende quella importata già negli anni Trenta dagli Stati Uniti Flash Gordon, Buck Rogers e Brick Bradford, che in Italia avrà vita con nomi diversi come Giorgio Ventura, Antares, Bat Star, e trova anche una via tutta italiana. Ecco così la serie «Saturno contro la terra», sceneggiata da Cesare Zavattini con Federico Pedrocchi e disegnata da Scolari, o «Virus», ideato sempre da Pedrocchi e disegnato da Walter Molino. Non si devono dimenticare, poi, «Misterix» di Paul Campani, «Alex l’eroe dello spazio» e «Nolan il pioniere dello spazio» di Guido Buzzelli, «Raff pugno d’acciaio» di Mario Guerri e Vittorio Cossio, «Razzo» di Platania, ma anche le strisce «Dick Saetta», «Tony Comet» e poi, ancora, il primo «Alan Ford di Lorenzo Sechi (Max Bunker), che nasce nel 1963 come «Spaziale moderno» e, nel 1968, l’«Astronave pirata» di Guido Crepax.
Numerosissimi sono anche i casi di contaminazione della materia fantascientifica su fumetti non di genere. È il caso della produzione disneyana, ad esempio, ma anche di personaggi come Zagor di Sergio Bonelli e Gallieno Ferri.
Alle illustrazioni di genere si affiancano con grande efficacia e forza persuasiva le copertine di rotocalchi come «Epoca», «Oggi», «La Domenica del Corriere» e «Tribuna illustrata», dove cronaca, scienza e fantascienza propongono ai lettori avvistamenti di dischi volanti, lanci di satelliti, razzi e primi uomini nello spazio che trovano la straordinaria sintesi ed interpretazione grafica di Walter Molino e Guido Bertoletti, sostituendo spesso, per attrazione, articoli e notizie. Interessante notare anche la portata iconografica di riviste di divulgazione tecnica e scientifica, come «Scienza popolare», «Scienza e vita», «Sistema pratico», «Scienza illustrata» che cavalcano il tema del futuro proponendo ai lettori scenari illustrati nei quali il confine tra scienza e fantascienza è quanto mai incerto.
Il cinema trova nel filone fantascientifico una grande fonte di ispirazione: negli anni Cinquanta le produzioni che arrivano nelle sale italiane sono soprattutto americane e inglesi, con effetti speciali che, visti oggi, non nascondono tutte le ingenuità del tempo, ma che allora affascinavano gli spettatori. Indimenticabili per la loro straordinaria efficacia iconografica, sono i manifesti e le locandine dei film, che facevano vivere anche a chi al cinema non sarebbe andato l’esperienza di viaggi interstellari, invasioni marziane e mostri atomici.
La rassegna romana si addentra anche nel tema delle ambientazioni spaziali nella pubblicità dell’epoca, linguaggio della comunicazione che, cogliendo e anticipando per vocazione lo spirito dei tempi, non poteva non trovare nelle suggestioni del futuro una sua leva di fascinazione.
Non mancano, poi, in mostra una selezione di quaderni scolastici resi attraenti da illustrazioni con basi lunari, astronavi e viaggi spaziali.
Una mostra da vedere con lentezza, quindi, quella ai mercati rionali di Roma per lasciarsi andare alla suggestione delle sue immagini e per godere di una narrazione iconografica a tutto tondo, che sovrappone media e linguaggi grafici diversi tra loro nel tentativo di ricreare l’atmosfera, il mood, che la genialità creativa di disegnatori ed illustratori del fantastico e dell’anticipazione ha fatto entrare nel quotidiano dell’Italia che cercava la via della modernità.
Informazioni utili
«Fantascienza.1950-1970. L’iconografia degli anni d’oro». Mercati rionali Unità, via Cola di Rienzo; Vittoria, in via Sabotino; Pinciano, in via Antonelli; e Savoia, in piazza Gimma – Roma. Ingresso libero. Informazioni: artix@artixcom.it. Sito internet: www.mostrafantascienza.it. Fino al 23 novembre 2014.
È il 1952 quando nelle edicole del nostro Paese escono pubblicazioni come «Scienza fantastica», «Mondi nuovi» ed «Urania», sulle cui pagine Giorgio Monicelli conia il neologismo fantascienza. Seguono anni in cui il miglioramento delle condizioni sociali che darà origine al boom economico viene a coincidere con la corsa allo spazio che porterà alla conquista della Luna e con lo sdoganamento della fantascienza dall’ambito ristretto delle avventure per ragazzi dove, sino ad allora, era stata sostanzialmente confinata. Giungono così sulle riviste italiane autori come Isaac Asimov, Theodore Sturgeon, Arthur C. Clarke, Robert A.Heinlein, Ray Bradbury; mentre sulle copertine di queste pubblicazioni trovano spazio le illustrazione di maestri come Curt Caesar, Carlo Jacono, Guido Buzzelli, Benedettucci, Enzo Cassoni, Luigi Garonzi, Ed Emshwiller, Luigi Rapuzzi, Mario Todarello, Gianni Renna e Karel Thole.
Parte di questo materiale è in mostra a Roma così come la produzione fumettistica, che riprende quella importata già negli anni Trenta dagli Stati Uniti Flash Gordon, Buck Rogers e Brick Bradford, che in Italia avrà vita con nomi diversi come Giorgio Ventura, Antares, Bat Star, e trova anche una via tutta italiana. Ecco così la serie «Saturno contro la terra», sceneggiata da Cesare Zavattini con Federico Pedrocchi e disegnata da Scolari, o «Virus», ideato sempre da Pedrocchi e disegnato da Walter Molino. Non si devono dimenticare, poi, «Misterix» di Paul Campani, «Alex l’eroe dello spazio» e «Nolan il pioniere dello spazio» di Guido Buzzelli, «Raff pugno d’acciaio» di Mario Guerri e Vittorio Cossio, «Razzo» di Platania, ma anche le strisce «Dick Saetta», «Tony Comet» e poi, ancora, il primo «Alan Ford di Lorenzo Sechi (Max Bunker), che nasce nel 1963 come «Spaziale moderno» e, nel 1968, l’«Astronave pirata» di Guido Crepax.
Numerosissimi sono anche i casi di contaminazione della materia fantascientifica su fumetti non di genere. È il caso della produzione disneyana, ad esempio, ma anche di personaggi come Zagor di Sergio Bonelli e Gallieno Ferri.
Alle illustrazioni di genere si affiancano con grande efficacia e forza persuasiva le copertine di rotocalchi come «Epoca», «Oggi», «La Domenica del Corriere» e «Tribuna illustrata», dove cronaca, scienza e fantascienza propongono ai lettori avvistamenti di dischi volanti, lanci di satelliti, razzi e primi uomini nello spazio che trovano la straordinaria sintesi ed interpretazione grafica di Walter Molino e Guido Bertoletti, sostituendo spesso, per attrazione, articoli e notizie. Interessante notare anche la portata iconografica di riviste di divulgazione tecnica e scientifica, come «Scienza popolare», «Scienza e vita», «Sistema pratico», «Scienza illustrata» che cavalcano il tema del futuro proponendo ai lettori scenari illustrati nei quali il confine tra scienza e fantascienza è quanto mai incerto.
Il cinema trova nel filone fantascientifico una grande fonte di ispirazione: negli anni Cinquanta le produzioni che arrivano nelle sale italiane sono soprattutto americane e inglesi, con effetti speciali che, visti oggi, non nascondono tutte le ingenuità del tempo, ma che allora affascinavano gli spettatori. Indimenticabili per la loro straordinaria efficacia iconografica, sono i manifesti e le locandine dei film, che facevano vivere anche a chi al cinema non sarebbe andato l’esperienza di viaggi interstellari, invasioni marziane e mostri atomici.
La rassegna romana si addentra anche nel tema delle ambientazioni spaziali nella pubblicità dell’epoca, linguaggio della comunicazione che, cogliendo e anticipando per vocazione lo spirito dei tempi, non poteva non trovare nelle suggestioni del futuro una sua leva di fascinazione.
Non mancano, poi, in mostra una selezione di quaderni scolastici resi attraenti da illustrazioni con basi lunari, astronavi e viaggi spaziali.
Una mostra da vedere con lentezza, quindi, quella ai mercati rionali di Roma per lasciarsi andare alla suggestione delle sue immagini e per godere di una narrazione iconografica a tutto tondo, che sovrappone media e linguaggi grafici diversi tra loro nel tentativo di ricreare l’atmosfera, il mood, che la genialità creativa di disegnatori ed illustratori del fantastico e dell’anticipazione ha fatto entrare nel quotidiano dell’Italia che cercava la via della modernità.
Informazioni utili
«Fantascienza.1950-1970. L’iconografia degli anni d’oro». Mercati rionali Unità, via Cola di Rienzo; Vittoria, in via Sabotino; Pinciano, in via Antonelli; e Savoia, in piazza Gimma – Roma. Ingresso libero. Informazioni: artix@artixcom.it. Sito internet: www.mostrafantascienza.it. Fino al 23 novembre 2014.
mercoledì 5 novembre 2014
Pistoia, al Funaro una biblioteca con oltre cinquemila libri sul teatro
Ci sono teatri speciali, capaci di fare cultura a 360°. Uno di questi è il Funaro di Pistoia, la cui storia non passa solo attraverso il palcoscenico e le pur tante produzioni. L’attivo centro culturale toscano si occupa, infatti, di formazione, curando corsi di recitazione per tutte le età e ospitando la sede italiana Scuola dei sensi di Enrique Vargas, e vanta anche una biblioteca dedicata alla drammaturgia e alla ricerca teatrale da far invidia.
L’ultima acquisizione, che verrà festeggiata nella serata di venerdì 7 novembre con un incontro animato dal poeta Giacomo Trinci, consta di ben tremila nuovi titoli fra saggi, drammi, commedie, tragedie, satire e teatro di narrazione, raccolti durante la sua vita da Piero Palagi, bibliotecario della Nazionale di Firenze e appassionato di drammaturgia.
La straordinaria donazione è opera di Donella Orsini, che ha concesso questo collezione alla Rete documentaria della Provincia di Pistoia, alla quale è spettato il compito di selezionare il Funaro, dove recentemente sono stati ampliati i locali adibiti a biblioteca, quale luogo adatto ad ospitarla.
Grazie a questa acquisizione, la realtà curata da Massimiliano Barbini può contare ora più di cinquemila volumi e si colloca tra le più fornite della Toscana nel settore.
I “nuovi arrivati” non saranno, però, immediatamente disponibili, bisognerà aspettare che venga completata la loro lunga opera di catalogazione prima di poterli consultare. Nel frattempo, i lettori potranno leggere o sfogliare i materiali del Fondo Andres Neumann, donato nel 2011 e recentemente dichiarato d'interesse storico-archivistico rilevante dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (Mibact) - Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Toscana.
L’archivio -composto da un’articolata serie, tra i cinquantamila e i sessantamila pezzi, di varie tipologie documentarie- è uno dei più importanti patrimoni relativi alla storia dello spettacolo mondiale degli ultimi quarant’anni. Al suo interno è raccolta la memoria della «Andres Neumann International», agenzia che dal 1978 è stato un imprescindibile punto di riferimento per artisti di assoluto prestigio internazionale quali Peter Brook, Tadeusz Kantor, Dario Fo, Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Ingmar Bergman, Pina Bausch, Luca Ronconi, Andreij Waida, Robert Wilson, il Living Theatre, e ha dato vita a spettacoli memorabili quali il «Mahabharata» di Brook, l’«Amleto» di Bergmane e «Palermo Palermo» di Pina Bausch, tra gli altri.
Il riordinamento preliminare dei documenti curato da Giada Petrone, è stato il punto di partenza del successivo lavoro di digitalizzazione, catalogazione e analisi dei materiali dell’archivio a cura dell'Università degli studi di Firenze, iniziato nel 2012 e che nel 2013 ha dato origine al libro, edito Titivillus, «L’archivio Andres Neumann. Memorie dello spettacolo contemporaneo», di Maria Fedi, con una presentazione del professor Renzo Guardenti e una testimonianza di Giada Petrone.
L’intero catalogo della biblioteca è suddiviso in sezioni per agevolare la consultazione: grandi maestri del ’900, teatro di ricerca, pedagogia teatrale, storia dello spettacolo, ricerca sensoriale, testi teatrali e approfondimenti sulla drammaturgia, spazi teatrali, costumi, luci, scenografie, letteratura di approfondimento, dvd e cd. Tra i servizi offerti: collegamento a internet, libero accesso agli scaffali, fotocopiatura e prestito; la biblioteca svolge anche attività di promozione alla lettura, reading, mostre e iniziative di animazione per l’infanzia, fra cui l’apprezzato «Raccontamerende». Uno spazio, dunque, vivo quello del Funaro, a dimostrazione che –diceva Augustine Birrell- «le biblioteche non si fanno, crescono».
Informazioni utili
Il Funaro centro culturale, via del Funaro, 16/18 – Pistoia. Orari: dal lunedì al venerdì, dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e dalle ore 16.00 alle ore 19.00, ad esclusione del martedì pomeriggio, con la possibilità di aperture straordinarie su appuntamento, telefonando al numero 0573.977225 o scrivendo a biblioteca@ilfunaro.org. Sito web: www.ilfunaro.org.
L’ultima acquisizione, che verrà festeggiata nella serata di venerdì 7 novembre con un incontro animato dal poeta Giacomo Trinci, consta di ben tremila nuovi titoli fra saggi, drammi, commedie, tragedie, satire e teatro di narrazione, raccolti durante la sua vita da Piero Palagi, bibliotecario della Nazionale di Firenze e appassionato di drammaturgia.
La straordinaria donazione è opera di Donella Orsini, che ha concesso questo collezione alla Rete documentaria della Provincia di Pistoia, alla quale è spettato il compito di selezionare il Funaro, dove recentemente sono stati ampliati i locali adibiti a biblioteca, quale luogo adatto ad ospitarla.
Grazie a questa acquisizione, la realtà curata da Massimiliano Barbini può contare ora più di cinquemila volumi e si colloca tra le più fornite della Toscana nel settore.
I “nuovi arrivati” non saranno, però, immediatamente disponibili, bisognerà aspettare che venga completata la loro lunga opera di catalogazione prima di poterli consultare. Nel frattempo, i lettori potranno leggere o sfogliare i materiali del Fondo Andres Neumann, donato nel 2011 e recentemente dichiarato d'interesse storico-archivistico rilevante dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (Mibact) - Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Toscana.
L’archivio -composto da un’articolata serie, tra i cinquantamila e i sessantamila pezzi, di varie tipologie documentarie- è uno dei più importanti patrimoni relativi alla storia dello spettacolo mondiale degli ultimi quarant’anni. Al suo interno è raccolta la memoria della «Andres Neumann International», agenzia che dal 1978 è stato un imprescindibile punto di riferimento per artisti di assoluto prestigio internazionale quali Peter Brook, Tadeusz Kantor, Dario Fo, Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Ingmar Bergman, Pina Bausch, Luca Ronconi, Andreij Waida, Robert Wilson, il Living Theatre, e ha dato vita a spettacoli memorabili quali il «Mahabharata» di Brook, l’«Amleto» di Bergmane e «Palermo Palermo» di Pina Bausch, tra gli altri.
Il riordinamento preliminare dei documenti curato da Giada Petrone, è stato il punto di partenza del successivo lavoro di digitalizzazione, catalogazione e analisi dei materiali dell’archivio a cura dell'Università degli studi di Firenze, iniziato nel 2012 e che nel 2013 ha dato origine al libro, edito Titivillus, «L’archivio Andres Neumann. Memorie dello spettacolo contemporaneo», di Maria Fedi, con una presentazione del professor Renzo Guardenti e una testimonianza di Giada Petrone.
L’intero catalogo della biblioteca è suddiviso in sezioni per agevolare la consultazione: grandi maestri del ’900, teatro di ricerca, pedagogia teatrale, storia dello spettacolo, ricerca sensoriale, testi teatrali e approfondimenti sulla drammaturgia, spazi teatrali, costumi, luci, scenografie, letteratura di approfondimento, dvd e cd. Tra i servizi offerti: collegamento a internet, libero accesso agli scaffali, fotocopiatura e prestito; la biblioteca svolge anche attività di promozione alla lettura, reading, mostre e iniziative di animazione per l’infanzia, fra cui l’apprezzato «Raccontamerende». Uno spazio, dunque, vivo quello del Funaro, a dimostrazione che –diceva Augustine Birrell- «le biblioteche non si fanno, crescono».
Informazioni utili
Il Funaro centro culturale, via del Funaro, 16/18 – Pistoia. Orari: dal lunedì al venerdì, dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e dalle ore 16.00 alle ore 19.00, ad esclusione del martedì pomeriggio, con la possibilità di aperture straordinarie su appuntamento, telefonando al numero 0573.977225 o scrivendo a biblioteca@ilfunaro.org. Sito web: www.ilfunaro.org.
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